LETTERA
Carissimo Valdo. Prima di tutto vorrei ringraziarti di cuore per la tua immediata risposta. Ammetto che mi sento onorata che hai riconosciuto e apprezzato in modo particolare la mia sensibilità e il mio affetto per chi mi sta vicino e mi è caro. Ti vorrei ringraziare per questo. Mi ha toccato la tua grande empatia che hai mostrato nei miei confronti (vedi tesina “Combattività e spirito vincente contro leucemia e sangue alterato“).
Vorrei cogliere l’occasione per aggiornarti brevemente sullo stato di mio papà e chiederti un altro consiglio. Purtroppo da qualche giorno il suo gonfiore è peggiorato. Le gambe si sono gonfiate e indurite, la mamma ha notato il gonfiore anche sul viso ma non cosi evidente. La cosa che ci preoccupa di più è che ha iniziato a perdere tanto liquido chiaro bianco da tutte e due le gambe lasciando dietro di sé delle vere pozzanghere d’acqua.
Penso che è incredibile come il suo corpo stia cercando un modo tutto suo per cercare di togliere il pericoloso eccesso d’acqua che si è creato, il più presto possibile. Ma nonostante tutto sono molto preoccupata e non capisco del tutto il motivo di questo fenomeno. Per questo ti prego di aiutarmi. Questo fatto lo ha indebolito e buttato giù di morale, disorientandolo parecchio. La mamma ha paura che, se questo gonfiore non si ferma, inizierà ad accumularsi acqua anche nei polmoni mettendo a rischio la sua vita.
Non vorrei che questo problema, peggiorando ancora, diventi ingestibile e ci costringa a ricorrere ai metodi di emergenza, spesso invasivi e tossici, che vengono usati in queste gravi situazioni negli ospedali o al pronto soccorso. È comprensibile la nostra grande preoccupazione? Mi rendo conto che rassicurare sia me che la mia famiglia può diventare complicato in queste circostanze.
Secondo te questa crisi eliminativa può diventare pericolosa per mio babbo? La perdita dei liquidi può significare nel suo caso un peggioramento oppure al contrario è un segno positivo? Cosa ancora possiamo fare per aiutarlo al meglio? Tu cosa ci consigli di fare in questa situazione? Dovrebbe forse ritornare al crudo 100% come al inizio? Riguardo i tuoi suggerimenti per la ritenzione idrica li stiamo mettendo in pratica. Aspetto con fiducia una tua risposta e ti ringrazio per il tuo prezioso tempo. Con affetto.
Iwona
RISPOSTA
CHE COS’È L’EDEMA PERIFERICO
Ciao Iwona. La perdita di liquidi dalle gambe è spesso segno di un’alterata circolazione venosa complicata da ferite superficiali o ulcere venose. Uno dei disagi più comuni provocati dalla ritenzione idrica è il gonfiore alle gambe. Trattasi di un problema diffuso. Molta gente ne soffre, soprattutto i più anziani e soprattutto con la stagione estiva. Questo tipo di edema, anche conosciuto come edema periferico, consiste nell’aumento di tessuti dato da un accumulo eccessivo di liquidi in quella zona. L’aumento dei tessuti non provoca dolore e può interessare entrambe le gambe, le caviglie e anche le cosce. A causa della forza di gravità però il gonfiore si manifesta soprattutto nelle estremità più basse del corpo.
CAUSE DI EDEMA
Le alte temperature rallentano i processi di smaltimento delle tossine, agiscono come un freno sulla nostra circolazione rendendo per questo difficoltoso il lavoro dei sistemi venoso e linfatico che sono quelli chiamati a smaltire le scorie metaboliche. Ecco che ci sentiamo stanchi ed appesantiti. Il problema è dunque metabolico e la ritenzione idrica ne è un segnale importante, che non bisogna sottovalutare. Il fatto di accumulare liquidi nell’organismo è il segno che qualcosa nel nostro corpo non funziona al meglio.
