LETTERA
IL MACIGNO ADDOSSO
Buonasera sono una figlia con un enorme macigno addosso. C’è una diagnosi per il padre di questo maledetto male al cervello che lo affligge da tempo. Parliamo di un uomo di 77 anni con problematiche normali dell’età tipo ipertensione, ipertrofia prostatica benigna, epatite-C da 30 anni ormai ferma e stabile in quanto curata bene nel tempo.
TUTTO ANDAVA BENE FINO A DUE MESI FA
I problemi iniziano nel mese di luglio con afasia e disartria non normali in un uomo che è sempre stato autonomo, molto attento alle cure date e a farsi i controlli richiesti, senza problemi a parlare, ma con mal di testa da routine cervicale, e senza acutezze tali da dare grossi pensieri.
DIAGNOSI DI GLIOBLASTOMA ESPANSIVO E MALIGNO
Dopo consiglio del medico curante, con 1) Visita neurologica, 2) Tac, 3) Ricovero immediato perché rivelava neoformazione strana, 4) Risonanza magnetica dopo pochi giorni, 5) Consulto neurochirurgico-medico ospedaliero, 6) Intervento parziale di rimozione ed esame istologico, l’esito parla di glioblastoma di tipo espansivo e ad alto grado di malignità.
FARMACI IN SUPER-ABBONDANZA
Prende tuttora dopo 15 giorni dal primo intervento farmaci antiepilessia, protettori stomaco e le sue solite medicine giornaliere contro mal di testa e mal di stomaco. Prende pure pastiglie per prostata, epilessia e pressione. Gli daremo anche qualche antiossidante e qualche vitamina per aiutarlo. Attendiamo radioterapia entro fine agosto per 15 sedute e probabilmente anche chemio successiva. La diagnosi corretta non la sa. È emotivamente debole e non risponderebbe positivamente combattendo a questa battaglia, ma si arrenderebbe subito, o reagirebbe in modi che non oso neanche pensare.
ESISTE UNA SOLUZIONE O UN MINIMO DI SPERANZA?
Che soluzione darebbe lei a una moglie e a una figlia disperate per una già scadenza di vita prevista dai medici di forse un anno o poco più? Attendo una risposta appena potrà perché mi illumini con un po’ di speranza che la disperazione di questi giorni ha ormai cancellato. Siamo in attesa e timorose di quello che il destino ci riserva. Grazie comunque per avere letto il mio messaggio. Distinti saluti.
Maria
*****
RISPOSTA
SERVE SCORZA E FORZA REATTIVA
L’applicazione del nostro pacchetto-salute, il rilassamento, la respirazione, il sole, il pensare positivo nonostante tutto, possono sempre apportare miglioramenti inaspettati in dipendenza di fattori come la scorza effettiva e l’efficienza epatica, ematica, immunitaria.
GLI INGREDIENTI-BASE PER LA SOPRAVVIVENZA
Se uno non si salva in questo modo perché le sue sorti sono segnate davvero nel senso che mancano gli ingredienti di base per la sopravvivenza, per cui sta perdendo le sue ultime foglie, non c’è altro che accettare il verdetto che è divino prima ancora che sanitario. Le diagnosi mediche tendono spesso a intervenire con tentativi inutili e carichi di ulteriori sofferenze chiamate accanimento terapeutico.
NON APPESANTIRE IL FARDELLO
La mia opinione in casi come questo e di optare per la serenità e il rilassamento, limitandosi a fare il minimo possibile e a non appesantire ulteriormente il fardello del paziente. Forzare le cose con interventi invasivi su una persona già messa male non può portare nulla di positivo. Diventa sperimentazione e campo di allenamento per chirurghi in erba, oltre che fonte di guadagno concreto per le sempre piangenti risorse dell’ospedale.
AFFETTO SÌ MA NON ATTEGGIAMENTI PENOSI O SDOLCINATI
Circondatelo di affetto senza esagerate attenzioni che lo renderebbero irrequieto e sospettoso. Trattatelo come persona normalissima e non esagerate con le moine e le carezze.
LA MORTE NON È UNO SCOMPARIRE PER SEMPRE, MA PIUTTOSTO UN CICLO VITALE CHE TERMINA E CHE TROVA RINNOVAMENTO IN UN CICLO SUCCESSIVO
Andarsene sereni e pacifici per altri lidi, se questo fosse davvero il destino che lo attende, non è affatto qualcosa peggiore del tenersi appesi a una parete precaria e scivolosa sulla quale ci metti denti e unghie per cadere e scivolare comunque da un momento all’altro.
L’EXIT È COMUNQUE UN FATTO FISIOLOGICO E INEVITABILE PER TUTTI, E VA PRESO CON FORZA INTERIORE E SERENITÀ
Ci sono cose molto peggiori e spaventevoli della morte, visto che essa fa parte della vita ed è tutto sommato un fatto fisiologico ed inevitabile per chi è arrivato all’ultima tappa. Andarsese serenamente col minimo della sofferenza non è affatto peggiore di un restarsene con stampelle chimiche, morfine e valium. Gli interventi di recupero tipo Gerson erano comunque basati su succhi di frutta e spremute. Non era Gerson che guariva e nemmeno la frutta che usava. Era la forza immunitaria interna in via di rafforzamento e l’entusiasmo ricreato all’interno di questi malati terminali ai quali era ormai stato negato tutto. Nessuno e niente al mondo può guarire un paziente se non le sue forze interiori di ripresa.
LO SPIRITO REATTIVO DI COMBATTIMENTO VERSO LA VITA VA MANTENUTO FIN QUANDO SI È IN VITA
Ovvio che, fin quando uno è in vita, è giusto non abbattersi e non rassegnarsi. In questo serve pensiero positivo e motivazione. Il tuo amato padre è strapieno di farmaci, ubriaco di farmaci. È fortemente indebolito ed acidificato da precedenti cure mediche. Non serve dargli ulteriori sostanze. Non serve dargli vitamine e integratori. Ancor meno serve passare ad ulteriori chemio. Cercare piuttosto di ridurre progressivamente la componente iatrogena, man mano che gli si danno più spremute e più centrifugati da assumere piccoli sorsi nella misura in cui vengono accettati, assimilati ed espulsi. Evitagli gonfiori e ostruzioni interne.
DARE FINALMENTE AL CORPO LE SUE CHANCE RESIDUALI
Se qualcuno non trova beneficio e risultato in un pacchetto-risolutivo come quello della nostra Health Science, significa semplicemente che non esistono altre strade terapeutiche in grado di fare meglio.
È un pacchetto che evita costi digestivi, massimizza catture energetiche esterne nell’aria e nel sole, e consente finalmente ai meccanismi immunitari di fare quello che serve per sopravvivere o per non soffrire troppo. Un pacchetto che permette finalmente al corpo di esprimersi, di sfruttare ogni capacità residua di remissione spontanea e di fare quello che le troppe invasività medico-iatrogene non gli hanno mai concesso di fare.
LA NATURA È SOVRANA MEDICATRICE DI TUTTI I MALI
Niente e nessuno al mondo è in grado di ricomporre e ripristinare la forza vitale di una persona, se i suoi meccanismI interni di auto-guarigione fossero irrimediabilmente compromessi. Niente e nessuno al mondo guarisce al di fuori della capacità reattiva-immunitaria del paziente stesso.
TESINE DA LEGGERE
- Glioblastoma da ultimo viaggio o iniezioni di fiducia?
- Cordoma al cervello con 13 interventi
- Ependimoma cerebrale, asportazioni e recidive
- Glioblastoma di grado 4 e spirito di sopravvivenza
- Tumore allo stomaco da vincere col fattore motivazione
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti