IL TRUCCO FEMMINILE, IL RIMMEL, LA CIPRIA E IL FONDO TINTA
Il trucco, il make-up, il rossetto, i profumi, la lacca per le unghie, le ciglia finte, il maquillage insomma, sono tutti stratagemmi ed accessori femminili per esaltare la propria bellezza ed ammaliarci, ovvero far perdere la testa a noi uomini, che รจ poi il verbo tipico e preferito del gentil sesso. Non รจ che a noi tutto questo serva davvero e serva sempre. ร da cinquantโanni che cerco di prenderla alla leggera e di far finta di niente, ma quando intravedo un rigonfiamento allโaltezza del petto, o una generosa scollatura frontale, o una curvetta malandrina, il sangue continua ad andarmi in ebollizione, rimmel o non rimmel.
Forse sono un poโ come lโamico Edoardo il quale, dopo averne fatte otto (almeno cosรฌ lui giura), con una addetta alla promozione pubblicitaria del caffรจ di un supermercato di Singapore, si fece accompagnare dal sessuologo per chiedegli se era o non era normale, o se serviva magari un ricovero in osservazione. Il medico cinese che, a totale corto di italiano, aveva capito male e gli stava seriamente prescrivendo, penna in mano, del Viagra per farne otto, quando si rese conto del qui-pro-quo lo cacciรฒ in malo modo dal suo studio, e gli tirรฒ pure dietro due scatolette-campione con le pillole magiche. Forse dovrei anchโio optare per una visita di controllo.
LโEVOLUZIONE VERSO IL FETICISMO BIOCHIMICO
Tornando alla cipria, oggigiorno persino i maschi tendono a mettere da parte la loro cresta e le loro caratteristiche tradizionali, pescando ampiamente dallโarmamentario muliebre aggeggi e profumi, materiali e aromi, movenze e atteggiamenti. Siamo tutti cosรฌ abituati alle colorazioni, alle mascherazioni, alle adulterazioni, che attribuiamo persino un valore intrinseco e feticistico alle medesime, staccate dal soggetto umano a cui esse servono.
Lโamico citato che, nei tempi andati e forse chissร anche oggi, non riusciva a masturbarsi in perfetta solitudine se non si era prima infilato un profilattico, tiene sempre sul comodino un necessaire femminile a base di creme e rossetti di varie gradazioni. Non li adopera per sรฉ, mica รจ una femminella, ma li annusa religiosamente e li lecca eccitato prima di addormentarsi. Gli conciliano il sonno e gli promettono delle fantasticherie erotiche inenarrabili con le consorti e le fidanzate dei vicini e dei compaesani. Con la moglie no, con quella non scherza. Per vincerne i favori, รจ costretto di volta in volta a presentargli le sue credenziali, ovvero un biglietto da cento durante la settimana, o due nei weekend e nei periodi pasquali-natalizi. La sfrenata pruderie che provava per le mutandine, le calzemaglie e i reggiseni delle donne, si รจ trasformata dagli aspetti funzionali e terra-terra di un tempo, ed ha assunto aspetti piรน tecnici, piรน biochimici, piรน sofisticati ed immaginativi. Insomma un notevole passo avanti nella evoluzione del suo spiccato ed elaborato senso dellโerotismo.
LO CHARME IRRESISTIBILE DELLA GRAZIA NATURALE FEMMINILE E DEL FRUTTO PENDENTE DAL RAMO
In realtร cโรจ un limite a tutto. Lโuomo accorto ed esperto in bellezza femminile vร al di lร delle apparenze di superficie, e sa che alla fine la bellezza che conta, la bellezza vera, รจ quella che si rivela al naturale, quella allโacqua e sapone. Anche perchรฉ, piรน una donna ha bisogno di truccarsi pesantemente, e piรน ha delle cose da nascondere.