LA SUDORAZIONE È UNO STRUMENTO PREZIOSO
Se durante l’inverno e la primavera si sono accumulate tossine, se si sono presi dei chili, se si è mangiato in modo esagerato e scorretto, muovendosi assai poco da poltrone, letti e divani, è una vana speranza quella di pensare che, arrivata la bella stagione e magari sotto lo stimolo dei vestiti più leggeri e del costume da bagno, si riesca a dimagrire. L’acqua deve fluire, non ristagnare! Per cercare di abbassare la temperatura, per contrastare la calura dell’ambiente esterno, si suda. Sebbene siamo portati a pensare al sudore come a una brutta cosa, a un fenomeno da nascondere e da contrastare con deodoranti, esso è invece uno strumento prezioso che ci consente di regolare il nostro metabolismo e far funzionare al meglio il corpo. Quando fa caldo l’acqua va dispersa, buttata fuori e ricambiata. È così che viene usata per raffreddare e mantenere attivo il nostro motore metabolico. La presenza di edemi e ristagni significa che stiamo trattenendo liquidi anziché disperderli e questi, infiltrati nei tessuti, non ci raffreddano ma aumentano l’infiammazione. Far ripartire il metabolismo è il primo passo. Bisogna ridurre i rifiuti metabolici. Se il nostro organismo accumula liquidi e scorie significa che ci sono fattori che ne rallentano il lavoro. Nell’ordine delle priorità, assicurare nutrimento viene prima rispetto a fare le pulizie depurative. Fare regolare esercizio fisico associato a respirazione e catturare energia solare è basilare. Zero sale, zero zucchero, zero fumo, zero alcol, zero caffè e zero cole.
PRINCIPALI CAUSE DI RITENZIONE IDRICA
- Ritenzione idrica alimentare: causata da una dieta ricca di sale e zuccheri, o da intolleranze alimentari.
- Ritenzione idrica circolatoria: dovuta a cattivo funzionamento del sistema venoso e linfatico.
- Ritenzione idrica iatrogena: da abuso di antinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva e contraccettivi.
- Ritenzione idrica secondaria: derivante da gravi patologie come insufficienza renale o cardiaca, patologie alla vescica o del fegato, ipertensione arteriosa, congestione degli organi di depurazione.
MAGGIORE CURA PER RENI, FEGATO, INTESTINO E FORMULA DEL SANGUE
Se gli organi deputati allo smaltimento dei liquidi e delle tossine lavorano male, sarà inevitabile un accumulo dei rifiuti metabolici. Reni, fegato e intestino sono i nostri filtri, i principali registi della depurazione. Tutto ciò che comporta per loro un superlavoro, contribuisce ad aumentare l’accumulo di tossine. Risolvere disturbi come stipsi e disbiosi, che implicano alterazione della flora batterica intestinale, migliorare la diuresi e ridurre l’eccesso di lipidi nel sangue defaticando il fegato, può tradursi in una riattivazione generale dei processi metabolici.
PERMEABILITÀ A LIVELLO DEI CAPILLARI, CON TRAVASO DEI LIQUIDI ALLE ZONE INTERSTIZIALI
Un sistema circolatorio che non funziona correttamente predispone alla ritenzione e al sovrappeso per diverse ragioni. Innanzitutto poiché influisce sulla quantità di energie spese dall’organismo nel metabolismo basale. In secondo luogo un sistema venoso incapace di compiere il proprio lavoro lascia nei tessuti materiali di scarto che poi si infiltrano e stagnano nel connettivo. Infine fragilità permeabilità e infiammazione a livello dei capillari, aprono la strada al travaso di liquidi dal circolo alle zone interstiziali. L’efficienza del sistema circolatorio, cuore compreso, è poi essenziale per far arrivare il nutrimento ai muscoli, il nostro più potente brucia-grassi.
SISTEMA LINFATICO DISTRETTO CHIAVE E PRIMO SPAZZINO DEL SISTEMA
Meno conosciuto e considerato del suo gemello cardiocircolatorio-sanguigno, il linfatico è un complesso sistema di vasi che recupera dagli spazi interstiziali i liquidi che non sono stati recuperati dal flusso venoso. La linfa è il fluido che circola in questi vasi e che può diventare più denso se le tossine di cui si carica sono in eccesso. Esempio, la linfa è più spessa all’inizio del ciclo, mentre scorre più fluida dopo l’inizio del mestruo. Il sistema linfatico garantisce il drenaggio, ma è anche un sistema chiave per la nostra immunità. Nei linfonodi lungo le vie linfatiche vengono prodotti linfociti, il nostro esercito di difesa nei confronti di microrganismi estranei ed indesiderati.
TROPPO SALE E TROPPO ZUCCHERO
Ci sono molte abitudini che possono peggiorare la ritenzione idrica e l’accumulo di tossine e molte di queste le attuiamo a tavola. Al primo posto vi è il consumo eccessivo di sale. Ma anche troppo zucchero fa male, poiché favorisce l’accumulo di grasso che a sua volta genera infiammazione e ritenzione. L’aumento dei livelli di insulina, generato da una dieta sbilanciata in carboidrati, può rendere difficile espellere il sodio. La reazione dell’organismo a ciò che viene considerato un pericolo determina la produzione di istamina, che provoca ritenzione idrica e gonfiore.
