LETTERA
CHIARIMENTO DI ALCUNI DUBBI
Ciao caro Valdo, come va? Spero ormai tu ti sia ripreso del tutto dal tuo incidente. Ho cercato nel blog domande a vari quesiti ma non sono riuscito a trovare risposta alcuna. Quando puoi e hai qualche minuto libero, saresti così gentile da darmi il tuo parere su alcuni dubbi?
QUESTE LE MIE DOMANDE
- Quanti pasti di frutta al giorno se a pranzo e cena si segue lo schema con insalatona cruda e germogli in apertura seguita da un cotto tipo patate, zucca, cereali, legumi?
- Meglio tanti pasti leggeri suddivisi durante la giornata o pochi pasti (solo colazione, pranzo e cena) ma più abbondanti?
- Tisane con erbe come ortica, equiseto, rosa canina. Quando piazzarle?
- Acqua e limone al mattino o meglio spremuta di arance?
- Prima di pranzo e cena che al solito saranno composti da insalata e successivo cotto, è deleterio consumare una porzione di frutta?
- Posso sostituire quando capita il pranzo con una maxi dose di frutta calorica tipo banane o cachi? Controindicazioni?
- Infine, ma non meno importante, conta più l’alimentazione o il fattore psicologico per autoguarire e poi mantenere la salute? Quanto incidono insomma la mente e il modo di pensare?
Spero potrai rispondermi.
Un abbraccio.
Giovanni
*****
RISPOSTA
IMPORTANTISSIMO PERSONALIZZARE E ADATTARE LE RISPOSTE ALLA PROPRIA SITUAZIONE INDIVIDUALE
Ciao Giovanni. Cercherò di darti risposte sensate. Devi però tener presente che c’è un ampio margine interpretativo e non c’è posto per dogmatismi di alcun genere. Come già ricordato nel Vitto Valdiano, ognuno deve saper personalizzare il menu a seconda del momento e della stagione, a seconda delle sue condizioni, dei suoi gusti, delle sue esigenze di mantenimento peso o di diminuzione e aumento ponderale, a seconda della sua attività fisica e del suo consumo calorico, a seconda dell’ora in cui si corica e si alza, a seconda della professione che svolge, a seconda delle sue capacità digestive ed assimilative che sono assai diversificate da una persona all’altra.
Quanti pasti di frutta al giorno se a pranzo e cena si segue lo schema con insalatona cruda e germogli in apertura seguita da un cotto tipo patate, zucca, cereali, legumi?
Un pasto di frutta agra al risveglio tipo spremuta di agrumi, un secondo pasto di frutta a metà mattina, tipo 1-2 cachi o 1-2 banane con del pop-corn o una un paio di gallette di mais o di riso o di saraceno, un terzo pasto di frutta verso le 17, tipo grappolo d’uva o pera o kiwi o mirtilli.
Meglio tanti pasti leggeri suddivisi durante la giornata o pochi pasti (solo colazione, pranzo e cena) ma più abbondanti?
Se uno si trova meglio con 3 pasti tradizionali per abitudine o per necessità di lavoro o cose del genere, lo può anche fare, ma finirà certamente in carenza di acqua biologica e preziosi succhi zuccherini, tendendo magari a compensare con i dolcetti o i dessert di fine pasto. Altro inconveniente è che i pasti consistenti risultano pesanti a livello digestivo. Nel mio schema nutrizionale ho cercato una via di compromesso tra il five-per-day crudista stile Cambridge e il mantenimento di pranzo e cena verduriani e leggeri.
Quando bere le tisane con le erbe?
Le tisane calde e ristrette in genere si assumono a fine pasto. Nulla vieta di prenderle mezz’ora prima dei due pasti principali. Il discorso cambia se si fa una determinata cura erboristica-depurativa con diverse tazzine al giorno.
Acqua e limone o spremuta di arance al mattino?
Spremuta di arancia o di pompelmo o di mandarino a seconda dei gusti, oppure succo di limone o di melagranata allungati con l’acqua. Vanno tutti bene e si possono pure alternare. In questi giorni, avendo ottimi cachi ricchi di acqua biologica li prendo al risveglio dopo un paio di clementine. Va benissimo anche la fetta di melone. Evitiamo le formule fisse. Chiaro che stanno arrivando le arance buone che ci terranno ottima compagnia nel lungo periodo invernale.
Prima di pranzo e cena che al solito saranno composti da insalata e successivo cotto, è deleterio consumare una porzione di frutta?
Niente frutta coi pasti principali, eccezion fatta per l’avocado nell’insalata verde, per una mela o una fettina di ananas o di papaia (frutti che non fermentano rapidamente). Qualche frutto da guscio tipo pinoli o noci o pistacchi o anacardi si può prendere a fine pasto.
Posso sostituire quando capita il pranzo con una maxi dose di frutta calorica tipo banane o cachi? Controindicazioni?
Si può certamente inserire un pasto di sola frutta, o anche un bel centrifugato con 4 carote, una costa di sedano e una mela al posto del pranzo. E si può anche saltare un pranzo o una cena se manca l’appetito, o sostituirli con un semplice panino vegano o vegetariano farcito al meglio.
Quanto incidono la mente e il modo di pensare nella guarigione?
Per mantenere la salute e per riprenderla quando si era persa per strada conta alimentarsi bene, non solo di cibo vitale e digeribile, ma anche, e talvolta soprattutto, di pensieri positivi e di autostima.
Valdo Vaccaro
ma certo che puoi sostituire il pasto principale (cotto) con una maxi dose di frutta zuccherina (banane, cachi, manghi ecc), Siamo o no dei frugivori? Se sì traiamone le conseguenze senza timori, superando ingombranti e fuorvianti condizionamenti culturali che vorrebbero l'uomo granivoro (manco fosse un uccello), laddove i cereali sono una recente scoperta dell'uomo, risalente a non più di 10.000-12.000 anni fa, mentre per milioni di anni l'uomo si è alimentato di frutta e di erbe e non certo di grano (che va coltivato e richiede cultura stanziale in chi lo coltiva). Ti dirò di più, si dovrebbe (e non potrebbe) sostituire la frutta (specie quella calorica) ai cereali/legumi, con enormi vantaggi per la nostra salute e il nostro potenziale energetico: questo passaggio diventa addirittura obbligato per chi soffre di qualche forma di intolleranza/sensibilità nei confronti dei cereali, cosa di cui non ci si dovrebbe stupire visto che per milioni di anni l'uomo si è nutrito di frutta cruda e non certo di granaglie cotte e difficilmente digeribili.
Con il tempo ho finito per pensarla come Francesco circa i cereali. Ed ho anche fatto mia la famosa teoria della dipendenza che essi darebbero agli esseri umani. La reputo innegabile. Eppure ancor oggi ne consumo una volta al giorno….in genere la sera…..e a volte perfino due nel fine settimana. I legumi invece una volta a settimana. I motivi sono molto pratici. Uno, va detto, è la golosità in assenza di problemi digestivi di alcun genere. Poi una questione sociale, per non marcare troppe differenze con gli altri. Posso per es ogni tanto mangiarmi una pizza vegana o un piatto di penne all'arrabbiata, salvaguardando la possibilità di stare a contatto con gli altri. Cosa più importante, mantenere il peso che altrimenti crolla con la sola frutta o solo crudo. Sono già magro di mio e non posso scendere di più. E' vero che dovrei mangiare grosse quantità di sola frutta e verdura, ma ho già provato per curiosità e non ci riesco. Sono preso da fortissimi sensi di nausea e di li a poco (intendo nei giorni successivi) la frutta diviene un incubo. Un pò come mi è accaduto con gli avocadi. Ne ho mangiato quintali all'inizio ed ora devo sforzarmi per finirne uno. Insomma, chi me lo fa fare a togliere i cereali? Non sono un frate in penitenza. Altri fanno giustamente scelte diverse.
