LETTERA
UNA PATOLOGIA GENETICA DEVASTANTE
Gentile dr Vaccaro, sono affetta fin dalla nascita da Fibrosi Cistica o Mucoviscidosi. Le scrivo perché un mio caro amico (del gruppo di Franco Libero Manco) mi ha suggerito di rivolgermi a lei, essendo convinto che con una cura diversa da quella tradizionale medica, potrei migliorare, se non guarire completamente. Gli ho spiegato in tutti i modi che questo non è possibile, essendo il mio male genetico e devastante, se non tenuto sotto controllo con antibiotici, cortisone e altri farmaci.
LO SPORT MI HA AIUTATA A SOPRAVVIVERE AL MEGLIO
Vivo attualmente con l’ossigeno-terapia, e assumo tutti i medicinali previsti fin da bambina (enzimi pancreatici per assimilare i cibi, fluidificanti, aerosol-terapia, fisioterapia estenuante, ecc).
Ho 46 anni e fino a oggi sono riuscita a tenere a bada questa brutta patologia degenerativa grazie alla costante attività sportiva.
CHIEDO CONFERMA CHE NON ESISTONO CURE ALTERNATIVE
Ora però sono bruscamente peggiorata, al punto da essere in lista per il trapianto dei polmoni.
Le chiedo cortesemente di confermarmi che non esiste una cura alternativa alla medicina tradizionale per la fibrosi cistica, dato che il mio amico non si convince, e vorrebbe aiutarmi in tutti i modi.
La ringrazio per l’attenzione.
Dr.ssa Alessandra B.
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RISPOSTA
L’IGIENISMO È CONTRARIO AL TRAPIANTO DI ORGANI
Ciao Alessandra, più che darti una conferma in un senso o nell’altro, vedrò di chiarire meglio il tuo problema. Alla fine sarai tu a decidere quale strada scegliere.
L’igienismo è decisamente contrario alla soluzione estremistica del trapianto. Se un corpo umano è in grado di sopportare bene un insulto fisiologico di quella portata, a maggior ragione potrà resistere ad altre vie intermedie, a innocenti sollecitazioni di tipo igienistico.
Questo, se vuoi, è il senso e il motivo della mia risposta.
DEFINIZIONE DI FIBROSI CISTICA
La fibrosi cistica (FC), o malattia fibrocistica del pancreas, viene descritta dal manuale Merck come la più frequente patologia ereditaria a esito letale nella popolazione bianca, e si verifica in USA con la frequenza di 1/33000 nei nati vivi di razza bianca, 1/32000 nei nati di razza asiatico-americana e 1/15300 nei nati di razza nera.
Malattia ereditaria delle ghiandole esocrine, ad interesse prevalente per l’apparato gastrointestinale e per quello respiratorio, è in genere caratterizzata da malattia cronica polmonare ostruttiva, da insufficienza respiratoria, da insufficienza pancreatica esocrina, e da concentrazione elevata di elettroliti nel sudore e nelle urine.
DUE PAROLE SUL MENDELISMO E SULLA GENETICA
Ricordiamoci pure che Gregor Mendel (1822-1884), naturalista austriaco, dalle sue ricerche sulla ibridazione dei vegetali, dedusse le leggi della ereditarietà dei caratteri (le 3 leggi di Mendel), da cui il Mendelismo, ossia la legge della ereditarietà dei caratteri nell’incrocio di due individui, animali o vegetali, che è base della moderna scienza genetica.
LE TRE LEGGI DI MENDEL
Per la 1° legge di Mendel, detta legge della dominanza, se due individui differiscono tra loro per una sola coppia di caratteri (detti antagonisti), la prima generazione mostrerà solo uno dei due caratteri, detto dominante (AA), a esclusione dell’altro, detto recessivo (aa).
Per la 2° legge di Mendel, detta legge della segregazione, gli individui di una seconda generazione saranno per 1/4 di razza dominante, e per 2/4 di razza ibrida (eterozigoti o recessivi).
Per la 3° legge di Mendel, detta legge di indipendenza, se si incrociano due individui, diversi in 2 o 3 coppie di caratteri antagonisti, le varie coppie di caratteri si comportano in tutti i modi possibili, secondo proporzioni dettate dal calcolo delle probabilità.
OMOZIGOTI DOMINANTI ED ETEROZIGOTI RECESSIVI
L’omozigote (dominante) presenta geni di origine paterna o materna, che sono puri per quel carattere.
L’eterozigote o ibrido è dunque colui che porta, latenti, i caratteri recessivi, i quali si renderanno manifesti in alcuni discendenti.