Passando dalla bellezza femminile ai cibi, esistono molti lati in comune tra le due cose. I cibi sani e naturali possono essere infatti paragonati a delle belle e leggiadre donne nel momento massimo del loro splendore, dotate di personale e grata fragranza, di profumi che nessuna colonia รจ in grado di eguagliare, di una forza elettromagnetica che ti conquista e ti avviluppa, di una pelle liscia che ti scalda e ti scotta quando hai freddo, e ti stempera quando sei accaldato. E se lo splendore si รจ perso un poโ per strada, la donna rimane interessante, e spesso acquisisce del valore aggiunto, proprio come fa la frutta secca, la cui scarsitร di fluidi e di freschezza รจ ampiamente compensata da ricchezza interiore e dalla condensazione gustativa e dal fascino della stagionatura. In altre parole, i cibi naturali, veri e genuini come la frutta fresca e secca, non hanno bisogno di alcun trucco e di alcuna correzione per essere appetibili e rivelare le loro intrinseche ed originali qualitร .
LA PERSONALITร, LโAMICIZIA, LA PERFEZIONE DEL FRUTTO
Hanno la loro personalitร , il loro aroma, il loro colore, il loro profumo personale, la loro acqua biologica che disseta, nutre e ripulisce integralmente senza lasciare carenze o strascichi. Sono infatti dotati della magica linfa vitale che ha portato lโintera gamma di micronutrienti idrici, zuccherini, proteici, minerali, enzimatici, vitaminici, ormonali, in modo bilanciato, misurato, equiilibrato, dalla struttura di base (cespuglio, albero, pianta) al punto finale di concentrazione, che si chiama appunto frutto, cioรจ risultato finale, ovvero sintesi finale di quella specie.
Prendi in mano delle ciliegie e capisci esattamente quello che intendo. Prendi in mano dei cachi, delle pesche, delle mele, dei melograni, delle noci di cocco e dei manghi, e ti rendi conto di essere a contatto con degli amici di sempre che non ti tradiscono e non ti deludono. Ti rendi conto di possedere il massima della natura, espresso in forme differenziate eppure sempre magnifiche e perfette. Il frutto dunque come regalo divino, disegnato e confezionato dalla natura a misura di una macchina umana.preordinata esattamente per esso. Disegnata e concepita per quel magnifico carburante naturale, che risulta essere privo di scorie, di batteri e di virus, privo di effetti collaterali negativi.
LโINTERVENTO MODIFICATIVO E DISTRUTTIVO DEL CUOCO
Ma ecco che arrivano i cuochi, i truccatori del cibo, i trasformatori, quelli che pretendono sempre e comunque di cambiare la natura a proprio piacimento, di alterarla, per offrire qualcosa di diverso e sofisticato. Un caco, una mela, unโarancia, un frutto da solo, sono per essi una banalitร , qualcosa di imperfetto e stonato, di stupidamente naturale e naive. Cercano dunque di associargli qualche altro prodotto, cercano di cambiargli forma e sostanza, cercano di aggiungere sali, zuccheri, pepe, spezie, alcol, e di sottoporre il tutto al processo distruttivo della cottura.
Usano poi il cibo naturale, frutta o verdura che sia, come accessorio e come vestito esterno, come ingentilimento esotico a qualcosa di brutto e orribile, di funereo e cimiteriale, qualรจ รจ il materiale (chiamato paradossalmente cibo) proveniente dalla cella obitoriale-frigorifera o dal macello. Camuffare la morte, il sapore e il truce aspetto della salma, con i colori e i sapori della vita, questa in sintesi la professione del cuoco.
Piรน uno chef รจ rinomato e famoso, piรน spavalde, arroganti, avventurose e blasfeme saranno le sue proposte e le sue modificazioni, le sue macchinazioni infernali sul cibo, elaborate in costante contraddizione con le esigenze salutistiche di chi dovrร consumare le sue taroccate opere dโarte culinaria. Caratteristica peculiare e imprescindibile del cuoco รจ quella di tenere in totale dispregio le esigenze digestive-assimilative del suo cliente.