[ i cereali furono scoperti da quando ho frequentato l'ultima donna. Che coincidenza!]
l'eliminazione dei cereali dalla mia dieta è stato il passaggio più difficile e sofferto, molto più di quella della carne e dei latticini, anche per le nostre radicate abitudini alimentari molto attaccate alla pasta. Per un inglese non sarebbe la stessa cosa; quando oltre 40 anni fa sono stato in Inghilterra (per più di 6 mesi), ricordo che mi nutrivo soprattutto di patate (la pasta era uno sfizio di pochi), e ricordo pure di aver avuto una funzionalità intestinale così buona come mai mi era capitato prima in vita mia, solo recentemente ne ho capita la ragione, vale a dire l'eliminazione (o quasi) dei cereali, che allora avevo appunto sostituito con le patate; ne sono praticamente certo perchè ricordo che, dopo soli due/tre giorni al mio ritorno in Italia il mio intestino era già ritornato quello schifo di sempre, l'avessi capito allora … Certo nel tuo caso, Arvo, le cose stanno un pò diversamente, nel senso che non accusi particolare refrattarietà ai cereali, quindi perchè cambiare se stai bene così, ti capisco perfettamente, inoltre c'è la componente socialità e tutto il resto, tutto o.k. Però lascia che ti dica una cosa, il tuo livello di intossicazione è abbastanza altino, il consumo di frutta extra l'ordinario con cui talvolta ti cimenti ne è la cartina di tornasole: le nausee e il disgusto che provi altro non sono che manifestazioni della detox, detox virtuosa intendo, disintossicante e depurativa. Se tu avessi la pazienza di sottoporti al "supplizio" della frutta, come io ho fatto prima di te andando incontro a crisi eliminative piuttosto noiose (in particolare intestinali) per un anno, ti saresti ritrovato, al termine dell'esperimento, bello ripulito dentro (nel fisico intendo, ma un pò anche nella psiche), e sempre piacevolmente desideroso di mangiare tanta frutta ogni volta che hai fame (quindi ogni giorno più volte). Ma non c'è fretta (pensa a me che ci sono arrivato a 60 e oltre), sei così giovane, e poi la gradualità è sempre la cosa migliore; e comunque un passaggio importante l'hai già fatto, quello di porti il problema in termini, a mio modestissimo avviso, corretti. Finchè mangi cereali (anche per un solo pasto al giorno), è molto difficile che si metta in moto qualche serio e profondo processo depurativo, sempre a mio modestissimo avviso.
dimenticavo i tuoi avocado, credo che mezzo avocado al giorno (senz'altri grassi nel corso della giornata) sia tutto quello che possiamo concederci in termini di grassi per poter stare dentro la quota max del 10%. Se ne consumavi a vagonate, mi chiedo in che povere condizioni fosse il tuo sangue. Questo genere di errori, o di sottovalutazioni, sono molto diffuse fra gli igienisti (e i vegani in genere), sembrano cose irrilevanti e invece hanno un'importanza enorme, molti di noi falliscono a causa del cumularsi di questo genere di comportamenti. Ciao
Ciao Francesco, scusami ma mi interessa molto conoscere la tua opinione sulla frutta secca (datteri, uva sultanina, castagne, prugne ecc.). Grazie.
….giuro..e non me ne voglia nessuno ma giudico i pop corn con banana o altro un insulto al sano igienismo alimentare…una combinazione assurda da ogni punto di vista.
Il mio parere sulla frutta essiccata (datteri, uva secca ecc: le castagne non c'entrano con la frutta essiccata, sono piuttosto un sostituto dei cereali, ricche di amidi, anche se meno dei cereali, diciamo che sono una via di mezzo fra le patate e i cereali) è che fa sballare la glicemia, quindi va assunta non come alimento principale di un pasto ma come semplice contorno o aggiunta. Ad esempio io vedo bene l'accoppiamento di una mela con un dattero (di grosso calibro, tipo medjoul), insomma di un frutto povero di zuccheri (la mela, ma anche altri frutti paragonabili come potenza calorica) con un frutto ad alta intensità calorica, avendo così un risultato simile a quello ottenuto mangiando banane (o altra frutta zuccherina, come il caco), che è senz'altro una buona cosa perchè ci consente di soddisfare il nostro fabbisogno calorico con una quantità inferiore di frutta, che resta comunque sempre tanta, necessariamente. Quanto alla banana col pop corn, diciamo che non è certo l'ideale (associazione di carbotdrati semplici (banana) con zuccheri complessi (mais), anche se non drammatizzerei visto che la banana non ha una digestione rapidissima ed è quindi parzialmente compatibile con la lunga digestione del pop corn (e in tutti i casi ognuno deve guardare a come si sente, c'è anche chi digerisce il ferro, quindi figurati se si impressiona per qualche pop corn, io non sono certo fra questi).
Francesco, tornando al mio caso: per te avrei un livello altino di intossicazione. Dunque è per questo che non avrei mai subìto crisi eliminative.
Permettimi di dubitare perché al di là di alcuni cambiamenti che potremmo definire minori, ce ne sono stati altri che senza una effettiva, reale depurazione, non sarebbero spiegabili. La discesa di 10 pulsazioni cardiache al minuto, lo stop totale di ogni fastidio osseo ( quello che definisco il mio punto debole "storico"), l'aumento di resistenza fisica e il ridimensionamento drastico del fastidio ipoglicemico…..come li spieghiamo? Se tutto parte dalla pulizia interna……
L'unica cosa che ti posso concedere è il fatto che faccio uso- abuso di autoterapie "energetiche", le quali se fatte seriamente ti cambiano dentro e ti instaurano un permante stato di benessere e dunque può darsi che certi risultati positivi possano dipendere più da essi che dall'alimentazione stessa. Ma sono sicuro che entrambe le cose contino alla stessa maniera. Altro discorso è dire che potenzialmente avrei ulteriori margini di miglioramento. In definitiva io vedo il bicchiere mezzo pieno e tu il contrario.
"parte 1"
Caspita! Arrivo tardi!!! 😀
Caro Giovanni, (solo) da un anno e mezzo sono passata da onnivora a igienista in 10 giorni e in mezzo ai dubbi ci siamo passati tutti!
Ciò che posso dirti dalla mia parca esperienza è: ascolta il tuo corpo! 🙂 lo so che all'inizio è difficile capire cosa ci dice poiché siamo condizionati, fisicamente e mentalmente, dalla nostra cultura, dall'ambiente e da tutte le pippe mentali che ci sparano sin dalla culla; abbi pazienza e vedrai che arriverai presto a trovare la tua personale strada. 🙂
Ho sperimentato i vari tipi di menù, combinazioni etc ma spesso mi sentivo appesantita. Fino a che sono giunta a trovare il mio equilibrio e il mio ritmo come segue:
Regola: Mangio solo quando ho fame e quasi solo crudo.
Appena sveglia infatti non mangio, raramente bevo e se proprio ho sete, un po' di acqua e limone va più che bene.
Nel corso della mattina inizia a venire un certo languorino che soddisfo con frutta appena diventa fame. Durante il giorno, mangio frutta a più riprese ogni volta che la fame torna (in genere dopo2-3 ore).
In un orario variabile tra le 3 e le 7 di sera assumo l'unico pasto più sostanzioso a base di verdure. Per lo più germogli di legumi e/o cereali (che sostituiscono i corrispettivi cotti) accompagnati da verdura di stagione/insalate condite con tante cose eccetto il sale. (con tutti 'sti germogli sembra un vivaio casa mia!)
Segue talora qualcosa di cotto, tipo patate al vapore o germogli di legumi scottati (tipo fagioli, soia gialla, ceci) che non andrebbero mangiati crudi.
In ultimo, porzione (a volte troppo abbondante lo ammetto…ma la gola è la gola!) di noci/nocciole/mandorle/anacardi/semi di girasole/semi di zucca etc, magari con una mela annurca per pulire la bocca.
La mia giornata può finire qua oppure una frutta in serata se mi viene fame o voglia.
A volte mi faccio passare qualche sfizio come pop corn, pane integrale fatto in casa con lievito madre, pizza integrale sempre fatta in casa con LM.
Dolci crudisti ogni tanto (domenica ho fatto una crema strabiliante con avocado, farina di carrube, succo e scorza d'arancia, cannella e vaniglia….mi stavo sciogliendo! Per non parlare degli ultimi datteri che ho preso…lussuriosi!)
"parte 2"
In generale all'inizio mangiavo tantissimo, forse anche per il timore di non assumere abbastanza alimenti. Eppure avevo gonfiori intestinali e non digerivo bene….ma era anche la fase di passaggio e adattamento! Ho perso 14 kg e sono arrivata al mio peso forma.
