ENDOMETRIOSI, MAMMELLA E TUMOROSITÀ XENOESTROGENICA

da 20 Gen 2014Endometriosi

LETTERA

COLLABORAZIONE SCIENTIFICA SULLA ENDOMETRIOSI

Salve, ho letto il suo blog con particolare riguardo agli articoli sulla endometriosi. Sono una pedagogista e scrivo su questa malattia perché ne sono affetta. Ho moltissimo materiale informativo utile e rimango a disposizione del pubblico femminile che mi volesse contattare presso deangelis.c@email.it
Cristina

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COS’È L’ENDOMETRIOSI

L’Endometriosi è una patologia che coinvolge globalmente la salute della donna con effetti psico-fisici spesso debilitanti. È caratterizzata da isole di endometrio, mucosa rivestente internamente la cavità uterina. Isole che si trovano al di fuori della cavità o in sedi anomale.

SANGUINAMENTO DELL’ENDOMETRIO CON ADERENZE E TESSUTI CICATRIZIALI

Durante il ciclo mestruale e sotto gli effetti degli ormoni del ciclo, il tessuto dell’endometrio sanguina e provoca una irritazione-infiammazione dei tessuti circostanti fino a dare luogo ad aderenze e a tessuto cicatriziale. La sintomatologia della malattia compromette molto la vita della donna, sia durante il ciclo mestruale che durante tutto il mese, a causa dei forti ed invalidanti dolori che provoca.

RUOLO MICIDIALE DEL BISFENOLO-A NELLA GENESI DELLA MALATTIA

Le teorie della medicina sulla sua genesi parlano di A) Mestruazione retrograda ipotizzata e studiata dal Dr John Sampson (1920) e B) Teoria genetica cioè ereditata o prodotta dal risultato di errori genetici. Una delle cause della malattia è stato individuata nel Bisfenolo-A, componente dei materiali plastici di uso comune, che altera l’attività dell’apparato endocrino attivando i recettori degli ormoni.
Nel 2011 alcune ricerche del Prof Pietro Giulio Signorile e dell’equipe Fondazione Italiana Endometriosi hanno riscontrato l’accumulo differenziale di Bisfenolo A in alcuni tessuti di prole di topi esposti a differenti dosi di BPA, evidenziando che l’esposizione a questa sostanza causa la malattia nelle generazioni future.

ENDOMETRIOSI E MENOPAUSA PRECOCE

Le donne con endometriosi possono essere soggette alla menopausa precoce. I dati parlano di 10 donne su mille in linea generale ma, secondo un studio condotto nel 2011, la percentuale sale a 80 su mille nelle donne con endometriosi perchè la malattia può colpire la riserva ovarica compromettendone la funzione biologica.

ENDOMETRIOSI CAUSA DI RIDOTTA RISERVA OVARICA

L’Université Catholique de Louvain, Institut de Recherche et expérimentale Clinique, Dipartimento di Ginecologia di Bruxelles (Belgio) nel 2011 ha svolto uno studio e ha evidenziato per l’appunto che l’Endometriosi è una possibile causa di ridotta riserva ovarica nelle donne affette da questa patologia.

SOVRAESPOSIZIONE A XENOESTROGENI

La ricerca ha evidenziato anche che gli Xenoestrogeni, sostanze chimiche presenti al di fuori dell’organismo femminile, si comportano come gli estrogeni endogeni e le donne affette da endometriosi potrebbero essersi ammalate di endometriosi anche a causa di una sovraesposizione a tali sostanze. Inoltre agiscono come estrogeni sulle cellule bersaglio femminili, come mammella, utero, endometrio, salpingi, ovaie, intestino.
Cristina De Angelis

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COMMENTO

BISFENOLO-A E XENOESTROGENI MERITANO DEGLI APPROFONDIMENTI

Sia il bisfenolo-A (o BPA) che e gli Xenoestrogeni citati dalla Cristina meritano sicuramente qualche commento supplementare. Il BPA, noto anche come 2,2-bis propano, è un composto organico dotato di 2 gruppi di fenolo. È un mattone fondamentale nella sintesi di plastiche e di additivi plastici. Già da un secolo è classificato come sostanza decisamente nociva per la salute.

