(Contatto via skype col prof Mark Mattson da Baltimora, Imola 28 Gennaio 2018)
Rispettando le attese abbiamo ascoltato e dialogato in diretta con Mark Mattson, uno dei massimi ricercatori mondiali nel campo dei meccanismi cellulari e molecolari che stanno alla base delle malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer per i maturi e per gli anziani, ma anche come l’autismo per l’età infantile ed evolutiva.
Il dr Mattson insegna alla Johns Hopkins University ed è a capo del Lab di Neuroscienze del National Institute on Aging, insomma sta ai vertici della scienza ufficiale.
Col mettersi a nostra disposizione ha dimostrato di essere una persona serena, generosa, desiderosa di rendersi utile al nostro gruppo HSU e a quello che rappresentiamo in questo paese e anche fuori. Un atto di diffusione e di promulgazione scientifica di notevole significato.
INTERMITTENT METABOLIC SWITCH, O CAMBIO METABOLICO INTERMITTENTE
Nel fegato serbiamo tutti una quantità di glucosio e di energia calorica equivalente a 700-900 calorie e, per chi fa vita tranquilla e sedentaria, tale scorta equivale a soddisfare 10-14 ore senza cibo, sia in versione di semplice restrizione calorica volontaria (esempio riduzione dei pasti a 500 calorie al giorno), sia in versione di eventuale digiuno assoluto intermittente.
Tener presente che un’ora di corsa intensa, o di camminata veloce con tanto di racchette da trekking, o anche un’ora di pedalata vivace in falsopiano-salita, consuma circa 600 calorie.
Il termine IMS sta per Cambio Metabolico Intermittente, dove si fanno periodiche transizioni da una fonte energetica all’altra, o meglio da una fonte energetica G di tipo normale e glucosica (alimentazione a base di carboidrati, o anche a base di proteine e integratori), a una fonte energetica K di tipo ketosico (la quale scatta mediante digiuno intermittente oppure mediante esercizio fisico intenso e prolungato).
Osservazioni sugli umani dimostrano che nel corso del digiuno e nel corso di esercizi fisici intensi, i livelli di glicogeno nel fegato vengono consumati fino ad esaurimento, mentre la concomitante lipolisi dei triacylglycerols e dei diacylglycerols genera Free Fatty Acids (FFAs) o acidi grassi liberi che vengono rilasciati nel sangue.
I FFAs sono trasportati nelle cellule epatiche (hepatocytes) dove vengono trasformati mediante Beta-ossidazione in enzima Acetyl CoA o carbossilasi, usato a sua volta per generare ketone acetones, aceto-acetates AcAc e Beta-hydroxybutyrate BHB.
BHB e AcAc vengono trasportati dal sangue al cervello e poi ai neuroni. All’interno dei neuroni, BHB e AcAc vengono trasformati in Acetyl CoA carbossilasi che poi entra nel ciclo TCA o acido tricarbossilico all’interno dei mitocondri cellulari generando ATP o Adenosine Triphosphate.
Una volta ridotte o consumate le scorte G di glicogeno nel fegato, (rimpolpate ad ogni pasto e ad ogni ciclo circadiano notturno, e ridotte invece ad ogni scelta sobria e frugale, ad ogni digiuno intermittente e ad ogni attività fisica intensiva), scatta quindi il miracolo della alimentazione ketosica, per cui le cellule grasse rilasciano il carburante K, il carburante interno di emergenza fatto di BNDF o di Brain Neurotrophic Derived Factors.
Questi BNDF sono capaci di promuovere la connessione elettromagnetica-nervosa tra nervi e sinapsi o centri nervosi (Nadi e Chakra e Prana nell’Ayurveda, Meridiani e punti Energetici Shiatsu e soffio vitale Ki nella Medicina Tradizionale Cinese). Il carburante ketosico è fatto di acidi grassi, convertiti nel fegato da BHB o B-hydroxybutyrate e da AcAc o AcetoAcetate.
