LETTERA
SINDROME GUILLAIN-BARRÉ E TETRAPARESI PER MIO PADRE
Un saluto a lei Valdo Vaccaro. Le scrivo per chiederLe soluzioni in merito a due malattie autoimmuni. Mio padre è ricoverato da 3 mesi a causa della sindrome di Guillain-Barré, che gli ha provocato una tetraparesi. Nella prima settimana è stato sottoposto ad un ciclo di immunoglobuline, mentre ora continua solo con fisioterapia. Il fatto è che, dopo tutti questi mesi, non riesce ancora a muovere mani e braccia mentre ha ripreso a camminare.
COLICHE BILIARI E COLECISTECTOMIA ATTUATA PER ENTRAMBI
Vorrei aggiungere una cosa che accomuna me e mio padre. Entrambi siamo stati sottoposti a intervento di colecistectomia in seguito a una serie di coliche biliari. La ringrazio per la sua attenzione e aspetto una sua risposta, oltre che una soluzione a questi problemi. Cordiali saluti.
Marilena
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RISPOSTA
EVITIAMO DI MIMARE ACRITICAMENTE LE DEFINIZIONI MEDICHE
Ciao Marilena. Piano con l’uso facile ed improprio della terminologia medica. Piano col definire auto-immuni le troppe malattie incomprese nel mondo sanitario. Piano col fare scaricabarile contro l’unico medico irreprensibile, contro il sistema immunitario, contro la Natura Sovrana Medicatrice di tutti i mali.
QUALCHE DATO SULLA SINDROME DI GUILLAIN-BARRÉ
George Guillain (1876-1961) è il neurologo francese che, assieme al collega Barrè, rilevò questa patologia nel 1916 su dei soldati al fronte, colpiti da una paralisi temporanea che poi regrediva senza lasciare esiti. Sindrome di Guillian-Barrè, poliradicolonevrite acuta, o polineuropatia demielizzante acuta, patologia del sistema nervoso periferico con demielizzazione segmentaria, multifocale e coinvolgente il ramo prossimale delle radici nervose. O, se vogliamo, poliradicolopatia, malattia infiammatoria diretta contro la mielina dei nervi periferici.
INFIAMMAZIONE DEI NERVI PERIFERICI
Trattasi di una infiammazione dei nervi periferici, quelli che portano i comandi del nostro cervello ai muscoli di gambe, piedi, braccia, mani, organi sensori, organi respiratori, organi digerenti, organi circolatori. Un’infiammazione che, nelle forme leggere, ti blocca qualcosa per un po’ con della febbre e dei sintomi influenzali e poi regredisce anche spontaneamente senza lasciare alcuna conseguenza, soprattutto se non complichiamo il percorso guaritivo naturale con cure casuali e rischiose, con tachipirine o antibiotici, e soprattutto se l’aiutiamo mettendoci a riposo e a digiuno con acqua leggera più succo di limone. Nelle forme iperacute invece si può arrivare a una paralisi totale in 24 ore, e la prognosi può anche essere infausta.
PROVA DEL NOVE CHE I MONATTI DEL MONDO INTERO SONO FUORI DI TESTA
Già il solo fatto che esista la remissione spontanea, e che esista a maggior ragione la guarigione mediante digiuno igienista, è evidente prova che i batteri non sono dei lanzichenecchi in espansione illimitata, e che i virus non sono dei mostri affamati programmati per sbranarci. Se avessero ragione le teorie dei monatti, un corpo lasciato alla mercé di batteri irresponsabili e di virus assassini, senza protezioni farmacologiche, non verrebbe mai risparmiato da queste micro-belve invisibili.
CIARLATANI DI LUSSO COLLUSI A BIG PHARMA
Il giorno in cui il Nobel più celebre del mondo in virologia, immunologia, batteriologia o infettologia, verrà a rispondermi con spiegazione logica, comprensibile e trasparente, e non con frasi oscure, incomprensibili, sclerotiche e balbettate, potrò prendere in seria considerazione la risposta. Fino ad ora nessuno mi ha mai risposto. Pertanto ogni docente virologo che parli tuttora di virus e di batteri, poco importa se a Pisa o alla Sorbona o ad Harvard, è per me un ciarlatano che scalda la cattedra a spese del popolo.
LA PERDITA IMPROVVISA DEI COMANDI
Da un giorno all’altro, questa sindrome Guillain-Barrè ti mette a letto e ti costringe all’immobilità. Ti guardi in giro spaesato e confuso, e ti chiedi cosa stia succedendo al tuo corpo. Un corpo che non risponde e non obbedisce più ai tuoi comandi. Nel 70% dei casi, prima che succeda tutto questo, c’è una sindrome gastrointestinale e respiratoria coinvolgente il campylobacter, che è il batterio onnipresente in ogni caso di diarrea.
ECCO CHE ARRIVA LA CATALOGAZIONE MICROBICA
Malattia definita di origini probabilmente batteriche (campylobacter Jejuni) o virali (virus di Epstein-Barr, virus del gruppo herpes, virus CMV citomegalovirus, virus della parotite, virus del morbillo, virus della mononucleosi infettiva).
SE LA METTIAMO SU QUESTO PIANO, TUTTE LE MALATTIE SONO BATTERICO-VIRALI
Per l’igiene naturale non esistono malattie batteriche e nemmeno malattie virali, salvo che non si introduca nella discussione il virus dell’ignoranza e quello del profitto economico, che sono diffusi intensamente a tutti i livelli. C’è da chiedersi se esista mai una singola malattia al mondo che non sia batterico-virale.
SIAMO CIRCONDATI ED IMMERSI IN UN AMBIENTE DI BATTERI E DI VIRUS, E SIAMO NOI STESSI EMERITI PRODUTTORI DI DETRITI CELLULARI OSSIA VIRUS
Tutte lo sono, visto che viviamo in simbiosi e santa alleanza con virus (soprattutto i nostri, derivanti dalla moria giornaliera di miliardi di cellule che diventano detriti cellulari e quindi virus endogeni), e con batteri (soprattutto i nostri che prolificano quando c’è molto da mangiare in termini di residui organici e che scompaiono ordinatamente quando la spazzatura interna è esaurita).
OGNI INCEPPAMENTO E OGNI MALFUNZIONE PORTA A UNA MOLTIPLICAZIONE BATTERICA E AD UNA ACCUMULAZIONE VIRALE
Basta che uno cada dalla bicicletta e si produca una ferita, basta che uno mangi male e digerisca peggio, basta che uno si addensi inconsapevolmente il sangue, basta che uno prenda uno spavento, e qualche anomalia finisce per evidenziarsi, sia essa febbre, o emicrania, o raffreddore, o influenza, o nervosismo. Qualunque sia il nome che la medicina darà a tale malattia, non mancherà di esserci un rallentamento metabolico, un impigrimento linfatico. Ecco allora pronta l’accumulazione virale, visto che la giornaliera moria di cellule richiede corpo in perfetta efficienza per smaltire i virus interni. E a quel punto i batteri, richiamati dai meccanismi immunitari, vanno a papparsi i virus rimasti internamente.
NON SI SA E NON SI VUOLE SAPERE
Tutte le malattie sono dunque batterico-virali. Tutte le malattie sono anche auto-immuni, se seguiamo i ragionamenti della medicina, visto che c’è sempre lo zampino del sistema immunitario, che sviluppa dei sintomi e dei segnali d’allarme ogniqualvolta serve. Il fatto è che occorre andare oltre il proprio naso. Occorre poterlo fare e volerlo fare. Queste due volontà è difficile che combacino e che esistano in congiunzione.
DIVENTIAMO ADULTI UNA BUONA VOLTA E SMETTIAMOLA DI DEMONIZZARE I MICRORGANISMI
Campylobacter prima causa al mondo di fenomeni diarroici, ci ricorda la medicina. Un po’ la fotocopia di quanto avviene con l’helicopter pylori, prima causa al mondo di ulcera gastrica.
Il fatto è che queste sono tutte misere ed ignobili bugie. Il campylobacter e il pylori fanno regolare parte della nostra microflora interna e non causano un bel niente. Se stanno proliferando occorre capirne le cause reali, e non demonizzare con sbrigativa superficialità la loro intensa presenza.
I MECCANISMI IMMUNITARI SANNO IL FATTO LORO MEGLIO DI CHIUNQUE ALTRO
La realtà è che i meccanismi del sistema immunitario non funzionano quando li immobilizziamo coi farmaci o quando li decapitiamo coi vaccini e con le asportazioni ghiandolari. Al contrario, funzionano a meraviglia, con tutta la loro tipica reattività, quando ci comportiamo salutisticamente al meglio e non andiamo ad intralciare il Linfatico e l’Immunitario.
SCELTE CIBARIE BLASFEME E RALLENTAMENTI METABOLICI
La presenza poi di determinati batteri e di determinato materiale virale, non significa affatto responsabilità batterico-virale nella malattia in atto, ma piuttosto conseguenza del rallentamento metabolico, delle scelte blasfeme in termini alimentari, della sedentarietà, del vivere all’ombra e non al sole, del prediligere comportamenti innaturali al posto del famoso “Vivere secondo Natura” del nostro grande imperatore Marco Aurelio.
