LETTERA
Buongiorno, da un po’ di tempo sto praticando digiuni a cadenza mensile, della durata di 2/3 giorni. Vorrei iniziare a prolungare la durata dei digiuni o comunque migliorarne la qualità in modo da beneficiarne il più possibile. Mi piacerebbe capire se lei potrebbe darmi una mano in questo percorso che voglio fare ed in che modo. Grazie,
Nicolò
RISPOSTA
Buongiorno Nicolò, ho risposto a una domanda simile in questa tesina.
Saluti,
vv
LETTERA 2
Grazie per il link, è interessante il suo punto di vista sui digiuni. Per quella che è stata la mia esperienza finora, la difficoltà più grande ce l’ho avuta nel tranquillizzare le persone che mi sono più vicine perché sono sempre preoccupate che possa accadermi qualcosa mentre digiuno. Io sono sempre stato sereno a riguardo dei digiuni ma ho sempre manifestato spossatezza, alito pesante, i classici sintomi della chetosi; quindi, le persone vicino a me notano sempre questi stati che mi fanno apparire fragile e stanco. Per caso ha affrontato situazioni simili o ha qualche consiglio da darmi?
Per quanto riguarda la spossatezza, temperatura bassa delle estremità del corpo, alito pesante, sono sintomi che facendo digiuni si riducono sempre di più? Oppure semplicemente spariscono dopo qualche giorno di digiuno? Io al momento non sono mai andato oltre i tre giorni e non mi è mai capitato di vederli sparire. Grazie. Nicolò
RISPOSTA
VITA SIGNIFICA ENERGIA
L’energizzazione del corpo fa parte delle esigenze fondamentali di un corpo che respira, traspira, che si muove, che pensa e che pertanto consuma. Energia, idratazione, depurazione. La salute gira intorno a queste esigenze.
RESTRIZIONE CALORICA E CHETOSI
Ogni volta che si supera un certo livello di restrizione calorica, tagliando essenzialmente la disponibilità di glucosio, si fa scattare il meccanismo logico di emergenza che implica una serie di conseguenze o sintomi come la spossatezza, l’abbassamento del pH, l’abbassamento della temperatura corporale soprattutto nelle aree periferiche del corpo. Accade anche nei digiuni prolungati, dove il corpo va a utilizzare il proprio grasso per trovare le necessarie energie. Tale processo vene denominato infatti chetosi.
DIGIUNARE SIGNIFICA STACCARE LA SPINA
Se poi chi fa il digiuno pretende pure di farlo senza rinunciare alle attività di movimento e di pensiero, vale a dire impegnandosi nello studio o nel lavoro o nell’esercizio fisico, non fa che incrementare i sintomi in questione e nel contempo non ottiene nemmeno i vantaggi eliminativi che chiedeva al digiuno stesso.
PRECISE ESIGENZE DEL DIGIUNO CONDOTTO A REGOLA D’ARTE
Se uno vuole impostare un digiuno serio, deve prevedere di farlo in condizioni di riposo e relax, di silenzio, di risparmio energetico ed emozionale. Accelerare la depurazione ottenendo dei risultati concreti richiede di rispettare tali regole base. Importante curare sia la preparazione al digiuno che l’uscita dal digiuno. Occorre poi dare senso alla scelta digiunista evitando di avvelenarsi di nuovo.
MEGLIO CONCENTRARSI NEL VIVERE BENE SENZA BISOGNO DI DIGIUNARE
Troppa gente vive male, si autoavvelena in continuazione e pretende di usare il digiuno come un rimedio di routine. Personalmente continuo a vedere il digiuno come una pratica di emergenza, necessaria quando si è accumulato un eccesso di materiale tossico nell’organismo, e quando non si è in grado di portare avanti uno stile di nutrizione appropriato e stabile, assumendo le quantità indispensabili di micronutrienti, di fibre vegetali e di acqua biologica, e seguendo una regolarità nei cicli circadiani.
OGNI NOTTE IN OGNI CASO IL CORPO IMPONE IL SUO DIGIUNO A SE STESSO
Un sistema digerente efficace e un corpo pulito garantiscono inoltre che il digiuno notturno di un paio di ore nella parte terminale del ciclo notturno (che va dalle 20 alle 4 del mattino) sia sufficiente, rendendo praticamente superfluo ricorrere a ulteriore forme di digiuno.
Valdo Vaccaro
Sì… sono d’accordo!