(Conferenza di Imola del 5 Novembre 2017)
UNA SCORTA DI ENTUSIASMO E DI AFFETTO
Buongiorno a tutti intanto. Siamo qui a Imola per una giornata particolarmente importante e impegnativa. Mi sia concesso però di spendere due parole sul mio sabato in Umbria. Arrivo infatti fresco da Terni, per una conferenza dal titolo “Igiene, Natura e Salute”. Ho anche parlato di diabete. Domani pubblico il testo completo assieme alla tesina odierna, prima di partire per Hong Kong a metà settimana. Ci tengo a rendervi partecipi della mia breve ma significativa puntata in Umbria. Il minimo che posso dire è una grande testimonianza di entusiasmo e di affetto. Tante persone bene assortite che operano in un ambiente generalmente tradizionalista e conservatore, nonché dominato tuttora dal grasso di maiale sul piano dell’alimentazione. Tante persone che a maggior ragione non demordono e sono motivate a stare dalla nostra parte, a rappresentare uno zoccolo duro igienistico in un’area niente affatto secondaria o marginale. Un’area chiamata non a caso Cuore d’Italia, fortemente legata alla grandezza di un Santo Francesco Patrono d’Italia.
UNA GUARIGIONE TOTALE E STRAORDINARIA DAL DIABETE
Simone, dirigente di Visione Olistica, si presenta con un biglietto da visita che ha come slogan una frase significativa “Se cambi tu, cambia il mondo”. È attorniato da tante donne preparate e combattive. Una piacevole sorpresa davvero. A conferma che l’Italia potrà essere diventata un paese scadente e in forte ribasso sul piano istituzionale, governativo e salutistico, sul piano educazionale ed economico, sul piano del rating bancario, sul piano della tassazione, sul piano della disoccupazione giovanile, ma grazie a Dio rimane un magnifico paese sul piano umanitario e civile, sul piano della gente. Queste le mie sensazioni a caldo sulla giornata di ieri. Ringrazio a distanza Simone, Tiziano, Carla, Cinzia. Un grazie particolare a Elisa che ha portato la sua speciale testimonianza sulla sua guarigione rapida e sorprendente dalla sua grave ed annosa condizione diabetica. Grandi apprezzamenti ha ricevuto il mio testo “Diabete”, col rammarico di una sua troppo lenta diffusione, viste le urgenti necessità di oltre 10 milioni di italiani tra diabete e pre-diabete.
ATMOSFERA ELETTRIZZANTE ED OBIETTIVI NOBILI
Ma torniamo alla nostra situazione odierna. Non è cosa strana che i nostri incontri siano elettrizzanti. Essi sono frutto di motivazioni autentiche e genuine, oltre che di obiettivi nobili e preziosi da raggiungere, D’accordo che a questo mondo tutto passa e che tutto è relativo. D’accordo che siamo esseri impermanenti e transitori, per cui dovremo lasciare prima o poi la nostra scorza, i nostri cari, i nostri cuccioli cani-gatti-oche-pappagalli, i nostri amici e i nostri avversari, la nostra cultura vincente, le nostre idee, i nostri orpelli. Dovremo lasciare le nostre raccolte di monete e francobolli, il nostro voler star bene nel corpo e nello spirito a tutti i costi. Ma non è detto che qualche traccia consistente di quanto siamo e di quanto facciamo di buono rappresentino cose caduche e vane. Non è detto che gli investimenti costruttivi portati aventi col cuore e col sacrificio non lascino alcuna traccia di lunghissimo periodo in quello che noi chiamiamo Ultra-Territorio o Al di Là.
NIENTE SCAMBI COL PADRETERNO
In ogni caso, nessuno di noi penso stia facendo il mercenario con l’eterno, ponendo sul piatto della bilancia i meriti acquisiti in attesa di una ricompensa giuliva e conveniente chiamata Paradiso. Comportarsi in quel modo, barattando l’oggi virtuoso per il domani confortevole e privilegiato, ed inserendo le scelte nobili come contropartita commerciale allo scambio tra umano e trascendente, banalizzerebbe davvero ogni cosa e ci trasformerebbe tutti in mediocri mercanti, in sottili ragionieri di una partita doppia con l’al di là, togliendo ogni autentico merito e valore morale alle nostre buone azioni. Conclusione? Facciamo le cose al meglio e lo facciamo a titolo gratuito, perché è giusto, doveroso e logico farlo, senza usare calcoli e senza ricorrere alle sferette del pallottoliere. Lasciamo queste piccolezze a chi frequenta assiduamente i riti propiziatori delle varie religioni.
QUI AD IMOLA, IN QUESTA SALA STORICA DELL’OLIMPIA, ABBIAMO UNA MARCIA IN PIÙ
Tutti incontri elettrizzanti e ad alto livello vibrazionale, dicevo. Tutti incontri pieni ed appaganti, al meglio delle nostre possibilità, senza convenevoli, senza sbavature, senza tempi morti e senza ingiustificati sprechi di risorse e di energie. Ma le domeniche dedicate alle cosiddette Lezioni dei corsi Master, hanno una marcia in più. Pur non avendo oggi una sala strapiena, percepiamo l’emozione speciale che scaturisce in ognuno. Anche perché ci sono dei precedenti non da poco.