Circa il 3% della popolazione bianca è portatrice del gene della FC o fibrosi cistica, che si trasmette con modalità autosomica recessiva.
LIEVI ANOMALIE NEL CFTR, OVVERO NEL TRASPORTO EPITELIALE
Il gene responsabile della FC è stato localizzato a livello di 250000 paia di basi del Dna genomico sul braccio lungo del cromosoma 7. Esso codifica per una proteina associata alla membrana.
Tale proteina, detta CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), determina l’assenza di un residuo feninalinico e si riscontra nel 70% circa degli alleli (fattori genetici) della FC stessa.
Sebbene la funzione precisa della CFTR sia tuttora sconosciuta, sembra che essa regoli il trasporto di cloro e di sodio attraverso le membrane epiteliali. E, proprio gli eterozigoti, possono mostrare lievi anomalie nel trasporto epiteliale, anche se in modo asintomatico.
Le persone affette da assenza congenita bilaterale dei dotti deferenti, o da altre cause di azoospermia ostruttiva, presentano una frequenza aumentata di mutazioni in uno o entrambi i geni CFTR.
ACIDIFICAZIONE E MUCOSIZZAZIONE DELLE GHIANDOLE A SECREZIONE ESTERNA
Tornando terra-terra alla FC, tutte le ghiandole a secrezione esterna vengono coinvolte ed ostruite da materiale eosinofilo, vischioso, socio-potassico, fluorescente (eosinofilo deriva da eosina, con eos che in greco significa aurora). Si va dal pancreas alle ghiandole intestinali, ai dotti biliari intraepatici, alla colecisti, alle ghiandole sotto-mascellari, alle ghiandole sudoripare.
Pure le secrezioni duodenali diventano vischiose e contengono un mucopolisaccaride anomalo.
Ne va di mezzo pure la fertilità nel 98% dei soggetti adulti di sesso maschile, per alterato sviluppo dei dotti deferenti, o per altre forme di azoospermia ostruttiva (mancanza di spermatozoi vitali nel liquido seminale maschile). I bronchi dilatati vengono ostruiti da secrezioni mucoidi. Le pareti bronchiali si ispessiscono. Le vie aeree si riempiono di secrezioni viscose e purulente, i linfonodi ilari si ingrossano.
CARENZA DI OSSIGENO E CONSEGUENZE
L’ipossemia cronica (carenza di ossigeno) determina ipertrofia muscolare delle arterie polmonari, con ipertensione polmonare e ipertrofia del ventricolo destro del cuore.
Lo staffilococco aureus è il batterio più frequentemente isolato nel tratto respiratorio e, col progredire della malattia, si trasforma in Pseudomonas aeruginosa, una variante mucoide che si trova specificamente nella Fibrosi cistica.
I neonati con FC, se allattati con latte di soia o con latte materno, possono presentare ipoproteinemia, dovuta a malassorbimento delle proteine.
Nei climi secchi, i lattanti possono andare incontro ad alcalosi metabolica cronica con formazione di cristalli di sale sulla pelle.
INSUFFICIENZA PANCREATICA E SECREZIONI DUODENALI VISCOSE
Negli adolescenti ci può essere ritardo di crescita e ridotta tolleranza all’esercizio fisico.
L’insufficienza pancreatica si evidenzia nel’85-90% dei pazienti di FC, e si manifesta con la presenza di secrezioni duodenali particolarmente viscose.
I sintomi sono rappresentati da addome voluminoso e frequenti scariche di feci, abbondanti, untuose e maleodoranti.
TOSSE, SINUSITE, RESPIRO SIBILANTE, VASCULITE, ARTRITE
Il 50% dei pazienti adulti con FC si presenta con sintomi respiratori, tosse cronica, respiro sibilante, insieme a infezioni polmonari ricorrenti.
La tosse è il sintomo più molesto, ed è accompagnata da espettorato, da conati di vomito e da disturbi del sonno. Altre conseguenze sono la poliposi nasale e la sinusite cronica.
Nel 10% dei pazienti adulti si verifica un diabete insulino-dipendente e, a volte, si ha cirrosi biliare con varici. Altre complicanze infiammatorie possono essere la vasculite e l’artrite.
I test di funzionalità respiratoria mostrano ipossemia e riduzione della capacità vitale forzata.
Si trova inoltre un valore elevato della concentrazione di cloro nel sudore.
PROGRAMMI E SCOPI DELLA TERAPIA MEDICA
La medicina propone un programma terapeutico globale e intensivo.