Dopo un digiuno di 5 giorni causa influenza (alias crisi eliminativa) ho iniziato a sentire il bisogno di mangiare di meno, più frutta e con un unico pasto importante, non più pranzo e cena ma…un pranzi-cena. 😉
Mangio molto di meno ma assimilo molto di più! Infatti ho preso qualche chilo… è una questione di pulizia intestinale e corporea, di capacità assimilativa piuttosto che di cosa realmente si mangia. Ho fatto analisi ultimamente (richieste dai miei preoccupatissimi genitori) che hanno mostrato un quadro eccellente, con ferro altissimo (oltre il valore del range) e B12 poco sotto il valore del range, sui 180 (valore ottimale secondo Valdo, un po' meno secondo il mio genitore medico….ma a breve sarò anch'io medico..e che medico! quello che dirà ai pazienti di non avvelenarsi con i farmaci ma di prendere in mano le redini della propria salute!)
Il pensiero positivo, così come la respirazione e la consapevolezza aiutano tanto……e il giusto sonno non guasta!
Sono già giovane ma sono ringiovanita ulteriormente! 😀 la mia pelle è più liscia, brufoli scomparsi, gengivite annientata (e ci credo, senza zuccheracci e carni!), alitosi salutata, cellulite in via di smaltimento!! 😀 saltello come un grillo e la mia mente è libera di andare oltre gli schemi e i pregiudizi…
Isabella
Non saprei. Sulla questione cereali non riesco a decidere. Sicuro che non sono cibo per l'uomo dato che non si può mangiare crudo. Sicuro anche che quando mangio solo crudo ho sempre un calo ponderale, non riesco mai a mantenere il mio peso. Trovo inoltre innaturale che per raggiungere la quota calorica devo mangiare ogni giorno un kg di banane. Adesso mangio più frutta possibile durante il giorno, insalata di apertura a pranzo e cena seguita da verdure cotte o patate. Prima mangiavo cereali anche due volte al giorno. Adesso li mangio massimo 3 volte a settimana. Una volta a settimana i legumi.
Volevo inoltre sottolineare taluni aspetti. Non credo che il cibo sia tutto per la salute. Non si spiegherebbe allora come gente che mangia di tutto e non solo cereali, ma anche schifezze industriali, dolciumi, carne, latticini e chi più ne ha più ne metta, abbia uno stato di salute invidiabile. Secondo me conta tanto quanto il cibo anche il fattore mentale e psicologico. Non a caso J. Tilden, padre fondatore dell'igienismo, mette l'accento proprio su questo fattore per l'autoguarigione e non sull'alimentazione. Per non parlare dei migliaia di pazienti che un (aihmè) non conosciutissimo naturopata italiano di nome Romolo mantovani, ha guarito in tutta Europa includendo nella dieta cereali e legumi ed escludendo totalmente soltanto le proteine animali. Anche questo non torna alla fine…
Secondo me è giusto limitare i cereali, incrementare la frutta e le verdure cotte e le patate. Ma tornando al fattore psicologico ed emotivo che incide tantissimo, preferisco mangiare una volta a settimana una pizza vegana senza glutine integrale con tanto crudo sopra ed essere felice mentre lo faccio, piuttosto che mangiare anche quella volta 1 kg di banane e deprimermi mentre lo faccio. Ripeto, mi sembra riduttivo ridurre tutto all'alimentazione e ai cereali soprattutto.
Tutti daccordo circa il fattore psicologico. Ho visto coi miei occhi una tizia che in 20 min di seduta di "logosintesi" ha visto sparire una allergia che le durava da anni e che non si è più ripresentata. Ora noi sappiamo che cos'è realmente un'allergia,cioè un caso di sintomo da accumulo tossiemico. Certamente in quel caso si è messo in moto un processo depurativo e di riadattamento del corpo umano a determinate situazioni di intossicazione. Ovvio che in senso assoluto, quella è metà dell'opera,altrimenti si ripresenteranno altri sintomi ed altre intolleranze. Però il fatto che il via sia stato innescato da un procedimento non alimentare, ma che ha a che fare con la mente, la dice lunga su ciò che si cela dietro i meccanismi reali che interessano il complesso corpo mente dell'essere umano.
Anche la mia respirazione riequilibrante, semplice ma estremamente efficace, certamente disintossica e aiuta l'organismo ad espellere i veleni. Altrimenti sarebbero inspiegabili numerosi benefici che ne derivano. Almeno questa è la mia esperienza.
Complimenti Sinue per la scelta alimentare. Ma la tua vita di medico non sarà tanto semplice. Dovrai spiegare un giorno ai tuoi pazienti che per far morire di ebola una persona in Italia….l'hanno dovuta far venire direttamente dall'Africa. Oh! E non vuole neanche morire!
Naturalmente sto scherzando. Tanti auguri per la laurea…..ce ne fossero come te.
D'accordo su tutto. Francesco 34, non è l'alimentazione (nemmeno la frutta) a guarirci, ma è il corpo a possedere questa capacità, purchè sia messo in condizioni di farlo, cosa che con la frutta è facile che possa succedere mentre con le digestioni pesanti diventa molto complicato. Per conto mio, poi, la sfera mentale ed emotiva è molto più importante di quella alimentare agli effetti della salute. E' che molto spesso siamo disarmati (o impreparati) di fronte ai nostri problemi emotivi (spesso peraltro di origine inconscia), e quindi non ci resta che … il crudismo. Caro France34, tu dici che un chilo di banane rischia di deprimerti e posso capirti, eppure io ho scoperto recentemente delle ricette favolose, i frullati verdi (frutta con verdura perlopiù a foglia). Ad esempio un chilo circa di banane con due etti di lattuga o spinaci, è un pasto completo e ha pure il vantaggio di soddisfare il nostro fabbisogno d'insalata senza cadere nella tentazione del sale e dell'olio. Fai benissimo, Arvo, a vedere il bicchiere mezzo pieno, diciamo che io vedo anche quello mezzo vuoto, non dico di essere nel vero assoluto ma solo che questa è stata la mia personale esperienza. Complimenti a Isabella, non hai idea di quanto bisogno abbiamo di terapisti igienisti, se poi hanno anche una preparazione medica tanto meglio. In bocca al lupo.
Credo di aver provato a pubblicare una risposta senza successo. La riassumo nuovamente. Dicevo che alla fine credo che ognuno debba trovare la sua strada. Mi sembra riduttivo ridurre tutto all'alimentazione e ai danni dei cereali. Come del resto è riduttivo ridurre tutto alla mente e poi riempirsi di veleni. Ripeto, credo che ognuno debba trovare la sua strada. Per Francesco questa strada è stata il crudismo vegato integrale e i miei complimenti sono doverosi. Io personalmente sono ancora in evoluzione, sto provando e sperimentando per capire cos'è meglio per me. So per certo che i risultati migliori dal punto di vista della salute li ho ottenuti quando consumavo più cereali. E lo facevo con la mente libera, da "ignorante", senza conoscere i possibili danni che causano. Lo facevo felice, spensierato e con piacere e li digerivo a meraviglia. Nel momento in cui ho approfondito la questione cereali scoprendo tutti i risvolti negativi che potrebbero avere, ho iniziato a non digerirli più, a limitarne l'uso. Il tutto con risvolti negativi. Ora sono in una via di mezzo. Pratico almeno un giorno di crudismo fruttariano integrale a settimana. Negli altri mangio quintali di frutta, verdure a pranzo e cena, patate, verudre cotte e qualche volta anche cereali. Ne ho limitato l'uso di parecchio e credo che al momento per me possa bastare così. Non me la sento di spingermi oltre. Inoltre non mangio cereali tipo farina raffinata 00 o pasta comune, ma soltanto cereali integrali in chicchi senza glutine, germogli, pane e pizza con tanto crudo per accompagnare il tutto. Pane e pizza li autoproduco. il pane con farina integrale senza glutine e senza lievito (uso farina di saraceno o sorgo o quinoa). La pizza con le stesse farine ma con l'aggiunta di lievito.
Credo sia già un buon livello. Più avanti chi sa. Non escludo ulteriori evoluzioni e cambiamenti.
Infine voglio precisare una cosa per Francesco. Non dico che mangiare banane sia deprimente (ne mangerei a quintali). Dico che se una sera al mese la mia futura moglie vuole andare a mangiare una pizza io non riesco a dirle no. L'ho fatto e poi stavo male mentalmente. Oppure andavo e mentre mangiavo quella pizza stavo col broncio pensando a quanto male mi facesse. Mi condizionavo troppo la vita e stavo male mentalmente, il che poi aveva risvolti negativi anche sul fisico. Oggi quindi, quando vado lo faccio con piacere e voglia e limito i danni il più possibile (chiaro che sopra la pizza non metto mozzarella e salame!).