PERSONAGGI DI LIVELLO MONDIALE
Abbiamo pescato personaggi autorevoli e prestigiosi in campo mondiale, come la canadese Guylaine Lanctot, medico del corpo e dello spirito, come il russo Sergej Filonov, autorità mondiale nel digiuno a secco, come il prof Caldwell Esselstyn, luminare americano del cuore e delle malattie cardiovascolari. E questo pomeriggio avremo in collegamento skype Joel Fuhrman, medico igienista e diabetologo americano che ebbi modo di incontrare a Baltimora nel 1995 quando era ancora alle prime armi, mescolato ai vari Alec Burton, Ralph Cinque, Frank Sabatino, Colin Campbell, e tanti altri. Un medico igienista che sta facendo un eccellente lavoro negli Stati Uniti e che fa il paio con la sponda non-igienista in senso stretto, ma ugualmente celebre ed efficace, chiamata Robert Pritikin. Niente di strano se oggi scorre tra noi della positiva adrenalina.
LA MEDICINA CONTINUA INTANTO A FARE MIRACOLI, LO DICONO GLI SPOT
Come accendiamo il televisore, giusto per i 5 minuti necessari a capire cosa succede a Las Vegas, a Barcellona, e nei punti caldi del pianeta, veniamo assaliti dagli spot. Soffri di mal di testa? Con la nostra aspirina effervescente ti rimettiamo in gran spolvero. Mal di gola? Ma come si fa: C’è SanaGol. Male al dito? C’è SanaDit! Male all’orecchio? C’è l’Otosan. Male al ginocchio? Ma corri in farmacia e prenditi, condroitina, glucosamine e acido ialuronico! Colesterolo alto ed ipertensione? Danaquol e, in 21 giorni, avrai il colesterolo entro il range. Non digerisci? Aperol, e tirerai un sospiro di sollievo. Vuoi un sangue fluido? Koumadin, e sarai libero dai coaguli. Hai 40 anni e ti senti debole e depresso? Vai pure coi Multi Zentrum e ti rimettiamo in forma. Ti senti miserabile e inutile? Versa 9 euro al mese contro le malattie rare che stroncano i bambini, e la tua autostima ti renderà encomiabile ed esemplare. Ti senti giù e richiedi il farmaco della felicità? Prozac, e zac tutto risolto. Non ti tira come un tempo? Viagra qui e Cialis là, vedrai che differenza. Temi il contagio via sessuale? No problem, prendi una bambola a orgasmo superlativo. Se invece opti per una partner vera, triplo preservativo Durek, o triplo Kondomi per vegani, ma anche mani debitamente spruzzate di super-disinfettante o di amuchina, nonché uno scafandro in testa per tenere a distanza il pericoloso respiro del partner! Sei depresso e disoccupato? Va per campi e per boschi, ma non in bici. Prenditi un fuoristrada Range Rover Sport, come quello della regina Elisabetta. Costa 140 mila ma li puoi pagare anche a rate di soli 3000 euro al mese.
LA DEA INSULINA SALVATRICE INCONTESTATA
E per il diabete? Insulina in tutte le forme e versioni. Insulina rapida 2×1, Insulina Deglutec, Insulina Glargine, Insulina al Liraglutide, Insulina al Sitagliptin. Un diabetico su 3 non riesce più a tenere sotto controllo la glicemia mediante stili di vita e ipoglicemizzanti orali? Ecco allora il nuovo farmaco strepitoso, ecco il Dulaglutide della Eli Lilly, miracolosa liberazione del diabetico. Tu continui ad assumere insulina e, con solo una somministrazione a settimana di Dulagliutide, calano zuccheri, cala il peso, calano le crisi ipoglicemie e e cala l’uso di strisce per il controllo glicemico! Il trionfo dell’insulina, ormone salvavita. Ogni volta che ne ho parlato male mi sono arrivate da Milano, Londra e Francoforte offese e minacce di ogni genere. In tutti i casi comunque rimane, irrisolto più che mai, demolitore più che mai, insidioso più che mai, il sintomo micidiale chiamato Diabete.
GRANDE NOSTALGIA DI ERNESTO CALINDRI
Nei tempi andati, la pubblicità Carosello non era così vigliacca e falsa. C’era il simpatico Ernesto Calindri che, seduto su una sedia posta in mezzo al traffico di Roma, diceva “mi bevo un Cynar, contro il logorio della vita moderna”, e almeno si apprendeva che nel carciofo c’è la cinarina, sostanza amara di straordinario valore per il fegato. Ma nelle pubblicità dei nostri giorni domina la falsità, l’ipocrisia e la diseducazione a tutti i livelli. Non c’è nemmeno una virgola da salvare.
CHE CI STO A FARE QUI, FORSE IL PESCE FUOR D’ACQUA?
Ma torniamo al diabete. A pensarci bene, quelli che vengono dopo di me sono professionisti con referenze da brivido. Che ci sto a fare qui? Al massimo ho l’onore di aprire i lavori! Ho soltanto scritto qualche centinaio di articoli sull’argomento e un paio di libri dal titolo Diabete. Niente di sbalorditivo. Ho solo fatto star bene e abbandonare insulina e metformine migliaia di persone in Italia e fuori. Nulla a che vedere con un Joel Fuhrman che ha prodotto un testo che si chiama “Fine del Diabete”. E poi, anche se avessi espresso il meglio del meglio nel settore, tutto verrebbe infranto e invalidato dal fatto che sono un estraneo, un non addetto ai lavori, un abusivo, privo di laurea in medicina e privo di autorizzazione del DOM, Divino Ordine Medico. Vedrò in ogni caso, anche in questa circostanza speciale, di non demordere e di dare anzi il mio contributo alla chiarezza come cerco di fare sempre.