SINDROME HAMBURGER-GATORADE
C’è gente che per anni vive con l’inferno nell’intestino. Hamburger e patatine fritte, salami e prosciutti, salmoni e bistecche al sangue, gli rendevano la vita precaria, ma le bollicine della Coca-Cola, le stimolazioni del Gatorade, e la dolcezza dei cioccolatini, mitigavano i reflussi e i miasmi putrefattivi. Quando poi si è accorto della mancanza di cibo vivo e di cibo vero, non ha fatto alcuna rivoluzione, ma ha semplicemente mescolato il sacro al profano, complicando ulteriormente la situazione. Non Sindrome di Guillain-Barré ma Sindrome Hamburger-Gatorade.
SPARATORIA ALL’IMPAZZATA SU UN NEMICO INESISTENTE
Quando non si capiscono le origini reali di una malattia diventa impossibile trovare una vera soluzione logica e soddisfacente alle stesse. Si finisce per imbarcarsi in una serie di tentativi basati sul caso, sulle ipotesi, sulla fortunosità terapeutica, sullo sparare all’impazzata. Ovvio che la medicina le sta provando tutte, prendendo di mira i batteri (con antibiotici e antinfiammatori) e i virus (con antivirali di ogni tipo), senza cavare un ragno dal buco.
PLASMAFERESI ESALTATA COME TERAPIA EFFICACE E SICURA
Le ultime tecniche esaltano la plasmaferesi, che risolverebbe tutto senza lasciare alcuna traccia.
La aferesi è una nuova tecnica trasfusionale che permette di ottenere dal donatore solo un componente del sangue, con l’aiuto di una apposita macchina che estrae il sangue intero da una vena dell’avanbraccio (come succede nella donazione tradizionale), lo immette in un circuito sterile e, mediante processo di centrifugazione e di filtrazione, lo separa, consentendo la raccolta degli emocomponenti desiderati, plasma e piastrine. I globuli rossi, contenenti ferro ed emoglobina, vengono restituiti al donatore mediante reintroduzione immediata.
LA REALTÀ È BEN DIVERSA
Questa tecnica donatoria offre il vantaggio di ottenere grosse quantità di singoli emocomponenti, mentre il donatore non viene ferro-impoverito. Succede però che il sangue, privo degli emocomponenti prelevati, rientri in vena restituito sì, ma accompagnato dagli anticoagulanti presenti nella macchina. Anticoagulanti che, volenti o nolenti, entrano nel sangue con pesanti conseguenze per chi non ha il sangue fortemente a posto. Si può andare in ipocalcemia e in collasso. Si sono verificate reazioni pesanti e persino decessi. Pertanto andiamoci piano col dire Eureka.
QUANDO UN FILO DI LUCE ENTRERÀ NEGLI OSCURI MEANDRI
Il giorno in cui un raggio di luce entrerà nella materia medica, ci sarà un distacco traumatico ma costruttivo dalle multinazionali del farmaco e dell’integratore e del cibo insanguinato, e la fine dell’oscurantismo pasteuriano che svilisce, ottenebra ed oscura la conoscenza medica, costringendola a procedere in retromarcia forzata. Quel giorno si sgonfieranno gli ospedali e si diraderanno i medici. Le farmacie non saranno più supermercati del farmaco, ma piccoli centri fornitori di sostanze essenziali per l’emergenza.
QUESTO SARÀ L’UNICO POSSIBILE DOMANI
Al posto dei macelli, ci saranno giardini fioriti e scuole di convivenza amichevole tra bambini umani e bambini animali. E i terreni agricoli del mondo non saranno più orribili monocolture di mais e di soia transgenica, ma campi biodinamici di patate, patate dolci, topinambur, carote, bietole, zucche, melanzane, pomodori, carciofi, cardi, porri, angurie, meloni, rape e ravanelli. Campi circondati da vigne per uva da tavola, da alberi da frutto di ogni tipo, per la gioia e la salute di grandi e piccini, oltre che degli animali tenuti non più in schiavitù, ma per compagnia istruttiva e per meriti guadagnati in secoli e secoli di torture e di maltrattamenti.
COLICA BILIARE
La colica biliare è la manifestazione clinica più caratteristica della colelitiasi. È conseguente alla contrazione intensa della colecisti che cerca di sospingere un calcolo incuneatosi dolorosamente lungo le minuscole vie biliari. Si presenta come una fitta crampiforme e intensa che si localizza nell’ipocondrio destro. Può insorgere in qualsiasi momento del giorno o della notte ma con frequenza maggiore dopo i pasti, specie se abbondanti e ricchi di grassi. Essendo un dolore di tipo colico, si presenta sotto forma di attacchi che si ripetono più volte nell’arco di diverse ore.
