LETTERA
Buonasera Valdo, gentilmente mi rivolgo a te, perché da quando ti ho conosciuto, mi hai cambiato la vita, in meglio ovviamente. Ho cancellato i medici dalla mia vita e tu sei il mio guru.
Io sono frugivoro crudista, e purtroppo ho un problema. Mi prende da defecare circa 6 volte al giorno. Il vero guaio è quando sono per strada, ed è una situazione imbarazzantissima quando ti capita, perché non hai bagni a disposizione, sai consigliarmi per risolvere questo fatto? Grazie dell’attenzione. Mauro
RISPOSTA
PRIORITARIO RITROVARE LA FUNZIONALITÀ DELL’INTESTINO
Ciao Mauro. Trovare la propria regolarità intestinale è sicuramente un dettaglio importante per vivere rilassati e senza stress. Avere 6 evacuazioni al giorno non è di sicuro una situazione normale ed accettabile. Occorre pertanto rivedere la propria dieta, ricorrere a cibi restringenti, ricostituire un intestino sano, eliminare eventuali parassiti intestinali, praticare camminate di un’ora con respirazione yoga ritmata, fare ginnastica che coinvolga i muscoli addominali.
ESTREMA VARIABILITÀ
Nell’immaginario collettivo, la stipsi o stitichezza pare legata solo al numero di evacuazioni e alla forma delle feci. Alcuni si ritengono stitici poiché in certi periodi non evacuano e in certi altri evacuano troppo, perché hanno feci piccole, dure, o feci che formano un tappo impedente, o perché hanno feci non formate o di tipo diarroico.
DALLE 3 VOLTE AL GIORNO ALLE 3 VOLTE LA SETTIMANA
Mediamente una persona sana evacua 3 volte la settimana o anche 3 volte al giorno, e le sue feci sono poltacee, liquide, secche, caprine, miste, verdi nel caso di abbondanti assunzioni di radicchio verde, rossastre in caso di bietole rosse. La grande variabilità di frequenza, consistenza, colore e odore è legata ad abitudini, a fattori ambientali, a clima, a comportamento, a movimento o sedentarietà, scelte alimentari. Ed è così che oltre il 10% di italiani si ritiene stitico o diarroico, ricorre a farmaci, a integratori, a clisteri, a gastro-enterologi e proctologi.
QUANTE VOLTE ANDARE IN BAGNO?
Molte persone si interrogano su quale sia la normale frequenza di defecazione, preoccupate che il numero di evacuazioni prodotte sia insufficiente od eccessivo. Sebbene sia lecito interrogarsi sul concetto di regolarità intestinale, ovvero su quante volte sia normale andare in bagno, la risposta è troppo spesso influenzata da pregiudizi e false convinzioni. Questo è un tipico campo frequentato da ipocondriaci e malati immaginari. Alcune persone hanno un atteggiamento quasi maniacale nei confronti di tale aspetto, perché convinte che solo una defecazione quotidiana sia sinonimo di salute.
SERVONO SCORIE VEGETALI E SERVE RIALIMENTARSI REGOLARMENTE
Si arriva spesso a fenomeni di abuso di farmaci, lassativi ed integratori. Dopo aver ottenuto la tanto sospirata evacuazione, si pretende di produrne una nuova il giorno seguente, ignorando che dopo l’energica defecazione indotta dal lassativo è necessario un intervallo di tempo di qualche giorno prima che nel tratto intestinale si accumulino nuovamente le scorie necessarie. Questa condizione di falsa stitichezza non va per niente intesa come fenomeno anomalo e non giustifica in alcun modo la nuova assunzione di purganti.