DIABETE UNO E DIABETE DUE
Il quadro del diabete 1, essendo caratterizzato da assenza di secrezione insulinica e da insulino-dipendenza, e comparendo in età precoce, è il più grave, anche se riguarda circa il 5% dei casi totali. Il diabete 2 è caratterizzato da alterata secrezione insulinica e da insulino-resistenza, è meno grave ma più diffuso. Nel diabete 2 le cliniche igieniste, come quella californiana di Alan Goldhamer, utilizzano spesso un breve digiuno per stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed eliminare la necessità di medicazioni o di correzioni insuliniche. Il digiuno facilita il responso auto-guaritivo del corpo. Nel diabete 1 in genere non si usa il digiuno. Tuttavia, anche in questo caso, la dieta, l’esercizio e le modifiche nello stile di vita sono estremamente utili.
ESEMPIO DI UNA GUARIGIONE TIPICA AL CENTRO GOLDHAMER
Il caso riguarda una 64enne con pesante odore di acetone e abnorme frequenza urinaria. Il test del sangue rivela un livello di zuccheri superiore ai 500 mg/dL (5 volte il range normale). Il suo medico le ha diagnosticato diabete2 e l’ha posta a dieta diabetica proteica e a pillole, senza alcun risultato. Arriva a incrementare la cura col massimo consentito di medicazione orale, ma la quota scende solo a 258 mg/dL. La paziente era vegetariana e di peso normale. Rimane al nostro Centro e la mettiamo a digiuno, a sola acqua distillata. Le sue attività sono confinate al riposo, all’ascolto di dischi educativi, alla partecipazione alle attività di gruppo, alla interazione e relax con altri ospiti del centro e con lo staff della clinica. Digiuna così per 9 giorni, seguiti da 12 giorni di nutrizione con cibi naturali. Mentre digiunava ha sviluppato comuni sintomi eliminativi tipo nausea, periodi di debolezza, alito pesante, male di testa e dolori alle giunture. Alla fine delle 3 settimane con noi, i suoi livelli di zucchero nel sangue erano totalmente normalizzati, niente più sintomi e libera da tutte le medicazioni. Un controllo successivo di routine dopo un mese, confermava i livelli ottimali di zucchero. Aveva inoltre un eccellente stato di energia, un calo notevole di colesterolo e di trigliceridi, e una liberazione dalla depressione che l’aveva perseguitata per anni. Nei nostri record qui al Centro, abbiamo rilevato incredibili successi col semplice cambio di dieta, sia nel diabete 2 che nel diabete 1, conclude il dr Goldhamer.
ANALISI DELLA PAROLA DIABETE
Diabete è una parola brutta, strana e storpiata che dice poco e dice male su una malattia che non è una malattia ma il sintomo di una semplice ma irrisolta alterazione funzionale del metabolismo. La parola sembra fatta apposta per non capirci niente, come il termine iatrogeno, o malattia iatrogena (medico-causata), e sappiamo quanto poco amata sia la chiarezza in campo medico. Diabetes in greco deriva da diabainò=passare attraverso, con allusione alla emissione sovrabbondante di urina. Anche la parola diabetico suona sinistra, nel senso che svaluta il soggetto, lo dipinge come eterno incapace di uscire dalla sua patologia, come qualcuno che ha stampigliato la D di diabete sulla fronte, perduta la vita.
ORINARE IN ABBONDANZA NON È SEMPRE PATOLOGICO, PUÒ ANCHE ESSERE SEGNO DI BUON RICAMBIO
Fatto è che urinare spesso e abbondante, di per sé, non è necessariamente sinonimo di squilibrio fisico-metabolico o di diabete. Dipende molto da cosa e quanto beviamo e mangiamo, se inseriamo caffè-cola-the-alcol-fumo, se ci muoviamo abbastanza o no. Tutto avviene secondo la legge di causa ed effetto. Demonizzare questa funzione a priori, in modo schematico, è una delle tante incongruenze mediche. Chi ha metabolismo rallentato e sotto-attivo ha anche un ricambio inefficace. Chi si nutre di tanta verdura cruda e di tanta frutta acquosa, ricca di vitalità e di acqua biologica e fibre, ha un sangue più fluido, ricambia meglio e di più degli altri. La favola della vescica iper-attiva è una delle tante bufale mediche usate per far sì che i sani temano di essere ammalati. Ovvio che se la minzione è frequente e ci sono altri segnali come l’alito che sa di acetone, la cosa è diversa.
URINARE POCO FA MALE, RITARDARE O TRATTENERE FA MALISSIMO
Di certo invece che fa male urinare poco. Ancor più male fa alimentarsi di cibo secco concentrato e cotto al fine di urinare poco, e più male ancora fa trattenere lo stimolo alla minzione. Non esiste una regola fissa per quante volte uno ci debba andare di giorno e di notte. Varia da persona a persona, da giorno in giorno, dal caldo al freddo. Ognuno vada pertanto liberamente senza trattenere e senza timori e senza necessità di parere medico. Diverso invece il caso di chi fa le corse al bagno e si trova nel contempo in condizioni precarie di salute. Un buon rimedio comunque è il digiuno a secco.