VUOI PERDERE DEL TUTTO LโAPPETITO? ENTRA IN UNA CUCINA
Se esiste al mondo un posto in cui uno vuole davvero perdere lโappetito, la sana voglia di nutrirsi al meglio, lโamore per il cibo, esso esiste davvero, e si chiama cucina. Spesso, piรน elegante e raffinato รจ il ristorante e piรน cose inenarrabili vi accadono, con frigoriferi carichi di cadaverini di mare che intridono del loro fetore ogni cosa, con brani di carne sottratta al camposanto, che sgocciola gli ultimi liquidi organici ivi rimasti, con tasse di uova con pulcini potenziali incorporati in un guscio, con tre teste mozze di porcellino che ti guardano fisso, anche se al posto degli occhi hanno due buchi scuri e disperanti, con dei volatili indecentemente nudi e appesi a testa in giรน, con dei fustini di mortadella di asino macinato in attesa di fronte alla affettatrice. Il posto migliore insomma per leggere una poesia del Leopardi, o per fare una bella e profonda respirata.
UNA INCREDIBILE ESPERIENZA PERSONALE
Chi scrive, ha avuto la fortuna di fare, negli anni del liceo, il comis, cioรจ il cameriere che fa da tramite tra la cucina e il salone da pranzo, in un ristorante famoso di Londra, uno dei piรน cari, esclusivi e sofisticati situati nellโarea centrale di Soho, con le pareti tappezzate dalle foto con dedica dei piรน noti attori della canzone, dello schermo, e dello sport, da Rodolfo Valentino a Frank Sinatra, dalla Lollo alla Loren, dalla Marylin Monroe a John Kennedy, da Carnera a Fausto Coppi.
Ebbene, nelle mie 6 settimane di lavoro, da studente squattrinato ed affamato che ero, ben attento a non scialacquare i pochi mezzi economici a disposizione, rinunciavo al pranzo e alla cena gratuiti in ristorante, che erano inclusi nel mio salario giornaliero, e preferivo andare a cibarmi in un bar poco distante dove ordinavo un bel piatto di verdura pulita e un panino con la banana, ovviamente a mie spese.
Non era solo il fatto di essere vegetariano che me lo proibiva. E non ero nemmeno schizzinoso fuori del normale. Avevo pur lavorato nelle due settimane precedenti in un altro ristorante in zona Marble Arch, dove cโera un grosso e burbero, ma simpatico cuoco irlandese, e con lui avevo messo pure su un paio di chili. Ma, in codesto posto infame, non avrei consumato volentieri nemmeno un bicchiere dโacqua. Nella cucina rumorosa e incasinata di cui parlo ci stavano una decina tra cuochi e manovalanza comune, tutti sporchi e unti, sudati e incazzati, confinati dalla sorte in quellโambiente umido, malsano, fumante, odoroso, nel basamento dellโedificio.
A fare i comis eravamo in tre. Il nostro compito consisteva nel prendere un largo vassoio carico di piatti fumanti dalla cucina, fare con attenzione la rampa di scale, e poggiarlo su un apposito tavolo allungato dove i camerieri disponevano il tutto con ordine prima di servirlo alla clientela.
LA DRAMMATICA DIFFERENZA TRA GLI ELETTI DEL PIANO DI SOPRA E I DISPERATI DEL SOTTOSCALA
La differenza tra il Paradiso del piano superiore e lโInferno del sottoscala era di soli 30 metri in termini fisici, ma era abissale e stratosferica in termini di ambiente, aria e condizioni di igiene. Sopra il mondo del cinema, della televisione, della stampa, della politica, dello sport, e sotto il terzo e quarto mondo dei reietti e dei disperati, dei pakistani e dei cingalesi, degli indiani di Delhi e del Bangladesh, dei Biafrani e dei Somali.