IPOCONDRIO DESTRO
L’ipocondrio destro è situato dietro l’ultima costola sotto il diaframma, nella parte superiore e laterale della cavità addominale. Un dolore dell’addome superiore di destra, ossia un dolore sottocostale, può riguardare i vari organi ivi contenuti a tale livello, come fegato, colecisti, pancreas e colon. Ma principalmente è uno spasmo che va e viene, del tipo “a colica”. Un dolore a insorgenza brusca o graduale, ben localizzato al quadrante superiore destro dell’addome. Il dolore prima è debole, poi si incrementa d’intensità, si accompagna a flatulenza, nausea e vomito, dà sensazione di addome gonfio e può irradiarsi alla spalla destra, al di sotto della scapola.
I CLASSICI SINTOMI DA DOLORE BILIARE
Trattasi di un dolore classico da colica biliare, cioè da calcolosi sulla via biliare principale, specie se nella colecisti esiste fanghiglia biliare o altri calcoli. E, se c’è febbre e brividi di freddo, si parla di colangite, con processi batterici in corso, o si parla di colecistite con e senza ostruzione, a seconda se compare o meno l’ittero.
IL SEGNO DI MURPHY
Alla visita medica si riscontra spesso il cosiddetto Segno di Murphy rigidità della muscolatura del quadrante superiore destro dell’addome, pronunciata dolorabilità localizzata e sofferenza evidente alla palpazione del fegato. Le cause del dolore sono la contrazione della colecisti in presenza di un blocco del dotto cistico. La diagnosi si basa sulla sintomatologia tipica e sulla visita medica. La terapia medica consiste nella somministrazione parenterale (per via venosa) di analgesici e antispastici ed eventualmente antibiotici.
LA BILE NON CESSA DI LAVORARE DOPO L’ASPORTAZIONE DELLA CISTIFELLEA
La colecistectomia è un intervento di rimozione della colecisti, o cistifellea, un piccolo organo a forma di sacchetto in cui si riversa la bile prodotta dal fegato in attesa di essere convogliato verso il duodeno. La bile, a sua volta, è una sostanza necessaria per il metabolismo dei grassi, in particolare del colesterolo, ma il suo compito non cessa nel momento in cui la colecisti venga asportata. Più semplicemente passa per via diretta dal fegato al duodeno attraverso i dotti biliari.
COLECISTECTOMIA, ENNESIMA DISINVOLTURA MEDICO-CHIRURGICA
In genere questo intervento si effettua in laparoscopia quando ci siano calcoli biliari che possono creare disturbi digestivi e forti dolori (coliche), e infiammazioni come la colecistite acuta. In ogni caso, dicono i medici, l’operazione, che si effettua in laparoscopia, non è tale da creare problemi futuri, visto che la cistifellea non è un organo fondamentale. Dicono la stessa cosa delle tonsille, della prostata, dell’appendice, e di qualunque cosa che si possa recidere!
ALIMENTAZIONE POST-OPERATORIA
Per quanto riguarda la dieta da seguire dopo la colecistectomia, essa deve essere modificata solo per poco tempo, fino a quando l’organismo non si abitui alla nuova condizione. Quindi, per i primi tempi dopo l’intervento, l’alimentazione dovrà essere povera di lipidi (grassi) e ricca di fibre, per aiutare tutto il processo digestivo. Quindi meglio eliminare cibi molto conditi, ricchi di grassi saturi soprattutto di origine animale, condimenti come il burro e lo strutto, gli insaccati e i formaggi più stagionati. Meglio frazionare i pasti in modo da agevolare la digestione e puntare su frutta e verdura e tanta acqua.
STRATEGIE PER RITROVARE LA FUNZIONALITÀ GASTROINTESTINALE
Infatti tra le conseguenze dell’asportazione della colecisti, c’è una maggiore prediposizione a soffrire di diarrea o di stipsi. Per tale motivo bisogna limitare i cibi irritanti, tra cui caffè, the, cioccolato, latticini, dolciumi, alcool e bibite gassate. Per ritrovare in breve tempo la funzionalità gastro-intestinale, scegliere cibi leggeri, patate, cereali secchi, riso, banane, pasta. Dopo il primo periodo post-operatorio, è bene reintrodurre in modo graduale cibi solidi e fonti proteiche preferibilmente vegetali.
DIETE DEPURATIVE CON ALIMENTI AMICI DEL FEGATO
Ogni tanto, non farà certo male una bella dieta depurativa e disintossicante per il fegato, in cui abbondino verdure amare come il sedano, il carciofo e gli asparagi crudi e cotti. Asparagi che stimolano la secrezione biliare. Altri alimenti adatti al fegato sono arancia, avocado, carota, cavolo, cicoria, ciliegia, cotogna, crescione, fagiolini, fragole, lattuga, mela, melanzana, mirtillo, oliva, ortica, orzo, patata, piantaggine, pompelmo, prezzemolo, prugna, rabarbaro, rafano, ravanello nero, ribes, sedano, tarassaco, uva.
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Valdo Vaccaro
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