STORIA SINTETICA DEL DIABETE E DELL’INSULINA
Vediamo in breve la storia del diabete secondo versione medica.
1) 1550 a.C., sul papiro di Ebers, si descrive una condizione di poliuria che fa pensare al diabete.
2) 400-500 a.C., due eminenti medici indiani Susruta e Charuka associano alla poliuria il sapore mieloso e appiccicoso di una urina capace di attrarre api e formiche.
3) 200 a.C, Areteo di Cappadocia usa per primo la parola diabete.
4) 150 d.C, Galeno (131-201) definisce il diabete come malattia rarissima, avendo incontrato in tutta la sua vita 2 soli casi.
5) Anno 1000, medici arabi come Avicenna (960-1037) descrivono le caratteristiche chimiche del diabete, citando pure le complicazioni tipo gangrena e collasso della funzione sessuale.
6) 1600, il tedesco Von Hohenheim trova che l’urina diabetica contiene una sostanza anormale che dopo l’evaporazione rimane come polvere bianca.
7) 1650, l’inglese Thomas Willis (1621-1675) scrive che il diabete era raro nell’età classica ma che ai suoi tempi si incontrano casi tutti i giorni, dovuti al diffuso uso del vino. Conferma che le urine dei diabetici sono dolci e sanno di miele.
8) 1760, Matthew Dodson (1735-1784), medico di Liverpool, tratta 9 diabetici e verifica che le loro urine contengono zucchero.
9) 1800, John Rollo, medico inglese morto nel 1809 è uno dei primi a utilizzare la parola diabete mellito, per distinguere il diabete principale da altre forme come il diabetes insipidus, indicando anche presenza di cataratta diabetica e di odore di acetone nell’alito.
10) 1850, il francese Claude Bernard (1813-1878) scopre che lo zucchero dell’urina diabetica era accumulato nel fegato come glicogeno.
11) 1869, il tedesco Paul Langherhans (1847-1888) descrive piccoli raggruppamenti cellulari differenziati all’interno del pancreas.
12) 1890 Oscar Minkowski insieme a Joseph Von Mering scopre la funzione endocrina del pancreas, paternità rivendicata pure dal medico americano Israel Kleiner.
13) 1900 Edward Laguesse (1861-1927) chiama tali cellule isole di Langerhans e le definisce come parte endocrina del pancreas.
14) Aprile 1921, il medico rumeno Nicolae Constantin Paulescu (1869-1931) pubblica i suoi lavori sulla pancreatina (primo nome dato all’insulina).
15) Febbraio 1922, 8 mesi dopo, Frederick Grant Banting e il suo studente-aiutante Charles Herbert Best dell’Università di Toronto, associati ai chimici Rickard Macleod e James Bertrand Collip, in collaborazione con la Eli Lilly, annunciano la scoperta dell’insulina e la mettono a disposizione del pubblico (insulina di maiale e insulina di bovino).
16) 1923, Premio Nobel immeritato e conteso a Banting e Macleod (che hanno solo riprodotto il laboratorio le scoperte di Paulescu).
17) 1969, il comitato Nobel riconosce la paternità dell’invenzione a Nicolae Paulescu.
18) 1977, il chimico ricercatore calabrese Roberto Crea inventa in California l’insulina sintetica.
INSULINA SALVA-VITA O INSULINA INCHIODA-DIABETICO?
Ufficialmente Banting, Best e Macleod salvarono la vita a milioni di persone, ma le cose reali non stanno affatto in quei termini. C’è da chiedersi se tutto questo trionfalismo medico sull’insulina abbia ragione d’essere o non sia invece un modo per nascondere una amarissima e imbarazzante realtà. Nei tempi antichi il diabete era una rarità, una specie di curiosità medica. Oggi è diventato invece una calamità pubblica, una catastrofe planetaria. Dai 30 milioni di diabetici del 1985 si è passati ai 285 milioni del 2010 e ai 385 milioni del 2013. Le stime prevedono una cifra di oltre i 600 milioni di diabete mellito per il prossimo decennio, col 90% di diabete 2 e il 10% tra il diabete 1 e altri tipi di diabete. Se prendiamo invece il totale di diabete e pre-diabete, si parla di 700 milioni nel 2021 e di oltre 1 miliardo nel 2035.
LA SOFFERENZA DIABETICA RIMANE PIÙ CHE MAI DRAMMATICA
Come mai tutto questo? Il diabete è la terza causa di morte negli USA, ma la prima causa di cecità, di infarto e di amputazione arti. Nessuna meraviglia che diabete e cardiopatia viaggino spesso assieme, e che diabete e fallimento renale viaggino pure assieme. L’Italia non sta affatto meglio, con le sue diete che continuano ad essere ingrassate da prosciutti, mortadella, pancetta, bistecca, ad essere innaffiate da vino doc, ad essere spumeggiate dalle bollicine, ad essere addolcite da cioccolato al latte, da ciambelle, caramelle, confetti, mentine, biscotti, panettoni, torte e gelati, ad essere immunizzate dai vaccini ed apparentemente guarite dai farmaci.