I primi arrivavano con Rolls-Royce e autista, col portiere in livrea che doveva aiutare il cliente a scendere dallโauto ed accompagnarlo in una saletta dโonore per ospiti, da dove il capocameriere li conduceva al tavolo prenotato di pertinenza. I secondi erano caracollati di buonora nel loro posto di tortura quotidiana col metrรฒ, e stavano giร da diverse ore a crogiolarsi tra carcasse sanguinanti di bue e suino, tra polli e anatre decapitate, tra fegati di oca e di maiale, con cui giocavano persino a calcetto, o a calcio-cucina, nel disperato tentativo di rendere meno noiosa e insopportabile la loro precaria mattinata.
I servizi igienici della cucina, obbligatori ed esclusivi per gli afroasiatici, erano quelli di una stazione ferroviaria in disuso. Gli stessi camerieri disdegnavano di scendere da quelle scale per non essere investiti dal fumo e dalla puzza, dalle bestemmie, dalle imprecazioni e dagli insulti che si levavano immancabilmente dal reparto cucina. Al massimo, in caso di qualche ordine particolarmente urgente, il meno quotato dei camerieri professionisti (anche tra di loro cโerano i gradi), faceva quattro passi verso la botola maledetta e urlava Two steaks for Mr Onassis, and one Cereal Soup for Mrs Jaqueline.
I cuochi poi, oleati e sporchi piรน ancora delle bistecche che licenziavano, gridavano e si passavano gli ordini lโun lโaltro in modo sguaiato e chiassoso, anche perchรฉ la cucina era grande. Spesso erano mezzi ubriachi giร a metร mattina, come confermato dalle bottiglie semivuote di Scotch.
For whom is this steak? For Onassis? Al che di lanciavano la bistecca da un lato allโaltro, riprendendola anche dal pavimento dove spesso cadeva, la facevano roteare da una mano allโaltra, simulando di toccarsi il di dietro o di soffiarcisi pure il naso sopra. Alla fine, tutti in coro allโunisonono Thatโs the stake for Mr Onassis, affidandola a me o agli altri due comis. Si era creata una solidarietร criminale dei disperati, una specie di rivincita dei perdenti, contro la crema del mondo e i padroni del vapore. Loro nel sottoscala a frantumare ossa e costole di maiale, a impiastrarsi di grasso e di sangue per una paga da fame, e sopra la bella gente che per un singolo pasto si sfilava le 500 sterline, senza alcun imbarazzo.
POMPELMI USATI E RIUSATI E SPUTI PROTEICI NEI PIATTI DI MINESTRA
Ricordo che per dessert andava di moda un grosso pompelmo svuotato che veniva poi riempito di gelato e terminava con una punta conica avvitata alla crema, di grande effetto estetico. I clienti erano golosi e lo ordinavano regolarmente, e alla fine del pasto lasciavano il pompelmo bello ripulito, ma in perfetto ordine, da bravi ed educati commensali quali erano. Era pertanto un giochino riutilizzare quelle bucce senza nemmeno ripulirle. In pratica ogni buccia durava per una intera settimana. Da quelle parti non si buttava via proprio niente. Ordine della casa.
Le carcasse animali piรน grosse erano gettate distrattamente una sopra lโaltra, in un angolo scuro e lercio dello stanzone, in una specie di carnaio puzzolente degli orrori. Uno dei manovali staccava una costola con un coltellaccio sporco e ne faceva due bistecche che deponeva sul pavimento. Poi le riprendeva in mano e faceva con le stesse il lancio del disco al cuoco che stava a dieci metri di distanza. Il lancio andava avanti per ore. Cโera una grossa professionalitร sportiva in questi giochi senza frontiere, simbolo di intensivo e quotidiano allenamento. Il cuoco infatti ne agguntava in genere due su tre. Quella che finiva a terra veniva in genere riservata ai clienti migliori del momento.