DEFECAZIONE RISULTATO DELLA PERISTALSI INTESTINALE
La defecazione consiste nell’emissione delle feci dall’organismo. Si tratta, in sostanza, di un riflesso fisiologico innescato dalla distensione della porzione terminale dell’intestino crasso, detta retto. La defecazione è il risultato della peristalsi intestinale. I muscoli dell’intestino crasso lavorano in continuazione per rimescolare il contenuto enterico, favorendo il riassorbimento dell’acqua e delle vitamine e acidi grassi prodotti dalla flora batterica intestinale. Durante queste contrazioni, dette di rimescolamento o di segmentazione, la progressione del chilo è minima. Il contenuto intestinale viene quindi fatto avanzare in maniera importante da un ulteriore tipo di contrazioni, dette di massa, durante le quali un segmento importante di colon si restringe facendo nascere un movimento propulsivo a valle.
CONTRAZIONI DI MASSA FECALE E CONSISTENZA DELLE FECI
Le contrazioni di massa non avvengono di continuo come quelle di rimescolamento, ma insorgono mediamente tre o quattro volte al giorno. La loro insorgenza è spesso associata alla comparsa del riflesso della defecazione. Esso avviene, di norma, una volta al giorno, ma si considera ancora fisiologica una frequenza compresa tra una scarica ogni due giorni e tre al giorno. È possibile capire quanto a lungo le feci sono rimaste nel colon esaminandone l’aspetto e confrontandolo con una scala che va dalla consistenza liquida (diarrea, permanenza insufficiente) a quella caprina (pallottoline particolarmente dure, permanenza eccessiva), passando per la classica forma a salsicciotto, che si fa più o meno nodosa mano a mano che ci si avvicina ad un quadro di stitichezza.
MOVIMENTI PERISTALTICI TIPICI DEL MATTINO
I movimenti peristaltici di massa avvengono tipicamente nei momenti successivi al risveglio, favoriti dall’assunzione eretta e dai primi passi, spingono il contenuto verso il retto producendo lo stimolo. In alcune persone si tratta di un impulso fisiologico talmente forte da spingerle a defecare con urgenza. Altri soggetti, invece, necessitano di svegliare il proprio intestino con una abbondante colazione. Per un meccanismo definito gastrocolico, la distensione dello stomaco mette in moto il colon, generando lo stimolo tanto atteso.
PASSAGGIO DEL MATERIALE FECALE AL RETTO
Il riflesso della defecazione è innescato dal passaggio del materiale fecale nel retto. Lo sfintere anale interno si rilascia, mentre quello esterno, che è volontario quindi controllabile, si contrae. Qualora la situazione sia ritenuta appropriata lo sfintere anale esterno viene rilasciato, così come il muscolo elevatore dell’ano e si ha la defecazione. L’intero processo è favorito dalle contrazioni addominali volontarie e dall’espirazione forzata a glottide chiusa (manovra di Valsalva). Tutto ciò ha lo scopo di aumentare la pressione intraddominale e favorire la defecazione.
A RETTO VUOTO NON C’È OVVIAMENTE STIMOLO AD EVACUARE
La defecazione è un atto volontario e si basa su due eventi coordinati che sono il rilassarsi del pavimento pelvico e l’aumento della pressione intra-addominale. Quando il retto è vuoto non c’è il desiderio di evacuare. Nel momento in cui le feci entrano nel retto, la pressione esercitata sulla parete rettale determina una sensazione di pienezza. L’ulteriore distensione della parete rettale induce il rilasciamento dello sfintere anale interno permettendo alle feci di venire a contatto con i recettori sensoriali presenti sulla parte superiore del canale anale. si avverte così la sensazione evacuativa, che determina anche il rilasciamento dello sfintere esterno e dei muscoli del pavimento pelvico. Quando, invece, i muscoli del pavimento pelvico si contraggono per mantenere la continenza, le feci rimangono nella parte alta del retto non venendo più a contatto con la mucosa anale. L’accomodazione delle fibrocellule muscolari al nuovo contenuto, riduce la tensione della parete rettale ed il desiderio di evacuare cessa.
VASO SANITARIO IDEATO GIÀ IN CINA E IN ROMA ANTICA, MA SVILUPPATO POI IN INGHILTERRA
In Occidente l’invenzione del vaso sanitario viene attribuita allo scrittore John Harington, figlioccio di Elisabetta I d’Inghilterra, nel 1590. Il vaso sanitario rappresentò un importante progresso igienico in quanto consentì di liberarsi in modo efficiente di materiali ad alto contenuto batterico che favorivano l’insorgenza e la diffusione di malattie ed infezioni, nonché la prolificazione di topi e insetti. Nel Medioevo, quando era sconosciuto il vaso sanitario e non esistevano fognature, gli escrementi erano generalmente depositati in vasi di coccio spesso vuotati direttamente dalle finestre, trasformando così le strade cittadine in luoghi maleodoranti e in pessime condizioni igieniche.
EVACUAZIONE RITARDATA ED IMPEDITA DALL’INVENZIONE DEL WATER
Nel 2004 è stato trovato il water su cui Lutero scrisse le sue 95 tesi. Il monaco pare infatti soffrisse di costipazione cronica e quindi passasse molte delle sue ore più costruttive al gabinetto. La cosa riguarda poi la massa, che spesso adopera il water come una sedia su cui passare indisturbati il proprio tempo, quasi come in attesa del messia, un atteggiamento che provoca stabile e pericolosa costipazione.
LA POSIZIONE ACQUATTATA ALLA TURCA FAVORISCE L’OPERAZIONE EVACUATIVA
L’evacuazione è infatti favorita dall’assunzione di posizioni particolari, come quella acquattata (alla turca), in cui l’addome viene naturalmente compresso contro le cosce. La defecazione è inoltre influenzata dallo stato psicologico e dalle abitudini dietetiche del soggetto (vedi dieta per la stitichezza), che possono favorire un rallentamento o un aumento della motilità intestinale (vedi diarrea e stitichezza).
COLITE O SINDROME DEL COLON IRRITABILE
La sindrome del colon irritabile (IBS, Irritable bowel syndrome in inglese) è un disturbo che tra i suoi sintomi più frequenti annovera crampi, dolore addominale, nausea, costipazione e diarrea. È inoltre causa di disagio e stress, ma non provoca danni permanenti all’intestino. La maggior parte delle persone può tenere sotto controllo i sintomi seguendo una dieta corretta, imparando a gestire meglio lo stress. In alcuni casi la sindrome del colon irritabile può rivelarsi invalidante. Non si è più in grado di lavorare, di fare vita sociale o addirittura di fare viaggi anche se brevi.
DISTURBO ASSAI FREUENTE ANCHE NEGLI USA
Negli Stati Uniti il 20 per cento della popolazione adulta, ovvero una persona su cinque, presenta i sintomi della sindrome del colon irritabile e quindi questo disturbo è uno di quelli diagnosticati con maggiore frequenza dai medici. Colpisce più le donne che gli uomini e inizia prima dei 35 anni nella metà circa dei pazienti.
L’INTESTINO E LE SUE PIANTE OFFICINALI
Le piante officinali per l’intestino possiedono virtù lassative, antinfiammatorie, carminative e regolatrici della funzionalità gastrointestinale. I disturbi più comuni a cui può andare incontro quest’organo sono stitichezza, di solito provocata da un’alimentazione squilibrata o carente di fibre, diarrea, che può insorgere da intossicazioni alimentari, cure farmacologiche o antibiotiche e infezioni virali. Anche lo stile di vita, lo stress, le emozioni come l’ansia possono influire sulla salute dell’intestino a livello psicosomatico, e provocare la sindrome dell’intestino irritabile.
DIVERTICOLITE ALL’ORDINE DEL GIORNO
Nell’ambito delle patologie più comuni che può contrarre I’intestino ci sono anche i diverticoli, che consistono in piccole sporgenze degli strati più interni della mucosa e sottomucosa del colon. Il sintomo più comune è il dolore addominale, che può peggiorare dall’assunzione di cibo e in genere migliora dopo le evacuazioni e l’emissione di aria intestinale. Possono comparire anche nausea, gonfiori e stitichezza o, al contrario, diarrea. Nei casi più gravi, si possono manifestare emissione di sangue dall’ano e tutti i sintomi tipici delle infezioni. La comparsa di diverticoli è correlata a un’alimentazione povera di fibre.
RUOLO DELL’INTESTINO
La funzione principale dell’intestino è trasformare il cibo digerito, proveniente dallo stomaco, in molecole più semplici, per permettere l’assimilazione dei nutrienti, e di eliminare gli scarti di queste demolizioni attraverso la peristalsi, scegliendo (per mezzo del proprio cervello) quello che deve essere assorbito e rifiutando il resto. Una volta che le sostanze nutritive sono trasformate, vengono assorbite dalle cellule cigliate, che rivestono le pareti intestinali, e successivamente inviate, attraverso il sangue, a tutte le cellule dell’organismo.
FUNZIONE IMMUNITARIA INTESTINALE
L’intestino inoltre svolge un’importantissima funzione di barriera immunitaria. La superficie intestinale è colonizzata da oltre 400 specie di microrganismi, che compongono la flora batterica intestinale. Quando si verifica un’alterazione del ph interno, batteri salutari come lattobacilli e bifidobatteri diminuiscono; mentre quelli nocivi come il Bacillus Coli, aumentano, per cui si crea una condizione patologica di disbiosi intestinale. Ad alterare questo delicato equilibrio possono essere numerosi fattori, ma i più importanti sono l’alimentazione scorretta, lo stress e le cure antibiotiche.
PIANTE OFFICINALI AD AZIONE LASSATIVA
Esistono tisane lassative per favorire l’evacuazione. Stimolando la peristalsi esse provocano la contrazione della muscolatura liscia che permette l’eliminazione delle feci. La radice di liquirizia svolge ad esempio una leggera azione lassativa, grazie alla presenza di mannite, principio attivo della manna. La mannite o mannitolo è uno zucchero naturale che agisce contro la stipsi, attirando acqua nel colon e facilitandone lo svuotamento. Per questa ragione il decotto è molto efficace in caso di stitichezza e nei disturbi legati alla sindrome dell’intestino irritabile. Patata cruda, tarassaco, equiseto, sono altri esempi di piante lassative.
RISORSE NATURALI AD AZIONE ASTRINGENTE
Ci sono vegetali ad azione astringente che possono essere impiegati per bloccare la diarrea, provocata dall’alterazione della flora batterica, infezioni intestinali o intossicazioni alimentari. Risorse astringenti importanti sono acetosa, arancia, avocado, carota, carciofo, cavolo, carruba, castagna, cocco e acqua di cocco, corbezzolo, fico, fico d’India, fragola, melograno, mora di gelso nero, mela, miele, nespola, orzo, ortica, pomodoro, peperoncino, pop-corn, portulaca, rapa, ribes, uva, uva spina, zucchina, zucca, yogurt alla soia.
MIRTILLI
Le foglie e i frutti secchi del mirtillo esercitano un’azione antidiarroica per l’alto contenuto di tannini, principi attivi con proprietà astringenti. Le antocianine della pianta hanno anche un effetto antisettico utile nel trattamento delle coliche dolorose addominali e delle cistiti. Si è scoperto di recente che inibiscono l’adesione dei colibacilli alla parete dell’intestino e della vescica, fornendo così una spiegazione al loro uso nelle infezioni intestinali e urinarie.
POTENTILLA O TORMENTILLA
Anche la Potentilla è da sempre conosciuta per la sua attività astringente, antinfiammatoria, cicatrizzante, batteriostatica e antivirale. Per questo è utilizzata contro tutte le forme di diarrea e per le infiammazioni alle mucose, soprattutto intestinale. Il nome tormentilla deriva infatti dal latino tormina che significa dolori viscerali, in riferimentio alle proprietà terapeutiche della pianta. Queste proprietà sono dovute all’alta concentrazione di tannini nel fitocomplesso del rizoma, che la rendono un rimedio efficacissimo in caso di enteriti croniche e gastroenteriti fermentative.
VEGETALI AD AZIONE DISINFIAMMATORIA
Alcune erbe sfiammano l’intestino, grazie alla presenza delle mucillagini con azione decongestionante per le mucose, che trattengono l’acqua, ammorbidendo in questo modo le feci. Le mucillagini contenute nelle foglie e fiori di malva, a contatto con l’acqua, producono una sorta di gel, capace di incrementare la quantità della massa fecale, ammorbidendone il contenuto. Questo effetto lubrificante trova impiego in presenza di emorroidi, ragadi anali, colite. La capacità di facilitare lo svuotamento dell’intestino e la defecazione in maniera delicata rende la malva particolarmente apprezzata per la sua sicurezza ed efficacia.
FOGLIE DI ALOE
Il gel delle foglie dell’Aloe vera è uno dei più potenti agenti disintossicanti, con azione immunostimolante, antinfiammatoria, rigenerante dei tessuti. Secondo le ricerche scientifiche, la chiave del potere dell’aloe consiste nella presenza dei mucopolisaccaridi, principi attivi che agiscono da lubrificanti per le nostre articolazioni e da protettori delle mucose che rivestono i tessuti degli organi interni.
PSILLIO
I semi di psillio sono invece indicati per le stipsi croniche, perché le mucillagini lo rendono un efficacissimo ma innocuo lassativo naturale, di tipo meccanico. Inoltre le mucillagini sono polisaccaridi di composizione chimica complessa, appartenenti alla categoria delle fibre idrosolubili e perciò sono dotate di effetto antinfiammatorio, emolliente e protettivo per le mucose delle pareti intestinali. Lo psillio è particolarmente indicato per la stitichezza in gravidanza e allattamento, per bambini e i cardiopatici, per chi soffre di diverticoli, e in tutti i casi in cui non si possono assumere lassativi che provocano la peristalsi in modo aggressivo, producendo contrazioni muscolari.
PIANTE AD AZIONE CARMINATIVA ED ANTISPASTICA
Le piante ad azione carminativa aiutano a eliminare i gas che si formano per cattiva digestione, intolleranze alimentari o a causa della permanza delle feci dentro il colon, quando si è in presenza di stitichezza. Queste erbe aiutano a sgonfiare e a rilassare i muscoli addominali in caso di crampi o dolori al basso ventre. Tipiche piante sono in questo caso finocchio, angelica e melissa.
FINOCCHIO, ANGELICA E MELISSA
Le proprietà carminative del finocchio dipendono sia dalla sua capacità di inibire i processi fermentativi nell’intestino sia dalla sua azione antispastica sulla muscolatura liscia del colon. Infatti durante la fermentazione intestinale, in particolare quella degli zuccheri, vengono prodotte elevate quantità di gas, che fanno rigonfiare l’intestino e stimolano le contrazioni della sua muscolatura liscia, provocando senso di gonfiore, flatulenza e dolori all’addome. L’angelica ha un’azione antispasmodica, calmante, carminativa, digestiva. Per queste sue proprietà, gli estratti di angelica trovano impiego per rilassare il sistema nervoso quando si tende a somatizzare sull’intestino, mentre l’effetto carminativo facilita la digestione, evitando la formazione di gas intestinali. Le foglie di melissa sono invece ricche di olio essenziale. Conferiscono alla pianta un aroma gradevole dal sapore di limone, e sono impiegate negli stati d’ansia con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico. Per la sua azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa è indicata in caso di meteorismo, disturbi della digestione, nausea, flatulenza, crampi addominali e colite.
Valdo Vaccaro
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