LETTERA
COME LA METTIAMO CON LE CARENZE?
Ciao Valdo, ti ringrazio ancora per i tuoi consigli. Visto che mi sto avvicinando ora a questo tipo di alimentazione, mi sono imbattuto in alcune ricerche e in alcuni video in cui si parla di carenze di vitamina B12 e di carenze di ferro. Che ne pensi? Saluti. Antonio
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RISPOSTA
I VEGANI CHE SI INTEGRANO CON LA B12 È MEGLIO CHE MANGINO BISTECCHE. QUI DO RAGIONE AL PROFESSOR CALABRESE.
Ciao Antonio, paradossalmente, la dr Roberta Bartocci, pur essendo una donna intelligente e preparata, pur essendo vegana provetta da 8 anni e madre di un bambino piccolo, pur potendo contare su un ottimo aspetto fisico trasudante salute, pur essendo militante della Lega Antivivisezione LAV, non aveva i numeri per sostenere un dibattito televisivo con Giorgio Calabrese. Non è che Calabrese sia un mostro di scienza indipendente e trasparente, ma un mostro di abilità, e di dialettica televisiva, questo certamente sì. Una non può perorare la causa vegana e prendersi delle integrazioni B12, a meno che non voglia darsi la zappa sui piedi.
CERCHIAMO DI ESSERE PIÙ COERENTI
Sono tutti così i vegani d’Italia? Sono tutti dei cacasotto spaventati da una carenza inventata ad arte dai macellai della FDA e ribadita ad ogni piè sospinto dai furbastri del Parmacotto e del Sandaniele, del grana e dello stracchino? E allora è meglio che sfoglino qualche libro in più, rinunciando allo schermo televisivo, risparmiando al movimento naturalistico e veganiano figuracce indecorose che esso non si merita.
ANDIAMO IN TELEVISIONE A FARE DA SPALLA AL FILOMACELLAIO NUMERO UNO D’ITALIA?
I baffi di Calabrese non riuscivano a stare fermi, tanto si divertiva. Sembrava un leone affamato a cui veniva insperabilmente servita, su un piatto d’argento, una vittima nuda, tenera e indifesa da addentare a piacere. Che andiamo a fare in televisione? Andiamo a fare da spalla al filo macellaio numero uno d’Italia? A colui che, bontà sua, ha lanciato nel 2008 dagli schermi di Uno Mattina la teoria Calabrese, proponendo 90 grammi al giorno di proteine nobili per gli infanti e 180 per gli adulti, quote ideali per mandare la gente direttamente nei reparti oncologici e cardiologici degli ospedali?
LA ROBERTA È STATA UN’AUTENTICA FRANA
Non intendo demonizzare la Roberta, né mancarle di rispetto. Ha fatto sicuramente del suo meglio. Ma fare del proprio meglio in una trasmissione televisiva non basta. Non si possono fare figure meschine di fronte a milioni di telespettatori, offrendosi in pasto a quel falco arrogante che è il dr Calabrese, smaliziato e gigionesco, pronto a cogliere la minima contraddizione e il minimo appiglio nello spaesato avversario, poco abituato al palco televisivo.
PER CALABRESE TUTTO RUOTA INTORNO ALLA BIDODICI
Ovvio che la Roberta non poteva mentire. Ma era poi così difficile prevedere che Calabrese l’avrebbe inchiodata sempre in quel punto? Calabrese vive di B12, si nutre di essa, se la annusa e va in solluchero, se la stringe al petto, vi si rotola contro, la carezza e la stupra, vive di lei, con lei e per lei. Se non esistesse la B12, c’è da chiedersi quale sarebbe mai la sua esistenza. Un tormento e una sofferenza senza fine.
UN VEGANISMO IMPERFETTO E BISOGNOSO DI STAMPELLA INTEGRATIVA ANIMALE
La Roberta insomma ha portato tanto buon fieno alla precaria mangiatoia carnelattistica, confessando la sua incongruenza e il suo difetto di fabbrica, il suo veganismo imperfetto e bisognoso ahimè di integrazione animale. Il professor Calabrese non ha nemmeno dovuto approfittarne troppo, non ha avuto nemmeno bisogno di affondare i suoi colpi. La Roberta è franata da sola sul punto-chiave. Una specie di karakiri previsto e preannunciato. Chiaramente il professor Calabrese ha potuto lavorare in difesa, sciorinando il suo solito poker inclusivo di B12, ferro-eme, calcio e vitamina D, trovando persino il tempo per divagare sulla supposta difficoltà di crescita dei bambini vegani.
