(Documento preparatorio alla Conferenza Alimentazione e Psiche – Milano, 17 Novembre 2012)
OGNI CREATURA DEL REGNO ANIMALE HA LE IDEE MOLTO CHIARE SUL CIBO AMICO E COMPATIBILE
Cosa mangiare per essere felici? Se lo chiedi a un coniglio ti risponde coi fatti e si butta senza esitare su stellina, piantaggine e carote. Il cavallo fa altrettanto con l‘avena. La mucca, se lasciata libera, punta tutto sull’erba e sul fieno secco. Anatre ed oche vanno matte per il mais. Al beccafico non serve nemmeno indagare sulle sue preferenze, anche se non disdegna uva, kaki, e semini vari, quando il suo frutto viene a mancare.
LIBERTÀ DI SCELTA E DI TRASGRESSIONE PER IL GENERE UMANO
Con l’uomo le cose si complicano. In questo caso, più che l’istinto c’è di mezzo la mente, la cultura, la moda, le influenze storiche, i condizionamenti familiari e sociali, le migliaia di buone soluzioni da cui poter scegliere (160 mila piante eduli offerteci con generosità da madre natura), e le migliaia di trasgressioni possibili, alcune lievi ed altre del tutto disgustose.
DA OGNUNO UNA RISPOSTA DIVERSA
Se lo chiedi al breathariano ti dirà aria e sole, più inconfessate ed imbarazzanti integrazioni di acqua e di frutta acquosa. Se lo chiedi a Giorgio Calabrese ti dirà cappuccino e biscotti a colazione, bistecca ai ferri a pranzo e spiedini vari a cena, con sosta-carne al venerdì, dove al pranzo con sogliola e insalata di tonno, seguirà una cena polenta e baccalà. Se lo chiedi al dottor Hamer ti dirà che la felicità non sta nel cibo ma nelle emozioni che la vita ti riserva, per cui puoi mangiare disinvoltamente e indifferentemente qualunque cosa. Ho tra le mie conoscenze gente che, se gli tocchi la pasta, il sale, il dolcetto, il prosciutto, il pollo, il formaggio, le patatine, la nutella, il vino, la metti davvero con le spalle a muro, in una specie di esecuzione capitale.
IN TUTTA TRASPARENZA PURE IO OFFRO LA MIA SCELTA
Se lo chiedi a me, in data 6 settembre e alle 8 di mattina, mentre scrivo questo redazionale, mi sento in ottime condizioni di spirito dopo aver mangiato, al risveglio, una fetta d’anguria, seguita da 3 fantastici fichi neri, tanto buoni che farò volentieri il bis tra un paio d’ore, aggiungendoci magari mezzo grappolo d’uva e una pesca. Per pranzo mi affiderò al solito piatto di cicoria e pomodoro, seguito da un piatto di riso nero con le zucchine. Nel pomeriggio ci sarà un centrifugato di carote, sedano e mele, più un cucchiaio di germe di grano. A cena, una terrina di cavolo crudo, seguita da una padellata di patate novelle e di funghi appena raccolti (vesce e prataioli).
IL CIBO NON È TUTTO
Certo che voler confinare la felicità, il benessere del corpo, della psiche e dell’anima, all’atto alimentare, è limitante, per non dire fuorviante. In questo senso non ha tutti i torti Hamer. Se siamo circondati da pensieri negativi e da persone che ci stressano anziché esserci da stimolo e da incoraggiamento, se lo stress prende il sopravvento sulla serenità, se le preoccupazioni non ci danno tregua, se i timori di non farcela (coi soldi, con le tasse, con le bollette, coi rincari benzina, con l’educazione dei figli, con le malattie incombenti) ci condizionano e ci perseguitano, quello della felicità diventa niente di più che un bel parlare, un argomento da isola utopica.
MA COL MAL DI STOMACO NON VAI AVANTI DI UN PASSO
D’altra parte non possiamo sottovalutare l’importanza funzionale di stomaco, intestino, colon ed organi correlati, e nemmeno l’importanza di una lingua pulita e di un alito impeccabile. Come fa uno ad essere felice, se si è imbarcato in un pasto maledetto e in una digestione complicata?
LA GAMMA DI SCELTE POSSIBILI È INFINITA
Ci sono tanti modi di alimentarsi e di digerire, cioè di accogliere il cibo, di assimilarlo e di eliminarne i residui. Alcuni ottimali, frugali e rapidi, basati sul cibo vegetale crudo, e a volte cotto in modo limitato ed intelligente. Altri, semplicemente sconvolgenti ed aberranti.
