IL MIGLIOR MEDICO È LA NATURA

da 22 Set 2014Salute

(Conferenza di Torvaianica-Roma, del 16 Settembre 2014)

LA CHIAVE DI OGNI BUONA TERAPIA STA NEL RIEQUILIBRIO E NEL RAFFORZAMENTO DELLE DIFESE IMMUNITARIE

Il miglior medico è la Natura, Sovrana Medicatrice di tutti i mali, e rispettosa nel contempo del principio basilare “Primo non nuocere”. Diciamo meglio. Il miglior medico è quello che fa meno danni al sistema immunitario. Il miglior medico è quello che sa valorizzare al massimo l’innata, atavica ed istintiva tendenza del corpo alla remissione spontanea dei propri disagi. Il miglior medico è quello che bada innanzitutto allo smaltimento progressivo delle tossine accumulate. In altri termini, il miglior medico è quello capace di armonizzare ogni suo intervento con le esigenze reali del paziente, quello che dà precedenza al rafforzamento delle difese interne dell’organismo, quello che sa legare, familiarizzare e fraternizzare col sistema corporale.

ESISTONO ANCHE I  CASI DI EMERGENZA

A Cesare quel che è di Cesare. Non facciamo fatica a riconoscere che il Pronto Soccorso Ospedaliero è struttura indispensabile nei casi di emergenza quali gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro, dove serve conoscenza sopraffina dell’anatomia e grande esperienza operativa, chirurgica e ricostruttiva, doti nelle quali la medicina brilla sicuramente.

UN SERVIZIO MEDICO NON CERTO MAGICO MA COMUNQUE INDISPENSABILE

Il Pronto Soccorso serve anche per dare qualche sicurezza in più a chi si sente male all’improvviso e ai suoi familiari che non sanno quali pesci pigliare. Una semplice telefonata e arriva a sirene spiegate l’autoambulanza. Una specie di rito e di scaricabarile, dove la responsabilità curativa ed anche legale passa di mano dalla famiglia alla struttura medica. Non è poi che al Pronto Soccorso esistano dei medici speciali e degli interventi magici. Gli errori si commettono purtroppo anche da quelle parti.

CUROMANIA SUL SINTOMO È IL NOME DEL GIOCO

La curomania sul sintomo rimane anche lì regola fissa del protocollo medico. Le cronache quotidiane evidenziano con frequenza casi critici di gente che arriva in condizioni precarie e non ce la fa, ma anche di persone che stanno discretamente bene, a parte determinati sintomi acuti, e che bruciano nelle cure di emergenza le loro ultime speranze. Uno che muoia nell’ambito di regolari cure mediche formulate secondo repertorio ufficiale, con cure farmacologiche chemioterapeutiche e chirurgiche, non suscita alcuna reazione e non fa una grinza. I medici saranno anzi riveriti e ringraziati pubblicamente per la loro eroica missione assistenziale condotta fino in fondo con alto senso di responsabilità.

UN’ARTE RIMEDIALE IMBATTIBILE

Chiaro che, per quanto largamente incompresa dalla gente, e per quanto demonizzata e denunciata dalle autorità sanitarie, la nostra non-cura è un’arte rimediale imbattibile. Tutti contro però, quasi si trattasse di un crimine basato sulla faciloneria e sulla trascuratezza. Se uno malauguratamente guarisse tramite il digiuno terapeutico, o tramite un semplice cambio virtuoso nella dieta e nelle scelte comportamentali, verrebbe qualificato dalla medicina come caso di sfacciata fortuna, caso che non fa testo e che non entra nelle statistiche ufficiali. Se uno invece deperisse o morisse nell’ambito di una non-cura di stampo igienista, ci sarebbe un can-can a non finire su ogni quotidiano.

HA SENSO CURARE LE MALATTIE?

Il problema delle cure mediche venne analizzato e sviscerato da Herbert Shelton che si poneva domande del tipo: “Ha senso curare una malattia?”, “Può davvero una malattia essere curata? Il tema medesimo è stato poi ripreso dal medico australiano Alec Burton, presidente della Associazione Internazionale dei Medici Igienisti, in un brillante articolo pubblicato su Health Science di maggio-giugno 1996.