RESINE E PLASTICHE ALTAMENTE PERFORMANTI

Il BPA serve a produrre policarbonati (PC), che sono plastiche rigide altamente performanti, resine epossidiche, prodotti cartacei (come la carta termica) e altri materiali polimerici. Il PC viene utilizzato per produrre recipienti per alimenti e bevande come piatti, tazze, caraffe, utensili da cucina. In particolare vasellame e stoviglie adatte a cottura in micro-onde.

VASTE APPLICAZIONI ALIMENTARI, IDRICHE, AGRICOLE ED INDUSTRIALI

Le resine epossifenoliche a base di BPA sono impiegate come rivestimenti protettivi per lattine da bibita e barattoli di latta per alimenti, nonché come rivestimento negli erogatori d’acqua e sui serbatoi residenziali per lo stoccaggio di acqua potabile. Il BPA viene utilizzato anche in una serie di applicazioni non alimentari come ad esempio vernici a base di resine epossidiche, dispositivi medici, rivestimenti di superficie, inchiostri da stampa e ritardanti di fiamma. Può essere presente anche nella polvere di casa a seguito di contatto e abrasione di pavimenti a base epossidica, adesivi, vernici, apparecchiature elettroniche e circuiti stampati. Usato pure come rivestimento su giocattoli, biberon e tettarelle per bambini.

REFERENZE DA BRIVIDO MA NON PER LE MULTINAZIONALI DELLA CHIMICA

Residui di PC sono presenti nelle resine usate per produrre pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini. In questi casi il BPA può migrare pericolosamente nei cibi e nelle bevande ivi conservate. Nonostante queste referenze da brivido la Bayer Material Science, la Dow Chemical Corp, la Sabic Innovative Plastics, la Hexion Speciality Chemicals e la Sunoco Chemicals, già nel 2003 producevano da sole 1 milione di tonnellate/anno di BPA, confermando il solito disinteresse delle multinazionali per la salute.

PERICOLOSITÀ ASSOLUTA DEGLI XENOESTROGENI

Gli Xenoestrogeni sono sostanze chimiche che mimano l’estrogeno del corpo. Esempi di xenoestrogeni sono molti insetticidi e pesticidi, alcuni prodotti chimici utilizzati nella produzione di plastica, e anche alcuni conservanti alimentari utilizzati per estendere la shelf life, ossia la conservazione, dei prodotti alimentari. Recenti ricerche indicano che gli xenoestrogeni possono pure svolgere un ruolo devastante nella pubertà precoce di molti bambini. La rimozione di queste sostanze può avere un forte impatto positivo sulla salute.

METODI CONSIGLIATI PER LA RIDUZIONE DEI VELENI

Ecco alcuni modi per estromettere gli xenoestrogeni e ridurre l’esposizione a sostanze chimiche pericolose.

1) Smettere di usare insetticidi, pesticidi e prodotti chimici per la cura del prato . È possibile trovare sostituzioni non-xenoestrogenic per questi prodotti. La maggior parte degli insetticidi e pesticidi hanno effetti xenoestrogenici.

2) Smettete di mangiare prodotti contenenti BHA (butilidrossianisolo), un conservante alimentare comune e carico di xenoestrogeni.

3) Molti degli ormoni usati per aiutare i tacchini, maiali, polli e mucche a crescere di più e a crescere più veloci, dando maggiore resa in carne e guadagni, includono xenoestrogeni.

4) Non riscaldare gli alimenti nel micro-onde in generale, e non farlo poi usando ciotole di plastica o involucri di plastica.

5) Evitare bifenili policlorurati PCB nelle vernici e negli oli.

6) Evitare protezioni solari contenenti 4- MBC, un ennesimo xenoestrogeno.

SI ACCUMULANO NEL TESSUTO ADIPOSO E RICHIEDONO SECOLI PER DISATTIVARSI

Gli Xenoestrogeni sono sostanze chimiche esterne all’organismo umano, essendo derivate dal petrolio. Si comportano però come fossero estrogeni endogeni, agendo sulle cellule bersaglio del sistema riproduttivo (utero, ovaie, endometrio, mammella, testicoli, prostata), concorrendo così a determinare alterazioni delle cellule. Si accumulano nel tessuto adiposo animale ed umano e risultano biologicamente inattivabili solo in centinaia di anni.

