Per una minoranza virtuosa e fortunata il digiuno potrebbe essere superfluo. Se l’uomo mangiasse davvero bene, se si nutrisse cioè in modo sobrio, semplice, leggero, vitale, digeribile ed innocente, se vivesse in campagna lontano dall’inquinamento e dal rumore, e se si comportasse bene adoperando al meglio le sue formidabili dotazioni fisiche, morali, mentali e spirituali, non ci sarebbe la necessità di digiunare.
Prima di parlare di digiuno occorre dunque parlare di cibo sbagliato, di cibo innaturale, di cibo mal mescolato e di cibo in eccesso. La digestione dei cibi è il compito più duro e laborioso che il corpo umano deve fronteggiare giornalmente nel corso dell’intera vita.
Smettendo di mangiare per un certo periodo di tempo diamo al nostro sistema la possibilità di prendersi un riposo fisiologico. di rinnovarsi e di rigenerarsi.
Cibo sbagliato oggi come oggi è ogni cibo alterato da processi di raffinazione, inscatolamento, cottura, conservazione, separazione, emulsione, acidificazione, salatura, dolcificazione.
Questo non significa che dobbiamo mangiare 100% crudo e naturale. Ci sono vegetali amidacei e coriacei, patate e cereali, che devono essere sottoposti a cottura intelligente (cioè limitata e conservativa) per esseri resi eduli e masticabili.
La percentuale suggerita è di circa l’80% di cibo crudo (frutta e vegetali) e il 20% di cibo cotto, con variazioni personali basate sulle proprie possibilità, abitudini, gradimento e necessità.
QUAL È L’ALIMENTAZIONE IDEALE
Si presta benissimo a questo discorso la definizione di sistema vegan-crudista tendenziale, sostenibile, divertente, alcalinizzante, personalizzato. Un vitto diventa igienistico se basato sul semplice principio aggiuntivo che qualunque sostanza estranea e nemica dell’organismo, qualunque sostanza che non possa essere digerita-assimilata-evacuata in modo rapido ed efficiente a costi digestivi minimi va evitata.
Lo stile di vita vegetariano risulta essere il più semplice, il più pulito, il più facile, il più vitale, il più digeribile e il più sano. È scontato e dimostrato che vivere di vegetali e frutta, di semi e di noci, rappresenta il modo ideale di alimentarsi per chiunque umano dotato di razionalità, gentilezza e percezione del corretto vivere e lasciar vivere.
Il palato, i sapori e gli odori emessi dai consumatori di carne divengono corrotti dal cibo morto e cadaverale. La religione della bistecca è perdente su tutti i fronti, in quanto impedisce un regolare smaltimento delle tossine.
NIENTE AL MONDO È SANO, UTILE E CONVENIENTE SE BASATO SULLA SOFFERENZA ALTRUI
La parola vegetariano, riferita sia alla persona che al cibo, deriva da vegetus, che significa sano, fresco, vitale, piacevole. La carne non possiede alcuna di queste caratteristiche, essendo inadatta ed estranea, essendo cibo alterato, conservato, stantio e in putrefazione.
Una dieta di foglie verdi, radici, grani, bacche, noci e frutta acquosa fornisce e soddisfa infatti pienamente le necessità mentali e corporali dell’organismo, essendo cibo salubre, estetico, economico, inoffensivo, facile da coltivare, da preparare e da digerire.
La dieta carnivora dunque va scartata con decisione essendo irrazionale, non necessaria, non sicura, non salubre, non igienica, non economica, non estetica, non gentile e non etica. Non c’è alcun reale bisogno per l’uomo di ammazzare il prossimo per procurarsi del cibo.
ORIGINE DEL NOME DIGIUNO
La parola digiuno deriva dal latino jujunus e dal verbo jujunare. Ma il termine più usato al mondo è “Fast” o “Fasting” derivante dall’inglese antico “faestan” che significa “Astensione dal cibo”, astinenza volontaria intrapresa a scopi benefici.
Al contrario, la parola “Starvation” deriva da “sterofan” che sta per fame imposta, distruttiva e mortale. Chiariamo subito che “Fasting is not Starving”, è che pertanto digiunare non significa affatto soffrire la fame e indebolirsi.
In realtà il corpo possiede abbondanti riserve per nutrire se stesso in modo sorprendente e per lunghi periodi di tempo. Pertanto si adatta facilmente alla esperienza digiunistica, provocando nel contempo una rimozione delle tossine accumulate, una escrezione delle acque di ritenzione e dei grassi in eccesso.
