LETTERA
Preziosissimo Valdo, ti ho già scritto circa un mese fa. Capisco che con tutte le lettere che ricevi non puoi rispondere a tutte ma insisto perché vorrei un tuo parere su come risolvere questo problema.
DUREZZE E CALCIFICAZIONI ALL’INTERNO DEL PENE PER IL MIO COMPAGNO
Il mio compagno di 55 anni si è accorto di avere delle durezze all’interno del pene che gli procurano fastidio e dolore. Ha richiesto una visita andrologica che ha rilevato una calcificazione delle vene. Gli hanno consigliato di fare un ecodoppler penieno che si è rifiutato di fare quando ha saputo gli effetti collaterali della iniezione endocavernosa peniena con Alprostadil che gli avrebbero dovuto fare prima.
ALTERNATIVE NATURALI ALL’ECODOPPLER PENIENO
Quali alternative naturali per riuscire a liberare le vene dalla calcificazione, considerando che il mio lui è da anni vegano e attento nell’alimentazione? Ti ringrazio sperando tu possa rispondermi.
Susi
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RISPOSTA
ALTERAZIONE E SCLEROSI DEL SISTEMA CONNETTIVO
Ciao Susi. Scusa il ritardo nella risposta ma, come tu stessa hai riconosciuto, sono costantemente sommerso da mail. L’induratio penis plastica è una lesione benigna di natura non tumorale, per cui non può mai diventare tumore. È spesso asintomatica e quindi non crea alcun disturbo soprattutto nelle fasi iniziali. È però sempre possibile apprezzare alla palpazione l’elemento caratteristico della patologia, il nodulo o la placca del pene. Trattasi di una alterazione del sistema connettivo che colpisce oltre il 5% dei maschi.
DOLORE AL NODULO E INCURVAMENTO
In erezione, l’induratio penis plastica si può accompagnare a dolore in corrispondenza del nodulo, o ad incurvamento sempre in corrispondenza del nodulo. Nelle fasi più avanzate in cui l’indurimento si estende ad aree sempre più ampie dell’albugine, la patologia può dare deformità del pene, una riduzione delle dimensioni del pene per ridotta elasticità ed anche disfunzione erettile.
VALUTAZIONE DELLA PLACCA E DELL’INDICE DI ELASTICITÀ DEL PENE
L’elemento caratterizzante è la placca. Alla palpazione si apprezza un nodulo di consistenza aumentata, talvolta dolente. Oltre a riconoscere la placca, la visita permette di valutare l’indice di elasticità del pene, vale a dire il rapporto tra la sua lunghezza in erezione e quella in flaccidità che dà informazioni circa la estensione dell’induratio stessa. L’ecografia ha una sua importanza ma solo per indicazioni molto precise, vale a dire ci dice se ci sono calcificazioni all’interno di una placca.
RIMUOVERE CHIRURGICAMENTE LA PLACCA COMPORTA RISCHI E DANNI
La chirurgia è riservata ai casi in cui sia presente un incurvamento penieno che renda difficoltosi i rapporti. La chirurgia ha il solo scopo di correggere un incurvamento e laddove possibile, con le tecniche più recenti di correggere una deformità, non quello di rimuovere la placca come comunemente si crede. Rimuovere la placca infatti, soprattutto se questa è estesa può comportare un danno della https://www.farmaciapaderno.com/service/comprare-viagra/ funzione erettile.
PLACCHE, CALCOLI E CALCIFICAZIONI
In concreto, la possibilità di ridurre la placca con metodi naturali esiste certamente. Si tratta più o meno di una calcificazione impropria, ovvero del medesimo meccanismo formativo dei calcoli. Col vegancrudismo i calcoli si sciolgono, e col digiuno in particolare si disintegrano in modo accelerato.
Esiste anche la remissione spontanea. Occorre anche saperla prendere un po’ con filosofia e con senso umoristico, dimostrando capacità di scherzarne sopra più che farne un dramma.
MORBO DI LA PEYRONIE, ANCHE SE LA PRIMA SEGNALAZIONE È DOVUTA AD ANDREA VESALIO
La IPP o Induratio Penis Plastica viene anche chiamata Morbo di La Peyronie, dal nome del chirurgo francese che la descrisse nel 1743. In realtà la prima segnalazione venne fatta dal chirurgo italiano Andrea Vesalio nel 1550 (vedi mia tesina “Induratio Penis Plastica e placca calcificata“, del 15/2/14). Lungo il pene compaiono dei noduli più o meno duri che col tempo determinano una curvatura, un restringimento e una deformazione del pene.
RIMODELLAMENTO GRADUALE DELLE LESIONI
Il metodo migliore rimane quello di correggere i fattori predisponenti intervenendo sulle fibrolisi con terapie rilassanti capaci di favorire il rimodellamento delle lesioni. Il ruolo di concause diverse come infezioni, microangiopatie, dismetabolismi legati al diabete, stress ossidativo e simili, fa sì che la malattia, innescata spesso dal normale traumatismo dei rapporti sessuali, finisce per scatenare una serie di eventi cellulari che portano all’infiammazione di tipo vasculitico, con fuoriuscita di fibrina e formazione di placca fibrosa, ovvero con ispessimento della guaina albuginea.
CORPI CAVERNOSI E PLACCHE
L’elemento fondamentale della malattia è la comparsa, sulla tunica o guaina albuginea, dei corpi cavernosi del pene. La placca, variabile da pochi mm a 2-3 cm, determina al comparire una certa dolenzia locale che si accentua durante l’erezione, durante il toccamento, la masturbazione o il rapporto sessuale. Abbastanza rapidamente si manifesta un incurvamento del pene con angolo di curvatura proprio in corrispondenza della placca.
ASSUNZIONE DI VITAMINA E NATURALE E DI VEGETALI DECALCIFICANTI
L’assunzione di vitamina E, ovvero di germe di grano, noci, legumi, olio di oliva ed avocado, risulta utile come prevenzione a questa forma di sclerosi. Altre risorse naturali utili a disinfiammare, decalcificare e desquamare sono le alghe, ananas, arancia, pompelmo, asparago, bietola, carota, cavolo, crescione, ciliegia, dattero, fragola, funghi, ortiche, lattuga, mandorle, pinoli, mele, orzo, ravanello, ribes, sedano, soia, fagioli, uva, cetriolo, tarassaco, uva.
CURE ESTERNE MEDIANTE CATAPLASMI APPLICATI DIRETTAMENTE SUL PENE
Per intenerire e disinfiammare le parti calcificate del pene avvolgerlo con cataplasma notturno di fango termale, oppure con cataplasma di foglie crude pestellate di cavolo alternate a cipolla rossa grattugiata.
Valdo Vaccaro
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