LETTERA
RISPOSTA SODDISFACENTE SU TRE CASI TIPICI DI ALIMENTAZIONE JUNK
Ciao Valdo, non sapendo dare io una risposta quantomeno soddisfacente, mi rivolgo a te. Sono già certo, che i tuoi commenti saranno esaustivi. Qui di seguito ti riporto l’elenco dei cibi che tre miei amici mangiano quotidianamente, ed oramai da diversi anni. Cibi che ritengo, prendendo a prestito il tuo linguaggio, facciano parte degli alimenti spazzatura.
PRIMO CASO
Menu giornaliero composto da un litro di latte, panino imbottito, carne (costata o cotoletta), birra, coca cola. Soggetto: uomo quarantenne, impiegato, pratica sport. Il litro di latte è suddiviso tra la colazione del mattino e alla sera, come fine cena. A mezzogiorno panino imbottito, ovviamente non vegetariano, più coca-cola. Alla sera carne con birra. Frutta e verdura assenti.
SECONDO CASO
Menu giornaliero basato su caffè, sigaretta, cioccolato, panino, dolci assortiti. Soggetto: donna quasi cinquantenne, commessa, nessun tipo di sport e per gli spostamenti, sia lunghi che corti, li percorre in macchina. Alla mattina appena sveglia, ore 6, caffè e sigaretta. A metà mattina, caffè e sigaretta, intervallati da cioccolatino e biscotto. Pranzo e cena con panini imbottiti. Consumo limitatissimo di frutta e verdura. Assunzione pillola anticoncezionale da decenni e, nell’ultimo periodo, pillola per mantenere vivo il ciclo mestruale.
TERZO CASO
Menu giornaliero con latte, pizzoccheri, fritti, bresaola, formaggi, vino, caffè. Soggetto uomo settantenne, pensionato, attivo solo per le faccende quotidiane. Mattino, caffèlatte. Mezzogiorno, essendo un fan della Valtellina, il pranzo è composto, con le dovute variazioni, da pizzoccheri (con coste e verze affogate nel burro fuso), fritti, bresaola, vino e caffè. Alla sera, tanto per stare leggero, solo formaggio (bitto, casera, ecc), caffè corretto con grappa. Ovviamente i prodotti eccellenti della Valtellina, come le mele, non vengono tenuti in considerazione, tranne l’uva, ma solo sottoforma di vino. Da qualche anno assunzione pillola per la pressione del sangue e vaccinazione antinfluenzale (su basi annuali).
DOVE DIAVOLO PRENDONO L’ENERGIA PER SOPRAVVIVERE?
Questi sono tre esempi. Ma tu sai benissimo che la stragrande maggioranza delle persone vive alimentandosi in questo modo e anche peggio. La domanda specifica è questa.
Queste persone che mangiano così dissennatamente, e oramai da decenni, e che alla luce del dettato vegetariano sarebbe impossibile che siano ancora in vita, dove prendono l’energia per tirare a campare?
NON È FORSE CHE TOSSIEMIA E LEUCOCITOSI FACCIANO DA CARBURANTE?
Provocazione, non è che il loro organismo, così martoriato, sia in grado di trasformare la tossiemia e la leucocitosi in energia vitale? Ringraziandoti in anticipo per la risposta ti porgo i miei ossequi. Antonio
RISPOSTA
Ciao Antonio. Complimenti per la tua chiarezza e per le tue costruttive ed apprezzate provocazioni.
CIBO SPAZZATURA – ANALISI DEL PRIMO CASO
A 40 anni una persona è ancora giovane. Un buon lavoro impiegatizio, se accettato e svolto armoniosamente senza tensioni e senza rimpianti, ti dà sicurezza e ti mantiene in un certo equilibrio. A 40 anni, uno che non si sia strapazzato con droghe e vita balorda, sta ancora sfruttando i residui del suo capitale vitale, di quella dotazione che tutti, nascendo e svezzandoci decentemente, possediamo a livello 100% sulla linea di partenza, e che poi perdiamo man mano per strada, a seconda dei prelievi che facciamo, o delle altalenanti vicende esistenziali, o delle scelte comportamentali sparagnine o dispendiose che adottiamo per la nostra vita, svuotando progressivamente il nostro Bancomat enzimatico personale.
UN REGOLARISTA ED UN QUASI-IGIENISTA, LATTE E BISTECCHE A PARTE
Tutto sommato, il fatto di lavorare regolarmente in base a degli orari di tipo cadenzato e militare, con rispetto del ritmo pasti, con un contenimento degli eccessi alimentari, e col tempo libero da dedicare allo sport, ti rende persona tutto sommato equilibrata, tendente a scelte oculate e quasi igienistiche, nonostante l’equivoco fondamentale del trovarti fuori campo salutistico senza nemmeno rendertene conto.