Ad ogni modo ripeto che ognuno deve trovare la propria strada con i propri tempi. E' sempre un piacere scambiare opinioni con gente come voi! Alla prossima! In bocca al lupo per ogni scelta.
Leggevo il primo intervento di France34 e mi è venuta in mente una questione che credo sia tutt'altro che trascurabile. Raggiungere una determinata quota calorica con sola frutta mi pare quasi un impresa. Chiaro che ci vogliono le banane a rotta di collo. Anche io resto perplesso di fronte alla necessità di ricorrere a questo frutto in gran quantità. A parte il fatto che biologicamente parlando siamo di fronte ad un frutto esotico che la natura ha previsto per i climi caldi e noi invece siamo costretti a mangiarne soprattutto d'inverno…..a parte questo o forse proprio per questo : vi siete mai chiesti come faceva l'uomo 10-12000 anni fa quando le banane non c'erano da noi? No, perché allora non c'erano ancora internet, le macchine bi-fuel, le antenne paraboliche e le Parietti con le plastiche facciali. Neanche i Boing 747! Era un epoca dove le persone consumavano solo prodotti del posto e ananas/avocados/papaya non sapevano neanche cosa fossero. Domanda : come avranno fatto a raggiungere la quota calorica senza banane e cereali?
E poi scusate se insisto, ma non riesco a spiegare a me stesso perché in epoca onnivora io avessi ogni tanto delle crisi eliminative ed adesso no. Non cerco nessuna polemica, sia chiaro. Però capire queste cose mi pare fondamentale. Anzi per me è una questione troppo importante per essere elusa.
Al limite potrei pensare, per salvare la convinzione di Francesco e di altri, che magari prima accumulavo più veleni e ogni tanto andavo in detox…..ora invece accumulo lentamente e l'organismo si è impigrito o gode di maggiore tolleranza. Ma non mi suona troppo bene.
Qualcosa non quadra.
In attesa di una risposta convincente non mi resta che pensare di essere sufficentemente disintossicato. Ma tutto può essere.
La questione delle banane ha secondo me a che vedere con l’evoluzione “culturale” dell’uomo, l’unico essere vivente ad aver imboccato questo tipo di percorso, che si è intrecciato con l’evoluzione biologica. Non ci fosse stata l’evoluzione culturale, l’uomo non si sarebbe trasferito nei climi freddi (non avrebbe avuto vestiti per proteggersi), o vi si sarebbe spostato in tempi compatibili con la crescita del pelo. Nella storia dell’uomo, dalla scoperta del fuoco (anzi un po’ prima probabilmente) in poi (quindi parliamo di circa un milione di anni), di naturale c’è sempre meno (negli ultimi 10-12.000 anni c’è stata un’accelerazione pazzesca di questo processo di allontanamento dalle sue origini naturali, dovuta alla spinta all’ennesima potenza della sua evoluzione culturale). Che c’è di naturale nel vestirsi, nel costruire case, nel riscaldarsi, nel mangiar cotto, nel prendere le medicine; direi che mangiar banane è addirittura il meno.
La questione delle mie enormi quantità di frutta. Oggi ho mangiato: 1000 gr agrumi a colazione, 800 gr banane con 200 gr di spinaci (frullato a pranzo), 1000 gr cachi con 200 gr lattuga (frullato a cena), seguiti dopo 1/2 ora da insalata cruda mista (pomodori peperoni cipolla finocchio ecc) senza olio (limone e battutina d’aglio e prezzemolo). Totale calorie 2.150 circa. Non mi pare un’enormità. Certo mangiando banane e cachi ho potuto ridurre un poco le quantità rispetto ad altri tipi di frutta meno calorica; tuttavia lo stesso risultato avrei ottenuto mangiando, che so, mele abbinate con un quantitativo adeguato di datteri. Insomma non mi sembrano grossi problemi, se la frutta ci piace e non ci dà noie di vario genere (dalla nausea alla depressione), che sono in genere collegate ai processi di detox che si mettono in azione quando l’organismo non è sufficientemente depurato. Qui sta il problema, secondo me, cioè nella difficoltà a liberarsi dalla detox, non nell’innaturalità delle banane (sono forse più naturali i cereali?) o nell’enormità dei quantitativi (l’onnivoro mangia mezzo chilo di cereali e poi si beve due litri d’acqua almeno, io non bevo quasi mai, a conti fatti le quantità coincidono nei due casi).
Perché non sei più interessato dalla detox? Perché hai raggiunto un tuo equilibrio tossiemico. La detox si manifesta infatti quando tale equilibrio subisce una variazione (virtuosa o viziosa che sia), alla quale l’organismo reagirà fino a raggiungere un nuovo equilibrio (di qualità migliore o peggiore di prima a seconda che la variazione sia di carattere virtuoso oppure vizioso). Molti onnivori credono di star bene perché non hanno malattie, in realtà non è detto, sono spesso altamente intossicati e mantengono costante questo loro stato (né lo migliorano con comportamenti alimentari più virtuosi, né lo peggiorano con ulteriori abbuffate o stravizi di vario genere). Insomma la detox ha a che vedere con la “variazione” del nostro livello tossiemico. L’igienista in fase di transizione viene spesso a trovarsi in questa condizione, alla ricerca di stili di vita progressivamente migliori, per questo è soggetto continuamente alla detox. E’ uno scotto che dobbiamo pagare, la guarigione non è mai indolore, questa è una legge di natura (possiamo far finta di sottrarci ricorrendo ai farmaci ecc., ma sono tutte cose fasulle).
D'altronde, Arvo,non sei tu stesso a dirmi che stai male quando ti metti a regime fruttariano o quasi? Questa si chiama detox, che non è altro che il tentativo del tuo organismo di ritrovare il suo nuovo equilibrio tossiemico, un equilibrio di livello più elevato di quello attualmente in essere, che magari sarà già buono ma che si può certo migliorare (tutti possiamo migliorarlo, per quanto già buono sia)
Forse c'è un malinteso. Ho parlato di nausea, di rifiuto di continuare a mangiare qualcosa che invece, generalmente a me piace molto. Non sto affatto male fisicamente. Vado in blocco. L'es dell'avocado è emblematico. Ne mangiavo talmente che mi ha nauseato, cioè stufato. Forse non mi ero espresso bene. E' il naturale meccanismo di chi mangia sempre la stessa cosa e dice :"non ne posso più". Ma non voglio insistere. Piuttosto ripeto che con la frutta che c'era a disposizione 12000 anni fa non era facile raggiungere certe quote caloriche a meno di abbuffate ciclopiche.. Condivido in pieno invece il concetto di equilibrio tossiemico. Anzi aggiungerei che questo equilibrio è determinato e generato….se così si può dire….da fattori psico e fisio energetici. Ed ogni variazione corrispondente può essere generata da fattori fisici -soprattutto alimentazione- e da fattori psichici. Il classico es è quello di un trauma che determina un'acidificazione del terreno bio cellulare, conducendo alla malattia. Chiudo dicendo che neanche io bevo mai acqua; raramente lo faccio d'estate. Ci pensa la frutta. Domani mangerò frutta dalla mattina alle 20 di sera. Qui cereale. Daltronde dove vuoi che butti il tartufo bianco che ho acquistato stamattina e che mi sta impestando casa? Non certo sull'insalata. Sarebbe sprecato….con quello che costa!
Di due tipi sono le manifestazioni della detox. Da un lato c’è la tossiemia (intossicazione del torrente sanguigno), che si manifesta sotto tantissime forme, come la pancia gonfia, la costipazione, la diarrea, i mal di testa, lo spossamento assoluto, l’instabilità emotiva, il pessimismo cosmico e la depressione; persino l’appetito senza fondo appartiene a questo tipo di detox (finita la detox, non si soffre più di questo odiosissimo senso di insoddisfazione, che non è fame ma normalissima crisi di astinenza, che si prova quando le tossine circolano nel sangue. Quando queste sono basse non si ha più questo effetto, e raggiungere la sazietà dipende solo dall’aver mangiato sufficienti calorie durante il giorno, nel qual caso la sera si sta benissimo con un po’ di verdura cruda). L’altro tipo di detox sono i dolori, che sono legati all’infiammazione locale (compressione sulle terminazioni nervose con dolori anche lancinanti) che interviene nella lisi tissutale, processo alla fine del quale si ha in genere la rigenerazione tissutale con dolori di medio calibro. Il secondo tipo di detox (lisi tissutale) è certamente una detox di guarigione, mentre nel primo caso (tossiemia) si tratta di eliminare le fonti dell’intossicazione sanguigna, diversamente si rischia una stagnazione permanente dei sintomi. Nel tuo caso, Arvo, può essersi trattato di una semplice (e lieve) forma di tossiemia, che non si traduce necessariamente in un dolore fisico. D’altra parte, se convieni che la detox è il risultato di una variazione dello stile di vita, non ti dovresti stupire se questa poi capita anche a te quando adotti un regime fruttariano. Tutto si spiega, mi pare. E’ un fenomeno del resto che riguarda anche me durante la stagione fredda, in cui ricorro sovente alla verdura cotta serale: finisce che se vi rinuncio mi resta un senso di insoddisfazione che non è fame ma normalissima crisi di astinenza dovuta a tossine in circolo. Nella stagione calda, in cui elimino il cotto e mi metto a crudo integrale, questo non succede, mangio a sazietà e a quel punto mi sento pienamente soddisfatto (tossine sparite, detox sparita, insoddisfazione sparita).