Diciamo pure che era raro per un pezzo di carne finire sul piatto senza aver prima conosciuto lโimpatto col pavimento e con le manacce luride dei manovali e dei cuochi. Trattamento speciale ai clienti piรน odiati, come Liz Taylor e Richard Burton, era quello dello sputo proteico mescolato sulla crema di verdure, una specie di tocco esotico aggiuntivo, in leggera variazione al solito noioso sapore del parmigiano. Lโincuria e il luridume delle toelette mai pulite trovava poi regolarmente la via dei piatti.
Gli artisti pagavano 500 Sterline a tavolo. Lo studente squattrinato che ero io, partito con nemmeno mezzo milione di lire dallโItalia durati appena 20 giorni, e per una vacanza estiva di tre mesi, non avrebbe mangiato a quei tavoli, nemmeno se lo avessero pagato 500 sterline in aggiunta al pasto.
TUTTI I RISTORANTI COSร? PER FORTUNA NO. QUELLO ERA DAVVERO SPECIALE. MA OGNUNO DI ESSI DIVENTA ALLA FINE, IL PUNTO DI SCOLO DELLO SPORCO PIร SPORCO, IL TERMINALE DEL MACELLO.
Dopo quella esperienza, le mie visite a mense e ristoranti, giร rare per la mia tendenza al vivo e al crudo, diventarono ancor piรน infrequenti. Non tutti i ristoranti sono cosรฌ per fortuna. Anzi, nella maggior parte dei casi, soprattutto quando essi sono a conduzione familiare e responsabile, si puรฒ andare tranquilli. Il problema piรน grosso resta quello dellโinquinamento cimiteriale dei piatti. Quando i ristoranti non saranno piรน il terminale preferenziale dei macelli, quando i menรน dei ristoranti smetteranno di essere degli elenchi stomachevoli di quanto sta nelle salme degli animali, si potrร tornare a frequentarli con maggiore entusiasmo e minori sospetti.
Ma come puรฒ essere che queste sozzure succedano nel Terzo Millennio ed in una capitale europea? Non รจ che hai calcalo la mano, sullo stile realistico e duro del tuo corregionale Pier Paolo Pasolini?
Nessuna esagerazione, ma una fotografia esatta, fedele e puntuale di quanto accadeva purtroppo. Infatti non durai a lungo in quel posto, anche se mi promossero ben presto da comis a portiere in livrea, dandomi la soddisfazione di far scendere dalle Rolls-Royce piรน di una stellina del cinema di allora. Quanto al fatto poi di essere giunti al Terzo Millennio, e dunque in un momento di alta civiltร , nel quale tuttuo fila liscio come lโolio, ci andrei piano, anzi pianissimo. Al punto di non scandalizzarmi o sorprendermi troppo per lo sputo proteico, che piรน di un lettore mi rinfaccerร disturbato e schifato. La pipรฌ e la cacca sono anchโesse proteiche al pari degli sputi. La pipรฌ e la cacca nei gelati, nelle cioccolate, nei cracker, in mille prodotti confezionati di cui ancora non si sa tutto, e in tutti i latticini del mondo intero, non sono certo io a inventarla o a immaginarla.
IL PARACADUTE LANCIATO DALLA FDA AI PRODUTTORI MONDIALI DI URINO-MELAMMINA. I NUOVI LIMITI FISSATI PER IL MONDO INTERO A 2,5 MG PER KG.
In Cina stanno ancora leccandosi le ferite, con 300 mila bambini rovinati piรน o meno seriamente allโapparato urinario e renale, alla parte cioรจ piรน importante e delicata del loro organismo, e con chissร quanti altri milioni di bambini non rovinati paurosamente, ma sicuramente danneggiati e bisognosi di cure disintossicanti vita natural durante. Quei disgraziati casari cino-neozelandesi del Sanlu Group non hanno fatto altro che addizionare al loro latte un quantitativo di melammina (leggi pipรฌ e cacca di mucca disseccate e sintetizzate) nel quantitativo, leggi bene, di 2,563 mg per kg di latte in polvere. La FDA di Atlanta, massima autoritร mondiale sullโalimentazione, dopo aver sentito la Ndc (National Dairy Council) e tutti i piรน grossi casari del mondo orientale ed occidentale, ha deciso per suo decreto internazionale ed inappellabile, che 2,5 mg per kg di latte non causa alcun problema alla popolazione (mentre per i bambini piccoli la quota รจ stata prudentemente mantenuta a zero, almenoo per il latte esportato verso gli USA). Come dire che tutto lo scandalo sulla melammina รจ scoppiato come una bolla di sapone. Il decreto FDA infatti sancia un paracadute agli inquinatori presi in flagrante di ieri, a quelli di oggi e a quelli di domani, che continuano a giocare a rimpiattino, a proclamarsi innocenti e immuni dalla melammina.
SOSPIRI DI SOLLIEVO ALLA DURCH LADY, ALLA DANONE E ALLA NESTLร, MA ANCHE PRESSO I CONSORZI DEL GRANA. UN RAMMARICO ALLA SANLU CINESE, PER UN MISEREVOLE ECCESSO DI 0,063 MG PER KG.
Il decreto FDA ha sanzionato una impunitร generalizzata e retroattiva per tutti i cattivi, quelli ingenui che si sono lasciati pescare e per quelli furbastri che hanno interpretato alla perfezione il ruolo degli scandalizzati e dei poveri innocenti. Non si contano i sospiri di sollievo. Alla Dutch Lady, alla Danote e alla Nestlรฉ, ma anche nelle nostre Parmalat e Ferrero, e pure nei grandi consorzi del grana. Persino alla Sanlu cinese stanno brindando, col rammarico di aver sbagliato per un miserevole eccesso melamminico-urinico di 0,063 mg per kg. Se non avessero esagerato con un goccio di urina in piรน li avrebbero esentati del tutto. E cosรฌ la Pfizer avrebbe potuto cercare in qualche nuovo virus, o magari in un nuovo Hiv giovanile le vere cause dei disturbi renali generalizzati della Cina. Una vera pacchia per i fedeli amici di Atlanta. Pensa un po’ che sfiga. Lo 0,063: qualcosa di cui sognarsi persino la notte. Diverse ditte cinesi erano sulla lista nera fino a ieri per livelli di 1 e 1,5 mg per kg di melammina. Va a finire che dovrร loro esserer assegnato un premio qualitร .
Troppo bravi e troppo onesti questi casari cinesi. Troppo poca cacca e troppo poca pipรฌ nei loro prodotti. Ora avranno sicuramente modo di rifarsi e di mettersi in linea col progresso. Le proteine fanno un gran bene, Mangiate e bevete tranquillamente, genti del mondo. Abbiate fede e fiducia di noi che vi governiam, vi scompisciamo e vi proteinizziamo. La pillola anti-melammina e salva-reni รจ giร pronta alla Pfizer. Frantumerร alla perfezione ogni calcolo e ogni incrostazione maligna, Effetti collaterali? Qualche insignificante disturbo cardiaco. Ma anche per quello รจ giร allo studio un nuovo formidabile rimedio. Quanto allo schifo per gli sputi, la cacca e la pipรฌ nelle vostre bocche, cโรจ ancor meno di che preoccuparsi: la nuova cura antivomito sarร nelle farmacie a partire da febbraio, Buon Anno. Firmato FDA e Pfizer.
QUALCUNO NON ร DโACCORDO CON QUANTO SOPRA. E VUOLE INCIPRIARE IL PIATTO VERDE. LโEVOLUZIONE NEGATIVA DI NICO VALERIO.
Non conosco personalmente Nico Valerio, ma ho letto con attenzione i suoi libri. ร quanto di meglio offre il nostro paese in termini di letteratura nutrizionale. ร profondo, informato, mai banale. Scrive anche in modo avvincente.
