Il messaggio carico di adrenalina e di incredulità arriva da Roma, e lo riportiamo integralmente: Mi chiamo Francesco Carbone e sono presidente della Associazione GOVERNO DEL POPOLO. Mi trovo insieme all’avvocato Cerullo al Comando dei Carabinieri di piazza Venezia in Roma e sono le 2 del pomeriggio di sabato 18 luglio per denunciare il sequestro di persona avvenuto stamane e tuttora in atto al Grande Raccordo Anulare di Roma, dove la polizia ha arrestato e finanche sequestrato una marea di persone all’interno dell’Autogrill per impedire la manifestazione.
Sono stati tolti dalla corsia di sorpasso e portati in questura alcuni arrestati e alcuni fermati. È successo di tutto e di più, e gli agenti non si sono assolutamente organizzati per quanto riguarda la sicurezza stradale. Tra l’altro è successo pure un incidente con una macchina ferma e la polizia ferma accanto alla macchina, senza nemmeno mettersi dietro la macchina col cartello rallentare e le relative misure di emergenza.
È da stamattina che stiamo subendo abusi e soprusi di ogni genere da parte della polizia e della Digos. Gli abusi stanno continuando e siamo qui alla Caserma dei Carabinieri di piazza Venezia. Invito tutti i giornalisti di qualsiasi testata, blog e quant’altro di venire in piazza Verdi a Roma.
Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla imparzialità e sulla trasparenza delle Forze dell’Ordine, è il momento di togliersi tali incertezze e tali illusioni dalla testa. Le forze dell’Ordine sono schierate unitariamente e massicciamente a difesa del sistema. Tutti gli sforzi e le attenzioni minuziose messe in atto da Francesco Carbone per evitare ogni tensione e ogni possibile scontro, ogni rischio e ogni maltrattamento personale per i partecipanti a una manifestazione spontanea e pacifica, e per evitare ogni tensione con le stesse forze si sono così vanificati.
Tutto questo non fa che rendere ancora più attuali e significative le denunce apportate al sistema dalla Associazione GOVERNO DEL POPOLO, che sta evidentemente venendo ai ferri corti e scontrandosi col Governo delle Élite, della Corruzione, della Illegalità e degli strappi alla Costituzione. Prova che i soggetti con la coda tra le gambe e la coscienza non tranquilla, stanno giocando tutte le loro carte per non finire dietro le sbarre e non essere in diversi casi condannati all’ergastolo.
Francesco Carbone non mi pare affatto persona impreparata a tutto questo. Pensare che polizia di stato e Digos si potessero comportare in modo signorile e amichevole, o almeno semplicemente con modalità e stile corretti ed equidistanti, era evidentemente qualcosa di irreale e di fantasioso. Una lezione preziosa per il futuro. Non ero personalmente a fianco di Francesco Carbone e dei tanti accorsi all’importante raduno, e non ho il diritto di esprimere riserve e critiche su quanto sta succedendo. Non posseggo una mia auto e non sono allenato a lunghi viaggi autostradali. Non lo sono mai stato neanche quando ero giovane e aitante, per cui possiamo immaginarci oggi. Tuttavia mi ripropongo di trasmettere tutta la mia solidarietà e di dare il mio piccolo contributo giornalistico su quanto Francesco Carbone sta facendo per il bene del paese e del popolo italiano e mondiale, e soprattutto sul suo esporsi personalmente mettendo a repentaglio la sua stessa vita.
Vorrei proprio vedere se le Forze dell’Ordine e la Digos avranno il coraggio o l’impudenza di alzare un dito contro dei cittadini liberi che attuano una dimostrazione pacifica e ordinata, in nome e nell’interesse del popolo italiano, esse incluse, per un evento inteso a presentare e riproporre con enfasi documenti di eccezionale rilevanza giuridica in grado di dare una scrollata finale a un intero apparato statale marcescente e corrotto che si sta macchiando a partire dal 1989 di crimini su crimini contro la costituzione, contro il popolo e contro gli interessi del paese. Crimini che prevedono per tutta la gente al governo e all’opposizione di finire dietro le sbarre per mesi e anni, e anche l’ergastolo per diversi elementi di spicco.
Questo diceva e sosteneva nei giorni scorsi e fino a ieri con forza Francesco Carbone, uno dei soggetti più qualificati, attrezzati e competenti, oltre che organizzati di tutto punto sul piano legale e penale, oltre che mosso da autentica fiducia ribelle e irriducibile nelle forze sane della nazione italiana, pronta secondo le sue ottimistiche previsioni a sovvertire il disordine e il malaffare costituito, e pronta a manifestare con metodo legale e pacifico.
Un Francesco Carbone decisamente diverso da tutti gli altri in quanto privo degli interessi politici inconfessati e reconditi che caratterizzano più meno tutte le altre forze alternative al sistema, alternative a belle parole ma non nei fatti. Risultato? La polizia e le Forze dell’Ordine non solo hanno avuto il coraggio e la disinvoltura di fare le cose peggiori, ma lo hanno fatto pure senza alcun imbarazzo e senza alcun ritegno, con l’atteggiamento arrogante e brutale delle forze dispotiche e dittatoriali al servizio del Sovrano, con la faccia tosta dei Bravi manzoniani dell’Innominato, con lo spirito guasto degli impuniti e intoccabili che sanno di farla franca e che stanno col più forte o con chi ritengono che sia il più forte.
Chiaro che c’è stato di mezzo qualche errore, qualche calcolo sbagliato e qualche sottovalutazione di alcuni dettagli critici. Chiaro che tra gli ingredienti prevedibili dell’operazione c’è il fatto che si siano presentati 100 o forse 10.000 cittadini, ben presto spaventati e svicolati alle prime difficoltà, o comunque una bazzecola ininfluente e non una presenza massiccia, non certo abbastanza per far recedere gli sbirri a schierarsi e imporre il loro diktat. Se si fossero presentati in 100.000 è sicuro che i guardiani del sistema avrebbero deciso di non intervenire con tale sprezzante atto di menefreghismo e di illegalità. Non solo hanno vinto loro ma saranno pure elogiati e premiati, e probabilmente promossi di grado dai loro padroni gongolanti per il passato pericolo.
Praticamente il cittadino probo e onesto Francesco Carbone è stato lasciato solo nelle fauci del Lupo Mannaro. La colpa è pure sua o dei suoi consiglieri. Non è forse stato dato sufficiente rilievo al fatto che di sabato e nel mese di luglio a Roma la gente non la tiri via dalla spiaggia e dal mare. Non è stato messo in debito conto che romani e italiani di oggi, non sono più quelli dei tempi andati pronti a sacrificarsi per il bene comune, ma sono legati agli svaghi del week-end e della domenica, alla partita di pallone e alla formula uno. Se poi si passa dal lunedì al venerdì, c’è ancora il pallone infrasettimanale e poi, attenzione, si deve pure timbrare il cartellino alle poste, al comune e ai vari uffici pubblici che rendono gran parte della gente nostrana tutto sommato una popolazione di persone privilegiate, viziate e sazie, una specie di casta intermedia statale non licenziabile e maldisposta a fare dei reali sacrifici personali e a rimettersi in discussione per un vago obiettivo rivoluzionario che sa di salto nel buio, e che appare ai loro occhi come spirito risorgimentale ed eroico di altri tempi, forse di metà Ottocento quando ci furono i Pietro Micca, i Fabio Filzi, i Silvio Pellico e i fratelli Bandiera.