UN COSTO SOCIALE ALTISSIMO ED INSOSTENIBILE DELLA CARNE
La trasmissione parte con alcune premesse appropriate e promettenti. Per produrre un singolo kg di carne servono dai 7 ai 16 kg di soia o di legumi, dai 15 ai 20 mila litri d’acqua, e almeno 325 metri quadri di pascolo. Il costo sociale della carne è dunque altissimo. Per non dire dell’impatto sull’ambiente, visto che la carne è responsabile del 18% dell’inquinamento globale del pianeta. Ma come la telecamera si sposta su Giorgio Calabrese, le cose prendono decisamente una piega differente.
LE PREOCCUPAZIONI SALUTISTICHE DEL PROFESSORE COI BAFFI
“Ho un grande rispetto per le motivazioni etiche e religiose”, esordisce il nutrizionista. “Ma, come medico (cioè come Dio in terra) non posso condividere e mi devo preoccupare della salute umana”. Una autentica presa per i fondelli. Il giorno in cui, non solo lui, ma i tanti tipi come lui che già scalpitano per sostituirlo, spariranno dagli schermi televisivi, la salute dell’umanità farà un grande balzo in avanti.
LE STRATOSFERICHE BALLE TELEVISIVE
Quando mai ha avuto a cuore la salute della gente il dr Calabrese? Un eccellente fiuto per la carriera televisiva e per i vantaggi ricavabili dall’Agroalimentare Italiano e dagli incarichi a livello di Comunità Europea, questo sì. Ma la salute la lasci per favore al primo che passa per strada, che ne sa sicuramente più di lui. Per ora continuiamo a ingoiare il suo brodo di gallina, le sue trippe e il suo ossobuco. Analizziamo una per una le stratosferiche balle televisive del dr Calabrese.
IL MITO DELLA B12 E DEI VEGANI CARENTI
La B12 manderebbe in carenza tutti i vegani, costringendoli immancabilmente a delle integrazioni. Che cacchio ne sa Calabrese della B12, se non quello che ha imparato a memoria sui bugiardini della Pfizer? Di 30 mila vitamine esistenti ne conosciamo sì e no 50, e l’umanità dovrebbe preoccuparsi di una singola vitamina del gruppo B il cui fabbisogno giornaliero è di 1-5 miserabili microgrammi al giorno? Preoccuparsi di una vitamina del gruppo B eletta a vitamina fondamentale per scopi politici ben precisi?
PRESENZA IRRISORIA PER FABBISOGNO UMANO IRRISORIO
Il carnelattismo ha l’abitudine di rifugiarsi nell’estremamente piccolo, dove è facile tessere fantasie e imbrogliare le carte. Lo fa da sempre coi batteri e coi virus, con gli allergeni e persino con le vitamine. Perché mai la B12? Perché si trova nelle feci e nel sangue degli animali soprattutto. Ma anche perché è una vitamina sfuggente e imponderabile, la più difficile da rintracciare tra quelle conosciute. Più odoraccio che sostanza vera e propria. In realtà la B12 si trova in quantitativi irrisori anche nelle piante. Dove stanno le altre vitamine del gruppo B, ci sta immancabilmente a livello di traccia anche la B12. In quantitativi irrisori perché è la natura che ha stabilito così, e anche perché ogni eccesso comporta gravissimi danni. La B12, non dimentichiamolo, è tra i fattori responsabili del sangue denso e rallentato che crea pigrizia linfatica e circolatoria.
LA TOTALE INAFFIDABILITÀ DELLA FDA AMERICANA E DEI MINISTERI CHE SI RIFANNO AD ESSA
Il range corretto della B12 è in ogni caso quello originale stabilito originariamente dalla WHO, con un minimo di 80 ng/mL, manipolato poi dalla FDA negli anni ’70, quando lanciò le sue demenziali quote proteiche da 300 grammi/giorno, corrette poi via-via a 250, 200, 180, 150, 100 e, oggi, 75 grammi/giorno, in grave contrasto con la American Natural Hygiene Society (11 grammi/giorno per gli infanti, 20 grammi/giorno per gli adulti), e con le stesse maggiori autorità mediche come la OMS (30 grammi/giorno, visto che oltre tale quota il corpo umano va in grave stato di acidificazione). La FDA fissò in tali circostanze le quote B12 tra i 157 e i 1059 ng/mL.