Quanto alle fonti della tossiemia, come ben sappiamo, queste non sono soltanto quelle di origine alimentare, ci sono anche le tossine della mente, generate dai nostri pensieri negativi, i quali alimentano i recettori cellulari malsani. Le cellule infatti, per funzionare bene, devono avere recettori per le sostanze buone e non per quelle malsane. Chi vive nel dolore, nella frustrazione, nell’autoannichilimento coltiva cellule che hanno recettori per le sostanze chimiche associate a questi sentimenti negativi e non per quelle giuste e sane; quindi nel tempo le cellule finiscono per essere malate, non nutrite e non più in grado di respirare correttamente (di qui le varie malattie degenerative).
Scusa Francesco. Forse mi sono perso io. Hai parlato di due tipi di detox. Mi spieghi in quale di questi due rientrano le malattie cosiddette croniche? Non so, tipo tumori, insufficienze renali ed epatiche, artrite ecc.?
Le malattie degenerative (cancro, diabete, ipertensione, arterosclerosi, insufficienza renale grave ecc.) non hanno nulla a che vedere con la detox. Quest'ultima è un processo di guarigione o comunque di purificazione messo in atto dal corpo per il proprio bene, le malattie degenerative sono il risultato a lungo termine, e spesso irreversibile, dell'intossicazione inflitta per anni al nostro organismo. Nell'igienismo si fa distinzione fra le malattie acute e quelle degenerative: le prime non sono vere malattie ma piuttosto benettie e non ci debbono spaventare (si tratta di detox che va gestita con le opportune strategie anche alimentari), le seconde sono invece le vere malattie, contro le quali si fa quel che si può (i risultati dipendono dal grado di irreversibilità raggiunto dalla patologia).
E quindi tu come spiegheresti i tanti casi di guarigione da cancro, sclerosi e tante altre patologie?
(nota bene che non ti sto provocando in alcun modo, non vorrei tramite internet non si capisse il tono della mia discussione. sono piuttosto interessato al tuo punto di vista).
Sempre in ambito igienista si distingue fra tumore e cancro: se un cancro guarisce, vuol dire che era soltanto un tumore, vale a dire una patologia non ancora arrivata al punto di non ritorno, e questo però lo si capisce solo ex post, a guarigione avvenuta. Comunque se vuoi conoscere il mio personale parere sul cancro, che è quello di un perfetto ignorante in materia, è che la sua cura è un’avventura inenarrabile che solo raramente si conclude in modo positivo (specie con l’avanzare dell’età). La ragione è che il cancro è una malattia sistemica, che investe il funzionamento stesso delle cellule di cui siamo fatti: è la respirazione delle cellule ad essere compromessa (passando da ossigenativa a fermentativa), che molto spesso si manifesta quando ormai è troppo tardi e rimetterla in ordine diventa un’impresa non più possibile. Dobbiamo essere onesti e ammettere che, di fronte al cancro, l’igienismo è quasi del tutto impotente e gravemente inadeguato. La terapia che viene spesso suggerita nei testi igienisti è il digiuno, che è una cosa a dir poco ridicola e comunque quasi sempre del tutto controproducente. Una notevole eccezione nel panorama igienista della cura anti cancro è rappresentata dalla terapia Gerson, che pare sia veramente potente: questa si basa su succhi di verdure a gogo (che scatenano una detox pazzesca con immissione del pesantissimo carico tossico nel flusso sanguigno) e su clisteri di caffè (che stimolano la depurazione epatica in modo formidabile grazie all’iperproduzione di S-glutatione che è un potente antiossidante capace di abbattere il livello delle tossine nel sangue); il paziente in terapia Gerson naturalmente non digiuna, ma mangia, soprattutto zuppe cotte (verdure e patate in particolare), frutta praticamente nulla a parte un po’ la mela. Peccato che la gestione della terapia Gerson sia veramente laboriosissima e molto molto impegnativa.
Per me l'igenismo non è affatto impotente di fronte al cancro, specie in sede di prevenzione…ma non solo. Invece inadeguato si, perché le cause del cancro non possono essere determinate dalla misura dell' intossicazione dell'organismo umano. O evntualmente non solo da essa. Se così fosse, troppe persone dovrebbero sviluppare il cancro seduta stante, mentre altre dovrebbero risultarne immuni. Invece questo spesso non accade. Allora ti imbatti in situazioni apparentemente senza senso alcuno. Ma che invece un senso devono averlo. Ma è la solita storia e non possiamo pensare di risolverla qui.
Diciamo che una bassa tossiemia è un elemento importante e forse necessario nella prevenzione del tumore, quindi da questo punto di vista l’igienismo gioca un ruolo importante. Ma la bassa tossiemia non basta, il punto centrale resta il metabolismo cellulare: qui comincia il processo tumorale e qui fallisce l’igienismo. Per modificare il metabolismo cellulare (da ossidativo a fermentativo), servono anni di duro lavoro (ai danni del corpo), per questo per regredire da questa situazione occorre una fatica bestiale. Il tumore in sé è solo il sintomo di un quadro generale di estrema compromissione del metabolismo cellulare, da cui NON si regredisce facilmente. Tutte le "chiacchiere" sul fatto che i tumori siano delle specie di agglomerati di tossine cresciuti in un corpo altrimenti sano sono fantasia pura. Per sviluppare neoplasie maligne o benigne si deve avere già compromesso gravemente la salute cellulare. Senza salute cellulare non c'è nessuna salute. Recuperare la salute cellulare in un corpo giovane, robusto e resistente è già molto duro, ma tutto sommato fattibile. In un corpo sfinito, un’impresa disperata.
Secondo quel poco che credo di aver capito, la salute del metabolismo cellulare si gioca sul piano della nutrizione delle cellule. Sotto questo aspetto, diciamo che più la tossiemia sale e meno le cellule vengono nutrite dal corpo, quindi l’igienismo è certamente utile, ma resta il fatto che un basso livello di tossiemia non è garanzia di nutrimento cellulare adeguato, ed è per questo che anche gli igienisti (e pure i crudisti) si possono ammalare di patologie degenerative e sistemiche. Da che dipende dunque il nutrimento cellulare? Questa la grande domanda a cui nessuno ha finora dato risposte chiare e convincenti. Probabilmente vi concorrono più fattori, non solo l’alimentazione dunque, ma soprattutto, forse, la psiche, insomma il nutrimento “spirituale”.
Bravo, la risposta è secondo me….e non solo secondo me….. proprio nelle ultime tue due righe. Il che rimanda alla reciproca interconnessione tra mente e corpo. Uno influisce sull'altro costantemente. Ciò significa anche che il terreno biologico cellulare e il quadro metabolico cellulare sono influenzati/determinati anche da ciò che siamo dentro e da quello che di conseguenza "sentiamo" e pensiamo. Non bisogna dimenticare che questa influenza dei meccanismi psichici è costante, continua ed evidentemente automatica, dove cioè i meccanismi sub consci la fanno da padrone. E questo lavorio automatico, in gran parte inconsapevole, è a sua volta influenzato dal livello di intossicazione interna e dal quadro biologico/cellulare complessivo.
