FEGATO IN PANNE DOPO UN ANNO DI CIBO SPAZZATURA E CAFFEINA

da 22 Set 2019Steatosi epatica

LETTERA

Ciao Valdo, sono Lamberto 26 anni, alimentazione onnivora. Dopo anni di palestra ero riuscito a trovare una bella forma fisica. Mangiavo di tutto ma in modo bilanciato.

Poi esattamente un anno fa a giugno mi feci male alla schiena e ci ho messo 8/9 mesi a ottenere miglioramenti tramite fisioterapia e osteopatia, anche se il dolore a volte mi accompagna anche ora in certe situazioni, facendo l’operaio agricolo.

In seguito all’infortunio, col tempo ho iniziato a mangiare per stress, per colmare la tristezza che provavo nel non potere più allenarmi e nel vedere il mio fisico regredito, lavoravo lo stesso con la schiena dolorante, mangiavo soprattutto dolci, grassi, carne, biscotti, barrette proteiche.

Esageravo con le marmellate, esageravo con tutto. Ero arrivato a bere una moka da 4 caffè al giorno la mattina a colazione. Continuavo a prendere proteine in polvere.

Insomma mi alimentavo anche senza avere fame. Assumevo grandi quantità di cibo facendo dei gran mischioni. Di buono è che non bevo alcolici. Tutto ciò da settembre dell’anno scorso fino a un mese fa.

Mi sono ritrovato ad avere i seguenti sintomi: insicurezza, energie fisiche ridotte, stitichezza, flatulenze con una puzza chimica, mancanza totale di appetito e un dolore/fastidio cronico che ho da qualche che mese localizzato nella parte destra alta dell’addome, al di sotto delle costole, mancanza di concentrazione, calo della libido e dell’umore, forse un po’ di depressione. Non ho avuto né vomito né febbre né dolori acuti, diarrea solo 1 o 2 volte, ma più che altro stitichezza.

Così ho iniziato a mangiare meno, ho iniziato a essere più regolare con le feci (ma a volte di una consistenza strana, fangosa) ma la fame non mi è tornata e il fastidio all’addome mi è rimasto (gonfiando volutamente la pancia al massimo ho la percezione che si stia comprimendo qualcosa nell’addome, come se aumentasse la pressione in un determinato punto, a pancia rilassata invece sento come se avessi un nodo che mi “tira” un organo). Sono preoccupato.

Le Analisi del sangue feci urine e l’ecografia vanno bene, a parte il glucosio un po’ alto per un ragazzo della mia età, il dottore mi ha soltanto detto che dall’ecografia all’addome ho il fegato leggermente grasso ma non a dei livelli esagerati.

Secondo lui ho il colon irritato, ho fatto un ciclo di Omeprazen e un altro farmaco che favorisce la peristalsi ma non è cambiato nulla. Non voglio prendere più farmaci.

Così leggendo alcune sue tesine ho deciso di fare un digiuno umido e questo giorno in cui le sto scrivendo è il 4 giorno (avrei voluto provare quello a secco ma lavorando sotto al sole non è facile), il dolore nell’addome si è attenuato un po’ anche se mi sento ancora un po’ “legato” in quella zona ma va già meglio anche se dopo il 4 giorno non ho fame e mi sembra strano e preoccupante.

Da domani che torno a lavorare in campo volevo almeno introdurre degli estratti di verdura e frutta, sento il bisogno di rigenerarmi psichicamente e fisicamente, le chiedo il suo parere, i suoi consigli su come affrontare il seguito, la ringrazio di cuore in anticipo. Un saluto da Lamberto


RISPOSTA

UN ANNO INTERO A CIBO SPAZZATURA, PER ME È UN REBUS

D’accordo l’infortunio alla schiena. Un fatto traumatico e inatteso, oltre che invalidante. Non intendo sottovalutarlo. Ma spesso le nostre reazioni ai mali e alle sventure sono più deleterie dei mali stessi. L’incidente non era una buona scusa per scatenarsi sul cibo alla ricerca di qualche rivincita.

Visto che avevi raggiunto un buon equilibrio e uno stato di salute ottimale, avresti dovuto semmai difendere a denti stretti ciò che restava di quelle buone condizioni, in attesa di tempi migliori, in attesa che il mal di schiena si attenuasse, come è poi regolarmente avvenuto. Invece ti sei lasciato andare sommando ai danni provocati dall’incidente quelli causati da te medesimo.

Non capisco poi la logica. Che tipo di compensazione psicologica o di soddisfacimento gustativa è mai questo, a base di carni, hamburger, marmellate, biscotti, barrette proteiche e maxi-moka da 4 caffè a colazione

Potrei capire che ci sia un franamento psicologico di alcuni giorni, ma tu sei rimasto incollato a quel cibo spazzatura per un anno intero.