L’ARTE DEL BENESSERE STA NEL VIVERE CON LA B12 AI LIVELLI MINIMI DELLA SCALA
Ma a Calabrese, e ai suoi supporter delle stalle e dei macelli, conviene abbeverarsi alle fonti FDA, dove si blatera pure sulla vitamina C, fissandola a 40 milligrammi/giorno, mentre da Cambridge2000 in poi tutti convengono su 300-600 mg. La B12 è chiaramente incompatibile e anti-sinergica con la vitamina C. La B12 non va poi immaginata o idealizzata nei valori intermedi tra il minimo e il massimo come si usa fare con le altre sostanze. La vasta gamma che va da 80 a oltre 1000 è solo un dato statistico delle varie situazioni patologiche che la gente evidenzia a seconda dei propri comportamenti alimentari. L’ideale per la B12 è quello di stare sui livelli minimi, quelli che garantiscono sangue fluido e metabolismo rapido (quel sangue fluido che i medici inseguono ricorrendo all’eparina di maiale della Pfizer, ottenuta pressando budella di maiale, con 30 mila maiali da abbattere per ottenere 1 kg di eparina in polvere).
LE INTERCONNESSIONI TRA B6, B9 E B12
I vegani viaggiano normalmente e al meglio suo 100 ng/mL e stanno benissimo. Chi scrive è stato vegetariano tendente-vegano per 25 anni, ed è passato al veganismo tendenzialmente crudista negli ultimi 35 anni, senza avere mai alcun problema ed alcuna carenza, senza mai ricorrere in vita sua ad alcuna integrazione e ad alcun farmaco. Da aggiungere inoltre che la B12 non lavora isolata, ma in stretta interconnessione con la B6 (piridossina) e la B9 (folati).
LA NATURA È GENEROSA E PERFETTA, NON SI CONCEDE TIRCHIERIE E NEMMENO DISTRAZIONI
Chi ha la fortuna di vivere con la B12 ai livelli minimi, non ha soltanto una eccezionale energia biochimica e mentale, ma è anche sorretto da una sovrabbondante B9 (acido folico). Nel caso mio la B9 sta costantemente sui 23,7 ng/mL (contro il range FDA che sta tra i 3,0 e i 16,1 ng/mL). Anche qui la natura dimostra di non essersi distratta e di non avere delle lacune, dimostra la sua strabiliante generosità, la sua magnifica saggezza.
L’OBSOLETA FAVOLA DEL FERRO-EME
Il ferro-eme, che il professor Calabrese tiene in tasca come oggetto da scasso anti-vegano, è un’altra delle sue solite bufale. È stato dimostrato più volte come non sia la presenza intensa di ferro quella di cui il corpo umano ha bisogno, ma la presenza minima ed assimilabile, quella che conta davvero. Del resto, i tentativi medievali di guarire gli anemici, portandoli direttamente in macello, non portarono mai a niente di risolutivo. Si assisteva a veri e propri travasi di sangue caldo e fiottante, preso dagli squarci degli animali in agonia. Il viso degli anemici diventava paonazzo per un paio di giorni e poi tornava più bianco di prima, precipitandoli in gravi forme depressive. Le statistiche dimostrano comunque che non esistono carenze di alcun tipo tra i vegani crudisti. Posso dimostrare diversi casi di mie lettrici che hanno portato la ferritina su valori ottimali con la dieta igienista.
ARNESI DA SCASSO ALQUANTO SPUNTATI
Non si capisce poi perché il dr Calabrese parli di calcio e di vitamina D come ennesimi arnesi da scasso. Forse perché non gli è più concesso di parlare di proteine nobili e snobilitate? Fatto sta che i vegani amano il sole e non hanno bisogno neppure qui di integratori. Da rilevare che le ultime ricerche in fatto di vitamina D hanno dimostrato che, a parte quella del sole e quella dei cavoli crudi, ce ne serve ben poca, mentre ogni integrazione fa malissimo.
I BAMBINI NON VANNO FORZATI A CRESCERE, HANNO I LORO TEMPI DI PARTENZA VERSO L’ALTO
Rispondo infine alla questione dei bambini vegani che crescerebbero, a suo dire, con delle difficoltà. Sbaglio o si è messo a scimmiottare le incongruenze dei pediatri tutto cordicella metrica e bilancino? Di figli ne ho due. Le foto di gruppo nelle varie classi dimostrano come entrambi fossero i più piccoli delle rispettive classi alle elementari. Oggi uno mi supera in altezza e il secondo ne segue le orme. La pediatria ha evidentemente preso molto dalla veterinaria. Si vogliono fare crescere in fretta i bambini, scordandosi forse che non sono destinati, per nostra e loro fortuna, all’ingrassamento e alla macellazione. Anche qui ci si imbroglia con le parole, caro dr Calabrese. Lei ha confuso semplicemente crescita posticipata con crescita difficoltosa.
Valdo Vaccaro
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