C’È DA CHIEDERSI SE ESISTE DAVVERO LA VOGLIA GENUINA DI SALTARNE FUORI
Il diabete è sconosciuto nelle popolazioni la cui dieta è bassa in grasso, proteine e zuccheri raffinati. È sconosciuto dove la dieta è alta in frutta e vegetali crudi e vitali, nonché tra le comunità dove i bimbi vengono allattati dal latte materno e non da quello bovino. Il diabete è ancor più sconosciuto tra le comunità che non fanno ricorso a correttivi farmacologici. E qui non possono riecheggiare i moniti di Claude Bernard “Se non cambi radicalmente il suo Milieu Interieur, la tua biochimica interna, non verrai mai fuori dal tuo tunnel patologico, dal tuo tunnel diabetico”.
I FATTORI CAUSANTI OGGI SI CONOSCONO ALLA PERFEZIONE
Le 2 più pericolose sostanze dietetiche sono il grasso e lo zucchero, e sono mercanzie abbondanti, oltre che disponibili a buon prezzo. Per zucchero si intende in particolare dolciumi vari, cole e gelati. Ma vanno considerati anche birra e vino, oltre che whiskey, cognac e vodka. Per grassi si intendono soprattutto carni e salumi. Il grande cardiologo americano Esselstyn è ormai celebre con le sue uscite tipo No oil, no oil, no oil. Noi diremmo No meat, no meat, no meat. O meglio ancora Niente grasso, niente strutto, niente lardo.
CHIMICA CORPORALE ALTERATA
Gli aborigeni australiani, un tempo razza sanissima, oggi soffrono di una disastrosa alta incidenza diabetica. Stesso discorso per i Pima dell’Arizona, passati da una alimentazione naturale a una dieta stile McDonald’s. Parliamo di una malattia metabolica causata da faulty body chemistry, ovvero da chimica corporale alterata e difettosa. il diabete è un disordine del metabolismo dei carboidrati. Disfunzione metabolica caratterizzata da inabilità corporale nel metabolizzare il glucosio, per cui il livello glicemico nel sangue si alza oltre i limiti. Il diabete è manifesto quando la glicemia a digiuno supera i 126 mg/dL mentre, quando i valori glicemici sono compresi tra 101 e 125, la condizione è nota come “alterata glicemia a digiuno”.
MANTENENDO IL SANGUE GRASSO LA GUARIGIONE DIVENTA UN MIRAGGIO
Il metabolismo del glucosio è controllato dall’ormone insulina. L’insulina controlla anche il rilascio di acidi grassi e glicerolo. Per molti anni si era pensato che il diabete fosse di origine ereditaria. Poi si era accettato che il diabete derivasse da insufficienza insulinica dovuta a pancreas difettoso. Ma, negli anni ’60, si evidenziò un fatto sconcertante, e cioè che la maggior parte dei diabetici hanno 2-3 volte più insulina dei non-diabetici, a dimostrazione che il problema non sta nel pancreas. Si comprese pure che la funzionalità dell’insulina diminuisce in proporzione all’aumento dei grassi nel sangue. Un problema pertanto di sangue grasso. Il solito problema del sangue grasso, e pertanto dei cibi sbagliati e delle digestioni lunghe e difficili, stranamente raccomandate dalla medicina.
UN SECOLO DI ARRETRATEZZA SCIENTIFICA IMPOSTO DALLA MEDICINA INSULINICA
Da rilevare che queste scoperte sulla responsabilità dei lipidi erano state precedute oltre un secolo fa sia in USA che in Europa, dove molti test avevo provato senza ombra di dubbio che i diabetici hanno un pancreas perfetto, e che il diabete poteva essere eliminato da una dieta vegetariana priva di grassi. La diretta implicazione dei grassi venne spiegata in dettaglio nel 1923, quando fu chiarissimo che la carne esacerbava la condizione diabetica. Ma la medicina dominante, nel 1923, aveva altre cose cui pensare. Stava incoronando di premio Nobel i suoi eroi di carta pesta, gli pseudo-inventori dell’insulina.
LA MEDICINA RIMANE VOTATA ETERNAMENTE AL GRASSO ANIMALE
Appare evidente più che mai la scarsa attitudine a progredire, la voglia dello status-quo e il desiderio di mantenere i diabetici col loro diabete, alimentati male e curati peggio. Le cose infatti non sono cambiate di una virgola rispetto al 1923. Lo scorso settembre 2017 ci sono stati 2 Convegni Medici di primaria importanza. Al Congresso Europeo di Barcellona, 500 conferenzieri e migliaia di medici prestigiosi e di luminari cardiologi hanno buttato al vento miliardi di euro nel tentativo buffonesco di ripristinare l’importanza di assumere più sostanze grasse! E al Convegno Nazionale della Pediatria in Mestre-Venezia, si è ribadita con enfasi la necessità di prendere le distanze dal vegetarianismo rampante e di dare più proteine e più carni ai bambini! Cose da chiodi!
MADORNALE CONFUSIONE TRA ZUCCHERI VIVI E ZUCCHERI COTTI
Suggerisco di rileggere un paio di mie tesine come “La dea insulina, la glicemia e il crudo” e “Il punto sul diabete e sull’insulina”. Già nel 1941 il dr Edward Howell, scopritore dei food enzymes, si lamentava di come molti diabetici stessero sacrificando le qualità nutritive della frutta per la immotivata paura del contenuto zuccherino, solo perché facevano il madornale errore di confondere lo zucchero normale (cotto) con lo zucchero (crudo) della frutta. La realtà dunque è che gli zuccheri dei succhi di frutta freschi, specie quelli tendenti all’agro, sono ben tollerati dai diabetici. Sono tollerati assai meglio degli amidi cotti (patate, carote, pasta, pane). Questi dati sono riscontrabili negli scritti di Nathan Pritikin e nel magnifico testo “The Health Revolution” di Ross Horne, celebre igienista australiano.
