GRATITUDINE NEI RIGUARDI DI GIULIANA CONFORTO
Sono particolarmente grato a Giuliana Conforto per avermi regalato il suo magnifico testo “L’eresia di Giordano Bruno e l’eternità del genere umano” e per avermi inserito una dedica. Il fatto avvenne qualche anno fa, quando la prof Conforto ci concesse l’onore di presenziare a una delle nostre più memorabili lezioni HSU a Imola. Per la prof Conforto, Giordano Bruno è quasi un familiare. Suo padre Giorgio dirigeva a suo tempo la rivista La Regione, ispirata al pensiero del grande saggio. Sin da bambina ebbe modo di assimilare le idee più audaci e contro-corrente, e le ha poi portate avanti con coraggio e coerenza negli anni dell’università sino ai tempi di oggi, dove ha trovato un ruolo e una reputazione internazionale come ricercatrice di astrofisica e come filosofa.
LA SPIRITUALITÀ È SUPER-SCIENZA
In un mondo dove la conoscenza di quanto sta sopra di noi e di quanto sta sotto è tuttora superficiale e precario, la prof Conforto rappresenta una autentica fonte di luce e di chiarezza, una forza indispensabile alla evoluzione del pensiero, della scienza che include atomi, elettroni, quasar, stringhe e bosoni, ma soprattutto quella super-scienza che non commette il grave errore di sottovalutare la spiritualità.
LA VIVA PRESENZA DI UN’ANIMA IMMORTALE
Che Giordano Bruno sia di grande attualità a 6 secoli dalla scomparsa del suo corpo fisico, non vi è dubbio alcuno. Il fatto che una astrofisica del calibro e della reputazione di Giuliana Conforto ne parli in continuazione nei suoi libri fa capire quanto viva sia la presenza di questo filosofo, di questa grande anima nella coscienza delle persone dotate di sensibilità e di memoria storica.
SINISTRO RUMORE DI CHIAVI IN CASTEL SANT’ANGELO
Nell’angusto e buio corridoio delle carceri di Castel Sant’Angelo si odono dei passi che segnano l’avvicinarsi di un ospite. Giordano trattiene il fiato. Potrebbe trattarsi del momento cruciale, dell’incaricato papale che lo condurrà alla fase finale della sua lunghissima e tormentata vicenda. Con un forte e lugubre rumore di chiavi si apre la pesante porta della cella in cui è rinchiuso il condannato al rogo.
VISITA INASPETTATA DI UN GIOVANE AMMIRATORE
L’esecuzione è imminente. La vittima di questa assurda ed incredibile storia è lì in attesa dell’eternità, seduto su un rude pagliericcio. Gli occhi umidi e sereni, perduti nel vuoto come quelli di un innamorato. Occhi che si illuminano di gioia e di tenerezza alla vista dell’ospite venuto a trovarlo in questa triste e disperata circostanza. “Sagredo, quale sorpresa! Mio giovane e caro amico”. Intanto il guardiano del carcere esce in silenzio, inchinando il capo come cenno di rispetto verso il condannato all’orribile strazio del fuoco, e richiude dietro di sé la porta della cella.
IL MIO CORPO TEME IL FUOCO, MA NON COSÌ LA MIA ANIMA
“Tu corri gravi rischi figliolo. L’inquisizione non ha simpatia per chi ama gli eretici e i sovversivi”. “Maestro, non potevo non salutarvi”. Il giovane stenta a nascondere l’emozione di trovarsi di fronte al grande saggio, ormai prossimo alla esecuzione. “Ho potuto entrare grazie al permesso speciale del cardinal Bellarmino, che si è dimostrato stranamente disponibile. Forse qualcosa sta cambiando”. “Sì, qualcosa sta cambiando”, conferma Giordano. “La mia morte segna un’epoca e susciterà inquietudini, domande, richieste di chiarimenti. In ogni caso sappi che io sono sereno”. “Maestro, ma non temete il fuoco che brucerà le vostre carni?” “Sì Sagredo, lo temo assai, il mio corpo lo teme. Ma so che non morirò. Non appena il mio corpo fisico cadrà senza più respiro, io sarò ancora lì e lo vedrò cadere, e vedrò uno a uno i volti trionfanti, attoniti e sgomenti dei miei persecutori. Questo è il destino di quelli che come me amano cercare la verità in un mondo che si regge sulla menzogna e sull’ipocrisia.
LE RELIGIONI SONO FABBRICHE DI SOFFERENZA
La mia morte servirà a mostrare a ognuno il vero volto del potere, di tutte le chiese, regni e governi del mondo. La gente alla fine si ricorderà di me e si chiederà perché le religioni procurano tanta sofferenza, tante guerre. Questo mondo è un teatro. Nascere significa indossare il costume di scena. Un corpo con una vista limitata e una mente che crede solo a ciò che vede e a ciò che tocca con mano. Siamo in un inferno, ma dentro di noi c’è il paradiso”.
LA FOLLA AMMUTOLITA SEGUE IL ROGO FINO ALL’ULTIMO ISTANTE
È il 17 febbraio 1600 quando a Campo de’ Fiori in Roma, circondato e seguito da una folla ammutolita, Giordano Bruno viene condotto sulle fascine di rami e di paglia secca, e viene legato al palo del supplizio. Ma di quali colpe e di quali eresie si era mai macchiato il filosofo di Nola per meritarsi una atroce condanna a morte e per subire nei secoli successivi silenzi e manipolazioni da parte delle autorità religiose romane?