BENEFICI DERIVANTI DALL’IMS
La transizione dall’utilizzo dei carboidrati agli acidi grassi viene chiamata da Mattson come Switch from G to K, o passaggio dal glicogeno ai ketoni, una riduzione calorica del 30-40% che alla lunga rafforza il fegato, migliora il flusso energetico, riduce le infiammazioni e prolunga la vita. I benefici dell’IMS (Intermittent Metabolic Switching) sono provati e si chiamano:
- Maggiore sensibilità insulina e non più insulino-resistenza con tendenza al diabete
- Riduzione del grasso addominale
- Mantenimento della massa muscolare
- Riduzione del battito cardiaco a riposo
- Riduzione della pressione sanguigna a riposo
Negli ultimi 50 anni si è inoltre osservato in concreto che i ketoni stimolano l’attività della rete neurale e che le diete ketogeniche arrecano beneficio agli epilettici.
COME EFFETTUARE UN DIGIUNO INTERMITTENTE
Il concetto base è alternare periodi di bilancio energetico negativo (brevi digiuni ed esercizio fisico) a periodi di bilancio energetico positivo (mangiare e riposare), derivando in questo modo una ottimizzazione della salute generale e della salute cerebrale.
In altre parole, alzarsi da tavola prima del tempo, senza indugiare in ulteriore cibo e in bevande varie, significa ottimizzare il benessere in generale (vedi i 5 punti appena citati) e l’equilibrio nervoso cerebrale ed intestinale in particolare.
L’importante sta nell’applicare questi concetti in modalità flessibili e personalizzate prendendo quindi le istruzioni come semplici linee guida e non come schemi fissi.
L’Alternate Day Fasting ADF, o Digiuno a Giorni Alternati, o Digiuno Intermittente, e il Daily Time Restricted Feeding (TRF), o Alimentazione Ristretta Ipo-Calorica durante il ciclo circadiano appropriativo tra le 12 e le 20 potrebbero rappresentare il metodo più indicato per attenersi ai test e ricavarne risultati ottimali a conferma.
Ritengo poi che il concetto di Digiuno Breve e Intermittente stile Mattson si sposi meglio col Digiuno Secco stile Filonov. Lo dico anche per averlo sperimentato più volte di persona, con 1, 2 e 3 giorni e con ottimi risultati.
Filonov poi non è per niente facilone o imprudente. Non propende per digiuni lunghi senza una adeguata preparazione preventiva e senza una uscita adeguata dal digiuno stesso.
Filonov, al pari di Mattson, propende per digiuni brevi che ricambiano le acque pesanti e le acque di ritenzione, le acque che arrecano ostruzione e fatica a fegato, milza e reni.
CONSIDERAZIONI FINALI
Trovo il prof Mark Mattson eccezionalmente vicino a noi. Lo definirei come teorico moderno della sobrietà scientifica e della scarsità cibaria, ma senza sofferenze e senza particolari rinunce.
Dopotutto la riduzione calorica comporta grossi vantaggi, con un significativo incremento di resistenza alla fatica, di benessere epatico e salute mentale.
Chi pratica i 3 pasti regolari al giorno, più qualche merendina e qualche bevanda tra un pasto e l’altro, non riesce mai ad innescare la magia della commutazione ketonica e perde così una importante esperienza.
Da rilevare che il prof Mattson, alla nostra domanda “Digiuno Idrico stile Shelton o Digiuno Secco stile Filonov?” ha dimostrato in tutta onestà di non conoscere la differenza tra i due digiuni, visto che evidentemente alla JohnS Hopkins il grande Sergej Filonov non è ancora di casa, e forse nemmeno Herbert Shelton lo è. Ma questo non significa per niente svalutare l’importanza, la professionalità e la credibilità del nostro Ospite.
Questo ci fa capire che stando in questo speciale crocevia scientifico, libero e internazionale, che si chiama HSU, a volte, almeno su alcuni dettagli essenziali, siamo più avanzati ed informati dei grandi docenti che vengono a contatto con noi.
Alla fine Mattson se l’è cavata brillantemente dicendo che, per soggetti americani super-alimentati e spesso sovrappeso od obesi, abituati ai tre pasti al giorno più qualche merendina tra un pasto e l’altro, va bene qualsiasi digiuno intermittente, secco o idrico che essi adottino.
Digiuno comunque non lungo ma breve e intermittente, perché lui non crede nei digiuni prolungati capaci di ridurre non solo il grasso in più e le acque di ritenzione in più, ma anche la massa muscolare, cosa che va ovviamente evitata.
I conti tornano decisamente caro Mark. Hai già tante splendide referenze nel mondo accademico americano per cercarne di altre in periferia, ma permettimi di dirti che sei dei nostri e che ti promuoviamo a pieni voti, annoverandoti nella parte sana e magnifica dell’America.
Noi alla HSU ci stiamo distinguendo come ricercatori di tartufo bianco, come dei Diogene Moderni che vanno alla ricerca di gente che vale nella Scienza della Salute, per cui ci dilettiamo a fare talent-scounting. Ti sei rivelato talentuoso e geniale per chiarezza, semplicità, umiltà e disponibilità. Non possiamo che ringraziarti e augurarti lunga vita.
Valdo Vaccaro
Vorrei fare un digiuno secco di un giorno alla settimana ma temo per la mancanza di apporto idrico (molto importante per gli anziani). Domanda : esiste un limite di età oltre il quale il digiuno secco è sconsigliato? Grazie.
Premetto intanto che non esistono schemi fissi validi per tutti e in tutte le condizioni, e che pertanto ognuno deve personalizzare le sue esperienze, sia che abbia 15 o 50 o 100 anni. Un giorno di digiuno a secco, più che digiuno è semplice restrizione calorica o digiuno intermittente, qualcosa che non implica mai grossi problemi o grosse controindicazioni per nessuno. L’apporto idrico è importante? Sicuramente, non solo per gli anziani ma per tutti. Ma sempre e solo a patto che si tratti di liquido adatto, puro ed assimilabile, come l’acqua biologica della frutta acquosa e delle verdure crude. L’apporto idrico, in ogni caso, non è più importante del suo contrario ovvero della espulsione idrica-renale-cutanea-respiratoria e quindi del buon metabolismo dei liquidi corporali. Bere acqua in condizioni di pre-esistente ristagno e ritenzione idrica è un po’ darsi la zappa sui piedi. Al contrario di quanto suggerisce il nutrizionismo medico-sanitario, è importante minimizzare l’assunzione di acqua. anziché ampliarla. Chiaro che se uno mangia carne, se assume cibo prevalentemente cotto, cibo inscatolato, cibo salato e zuccherato, se assume farmaci e integratori, se beve the-caffè-cioccolato-cole e se fuma, se assume cibi e bevande spazzatura, finisce in condizioni particolari ed anomale di sete e farà bene a bere acqua leggera e a basso residuo minerale, possibilmente priva di cloro e quindi non di rubinetto, in proporzione alle sue necessità fisiologiche e ai segnali dei suoi sensori. Lo stesso discorso vale per chi svolge attività fisica intensa implicante forte traspirazione e sudore.
Gentile dott. Vaccaro, per restringere la finestra temporale in cui ci si alimenta a circa 8 ore, è meglio (da un punto di vista di salute e di perdita di peso) saltare la cena o la colazione? E di farlo tutti i giorni o solo alcuni giorni a settimana? Grazie
Ho sposato con gran giovamento la pratica di digiuno intermittente due mesi fa. Mi fa piacere che se ne parla finalmente qui.
Oltre ai benefici fisici, noto il miglioramento del benessere psichico, la migliore disciplina dove mi risulta più facile fare delle scelte salutari ai pasti ed abbandonare i vizi come per esempio la caffeina. Credo inoltre che il digiuno intermittente sia un’ottima preparazione per il digiuno più lungo.
Leggo con piacere questo blog. Tanti cari saluti. ❤️