Eppure cโรจ sempre qualcosa in lui che disturba e non convince, qualcosa che indispettisce. Lo chiamerei il fattore C, dove C sta per cultura. Quando una studia troppo, e va a pescare informazioni dettagliate su centinaia di libri di oggi e di ieri, fa sicuramente una valida ricerca e si arricchisce. Un uomo tanto vale quanto sa, si diceva un tempo. E a Valerio gli si puรฒ dire di tutto, ma non di essere carente in cultura nutrizionale. Parliamo di un maestro prezioso e da rispettare.
Ma quando si esagera si possono anche ottenere effetti perversi e inaspettati. Ho sbirciato infatti alle sue ultime dispense sulla nutrizione, derivate dai corsi che sta conducendo a Roma, scoprendo che lโautore di Tutto Crudo (1985) e Il Piatto Verde (1987), anzichรฉ migliorare come dicono faccia il vino genuino, sta invece peggiorando. Giร il suo testo Manuale di Terapie con gli Alimenti del 1995, pubblicato con notevole pompa e successo tra gli Oscar Supermanuali della Mondadori, non mi era affatto piaciuto. Chiaro che ognuno ha le sue idee.
LA CULTURA NON ร SOMMATORIA ED ACCUMULAZIONE DI RICERCHE ALTRUI, MA INTERPRETAZIONE PERSONALIZZATA. NIENTE ACCOZZAGLIA DI DATI ED ESPERIENZE, MA LINEA IDEOLOGICA ILLUMINATA DALLA SCIENZA.
Per me cultura non significa sommatoria ed accumulazione di tante ricerche altrui, accozzaglia infinita di dati ed esperienze, ma piuttosto utilizzo selettivo di altre culture, seguito da opportuno filtraggio, sintesi, interpretazione personale, con lโovvio uso di ampia apertura mentale e di rigore scientifico. Cultura รจ linea personalizzata, รจ alveo, รจ percorso culturale armonizzato e finalizzato, non รจ fare giri di valzer con le idee degli altri, poco importa se astruse e prive di illuminazione superiore. Nei suoi primi libri, cโera del pathos, cโera una linea ideologica abbozzata, cโera qualcosa che ti faceva dimenticare la sua formazione culturale prettamente chimica, cโera una linea educativa.
In quel manuale e, in modo addirittura accentuato e direi degenerato, nelle ultime sue dispense, รจ venuto a prevalere fatalmente il chimico e lo snocciolatore di dati enciclopedici, il letterato e il tecnico, scomparendo quasi del tutto la figura del ricercatore ispirato e del poeta. Un vero peccato. La cultura italiana ha guadagnato un eccellente bibliotecario e ha perso un ex-magnifico Maestro.
LA PERDITA DI UN ARTISTA E LโACQUISIZIONE DI UN BIBLIOTECARIO CASUALISTA
Ci guadagna la sua scienza? Niente affatto. Il Valerio di oggi, che pure vanta la fondazione di una Lega Naturista nel 1976, รจ un enciclopedista poco e per niente ispirato, privo di veritร e di linea ideologica, innamorato inguaribilmente di quella equidistanza e di quella freddezza che scambia erroneamente per spirito scientifico. Se mancano le motivazioni, se manca lโispirazione, se manca la sensibilitร , se manca un minimo di amore per la Provvidenza Divina manzoniana, se manca un disegno superiore libero da intralci fideistici. Lโeffetto finale รจ il disordine e il caos.
Esordire con un programma ambizioso definito Nutrizione, e dire che il concetto di cibo ideale รจ un mito che non trova rispondenza nella realtร . Dire che ogni cibo รจ incompleto, imperfetto e insufficiente, dire che il solo pensare a un cibo per lโuomo รจ cadere nellโantropocentrismo, รจ sintomo di ubriacatura culturale. Non si offenda Nico Valerio. Ma, come ho il piacere di esaltare i suoi primi libri, che pure consiglio a tutti gli italiani che non lo avessero ancora letto, cosรฌ mi permetto di stroncare la sua produzione tardiva e quella che sta divulgando nel tempo presente.
