LETTERA
IN UNA SETTIMANA HO RISOLTO LA MIA DERMATITE
Buon giorno Valdo, volevo ringraziarti per il tuo lavoro di diffusione. Grazie al tuo blog, in una sola settimana, ho potuto cambiare lo stato della mia dermatite.
L’IMPORTANZA DEL DIALOGO COL PROPRIO CORPO
Mi rimane un lungo cammino da percorrere perché mangio sempre sul lavoro e in molte cose o mi adatto o non mangio addirittura. Però adesso ho cominciato un dialogo con il mio corpo, dove io ingerisco e lui risponde. Erano anni che non mi vedevo così. Ovviamente ho fatto anche altri cambiamenti che mi hanno aiutato a progredire, e tutto questo grazie a te.
CONSIGLI PER IL MIO PROGETTO IN SELVA AMAZZONICA
Veniamo al punto per il quale ti scrivo. Se tutto va come pianificato, il prossimo anno vado a lavorare nella selva amazzonica. Mi chiedo se il cacao (non cioccolato) possa mangiarlo. Non farò nessun vaccino ma, a dire la verità, ho qualche timore per quanto riguarda le medicine. Non è che non creda che facciano male. Ma come farò? Non ho mai avuto un’educazione alimentare, ma neppure ho mai avuto un’educazione sanitaria. Mi puoi dare qualche consiglio sull’alimentazione? Mi puoi orientare con qualche consiglio in generale? Grazie.
Davide
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RISPOSTA
NIENTE PASTICCHE E NIENTE SCHEMI MEDICALI
Ciao Davide. Non sono mai stato in Brasile, ma solo in Perù, Colombia, Ecuador e Venezuela. Zone tropicali ed equatoriali dell’Africa ed in particolare dell’Asia, le ho invece frequentate in lungo e in largo per una quarantina di anni, senza mai portare una pasticca di qualsiasi genere, e sempre contravvenendo radicalmente alle raccomandazioni mediche per chi si recava nei paesi della fascia calda. Mai perso un giorno di lavoro e mai perso un’ora di svago e di sport attivo.
PARLO PER ESPERIENZE CONCRETE E NON PER PREGIUDIZIO
Mai avuto nessun problema coi cibi e ancor meno nessun problema con la salute. Diversi compagni di viaggio ligi invece ai consigli medici e ai medicinali, mai una foglia cruda di lattuga, mai un pomodoro, mai un frutto tropicale, tutto cotto e stracotto. Si rimboccavano di pillole colorate e finivano per trascorrere metà viaggio tra il letto dell’hotel e l’ambulatorio medico locale, carichi di febbre, di influenza, di muco e di indigestioni. Una questione di fortuna? Assolutamente no. Non può essere. Il caso e la fortuna possono avere un ruolo in 10 o 20 occasioni, ma non in 2000 permanenze tra Singapore, Malaysia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Cambogia, Laos, Sri Lanka, India, Pakistan, Afghanistan, Iran e dintorni.
LA BEVANDA MIGLIORE RIMANE IL LATTE DI COCCO FRESCO
I suggerimenti sono di evitare i dolci ed i gelati, nonché le acque insicure, sia per dissetarsi che per nuotarci, vista la presenza di coccodrilli, di pirana, di serpenti e di squali. Il problema del cacao mi pare banale. Lo potrai anche prendere ma con tutte le risorse naturali dell’Amazzonia non ti baserai certamente sul cacao. Basterà ricorrere a banane, manghi, papaie, ananas, malagrane, noci di cocco fresche e dissetanti, bacche selvatiche e coltivate di ogni tipo, verdure fantastiche spruzzate col succo disinfettante di limoni e lime, pomodori, crescione, lattughe, mais dolce, funghi, zucche, arachidi fresche e cotte al vapore, patate e patate dolci, tapioca ed altro ancora.
INFORMARSI, OSSERVARE E FARE USO DEL PROPRIO CERVELLO
Chiaro poi che sul posto ti farai una cultura sugli usi e le abitudini dei locali ed anche degli europei che vivono da anni nella zona. Usare un minimo di prudenza e di progressività nelle proprie scelte, usando consapevolezza e buon senso. Niente altro che quello.
Valdo Vaccaro
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