UN TIPICO MENÙ PAPALE, IN PERFETTA LINEA CON LE ENCICLICHE DI CONDANNA DEL VEGETARIANISMO E DELL’AMORE PER GLI ANIMALI
Prima portata, prosciutto cotto in vino, e poi sfilato, servito con capparetti, uva passa e zuccaro, oppure lingue di porco salate, cotte in vino e tagliate a fette, oppure biscotti pisani con malvagia in bicchieri ed olive di Spagna. Seconda portata, animelle e fegato di vitella, con sugo di melangole, sale, zuccaro e pepe sopra, oppure lodole, quaglie e piccioni arrostiti allo spedo con sugo di limoncelli sopra, oppure conigli arrostiti allo spedo, coperti di salsa, serviti con pignoli ammogliati sopra, oppure gelo di carne in quadretti. Terza portata, oche grosse ripiene alla lombarda e alessate, servite con cascio, zuccaro e cannella sopra, oppure fricassea di petto di caprioli, con cipollette servite sopra, oppure piedi di vitella alessati, legati con cascio e ova. Quarta portata, torte di fagioli, oppure cascio parmeggiano in fettuccie, oppure marroni arrostiti alle bragie, oppure pasticcetti di cotogne. Quinta portata (levata la tovaglia, e data acqua alle mani, si muteranno le salviette bianche), finocchio dolce fresco, mondato del gambo, mazzetti di fiori profumati, conditi e confettioni a beneplacito. Questo era, in sintesi, il menù che il cuoco di Papa Pio V offrì in Vaticano nel 1570 agli ospiti del Pontefice, cardinali, monsignori, vescovi ed arcivescovi.
DAI VOMITORIUM DI TRIMALCHIONE AI VOMITI LUNGO I MARCIAPIEDI
Gli antichi romani degenerati, quelli del tardo impero, quelli di Trimalchione (Satyricon, di Tacito) tanto per capirci, avevano almeno la saggezza della previsione. Accanto ad ogni sala da pranzo, non poteva mancare il vomitorium. Come dire che erano ben allenati a trangugiare porcherie e a vomitarle con prontezza. Oggi non abbiamo di certo migliorato. Non si fanno le grandi abbuffate, ma si mangia male, si mangia in fretta e furia, e si vomita dove capita, anche per strada. Una cosa è certa. Ed è che, col mal di stomaco, non si può essere felici, checché ne dica Hamer.
SALUTE È NORMALITÀ FUNZIONALE
Ecco allora che ridiventa basilare ed assiomatico l’accoppiamento tra salute e felicità. Salute è normalità funzionale. Sali in macchina, inserisci la chiave e il motore parte senza fare scherzi da prete. E stai pure certo che, al prossimo semaforo, non si sognerà di spegnersi in mezzo al traffico inferocito, lasciandoti in balia di guidatori assatanati che imprecano a voce o col clacson.
QUELLO CHE CONTA DAVVERO È SAPERSI MANTENERE SANI
Massima felicità è forse possedere la salute? No. Qualcuno ce l’ha per una questione naturale o per questione di culo. Massima felicità è sapersi conservare sani, soprattutto in un mondo circondato di insidie, tentazioni, disorientamenti pubblicitari, diseducazioni mediche, sballati nutrizionismi e diete irresponsabili, mediterranee, parigine e statunitensi.
NASCITA E MORTE SONO MECCANISMI NATURALI DEL GIOCO COMPARSA-SCOMPARSA-RICOMPARSA
Paura del diabete, della dialisi, della tiroidite, dell’epidemia autunnale, del cancro? Paura della malattia e della morte? Nascita e morte non possono generare paura, essendo i nostri due terminali naturali, segnando la comparsa temporanea e la scomparsa, pure provvisoria, in attesa di nuova nascita, come ci insegna la teosofia di Rudolf Steiner.
PENSIAMO AL NOSTRO KARMA E AL NOSTRO FATTORE “S”
Quanto sta nel mezzo, ossia il vivere quotidiano, deve solo farci riflettere, perché è lì che possiamo e dobbiamo operare, è lì che possiamo migliorare il nostro karma e la nostra fedina penale, è lì che possiamo attivare il fattore discriminante, il fattore “S”, quello che fa la differenza tra stare bene o stare male, tra essere felici ed essere disperati, intendendo per “S” il termine salute, nella sua più vasta accezione.
SEMPLIFICHIAMO E ANDIAMO AL DUNQUE
Salute è attività funzionale dell’organismo, inteso come corpo, mente e spirito. Malattia è depressione funzionale dell’organismo. Morte è paralizzazione funzionale. Tutto è funzionale, niente è microbico, batterico, virale, allergenico. Niente è casuale, idiopatico, lantanico, autoimmune o criptogenetico. Le malattie sono tutte omuncologene (omuncolo-causate) e iatrogene (medico-causate). Quanto resta è spazzatura ideologica, materiale da strizzacervelli e da azzeccagarbugli.
LE MALATTIE SONO CAUSATE DAGLI OMUNCOLI E DAI MEDICASTRI
Da una parte c’è l’uomo degenere (l’omuncolo), che fa a gara nel commettere clamorosi errori di scelta alimentare e comportamentale. Dall’altra c’è il medico-farmacologo-bisturologo che fa a gara nell’aggiustarlo male e nell’impedirgli letteralmente di guarire.
BUONA DIGESTIONE E ATTIVA ELIMINAZIONE RENAL-CUTANEA
In realtà esiste una sola malattia al mondo. Il suo nome è “Ignoranza della salute”. Tutte le varie malattie sono diretta emanazione di essa. Ecco dunque l’urgenza indilazionabile della giusta istruzione, del buon insegnamento. Praticare una vita sana, dove buona digestione e attiva eliminazione renale e cutanea, siano prioritarie, siano in testa alle nostre scelte. Anche perché è con le buone digestioni che si costruisce sangue puro e non viscoso, sangue fluido e non lipo-tossico. Ed è con una attiva eliminazione cutanea che si espellono tutti gli umori malsani accumulati nei momenti di crisi.
SIAMO NOI I DIRETTORI D’ORCHESTRA DELLA SALUTE E DELLA FELICITÀ, O ANCHE DEL MALAUGURATO STAR MALE
Cos’è la salute? È il risultato logico della sommatoria degli atti di ogni giorno, che possono essere sia amichevoli e compatibili, o anche veri e propri attentati contro il nostro organismo. Siamo noi soli gli attori e i fabbricanti delle nostre fortune o delle nostre disgrazie, della nostra felicità o del nostro umore più nero.
PER UN BEL SORRISO INVERNALE
COLAZIONE
– Al risveglio, ore 6.30: Spremuta d’arancia, o di clementine, o di pompelmo, o di melograno – A colazione, ore 7.00: Pop-corn e banana, oppure pop-corn e datteri, oppure crema di avena con latte di mandorle o di cereali – A merenda, ore 10.30: Mirtilli o grappolo d’uva – A pranzo, ore 13: A) Primo piatto: Insalata cruda (dolcetta o cicoria con acetosa, o lattuga e ravanelli, o carciofi crudi o finocchi, o cavoli e cipolla), o germogli e avocado B) Secondo piatto: Patate e cipolla, o zucca, o melanzane, o bietole, o topinambur, o cavolini di Bruxelles, o passato di verdure, o legumi tipo fagiolini o lupini, o cereali leggeri tipo miglio, o riso integrale, o grano saraceno, o pasta all’aglio-olio-peperoncino, o pizzetta vegana alle verdure fresche senza mozzarella. C) Terzo piatto: Strudel di mele-pinoli-noci-uvetta-datteri (senza zucchero), o castagnaccio senza zucchero con uvetta-pinoli, o caldarroste, o patata dolce. – A merenda, ore 17: Pera, o mela, o kiwi, o nespola germanica, o melone giallo, oppure centrifugato di carota-sedano-mela con ciuffo di tarassaco, o di ortica, o di rucola, o di malva, o due prese di polvere secca di erbe varie, più due cucchiai di germe di grano) – A cena: ore 20: Idem come a pranzo, differenziando i singoli componenti.
PER UN BEL SORRISO PRIMAVERILE
Rimane valido lo stesso schema, con l’inserimento di: A) Radicchietto, insalatine, crescione, tarassaco, nelle verdure crude, B) Selene, punte di luppolo e di pungitopo, crescione, ortiche, asparagi, zucchini, piselli, patate novelle nelle verdure cotte, C) Fragole, ciliegie, nespole giapponesi, albicocche, pesche nella frutta.
PER UN BEL SORRISO ESTIVO-AUTUNNALE
Rimane valido lo stesso schema, con l’inserimento di frutta carica di sole, come le angurie, le nettarine, le uve le mele estive, le pere, i fichi, i fichi d’India, i kaki, i melograni, le carrube, le noccioline, le mandorle, i pinoli, le noci e i pistacchi e di verdure cariche di minerali, oltre che di umori e di colori, tipo i pomodori e i peperoni.
PER UN BEL SORRISO MENTRE SI VIAGGIA
La preparazione di alcuni sfiziosi panini vegetariani o vegani , insaporiti al punto giusto con crema di olive o di carciofi, con 2 carciofini e 2 pomodori secchi sott’olio, con radicchio, rucola, avocado e germogli, più manciata di noci o di pinoli, o anche uno stratino di tomino amarotico di Saluzzo (per chi trasgredisce una tantum il veganismo puro), ci mette al riparo dalla fame che può essere altrimenti cattiva consigliera che spinge inesorabilmente verso i fast-food e i cibi-spazzatura.
BUON APPETITO A TUTTI
Augurio che facciamo solo come atto di buona educazione. Il buon appetito, per chi non si appesantisce al punto di compromettere i pasti successivi, e per chi sta alla larga da ogni contaminazione implicante offesa, sofferenza, paura ed atrocità per altri esseri, è cosa assicurata.
Valdo Vaccaro
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