INSEGNARE ALLA MASSA COS’È VERAMENTE LA VITA SCONVOLGE IL POTERE DEI PAPI
“Questo mondo non sa cos’è la vita. La vita è l’unica forza che lega e che dà vita a infiniti mondi. La vita è una forza universale. L’universo è tutto vivo. La comunione diretta uomo-universo è l’eresia che mina il potere. Se per capire chi siamo occorre conoscere se stessi dal di dentro e in modo diretto, ecco che comprendiamo la motivazione dell’eresia. Insegnare al mondo queste cose mette a soqquadro e sconvolge il potere dei papi. Si tratta di promuovere consapevolezza al posto della obbedienza. Pensare che il mondo consiste solo di quanto si vede con gli occhi e solo di quanto si tocca con mano è stupidità manifesta.”
L’ERESIA DI BRUNO STA NELL’ADDITARE IL GRANDE INGANNO AGLI OCCHI DEL MONDO
“Io sono cittadino del mondo e dell’universo. Sono figlio di Padre Sole e di Madre Terra !”, risuona la denuncia di Giordano Bruno. L’astuta regia dei papi crolla e va in crisi davanti a queste affermazioni, e nulla può contro questa ferrea logica. Papi e cardinali intuiscono di trovarsi davanti a un grande, a un soggetto che li supera di gran lunga in buon senso e in spiritualità. L’eresia di Bruno sta nell’additare il grande inganno, la logica perversa di un dio tanto buono da mandarti all’inferno per sempre, di un dio che sta nei cieli ma che è morbosamente interessato alla sessualità umana, sempre pronto a benedire eserciti e sante crociate.
NON BASTA OGGI AMMETTERE LE PROPRIE COLPE
Ora la chiesa cattolica ammette le sue colpe, e sta chiedendo umilmente perdono per le stragi compiute dall’Inquisizione, per i roghi, le persecuzioni contro pensatori eccellenti, le stragi di intere popolazioni cristiane come i Catari, gli Albigesi, i Valdesi, ma non ha detto e non dice il perché le ha compiute. Il genere umano resta schiavo di falsi idoli, ed è ignaro della sua privilegiata posizione tra il momento presente, l’eternità e l’infinito universo.
VITTIME INNOCENTI DI SOPRUSI INENARRABILI
Difendere le vittime dai più efferati delitti ha una importanza fondamentale. Denunciare e smascherare gli autori al mondo intero è un compito nobile. Le carceri romane di Castel Sant’Angelo sono segnate da traumi umani e sofferenze nel corso della storia. In questi giorni si parla di 40 anni dal sequestro e dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, che aveva allora appena 15 anni. La vicenda fu collegata alla quasi contemporanea sparizione di un’altra giovane romana, Mirella Gregori, scomparsa pochi mesi prima e anch’ella mai più ritrovata. Parliamo qui di ragazze nel cuore della loro vita, di ragazze stroncate brutalmente. Guarda caso, erano i tempi in cui tutto ruotava intorno a quel personaggio potente e lugubre di nome Paul Marcinkus, presidente tra l’altro dello IOR-Istituto Opere Religiose, pesantemente coinvolto tra l’altro con i famigerati e drammatici scandali del Banco Ambrosiano.
LE STRAGI DI MASSA IN CAMBOGIA
Tutti questi casi appena menzionati riguardano nota bene delle persone singole. Da rilevare che nel mondo intero sono successe negli ultimi decenni stragi orribili ai danni di intere popolazioni innocenti, orribili persecuzioni di massa. Mi riferisco in particolare alla Cambogia, paese di magnifica gente al pari del Laos e del Vietnam, dove i Khmer Rossi di Pol Pot hanno trucidato bambini, madri, anziani e tutto il resto, riempendo centinaia di cimiteri e di campi di morte. Motivazioni per essere condannati all’esecuzione? Assurde e sbalorditive, come il portare degli occhiali, o avere in casa dei libri e dei quaderni, o possedere una penna biro. Per dovere di cronaca storica, il responsabile massimo della brutale macellazione di oltre 3 milioni di vittime innocenti in Cambogia ha un nome e cognome, e si chiama Henry Kissinger. Fu lui ad autorizzare i bombardamenti che misero il paese nelle mani dei torturatori di Pol Pot.
ANDARE SUL POSTO È ASSAI DIVERSO CHE SAPERLO PER SENTITO DIRE
L’obiettivo di questi massacratori stava tutto nel progetto demenziale di spostare controvoglia la popolazione dalle città verso le campagne. Violenze inenarrabili da togliere il fiato. Sono stato più volte in Cambogia, e ho respirato l’aria soffocante di quei posti, ho sentito su di me i lamenti e gli sconvolgimenti di tante anime innocenti circolare nell’aria, tuttora alla ricerca di un motivo reale che giustifichi in qualche modo il perché delle ingiustizie subite. Papi e politici da strapazzo, tremendamente uguali nelle loro pazzie e nelle loro cattiverie, nel loro non capire quanto sta sopra di loro e quanto sta sotto di loro.
Valdo Vaccaro
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