A questo punto bisogna capire cos'è che, nella vita psichica e biologico-cellulare di un individuo fa scattare i meccanismi che producono il tumore e poi eventualmente le metastasi. E quelli che poi permettono o meno un eventuale ritorno ad uno stato di relativo equilibrio che noi chiamiamo guarigione. La risposta della NMG è che il via libera viene dato dal trauma psichico vissuto in maniera particolare; il quale però può dare il via anche ad altre patologie. Ma perché un evento della mente inneschi questo meccanismo "difensivo" e drammatico ci vuole a mio avviso il concorso di un quadro biologico-cellulare già compromesso,altrimenti il vissuto mentale può rapidamente perdere la sua carica negativa ed essere riassorbito con relativa disinvoltura. Questione complessa e mi rendo conto che si può anche essere perplessi o dissentire del tutto. Come è normale che sia. Ma è l'unica risposta globale della quale, al momento, possiamo disporre. Gli altri tentativi di trovare una spiegazione o sono insufficienti e parziali….tipo il pur geniale O. Warburg… o sono privi di ogni fondamento, tipo Simoncini, H.R. Clarko o quelli dell'oncologia ufficiale. Sempre che quest'ultima una spiegazione ce l'abbia.
La cosa curiosa è constatare come i nostri pensieri, sentimenti, emozioni non si limitino a qualcosa di astratto ma abbiano una concreta traduzione biochimica, dal momento che dietro ciascuno di essi ci sta una molecola (un ormone, un neurotrasmettitore), insomma una proteina prodotta dal nostro corpo, dunque perfettamente assimilabile dal nostro corpo come suo nutrimento: un nutrimento buono se il pensiero è positivo, un nutrimento tossico (le famose tossine della mente) se il pensiero è negativo.
Ancora più curioso è il meccanismo attraverso il quale avviene questo nutrimento, quello cioè dei recettori e della loro formazione e moltiplicazione ad ogni replica cellulare. L’insistenza di pensieri negativi indurrà il nostro organismo a replicare sempre più recettori attrezzati a ricevere quel genere di pensieri, e se questi ultimi dovessero per caso scarseggiare, sarà la presenza stessa del grande quantitativo di recettori “cattivi” a produrre i cattivi pensieri necessari a soddisfare il senso di astinenza derivante dalla loro temporanea mancanza. Insomma un meccanismo infernale, oppure virtuoso nel caso opposto, a seconda che prevalgano le emozioni negative oppure positive. Un meccanismo che ha effetti anche sul metabolismo cellulare, perché una cellula dominata da recettori negativi, affamati di nutrimento tossico, è una cellula che non assimila il nutrimento buono e quindi non si nutre correttamente.
Anch’io rimango un po’ perplesso sulla spiegazione in termini di trauma psicologico fornita dalla NMG, soprattutto perché dietro la patologia degenerativa tendo a vedere una “antica” storia di compromissione metabolica cellulare che mal si concilia col concetto di una sua precipitazione post trauma. Tuttavia non escludo, come tu fai giustamente osservare, che, in un quadro già compromesso, il trauma possa agire da detonatore.
Ma anche ammesso che tutte queste nostre belle analisi abbiano un qualche fondamento di verità, resta alla fine che alla prova dei fatti ci troviamo piuttosto disarmati e abbastanza incapaci di uscire dai nostri vecchi blocchi mentali (probabilmente di origine antichissima e inconscia). Quindi alla fine di tutto non ci resta molto altro che… il crudismo, insomma sempre la solita solfa dell’alimentazione. Che magari non sarà la cosa più importante, ma comunque una delle poche cose certe che ci restano, e che in ogni caso per quel che mi riguarda ha prodotto risultati davvero rimarchevoli (quanti sono gli infartuati che non ricorrono ad un farmaco da oltre un decennio?).
Francesco e Roberto, é un piacere leggere le vostre esposizioni, grazie.
Al di là delle considerazioni Hameriane,, mi pare che entrambi ( ARVO e FRANCESCO ) stiate sovvertendo tutte le impostazioni
dell 'igienismo e della terapia del digiuno enunciate da validi igienisti tipo Shelton ; quindi non credete alla tesi che
" Il digiuno è una tavola operatoria senza bisturi " ?
Ciao Enzo. E' proprio un caso come il tuo che mostra la forza di un sistema come quello igenista, in grado di far regredire una malattia come la fibrosi cistica. Su un sito accreditato leggo che "è la più comune delle malattie genetiche gravi". Dunque non una bazzeccola. Si parla di questioni cromosomiche, malattia mortale ereditaria e via di questo passo. Dunque malattia perfettamente equiparabile ad un tumore od altra malattia degenerativa. E invece a dispetto di ogni previsione medica, ecco arrivare una soluzione dall'igenismo. Ecco perché la mia posizione resta la stessa : la via alimentare ed igenista è in sé una soluzione completa e dunque sono meno pessimista di Francesco per ciò che riguarda la questione tumori/ malattie degenerative. Circa "l'antica storia di compromissione metabolica cellulare" che tu Francesco citi, è importante prenderla in considerazione, però resta il problema di chi si è fatto poco del male e cade nella malattia; e c'è invece chi la fa franca a lungo pur massacrandosi costantemente, come fanno quei tossico dipendenti che per altro oltre le droghe hanno il problema di essere i peggiori tra gli onnivori. Dunque la questione biologica e metabolica in senso stretto non può essere la giusta soluzione interpretativa. Dalla struttura fisica ereditata e da quella psichica ereditata e COSTRUITA durante la vita…..non si può prescindere. In quest'ultima considerazione si vedono margini per un'azione personale positiva. Cioè secondo me non c'è solo la via alimentare, anche se questa è indispensabile e a volte sufficiente.
Paola io credo al potere del digiuno per risolvere le malattie. L'igenismo è per me una strada che porta a Roma. E porta realmente alla mèta.
Ne ho semplicemente citata un'altra che non va in contraddizione con la prima.
Quanto Valdo cita il pensiero positivo….e lo fa spesso….mostra che è una questione importante. Solo che l'igenismo puntando sull'alimentazione, si concentra per così dire su questo tema e non ha bisogno di indicare un modus operandi specifico per la via mentale. Ma quest'ultima esiste e può essere utile praticarla nello specifico. Io dal vegan crudismo non tornerò mai indietro.
Grazie Arvo.
Anch'io credo nel potere autocurativo che ognuno di noi ha e all'importanza di non farsi condizionare e distruggere dalle informazioni e notizie devastanti della medicina ufficiale che "marcia" in direzione opposta.Ciò che mi ha lasciata perplessa e che non ho compreso è la tua affermazione : " Per me l'igenismo non è affatto impotente di fronte al cancro, specie in sede di prevenzione…ma non solo. Invece inadeguato si "
CHE COSA INTENDI ? Mi sembra un po' contraddittoria o comunque poco chiara. Grazie.
Paola intendevo quello che ho sempre scritto in questo blog sin dalla mia prima lettera a Valdo. Al punto che posso sembrare un disco rotto che suona sempre la stessa canzone. Questo è il mio timore. Però se tu me lo chiedi vuol dire che non tutti leggono tutto e alla fine non faccio un gran danno. Al massimo posso essere noioso.
Si tratta dell'inadeguatezza a spiegare DEL TUTTO i tumori con la tesi Warburg o se vogliamo igenista. Non facile spiegare per es perché un mio cugino coetaneo è morto anni fa ancora minorenne, con tumore osseo. Vita senza vizi, in campagna, lontano dai supermercati, dallo smog cittadino. Certo, onnivoro, ma moderato anche nel mangiare. E invece vedi poi ubriaconi cocainomani, super carnivori e che magari abusano pure di farmaci, i quali si rovinano progressivamante la salute ma arrivano a 40 anni o più senza prendere il cancro. Intendevo inadeguatezza interpretativa. Tutto qui.
Se vuoi leggere la risposta che mi diede Valdo basta che vai nel settembre 2012 e clicchi su "Carne e cancro vanno a braccetto".
Attenzione però, perché secondo me il cambio di alimentazione è importante e fondamentale per avere la guarigione. Dunque sono più ottimista di altri. Specie poi sulla questione del digiuno
io sono vegana solo da maggio 2013 ed ho iniziato in tale periodo a legger il blog di Valdo quindi non ti conosco; oltretutto è solo
da pochi giorni che mi sono "iscritta" x poter partecipare alle discussioni.
Tu quindi sei Roberto ?
Esattamente. Sono stato prima onnivoro, poi vegetariano, poi macrobiotico a modo mio, poi salutista/ alternativo e infine sono approdato qui….almeno per ciò che riguarda il mangiare. Poi mi interesso di auto terapie "energetiche" e approcci alternativi alla salute. Sono un signor sconosciuto qualsiasi senza alcun (qualsivoglia) titolo e rilievo sociale……naturalmente.
Come direbbe Totò,sconosciuti si nasce….e io lo nacqui.