LโUOMO INATTESO E LโUOMO CAPITATO PER CASO. UNA NUOVA MATERIA CULTURALE CHIAMATA ATEISMO E CASUALISMO NATURISTA.
Lโuomo, dice Valerio, non era atteso sulla Terra, e la sua formazione deve essere stata casuale. Io non vado in chiesa e non sono pervaso da alcun misticismo, da alcun fideismo per partito preso. Perรฒ questo indulgere sul disordine e sul caso significa blaterare e bestemmiare. Significa esprimersi in termini antiscientifici. Significa inventare una nuova linea culturale definibile Ateismo e Casualismo Ateista. Non credere in nessun creatore, non credere in niente ed essere equidistanti o scettici per partito preso, puรฒ essere a volte utile e produttivo. Ma il non credere nemmeno in te stesso, non trovare in te qualcosa di speciale, non attribuirti ruoli e responsabilitร , non intravedere compatibilitร e contrasti, attrazioni e repulsioni, correlazioni infinite tra quello che si รจ, come si รจ, in rapporto alle realtร , agli esseri, alle sostanze e ai cibi che ci attorniano, lo trovo tuttโaltro che formativo e scientifico, lo trovo diseducativo e privo di appigli o giustificazioni logiche.
POSIZIONI SBALLATE E SUPERBE CHE PORTANO PURE AD EFFETTI DELETERI PER LA CAUSA NATURISTICA. LA FRUTTA FA BENE NON PERCHร LโHO LETTO SUI TUOI LIBRI DI UN TEMPO, MA PERCHร LA MANGIO DA SEMPRE.
Posizioni che portano pure ad effetti deleteri per la causa naturistica e animalistica, per la causa etica e morale, e questo รจ lโaspetto piรน deteriore di tutta la questione. Atteggiarti a scienziato privo di principi puรฒ soddisfare la tua vanitร intellettuale, puรฒ diventare chic, puรฒ renderti interessante, a patto che questo comporti risultati positivi per te e per gli altri, e non danni e pregiudizio. Quando sostengo che il nostro corpo รจ fruttariano per disegno, cosa che un tempo Valerio credeva, ma forse mai a sufficienza e reale convinzione, non lo dico per partito preso o per fideismo. Altrettanto quando parlo di cibo elettivo per lโuomo, che ora lui disapprova. ร un discorso che parte da dati scientifici osservati e provati, da esperienze dirette e personali.
La frutta fa bene allโuomo non perchรฉ lo abbia letto sui tuoi libri di un tempo, caro Valerio. La frutta fa bene perchรฉ lโho mangiata sin da piccolo e la continuo a mangiare tuttora golosamente da mattina a sera. Cosa che tu probabilmente hai scritto, ma non hai mai fatto, perchรฉ la coerenza non รจ il tuo forte. Valerio non รจ mai stato un vegetariano convinto. Ha sempre difeso il latte e i latticini.
ร GRAVE PER UN MAESTRO FARE IL VEGETARIANO PER MODA E PER OPPORTUNISMO. NON TI SI SARร MICA SCIOLTA LA BELLA MASCHERA QUASI-VEGANIANA DI UN TEMPO?
Si รจ ammantato di vegetarismo e di crudismo quando era di moda farlo. So di pensare male in questo istante. Ma, proprio alla luce di questa sua inaspettata e disinvolta evoluzione, ho il sospetto che lโautore da tanti ammirato, peccasse di opportunismo e di protagonismo letterario ai suoi bei tempi. Avrei molto piacere se venissi smentito con dei dati convincenti. Perdere un autore preferito รจ sempre una cosa che disturba e dispiace. Mi permetto di dare un consiglio allo scrittore romano che vive allโombra del Vaticano. Chieda a qualche autoritร papale di scomunicare il suo passato e la sua Lega Naturista, e fonda al piรน presto La Lega Chimico-Casualista, coerentemente con le sue ultime divagazioni e le sue smemoratezze mentali.
Valdo Vaccaro
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