LETTERA
CASO DI PARKINSON IRRISOLTO DA 4 ANNI
Buonasera Valdo. Ho diversi amici che la seguono con entusiasmo. Sono Simona Abbatista, dentista olistica. Il mio compagno e affetto da Parkinson da 4 anni. Ha 50 anni e la manifestazione è avvenuta in seguito al lutto di sua mamma.
AGOPUNTORE CARNIVORO
Lo sta seguendo un Agopuntore che però ha introdotto una dieta con carne mentre stava seguendo una dieta vegana da 2 anni.
CAMPI DI DISTURBO DENTALE
Ha esperienza di Parkinson migliorato o guarito in seguito a digiuno o a diete depurative? Ha anche 4 denti devitalizzati che ai test kinesiologici risultano come campi di disturbo e vorrei iniziare a toglierli. La ringrazio per l’attenzione e le auguro buona Estate.
Simona
RISPOSTA
SAN TOMMASO AVEVA TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO PER NON CREDERE
Ciao Simona. Intanto cominciamo a mettere da parte l’agopuntore. Non credo molto nell’agopuntura, che rimane una forma di curomania di tipo orientale. Ancor meno credo nelle sue tendenze carnivore. La tua domanda sulle casistiche di guarigione evidenzia una certa carenza di fiducia, del resto comprensibile, come San Tommaso insegna. Toccare con dito prima di credere. Negli ultimi 10 anni ci sono state sul blog, per tua informazione, diverse testimonianze positive, inclusive poi delle esperienze dirette in ospedale parkinsoniano da parte dell’amico romano Massimiliano Quaresima, prima assistente e poi anche laureato in medicina (massimiliano.quaresima@yahoo.it, Tel 328-755468).
LA FIDUCIA SI DEVE DARE SOLO A RAGION VEDUTA
Non credere mai a niente e a nessuno a priori, è una delle prime regole che suggeriamo, e vale anche nei nostri confronti. Il fatto è che la Health Science non viene facilmente capita e seguita. La sua non-cura del sintomo viene semmai contrastata furiosamente dalla medicina convenzionale. Su 100 pazienti ce ne saranno forse un paio che ci seguono convinti, mentre gli altri cadono e ricadono nelle cure mediche, senza ricevere mai alcun risultato positivo. Noi non facciamo i guaritori e non abbiamo consistenti dati statistici da sciorinare, ma nella concreta realtà siamo letteralmente suffragati da risultati eccellenti per tutte le patologie e le anomalie che ci vengono segnalate, e pertanto anche per il Parkinson.
VIVERE SECONDO NATURA SIGNIFICA STARE LONTANO DA FARMACI E INTEGRATORI
Nella nostra visuale niente farmaci di alcun tipo ovviamente e niente integrazioni vitaminiche D, ma sole in abbondanza, fiori di primula, di violetta e di tarassaco da raccogliere a primavera, nonché fiori di zucca con le prime zucchine, nonché lupini, fagiolini, germogli vari e germogli di soia. La vitamina D si trova abbondante pure nei funghi secchi. Tenere il paziente lontano da inutili ansie aggiuntive. Il momento della stagione è quello che è, per cui vanno superati al meglio i mesi invernali, puntando a un programma di disintossicazione e di rivitalizzazione soprattutto nei mesi di di maggio e giugno, ricchi di amarene, fragoline, lamponi, meloni, pesche, e risorse cariche di flavonoidi e di acqua biologica.
CONSIGLI PREZIOSI ED IMMEDIATI
In effetti, sia per i danni farmacologici, sia per la depressione e gli altri segnali Parkinson risulta utilissima una dieta fruttariana e ricca di estratti freschi a base di carote, sedano, ananas, con pizzico di zenzero, alternato a curcuma, a peperoncino, a cannella, a polvere gialla di curry. Utile anche un bel digiuno di 3 giorni, assumendo acqua a piccoli sorsi o acqua e limone a piccoli sorsi. Utile anche camminare giornalmente senza stancarsi e quindi con progressività e con l’aiuto di due racchette da trekking, respirando lungo e non corto, in modo addominale-diaframmatico. Utilissimo prendere il sole ogni volta che c’è.
ALIMENTI AMICI E SOSTANZE NEMICHE
Alimenti da inserire nella dieta? Oltre alla dieta fruttariana ed acquosa utile a mandar fuori i veleni, si inseriranno la melagrana, le amarene, il mirtillo, le fragole, il ribes, il ginkgo biloba e il ginseng, ma anche il porro, il cavolfiore, i ravanelli, la catalogna, gli asparagi, il carciofo. Abbondare col limone, ricco di lemonene e di tangeritina nella buccia. Succo di limone allungato con l’acqua di mattina e di sera rappresenta una vera ancora di salvezza. Non manchi il gusto apporto di Omega-3 da pinoli, mandorle, semini, alghe e persino da uova e da cozze raccolte in acqua marina pulita. Stare invece alla larga da caffè, cole, the, alcol, zucchero, carni di tutti i tipi, nonché da cibi e bevande spazzatura di qualsiasi tipo.