COLLEGAMENTI ACCERTATI TRA XENOESTEROGENI E CANCRO

Dagli anni ’90 numerosi studi sono stati pubblicati, denunciando la presenza di un collegamento fra la sovresposizione a questi veleni e le malattie ormonali correlate, come ad esempio il tumore alla mammella e l’endometriosi. Anche se non ci sono prove certe, gli esperimenti condotti in laboratorio sugli animali dimostrano che la somministrazione di xenoestrogeni provoca endometriosi in soggetti sani.

GLI XENOESTROGENI SI NASCONDONO NELL’ATRAZINA, NEI COSMETICI E PERSINO NEGLI INTEGRATORI PABA

Moltissime sono le sostanze velenose con cui entriamo giornalmente in contatto. Sostanze usate dall’industria chimica, nei detersivi industriali, nei pesticidi, negli insetticidi, nei diserbanti, nel micidiale DDT tuttora prodotto in USA, nei cosmetici, nelle farine per animali, intese a farli crescere rapidamente, aumentandone il peso mediante forte ritenzione di liquidi. Chi consuma crostacei, tanto per fare un esempio, stia attento all’E310. Che dire poi dell’Atrazina, cosparsa a piene mani come diserbante nei campi di mais e di soia, e responsabile di gravi avvelenamenti delle falde idriche.
Persino il PABA (Acido Para-Ammidico Benzoico) contiene degli xenoestrogeni, anche se viene usato ampiamente come integratore “innocente” per incrementare la produzione di globuli rossi, per produrre più colati intestinali, per contrastare vitiligine, infertilità, sangue stanco (anemia), lupus e febbre reumatica.

UMETTANTI, IDRATANTI E PARABEN METILE

Il Paraben Metile è presente in cosmetici, lozioni e gelatine. Per via sottocutanea produce una risposta estrogenica positiva sui tessuti dell’utero. L’assorbimento  di cancerogeni, conservanti, mutageni, allergizzanti e metalli pesanti è facilitato dalla presenza di fattori umettanti e idratanti nei vari cosmetici a rischio.

ATTENZIONE ALLA COSMETICA FACCIALE

Occorre fare molta attenzione anche alla cosmetica facciale, ai rossetti e ai protettori solari di tipo chimico. Un recente studio giapponese ha dimostrato che, con l’esposizione alla luce UV del sole, i parabeni accelerano l’invecchiamento della pelle. Si trovano anche nelle creme per il viso, negli struccanti, nei detergenti intimi, nei deodoranti, nei dentifrici e negli shampoo. Molti prodotti per bambini li contengono. Usati come conservanti, sono sospettati seriamente di essere cancerogeni. Si trovano sul mercato come metyl, ethyl, butyl, propyl, paraben e l’assorbimento cutaneo trasformerebbe queste molecole in sostanze cancerogene attive.

I PARABENI SI ACCUMULANO PERICOLOSAMENTE NEI TESSUTI

Nel 2004, l’oncologa Philipa Darbre, dell’Università di Reading (UK) ha trovato i parabeni in tutti i campioni di tessuto cancerogeno mammario da lei analizzati. Le ridotte dimensioni dello studio (solo 20 campioni), dovute alla mancanza di fondi che la dottoressa ha cercato inutilmente per anni, non dimostrano sufficientemente che i parabeni sono la causa del tumore, ma dimostrano con certezza che queste sostanze tendono ad accumularsi nei tessuti.

SPAVENTOSO INCREMENTO DEI CARCINOMI AL SENO E ALL’ENDOMETRIO

Oggi il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più frequente tra le donne. Negli ultimi decenni si è osservato un aumento del numero di casi ed un abbassamento dell’età di incidenza per il carcinoma dell’endometrio. Nell’ultimo ventennio il carcinoma dell’endometrio è diventato la neoplasia pelvica piú frequente nella donna. Pur essendo una malattia tipica della postmenopausa, oggi è diventata una delle malattie invalidanti e socialmente rilevanti che colpiscono la donna di età compresa fra 20 e 40 anni, interessando il 15% delle donne in età fertile e il 50% donne delle infertili in tutto il mondo industrializzato. Pare, inoltre, che queste sostanze siano la causa dello sviluppo sessuale sempre più precoce nei ragazzini e dei problemi di sterilità di moltissime coppie.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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