CISTECTOMIA RADICALE CON DISBIOSI E RICERCA URGENTE DI PERCORSO RIMEDIALE

da 9 Lug 2015Tumori agli organi genitali maschili, Tumori dell'apparato urinario

LETTERA

SITUAZIONE DI EMERGENZA DA CISTECTOMIA RADICALE

Caro dr Vaccaro, ho letto con attenzione quanto di suo ho trovato su internet. Sono in una situazione di emergenza dal punto di vista della mia salute per una cistectomia radicale a cui sono seguiti una severa dismicrobiosi, un riarrangiamento degli organi intestinali e ora una severa stipsi.

SONO ALLA RICERCA DI UN PERCORSO RIMEDIALE

Sarei lieto di stabilire rapidamente un contatto con lei per capire come poter rimediare a una situazione che si è aggravata moltissimo nelle ultime settimane. Spero in un suo aiuto e consiglio o suggerimento su qualcuno a cui possa rivolgermi in Friuli. Molto cordialmente.
dr Bruno D’Udine, da Gorizia

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RISPOSTA

PER GLI ONCOLOGI RIMOSSO IL TUMORE RISOLTI I PROBLEMI

Ciao Bruno. La cistectomia radicale rappresenta il Gold Standard, vale a dire la metodica in assoluto migliore e di riferimento per il trattamento delle forme di cancro infiltranti lo strato muscolare della parete vescicale. Questa almeno la valutazione che viene data dagli oncologi, per i quali guarire significa sempre e solo asportare e rimuovere. L’intervento di cistectomia radicale consiste nella rimozione della vescica e del tessuto adiposo ad essa adeso unitamente agli organi vicini quali la prostata e le vescicole seminali nell’uomo e l’utero, annessi e parte anteriore della vagina nella donna. L’uretra, il canale che veicola le urine dalla vescica all’esterno, viene escissa solo quando infiltrata dal tumore.

RICOSTRUZIONI ANATOMICHE DI NOTEVOLE COMPLESSITÀ

Una volta rimossa la vescica è necessario provvedere a ricostruire strutture anatomiche più o meno complesse atte ripristinare le condizioni per consentire alle urine non più raccolte nel serbatoio vescicale di essere emesse all’esterno. Tali strutture, indicate come diversioni urinarie, vengono generalmente realizzate utilizzando specifiche porzioni del tratto gastro-intestinale. Durante l’intervento vengono anche rimossi i linfonodi pelvici al fine di verificare l’eventuale presenza di focolai metastatici di malattia e permettere di definire la prognosi del paziente. Alcuni ricercatori peraltro ritengono che entro certi limiti la linfoadenectomia possa avere pure un significato terapeutico di rimozione di possibili focolai tumorali metastatici.

INTERVENTO NIENTE AFFATTO FACILE

Nel corso dell’intervento vengono posizionati un sondino nasogastrico, 2 o 3 drenaggi nello scavo pelvico, e due tutori ureterali, che saranno rimossi in decima-dodicesima giornata. II paziente sarà mobilizzato in prima giornata postoperatoria. L’intervento viene eseguito in anestesia generale. Ha una durata di 3-6 ore, a seconda della tecnica chirurgica adottata e delle condizioni anatomiche riscontrate.

NON SI PUÒ RIDURRE TUTTO ALL’INDICE DI SOPRAVVIVENZA OPERATORIA

A seconda della complessità dell’intervento e del tipo di derivazione urinaria, la degenza avrà una durata varabile fra i 15 giorni e i 30 giorni. Con il progressivo miglioramento della tecniche chirurgiche, dei procedimenti anestesiologici e dei protocolli di trattamento pre e post-operatorio la mortalità dopo cistectomia radicale è progressivamente diminuita fino a raggiungere livelli variabili fra l’1.2% ed il 3.7% in Europa. Anche qui, parlando di sopravvivenza media, si tende da parte della oncologia chirurgica a presentare una situazione idealizzata oltre ogni limite di logica, dicendo assai poco sulla qualità delle sopravvivenza. Non morire poi sotto i ferri non significa che l’opzione di defungere poco oltre l’operazione sia purtroppo da scartare facilmente.