LA FRUTTA NON È PER NIENTE NEMICA DEI DIABETICI
Quanta e quale frutta preferire? A occhi chiusi con gli agrumi, col kiwi, coi mirtilli, con le uve ribes e le uve spine. Procedere con prudenza e con spirito sperimentale con tutta l’altra frutta, provando e riprovando, e aumentando man mano le quantità, in base al gradimento e alle tolleranze individuali. Da queste considerazioni nasce l’idea di introdurre il cibo crudo ai diabetici, togliendo progressivamente l’insulina. Esperienze che si sono provate in passato e che si ripetono oggi con successo nelle cliniche specializzate canadesi, nelle cliniche igienistiche e nei Pritikin Longevity Centers di Miami e Santa Monica.
STATISTICHE STREPITOSE ALLE CLINICHE PRITIKIN
Come scrive il dr Robert Pritikin nel suo bestseller “The Pritikin Weigh Loss Breakthrough”, il 39% di adulti insulinici che arrivano da lui, se ne vanno con la glicemia normalizzata del tutto e senza più bisogno di insulina. La quota migliora ulteriormente per i diabetici adulti che prendevano medicazioni anti-glicemiche orali. In questo caso, il 70% dei pazienti se ne torna a casa perfettamente guarita.
Ricorrendo al succo di sedano e di topinambur (contenente insulina e inulina naturale), nonché a succhi di verdure tipo cavoli e crescione, a minestre di verdure crude (gazpacho, al succo di pomodoro crudo) o cotte conservativamente, si ottengono grossi risultati. Molta gente, rimasta per anni in cura insulinica, è riuscita a saltar fuori da questa orribile prigionia, esattamente in questo modo, seguendo metodologie naturali, crude e vivificanti.
LE CURE NATURALI DI MANUEL LEZAETA
Lo stesso Manuel Lezaeta (1889-1951), allievo di Padre Taddeo da Wiesent, sapeva come stavano le cose già all’inizio del secolo scorso. “Accusando un avanzato stato di acidità del sangue a causa di dieta carnea e putrefazione intestinali, l’organismo si vede costretto ad espellere intelligentemente lo zucchero nelle urine. Le vittime del diabete si annoverano fra le persone che abusano a tavola, che privano il corpo di esercizio fisico, che non godono del beneficio dell’aria pura, dei raggi solari, dell’attività traspirante ed eliminatoria della pelle.”
GLI ERRORI DELLA DIABETOLOGIA UFFICIALE SONO INCONCEPIBILI
“Fra la gente di campagna o di montagna, abituata a camminare, a respirare e ad alimentarsi in modo frugale, la malattia è sconosciuta. Il diabete comporta abbondante emissione di urina, sete insaziabile, eccessivo appetito, insonnia, dolori di testa, pizzicore alla pelle, disturbi visivi, debolezza generale, ferite che tendono a ulcerarsi. Per far sparire maldestramente lo zucchero dall’urina, i medici ricorrono all’insulina in pianta stabile, insulina che non sfiora e non risolve le cause del disordine. E prescrivono pure una alimentazione innaturale, sopprimendo ogni tipo di zucchero e sostituendolo con carni e prodotti concentrati, causando in tal modo un aggravamento micidiale dell’intossicazione interna. Non c’è da meravigliarsi che il diabete, trattato in questo modo, si trasformi in malattia incurabile”.
IL QUADRO CURATIVO DEL GRANDE NATUROPATA CILENO
Alimenti crudi, avocado, mele, fragole, arance, nespole, ciliegie, noci, olive senza sale, verdure e ortaggi di stagione, funghi, cavoli, verze, cavolfiore, sedano, radicchio, lattuga, spinaci, carciofi. Qualcosa di cotto come asparagi, erbette, patate, fave fresche, fagiolini, minestrine di verdura, infuso di foglie di gelso, frizioni di acqua fresca al mattino e bagni genitali o semicupi da 15 minuti per disintossicarsi, e moderato esercizio all’aria aperta, completano il quadro curativo del grande naturopata cileno.
LA MEDICINA SI PONE FUORI DALLE REGOLE
A questo punto, alcune considerazioni sulla Medicina Convenzionale sono obbligatorie. Dobbiamo partire da una piattaforma logica, da un ordine di idee e di premesse basate sulla logica. Senza pregiudizio e senza cattiverie. La Medicina, come materia, come corpo di conoscenze, come confraternita e classe professionale, è l’unica attività umana che si permette di procedere in assenza di etica e trasparenza oggettive, in assenza di perizia contraria e di libera concorrenza. Nell’ingegneria meccanica-motoristica se un’auto esce dalla catena di montaggio con dei difetti ai freni, alle sospensioni o altro, le case produttrici sono costrette a ritirarle dal mercato con gravi ripercussioni economiche e con duri provvedimenti contro i meccanici e gli ingegneri coinvolti nel progetto. Nell’ingegneria civile, se si lesionano dei palazzi o cedono dei ponti, scattano le manette per chi sbaglia. In Medicina tutto questo non avviene e tale lacuna è doppiamente grave visto che si parla di esseri umani e non di oggetti materiali.