Tuttavia, guardare al digiuno come ad una panacea per qualche specifico disagio o disturbo, è sbagliato, dato che il digiuno non è una “cura specifica per qualcosa o contro qualcosa”.
Del resto esiste il principio per cui niente e nessuno al mondo ha vero potere curativo, all’infuori del primario ed esclusivo protagonista che è il corpo stesso. Il digiuno va però considerato come strumento-chiave capace di mobilizzare e facilitare i processi di protezione e di auto-guarigione che il corpo già possiede come sua dotazione fisiologica.
IL DIGIUNO NELLA STORIA
Tutte le diete commerciali hanno il fiato corto e falliscono regolarmente. Sono mode che non durano. Sono specchi per le allodole e per i creduloni. Impossibili da seguire, monotone, dannose, restrittive, assurde.
Regolarmente abbracciate e regolarmente abbandonate. Il digiuno è invece una disciplina che ha resistito sempre alla corrosione del tempo. Un metodo in uso da almeno 5000 anni.
Il digiuno è stato praticato fin dagli albori della storia da tutti i popoli della terra allo scopo di purificare il corpo e la mente, per penitenza nei percorsi spirituali, spesso per auto-disciplina, per scopi politici o come mezzo di guarigione.
Le figure più note del Vecchio e del Nuovo Testamento adottavano il digiuno come regola di vita. Mosè e lo stesso Gesù digiunarono per 40 giorni. Anche per i Veda e per la tradizione yogica il digiuno era principalmente un mezzo di elevazione spirituale, mentre nelle religioni primitive serviva per propiziarsi la divinità, o per prepararsi a certi rituali.
Se per gli induisti aiutava a riappropriarsi dell’energia vitale cercando la vicinanza con la divinità, per i buddhisti valevano i concetti di frugalità, essenzialità, moderazione, austerità, finalizzati a raggiungere la chiarezza mentale e i poteri nascosti a disposizione.
Il digiuno era usato dagli antichi greci come purificazione prima della consultazione degli oracoli, dagli sciamani africani per contattare gli spiriti, dagli indiani d’America per placare i loro dei, dai fenici, dagli egizi, dagli assiri, dai babilonesi, dai druidi celtici e in tutti i paesi del Mediterraneo.
Come diceva diversi secoli prima di Cristo, Ippocrate, primo medico della storia, “il digiuno è strumento formidabile per contrastare le malattie. Ognuno ha un dottore dentro di sé, e dobbiamo solo aiutarlo a lavorare”.
“Continuare a mangiare quando non si sta bene significa alimentare le proprie magagne”.
STRATEGIA GUARITIVA, STRATEGIA RELIGIOSA E STRATEGIA POLITICA
In Italia i medici napoletani, fino a circa 150 anni fa erano soliti utilizzare il digiuno che a volte durava 40 giorni nei casi di febbre. All’inizio dell’Ottocento il digiuno veniva praticato come terapia per guarire diverse malattie.
Per l’ebraismo il digiuno ha lo scopo di espiare i peccati. I musulmani digiunano per tutto il mese del Ramadan, cioè il 9° mese del calendario lunare, perché celebra la rivelazione dei primi versetti del Corano, che consiste nell’astenersi, dall’alba al tramonto, dal mangiare, bere, fumare o praticare sesso. Il motivo sta nel comprendere il valore dei doni di Dio e di aprirsi con più compassione verso i bisognosi.
Gandhi praticò innumerevoli digiuni a scopo politico-sociale, per fermare le violenze degli inglesi contro gli indiani, per bloccare i massacri fra indù e musulmani. Per lui il digiuno era una specie di preghiera intensa, uno slancio dell’anima.
IL DIGIUNO NEL MONDO ANIMALE
Nel mondo animale le bestiole digiunano quando sono ferite, ammalate, ibernate, nel periodo di letargo, di accoppiamento, durante i periodi di siccità, di nevicate, di freddo intenso, o per carenza di cibo. Alcuni uccelli digiunano mentre covano le uova, altri subito dopo la nascita.
I salmoni digiunano durante i faticosi trasferimenti per 3000 miglia nella risalita dei fiumi, superando rapide, cascate e insidie di ogni genere, inclusi orsi e rapaci che li attaccano lungo il percorso.
DIGIUNO SECONDO HERBERT SHELTON E ARNOLD EHRET
Il digiuno facilita e provoca alla fine, come dato di fatto, una marea di effetti benefici su diversi stati patologici.
Herbert Shelton (1895-1985), caposcuola della mitica ANHS American Natural Hygiene Society e autore di oltre 50 importanti testi alternativi sulla salute umana, teorizza un rinnovo dei tessuti interni tramite il digiuno idrico ad acqua distillata. Nel suo libro “Il digiuno può salvarvi la vita” riporta alcune salienti esperienze prese dagli oltre 40 mila digiuni portati a termine con grande successo.
Nelle spiegazioni di Shelton, l’organismo privato dal consueto apporto di alimenti è costretto con il digiuno a smaltire i residui incamerati, liberandosi da scorie, pus, cellule morte, cisti ed anche tumori.
Il digiuno costringe il corpo a consumare per mezzo dell’autolisi tutti i tessuti superflui. Le tossine accumulate vengono immesse nella circolazione per essere portate agli organi escretori e quindi eliminate. Le cellule subiscono una purificazione ed avviene la rimozione dal protoplasma delle sostanze estranee accumulate, le cellule si ringiovaniscono e svolgono le loro funzioni più efficacemente.
Non esiste niente altro al pari del digiuno in grado di eliminare le sostanze di rifiuto accumulate nel sangue e nei tessuti, consentendo al corpo di recuperare la salute.
Eliminando o bruciando le proprie accumulazioni di spazzatura tossica si ottengono dei miracoli. Un metabolismo velocizzato diventa un mezzo di ringiovanimento. Persino gli occhi si schiariscono e diventano brillanti.
Quando si inizia un digiuno ci si astiene dal fare uso di tè, caffè, alcol, sigarette bevande gasate, condimenti, spezie, additivi alimentari, conservanti, integratori sintetici, medicine, vaccini e integratori.
Praticamente si interrompe l’abitudine di avvelenarsi. Vi sono importanti testimonianze di persone che grazie al digiuno hanno vinto mali dichiarati incurabili dalla medicina.
Anche Arnold Ehret (1866-1922), nel suo testo “Muculess Diet Teaching System” sostiene l’utilità di digiuni e diete disintossicanti a base di acqua e succo di limone per ripulire l’organismo da tutti gli impedimenti, i depositi di materiali fermentati, le tossine, i veleni, le sostanze chimiche estranee, il muco e tutto quanto non appartiene alla composizione naturale del corpo. I germi, batteri o virus che siano, non attecchiscono e non si sviluppavano in modo esponenziale in un “terreno” fisiologico pulito.
“La sporcizia interna dell’uomo medio è qualcosa di inimmaginabile”. Ehret diceva questo nel 1915, quando le strade non erano asfaltate e intasate da milioni di auto, quando il ragazzo della via Gluck era ancora lontano da venire, quando non esistevano i supermercati, quando la gente non si abbuffava ancora di carne, di bistecche, di cole, di caffè, di zucchero, di farmaci e di integratori!
Figuriamoci la situazione interna dell’uomo medio di oggi, cento travagliatissimi anni dopo. In quello stesso periodo di fine ‘800-inizio ‘900, teneva banco Louis Kuhne (1835-1901), autore di “The New Science of Healing” best-seller mondiale dell’epoca, con la sua celebre massima “Solo la pulizia interna del corpo può guarire, niente altro che quella”.
SVILUPPO DEL CONCETTO TOSSIEMICO
Opportunamente, si era intanto sviluppata in America la filosofia tossiemica (Isaac Jennings, Sylvester Graham, Russell Thacker Trall, John Tilden). Teoria fondata su verità intramontabili per cui la malattia è amica, la malattia è un sintomo prezioso che non va curato.
Non esistono infatti cure reali e risolventi prive di effetti collaterali, per cui qualsiasi pretesto o premessa di cura, all’infuori delle assistenze dottorali-infermieristiche di emergenza, è sostanzialmente fuorviante.
L’unica realtà provata e confermata ampiamente dai fatti è quella del sangue avvelenato, della sporcizia biochimica da rimuovere. La crisi si ha quando le tossine accumulate superano il punto di tolleranza interno.
Quelle che i medici chiamano malattie altro non sono che sintomi prodotti da forzata eliminazione vicariante di tossine. Nessuna sorpresa che la medicina guardi con sospetto e con evidente negatività il digiuno, autentico concorrente pericoloso e imbattibile, in quanto capace di smentire e di rendere inutili e assurde le terapie mediche preventive e curative basate sui farmaci e sui vaccini.