Lo scopo della terapia è di raggiungere i seguenti obiettivi:
– Mantenere un adeguato stato nutrizionale
– Prevenire le complicanze polmonari respiratorie e le complicanze pancreatiche
– Incrementare l’attività fisica
– Provvedere sostegno psichico e sociale
Malgrado la miriade di problemi, sono impressionanti i successi dei pazienti di FC nel campo del lavoro ed anche in quello sentimentale.
UNA SERIE CONCATENATA DI CURE INVASIVE
Nello specifico, si parla di latte artificiale integrativo ai lattanti, assunzione di calorie e proteine con un 30-50% in più rispetto ai fabbisogni dietetici normali, vaccinazioni contro la pertosse, la varicella, il morbillo, e le influenze stagionali.
Per gli adulti, si passa a solide cure invasive, consistenti in antibiotici, aerosol, diuretici, ossigeno-terapia, corticosteroidi per rallentare il deterioramento della funzionalità polmonare.
Si arriva infine anche al trapianto polmonare.
LA SOLITA DEMONIZZAZIONE DEL SINTOMO E DELLA NATURA UMANA
Questa, in faticosa sintesi, la versione medica.
Un’interpretazione che è poi quella solita.
Il micidiale muco viscoso visto come il diavolo, e tutte le patologie conseguenti viste come altrettanti sotto-diavoli.
Tutte cose dunque da bloccare ed estirpare una ad una.
La colpa, secondo la medicina, è nella natura umana, imperfetta e malcongegnata, nell’eterozigotismo e nella modalità autosomica recessiva.
La FC è vista come malattia idiopatica e genetica, punto e basta.
LE LEGGI NATURALI DELL’AUTOGUARIGIONE VALGONO PER TUTTI, ANCHE PER GLI ETEROZIGOTI
Nell’igienismo, si riconosce l’esistenza del fattore genetico come uno dei fattori, e non necessariamente come il fattore unico e preponderante.
Tutto sommato il quadro tipico della FC è quello di un’intensa acidificazione del corpo e di un sistema immunitario messo quasi fuori uso dall’onnipresenza di muco-viscosità.
Le teorie genetiche non inficiano affatto le leggi naturali dell’autoguarigione, del recupero sinergico della salute, e la legge sulla migliorabilità di ogni situazione precaria.
ACIDIFICAZIONE, DEBOLEZZA IMMUNITARIA, RESPIRO CORTO E VARIE INSUFFICIENZE
In queste patologie si nota presenza costante non solo di acidificazione e di crisi immunitaria, come già detto, ma anche di respiro corto, di bassa vitalità, di alta salinità inorganica, tutte cose passibili di contrasto e di reversibilità.
Il corpo umano lavora per sinergie e mai a compartimenti stagni.
La medicina lo sa benissimo, ma ciononostante continua a dimenticarlo.
Parla in continuazione di insufficienza renale, di insufficienza cardiaca, di insufficienza pancreatica, di insufficienza respiratoria, ma raramente fa un discorso di coerente collegamento tra di esse.
OCCORRE OPERARE A LIVELLO OLISTICO E NON ZONALE
Essere eterozigoti, e pertato sottoposti a trasmissione autosomica recessiva e non dominante, può rappresentare sicuramente un fattore handicappante.
Potremmo anche qui parlare di insufficienza, chiamandola insufficienza genetica.
In un quadro corporale di tipo sinergico e non zonalizzato, un’insufficienza tira l’altra, per cui la ragione imporrebbe di operare in contemporanea su tutti i fronti, portando il paziente a delle migliorie e a delle quasi-sufficienze nei diversi distretti del suo organismo.
LA MEDICINA NON RICONOSCE IL GIOCO INTOSSICATIVO-DETOSSIFICATIVO E IMPEDISCE ALLA GENTE DI INFEBBRARSI, E QUINDI DI GUARIRE
Un’altra cosa importantissima che la medicina dimentica, è che il corpo vive in continuazione tra intossicazioni e disintossicazioni, per cui è assurdo pretendere, come fa lei, di impedire ai pazienti di FC ogni crisi detossificante, tramite vaccinazioni protettive (ulteriormente acidificanti) e tramite cure cortisoniche (anch’esse acidificanti).
Dopotutto ogni essere umano sperimenta qualche crisi di tosse e di ipossemia di tanto in tanto, riuscendo sempre a saltarne fuori guarito e riequilibrato senza alcun supporto farmacologico (nel caso degli igienisti).
Impedire alla gente di ammalarsi e di infebbrarsi, significa impedirle di disintossicarsi e di guarire.
Questo è lo zoccolo duro, perverso e demenziale della filosofia medico-vaccinatoria,applicata non soltanto ai malati di fibrosi cistica, ma a tutti i cittadini indistintamente.