LE QUALITÀ STRAORDINARIE DEL LIMONE NON ANDREBBERO MAI DIMENTICATE
Il limone contrasta l’osteoporosi, normalizza il pH corporale, migliora la digestione, favorisce il riposo, previene raffreddore e influenze, depura il fegato, elimina gli acidi urici, favorisce l’attività intestinale, dissolve i calcoli biliari e renali, previene la calcolosi urinaria, contrasta i radicali liberi, previene l’invecchiamento cellulare, abbassa il colesterolo, elimina i parassiti intestinali, rafforza i vasi sanguigni, regola la pressione del sangue, ha forti proprietà anti-tumorali, contrasta il Parkinson, la sclerosi e la SLA.
STRATEGIE SUPER-DIURETICHE PER ESPELLERE L’IMPREGNAZIONE TOSSICA
Occorre elettrizzare naturalmente il corpo, rivitalizzarlo, renderlo super-diuretico e super-ricambiante, con frutta tropicale a iosa, e con centrifugati di tuberi a litri, associati a movimento aerobico, sole e rilassamento. Serve tanta vitamina C rigorosamente naturale, senza trascurare mandorle, anacardi, sesamo, quinoa, germogli, avocadi. Altro che sali e integratori, altro che cibi cotti produttori di ritenzione. Altro che chelazioni chimiche. Altro che diete low-carb. Altro che carni bianche. I veleni e le tossine se ne vanno fuori solo mediante maggiore espulsione acquea e maggiore traspirazione.
MORBO DI PARKINSON O ENCEFALIA LETARGICA
Dire Parkinson significa parlare di uno squilibrio circolatorio e di una anomalia chiamata encefalite letargica, implicante un rallentamento della fase metabolica, e quindi una imperfetta pulizia cellulare ed una insufficiente nutrizione cellulare. Per la medicina il Parkinson è una delle tante patologie con a fianco un grosso punto di domanda. James Parkinson (1755-1824), medico inglese, fu il primo a descrivere nel 1817 un caso di appendicite col termine di paralisi agitante, condizione morbosa caratterizzata da rigidità e tremori nel capo e negli arti, rigidità muscolare, difficoltà e lentezza nei movimenti, instabilità posturale, disturbi di parola, amimìa (impossibilità di accompagnare con i gesti e con l’espressione del viso i propri stati d’animo), turbe vegetative, demenza.
CURARE IL SINTOMO PORTA REGOLARMENTE AL FALLIMENTO
Da allora nessun grande progresso, come del resto nel cancro e in tante altre patologie trattate con la solita aberrante formula medica delle cure sul sintomo. Non è un caso poi che nella sola Europa ci sia una massa ufficiale di oltre un milione di malati, e che nella sola Italia ce ne siano ben 250.000.
Il dott. Ray Dorsey, neurologo presso l’Università di Rochester (USA), ed il suo team hanno esaminato la crescita futura della popolazione nei cinque più grandi Paesi dell’Europa occidentale (Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna) e nei dieci più popolosi Paesi nel mondo (Cina, India, Indonesia, USA, Brasile, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Giappone, Russia). Essi hanno quindi calcolato la diffusione della malattia per gruppi di età nei vari Paesi. Il risultato è stato che i malati di Parkinson in questi Paesi cresceranno da 4,1 milioni a 8,7 milioni nel 2030.
DISORDINE DEL MOVIMENTO
Trattasi dunque di una malattia catalogata tra i disordini del movimento (carenza o eccesso di movimento), causata da una infiammazione del cervello. Consiste in una degenerazione cronica e progressiva di alcune strutture del sistema extrapiramidale, cioè di un’area del sistema nervoso centrale, detta substantia nigra. La substantia nigra è un nucleo nervino situato a livello del mesencefalo o cervello medio, in cui viene prodotta la dopamina, un neurotrasmettitore di carattere inibitorio, una specie di sostanza frenante, essenziale per il controllo dei movimenti corporei.
IL RUOLO DELLA DOPAMINA
Il ruolo della dopamina è dunque fondamentale. Quando il numero di neuroni dopaminergici scende del 20-30% sotto il normale livello di 500.000, si ha esordio clinico. La presenza di pigmento (neuromelamina) nei nervi della substantia nigra e del locul ceruleus costituisce un indizio importante in quanto il pigmento è dovuto alla dopamina. I farmaci non risolvono nulla al di fuori di una temporanea sospensione della crisi, mentre le motivazioni causanti rimangono intatte ed indiscusse al loro posto.
ECCESSO DI FERRO INORGANICO
Fattore degno di nota è che, col Parkinson, cresce la concentrazione patologica di ferro inutilizzato nel cervello. Finché il ferro è legato ed imprigionato, ovvero incrostato, viene lentamente scalfito ed espulso per gradi durante le fasi depurative notturne in coda al ciclo circadiano assimilativo-depurativo. Se viene liberato violentemente, come nelle chelazioni chimiche, porta alla formazione di radicali liberi. I malati di Parkinson hanno un livello di ferro libero notevolmente maggiore di quello delle persone sane.
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Valdo Vaccaro
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