PREGIUDIZI SVIANTI SU TRATTAMENTI E TERAPIE

Parlando di cure, dice Burton, la gente pensa immediatamente alle medicine, ai farmaci e alle varie forme di trattamento. Credendo all’idea bislacca che ogni malattia sia diversa dall’altra, arriva alla conclusione che ogni anomalia fisica o mentale richieda diverse cure. Bello è che il concetto di cura viene raramente correlato a quello di causa, di fattore causante. Questo è dovuto alla tradizionale interpretazione della malattia. Se siamo condizionati ed abituati a considerare la malattia come una cosa, come una entità, come qualcosa che possiamo prendere da altri sotto forma di contagio, come una patologia a cui siamo esposti o a cui siamo suscettibili e alla quale dobbiamo resistere, le nostre attenzioni verranno tutte dirette verso il combattere, il sottomettere, il superare, lo sradicare, o il curare la patologia in questione.

CURARE LA MALATTIA-SINTOMO NON EQUIVALE AFFATTO A RIPRISTINARE LA SALUTE

In altre parole, nelle menti della maggioranza, si focalizza tutto nella cura della malattia-sintomo. Sfortunatamente, curare la malattia-sintomo non è affatto sinonimo di ripristino salute. Eppure la gente continua petulante a porre le stesse banali domande. “Puoi curarmi?”, “Hai una cura per me?”. Tutte le cure risultano però prive di risultato positivo.

CURE CHE NON RIMUOVONO LA CAUSA

Primo, esse non rimuovono il fattore causante. Secondo, esse non costituiscono reale necessità di salute e di vita. Terzo, esse sono in genere pericolose. Quarto, esse non sono mai usate per mantenere o recuperare la salute, ma sempre e soltanto per curare la malattia-sintomo. Quinto, la maggior parte delle pasticche e delle pozioni usate vengono scelte tra le sostanze più velenose e virulente conosciute. Sesto, il successo delle cure, specie in omeopatia, dipende dalla dose minima tale da non uccidere il paziente all’istante. Settimo, tutti sappiamo che le cure sono spesso assai peggiori della malattia che vorrebbero contrastare.

L’ESEMPIO DELLA STIPSI E DEL LASSATIVO

Facciamo l’esempio classico della costipazione. Tu prendi il lassativo, cioè una sostanza che irrita l’intestino e lo costringe a difendersi espellendo il materiale irritante e tutto il resto. A quel punto hai guadagnato un movimento intestinale e vai finalmente di corpo, raggiungendo apparentemente il tuo obiettivo. Come puoi dire che la costipazione è stata curata o guarita se la causa della medesima non è stata ancora identificata e rimossa? È stato davvero opportuno forzare l’intestino a muoversi in quel modo invasivo, o sarebbe invece stato meglio attendere un paio di giorni ancora in attesa che l’intestino si liberasse in modo naturale?

RISULTATI FINALI ABERRANTI

Prendendo il lassativo hai aumentato drammaticamente la domanda di azione. Ma la spesa energetica richiesta per smuovere l’intestino stitico, contro il naturale istinto del corpo a decidere sui tempi naturali e prolungati di espulsione, ti ha indebolito. Risultato finale di queste scorciatoie terapeutiche? La stitichezza aumenterà e ti richiederà ulteriori cure purgative che ti porteranno a una dipendenza dai lassativi. La tua costipazione diventerà cronica ed incurabile.

VIETATO SOPPIANTARE I NOSTRI INNATI PROCESSI GUARITIVI

Quando noi, da corretti igienisti, neghiamo l’esistenza di cure, non neghiamo l’esistenza e gli effetti dei farmaci, delle medicine, dei sieri, dei vaccini e degli altri trattamenti, ma enfatizziamo semplicemente sul fatto che tutte queste cure non devono usurpare gli innati processi guaritivi dell’organismo.

UN UBRIACO NON DIVENTA SOBRIO BEVENDO DEL CAFFÈ

La guarigione è un processo biologico. Se una persona malata guarisce, lo fa grazie ai processi guaritivi, logici ed ordinati del corpo. Un ubriaco non diventa sobrio bevendo del caffè, come capita spesso di sentire. Diventa sobrio sempre e solo staccandosi dall’uso di alcol. Il ripristino della normalità e della salute fanno parte della costante tendenza del corpo al riequilibrio. Tutto quello che il corpo chiede è che venga rimosso il fattore causante.

LA NATURA DELLA MALATTIA È TALE DA RENDERE OGNI CURA FUORI LUOGO

Curare la malattia è alla fin dei conti una perniciosa superstizione. Una scaramanzia non solo insidiosa ma anche assurda ed impossibile. La natura della malattia è difensiva, rimediale, eliminativa ed adattiva. La malattia rappresenta cioè un tentativo del corpo di restaurare la normalità quando tale normalità è stata disturbata da qualche causa. Se uno inghiotte inavvertitamente un veleno e si verifica una crisi di vomito, è chiaro che quel vomito rappresenta un processo difensivo ed eliminativo. Un eventuale stop al sintomo in questione potrebbe diventare fatale.