IL TRAPIANTO È LO SBOCCO LOGICO DI UN PERCORSO FALLIMENTARE
Non vediamo dunque come, mediante un trapianto di polmoni, si possa pensare di innalzare la vitalità e la salute di una persona.
Troviamo piuttosto le soluzioni operatorie, e soprattutto quelle dei trapianti, come lo sbocco logico di un percorso sbagliato e fallimentare, fatto non di cure migliorative e costruttive, basate su un reale recupero dell’equilibrio del paziente, ma di cure dopanti e distruttive, di cure per l’appunto farmacologiche basate sullo stroncamento continuato dei sintomi e sulla dimenticanza totale dei reali motivi di patologia.
ESISTONO MODI VIRTUOSI DI CONTRASTARE I SINTOMI
L’acidificazione si combatte non coi farmaci, ma con una normalissima dieta alcalinizzante, tanto per fare un esempio.
Le insufficienze immunitaria-renale-pancreatica si combattono non coi farmaci, ma con una dieta rivitalizzante, basata sul cibo della specie e sul cibo crudo.
Per una paziente che ha seguito le scorciatoie e le illusioni ripetute delle cure mediche, e che si trova di fronte a una alternativa di questo genere, esiste dunque qualche speranza o no, al di fuori dell’ennesima brutale scorciatoia proposta dalla medicina?
FINCHÈ C’È VITA C’È SPERANZA, E LA MORTE NON DEVE SIGNIFICARE NECESSARIAMENTE DISPERAZIONE
Riteniamo che valga sempre il principio del “Finchè c’è vita c’è speranza”.
L’esistenza umana va vista come un nostro delicato e precario alberello, da trattare con ogni cura possibile, dandogli sole, acqua e protezione dal vento.
Finchè c’è linfa lungo il tronco, e foglie che respirano ed assorbono energia solare, c’è pure vita.
Finchè c’è voglia di mantenersi a galla, di combattere e di sorridere nonostante tutto, c’è pure vita.
Se poi la foglia è davvero secca, è giusto che si stacchi e se ne vada.
Perché aver paura della morte? Non si dice forse che i veri vivi sono proprio loro, gli spiriti che si sono liberati dal fardello corporale terreno?
LA PATOLOGIA DELL’ESTREMO ATTACCAMENTO E LA VORACITÀ SPECULATIVA
Non è piuttosto che questo attaccamento alla vita, ad ogni costo e ad ogni condizione, rappresenti la vera patologia?
La filosofia trapiantistica ha sicuramente le sue motivazioni, che non sono purtroppo di carattere umanitario e tanto meno di tipo spirituale, vivendo essa essenzialmente di business opportunistico e di aberrante voracità speculativa.
A CHI SERVONO MAI LE PERSECUZIONI TERAPEUTICHE?
La barriera tra vivere e morire è incredibilmente labile, e questo vale tanto per i sani che per i malati, tanto per i giovani che per gli anziani.
Bastano quattro minuti e anche meno di blocco respiratorio e ci trasformiamo da magnifica macchina a sangue caldo, in inguardabile massa scheletrica in disfacimento.
Perché mai sottoporsi al tormento finale di una persecuzione terapeutica?
In nome di che cosa e nell’interesse di chi?
CI SONO MODI E MODI DI SOPRAVVIVERE
Sopravvivere non ha senso in termini soltanto quantitativi. Ci vuole anche qualità e motivazione.
Se sopravvivere significasse aggiungere tot giorni di dolori e sofferenze, allo scopo di prolungare anagraficamente la nostra permanenza terrena, a base di antibiotici e di immunosoppressori, ci dovremmo pensare almeno davvero due volte.
LA PREZIOSA LEZIONE DI GRAZIANO GANZIT
Mi viene in testa la lettera di Graziano Ganzit (vedi mia tesina del 26/1/11 “Una vita artificiale, cioè priva di morte”). I medici gli avevano dato nel 2007 tre mesi di vita.
È tuttora vivo e vegeto, attivo e felice, senza operazioni e senza trapianti, avendo saputo resistere a certe sollecitazioni, avendo saputo curare con gelosia e affetto il suo precario ma tuttora vitale alberello.
Sempre disposto ad andarsene, ma fortemente motivato a restare tra noi, avendo tante cose importanti da dire e da fare, al punto da dovergli augurare lunga vita davvero, senza alcuna retorica e senza alcuna ipocrisia.
La stessa cosa vale nei tuoi riguardi, non fosse altro che per i tuoi 46 anni, meritevoli di raddoppio più che di prolungamento. Un raddoppio sereno e agevole, possibilmente privo di rigetti e di immunosoppressioni.
Valdo Vaccaro
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