L’ORDINE MEDICO VIVE IN REGIME DI IMPUNITÀ
L’Ordine Medico non ha trasparenza e visibilità. Si regge sull’arroganza e l’imposizione. Esso pretende che la società civile dia per scontato che quanto esso pensa, dice e fa, sia impeccabile, indiscutibile e impenetrabile. Ha messo le mani sulla materia salute e ha preteso che nessun altro ci entrasse o mettesse il naso, circondandosi di supporto legale e giudiziario, di intrallazzi e collusioni con stati e governi e banche e servizi segreti e multinazionali. Una materia medica unica al mondo e unica nella storia a godere di privilegi e di monopoli, a godere di assoluta impunità, non soggetta alle basilari leggi della concorrenza e della responsabilità. Una materia medica che da noi si è fatta un sol boccone delle debolezze di una Repubblica molliccia che si prostituisce ai suoi piedi. Si dovrà forse ripristinare l’Impero Romano dei Cesari per mettere fuori legge questo tipo di medicina o almeno per farla ridiventare umile, timida e rispondente alle reali esigenze della gente, e non a quelle dei produttori di farmaci e dei loro lobbisti?
NON ESISTONO MALATTIE MA ESISTONO CONSEGUENZE DI STRAFALCIONI UMANI
Come si fa a prevenire e curare delle malattie senza conoscere il fattore causante? Questo non è infrangere le regole, ma è un insulto alla logica e al buon senso. Eppure è proprio questo che sta avvenendo tutti i giorni. Nessuna meraviglia che le malattie degenerative trovino spazio per diffondersi a macchia d’olio. E poi di quali malattie si parla? I mali esistono e lo sappiamo. Ma la parola malattia è una invenzione medica. Non esistono Malattie ma Conseguenze. Conseguenze di errori e strafalcioni sul piano alimentare, comportamentale e curativo, soprattutto curativo. Indiscrezioni, inadempienze, inosservanze, incompetenze. Un continuo arrampicarsi sugli specchi.
NESSUNO CHE SI PRENDA LA BRIGA DI FAR CAMBIARE GLI STILI DI VITA
Se la gente si rendesse conto di quanto poco si sa e di quanto male si faccia nelle varie scuole di guarigione, prenderebbe tutti i terapisti con camice e senza camice e li getterebbe a mare, scrive Shelton nel suo Getting Well. I programmi curativi dei medici non sono migliori di quelli preventivi. Tutti impegnati in un vano e inutile sforzo di correggere lo sconforto e sradicare le patologie, ma nessuno dedito invece a contrastare i balordi stili di vita. Non sono ottimista per il futuro, diceva. Oggi come ieri, la comprensione della realtà è un privilegio riservato ai pochi. Il diabete è un deterioramento del metabolismo, dove l’abilità corporale di assimilare ed ossidare lo zucchero è alterata (tutti i carboidrati entrano nel sangue come zucchero-glucosio). Per conseguenza, lo zucchero si accumula nel sangue e viene escreto nelle urine, disperdendosi senza essere usato.
LIBERANDO L’UMANITÀ DAL BUBBONE TOSSIEMICO SI RENDE SUPERFLUA L’INSULINA
Dire che il problema dipende dalle isole di Langerhans e dalla deficienza secrezionale insulinica è un imbrogliare le cose, è un bloccarsi alle apparenze senza cavare un ragno dal buco. È un non voler risolvere le cause reali del diabete. L’insufficienza pancreatica in ogni caso sarebbe un modesto anello della catena, un sintomo, un effetto, una conseguenza di altre cose ben più rilevanti. Una celebre autorità medica inglese, il dr J.E.R. McDonagh, ipotizza che il diabete sia la manifestazione esterna di una intossicazione cronica intestinale che può distruggere le Island Cells di Langerhans. E già questo è un passo avanti. Significa che liberando l’umanità dal bubbone tossiemico si previene il diabete e si rende superflua l’insulina. Ma nelle autopsie post-mortem è raro trovare nei diabetici una distruzione del pancreas e delle cellule di Langerhans.
IL DIABETE È UN SINTOMO, NON UNA MALATTIA DA SRADICARE
I medici continuano a curare la stitichezza col lassativo, l’indigestione col bicarbonato, il mal di testa con l’aspirina, e la glicosuria diabetica con la droga insulinica. Ma il diabete è un sintomo, non una malattia da sradicare. L’insulina è un palliativo del sintomo e non ti illumina sulle cause. In più, allo stato di tossiemia che permane internamente, si aggiunge l’effetto snervante ed ansiogeno di una cura impropria ed irrisolvente, per cui le emozioni distruttive del paziente si ignorano, non vengono riconosciute e si aggravano.
INSULINA STAMPELLA CHIMICA
Il dr Bedow Bayly, pure inglese, definisce l’uso dell’insulina e di altri farmaci simili una “Mis-application of knowledge”, una offesa all’intelligenza. Nonostante l’incremento di casi mortali per il suo uso e abuso, essa continua ad essere la cura principe per la professione medica. Si inietta insulina come stampella chimica e si continuano ad ignorare le cause del diabete. Essa spinge il corpo a utilizzare i carboidrati, ma nulla fa per rimuovere la causa dell’alterato metabolismo degli stessi, e nulla fa per ridare funzionalità al pancreas (fosse davvero lì il vero problema). La dieta rimane “the cornerstone of satisfactory treatment”, la pietra angolare della vera cura.