IL DIGIUNO IN RUSSIA
In russo si usa l’acronimo RDT che sta per “razgrucocnodiericeskaja terapia” o dieto-digiuno terapia. Questa è ormai la definizione ufficiale data dallo stesso Nikolaev al digiuno.
L’RDT è un rimedio terapeutico di eccellenza in quanto favorisce una depurazione radicale e risana tutto ciò che tocca e che purifica nel suo percorso, vale a dire l’intero organismo. Per velocità ed efficacia di risultati il digiuno non ha eguali.
JURIJ NIKOLAEV E SERGEJ FILONOV
Il metodo del digiuno secco frazionato del medico russo Sergej Filonov, allievo del celebre Jurij Nikolaev (1905-1988), direttore del Moscow Psychiatric Institute e caposcuola della digiunoterapia russa, si è diffuso in Russia e si sta facendo conoscere anche in Europa.
La HSU Health Science University ha il merito di aver fatto conoscere di persona il dr Filonov al pubblico italiano. Questo approccio terapeutico si fonda sulla totale astinenza dal cibo e dall’acqua per un periodo minimo di 1 giorno a un massimo di 11 giorni.
Come tutti i metodi alternativi ai farmaci, anche questo metodo ha i suoi detrattori. Il più delle volte si tratta di pregiudizi. Filonov, dimostra di saperci fare anche col metodo idrico sheltoniano.
La realtà è che il digiuno secco risulta essere doppiamente più efficace e semplice del digiuno idrico, soprattutto se limitato a 2-3 giorni e frazionato, ovvero ripetuto a distanza di circa un mese. Per periodi più lunghi e per casi particolari di persone super-intossicate, viene richiesta assistenza specialistica.
Il dr Jurij Nikolaev, affermò che il digiuno è essenziale in ogni caso per la popolazione urbana soggetta ai gas di scarico e a diverse sostanze tossiche come i PCB (policlorobifenili). Molti suoi pazienti depressi, dati per spacciati e senza speranza, dopo un digiuno seguito da nuovo regime dietetico, si sono ripresi al meglio.
Quanto ai margini di sicurezza, il digiuno fa bene a tutti, visto che ogni corpo si adatta alla esperienza digiunistica. Ogni corpo è dotato di ampie risorse di emergenza per nutrirsi sorprendentemente a lungo, mentre nel frattempo aiuta a smaltire le tossine del corpo e a consumare l’eccesso di grassi. La maggior parte della gente è in grado di sostenere liberamente dei digiuni brevi, ma anche dei digiuni prolungati assistiti senza timori di sorta.
DIGIUNARE È UNA FUNZIONE NATURALE AL PARI DEL RESPIRARE
In 30 anni di esperienza, Nikolaev ha capito che il digiuno permette al corpo di mobilitare i suoi meccanismi difensivi contro molte patologie, visto che la guarigione è un processo biologico vitale, una funzione naturale, al pari della respirazione.
Per un digiuno di pochi giorni non occorre nemmeno rivoluzionare la propria vita. Basta svolgere le proprie attività con prudenza e calma, mantenendo esercizi in scioltezza e camminando senza correre.
Ovvio che un riposo accentuato risulta più fruttuoso in termini depurativi, visto che ogni energia risparmiata viene canalizzata verso la fase eliminativa. C’è anche da dirsi che ognuno di noi conduce comunque un digiuno giornaliero tra la cena e l’ora di colazione, dal momento che la fase assimilativa del ciclo circadiano notturno non occupa in genere tutte le 8 ore a disposizione.
IL DIGIUNO INTERMITTENTE DI MARK MATTSON
Notevoli pure le esperienze del celebre neurologo americano Mark Mattson, ingaggiato pure via skype dalla HSU, come da tesina “Digiuno Intermittente rimedio alla neurodegenerazione”, del 28/1/18.
Il prof Valter Longo e il suo team di ricercatori operanti presso la USC-University of Southern California ha concluso senza mezzi termini che 3 giorni di digiuno rafforzano e ringiovaniscono il sistema immunitario, sviluppando la produzione di nuovi globuli bianchi. Altri studiosi americani stanno scoprendo che il digiuno aiuta le cellule sane a sopportare meglio l’impatto tossico della chemioterapia.
Fatto sta, il digiuno, l’astinenza dal cibo e la riduzione calorica volontaria e non imposta, da qualunque lato li guardiamo, risultano essere potenti mezzi di rigenerazione fisica, mentale e spirituale, come scritto da Franco Libero Manco.