Scusate il ritardo nella mia risposta a Paola, purtroppo sono rimasto sconnesso dalla rete per ragioni tecniche. Cerco ora di chiarire il mio punto di vista.
Il digiuno come rimedio alla malattia (in genere) previsto dall’igienismo, è orientato a fare entrare il corpo in crisi eliminativa. Questo tuttavia funziona nei casi, diciamo, normali, nei casi invece particolarmente difficili e delicati, come in quello di un forte sottopeso e comunque nei casi di grave deperimento organico (come spesso succede per il cancro), vi è il grave rischio che il corpo non abbia le forze per depurarsi, per cui sarebbe buona regola evitare di intossicarlo ulteriormente mediante ricorso al digiuno. Se una persona in normali condizioni di salute (e di peso) fa un digiuno di una settimana, la detox che ne deriva può essere spiacevole ma mai pericolosa, perché il corpo ha le forze per contenerla e regolarla. La detox di un corpo esaurito e stanco non è soggetta ad alcun confine o barriera protettiva interna, se esplode può fare letteralmente collassare il sistema. Questa la ragione delle mie forti perplessità nei confronti del digiuno nella cura del cancro, almeno come regola generale e salvo casi particolari.
C’è poi la questione del mio scetticismo nei confronti dell’efficacia dell’igienismo nella cura dei tumori. Qualche precisazione è qui necessaria. Anzitutto sono anch’io del parere che l’igienismo (in particolare nella versione crudista) abbia una discreta efficacia come strumento di prevenzione, sebbene si debba ammettere che anche gli igienisti (crudisti) si ammalano di cancro e dunque che l’igienismo non sia tutto. Quanto poi al ricorso alla dieta igienista come strumento ex post (cioè dopo l’accertamento della patologia) di guarigione, le mie perplessità circa la sua efficacia sono di due ordini. C’è anzitutto la circostanza che la neoplasia è spesso il sintomo di un quadro generale di estrema compromissione del metabolismo cellulare, la cui regressione è estremamente difficile e talvolta impossibile in quanto ormai tardiva. Ma ammettiamo pure che vi siano ancora delle buone chances di guarigione e che il paziente decida di ricorrere alla dieta igienista: ebbene anche in questo caso restano due ordini di difficoltà davvero non trascurabili. C’è anzitutto il grosso problema dei sacrifici che una dieta igienista comporta, che in non pochi casi induce il paziente a rinunciare a proseguirla; e poi resta il solito problema delle crisi eliminative, che in un paziente tumorale (specie in regime igienista) sono di entità grave e spesso richiedono, per cautela, l’intervento di un medico. E se non si trova un medico che capisca la logica igienista, come spesso succede, finisce che il medico farà a modo suo (con farmaci e quant’altro) e da lì in poi sarà la fine, perché la terapia igienista verrà interrotta e a quel punto il tumore non avrà più nessun ostacolo per estendere metastasi nel corpo. Non si tratta, insomma, di limiti strutturali dell’igienismo, ma di suoi limiti pratici (rinuncia del paziente a seguire una certa dieta, difficoltà di gestione della detox da parte del paziente tumorale) ma non dissimili negli effetti visto che conducono al fallimento della cura.
Ecco così spiegato il mio pessimismo nei confronti dell’igienismo come strumento di cura del cancro. Ma dev’essere chiaro che il mio punto di vista è quello di un perfetto incompetente, quello cioè di un uomo della strada, senza nessuna cultura scientifica superiore e senza nessuna scienza clinica, il quale si guarda intorno a sé (anche negli ambienti igienisti) un po’ spaesato, e che registra le sue impressioni su quel che vede. Vorrei sperare che le cose stessero un po’ meglio di come mi sembrano, e in ogni caso penso che non vi sia al momento nulla di meglio dell’igienismo (vedi terapia Gerson ad esempio) in materia di cura del cancro.
Francesco, quindi malgrado tutto tenteresti la strada igienista piuttosto che finire nelle mani della medicina convenzionale tra interventi chirurgici, radio e chemio ?
ROBERTO (arvo) : anche io mi interesso di autoterapie energetiche. Tu di cosa in particolare ?
diciamo che io già la sto praticando la strada igienista, se mi ammalassi di cancro continuerei a comportarmi come adesso, con qualche attenzione in più alla detox. Almeno credo.
Paola, da tempo pratico su me stesso EFT e Logosintesi, ma per un lungo periodo mi è stata utilissima la tecnica del cosidetto "codice della guarigione". Conosco poi altre tecniche ma è chiaro che non si può mettere il piede su 100 scarpe contemporaneamente. Ho anche incrociato in modo creativo tecniche varie e la preferenza per l'una o l'altra varia a seconda dei periodi e dei problemi che si vogliono risolvere.
Il mio sogno è/sarebbe quello di integrare il vegan crudismo con le pratiche energetiche e applicare l'intero pacchetto nell'ambito dei concetti hameriani. Insomma una bazzeccola. Ma forse è meno complicato di quello che sembra. Ciascun ambito è a suo modo una via completa, cioè sono strade diverse e non sovrapponibili, ma che portano tutte alla stessa mèta.
Aggiungo solo che è curioso il fatto che tutti questi approcci alla salute abbiano il medesimo nemico che si mette di traverso : la religione dei camici bianchi…..la medicina che tutti conosciamo. La quale in certi settori mostra una miopia che forse non ha eguali in tutto il resto dell'ambito scientifico da cui proviene.
Pensa che conosco un tizio che cade a pezzi, con la salute distrutta perché mangia peggio di un animale e che ho descritto più volte in questo blog. Ebbene in tutti questi anni a nessun medico è mai venuto in mente di chiedergli cosa diavolo mangia. Semplicemente incredibile!
anch'io mi sono interessato un pò ai codici di guarigione di Loyd, poi però mi sono arenato perchè ho avuto l'impressione che dovessi passare all'azione (purtroppo con scarsi risultati).
Se uno non è motivato o spinto da problemi o emergenze personali, difficilmente va lontano. La nostra mente teme i cambiamenti e mette in atto strategie per la conservazione dello status quo. Poi i codici di Loyd sono troppo intrisi di inclinazione affaristica tipica degli americani. Il libro corrispondente….dice e non dice… e resta vago su alcuni punti. Gli autori così si garantiscono introiti derivanti dal desiderio dei clienti di saperne di più. Li consulti, paghi e loro ti dicono il resto. A me comunque quelle pratiche sono servite egregiamente in un momento veramente difficile e critico, quando cioè mi sono preso una cotta bruciante per una tizia irraggiungibile. Ero allo sbando totale. Ed incredibilmente con l'applicazione di quei codici mi sono liberato della sofferenza in sole due o tre sedute. Non riuscivo a crederci. Poi però applicandoli a problemi fisici, non hanno funzionato. Insomma luci e ombre. Invece EFT e Logosintesi sono straordinarie e il loro vero limite siamo noi stessi. Vale a dire….. Siamo consapevoli di avere un grande strumento per cambiare veramente noi stessi? Facciamo di tutto per non usarli con scuse di ogni genere. E alla fine falliscono perché noi lo vogliamo….inconsciamente. Cambia solo chi lo vuole realmente fino in fondo. Altrimenti si butta via tempo e basta.
Roberto ,
non conosco EFT e Logosintesi; ti chiedo troppo se ti prego di farmene un veloce riassunto ….?
Queste tecniche ti hanno aiutato anche x gravi problemi di salute ? Grazie
Su internet c'è ovviamente tutto. Con EFT tocchi dei punti particolari del tuo campo energetico personale, pronunciando delle frasi e concentrandoti sul problema che vuoi trattare. Può essere fisico o psichico. La teoria è che dietro ogni problema c'è una alterazione energetica, la quale ha un proprio campo o struttura energetica. Toccando i punti in sequenza abbatti la sua struttura e il problema si risolve. Insomma ripristini un equilibrio che si era alterato. Funziona in particolare con gli stati d'animo negativi momentanei, che non abbiano radici profonde. Altrimenti ci vuole più tempo e bisogna acquisire una buona abilità per essere più efficaci.