DERIVAZIONI URINARIE E URETEROCUTANEOSTOMIA

Nei casi in cui non sia indicato alcun tipo derivazione urinaria, ossia di (chirurgia palliativa) trova applicazione l’Ureterocutaneostomia. Questa prevede la sutura dei due condotti ureterali direttamente alla cute, in sede mono o bilaterale. Per quanto si tratti di una tecnica relativamente semplice è comunque gravata da molteplici complicanze quali la necrosi o il distacco dell’estremità ureterale esterna, le infezioni, l’insufficienza renale. Peraltro la zona di passaggio dell’uretere all’interno della parete addominale, nel tempo, può essere progressivamente compressa dalla retrazione della stomia, l’apertura della parete addominale attraversata dall’uretere. Pertanto le uretero-stomie cutanee vengono generalmente protette con il posizionamento a dimora di appositi cateterini ureterali. Le urine verranno raccolte con uno o due sacchetti applicati alla parete addominale con apposite placche.

COMPLICANZE

Un paziente sottoposto a intervento di cistectomia radicale può andare incontro a vari tipi di complicanze. Alcune di esse per essere risolte richiedono un reintervento, e succede nel 10-20% dei casi. complessivamente la frequenza di reintervento dopo cistectomia varia tra il 10 e il 25%.

DISMICROBISMO O ALTERAZIONE DELLA FLORA INTESTINALE

Il dismicrobismo indica una situazione in cui la flora batterica intestinale è alterata. Vi sono delle condizioni, infatti, che possono disturbare la salute del nostro intestino causando uno squilibrio tra i batteri benefici che tendono a diminuire e i batteri patogeni che invece aumentano.

L’EQUILIBRIO DELLA FLORA INTESTINALE È ASSAI SUSCETTIBILE AI FATTORI CLIMATICI E ALLE CURE ANTIBIOTICHE

A causa di questa situazione, inoltre, i microorganismi buoni e simbiotici, già numericamente ridotti, non possono più produrre le sostanze utili al benessere intestinale, venendo meno alla loro azione di barriera naturale. I fattori che mettono a rischio il benessere della flora intestinale sono molteplici, tra essi una dieta squilibrata, sbalzi di temperatura, infezioni. Anche l’assunzione di antibiotici può comportare dismicrobismo. Questi farmaci infatti svolgono comunque la loro azione battericida senza tuttavia saper riconoscere i batteri buoni dai patogeni.

RIMETTERE IN ORDINE FUNZIONALE L’APPARATO ESCRETORIO NON È COSA DA POCO

Rimettere in ordine e in equilibrio un intero apparato escretorio, dopo che è stato sottoposto a interventi di quella portata non è cosa facile e scontata purtroppo. C’è da sperare che le complicanze che ora ti stanno rendendo la vita difficile non rientrino nei casi in cui si prevede un reintervento di carattere correttivo. Reintervento che poi non sarebbe affatto privo di rischi secondo le stesse previsioni medico-chirurgiche. Chiaro che il team di chirurghi che ti ha operato sarebbe comunque il più indicato a darti delle indicazioni.

LE ALTERAZIONI ADDOMINALI SONO PROBLEMATICHE ANCHE PER CHI NON HA SUBITO GRANDI INTERVENTI

Anche tra le persone integre e dagli organi interni non asportati e non ricostruiti, le alterazioni di tipo addominale, vescicale, evacuativo ed escretorio, presentano difficoltà risolutive. Ogni caso poi è un caso a sé, per cui immagino che non sia particolarmente facile trovare il bandolo della matassa. Questo vale a maggior ragione quando ci si trova di fronte a circostanze simili alle tue. Tieni presente che personalmente non guarisco, e non ho alcuna esperienza clinica di tipo medico per poterti indirizzare su quella via.

RECRUDESCENZE DA CLIMA E RICORSO A DIETE LEGGERE E SOSTENIBILI

Ipotizzo comunque che il clima super-caldo di questi giorni non sia affatto estraneo alle sofferenze aggiuntive e alle recrudescenze che stai lamentando. Cerca pertanto di alimentarti leggero con dieta prevalentemente liquida. Soprattutto succhi di mela e di limone, succhi di carote e ananas, succhi di carote e di sedano, ma anche minestre di verdure e cibi che, nella tua esperienza post-operatoria, non ti hanno creato particolari problemi. Evitare ovviamente tutti i tipi di carne e tutti i tipi di dolciumi. Inserire nel proprio menu cibi naturali amici dell’apparato escretorio, e mi riferisco a cavolo, cavolino Bruxelles, cicoria, crescione, fico, lampone, more, lattuga, orzo, porro, portulaca, rapa, ribes, ravanelli, tarassaco, uva, zucca, mirtillo, cipolla, ortica.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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