IL PARADOSSO DELLA RITENZIONE IDRICA IN FASE SUPERDEPURATIVA
Se si soffre di ritenzione e di sovrappeso e ci si mette a dieta strettissima si peggiora lo stato delle cose. Regimi alimentari troppo restrittivi mettono in allarme il metabolismo che reagisce andando in modalità risparmio. Brucerà ancora di meno e tenderà ad accumulare grasso, che è legato a doppio filo con la ritenzione. Sono soprattutto diete sbilanciate, con un’insufficiente quantità di nutrienti che possono innescare la reazione del corpo. Può addirittura accadere che la ritenzione faccia la sua comparsa solo quando si è a dieta, mentre tende a regredire quando si adotta un regime alimentare che impone al corpo meno sacrifici.
LA POMPA DEL PIEDE ALLENATO SPINGE VERSO L’ALTO LA LINFA
Se il sangue è movimentato dal cuore, la linfa deriva la sua spinta dall’apparato muscolare. La sua risalita dai distretti periferici avviene infatti grazie ai muscoli. Ecco perché, se si è di fronte a una situazione di stasi linfatica, uno dei modi per favorire il drenaggio è muoversi. Per drenare i liquidi e le tossine, soprattutto nella parte bassa del corpo, è necessario condurre una vita attiva, fare sport, in una parola muoversi. Nel piede è presente una pompa che spinge verso l’alto la linfa e il sangue venoso ricco di scorie e di liquidi di scarto. I muscoli del piede e dei polpacci sono pertanto determinanti. La sedentarietà è una delle cause del sovrappeso. Il movimento è un vero attivatore metabolico, poiché consente di bruciare le riserve di grasso, di ridurre l’infiammazione a livello tissutale e di stimolare la circolazione. Stare in piedi per un periodo di tempo esteso o rimanere seduti a lungo davanti al computer, o alla guida di un’auto, o neri viaggi in treno ed in aereo, può causare un’accumulazione di fluidi in eccesso nelle gambe e nelle caviglie. Le insufficienze venali sono causate da alcune valvole deboli nelle gambe, che portano al formarsi delle vene varicose.
SQUILIBRI DA ESTROGENI, DA CORTISOLO E DA ORMONI TIROIDEI
Sono molti gli ormoni che possono portare il corpo a trattenere liquidi. È il caso ad esempio degli estrogeni, gli ormoni femminili che sono la spiegazione del gonfiore che precede il ciclo e che rendono questo disturbo così frequente nelle donne, anche in gravidanza. La pre-menopausa, in quanto periodo di transizione fra la regolarità del ciclo e la sua scomparsa, è caratterizzata da uno squilibrio maggiore a livello ormonale e quindi non è infrequente che vi sia una difficoltà maggiore a smaltire liquidi e scorie. Se in menopausa la cellulite tende a scomparire, è possibile che invece intervengano altri fattori a determinare gonfiori, sovrappeso e ritenzione, come l’aumento di ormoni come il cortisolo. Ci sono poi gli ormoni tiroidei che, se non prodotti in quantità sufficiente, determinano un rallentamento metabolico.
CORTISOLO E ALDOSTERONE AUMENTANO LA MASSA GRASSA
I fattori psicologici hanno un peso non trascurabile su fenomeni come l’aumento di peso e la tendenza a trattenere i liquidi. Gli ormoni dello stress, cortisolo e aldosterone, possono infatti determinare un aumento della massa grassa nell’organismo e possono influenzare la ritenzione, agendo anche sul metabolismo del sodio a livello cellulare. Se lo stress diventa cronico i livelli di questi ormoni restano alti. Essere sotto pressione induce ad eccessi alimentari per compensare la tensione.
SOVRAPPESO ED OBESITÀ
Altre cause di ritenzione idrica sono il sovrappeso e l’obesità, in quanto responsabili dell’instaurarsi di una insufficienza venosa e linfatica. È risaputo che mettersi a dieta comporta subito una perdita di liquidi imponente. Il legame tra grasso ed acqua è nel rapporto di 1 a 3. Perdendo 1 molecola di grasso se ne perdono 3 di acqua. Perdendo 1 grammo di grasso se ne perdono 3 di acqua. Questo fa ben capire il motivo di tanta diuresi nelle prime settimane.
FARMACI RESPONSABILI DI RITENZIONE
Sono molti i farmaci che hanno tra le controindicazioni la ritenzione idrica. Tra quelli sotto accusa vi sono i cortisonici, gli antinfiammatori, i contraccettivi e le terapie ormonali come quelle per l’infertilità o quelle sostitutive che vengono prescritte durante la menopausa. Se l’organismo è sano la ritenzione si risolve con la sospensione del farmaco. Anche l’assunzione di antibiotici, sovraccaricando gli organi deputati allo smaltimento delle tossine, può rendere difficoltoso il drenaggio del corpo. Il problema della ritenzione idrica infatti non può essere risolto semplicemente assumendo dei medicinali che agiscono sui sintomi. Se non si interviene sulle vere cause della ritenzione, la si vedrà tornare di continuo. Non può bastare il prosciugamento di una pozza d’acqua sul pavimento di casa se non si ferma la perdita d’acqua che l’ha alimentata. La pozza tornerà a riformarsi. La correzione deve dunque avvenire a livello metabolico per avere risultati duraturi. Senza contare che l’assunzione di diuretici di sintesi non è affatto esente da rischi ed effetti collaterali.
ESSUDATO DAI CAPILLARI SANGUIGNI
I capillari sono dei piccolissimi vasi sanguigni che trasportano e cedono ossigeno e nutrienti ai tessuti, caricandosi poi delle sostanze di rifiuto e dell’anidride carbonica prodotte dagli stessi. I capillari cedono ai tessuti solo determinate sostanze come ossigeno, acqua, glucosio, lipidi, vitamine e minerali presenti nel sangue. In particolare, solo le sostanze inferiori a una certa dimensione riescono ad attraversare la parete capillare e a raggiungere i tessuti. Gran parte delle proteine, ad esempio, così come le stesse cellule del sangue, non riescono ad attraversare tale parete e rimangono all’interno dei capillari.
PROCESSI INFIAMMATORI LOCALI DA FERITE E ULCERAZIONI PORTANO A FLUSSO DI GLOBULI BIANCHI E AD EDEMA
In presenza di una ferita è necessario che le proteine e le cellule del sangue (in particolare i globuli bianchi) raggiungano il sito della lesione, per coordinare i processi riparativi e scongiurare eventuali infezioni. Per questo motivo, in presenza di un processo infiammatorio (causato da una ferita o da altri fattori), la permeabilità capillare aumenta. Di conseguenza, dai capillari fuoriescono anche maggiori quantità di liquido, che si accumulano nella lesione costituendo il cosiddetto essudato. Questo è il motivo per cui le ferite e gli altri processi infiammatori locali sono spesso accompagnati al gonfiore della zona, detto edema. L’essudato può contenere molteplici sostanze, fra cui acqua, elettroliti, sostanze nutritive, mediatori di infiammazione, leucociti, enzimi proteolitici, fattori di crescita e materiali di rifiuto. L’essudato si differenzia dal trasudato, che non è di natura infiammatoria e non presenta quindi proteine e cellule.
TRASUDATO, CAPILLARI SANGUIGNI E CAPILLARI LINFATICI
Accanto ai capillari sanguigni troviamo i capillari linfatici. La loro funzione è di riassorbire l’eccesso di liquido fuoriuscito dai capillari sanguigni, evitando che questo si accumuli nei tessuti. In condizioni normali, i capillari linfatici assorbono solo piccole quantità del liquido fuoriuscito dai capillari sanguigni. Circa il 90% di tale liquido viene infatti riassorbito dagli stessi capillari sanguigni. Immaginare i capillari come sottili tubicini, che nella parte iniziale (estremità arteriosa) cedono liquido (filtrazione) e nella parte finale (estremità venosa) lo riassorbono (riassorbimento). Tale meccanismo è permesso dai differenti gradienti di pressione tra il sangue capillare e i liquidi interstiziali. Quando tali pressioni variano rispetto alla normalità si registrano delle anomalie nei processi di filtrazione e riassorbimento. In particolare, quando la pressione all’estremità venosa aumenta, il riassorbimento perde efficacia, per cui quantità eccessive di liquidi ristagnano negli spazi interstiziali e il tessuto si gonfia. In presenza di lesioni cutanee la fuoriuscita dei liquidi edematosi è favorita e la perdita di liquidi dagli arti può risultare significativa.
