LETTERA
Caro Valdo, ho 34 anni. Quasi due anni fa sono diventata vegetariana per motivi etici. Poi a maggio scorso poco a poco vegan. Ho molta simpatia per il crudismo, anche se so che per quello mi occorre altro tempo. Ti scrivo perché mi è stato diagnosticato nel 2005 a Londra un disturbo bipolare, in seguito ad un ricovero per una crisi maniacale.
Sono in cura dal 2007 con Depakin Chrono 500 mg. Ho letto tutte le tue tesine in proposito sul tuo blog e anche alcune relative ad altri argomenti di mio interesse. Mi ha colpito leggere che: “Per uno che fuma e beve caffè, che fa uso di farmaci e vaccini, è paradossalmente meglio mangiar male e tenersi le sue digestioni difficili, che in qualche modo si fanno carico, per vie traverse e non certo ideali, di smaltire i veleni delle droghe e dei farmaci che sta assumendo, agendo da improvvisati tamponi eliminativi.”
COME MAI ALLORA STO MEGLIO?
Significa forse che il mio “mangiare sano” in compresenza del farmaco potrebbe nuocermi? Eppure da quando sono vegan mi sento meglio, sto perdendo peso, ho più voglia di fare, sono più lucida e poi niente più stitichezza, costipazione.
NELLE FASI PURIFICANTI E’ SEMPRE VIETATO SGARRARE?
Mi ha colpito anche leggere che: “Le mie posizioni rigorose sulla incompatibilità tra dieta disintossicante e assunzione di farmaci in contemporanea non rappresentano un mio vezzo personale. Trattasi di principio igienistico e naturale inalterabile. Sappiamo benissimo quanto vietate e pericolose siano le infrazioni farmacologiche-dietetiche-comportamentali (fumo, caffè, cola, cibi grasso-proteici) nei frangenti che accompagnano il riposo fisiologico chiamato digiuno igienista, ed anche negli stessi semi-digiuni e, un po’ meno, nelle fasi di miglioramento-dieta in senso purificante.”
Sono pericolose anche le infrazioni farmacologiche o dietetiche in una dieta vegan o solo nel digiuno? Voglio smettere il farmaco al più presto. So com’è importante il sole, per quelli come me, e vorrei prima riuscire a trasferirmi da qualche parte che mi faccia ritrovare un clima favorevole. Sono siciliana e ora vivo per lavoro a Milano. Spero di stabilirmi presto almeno in Toscana. Vicino al mare, in un clima mite, sento di potercela fare, mentre qui mi sento fuori posto, un animale fuori dall’habitat e, in quanto tale, fragile.
QUANTO E COME PUÒ NUOCERE LA COMPRESENZA DEPAKIN?
In sintesi, vorrei capire se mangiare vegan e tendenzialmente crudo può nuocermi in compresenza del Depakin. Vorrei capire se è intelligente aspettare un trasferimento via da Milano o dovrei interrompere comunque la terapia al più presto, anche restando qui a Milano. Conti che ho subito due ricoveri, e un altro nel 2007, sempre in crisi maniacale, in seguito al quale ho iniziato la terapia col Depakin.
Da allora sono stabile, ma non ho mai interrotto il farmaco. Dal 2007 sono anche seguita da una brava psicoterapeuta da cui continuerei ad andare, anche dopo l’interruzione del farmaco a Milano. Se mi trasferissi in Toscana dovrei invece trovare un nuovo terapeuta. Se potrà leggermi e rispondermi, anche brevemente, le sarò molto grata. Con stima, Evita
RISPOSTA
RICONFERMO I PRINCIPI ENUNCIATI CON LA DOVUTA FLESSIBILITA’
Ciao Evita. I principi citati sulla incompatibilità tra farmaco e vegancrudismo in generale, soprattutto in fase di digiuno, ma anche con minor gravità nelle fasi semi-purificanti (vedi semi-digiuno e dieta normale crudista) hanno logica ragione di essere e pertanto li riconfermo. C’è comunque da dire che occorre sempre un minimo di flessibilità nelle cose, visto che il rigido dogmatismo è improduttivo.
PRENDI PURE QUELLO CHE DI BUONO TI STA ARRIVANDO
Diciamo allora che i principi generali valgono fino a prova contraria. Nel caso tuo in particolare, i vantaggi del crudismo associato con Depakin hanno evidentemente superato gli svantaggi. Ti consiglio di non farne un grosso problema, o un’ansia in più. Non è che stiano succedendo sconvolgimenti e cose strane nel tuo organismo.
IL FARMACO CHE VIAGGIA CON LA FRECCIA ROSSA
Quello che posso ipotizzare o sospettare, senza prove dimostrative, è che la dieta vegancrudista da te giustamente adottata, serva soprattutto a convogliare meglio gli effetti riequilibratori del Depakin. In pratica, usufruendo di un sangue più pulito e fluido in linea generale (grazie al crudismo), la tua droga personale Depakin viaggia con maggiore allegria e disinvoltura in ogni angolo del corpo, moltiplicando i suoi effetti e dandoti benessere supplementare.
DIPENDERE DA UN FARMACO POTENTE E CARICO DI EFFETTI COLLATERALI NON E’ IL MASSIMO
Il che non sarebbe negativo. Il problema è valutare quale il tipo di benessere (stabile o provvisorio? abbandonabile o dopante-inchiodante?) e quali gli effetti collaterali. Il Depakin, e gli epilettici che lo hanno assunto lo confermano, provoca irritabilità, sbalzi umorali, nervosismo, problemi di memoria e di concentrazione, allucinazioni, gastrite e gastroenterite, malformazioni al feto nelle future mamme. Tant’è che molti passano ad altri farmaci meno potenti e meno dopanti.
CERCA DI INVERTIRE LE FONTI DI BENESSERE
La mia opinione è che tu stai ottenendo stabilità e benessere dal doping Depakin, più che dalla frutta e dalla verdura cruda, mentre dovrebbe succedere esattamente l’opposto. La cosa migliore da farsi a mio avviso è di lavorare meglio coi due pomelli a tua disposizione, diminuendo progressivamente ed in senso anti-orario e chiudente il pomello-veleni (incluso il Depakin) e incrementando simultaneamente in senso orario l’apporto vegan-crudista. In più, per completare il recupero, determinante sarà l’esercizio aerobico e la rieducazione alla respirazione ritmata e addominale.
VINCERE L’ASTINENZA E NON DIPENDERE
Ovvio che, nella fase iniziale di abbassamento Depakin, soffrirai le solite pene da astinenza, per cui dovrai stringere i denti. Per vincere l’astinenza ci vuole equilibrio mentale, capacità di resistere e cuore in buone condizioni. Un minimo di prudenza serve, misto se vuoi a un pizzico di coraggio.
La resistenza a questo tipo di prove è sempre un fatto personale ed irripetibile, per cui nessuno meglio di te può capire, giorno per giorno, pomello dopo pomello, quanto in là ci si può o non ci si può muovere. Occorre sapersi gestire, capirsi, non mettersi sistematicamente nelle mani degli altri, non dipendere dalle sostanze e dalle persone, o farlo nella minima misura possibile.
Valdo Vaccaro
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