LA MALATTIA È GIÀ DI PER SÉ UN PROCESSO DI CURA

La malattia non è un qualcosa che deve essere curato o che può essere curato. Se la cura significa sentirsi bene o recuperare salute, allora la malattia è il processo di cura. L’errore dei vari sistemi terapeutici non sta nei metodi da essi impiegati nella cura della malattia stessa. L’errore sta piuttosto nel cercare di curare la malattia-sintomo a tutti i costi.

ALIMENTI NATURALI E PROTEINE LIMITATE PER FAVORIRE LA NOSTRA SALUTE

Cerchiamo dunque di ricorrere agli alimenti fondamentali per la nostra salute. Dopo l’acqua vengono le proteine, che sono il più delle volte prodotte dal corpo stesso e che servono per costruire  capelli, muscoli, unghie, tendini e legamenti. Le proteine operano anche come enzimi, ormoni e componenti cellulari. Fino a qualche fa, grazie ai dati svianti della FDA, si raccomandavano 75, 100, 150, 200 e persino 300 grammi/giorno. Oggi, grazie a più accurate misurazioni scientifiche, si è calcolato che 24 grammi/giorno sono la quota ideale e corretta. Chi va oltre finisce per sfondare il tetto proteico finendo in zona acidosi.  Chi lo fa usando preferibilmente proteine animali, aumenta il rischio di sviluppare malattie croniche degenerative come l’osteoporosi e i calcoli renali. La collosa caseina dei latticini non è soltanto difficile da digerire, ma produce calcoli biliari. Queste cose sono note all’igiene naturale non da 3 o da 30, ma da oltre 3000 anni.

PRIORITÀ AI CARBOIDRATI COMPLESSI

I carboidrati semplici vengono assorbiti come fonte rapida di energia. Gli zuccheri semplici e naturali presenti nella frutta e nella verdure crude hanno il vantaggio di essere bilanciati rispetto agli zuccheri raffinati e spogliati da tali preziose sostanze di contorno. I carboidrati complessi, contenuti in verdure, leguminose e cereali dovrebbero formare la base dell’alimentazione.

LA DIBATTUTA QUESTIONE DEGLI ACIDI GRASSI

I grassi, del resto, come riportato da Michael T. Murray su “Il potere curativo dei cibi”, comprendono molecole di straordinaria importanza per il funzionamento del nostro corpo come le vitamine liposolubili, i fosfolipidi, il colesterolo e suoi metaboliti ormonali. Le molecole con più doppi legami vengono chiamate acidi grassi poli-insaturi (Pufa). Tra queste ricordiamo l’EPA ed il DHA, entrambe appartenenti alla famiglia degli Omega-3 per la presenza di un doppio legame in posizione 3 rispetto alla terminazione omega. È pur vero che 1 grammo di grasso produce 9 Kcal, ma è altrettanto vero che una dieta bilanciata dovrebbe apportare un 20% di calorie attraverso i grassi. I grassi alimentari non sono tutti uguali, e per potere scegliere quelli più salutari occorre imparare a conoscerli. In particolare, dovremmo porre la nostra attenzione al grado di saturazione, che viene indicato anche nelle etichette degli alimenti. Gli Acidi grassi saturi dovrebbero apportare il 7-10% delle calorie totali. Gli Acidi grassi monoinsaturi il 15-20%, gli acidi grassi poli-insaturi il 4-7%, sempre mantenendo un rapporto Omega-6/Omega-3 intorno a 5:1.

IL ZONISMO DI BARRY SEARS VIENE SMENTITO NETTAMENTE DALLE MIGLIORI CLINICHE ANTIGRASSO

Tuttavia, queste posizioni sui grassi riflettono il zonismo di Barry Sears e rimangono altamente controverse. Vengono pure smentite dai fatti e dalle statistiche, visto che le migliori cliniche americane anti-grasso del dr Robert Pritikin a Santa Monica-California e Miami-Florida raccolgono strabilianti risultati mantenendo il totale di componenti grassi saturi e poli-insaturi a quote minime inferiorial 10% e tendenti allo zero. Barry Sears, secondo le sue ultime revisioni, sostiene che le calorie di ogni pasto devono provenire per il 40% da carboidrati a basso indice glicemico, tipo frutta e verdura, il 30% da proteine e il restante 30% da acidi grassi, preferibilmente vegetali ed insaturi.