Piano col nominare i lustri del passato, i maestri della Magna Grecia, i Diogene con la lampada accesa di giorno alla ricerca di un vero uomo, i Talete e i Pitagora, i grandi imperatori tipo Alessandro Magno e i Cesari della Roma Caput Mundi emendatrice dei codici di legge e dei comportamenti etici, i Cicerone, gli Archimede e i Giordano Bruno, i Leonardo, i Galilei, i Volta, i Meucci e i Marconi. Pare che non sia rimasto proprio nulla dello spirito, della scienza e della grandezza che ci accomuni ad essi, e che a maggior ragione il solo citarli metta in risalto la pochezza, la banalità, l’inconsistenza e l’indegnità dell’odierna genìa italica.
La grande civiltà del passato è morta e sepolta. I grandi ideali e la disponibilità al sacrificio per il bene comune, per le proprie libertà sono vette irraggiungibili davanti alla corruzione e alle comodità, al cullarsi negli allori e nelle regalie, nei super-stipendi e super-pensioni, ma anche alle super-elemosine derivanti dal prostrarsi al padrone e al signorotto di turno. Siamo diventati gente di poco valore e di poche pretese, comprabile con un bianco e un nero al mercato delle pulci. Ci sta bene tutto, persino gli arresti domiciliari, persino la mascherina, persino i vaccini e i meccanismi di identificazione, purché non si mettano a rischio i vantaggi acquisiti e i danari assicurati.
Sostanzialmente ha ragione il Greg, che non manca di sottolineare le doti di coraggio e di generosità di un cittadino probo e onesto come Francesco Carbone, in romantica missione indipendentista e libertaria-legale dalla Sicilia sul campo avverso e insidioso della Roma di oggi, e la bocciatura in tronco della ignavia e della mediocrità delle genti italiche, accomunate non certo da amore per la patria, rispetto per se stessi, per il prossimo e per le sorti di questo paese, ma piuttosto per delle briciole e delle prebende del sistema.
È dura lottare in solitudine per un paese dove la prima industria nazionale rimane oggi la mafia con un fatturato di oltre 200 miliardi di euro, e dove Paolo Emanuele Borsellino, eroico magistrato italiano, viene ricordato oggi 19 luglio a 28 anni dalla strage di via d’Amelio in mezzo a colossali depistaggi e misteri. Mafia che va non certo riferita a Toto Riina e ai manovali del crimine, ma a coloro che sono i veri capi-mafia di stanza a Montecitorio, palazzo Madama e nei dintorni del potere politico-economico-finanziario. Paolo Borsellino implorò invano ascolto nei lunghi giorni che passarono dalla strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove morì il collega fraterno e giudice Giovanni Falcone, assieme alla moglie Francesca Morvillo e a 3 agenti delle scorte.
Accomunate da ignobili attitudini e da subdola informazione irradiata 24 ore al giorno dalle televisioni private e statali in fronte unificato, col 92 percento della gente incollata al televisore strumento principe di propaganda e di uniformità sotto-culturale standardizzata cronica, le genti di Italia hanno molto di che imparare dalla vitalità, dalla reattività e dallo spirito di ribellione e di insofferenza alla schiavitù dei serbi, dei ceceni, dei curdi e delle varie etnie africane, asiatiche ed amazzoniche in dura lotta di sopravvivenza e in difesa della propria libertà.
Il mio augurio ed auspicio sincero e appassionato è che la intensa sofferenza e tensione che sta soffrendo in queste ore il grande protagonista siciliano Francesco Carbone, non vada ignorata e perduta nel nulla. Dal momento che egli mi appare tutt’altro che uno sprovveduto, immagino che oltre al piano A messo a soqquadro dalla scelleratezza e dalla ingenerosità degli agenti intervenuti, egli sia in grado di attivare un piano B a salvaguardia della sua persona, dei supporter arrestati e dei documenti strabilianti da lui raccolti e catalogati a supporto del clamoroso dossier contro lo stato italiano abusivo e taroccato a partire dell’anno fatidico 1989.
Allego i 2 video di Francesco Carbone e quello postato dal Greg di ieri sull’intera vicenda.
Valdo Vaccaro
Commenti
0 commenti