INDISPENSABILE IL SUPPORTO DELLA MOKA A 4 CAFFÈ

Ovvio che il tuo stesso organismo a un certo punto si è ribellato e ha detto basta. Sarebbe stato meglio che ti avesse avvertito prima, impedendoti di tirarla così a lungo.

Evidentemente non lo ha fatto perché con la Moka da 4 caffè a colazione (e magari qualche altra tazzina durante il giorno), equiparabili a una iniezione di ottani nel motore, hai lavorato sulla stimolazione e gli hai impedito di bloccarsi prima. Questo è uno schema classico che funziona sempre in linea temporanea e provvisoria.

LA MAGGIORANZA ESIGE IL CAFFÈ PER POTERSI ALZARE

Succede che moltissima gente si trascina e tira a campare con diete orribili, carenti, devitalizzate, acidificanti, sballanti, dove si mangia meccanicamente e in assenza di autentico appetito, e dove la caffeina, la teina, le cole e i dolciumi giocano un ruolo determinante nel mandare avanti il corpo in regime di stimolazione forzata.

Non succede forse che tre quarti degli italiani alla ripresa delle attività, al risveglio mattiniero, se non hanno il caffè e magari anche la sigaretta, non si alzano nemmeno dal letto?

Sono errori gravissimi che si pagano cari e regolarmente. I famosi nodi che vengono al pettine. Ti sei ritrovato infatti dopo un anno con una serie di problemi che parlano chiaro.

ED ORA SIAMO FINALMENTE AL DIGIUNO

Hai provato coi farmaci avvelenandoti ulteriormente e senza cavare un ragno dal buco. E ora finalmente ti è tornato un pizzico di saggezza, per cui ti sei messo a digiunare. Ma al 4° giorno di digiuno idrico ti stai lamentando che l’appetito non ritorna.

Il tuo corpo si sta comportando secondo logica e intelligenza, si fa sentire e ti manda i suoi segnali. Non c’è appetito perché la depurazione in atto non è ancora completata.

A questo punto i casi sono due. O continui il digiuno per altri 3-4 giorni, oppure riprendi ad alimentarti con una dieta a base di frutta acquosa (anguria, melone, pesche, albicocche, ciliegie, fragole, more, ribes, mirtilli, lamponi), o anche mediante spremute di agrumi, succo d’uva, succo di carota-sedano-ananas, succo di mela e limone, e radicchio a cena per un paio di giorni, e poi via via inserisci altro cibo nella direzione di un vegan-crudismo tendenziale, vitale, sostenibile, alcalinizzante e personalizzato, mantenendo drastico stop a caffeina, teina, cole, zuccheri raffinati e innaturali in tutte le forme, barrette proteiche e integratori sintetici.

Diventa cioè cliente regolare dell’ortofrutta e non più del macellaio, del salumiere o del fast-food, dimostrando così di aver appreso e capitalizzato la lezione che ti sta impartendo il tuo stesso corpo.

RISORSE AMICHE PER IL FEGATO

Esiste una lista di risorse amiche del fegato. Carciofo, cardo, bietola, asparago, avocado, carota, cavolo cicoria selvatica, ciliegia, fragola, fagiolino, mela, melanzana, melagrana, mirtillo, ortica, orzo, patata, patata dolce, pompelmo, prugna, rafano, ravanello, radicchio, ribes, rucola, sedano, spinacio, tarassaco, uva, zucchina, zucca.

Frutta e succhi lontano dai 2 pasti principali e pertanto al risveglio, di mattina e nel tardo pomeriggio. Angurie e meloni da soli e sempre lontano dai pasti.

Iniziare pranzo e cena con terrina di verdure crude ben masticate, e mangiare solo in presenza di appetito. Una buona terrina di radicchio o un bel piatto di ravanelli e rucola. La seconda portata includerà patate, peperonata, minestra di verdure, gnocchi, polpette vegetali, riso integrale, cereali integrali, legumi, pizzetta vegana, bruschette al pomodoro crudo.

Pranzo e cena si possono a volte risolvere con un buon panino integrale con melanzana, zucchina, 5 foglie di radicchio, pomodoro secco e crema di olive. Ricordarsi che curcuma, zenzero e melanzana favoriscono il deflusso della bile. Ottimo pure il decotto di ortica, 3 tazzine al giorno.

BANDIRE DALLA DIETA I CIBI CHE OSTRUISCONO E ACIDIFICANO

Ricordarsi infine che la stitichezza è il maggior nemico del fegato. Mettersi in testa che l’obiettivo da coltivare restano le buone digestioni con cibo semplice, naturale, vitale, sobrio e innocente. Occorre religioso rispetto per un organo basilare al punto da svolgere nel corpo oltre 500 funzioni vitali.

Merita un trattamento non da pezzenti come troppo spesso avviene, ma di massimo rispetto, un trattamento da hotel 5 stelle. Per acquisire preparazione e consapevolezza in termini di salute, una lettura accurata del mio blog, in particolare delle tesine su fegato, reni e digiuno ti potrebbe essere d’aiuto.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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