UNA PASQUA RURALE, ASSOLATA E BUCOLICA
La Pasqua 2020 di ieri è stata per me una bella e serena giornata di sole, trascorsa in famiglia, calzoni corti e torso nudo, a dialogare un po’ col fagiano che da tempo gira intono alla casa, con la tortorella che cova i suoi ovetti a pochi passi tra le fronde del frassino, e il cuculo robe-niis (ruba nidi) che si accomoda furbescamente nei nidi creati da altri uccelli, e poi li prende pure in giro col suo verso unico e ripetuto Cu-Cu, Cu-Cu (che sta per scemo-ti-ho-fregato, assai simile ai mantra televisivi di questi giorni, tipo statevene-a-casa, pulitevi-le-mani, indossate-guanti-e-mascherine).
Una Pasqua trascorsa a dialogare scherzosamente con Remo, l’oca alla quale porto giornalmente un secchio di rimasugli di frutta e verdura che lui contende fieramente alle tre caprette che condividono la sua vita libera e felice nel bosco sottostante la casa.
CURA DEL LEDREC-CUL-POC O DEL RADICCHIO VERDE DI CAMPO
Pasqua rilassane, salubre e sobria, con la abbondante spremuta mattiniera di arance bionde siciliane dolcissime, e con la solita cura del radicchio verde a pranzo e cena, seguito da una pizzetta vegana a pranzo e da funghi impanati a cena. Peccato davvero che sia finita sbirciando casualmente sul televisore acceso dalla Kathleen. Finire una giornata come quella appena descritta, con una immagine televisiva alquanto stomachevole non è il massimo.
ANCHE LA MIGLIORE CENA PUÒ ANDARE DI STORTO
Vedere un Fazio, presentatore piccino piccino pur tuttavia gradito al grande pubblico per la sua discrezione proverbiale nell’accogliere i suoi ospiti e metterli a loro agio, ma che in questo caso sfodera una totale e imbarazzante inferiorità, inginocchiandosi come un chierichetto timido e tremante di fronte al grande Imperatore della Peste Burioni Magno da Milano, mi ha lasciato incredulo, facendomi andare per storto persino il radicchio.
UN VINCITORE PROVVISORIO MA PIENO DI SUPPONENZA
Una faccia tosta tronfia e superba come non mai sul trono massimo del paese. Superbo e supponente come non mai. Con la stessa espressione di un Giulio Cesare che entra in Roma tra due ali di folla plaudente che lo acclama e lo venera. Il sorriso di chi ha raggiunto i suoi ambiziosi obiettivi di potenza che lo pongono ben al di sopra del volgo e dei paria sottomessi e sgominati. Il sorriso del dominatore incontrastato che guarda il resto del mondo dall’alto in basso.
CONFESSO DI ESSERE RIMASTO DI STUCCO
Non un minimo tremore, non un piccolo segno di imbarazzo, o di umiltà, o di dubbio sulle scelte demenziali in atto. Si è sentito a suo agio e al posto di protagonista che gli compete da sempre. Una faccia di bronzo del genere ai vertici di un’Italia scientifica che ha sciorinato suo malgrado nella storia maestri dell’arte, della poesia e della scienza che il mondo intero ci invidia, e mi riferisco a Leonardo da Vinci che impersona e simboleggia una lunga serie di talenti immortali nelle varie discipline, è semplicemente disturbante e mi ha lasciato di stucco.
UNA COPPIA PERFETTA DOVE UNO È FATTO APPOSTA PER L’ALTRO
Forse, mi sono detto, mi sto sbagliando. Non credo ai miei occhi. O forse sto prendendo un abbaglio. Chissà che non abbia ragione lui e che meriti davvero questo suo ruolo e questo suo travolgente successo. Uno che arriva ai vertici in quattro e quattr’otto senza trovare avversari autentici che lo contrastino prontamente e lo mettono in condizioni di non nuocere, non è normale. Si deve trattare di un super-talento nato. Non c’è da meravigliarsi che Conte, altro elemento di spicco, lo abbia prescelto e piazzato ai vertici, facendone un eroe nazionale.
ALTRO CHE BENITO E STALIN
Non c’è da meravigliarsi che la coppia Conte-Burioni funzioni e trovi massima accoglienza-tolleranza-ammirazione e consenso persino tra la stesse vittime brutalizzate, tra il popolo d’Italia messo in quarantena prolungata e in condizioni di non nuocere, di non ribellarsi e di obbedire. Credere, obbedire e combattere, predicava Benito.
Ha da venire il Baffone, era l’auspicio dei tanti orfani di un comunismo sovietico sconfitto ma mai scomparso del tutto. La popolazione italiana da tempo rinunciataria e priva di personalità, di ideali, di anima e di senso della dignità personale, una massa che vive di prosciutto cotto, di mortadella, di pane e televisione, totalmente avulsa dal suo prestigioso passato, ha trovato i leader più adatti a condurli verso la mediocrità, verso la delega del proprio destino e verso la catastrofe.
SE NON SI ADOPERA IL CERVELLO FINISCE PER ARRUGGINIRSI
Come ha scritto Gianni Lannes in questi giorni, 86 milioni di neuroni disattivati, ovvero di cellule cerebrali inutilizzate e disperse nel nulla, nella spazzatura. Se questa non è catastrofe, cos’altro può essere? Una società incapace di pensare col suo cervello non ha futuro.
Il nemico e il mostro più insidioso non è un virus innocente che viene da lontano e che sgomina, devitalizza e uccide come dipinto dagli appestati e dai teorici della peste, ma un virus spirituale che sta dentro di ogni singolo individuo.
Gli italopitechi trasformati di punto in bianco, o forse preparati in silenziosa ma inesorabile programmazione, in automi telecomandati, in pupazzi che si muovono, che pensano e agiscono comando, che recitano uno spartito non loro ma appreso a memoria e scritto per loro come ius mantra dai burattinai che li dirigono a bacchetta da dietro le quinte.
SI SPERA IN UN RISVEGLIO DELLA GENTE DAL PROPRIO TORPORE
Una popolazione di paria e di peones? Una popolazione di facchini e di manovali di infimo ordine (facchini e manovali sono infatti categorie rispettabili)? Una popolazione di analfabeti addomesticati? Speriamo di no. Speriamo che si tratti di un disperato e stimolante appello di Gianni Lannes, affinché sortisca per magia la buonasorte, il miracolo e l’intervento divino dell’ultimo istante a toglierci dai guai, a toglierci le castagne dal fuoco.
CONTE LEADER ROCAMBOLESCO E INTERCAMBIABILE PER TUTTI I GUSTI
Ma intanto, incredibile ma vero, cresce il consenso e la popolarità intorno alla figura di un premier sgusciante e dalle mille risorse. Capace di fare e disfare, di trasformare in carta straccia i diritti costituzionali della popolazione, capace di mobilitare l’esercito e le forze dell’ordine contro i suoi concittadini increduli e ai margini della esasperazione. Giuseppi, un leader rocambolesco capace di farla franca in ogni circostanza.
NULLA A CHE VEDERE CON LA TEMPRA E IL CARISMA DI UN BOLSONARO
Capace di raccogliere consensi imprigionando la gente, lasciando al palo presidenti autentici del calibro di Jair Bolsonaro, uno che sta in mezzo alla gente stringendo mani e toccando con mano le persone, uno eletto dal popolo e non un opportunista sempre pronto a inserirsi in ogni possibile pertugio, uno sprezzante non del rischio di banali virus ma di attentati reali da parte di qualche facinoroso.
SERVE ARIA FRESCA E UNA INIEZIONE DI ENTUSIASMO, E DI FORZE SOTTILI
Tutto questo dà l’idea della degenerazione globale che sta affliggendo globalmente un pianeta corrotto, stanco e demotivato. Più che di ridicoli vaccini, questa Terra ha bisogno di una formidabile ventata di aria fresca, oltre che di una maxi-iniezione di entusiasmo e di fiducia. Aspettare però che questo materiale salvifico arrivi come un regalo che scende dal tetto, senza il nostro aiuto e il nostro fattivo coinvolgimento, è illusorio e utopistico.
SERVIRÀ AL PAESE UNA PACIFICA ISOLA DI CONTENIMENTO E DI RECUPERO DELLE MENTI ALTERATE
Speriamo in bene. Si cominci intanto ad attrezzare un’isola tipo Montecristo, dove poter ospitare generosamente per un paio d’anni a titolo rieducativo gli autori di questi incredibili misfatti contro la salute, la libertà e la dignità umana. Gli si dia pure modo di indossare guanti e mascherine, di mantenere le distanze, e di intingersi di amuchina e di candeggina, ed anche di vaccinarsi settimana sì e settimana no, creando un coerente effetto gregge fra di loro.
Valdo Vaccaro
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