UN CUCCHIAINO DI OLIO DI LINO AL GIORNO

Gli acidi grassi poli-insaturi, ed in particolare quelli appartenenti alla famiglia Omega 3, sono presenti nel pesce come sardine, aringhe, sgombro, salmone e tonno. È la parte grassa del pesce, quella più ricca di Omega-3 ittico, responsabile del caratteristico odor di pesce. Vegetariani e vegani possono trovare un precursore dell’EPA e del DHA nei semi e nell’olio di lino. Si tratta dell’acido alfa-linolenico, l’unico acido grasso essenziale di origine vegetale. Questa risorsa alimentare non dovrebbe mai mancare sulla nostra tavola. Basterebbe usare anche un solo cucchiaino da caffè al giorno di olio di lino per condire l’insalata e la nostra salute migliorerebbe.

L’ACIDO OLEICO OMEGA-9

Fondamentale è ridurre i grassi nei nostri menu, specie i grassi saturi di tipo animale che sono solidi a temperatura ambiente, mentre gli oli vegetali rimangono liquidi. L’acido oleico viene denominato Omega-9 perché il suo primo legame insaturo è collocato al nono atomo di carbonio a partire dalla terminazione Omega. L’acido linolenico è un olio Omega-3 perché il suo primo doppio legame è al terzo atomo di carbonio.

UN FRUTTO ECCEZIONALE E UN OLIO STREPITOSO

L’olio extravergine d’oliva rimane l’alimento naturale e sano per eccellenza. Oltre ad apportare ai cibi fragranza e sapore, è ricco di fattori che aiutano a vivere bene e a prevenire e curare diverse patologie, grazie alle sue proprietà immunostimolanti. Gode oggi di una grande rinascita e ci viene riproposto per le sue virtù salutari di elevata qualità ed efficacia. La scienza della nutrizione riconosce in esso la più equilibrata composizione di acidi grassi, saturi, monoinsaturi e polinsaturi, la più idonea fra gli oli vegetali ai fini nutrizionali e dietetici. Infatti l’olio d’oliva stimola l’assorbimento intestinale del calcio, favorendo l’accrescimento delle ossa lunghe e la mielinizzazione delle fibre nervose nel bambino, stimola la secrezione endocrina e esocrina del pancreas, è colagogo e coleretico, è il più digeribile fra tutti i grassi vegetali ed è il componente caratterizzante la vera dieta mediterranea dei tempi andati, ricca di vegetali, frutta, cereali, legumi e, volendo, qualche pesce azzurro.

BRAVI I FENICI E I GRECI, MA ANCOR PIÙ AMMIREVOLI I ROMANI, PRONTI A RIPRODURLO IN OGNI TERRENO CONQUISTATO

Già 8000 anni fa l’olivo veniva coltivato in Medio Oriente. I Fenici diffusero la sua cura in tutte le isole del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di olivo divennero sempre più numerose, ma furono i Romani a riprodurlo in ogni territorio conquistato. Fin dall’inizio, l’olivo ed i suoi frutti sono stati presenti nella storia degli uomini sia nei riti sacri che nella vita quotidiana. L’olio viene usato non solo per arricchire gli alimenti di preziose sostanze nutritivi e di sapori deliziosi, ma anche per la cura del corpo e della pelle. Nell’oliva non troviamo solo l’olio, presente in percentuali variabili tra il 13 ed il 22%, ma anche acqua ed altre sostanze. Dalla spremitura delle olive si ottiene pertanto una miscela di acqua e olio e, successivamente, attraverso un processo fisico di centrifugazione che sfrutta il diverso peso specifico dell’olio e dell’acqua, si ottiene questo prezioso alimento.

UNO DEI GRASSI PIÙ INDICATI PER L’ALIMENTAZIONE

L’olio extravergine di oliva è uno dei grassi più indicati per l’alimentazione non soltanto per il suo aroma e sapore, ma anche per l’insieme delle sue proprietà, tra le quali la sua composizione in acidi grassi monoinsaturi (soprattutto acido oleico) e una buona presenza di polinsaturi (linoleico al 10% circa, e linolenico), anche se alcuni oli di semi come quello di girasole e di lino risultano più ricchi in acido linoleico e acido linolenico, gli ormai famosi Omega-3 e Omega-6. Contiene inoltre vitamina E, sostanza con effetto antiossidante, e provitamina A, con effetto protettivo per la pelle, la vista, la fertilità, la funzione antinfettiva. Alla vitamina A viene oggi riconosciuto un ruolo fondamentale non solo per la crescita e lo sviluppo, ma soprattutto nella importantissima funzione immunitaria. Altre fonti di vitamina A sono le verdure a foglia verde scura tipo spinaci e cavolo verde, e le verdure giallo-arancio, tipo carote, patate dolci, zucche e meloni.