Stesse possibilità con Logosintesi, però qui pronunci solo delle frasi senza toccare alcun punto. Recuperi l'enegia che spendi inutilmente per mantenere un problema che ti assilla. E poi allontani le energie che non sono realmente tue e che concorrono a mantenere il problema stesso. Niente a che vedere con l'autosuggestione. In certi ambiti è più efficace dell'altra tecnica. Sono cose più semplici a farsi che a spiegarsi. Io per fortuna non ho avuto, da adulto, gravi problemi di salute. Comunque in tali frangenti è meglio rivolgersi a esperti e farsi trattare da loro. In generale col tempo si cambia dentro e si diventa più liberi in senso lato. Il negativo sta invece nel fatto che appena ci si cimenta seriamente, si è subito frenati dall'auto sabotaggio. In tal caso il soggetto fa sempre di tutto per evitare le pratiche stesse. Incredibile ma vero. Subentra una sorta di paura di vincere. E' come per il canarino in cattività al quale improvvisamente apri a gabbia : ha paura di uscire e si aggrappa ancor di più alla sua prigione. Su EFT- Italia trovi tutto.
Salve ragazzi,
molto interessante la vostra digressione. Vi racconto brevemente la mia storia per chiedervi un parere sul mio attuale stato di "stallo". Nell'ottobre 2012 mi è comparsa la psoriasi alla mano destra. Erano già 2 anni che avevo eliminato dalla mia dieta carni (ad eccezione del pesce) e latte e derivati (riflessione: mi sarà comparsa anche per questo? Quello che posso attestare è che si è presentata dopo un forte shock causato dalla relazione con mia suocera). Ho praticato qualche cura cortisonica, ovviamente senza esito, abbondonando la medicina allopatica dopo poche settimane. Quindi, ho contattato il Dott. Cocca, igienista, che mi ha consigliato di aumentare la quota di crudo e di lavorare sulla mia mente. Nell'autunno del 2013 ero giunta all'80% di crudo. Dopo aver abbinato due digiuni ad acqua e limone di 4 giorni, ho avuto la mia bella crisi eliminativa. Si è manifestata con gonfiore e lacerazione cutanea della mano destra con fuoriuscita di liquidi, presenza di ispessimento pruriginoso con esplusione di liquidi e forte gonfiore dalla pelle del viso e del collo. Da allora con cadenza quindicinale sfogo su viso, collo, decolletè e braccia. Nel dicembre 2013 incontro Valdo che mi consiglia di continuare con l'80% di crudo ed una buona dose di autostima. Nel frattempo faccio la conoscenza di un guru spirituale, esperto di varie tecniche applicabili su corpo, mente e spirito (di cui traduco dall'inglese il libro:" L'Essere Umano del Futuro") che mi consiglia sostanzialmente di progredire in modo più graduale e rigoroso al contempo. Elimino caffè, alcool, zucchero, glutine, frutta (fatta eccezione per mela e pera). Mi alimento con verdura cruda, cotta, riso integrale e legumi. Gli effetti iniziali della detossificazione vanno scemando mese dopo mese, non senza altri disturbi come un forte dolore (come di migliaia di aghi che attraversano la cute contemporaneamente) al decolletè con successiva formazione di vescicole in un'area concentrata, crostificazione e cicatrice. Col senno di oggi, avrei detto mi aveva traghettato lentamente verso una dieta tendenzialmente macrobiotica, volta a ridurre l'acidità ad es. di alcuni frutti. Da qualche mese ho approfondito la mia conoscenza dei macrobiotici pianesiani. Da essi compro riso ed altri alimenti che ho scoperto essere più sani dei biologici, ma non intendo diventare macrobiotica. Come suggerisce il mio amico inglese, preferisco restare senza etichetta e libera di scegliere. Al momento sono in una fase di stallo in cui cerco di ascoltare al meglio il mio corpo (ad es. se mangio zuccheri o glutine mi compare la sensazione di vertigine ed annebbiamento mentale) con una lievissima screpolatura al solo anulare della mano destra. Il punto è che se in questa fase cerco di tendere al crudo, mi compare una sensazione di instabilità emotiva che mi spinge a cambiare rotta verso il macro, bilanciando la quota acida della frutta ad es. con prugne humeboshi e salsa tamari più yang. L'effetto immediato dopo il consumo di queste ultime è di maggiore contrazione e più consapevolezza di me stessa. Così ultimamente non so decidermi…potreste aiutarmi a comprendere qualcosa di più di questa situazione? Per non parlare della mia ultima scoperta dell'acqua alcalina e delle sue proprietà neutralizzanti dell'acidità del corpo…
In attesa di Francesco, assolutamente no alla macrobiotica. I miglioramenti apparenti sono solo un freno alla disintossicazione. La frutta non acidifica affatto l'organismo anche se è acida in partenza. Invece i cereali SI che acidificano….lo ammettono pure loro.
Molti loro prodotti sono super controllati, analizzati, ma bisogna vedere se sono adatti ad una alimentazione corretta. Non lo sono di certo i super salati e i super cotti. Sui loro errori vedi Valdo direttamente nel blog.
Ah, dimenticavo, l'acqua alcalina è fortemente sospettata di danni cardiaci a causa della sovra produzione di acido cloridrico alla quale costringi lo stomaco. Si parla anche di desautorazione enzimatica. Non esistono scorciatoie al raggiungimento della salute. Poi fai tu.
Pienamente d’accordo con Arvo. Le cose veramente importanti sono le solite: frutta e verdura crude in quantità adeguate, esercizio fisico, sonno, aria e sole e pensieri positivi. Tutto il resto sono, secondo me, solo dettagli che non valgono la spesa o persino controproducenti (acqua alcalina). Il nostro corpo tende a trovare il suo equilibrio tossiemico, una volta che abbiamo individuato e che perseguiamo con coerenza un certo stile di vita; se cambiamo continuamente condotta di comportamento (passiamo dal crudismo alla macrobiotica, per poi far parziale marcia indietro, e così via), rischiamo di rimanere in uno stato di perenne eliminazione tossiemica. Potresti fare prima un tentativo con il modello valdiano (integrando frutta e verdura con i cereali/legumi), e star a vedere se la detox col tempo finisce per demordere e scomparire. Se questo non succede (per problemi di tolleranza coi cereali o a causa di altre fonti tossiemiche, anche di origine mentale, che finiscono per generare un flusso costante di tossine), o comunque se punti a raggiungere un equilibrio di livello più avanzato, non ti resta poi che passare al regime crudo (al più mitigato da verdure cotte serali).
GRAZIE ROBERTO X LE TUE SPIEGAZIONI. CONSULTERO' INTERNET
PAOLA, buona ricerca. Vedrai che non sarà tempo perso.
LAURA, mi chiedevo cosa vuol dire mangio zuccheri. Se intendi saccarosio è un conto, se intendi frutta dolce, è un altro.
Comunque uno degli alimenti più energicamente alcalinizzanti è il limone, che pure parte acido. Ma come è stato spiegato tante volte anche da Valdo bisogna capire che il grado di acidità iniziale non conta nulla . Lo zucchero o saccarosio , usato per sminuire la percezione di acidità di certi alimenti, in realtà non ne alza il PH e si rivela poi fortemente acidificante e demineralizzante nel computo finale degli effetti.
Ridicola poi la pretesa dei macrobiotici di controbilanciare l'acidità presunta della frutta col salato, cioè con prodotti che contengono forti dosi di un minerale inorganico dannoso e assolutamente non assimilabile. Triste da dire ma il povero Oshawa a cui loro si ispirano…..aveva le idee piuttosto confuse. Comunque se uno vuol consumare cereali, non c'è niente di meglio che rivolgersi a loro….questo gli va concesso.
Laura dice: se in questa fase cerco di tendere al crudo, mi compare una sensazione di instabilità emotiva. Questo è normale, fa parte degli effetti della detox, non ti deve spaventare risospingendoti al ritorno alla macrobiotica o ad altri strani rimedi. Lascia che la detox faccia il suo corso fino in fondo, è una scotto che si deve pagare per riguadagnare uno stato di salute superiore. So che non è facile, che si è portati a imputare gli effetti della detox (da cibo crudo) a nostri scorretti comportamenti (in questo caso il cibo crudo, tipo l'acidità degli agrumi o altre strane cose che son tutte cose ridicole), fuorviandoci dalla strada corretta. Non so quanti anni abbia tu, ma tieni conto che dopo i 40 i tempi della detox non sono più settimane ma mesi e magari anche un anno (e più se si è malconci), mesi durante i quali si soffre e bisogna solo tener duro. Questa è almeno la mia esperienza, sia mia personale per averla provata sia da me osservata in altri igienisti. In bocca al lupo.
L’assunzione di frutta acida la mattina x colazione e’ un errore in quanto crea problemi di gastrite e reflusso esofageo!!