“Imparerete più da un digiuno che da tutte le terre che avete visitato o dai libri che avete letto”, affermò magistralmente il celebre fruttariano sudafricano Morris Krok (1931-2005).
ALCUNI BENEFICI E PROPRIETÀ DEL DIGIUNO
La salute non la possiamo comprare in negozio. Occorre imparare le leggi di natura e seguirle. Il digiuno è la vera chiave della salute dal momento che purifica ogni singola cellula del corpo.
PERDITA DI PESO E RIDUZIONE DELLA PRESSIONE
Il digiuno risulta il miglior metodo per ridurre il peso della gente obesa, dove la parziale restrizione calorica è inefficace. Si comincia infatti a bruciare grasso solo quando le acque di ritenzione sono state smaltite dal corpo.
Con un digiuno idrico di una settimana o con un digiuno secco di 3 giorni possiamo liberarci delle tossine che assumiamo coi cibi o che respiriamo con l’aria. Riducendo il nostro peso abbassiamo la pressione del sangue e i livelli di colesterolo.
STRESS E INSONNIA
Anton Carlson, professore di fisiologia alla Chicago University, scoperse anni fa che un digiuno di 2-3 giorni prima di una partita di football americano incrementava l’energia e la resistenza dei giocatori. In effetti il digiuno è una esperienza rilassante in quanto toglie ansietà e tensione. È raramente depressivo e spesso risulta anzi esilarante.
Gran parte della popolazione mondiale lamenta oggi problemi di insonnia. Il digiuno rilassa il sistema nervoso e viene pertanto descritto come un tranquillizzante naturale. L’insonnia tra l’altro è legata a problemi di cibo sbagliato, o di troppo cibo, con bruciori, gonfiori e indigestione acida.
DISORDINI DELLA PELLE
Tutti i tipi di disordini della pelle, come acne, eczema e psoriasi vengono uno ad uno risolti. Ci sono persino casi di gente calva che si ritrova con capelli in crescita dopo un digiuno di 10 giorni, come dimostrato in alcune università svedesi.
DISORDINI DELLA DIGESTIONE
Casi di grave costipazione, asma, ulcere peptiche, artrite, colite sono scomparsi dopo un digiuno di alcuni giorni. Il digiuno rende più efficiente l’assimilazione dei cibi. La buona nutrizione migliora non solo la salute, ma anche il nostro comportamento e i nostri modi.
DIPENDENZA DA FUMO E ALCOL
Una settimana di digiuno è in grado di risolvere casi estremi di fumatori con 100 sigarette al giorno. Dopo un digiuno prolungato infatti il corpo non accetta sostanze estranee e dannose tipo alcolici, nicotina e farmaci.
VALORE EDUCATIVO
Una settimana di digiuno ha molto valore educativo. Impariamo a dare il giusto peso e la giusta importanza al cibo. Riformiamo il nostro palato. Perdiamo il gusto per il grasso, per il dolce e il salato.
Il nostro gradimento corre verso la frutta fresca, i vegetali, le noci. Molta gente dopo un digiuno diventa convinta vegetariana e trova offensivo, per la propria nuova sensibilità estetica, alimentarsi di carne.
CONSIDERAZIONI FINALI
Sempre Nikolaev usava dire che “Se una malattia non può essere risolta dal digiuno non può essere guarita da niente altro”. Il digiuno di per sé non è una cura, come detto in precedenza, ma dà modo agli eccezionali poteri del corpo e della mente di affermarsi.
È basilare il giusto approccio a questa sorprendente esperienza. Occorre affrontare il digiuno in modo sereno e senza timori infondati.
Non è sempre facile spiegare il perché i nostri formidabili strumenti di auto-guarigione stentano a mantenerci in perfetta forma. Sappiamo però, dice Sergej Filonov nel suo magnifico e geniale testo “Digiuno Secco”, che il corpo è saturo dei tanti veleni della civiltà moderna.
Cattiva alimentazione, degrado dell’ambiente, stress ai limiti della capacità di sopportazione conducono a perdita di vitalità, per cui l’organismo non ha tempo e modo di rinnovarsi. Inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo, radiazioni, tensioni e paure rendono spesso difficile e arduo il compito del vivere quotidiano.
È dimostrato dai fatti che i mezzi della tecnologia medica attuale, per quanto avanzati e sofisticati, non riescono a compiere l’operazione fondamentale chiamata depurazione e pertanto non si armonizzano affatto con le autentiche necessità del corpo umano.
Col digiuno terapeutico invece, uno dei mezzi più naturali e logici di riequilibrio, tutto questo è possibile poiché la rimozione delle tossine stimola le grandi riserve interne di risanamento.
IL MALATO NON È UNA MACCHINA BEN OLIATA
Ogni macchinario ha bisogno di manutenzione preventiva dei suoi meccanismi che durante il funzionamento a pieno regime non si possono riparare. Questo è un assioma e vale anche per il corpo umano. L’organismo di un malato non può essere definito “una macchina ben oliata”. Per un malato poi l’eccesso di cibo è particolarmente pericoloso.
IL SONNO NOTTURNO È MOLTO SIMILE AL DIGIUNO SECCO
Un digiuno secco di 12 giorni può essere ben tollerato dal corpo umano in condizioni ottimali ed in ambiente favorevole. Il corpo umano possiede riserve d’acqua nelle cavità sierose e negli organi interni. Solo sulla pelle vengono depositati 2 litri d’acqua in media. Basta un chilo di fibra adiposa per 2-3 giorni di digiuno.
La natura ci ha regalato segnali d’allarme chiamati sintomi. Se l’organismo è stanco e sente la necessità di fermarsi, di dormire o di riposare ce lo segnala prontamente. Proprio durante la pausa del sonno si verifica il processo di disintossicazione più importante. Il sonno è una sorta di mini-digiuno secco. Durante il sonno non mangiamo e non beviamo.
DIGIUNO SECCO MEGLIO TOLLERATO E DOPPIAMENTE EFFICACE
Può sembrare paradossale, ma il digiuno secco si tollera molto più facilmente di quello idrico e apporta pure una raddoppiata efficacia, in quanto priva le cellule di ogni tipo di alimentazione.
Durante un digiuno secco l’organismo brucia in modo molto più intenso le sue scorie ed elimina più velocemente le tossine perché non c’è acqua ad estinguere il fuoco interno.
Aumenta la temperatura corporea e ciò determina l’accelerazione del processo di ricambio, e questo è un grande vantaggio per l’organismo. In pratica l’aumento di temperatura accelera la decomposizione e l’ossidazione delle tossine e delle scorie, migliora di 10 volte l’azione battericida del sangue.
NESSUN RISCHIO RENALE
Non ci sono poi rischi renali. Durante un digiuno secco reni e fegato sono a riposo quasi completo. Per ottimizzare la salute dei reni occorrere normalizzare l’attività dell’organismo nel suo insieme.
Se vogliamo curare le malattie renali bisogna normalizzare l’attività e le funzioni dell’organismo nell’assieme. Il digiuno secco è quindi uno dei metodi più efficaci per ripristinare la salute perduta.
COL TERZO GIORNO INIZIA A SVILUPPARSI LA SEROTONINA, ORMONE DELLA FELICITÀ
Per qualsiasi tipo di digiuno sono di estrema importanza lo stato d’animo e la preparazione psicologica del paziente. Occorrere darsi da subito una impostazione positiva, favorevole, ottimistica. Solo così il successo è garantito.
Intorno al terzo giorno, comincia a prodursi attivamente la serotonina e con essa compare una sensazione di armonia interiore e di soddisfazione.
In assenza di apporto alimentare il corpo mobilita e sfrutta le riserve endogene. Lo fa rispettando la legge di gerarchia, utilizzando le materie meno importanti come i sottoprodotti delle infiammazioni, il tessuto adiposo, le varie sovra-crescite.
L’organismo in queste circostanze è sottoposto a stress positivo per cui si rafforza l’attività delle ghiandole endocrine e si ravviva il sistema nervoso autonomo. Cosa c’è di buono nel digiuno? Risultati impressionanti, per cui il gioco vale la candela.
ANCHE UN PAIO DI DIGIUNI SECCHI NELLA SETTIMANA POSSONO PRODURRE RISULTATI ECCELLENTI
Anche il digiuno umido ad acqua, se correttamente praticato e seguito dà ottimi risultati, ma esiti assolutamente sorprendenti provengono dal digiuno secco. È il miglior sistema brucia-grassi.
Alimentare il corpo con le proprie riserve è un metodo perfettamente naturale ed equilibrato. Persino l’abitudine di fare un giorno o più di digiuno secco intermittente durante la settimana, in combinazione con un regime dietetico intelligente e leggero, sempre nell’ambito del vegan-crudismo tendenziale, può fare miracoli.
Valdo Vaccaro
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