PERFETTO EQUILIBRIO TRA AGENTI PEROSSIDABILI E AGENTI ANTIOSSIDANTI

Il rapporto fra Omega-6 e Omega-3 è molto importante e, nell’olio extravergine di oliva, abbiamo un perfetto equilibrio fra gli agenti perossidabili e quelli antiossidanti, vale a dire che non possiamo ingerire gli antiossidanti a caso, ma dobbiamo assumere quelli che ci servono. L’olio extravergine d’oliva ha una funzione tampone in quanto cede gli antiossidanti necessari.

PRINCIPALI EFFETTI BENEFICI DELL’OLIO EXTRAVERGINE

Gli antiossidanti contenuti nell’olio sono rappresentati dai tocoferoli, dai composti fenolici o polifenoli, dai carotenoidi e dallo squalene. Essi svolgono un’importante azione biologica, perché 1) Intervengono come antiossidanti diretti, 2) Potenziano il retinolo e il betacarotene, 3) Proteggono l’alfa-tocoferolo, 4) Legano ioni metallici catalizzanti la formazione di radicali liberi, 5) Abbassano i livelli di colesterolo, 6) Rallentano la crescita tumorale, 7) Potenziano l’immunogenesi, 8) Svolgono attività antinfiammatoria, 9) Inibiscono alcuni cancerogeni chimici, 10) Limitano l’aggregazione piastrinica, 11) Tengono a freno l’ossidazione LDL, 12) Hanno importanti funzioni nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, 13) Sono determinanti nell’azione antineoplastica e nel ritardo dell’invecchiamento cellulare, 14) I polifenoli esercitano un’azione preventiva sui tumori della mammella, 15) Il beta sitosterolo agisce sulle neoplasie di stomaco, colon e prostata, 16) Lo squalene agisce su cute, colon e mammella.

FORTE DIMINUZIONE DELLE PATOLOGIE CARDIACHE

L’olio extravergine d’oliva esplica le sue azioni più importanti sulle patologie cardiovascolari e, come abbiamo già visto, l’alimentazione in cui l’olio d’oliva è ampiamente usato favorisce una diminuzione di oltre il 60% delle morti per infarto. La maggior parte della patogenesi vascolare va attribuita all’occlusione vasale, determinata dalle LDL ossidate, che si depositano sulle pareti delle arterie. L’acido oleico riduce le LDL totali, inoltre riduce l’adesione dei monociti alla parete vascolare, impedisce la formazione della placca ateromatosa e aumenta le HDL (high density lipoproteins). Gli agenti antiossidanti idrossitirisolo e oleoeuropeina inibiscono la perossidazione delle LDL ed agiscono come antiaggreganti piastrinici.

LA VITAMINA E E IL GRUPPO VITAMINICO B, MA IN VERSIONE RIGOROSAMENTE NATURALE

La vitamina E, o alfatocoferolo, agisce come antiossidante e protegge le membrane cellulari dai danni ossidativi. Esercita dunque effetti protettivi nei riguardi di molte patologie, incluso cardiopatie e cancro, i due maggiori killer mondiali. Oltre che nelle olive, la troviamo nei semini, nella frutta da guscio, nei cereali e nei frutti di bosco. Il gruppo vitaminico B è fondamentale per la salute e viene messo in pericolo da farmaci, da alcol, da bevande nervine, da cole, da zuccheri raffinati. Le vitamine del gruppo B si trovano nei cereali integrali, nelle leguminose, nei semini, nelle banane, nei cavolini di Bruxelles, nei cavolfiori, nelle patate e nelle patate dolci. L’acido folico o vitamina B9 è ampiamente presente negli alimenti vegetali, che non vengono evidentemente preferiti con frequenza nella versione cruda. La mancanza di B9 è infatti la più comune delle deficienze vitaminiche a livello mondiale.

LA VITAMINA C, SEMPRE DALLE VERDURE CRUDE

La vitamina C, o acido ascorbico, è vitale per la produzione di collagene e per funzionalità immunitaria. Basilare anche per la produzione di ormoni e neurotrasmettitori, oltre che per il suo ruolo di antiossidante alimentare. L’alta concentrazione di vitamina C nei leucociti e nei linfociti diminuisce rapidamente durante le infezioni e le infiammazioni. La vitamina C aumenta i livelli di interferone e ha in sé effetti biochimici assai simili all’interferone, composto organico naturale anticancro ed antivirale, cioè ripulitivo ed escretorio nei riguardi dei detriti cellulari chiamati virus endogeni. Broccoli, peperoni, patate, cavolini di Bruxelles, agrumi, guava, sono ottime fonti di acido ascorbico.

I MINERALI MAGGIORI E DI TRACCIA, MA IN FORMA RIGOROSAMENTE ORGANICATA

Minerali maggiori e minerali di traccia come calcio, fosforo, ferro, magnesio, potassio, sodio, cloro, zolfo, cromo, rame, manganese, boro, selenio, iodio, molibdeno, silicio, zinco e vanadio, hanno tutti la loro fondamentale importanza purché in quantità equilibrate e in forma organicata ed assimilabile. In pratica devono provenire, ancora una volta, direttamente dalle piante ricche di clorofilla ed in primis dalle verdure crude, pena il ritorno alla forma inorganica di quando se ne stavano inutilizzati nel sottosuolo. Le loro carenze non si risolvono affatto mediante integrazioni.

ELEMENTI NON NUTRITIVI IN SENSO STRETTO MA ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILI

Esiste poi una gamma di elementi non nutritivi, ma ugualmente indispensabili, tipo 1) Le fibre naturali, solubili ed insolubili, migliorative della funzionalità intestinale e della flora batterica, nonché aumentatrici di peso e volume fecale, e trattenitrici di preziosa acqua diluente, 2) Le mucillagini, riduttrici del colesterolo LDL, dell’insulina e del glucosio, e diminutrici del senso di fame, 3) La pectina, imprigionatrice e riduttrice di colesterolo LDL, 4) I lignani con proprietà anticancerogena, antibiotica ed antivirale,  5) Gli enzimi digestivi sintetasi e idrolasi, nonché la bromelina dell’ananas, con effetti benefici su digestione, infiammazioni, edemi, aggregazioni piastriniche, inibizione falso appetito, guarigione ferite, 6) Pigmenti e carotenoidi, il cui alto consumo abbassa fortemente la tumorosità corporale, per cui si raccomanda di assumere foglie verdi (cavolo, bietole, spinaci) e di bere molti succhi ricchi di carotenoidi arancione (albicocche, melone, carote, patate dolci, topinambur, zucche, papaie), 7) Flavonoidi, tipo quercetina ed antocianine, a protezione dai radicali liberi e dallo stress ossidativo, 8) Clorofilla, spazzino verde della natura,  9) Carnitina, 10) Colina, 11) Coenzima Q10, 12) Inositolo, 13) Glutatione, 14) Resveratrolo.

L’ESEMPIO CLASSICO DEL MAGNIFICO TARASSACO

Tutti elementi che troviamo abbondanti nella natura, a patto di crederci e di cercarli in modo sistematico e coerente. Voglio solo ricordare ancora una volta quella straordinaria verdura che si chiama tarassaco o dente di leone. Taraxacum viene dal greco taraxos, che sta per disturbo e da akos che sta per rimedio. Tarassaco dunque significa verdura che in tutte le sue forme aiuta a guarire da molti disturbi, confermando che il miglior medico rimane sempre la natura.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. arvo

    Circa l'olio di oliva, occhio alle frodi, ma anche alle fregature legali del mercato. Esistono sostanze che se addizionate, permettono di mescolare l'olio di oliva con quello di semi e poi spacciarlo per ciò che si vuole. Per fare il bel colore verde si usa la clorofilla e per gli aromi si ricorre alla chimica. Con la glicerina si crea poi quel bel torbido che fa sembrare l'olio non filtrato. Il semplice olio extravergine è spesso tale solo in percentuali limitate; il resto è di sansa. Ciò spiega, qualche volta, la differenza di prezzi tra oli definiti extravergini. Senza contare che spesso si allunga l'olio di qualità con oli inferiori, magari importati dall'estero. In Spagna e Grecia si usa spesso stoccare più a lungo le olive e ne risulta un olio di minor qualità….anche se di prima spremitura e da procedimenti esclusivamente meccanici.
    [ scusate l'off topic ma …a proposito di meccanici….quand'è che devo fare il cambio d'olio?….]

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