LETTERA
Buongiorno gentilissimo Valdo, le chiedo scusa per il disturbo, sono una ragazza di 34 anni e sono vegana da 3 anni. Ho scoperto di avere il cordoma clivus. Le volevo chiedere lei cosa ne pensa e cosa dovrei fare? Grazie. Cordiali saluti. B.V.
RISPOSTA
DEFINIZIONE DI CORDOMA
Il cordoma, noto anche come sarcoma notocordale, fa parte dei rari tumori extradurali, ossei, che crescono molto lentamente. È una neoplasia che infiltra e distrugge l’osso e i tessuti molli. Deriva da residui della corda dorsale, struttura dell’embrione che forma l’asse primitivo della colonna vertebrale.
Il cordoma può verificarsi ovunque lungo la spina dorsale, dalla testa al coccige, anche con formazione di grumi in zona sacrale. Circa il 40% dei cordomi sono intracranici, gli altri sono spinali, in particolare cordomi sacrali. Quelli intracranici si localizzano alla base cranica, soprattutto nella regione del clivus, e vengono quindi definiti col nome di cordoma clivus (altre sedi possono essere il dorso della sella, la fossa cranica posteriore). Spesso invadono anche il tessuto osseo adiacente.
I cordomi tendono a recidivare localmente, è rara invece la metastatizzazione. Solo in questo senso strettamente chirurgico si può parlare quindi di malignità. Secondo la visuale igienistica la parola malignità è comunque sempre fuori luogo.
La sopravvivenza media a partire dalla diagnosi accoppiata ad eventuale intervento asportativo è intorno ai 5-7 anni. Questi i freddi dati standard offerti dalla chirurgia oncologica americana. Non esistono statistiche aggiornate su chi sfugge al sistema medico e decide di non farsi operare. Una ventina di anni fa risultava, da statistiche mediche, che la sopravvivenza media sui tumori in generale, a partire dalla diagnosi, fosse di 3 anni per chi si operava e di 11 anni per chi si rifiutava.
SINTOMI
I sintomi principali di cordoma clivus consistono principalmente in cefalea, disturbi del visus e paralisi del retto laterale.
I cordomi più voluminosi medioclivali (sfeno-occipitali) possono manifestarsi con interessamento e paralisi dei nervi cranici (disturbi del visus, disturbi uditivi, della deglutizione e della fonazione), sindromi da compressione sul tronco encefalico (atassia, disartria, vertigini, segni piramidali), sindrome da idrocefalo ostruttivo.
I cordomi sellari-soprasellari si possono presentare con calo del visus e riduzione del campo visivo (sindrome chiasmatica), endocrinopatie pituitariche e sindrome del seno cavernoso.
DIAGNOSI E ASPETTI RADIOLOGICI
Questi tumori sono diagnosticati dalla Tomografia Computerizzata e dalla Risonanza Magnetica. L’aspetto radiologico più evidente di un cordoma e la distruzione dell’osso, associata a processi di espansione nell’area dell’osso distrutto. La lesione può avere un aspetto di “cristallo smerigliato” screziato da formazioni di calcio per i frammenti residui dell’osso sequestrato.
TRATTAMENTI CONVENZIONALI
La medicina prevede principalmente tre metodi di trattamento per il cordoma clivus, che sono l’asportazione chirurgica, la chemioterapia e la radioterapia.
Possono essere raccomandati singolarmente o anche in combinazione, con frequenti visite e check-up di controllo in quanto tumori tendenti a recidivare.
ABLAZIONE CHIRURGICA
Nel caso di tumori ossei la rimozione chirurgica è generalmente il metodo più utilizzato dalla medicina convenzionale. Il tipo di operazione dipende dalla dimensione e dall’area interessata dal tumore.
Una delle ultime tecniche consiste nella chirurgia endoscopica endonasale, nella quale il chirurgo accede e rimuove il tumore attraverso il naso, con quella che viene definita una operazione minimamente invasiva.
RADIOTERAPIA
La radioterapia può essere di tre tipi:
- Esterna, con raggi direzionati al cordoma da una fonte esterna.
- Interna, posizionando materiale radioattivo all’interno del corpo vicino al tumore.
- Radiochirurgia stereotassica dove radiazioni ionizzanti vengono direzionate direttamente sul tumore. Un esempio di radiochirurgia è il trattamento gamma knife.
Nei casi di cordoma il tipo di radiazione più utilizzato è quella a raggi protonici.
Come già sottolineato in precedenza la tendenza dei cordomi è quella di recidivare. Inoltre, a causa dell’invasione ossea, la completa rimozione della massa tumorale è spesso difficile, pertanto risulta indispensabile che il paziente intraprenda un preciso iter terapeutico post-operatorio adiuvante mirato. I pazienti con ricorrenza tumorale o residuo vengono quindi indirizzati alla “Proton beam therapy” (PBT). L’aspettativa di vita o la sopravvivenza a 5 anni è del 50-75%, a 10 anni del 45%.
VANTAGGI FISICI DELLA PBT
L’interesse dei protoni è essenzialmente balistico. Il protone è una particella pesante caricata che deposita la sua energia lungo la traiettoria per poi arrestarsi bruscamente in un punto e scaricare il massimo dell’energia oltre il quale la dose è in pratica nulla. La profondità di penetrazione è direttamente legata all’energia. Il protone, a causa della sua massa, ha sempre la tendenza ad andare in linea retta, in questo modo la dose depositata ai limiti del tumore è lieve.
VANTAGGI CLINICI DELLA PBT
I protoni non irradiano i tessuti oltre una certa profondità e la dose rilasciata in bordura di fascio è tanto lieve che rende possibile arrivare alla dose massima nel tumore, senza oltrepassare quella accettabile nei tessuti adiacenti che sono sani e sensibili. L’obiettivo principale è di diminuire i rischi degli effetti collaterali tardivi che possono presentarsi sia dopo qualche settimana che dopo anni.
CHEMIOTERAPIA
La chemioterapia utilizza farmaci che dovrebbero bloccare la crescita delle cellule tumorali. Esistono diversi tipi di farmaci chemioterapici, che in base al tipo e alla fase del tumore, vengono somministrati oralmente, iniettati o posizionati direttamente nell’area tumorale.
LA RAPAMICINA CONTRO IL CORDOMA
L’ultimo aggiornamento medico sul cordoma porta la data del 7/6/13. Si parla di un lavoro pionieristico dei neurochirurghi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per curare il clivus, ossia il cordoma della base cranica. “Si tratta di un tumore aggressivo che, nonostante i trattamenti, ha una sopravvivenza media di circa 6 anni”.
Questa frase della sponda medico-chirurgica, quel “nonostante i trattamenti” la dice lunga. Noi ammoniamo ed accusiamo la medicina. La avvertiamo che sono proprio quei trattamenti, consistenti in particolari tecniche radioterapiche (proton beam, o raggio protonico, o PBT) a impedire qualsiasi serio processo di riequilibrio e di auto-guarigione.
La medicina ha dimostrato in tutti questi anni di non capire un acca sui reali meccanismi formativi dei tumori. Di non capirci niente al punto di non possedere una sua credibile teoria sui medesimi. Nessuno al mondo, dotato di un briciolo di intelligenza, potrà mai credere alle misere bugie oncologiche, per cui il cancro è di origine casuale, idiopatica, genetica, autoimmune, criptogenetica, lantanica e altre amenità del genere. Penosi alibi di chi non riesce a trovare scuse migliori. Non è raro che siano gli stessi medici a non credere in questo tipo di interventi.
L’igiene naturale possiede una teoria credibile che risponde, come evidenziato dal pioniere igienista dr Russell Thacker Trall, a criteri di verità, di armonia con la natura, di esattezza scientifica, di sana filosofia, di buon senso, e di risultati concreti. “L’uomo che tenta di curare un disordine fisico senza conoscerne le cause, è come un cieco che brancola nel buio”, è un altro degli ammonimenti basilari, firmati dal dr Sylvester Graham.
SI CONTINUA A PARLARE DI VIVISEZIONI
“Nel nostro Istituto, spiega il professor Maira, eseguiamo già dei trattamenti personalizzati per i pazienti affetti da cordoma e da glioblastoma, che è il tumore cerebrale più maligno. Tuttavia, fino a questo momento, la personalizzazione era basata sulla caratterizzazione patologica molecolare della neoplasia del paziente.
Ora invece, per la prima volta, abbiamo selezionato la molecola migliore sulla base di prove di efficacia farmacologica, eseguite sia sulle colture cellulari ottenute dal cordoma del paziente, sia sui topi in cui sono state impiantate le cellule tumorali”.
DETTAGLI TECNICI ASSAI POCO RASSICURANTI
“Nel nostro laboratorio, prosegue Maira, abbiamo ottenuto una linea cellulare dal tumore asportato a una paziente di 30 anni (un cordoma del clivus recidivo). Tale linea è stata studiata dal punto di vista bio-molecolare, evidenziando l’attivazione di un gruppo di oncogeni (pathway di mTOR – bersaglio della rapamicina nei mammiferi) e la mutazione del gene KRAS (oncogene con un ruolo critico nella regolazione della crescita cellulare).
CELLULE TUMORALI TRAPIANTATE E TOPI IMMUNODEPRESSI
Abbiamo saggiato la sensibilità di queste cellule tumorali ad una batteria di 80 farmaci. Fra di essi, il farmaco più efficace è risultato la rapamicina. Le cellule tumorali sono state quindi impiantate nel sottocute di topi immunodepressi ottenendo degli xenotrapianti di cordoma. Gli animali sono stati trattati con rapamicina, che si è mostrata efficace nel ridurre la crescita del tumore.
RALLENTAMENTO CRESCITA DEL TUMORE
Sulla base di questi risultati, continua il professor Maira, la paziente di origine è stata trattata con rapamicina, che ha determinato una riduzione della velocità di crescita del tumore di circa 6 volte in 10 mesi di follow-up”. “Si tratta, conclude il neurochirurgo della Cattolica, del primo caso in cui un paziente affetto da cordoma è stato trattato con una chemioterapia personalizzata sulla base della sensibilità farmacologica della linea cellulare originata dal tumore asportato al paziente stesso”.
CONSIDERAZIONI IGIENISTE
Dal come ci viene presentata la situazione, dovremmo unirci al coro degli applausi e degli entusiasmi suscitati da questi eroici passi in avanti della medicina. Non dubitiamo sul fatto che lei rappresenti il settore più avanzato della neurochirurgia in Italia e non solo. Ma è proprio per questo che la critichiamo, come del resto critichiamo qualsiasi centro dove si applichi la curomania del sintomo.
NIENTE DI NUOVO SOTTO LA LUCE DEL SOLE
Ci spiace doverla deludere professor Maira, ma non c’è nulla di nuovo e di innovativo su cui gioire o su cui almeno ben sperare. Primo punto gli animali da laboratorio non sono fatti come noi e reagiscono ovviamente in modi diversi, quindi si tratta di esperimenti fittizi, privi di affidabilità e di valore scientifico.
L’ODIATA CELLULA MALIGNA
Secondo punto, continuando a non trovare alcuna logica eziologica ed evolutiva nelle formazioni tumorali, vi manca un quadro razionale della situazione. Vi continuate così a gettare con furore e testardaggine sulla sostanza incompresa, sul tessuto o sulla sovracrescita da asportare, sull’odiata cellula maligna, anziché pensare a un modo disgregativo di autolisi. Dimostrate così una sostanziale sfiducia nel corpo umano e nei meccanismo di riequilibrio, fatto assai diseducativo.
NON RALLENTATA CRESCITA MA BANALE IMMUNODEPRESSIONE
Terzo punto, la martellata ulteriore che avete inferto alla paziente con la rapamicina è tale da mettere chiunque in ginocchio per indebolimento, con decapitazione immediata della reattività immunitaria. Rallentare la crescita di un tumore è un fatto positivo solo se non è temporanea e se non comporta recidive e gravi effetti collaterali. Qui il rallentamento è figlio dell’indebolimento della paziente e della sua immunodepressione, per cui non promette nulla di buono. Non appena ci sarà un accenno di ripresa dalla batosta immunitaria, la recidiva riprenderà a galoppare.
LA CUROMANIA SUL SINTOMO NON PORTA DA NESSUNA PARTE
Quarto punto, il vostro tipo di medicina violenta, invasiva, sbrigativa, disinvolta ed anti-ippocratica non è altro che rozza curomania sul sintomo, per cui non ha mai portato nulla di buono e nulla di buono porterà.
SPERIMENTAZIONE SU TOPI, SCIMMIETTE E PURE SUI PAZIENTI
Quinto punto, i vostri continui messaggi di falsa-vittoria nascondono un fatto evidente che si chiama sperimentazione. Sperimentazione sugli animali da laboratorio da un lato e sui pazienti dall’altro. Per voi successo significa due cose precise:
- Che il paziente sopravviva per qualche tempo poco importa in quali condizioni di dipendenza farmacologica e con quali antidolorifici (valium e simili).
- Che il paziente non muoia di quella malattia, ma possibilmente di un’altra complicazione iatrogena o medico-causata, per cui nelle statistiche di sopravvivenza all’intervento possa risultare come guarito o come sopravvissuto (mentre spesso non lo è affatto).
PROTEINOMANIA, COTTOMANIA E CUROMANIA, UN TRIO SENZA SCAMPO
Sesto punto, le diete che la medicina associa ai suoi interventi sono quelle tipiche degli ospedali, per cui ai danni da curomania dell’intervento vanno ad aggiungersi quelli, non meno insidiosi, da proteinomania e da cottomania.
LE ALTERNATIVE SONO VIETATE, SOPRATTUTTO SE PUNTANO ALLA SALUTE
Settimo punto, i dati medici di mortalità e sopravvivenza sono tutti inficiati ed invalidati dal fatto che manca del tutto il tentare e l’esperire vie diverse da quelle correntemente in uso. Il repertorio medico prevede quello e soltanto quello per cui nessun medico singolo può sviare da tali regole senza essere radiato e rovinato professionalmente.
C’E’ BEN POCO DA ATTENDERSI DA QUESTO TIPO DI MEDICINA
Più che intravedere motivi di speranza e di consolazione per i pazienti, trovo sinistre correlazioni con altri messaggi di vittoria che la medicina lancia in continuazione per prolungare il suo ruolo legale ed indisturbato, il suo diritto a mantenere la leadership esclusiva in campo terapeutico.
OGNI GIORNO NUOVE CURE MENTRE IL CANCRO SI ESPANDE A MACCHIA D’OLIO
Tutti i giorni vengono ritrovate nuove sostanze e nuovi metodi che promettono grandi cose e che sottintendono pesanti contributi governativi alla ricerca. Istruttivo ad esempio l’uso del Rituximab nei tumori non-Hodgkin, dove evidenzio la sottostima e la scarsa sensibilità sanitaria nei riguardi della sofferenza umana.
TESINE A SUPPORTO
- Tumore barriera e strumento del sistema immunitario
- L’inevitabile conflitto tra medicina moderna e igiene naturale
- Glioblastoma di IV grado
- Rivelazioni mediche straordinarie sul cancro
- Cancro senza veli
- Vitto Valdiano
VISIONE IGIENISTA
Per quanto aggressivo-raro-enigmatico possa essere un tumore, per quanto urgente sia darsi da fare per bloccarne la crescita, esso rimane sempre e comunque una delle varie forme di ultima-ratio protettiva. Un segnale d’allarme e una barriera protettiva contro qualcosa di peggio e di degenerante quale la cachessia cancerogena.
Che esistano 100 varietà di tumori o 100 mila, il concetto non cambia. Questo dice la scienza igienistica, coi suoi eterni principi e le sue leggi.
Il tumore è una logica conseguenza di errori alimentari, comportamentali e curativi compiuti in precedenza anni addietro, nonché di evenienza collegabile pure a determinate condizioni ambientali. Sapere quanti e quali errori con esattezza nessuno al mondo ha la sfera di cristallo per dirlo. E nessuno meglio di te può mettere assieme le ipotesi più probabili, dal momento che conosci in dettaglio il tuo intero percorso.
COMPATIBILITÀ TRA CRUDISMO E POST-CORDOMA
Può il crudismo migliorare le condizioni di tua cugina? Dirti che non lo so con sicurezza potrebbe essere deludente e liquidativo. Aggiungi il fatto che ci sentiamo a distanza. Non so nemmeno come si alimenta tua cugina Dirti invece che sì, che ciò è possibile, mi pare più sensato. Chiaro che non viviamo ai tempi di Gerson e che non è facile intromettersi nelle casistiche singole e personali di pazienti già in cura presso delle strutture ospedaliere. Pertanto il mio parere sul caso specifico viene dato senza assunzione di responsabilità.
CLINICHE IGIENISTE ALQUANTO PRUDENTI
In ambito igienistico, e mi riferisco soprattutto alle tipiche cliniche di Ralph Cinque e di Frank Sabatino, si tende a non accettare pazienti cancerogeni pre-operati e in condizioni critiche. Il rischio che le tecniche crudiste e digiuniste comportano in questi casi è che esse possano causare come effetto eliminativo una exit abbreviata e indolore, al limite confortante e serena per il paziente, ma disturbante per la clinica, che ha una reputazione da mantenere basata sulle statistiche di guarigione e non sulle exit serene e facili, o sulle eutanasie naturali prive del tipico accanimento terapeutico praticato dalla medicina.
LA CORAGGIOSA INTRAPRENDENZA GERSONIANA
Gli esperimenti di Max Gerson, abituato a frastornare i suoi colleghi medici pescando malati terminali scartati dalla medicina, e riportandoli alla vita con intense cure fruttariane, contraddicono i timori e le prudenze degli igienisti. In qualche modo, quasi per paradosso, un medico intraprendente e non-igienista come Gerson, finisce per comportarsi da super-igienista e per battere gli igienisti sul loro stesso terreno preferito, che è quello della cura fruttariana.
UN PIZZICO DI OTTIMISMO È SEMPRE UTILE
Personalmente sono convinto che quanto vale e funziona per i sani vale anche per i malati. Questo vale per la respirazione, per il movimento, per l’esposizione al sole. Non vedo perché una dieta vegan-crudista non debba portare giovamento anche a tua cugina.
A 30 ANNI LE POTENZIALITÀ DI RECUPERO SONO ELEVATE
Il fatto che abbia solo 30 anni indica notevoli potenzialità di recupero sul piano immunitario, nonostante i bombardamenti a cui è stata sottoposta. Stare dunque sui frutti di stagione e sugli estratti freschi di carote e simili, seguendo le linee guida del Vitto Valdiano. Chiaro che dovrai attenderti effetti eliminativi man mano che il suo sistema immunitario riacquisterà potere e reattività. Usare dunque progressione e prudenza nella fase iniziale.
CONSIDERAZIONI FINALI
Già il fatto di aver ricevuto una diagnosi ha la sua importanza. Significa che il paziente è stato dal medico, ha parlato col medico, è stato visitato dai colleghi medici, ha ricevuto una specie di sentenza medica chiamata diagnosi.
Normalissimo pertanto proseguire per questa strada e seguire i trattamenti medici di rito, soprattutto se uno crede fermamente nella medicina convenzionale, ovvero bisturi-radio-chemio e varie cure di contorno. Del resto questa è la strada normalmente seguita dalla gente. Anche perché è una soluzione pratica e comoda dove si delega tutto al medico, dove non ci sono assunzioni di responsabilità e di altri oneri, non ci sono dubbi e incertezze da affrontare e ci pensano a tutto i camici bianchi, ed anche perché c’è l’effetto gregge in quanto tutti fanno così, tanto più che mancano delle alternative valide. Senza contare poi che questa soluzione medica è l’unica a rientrare nella legalità, visto che viviamo in un regime medico esclusivo e monopolista.
Tutto porta dunque verso quella direzione. Pressioni mediche, pressioni familiari, pressioni sociali. Non possiamo poi pretendere che un paziente, già sufficientemente spaventato e indebolito dalla diagnosi tumorale abbia la forza e il carattere eroico di ribellarsi, di andare controcorrente, di urlare che non ne vuole sapere e di rifiutare la sottomissione alla trafila dei trattamenti che per loro natura sono standard e sono obbligatori. Così alla fine tutti finiscono per cadere in quel tipo di meccanismo.
Il mio commento su tutto questo è molto semplice. Se uno poi crede davvero nella medicina convenzionale, e se per fare dei sonni tranquilli e indisturbati richiede di essere avvolto nella bambagia, nelle promesse e nelle rassicurazioni offerte dalla medicina stessa, farà bene a seguirla fino in fondo, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta.
QUINDI, COSA FARE O NON FARE IN CASO DI CORDOMA CLIVUS?
In realtà, credo che il paziente non dovrebbe mai demandare a terzi la propria salute, indipendentemente da quali terzi si tratti, medici, nobel della chirurgia, terapisti, ma ci metto dentro pure gli igienisti e i salutisti come me medesimo. Dopotutto il corpo è la nostra unica e vera dotazione, per cui dovremmo davvero pensarci non 2 o 3 volte ma almeno 10 volte prima di affidarlo alle cure esterne di chicchessia.
Ecco perché alla ragazza che mi scrive mi sento di invitarla a non precipitare nelle sue decisioni e a meditare quanto basta, oltre che a darsi una preparazione di base affinché le sue scelte finali siano ben motivate, ponderate e convincenti. L’ideale è prendersi 6 mesi di tempo per decidere, per attuare le proprie strategie in piena consapevolezza.
PRENDERSI UNA SOSTA PER RIFLETTERE
In questi 6 mesi sarà opportuno abbracciare l’idea universale che, dati al corpo gli strumenti essenziali, il corpo stesso ha la possibilità concreta di rigenerarsi e di guarire in modo spontaneo e naturale. Gli strumenti essenziali sono:
- Detossificazione fisica e psicologica
- Cibi ben digeriti e assimilati
- Autostima, ovvero Fiducia in se stessi e nelle proprie dotazioni autoguaritive interne.
Questo tipo di impostazione ti libera di dannarti a fare studi e ricerche non facili sulla malattia stessa, sulla fisiologia e sulla biochimica del corpo. Ti accontenterai in altre parole di rispettare ed applicare con attenzione non solo i principi del vegetarismo-vegano-crudista che sono senza ombra di dubbio ottimi e indispensabili, ma anche l’intero pacchetto salute che, sia sul mio blog che nelle lezioni alla HSU-Health Science University, sto da tempo divulgando e raccomandando.
Ovviamente questo concetto collide frontalmente contro l’ideologia, la metodologia e gli interessi concreti dell’attuale regime medico, che farà di tutto e di più per dissuaderti e per non fallire il suo bersaglio, che è quello di non lasciarsi sfuggire nemmeno un singolo e sporadico paziente.
BISTURI E CHEMIO SONO SBRIGATIVI E SOLLECITI, MA NON RISPONDONO AI CRITERI DI MEDICINA SICURA E SOAVE
Noi crediamo ippocraticamente con fermezza nella Vis Medicatrix Naturae e nel Non nuocere, oltre che nelle Leggi Immutabili di Madre Natura. In particolare crediamo nella non cura sul sintomo, che è invece il pilastro su cui si poggia l’intera medicina curativa attuale.
Siamo infatti convinti che la medicina moderna basata sulla asportazione delle sovra-crescite tumorali e sugli altri metodi-scorciatoia di attacco ai sintomi non rappresenti affatto la soluzione più affidabile e più avanzata. Lo dimostrano le recidive, i pesantissimi effetti collaterali e le stesse statistiche sui tempi di sopravvivenza e sulla qualità della sopravvivenza.