IL DIGIUNO È UN AIUTO MA NON UN GUARITORE
Il digiuno serve eccome. Ma attenzione, il digiuno non cura il diabete. Il digiuno è un efficace strumento per svuotare il tratto intestinale del suo carico di putrescenza, un mezzo di accelerazione depurativa e di eliminazione rapida della tossiemia interna. Ovvio che se abbiniamo al digiuno il riposo, le fonti di energia verranno recuperate e i normali livelli di secrezione e di escrezione saranno ripristinati. Ma anche questo non cura il diabete. Il diabete persisterà se non provvediamo a modificare radicalmente il nostro stile di vita, evitando le diete sbagliate, cibi e bevande spazzatura, bevande stimolanti, sostanze irritanti. Tutte le cause vanno rimosse in simultanea. Solo a quel punto il paziente evolve verso uno stato di salute accettabile.
MI FACCIO PUBBLICITÀ E SPEZZO UNA LANCIA IN FAVORE DEL MIO TESTO DIABETE
Dal momento che il mio doppio testo Diabete è uno strumento avanzato ed aggiornato di conoscenza sull’argomento, prezioso per chi vuole trovare con immediatezza una chiara, semplice e convincente via d’uscita per la sua patologia, spero che la sua lettura non rimanga confinata a una nicchia di poche centinaia di lettori fortunati e beneficiati, ma si estenda ai tanti sofferenti di diabete, che sono non migliaia ma milioni. Il fatto che non si trovi nelle librerie ma vada richiesto direttamente alla casa editrice, e che i 2 volumi costino in tutto 54 euro, non deve essere un freno ma un incentivo. Il libro li vale tutti. Già la lettura attenta della Sintesi grafica del testo, costo 27 euro, rappresenta un corso accelerato per capire e risolvere il diabete senza farmaci.
TRE OBIETTIVI-CHIAVE
Ricordo qui i 3 obiettivi-chiave citati nel testo. Tre obiettivi da centrare per non acidificare il corpo, per dominare la propria alterazione e non farsi dominare da essa, per saltar fuori agevolmente dalla condizione precaria e disabilitante del diabete.
Essi sono:
1) Mantenersi sotto il tetto massimo di 24 grammi di proteine al giorno (11 grammi al giorno per i bambini),
2) Non scendere dal minimo di 6500 Angstrom in termini di onde vibrazionali sulla scala Simoneton (tutta la frutta e tutte le verdure crude, tutti i legumi, nonché le verdure amidacee cotte al minimo tipo le patate, vanno ben oltre quota 6500),
3) Assumere almeno 5000 Orac al giorno (Oxygen Radical Absorbance Capacity), ossia 5000 unità anti-radicali-liberi, ovvero bioflavonoidi (leggasi la mia tesina “Radicali Liberi, stress ossidativo e chiave flavonoica al benessere” dell’11/3/12 per maggiori dettagli sui cibi al alto livello Orac). Non è un caso che il dr Caldwell Esselstyn ci abbia ricordata l’importanza stratosferica degli Orac.
COSE PRATICHE E CONCRETE DA ANNOTARE
Concludo sottolineando le cose pratiche e concrete da non dimenticare assolutamente. Non manchino nel menu quotidiano del diabetico rispettando le stagioni: aglio, agretti, albicocca, arancia, asparagi, avena, carciofo, cardo, cavolo, cicoria, ciliegia, cipolla, crescione, fagiolo, finocchio, fragola, funghi, kiwi, lattuga, limone, mandarino, mandorla, mango, mela, mora di gelso specie nera, nocciola, noce, ortica, oliva, papaia, patata, pera, pesca, pistacchio, pompelmo, porro, radicchio, uva, zucca, zucchina. Ma non manchino soprattutto mirtilli rossi e blu, melegrane, batata rossa, patate dolci, topinambur, okra, avocado, lupini, bietole (in Turchia rimedio numero uno contro il diabete), litchi, riso integrale, miglio, saraceno, mais, orzo e avena. Non manchi insomma il magico intreccio tra fibre vegetali (toccasana per diabete e cardiopatie), acqua biologica dalla frutta acquosa, clorofilla verde dai vegetali crudi, bioflavonoidi e vitamina C naturale. E si ricordi che camminare nei boschi senza fionde e doppiette, respirare ritmato, rilassa, regala autostima, previene l’obesità e il diabete. Camminare 15 minuti dopo il pasto è un farmaco riduttore della glicemia, privo di effetti collaterali.
UNO STILE DI VITA BENEFICO PER TUTTI, E IN PARTICOLARE PER I COSIDDETTI DIABETICI
“La natura è sovrana medicatrice dei mali” diceva Ippocrate, e l’igienismo non ha fatto altro che adottare questo sano principio come sua inalterabile legge.
Per l’igienismo la malattia non è affatto un mostro diabolico, ma piuttosto una intelligente, logica, positiva e risolutiva espulsione di tossine, una fase costruttiva indispensabile per realizzare un processo guaritivo. L’igienismo non è un semplice sistema alimentare ma un vero e proprio stile di vita, in grado di restituire o favorire l’equilibrio e la salute.
Valdo Vaccaro
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