LETTERA
SECONDA ERNIA ALL’INGUINE DESTRO
Ciao Valdo, mi chiamo Antonio, ho 71 anni, perseguo uno stile di vita igienista, sto sufficientemente attento alla dieta, sono di peso normale, la sera la dedico alla passeggiata a passo sostenuto. Già reduce d’intervento d’ernia inguinale sinistra, da qualche mese è spuntato l’ovetto erniale all’inguine destro.
OPERARE O RICORRERE A CURE ALTERNATIVE?
La domanda che Le pongo, è il caso di operare o ci sono cure alternative? E se sì, a chi rivolgersi? Delle raccomandazioni via internet non mi fido, preferisco seguire la trafila tradizionale della visita medica ortodossa e quindi, della somministrazione della eventuale terapia alternativa. Pensa sia possibile? La ringrazio se vorrà rispondere direttamente.
Antonio
RISPOSTA
DEFINIZIONE DI ERNIA
Ciao Antonio, Il termine ernia deriva dalla parola greca erniosa che significa bocciolo. Trattasi di una tumefazione sul piano cutaneo, o meglio della fuoriuscita di un viscere dalla cavità che normalmente lo contiene, attraverso un orifizio o un canale anatomico di comodo come l’inguine.
IL DOLORE POST-OPERATORIO RICOMPARE TROPPO SPESSO
All’ultimo congresso della American Hernia Society è emerso che il dolore cronico post-operatorio ricompare nel 30% dei pazienti operati per un’ernia inguinale. Conoscere i possibili rischi permette di fare le proprie valutazioni e le proprie scelte a ragion veduta.
RISCHI LEGATI ALL’OPERAZIONE
Esistono rischi operatori legati all’anestesia generale, possibili sopratutto in pazienti anziani o con problemi di salute pregressi. Si possono verificare nausea, vomito, ritenzione urinaria, mal di gola e mal di testa. Complicazioni più gravi e rare sono infarto, ictus, polmonite e coaguli di sangue nella circolazione delle gambe e conseguente trombosi. Rare le complicazioni ad organi interni vicini al distretto operato, come intestino, vescica, reni, nervi, vasi sanguigni, organi riproduttivi.
L’ERNIA TENDE A RICOMPARIRE
Per chi si è operato è utile alzarsi dal letto il più presto possibile a seguito dell’operazione. Si riduce così il rischio di trombosi e polmonite. È possibile che l’ernia inguinale ricompaia alcuni anni dopo l’operazione. Questa è la complicazione più comune.
ADOTTANDO SUBITO LE CONTROMISURE ALTERNATIVE SI OTTENGONO BUONI RISULTATI
Diagnosticata l’ernia, si deve decidere tra operarsi o attendere. Quando l’ernia è piccola e non causa dolore, si può sicuramente prendere tempo e monitorarne l’evoluzione. Con molta probabilità, in presenza di dolori minimi non è consigliabile ricorrere al bisturi. Non sempre i dati indicano che chi è stato operato stia meglio, anche perché il dolore rischia di rimanere, anche dopo l’intervento.
L’OPERAZIONE PUÒ ESSERE ACCETTATA SOLO NEI CASI DI REALE EMERGENZA
A nostro avviso l’ernia inguinale andrebbe operata solo in casi disperati e di reale emergenza, in quanto è possibile curarla con una dieta vegan-crudista e mediante specifici esercizi volti a tonificare la parete addominale. Esercizi che andrebbero seguiti sia come prevenzione che durante l’attesa.
Dormire sempre supini, cioè coricati sulla schiena, meglio con un cuscino sotto le anche. Il cataplasma notturno di fango sul ventre fa sicuramente bene. Le cause più frequenti stanno nelle putrefazioni da alimentazione carnea. Una particolare attenzione alla dieta e al riequilibrio della funzionalità intestinale apporteranno sicuro beneficio.
TESINE DA LEGGERE
- Pubalgia o sindrome da sovraccarico pubico-inguinale
- Ernia inguinale risolvibile con crudismo e fanghi
Valdo Vaccaro
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