POMPELMO E ANGURIA TRA I MIGLIORI RIMEDI POSSIBILI
Il pompelmo è un frutto molto efficace nel contrastare la ritenzione idrica ed è, inoltre, molto utile per coloro che vogliono depurare l’organismo, prendersi cura del fegato e perdere peso, dato che aiuta a sciogliere i grassi. Pure l’anguria, grazie al suo alto contenuto d’acqua, è un meraviglioso diuretico . Più del 90% del suo peso è costituito da acqua, e, inoltre, apporta soltanto 20 calorie ogni 100 grammi. È ricca di vitamina C, vitamine del gruppo B, potassio e licopene, un pigmento che aiuta a prevenire il cancro. Non manchi ogni giorno estivo da uno a 3 bicchieri di succo di pompelmo, o da 1 a 3 belle fette di anguria. Ananas, sedano, zenzero, carciofo, finocchio, rape, ravanelli, bietole, porro, tarassaco, alghe, cipolla, malva, crescione, pomodori, zucchine sono pure ottime risorse. La cipolla cruda e cotta favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Bollire due o tre cipolle in un litro d’acqua, per 15 minuti. Si può bere il brodo sia durante i pasti che mezz’ora prima.
PEDILUVI DI EQUISETO
Se l’accumulo di liquidi si verifica soprattutto nei piedi e nelle gambe, fare quotidianamente dei pediluvi con della coda cavallina o equiseto e del rosmarino. Mettete a bollire per 5 minuti un litro d’acqua con due cucchiaiate di coda cavallina e due di rosmarino, spegnere il fuoco e lasciar riposare per 10 minuti, filtrare e aggiungete mezzo cucchiaio di sale. Quando l’acqua è tiepida, fare un pediluvio di 15-30 minuti.
DOCCE FREDDE AGLI ARTI INFERIORI
Quando siete nella doccia, mettete l’acqua ben fredda e indirizzare il getto d’acqua lungo il lato esterno della gamba destra. scendendo poi lungo il lato interno della stessa gamba. Stessa cosa con la gamba sinistra. Per asciugare usare un asciugamano ruvido e frizionate leggermente la pelle, dal basso verso l’alto.
MASSAGGI ALLE GAMBE E DORMIRE CON LE GAMBE RIALZATE
Preparate un unguento per le gambe che potrete applicare sempre dopo la doccia. Mischiate un gel base, con normale crema idratante abituale, con un gel di aloe vera o un olio vegetale di mandorla, sesamo, olive, aggiungendo qualche goccia di oli essenziali di rosmarino o di ippocastano o di bacche di cipresso. Massaggio dal basso verso l’alto. Si può anche applicare alla pelle gonfia dell’aceto di mele allungato con l’acqua. Per contrastare la cattiva circolazione agli arti gambe e l’eccesso di liquidi ai piedi, un rimedio molto semplice è quello di posizionare un cuscino sotto i polpacci quando ci si corica.
LA MIGLIORE RISPOSTA POSSIBILE DEL CORPO NELLE SPECIFICHE CIRCOSTANZE
Detto questo, torniamo al caso di tuo padre. La perdita di acqua è un segno assolutamente positivo, un segno di vitalità e funzionalità del corpo, anche un segnale di adattamento alle difficoltà del clima. Da un punto di vista strettamente metabolico la perdita di liquido è una risposta intelligente e rimediale del corpo. La migliore risposta che il corpo sia in grado di dare davanti a una situazione di emergenza e di stress metabolico. Il tutto si inquadra nella legge millenaria per cui ogni anomalia insorge solo quando serve e dura solo finché necessario.
STRATEGIA DELLA SERENITÀ E DELL’INDIFFERENZA
Non si deve fare niente al di fuori di quanto qui riportato nella presente e al di là di quanto detto in precedenza. Usare il buonsenso e adottare la politica della serenità. Dategli da mangiare bene, rispettando i suoi gusti e il suo appetito, e soprattutto continuate a rincuorarlo col sorriso e senza troppa apprensione. Serve un po’ la strategia dell’indifferenza e del saperla prendere con filosofia. Niente ipocondria e niente inutili paure ed inquietudini. L’ho detto e lo ripeto che noi abbiamo un corpo comunque autoguarente. Vivere fiduciosi e non in costante attesa di drammatiche prospettive di peggioramento. Quelle, se devono venire davvero, già vengono da sole e nessuno le ferma.
È D’OBBLIGO LIBERARSI DA OGNI PENSIERO NEGATIVO
Non esiste al mondo niente e nessuno che possa aiutare tuo padre all’infuori di se stesso, e ovviamente di chi lo segue con infinito affetto come te e tua madre, meritevoli di grande ammirazione e plauso. Se esiste un fatto drammatico non sono certo i sintomi e le sofferenze, per quanto fastidiose esse possano rivelarsi, quanto l’attesa spasmodica di un evento negativo, il vivere in stato di tensione e di ansia che non hanno alcuna ragione d’essere.
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti