Bill Clinton è da sempre un gran simpatico. Si presenta bene, gioviale, sorridente, bonaccione, ammodo. Non a caso è stato alla Casa Bianca per due mandati di seguito, nonostante tutti gli scandali che hanno caratterizzato la sua lunga presidenza. Solo per qualche manciata di voti, e solo perché ha trovato un ossoduro e una novità assoluta e quasi imprevista all’interno del suo stesso partito democratico, Hillary non è diventata continuatrice diretta della dinastia Clinton, ma ha tutto il tempo per rimediare, essendosi insediata nel fondamentale ruolo di Segretario di Stato. In Italia Bill è famoso più che per dimostrazioni di polso o di personalità politica, per i suoi giochini erotici con una certa Monica Levinsky, rotondetta e procace quanto basta per diventare obiettivo strategico prioritario presidenziale all’interno della White House. Fin qui nulla di strano e di polemico.
Un presidente troppo ligio ai suoi doveri, troppo squared, o addirittura troppo casto, non avrebbe convinto e conquistato nessuno. Quando lo scandalo Levinsky scoppiò, Clinton riuscì persino a intenerire la gente, mostrandosi al mondo con tutti i suoi difetti e le sue umane debolezze, con la sua aria di ragazzaccio pentito, scoperto con le dita nella marmellata frutti-di-bosco di marca Levinsky. Nell’assieme, si è trattato di un presidente tutto fuorché autorevole, potente, deciso, capace di lasciare il segno. I suoi anni alla Casa Bianca hanno pochissime cose importanti da ricordare, pochissime cose realizzate da vantare. Lui badava a scansare i problemi. Più che ad affrontarli di petto, pensava a rimandarli, non a risolverli, tanto che passò benevolmente le patate bollenti dell’Iraq, dell’Iran e dell’Afghanistan al suo successore George W. Bush.
Dove si trovano invece le tracce evidenti e palpabili, del suo passaggio da elefante nel negozio degli specchi, è lungo le piste dei finanziamenti che gli hanno permesso di diventare per la prima volta presidente. Chi mi aiuta sarà tre volte ripagato, sembra essere stata la costante e il motto personale di Bill Clinton, grande specialista nel gioco della moneta di scambio. Il patto di ferro con un altro George mille volte più potente dell’attuale uscente presidente, che invece di fare Bush fa di cognome Soros, è cosa arcinota. Al punto che, il vero presidente degli Stati Uniti prima di Bush, non fu di certo William Bill Clinton che formalmente era in vacanza-premio prolungata alla Casa Bianca, ma George W. Soros che conduceva la danza mondiale.
DA AVVENTURIERE DELLA FINANZA A IMPERATORE MONDIALE DELLA SPECULAZIONE
Un George Soros abile quanto mai nei giochi di borsa, ma ormai diventato troppo importante e troppo grande per quel settore insulso e banale. Le azioni e le obbligazioni delle varie aziende americane e mondiali erano ormai cose da dilettanti allo sbaraglio e da avventurieri vivi e morti della finanza tipo Calvi, Sindona, Marcinkus, Bernard Madoff. Il capitale off-shore, che Soros manovrava e controllava, aveva già raggiunto proporzioni enormi, equivalenti al Pil di diversi stati europei messi assieme, e i soldi, se messi nella calza o rinchiusi in una cassaforte, sono una disgrazia in quanto non producono e si svalutano. Il soldo va impiegato e va investito. I soldi, legali o illegali, morali o no, sono tutti uguali e sono tutti preziosi. Le banconote non puzzano mai di marcio e di peccaminoso da nessuna parte, IOR e Marcinkus insegnano, purchè non stiano fermi e purchè si muovano, purchè acquistino e vendano, purchè sovvenzionino e smobilizzino, purchè aiutino e inculino, purché supportino e tramortiscano, purchè s-p-e-c-u-l-i-n-o.
SOROS IMPERATORE ESCLUSIVO DELLA SPECULAZIONE MONDIALE
Se un milione di dollari derivanti dallo sgozzamento di 10 mila manzetti di 3 anni, si trasforma in 10 mila banconote verdi da 100 dollari, tali banconote entrano nel giro delle banche e nei portafogli della gente che lavora, nella borsetta delle mamme che vanno ai supermercati, persino nelle tasche degli ignari vegetariani, coinvolti loro malgrado nel gioco globale dell’enonomia insozzata ed insanguinata di questo mondo. Nessuno si chiede quale sia la storia dei soldi che ha in tasca. L’importante è che il soldo sia valido e riconosciuto dalla controparte che ti cede della merce in cambio di esso.
George Soros si rese conto di essere diventato non più e non solo il semplice magnate del capitale-in-nero, della massa-speculativa in dollari che nessuno stato del mondo può tassare o controllare, ma anche l’arbitro globale dei destini planetari. Muovere quel capitale in un modo o nell’altro significava far gioire o far disperare milioni di persone. L’uomo più potente di questa pallina terrestre che gira oziosamente e ripetutamente intorno al Sole, con la gente che si arrampica sugli specchi, si danna a far quadrare il suo bilancio familiare, a pagare le tasse, a baruffare con la moglie, a redarguire i figli perché studino di più, a pregare un Dio perché gli mandi più salute e più fortuna, a nascondere banalmente un amante nell’armadio o sotto il letto, e via discorrendo. Soros non più speculatore specializzato in azioni e obbligazioni private, ma speculatore mondiale in quei titoli popolari-ufficiali dei singoli stati che si chiamano carta-moneta, ovvero valuta di stato, ovvero soldi veri e spendibili in negozio, allo stadio, al mercato, o con le prostitute per chi ci va. Soros imperatore incontrastato della speculazione valutaria mondiale. Seduto sul suo trono, di fronte a un mappamondo che gira lentamente, osserva e medita chi promuovere e chi mandare all’inferno. Dio in terra o poco ci manca.
UN APPOGGIO TOTALE DALLA CASA BIANCA CLINTONIANA
L’appoggio politico totale e incondizionato della Casa Bianca, alle avventurose e pericolose ambizioni del magnate ebraico del dollaro-in-nero e dei capitali-off-shore, sta scritto pure sulle note dei giornalisti e degli osservatori più attenti di questi ultimi anni. Già nell’estate 1997, dopo che i giochi macro-speculativi di Soros fecero traballare e saltare le economie a quel tempo attivissime e potenti di Thailandia, Indonesia e Korea del Sud, ossia le cosiddette Tigri Asiatiche che stavano viaggiando a tassi di crescita superiori al 10 percento annuo, e dopo che il governo di Bangkok ebbe un improvviso e drammatico rimpasto, si capirono al volo i perfidi giochi strategici della micidiale accoppiata Clinton-Soros.
UN PROFICUO ALLENAMENTO CONTRO LA LIRA ITALIANA E CONTRO ANDREOTTI
Il drago Soros si era allenato per bene a queste manovre nei decenni precedenti. Negli anni 70 aveva cercato invano un paio di volte di far saltare l’Italia e la sua liretta. A quel tempo, egli non era così potente, non aveva un Clinton a spalleggiarlo, ed in più esisteva un certo Giulio Andreotti, smaliziato e trafficone più di una volpe, e capace a quel tempo di chiamare in soccorso la Germania e la stessa America. Ma ora le cose erano cambiate. Soldi per speculare ne aveva tanti e tali da far fallire volendo il mondo intero. Alle sue spalle c’erano Billy ed Hillary, cioè la Sesta Flotta, la CIA, il Pentagono e Cape Canaveral. A Jakarta c’era un Suharto corrotto e barcollante, odiatissimo dalla gente. In Thailandia c’era un re pacifico e gentile, amato dai sudditi, ma circondato da soldatini e politici di latta. Un giochino per lui mangiarseli tutti in un boccone.
UN’ASIA SPIAZZATA ED INEBETITA
Soros ebbe mano libera per scorazzare in tutto il continente e seminare il panico, per fare il buono ed il cattivo tempo, di fronte a capi di stato e ministri asiatici inebetiti ed impotenti, increduli e storditi per quanto stava succedendo sotto i loro occhi. Non avevano mai immaginato che un disastro del genere potesse accadere, e senza che nessuno di loro potesse muovere un dito. Venivano accoltellati uno ad uno alla schiena in modo impietoso e drammatico, senza che la solita mamma America muovesse un dito in loro favore. Non capivano ancora che era lei stessa la traditrice e la mandante, e che un certo Soros era stato fornito di cappio e nominato sicario-esecutore delle Tigri Asiatiche. Un colpo mortale al basso ventre, senza possibilità di difesa, Non era mai successo nella storia del dopoguerra.
Non erano preparati a questo cataclisma. Non avevano gli anticorpi adatti ad affrontare l’emergenza. Lo stesso Giappone, diventato superpotenza economica demilitarizzata, grazie anche alla generosità americana dopo la lunga guerra culminata con le atroci atomiche su Nagasaki ed Hisoshima, si trovava spiazzato, privo di aerei, sommergibili e missili da puntare contro il nuovo impalpabile e sconosciuto nemico, contro un mostro sconosciuto e un morbo strano calatisi improvvisamente e a tradimento sulle finanze nipponiche ed asiatiche, sull’intero business faticosamente impiantato dal Sol Levante nella regione in dura concorrenza con l’Europa. Non capivano, a Tokyo ed Osaka, che il pericolo veniva proprio dall’America incazzata allo spasimo per la bilancia commerciale piangente, per l’eccesso di export asiatico verso l’America. Tra due litiganti per il dominio commerciale del mercato asiatico, il terzo gode.
TRA DUE LITIGANTI IL TERZO GODE
Europa e Giappone avevano probabilmente dimenticato il valore attuale e profondo di un vecchio proverbio. E l’America, col suo privilegiato boia Soros, affondò l’Asia, ed evirò nel contempo l’esportazione europea verso l’Asia, lasciando a secco tutte le piccole e medie industrie italiane. Quasi una replica di Okinawa e dello sbarco ad Anzio, ma a colpi di dollaro. Non più Hirohito e Mussolini nel mirino, ma le troppo ringalluzzite industrie di Osaka e della Padania. A Roma nessuno pare essersene accorto. Tanto che Soros, arrivato a Roma nei mesi scorsi con qualche giustificato timore e con la coscienza per niente a posto, non credeva quasi ai suoi occhi. Gli stesero tappeti rossi e lo accolsero con rose e fiori. Come farebbero del resto coi Clinton. Come farebbero coi Gallo e coi Gates.
TI INCHIAPPETTANO A SANGUE E TU LI PORTI IN TRIONFO
Una coerenza da far paura. Ti inchiappettano a sangue e tu li porti in trionfo. Questa è la conseguenza di una stampa e di una televisione prive di nerbo, prive di sani principi, prive di ispirazione, prive di educazione, prive di dibattito scientifico. Grandi Fratelli, Paperissime, Gira la Ruota, La Prova del Cuoco, Gusto, quiz mnemonici a ripetizione, e nessuno mai che insegna a pensare e a ragionare, in questa serva Italia di dolore ostello. Non solo i suoi pessimi libri stavano vendendosi bene tra il pubblico italiano, ma rischiò persino di usare qualche suo spicciolo per comprarsi la Roma Calcio, così tanto per sfizio, per manovra diversiva. Soldi, soldi e soldi. Ci si stanca a volte anche con loro, vero Soros? I libri di Soros sono illeggibili, disordinati, incomprensibili e sconclusionati. Non valgono nemmeno il peso cartaceo. Tanto è bravo nell’annusare il business e nello speculare, quanto mediocre nello scrivere. Stessa cosa di Clinton, superman nel girare con il bussolotto dell’elemosina, quanto analfabeta e distratto nel tramandare le sue mediocri memorie. Ma la gente, più che leggere e capire, è interessata al marchio. Soros e Clinton suonano ancora bene.
UN GIOCHINO DA RAGAZZI GIOCARSI LA THAILANDIA
Comprare valanghe di Baht e immettere altrettanti dollari nell’economia thailandese assetata di investimenti era un giochino da ragazzi delle elementari. E tale strategia era andata avanti in silenzio per mesi e per anni. Scatenare il pandemonio su quella stessa moneta riversando in un sol colpo tutti i Baht accumulati, era la parte finale della diabolica trappola sorosiana. Il gioco della domanda e dell’offerta, e il gioco della concorrenza sul libero mercato, sono le regole implacabili e fisse dell’economia. Se nascondi le mele e le immetti sul mercato in modo graduale e ritmato, il loro prezzo si mantiene ad alti livelli, ma se invece le riversi coi camion sul mercato, il loro prezzo cade rovinosamente. Se una ragazza si prostituisce in un qualsiasi quartiere malfamato dell’Asia, è già brava se riesce ad intascare 5 dollari per il suo servizio, circondata com’è da mille altre colleghe pronte a farlo anche per meno. Ma se riesce a sbarcare in Italia, in Francia e Spagna, o in Germania, dove duemila anni di Cristianesimo hanno lasciato la gente cattiva come prima, ma in più corrosa e debilitata nel fisico e nella mente da innaturali e ataviche astinenze, ecco che la stessa ragazza può moltiplicare per 10 e a volte per 100 il suo valore sul mercato del sesso.
GLI AVVENIMENTI EPOCALI DELL’ESTATE 1997
Nel luglio del 1997, l’allora ministro delle finanze thailandesi, col Baht che continuava a precipitare nonostante gli acquisti massicci della sua moneta da parte di tutti gli altri governi asiatici coalizzati nel disperato tentativo di salvare la Thailandia, dovette rassegnare le dimissioni. Veloce e drammatico rimpasto di governo a Bangkok, e nuovo ministro finanze costretto a fare pellegrinaggio a Washington. Mi trovavo in quei giorni a Bangkok. Si giocava una pagina importante della storia di quel paese e dell’Asia intera. La televisione locale trasmetteva in diretta l’avvenimento. Quel loro ministro diede finalmente la mano al presidente Clinton, e la scena fu ripresa e focalizzata alla grande. Rimasi sbalordito e incredulo quando la telecamera passò dal presidente alla seconda persona, ovvero alla seconda mano che il rappresentante Thai strinse dopo quella di Bill Clinton. Mi attendevo si trattasse di quella del vicepresidente o di quella del segretario di stato, o di qualche altro funzionario ufficiale di rango. Invece si trattava proprio della mano di George Soros in persona, promosso unilateralmente da Clinton a rappresentante ufficiale della politica estera americana.
GEORGE W. SOROS, VERO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Da oscuro e sinistro tessitore di trame speculative, a super-ministro senza portafoglio degli Stati Uniti d’America. Una promozione ed un riconoscimento ufficiale logico e meritato, per il più grande speculatore di tutti i tempi. Una carriera fulminante grazie al suo portaborse e al suo personale maggiordomo, al suo presidente-marionetta William Bill Clinton. A quel punto, Soros non era più il losco figuro che manovra nell’ombra e nei segreti scantinati controllati dalle varie mafie del potere, ma una super-pedina dell’America stessa operante alla luce del sole, capace di entrare in tutta disinvoltura e tappeto rosso negli uffici del Fondo Monetario e della Banca Mondiale, dettando politiche draconiane e formule risolutive ai direttori generali delle massime istituzioni finanziarie e monetarie, imponendo alle Banche Centrali di Jakarta, Seoul e Bangkok avvilenti e drastiche svalutazioni. Quelle stesse istituzioni che imposero alle vittime asiatiche del ciclone Soros le loro amarissime medicine e i loro piani di risanamento, tutti siglati GS, George W. Soros, vero presidente degli Stati Uniti d’America.
DA SICARIO DELLE ECONOMIE ASIATICHE A MEDICO CHE CORRE AL CAPEZZALE DEI MORENTI
Era lui il medico che andava (ovviamente tramite interposti funzionari) al capezzale di quelle economie un tempo fiorenti ed invidiate, che lui stesso aveva trasformato ad arte in morenti e disgraziate. Nei mesi e negli anni successivi, gli impegni di Soros si concentrarono nelle opere di reinvestimento, nell’inviare i suoi scagnozzi e i suoi finanzieri in giro per la Thailandia e per l’Indonesia e la Malaysia, a comprare aziende, titoli, miniere, banche ed assicurazioni. Se prima della crisi del 97 una certa banca thailandese valeva 100 milioni di dollari, ora poteva essere comprata con 10 o 20 milioni al massimo. Una autentica pacchia. Ancora oggi, se vai in Indonesia, con 100 dollari svalutati, ti danno 1.200.000 Rupie, mentre un giro in taxi può costartene 2000, cioè neanche mezzo dollaro, mentre una prostituta di 20 anni, ovvero una merce essenziale e basilare come il pane, nei calcoli odierni del costo della vita, può valere 20.000, ovvero 5 dollari. La situazione si rovescia quando un indonesiano vuole comprare una saldatrice o una idropulitrice o uno smontagomme italiani. Se prima del cataclisma sorosiano gli costava 800 mila Rupie, oggi gliene costa dai 3 ai 5 milioni.
UN COLPO MORTALE INFERTO ALL’ASIA MA SOPRATTUTTO ALL’ITALIA, ALLA GERMANIA E ALLA FRANCIA
Il colpo mortale inferto da Soros non è solo verso l’Asia, ma soprattutto verso l’Italia e l’Europa che stavano esportando in massa verso questi paesi, e lasciavano solo le briciole agli incavolati americani. Oggi, con la politica del dollaro svalutato ai minimi, e delle valute asiatiche svalutate doppiamente (dalla speculazione sorosiana del 97 e dalla successiva svalutazione soros-guidata del biglietto verde a cui sono legate tutte le monete asiatiche), tutti i paesi asiatici pagano il triplo i prodotti dell’area Euro, e solo il doppio quelli dell’area dollaro, con evidente vantaggio per il made in USA. Ecco dunque spiegato il meccanismo politico finanziario innescato dalla coppia Clinton-Soros.
IL GIUSTO RISENTIMENTO DELLE POPOLAZIONI ASIATICHE E DEI CAMBIAVALUTE IN PARTICOLARE
Questi giochi perfidi sono ovviamente venuti alla luce. Non c’è uomo di stato, ma nemmeno massaia o taxista dell’Asia, che non identifichi oggi in Soros quel mostro e quel nemico invisibile che dieci anni fa sconvolse le economie dell’Asia (e quelle poi del mondo intero, e dell’Argentina in particolare), facendole capitolare senza altro motivo vero che non fosse quello piratesco e speculativo. Tant’è vero che Soros non mette piede in Asia, se non in gran segreto. Putroppo, ad accorgersi di queste losche manovre macro-economiche e macro-speculative, non sono stati solo i cambiavalute dell’Asia (quasi tutti indiani e mussulmani), abituati da sempre a considerare il dollaro valuta sicura e affidabile, e beffati atrocemente dalla svalutazione continua e prolungata dei loro pacchetti-dollaro, gelosamente conservati nelle loro personali riserve bancarie.
CHI SONO I VERI TERRORISTI?
Non sono stati solo i taxisti, i meccanici, gli albergatori, i contadini e i negozianti di tutto l’Oriente. Se ne sono accorti anche i terroristi. Se ne è accorto pure Bin Laden. Come non vedere e non fare collegamenti diretti e flagranti tra la sbadata e irresponsabile conduzione clintoniana della politica americana e le stragi delle Torri Gemelle, incluse le susseguenti guerre irachene ed afghane? Come non accorgersi che le colpe dei disastri non stanno affatto nella amministrazione Bush, ma piuttosto nelle due precedenti targate Billy Clinton e George Soros? Chi sono dunque i veri guerrafondai dell’America dei nostri tempi? I repubblicani o i democratici? L’altra domanda che viene immediatamente in testa è ancora più angosciante. Chi sono i veri terroristi del mondo? Bin Laden, Sadam Hussein, Hamas e i governanti iraniani e pakistani, o la stessa cricca opportunistica oggi al potere in Washington e dintorni, che sta facendo, per ora, delicato e sapiente uso del comodo giocattolo Barack Obama?
L’ASIA DI OGGI È MOLTO PIÙ ARGUTA E SCETTICA DELL’EUROPA SULLA SITUAZIONE REALE DELL’AMERICA
L’Asia odierna è molto più sveglia e realista dell’Europa. I giornalisti, la stampa e la televisione dei nostri paesi, tradizionalmente critica e pungente verso gli Stati Uniti, ha issato bandiera bianca e ha steso sentieri fioriti al nuovo presidente, in una ipnosi collettiva di elogi e di attese degna più di paesi colonizzati, piuttosto che di nazioni pensanti con la propria testa. È un atteggiamento irresponsabile e pazzoide, in perfetta linea con quanto desiderato dalla lobby clinton-sorosiana. L’Asia, scottata e bruciacchiata per bene dalla cosiddetta alleata America, esprime apprezzamenti e giudizi assai più realistici sulla situazione americana nel suo complesso.
La nomina di Hillary Clinton a Segretario di Stato viene vista in Indonesia, e un po’ dovunque da queste parti, come una mossa piena di insidie e di tranelli per il nuovo presidente Barack Obama. Troppi nodi del passato, troppe corruzioni, troppi legami truffaldini, troppi collegamenti tra il marchio Clinton e le disgrazie non ancora superate di questo continente. Ci vorranno almeno venti e più anni all’Asia per saltar fuori dallo tsunami finanziario-valutario, e per guarire dalle politiche omicide-suicide dell’America attuale. L’Indonesia ha accolto il trionfo di Obama con entusiasmo, scrive Sara Weleb della Reuters sul Jakarta Post del 6 dic 08, anche perché Barack spese parte della sua adolescenza proprio nei dintorni di Jakarta, per cui molti indonesiani sperano che il nuovo presidente americano non se ne dimentichi, e sappia rendere più strette e fruttuose le relazioni degli USA con questa nazione che conta oltre 200 milioni di abitanti.
GLI ALTARINI INDONESIANI DI BILL CLINTON
Il problema Hillary esiste, date le forti connessioni della famiglia Clinton con James Riady, finanziere indonesiano che ha le mani sui media, sul sistema bancario e sui maggiori beni immobili di questo paese, e mantiene pure legami a doppia mandata col potente Lippo Bank Group. Nel 2001, Riady pagò allo stato indonesiano una cifra record di 8,6 milioni di US$ in sanzioni economiche per i suoi enormi contributi illegali a favore delle campagne presidenziali Clinton degli anni 90. Le relazioni Riady-Clinton sono state sempre giudicate tossiche e sospette da queste parti. Il fatto stesso che Hillary sarà la prossima Segretaria di Stato richiederà un alto livello di vigilanza da entrambe le sponde del Pacifico, ha scritto Jeffrey Winters, professore di politica economica alla North-Western University di Chicago, in una sua e-mail sull’argomento.
IL NOCCIOLO DEL PROBLEMA È IL SUPPORTO AMERICANO ALLA LOBBY INDUSTRIALE DELLA CAPITALE INDONESIANA
Il fatto che i Riady fossero coinvolti in un caso di eclatante corruzione coi Clinton è comunque di seconda importanza rispetto al nocciolo del problema. La maggiore preoccupazione che si nutre da queste parti è infatti il leverage, cioè il supporto, che sarà dato dagli USA a determinati circoli governativi ed industriali della capitale indonesiana. Per evitare uno scandalo devastante, fatto di legami sordidi e di mine politiche, Barack Obama dovrebbe piazzare i Riady al primo posto nella lista dei vigilati speciali.
LA STORIA DELLA CIA, UN LIBRO CHE SPIEGA MOLTE COSE IMBARAZZANTI
Un libro di Tim Weiner, The History of CIA, è stato pubblicato nelle scorse settimane e cade proprio nel momento giusto. In questo volume, che persino il presente governo indonesiano non pare aver eccessivamente gradito, si dice che Le relazioni USA-Indonesia hanno oscillato parecchio negli ultimi anni. Adam Malik, che divenne vicepresidente negli anni 60, era controllato e marcato a vista dalla CIA. Gli USA erano infatti allarmati dalle posizioni filo-comuniste di Sukarno, e nel 1965, il generale Suharto prese il potere con un colpo di stato, seguito da una purga anti-comunista che causò 500 mila morti. Gli USA diedero poi a Suharto pieno appoggio per oltre tre decadi di governo anti-democratico e liberticida, concedendogli pure via libera per l’invasione di East Timor nel 1975, e chiusero gli occhi ai suoi abusi contro i diritti umani in Indonesia. La storia della CIA sta dunque mettendo a nudo molti fatti del recente passato. Fatti che suonano da monito per il domani delle relazioni USA-Indonesia. La nomina di Hillary a Segretaria di Stato, è già considerata un importante passo di Barack Obama, ma nella direzione sbagliata.
I MONATTI AMERICANI DELL’AIDS E DELLA B12
I legami di Clinton con Soros, di Clinton con Gates, di Clinton e Soros con i monatti americani dell’Aids e coi centri di potere palese ed occulto che gravitano intorno ad Atlanta, sono motivo di gravi preoccupazioni non solo in Indonesia, ma anche in India ed in Cina e Vietnam, dove Clinton, nota bene, è stato nominato nuovo presidente non degli USA, ma della farsa Aids. Cosa c’entrano l’Aids e la B12 con i fatti della politica? C’entrano eccome. Abbiamo visto i legami tra politica e soldi, tra corrotti e corruttori, tra presidenti di facciata e presidenti reali. Abbiamo visto le trame che si intessono a tavolino e la cinica determinazione di prendersi gioco di interi paesi e di intere popolazioni, inclusi governi, capi di stato e re. Abbiamo pure spiegato in altri articoli di come Clinton e Soros abbiano imparato dal Vaticano a vendere indulgenze e ad accaparrarsi eredità da vecchiette morenti e da filantropi idioti. Per adesso non hanno fondato uno stato Aidsico, con tanto di territorio, di presidenti e ministri, di ambasciate e consolati, ma ci stanno seriamente pensando. I consolati già li posseggono. In ogni paese del mondo sono nate fondazioni Aids che manovrano cifre da far impallidire le stesse sedi diplomatiche, che sono invece costantemente a corto di fondi. È solo questione di tempo.
Aids e B12 sono i santini tarocchi della loro religione venale, come lo sono del resto, a livelli meno eclatanti, Ferro-eme e Omega3. Finché il mondo intero continua a parlare di Aids e B12, credendoci pure, e non mandando a quel paese chi sta dietro quelle sigle bislacche, coi loro ricercatori da due lire bucate, loro, le sanguisughe planetarie, continueranno ad ammazzare impietosamente bovini e pollame, suini e pecorelle, e a farsi gioco di una popolazione priva di spirito, priva di grinta, priva di principi, priva di palle.
LE SIMPATICHE TROVATE DELLA FDA AMERICANA
La faccenda Aids è diventata un fatto strumentale e non più accessorio, come del resto sono strumentali tutti gli interventi di tipo sanitario internazionale, incluso la faccenda melammina, incluso la aviaria, incluso gli allarmi influenzali e le vaccinazioni ad ogni nuova stagione per le persone e per gli animali. Nel caso della melammina l’America, con la Ndc (National Dairy Council) e la Fda (Federal Drug Administration), ha dato una mano a se stessa e ai casari corrotti del mondo intero, approvando in modo scandaloso un livello melammina di 2.5 in ogni prodotto caseario, escluso il latte in polvere per bambini. Come dire che ai poppanti è vietato pisciargli e caccargli in bocca (giusto), mentre agli adulti si può tranquillamente fare (sbagliato). Chiedo scusa ai lettori per la rudezza del linguaggio. Ma troverei ancora più sconvolgente ed irritante usare termini normali tipo orinare e defecare, di fronte a istituzioni corrotte e criminali come quelle che stanno dettando ordini ai ministeri della sanità, alle USL, ai pediatri e ai disorientati medici del mondo intero.
La cosa non mi riguarda poiché sto lontano da ogni latticino, ed ho pure imparato a boicottare il cioccolato al latte, ed ogni prodotto confezionato ed inquinabile. Più che mai interessanti le banane e gli ananas, caro ministro Zaia, che vorresti l’italiano medio disteso a letto col cancro allo stomaco e la pipì melamminica in bocca. Alle banane e agli ananas nessuno ci mette dentro pipì e cacca, né al 2,5% né allo 0,0001%.
LA PUBBLICITÀ DEI FILO-MANGIA-MERDA E DEI RICERCATORI DA STRAPAZZO IPNOTIZZATI DAL FALSO PROBLEMA B12
Lo dico a favore dei poveretti che continuano, loro malgrado, a bazzicare nel latte di animali diversi dall’uomo, credendo in chissà quali virtù nutrizionali del medesimo. Lo dico a favore dei succubi della pubblicità filo-mangia-merda che continua a diffondere notizie false e tendenziose sulla B12, con ricercatori carnivori, ma anche vegani, ipnotizzati dagli ispiratori iniziali dello sconcio. Tutti spaventati e con la coda tra le gambe alla ricerca di più B12 per alzare il livello verso chissà quali quote. Dimenticandosi che più bassa è la B12 (stando tutti i valori in armonia, inclusi i valori di omocisteina e di B9, cioè di folati derivanti dalle piante, incluse le altre vitamine B e non solo B) e migliore è il nostro sangue, più scorrevole e meno soggetto a infarto ed ictus. La gamma ampia delle quote B12 indicata dalla Fda (da 156 a 1200) è spaventosamente ampia, stranamente ampia, proprio perché esiste una grossa ignoranza e una grossa corruzione su questa vitamina-fantasma. Come può essere ammesso un minimo di 156 e un massimo 8 volte maggiore? Dove sta la logica? Perché poi nessuno parla del cambiamento dei minimi da 80 (livello giusto preteso inizialmente dalla WHO quando non c’era ancora la dilagante corruzione Fda) a 156 (livello richiesto dalla Fda a giustificazione dei livelli proteici di 300 g/giorno, oggi ridotti di 4 volte e portati a 75 g, tuttora eccessivi?) Perché nessuno si chiede come mai la Fda non riduce coerentemente la quota B12 e la riporta a 80?
LA STUPIDITÀ POPOLARE CHE MANTIENE AL POTERE I CLINTON E I SOROS
La voglia di prendersi gioco della gente, di imbrogliarla da quando nasce a quando crepa, la voglia di irridere, la voglia di sodomizzare il globo terrestre, parte dai microbi e dai medicinali, per arrivare al petrolio, alle armi, alle valute, alla moda, al gioco del calcio, alle bombe atomiche. Le vittime di queste politiche sono la natura, gli animali e gli uomini. La ganga maligna americana queste cose le ha capite, per cui non opera affatto a compartimenti stagni, ma a politiche globali. L’Aids è una bandiera. Poco importa se dietro di essa c’è il vuoto assoluto. Essa rimane il simbolo della congiura e dell’imbroglio planetario. Il simbolo della stupidità umana elevata al cubo. Quella stupidità che permette a Clinton e Soros di dare i Nobel a piacimento a gente come Montagnier, di girare il mondo a raccogliere onori, di stampare libri che vengono acquistati e magari letti (senza capire quanto dicono), di guardare Obama ed Hillary col sorriso ebete della speranza in un mondo migliore.
Valdo Vaccaro
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