UNA VITA SOTTOTONO E CON POCHI SBOCCHI
Persona che potrebbe vivere ad alti livelli ma che alcuni limiti di tipo culturale mantengono su un piano tutto sommato mediocre e privo di sbocchi evolutivi. Persona che guardandosi in giro (ma solo verso il basso), e vedendo casi di altri amici, con meno sicurezza lavorativa e socioeconomica, e meno privilegi sportivi, si sente già speciale, superiore, arrivata, per cui ha tirato i remi in barca ed è convinta di veleggiare al meglio, mentre sta procedendo sotto-regime e sotto-tono, sia in termini etici che in termini salutistici.
INVECCHIAMENTO PRECOCE E NODI PER IL FUTURO
Persona che sta buttando al vento il suo potenziale. Persona che si accontenta e che rinuncia a uscire dal suo ambiente limitato ed angusto. L’alimentazione prescelta sta accumulando tossine acidificanti ed incrostazioni varie che il suo sistema immunitario, indebolito da cadaverine pseudo-nobili, caffeine da cola, caseine da latte, acidi urici da carni-salumi-pollo-cole e materiale ritentivo da cibi cotti, non è riuscito ancora ad espellere. Sta invecchiando prima del tempo e i nodi gli verranno al pettine intorno ai 50 se non prima.
CIBO SPAZZATURA – ANALISI DEL SECONDO CASO
Qui siamo davvero a livello drammatico. Persona pesantemente acidificata e drogata. Assolutamente incapace di staccarsi dalle attuali dipendenze. Senza sigarette e caffè andrebbe letteralmente in catalessi e ci vorrebbe l’autoambulanza. Vive in accelerazione cardiaca forzata dalla nicotina e dalla caffeina. Ha un sangue assai denso e sta su alti livelli ipertensivi. Un equilibro molto precario e pericoloso. Una qualità della vita assai bassa. Quando deciderà di cambiare registro e di purificarsi, dovrà sottoporsi a notevoli sofferenze detossificanti. E questo passo lo dovrà fare inevitabilmente, meglio prima che tardi.
CIBO SPAZZATURA – ANALISI DEL TERZO CASO
Arrivare a settant’anni con l’ipertensione, la statina e il corredo del caffè col grappino, non è una grande performance. Siamo qui in una situazione assai comune, tipica della società dei consumi. È comunque un vivere mediocre, precario e sul filo del rasoio. D’accordo che “chi si accontenta gode”. C’è gente che punta agli 80 e altra che punta ai 150. C’è gente che punta alla qualità della vita ed altra che ambisce a fare il vecchio relitto super-assistito in casa di ricovero. Anche volendo fare il conto della serva, i pizzoccheri alle verze e alle coste si possono mangiare assai più a lungo nella vita, se cotti al vapore e insaporiti da un buon olio EV a crudo, piuttosto che affogati nel burro. Meglio ancora se preceduti da una bella insalata cruda o da un estratto di carote, piuttosto che innaffiati con mano tremante e insicura da un caffè con grappino serale, carico di rischi per un cuore già in affanno.
RISPOSTA FINALE ALLE PROVOCAZIONI
In effetti, Antonio, hai ragione a pormi queste domande. Il corpo umano riesce a convivere anche per decenni in compresenza di veleni e di cibi balordi, dimostrando grosse doti di resistenza e di adattamento. Il vegliardo che fuma la pipa e beve il vino fino a 90 anni, non è necessariamente una rarità. Occorre però dire che quei 90 sono stati raggiunti non grazie al fumo e all’alcol, ma nonostante il fumo e l’alcol. Servirebbe la controprova e scopriremmo magari che quel vecchietto scorza-dura, rinunciando a tali veleni, avrebbe raggiunto traguardi ancora più alti di sana longevità, seguendo le orme del giardiniere vegano di casa reale inglese Thomas Parr, 152 provati e garantiti.
PIANO CON LA FRUSTA
Non è il caso però di sottostimare i danni. Gli errori alimentari si pagano cari. Ogni trasgressione alla regola presenta il suo conto in termini di effetti collaterali. I veleni non sono mai carburante umano. Sono semmai degli ottani, degli speroni che feriscono a sangue e stimolano il sistema. Questa gente adopera il proprio corpo come fosse un cavallo da competizione, al pari dei fantini nelle gare di ippica. Ma frustalo oggi e frustalo domani, dopalo oggi e dopalo domani, la resistenza del povero animale si riduce via via ai minimi termini, e finiscono per ritrovarsi con un cavallo stanco che non reagisce più nemmeno alla frusta, e che diventa buono, al massimo, per gli orridi negozi di carne equina.
Valdo Vaccaro
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