PRIORITARIO RIDARE ARMONIA ED EQUILIBRIO AL CORPO
I criteri della medicina ippocratica ed olistica puntano a riarmonizzare la dimensione fisica, mentale, emotiva, e spirituale della persona per stimolare il processo di autoguarigione. In linea poi coi criteri di Asclepiade di Bitinia (150 a.C) per una medicina sicura, soave e sollecita, come riaffermato ad esempio sul blog di Igiene Naturale e Ortopatia di Stefano Torcellan, coerente promulgatore di salute tramite vita sana, di salute senza farmaci e senza falsi rimedi.
La malattia viene in questi casi concepita come uno squilibrio tra fattori fisici-mentali-sociali da un lato, e cause biologiche dall’altro. Paura, tensioni emotive, mancanza di riposo e rilassamento, scarsità di esercizio fisico ma anche inquinamento dell’aria, dell’acqua e del cibo, rientrano tra le cause di questo squilibrio. Il processo di risanamento tende quindi a rendere responsabile il paziente stesso nel mantenimento del proprio benessere, nella prevenzione e nella cura di se stesso.
SVOLGIAMO IL FONDAMENTALE COMPITO DI INSEGNARE SALUTE
Se deciderai di optare per un percorso guaritivo non medico, puoi studiare in dettaglio le mie tesine ”Cordoma sacrale, neoplasia ossea recidivante” e “Come capire e vincere il cancro”. Ricordiamo infine che noi della Health Science insegniamo semplicemente salute, non interveniamo, non curiamo e non guariamo, e che la sola forza guarente a disposizione ce l’hai solo tu stessa al tuo interno, per cui dovrai darti da fare con personalità, fermezza e carattere, assumendoti pure tutte le responsabilità sulle scelte che farai.
Valdo Vaccaro
Cara Diana,
informati sul protocollo utilizzato dal dottor Simoncini,quello del bicarbonato.Penso che in questi casi non sia da considerarsi curomania ma una specie d'intervento d'emergenza,un metodo innocuo ed efficace per eliminare il tumore così da permettere al corpo,indebolito a livelli estremi,di recuperare vigore tramite un comportamento igienista.Credo che ci siano casi oncologici in cui le forze autoguarenti della persona siano ridotte quasi a zero,questi vanno trattati come emergenze.
Salve Dottore, mi chiamo Luigi e ho la S.M. da 13 anni. DEvo dire di aver provato di tutto, farmaci, operazioni (giugulari) e rimedi naturali ed omeopatici senza alcun risultato. Posso dire ora, a 42 anni di avere attualmente una difficoltà a camminare (atassia e pesantezza alle gambe) oltre all'impossibilità di correre. Da circa 1 mese sto virando verso la dieta vegetariana e da 1 settimana a quella fruttariana. (Ho ordinato il suo libro ma non l'ho ancora ricevuto). Potrebbe darmi uno schema iniziale per capire quante volte mangiare al giorno, che tipo di frutta di volta in volta e in che quantità (oltre a ciò da evitare in quanto a frutta eventuale). Grazie
scusate il bis . .. . esiste in Veneto un cosidetto centro medico per l'assistenza a l digiuno ? grazie
Ciao Luigi,
puoi stamparti e seguire lo schema nutrizionale vegano da questo link https://www.valdovaccaro.com/vitto-valdiano/
grazie Ferdinando
Avrei una domanda per Lei, Valdo.
Da novembre 2014 sono diventato vegano, dopo studiando ho capito che l' alimento top è il cibo crudo, soprattutto la frutta. Da un paio di mesi mangio tanta frutta, pochissimo glutine, frutta ortaggio scottata e mai troppo cotta. ( ho letto il libro PROGETTO 3M, non so se lo conosce. Spiega che tutto al di fuori della mela rossa per noi è nocivo ).
Fatto stà che da un mese e mezzo sto provando ad alimentarmi esclusivamente a frutta dolce, frutta ortaggio e frutta grassa.
Risultato, peso corporeo crollato ( sono 174 per 57 kg, vegano ero 63, onnariano 70 )
Muscoli molli e poca forza. Lei saprebbe darmi una spiegazione? Da qualche giorno ho re inserito un pó smdi riso e mi sento meglio. ?????
( spero sia il modo giusto per fare una domanda, se no qualcuno potrebbe spiegarmi come si fà? )