LETTERA
PADRE CON DIAGNOSI COMPLESSA E PREOCCUPANTE
Buongiorno, con la presente gradirei sottoporre alla sua gentile attenzione la situazione di mio papà al quale hanno diagnosticato un adenocarcinoma con aspetti mucinosi a verosimile primitività gastroenterica/pancreatico-biliare.
POSSIBILITA’ DI UN DIGIUNO FORZATO-CONTROLLATO
Le chiedo altresì, vista la sua esperienza in materia, se è fattibile la possibilità di un digiuno forzato-controllato. In attesa di un gentile riscontro, ringraziandola per la collaborazione, colgo l’occasione per porgere cordiali saluti. Teresa
*****
RISPOSTA
VORREI DAVVERO POTERVI AIUTARE TUTTI, UNO PER UNO, E LO FACCIO ANCHE, MA SEMPRE ENTRO I LIMITI OPERATIVI E LEGALI CHE MI SONO DATO
Ciao Teresa. Rispondo a te e alla marea di lettere in arrivo, più o meno dello stesso tenore. Vi chiedo di comprendere la mia situazione e di non pretendere da me quello che non sono in grado di offrire, almeno in questo momento. Non faccio il terapeuta, non faccio il guaritore, non faccio nemmeno il digiunista, che poi non è un mestiere ma soltanto un ruolo marginale di assistenza che serve a dare solo consolazione e supporto psicologico a chi digiuna, senza possibilità di modificare o di intervenire nei meccanismi operativi del digiuno.
PRIMA COSA NON LASCIARSI PRENDERE DAL PANICO, CHE E’ UNO SVILUPPA-TUMORI
Ho certamente scritto una mole notevole di articoli su tumori e cancri. Penso di avere le idee abbastanza chiare sull’argomento. Per qualcuno che si ritrova dall’oggi al domani di fronte a una diagnosi di questo tipo, ovvero di fronte ad un inatteso nodo che viene al pettine, si tratta di fare una riflessione sul da farsi. Prima cosa suggerisco di non metterla sul piano emozionale e sull’ansia. E nemmeno sul piano della frenesia operativa, della voglia cioè di liberarsi in quattro e quattr’otto della patologia accumulata in anni e anni di disattenzioni e di attentati contro il proprio corpo.
I DRAMMI STANNO NELL’ATTO FORMATIVO DEI PROBLEMI E NON NELLA SCOPERTA DEGLI ESITI FINALI
Non ci sono urgenze e non ci sono drammi. I drammi sono quelli della gente che continua disinvoltamente a masticare cadaverina, sale, zucchero e integratori, senza capire la gravità di unto sta facendo. E i drammi stanno nei medici che, invece di mettersi le mani nei capelli e di rammaricarsi di aver sbagliato tutto, continuano a proporre diete alto-proteiche, brodi ospedalieri, cure farmacologiche e operazioni chirurgiche buone solo per il piangente budget di cliniche ed ospedali costantemente affamati di pecunia.
TRE PRINCIPALI VIE RISOLUTIVE
Che fare? Prendere nota che esiste una situazione interna e che per risolverla ci sono essenzialmente tre vie.
- Quella del non fare niente e del continuare a vivere come già fatto finora, una via pericolosa, o meglio un vicolo senza uscita.
- Quella del mettersi nelle mani delle cure mediche concentrate nella localizzazione del tumore e nella sua rimozione (chemio, asportazioni, farmaci),
- Quella di optare per una strada igienista, con drastico cambio dieta e stile di vita, implicante digiuno e semi-digiuno per ottenere una autolisi o una auto-disgregazione della formazione tumorale.
Se la scelta è la “C” si leggano i miei 3 libri e si stampino le tesine più rispondenti alle problematiche in questione, con in testa “Zona tumore e zona cancro” e “Tumore, barriera e strumento del sistema immunitario“.
DIAMOCI DA FARE E RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE
Il digiuno a sola acqua per 3-5 giorni? Il semidigiuno per 2 settimane con spremute e centrifugati? Tutte cose che si possono fare anche in casa, con un minimo di organizzazione, e con un percorso progressivo onde evitare impatti bruschi e violenti col cibo vitale. Serve però un minimo di preparazione e di cultura igienista, oltre che una accettazione dei fastidi eliminavi immediati o a ondate successive (a seconda dello stock tossico da eliminare e della reattività immunitaria immunitaria, condizioni che variano enormemente da soggetto a soggetto). E serve assumersi in proprio tutte le responsabilità, dal momento che viviamo in un determinato regime sanitario. I dettagli su queste cose li ho espressi e li ho forniti gratuitamente al pubblico. Non posso riproporveli in continuazione ed in eterno. Ecco la necessità di sfrondare attentamente tra le 2300 tesine pubblicate.
LA SOLUZIONE CASALINGA NON E’ AFFATTO UNA SECONDA SCELTA
Ogni digiuno rappresenta poi un caso diverso e serve da parte vostra spirito di intraprendenza e senso pratico, senza disdegnare la sperimentazione. Le regole-base esistono e stanno in diverse tesine come “Il digiuno autogestito o fai-da-te“. La via casalinga e dell’autodidattica non è affatto una soluzione di secondo livello o di emergenza, ma una super-soluzione dove la gente impara a non delegare sistematicamente a terzi i propri problemi, e non va disperatamente alla ricerca di strutture esterne che raramente esistono e raramente corrispondono ai nostri gusti e alle nostre esigenze. Siamo o no autodidatti nel rovinarci? Siamo sì o no in grado di avvelenarci da soli, senza chiedere in giro se fanno bene o male le schifezze che assumiamo quotidianamente? E’ giusto dunque anche prevedere autosufficienza e autodidattica nella fase curativa e di ripristino. L’ambiente casalingo può solo facilitare e rendere sopportabile il recupero.
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti