LETTERA
DUE CASI CHE PAIONO SMENTIRE IL SALUTISMO VEGANO
Premesso che ti seguo e ti ringrazio per quello che fai, che spiegazioni ti sei dato per notizie come quelle che ti scriverò di seguito? Steve Jobs Vegano, morto a 56 anni per cancro al pancreas. Emma Morano 116 anni ancora in vita, malgrado le uova e la carne che mangia quotidianamente praticamente da sempre. Saluti e ti ringrazio se avrai tempo e voglia di rispondermi. Gianfranco Marra
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RISPOSTA
ANDIAMOCI PIANO CON LE ETICHETTE SEMPLIFICATIVE
Ciao Gianfranco. Essere vegani di per sé non è assolutamente garanzia di longevità e di massima salute. Occorrono scelte coerenti aggiuntive. Andiamoci piano con le etichette facili. Molto riduttivo definire Emma Morano come impenitente carnivora. Molto riduttivo anche classificare Steve Jobs come vegano e come salutista rigoroso.
LO STAR BENE A LUNGO DIPENDE DA TANTI PICCOLI DETTAGLI
Le abitudini della nonnina di Verbania, 116 anni e record europeo di longevità, parlano di un “Vado a letto prima delle 19 e mi alzo prima delle 6”. Parlano di colazione con biscotti e latte o acqua, e di due uova crude e uno cotto assunti tutti i giorni, di pranzo a base di minestra e carne macinata, oppure a pasta col pomodoro fresco e, a cena, una tazza di latte. L’arzilla e vivace vecchietta afferma che il segreto della sua longevità è legato al rifiuto di assumere farmaci, alla morigeratezza nell’assunzione dei cibi, alla inesistenza di indigestioni, al mangiare quel poco che serve, al saper prendere la vita come viene, al pensare sempre al futuro con in modo positivo.
UN CUCCHIAIO DI CARNE MACINATA NELLA MINESTRA FA PIUTTOSTO SENSO E REPULSIONE MA NON CONTA MOLTO SUL LATO SALUTISTICO
Qui non è tanto una questione di carnivoro e di vegetariano, quanto una questione di bonaria saggezza tradizionale dei tempi andati, nonché di comprensibile impreparazione sul piano etico-alimentare. Qui la questione salutistica si basa sul mantenersi puliti e leggeri mediante moderazione e frugalità nel cibo, mediante digestioni leggere, visto che quel po’ di ragù crudo nella minestra di verdure serviva a rendere il mix addensato piuttosto che a farne un piatto decisamente predatorio. Ovvio che se al posto di quel po’ di carne cruda, ci fosse stato qualsiasi altro ingrediente vegetale amidaceo-proteico tipo patate, topinambur, noci o pinoli, o lupini, o soia, la salute della vegliarda ne avrebbe solo guadagnato ulteriormente.
I VERI INGREDIENTI DI LONGEVITÀ SI MISURANO SU UN’ALTRA SCALA
Decisivi piuttosto lo stare lontano da cure mediche di qualsiasi tipo, da paure e da stress, ed in particolare l’atteggiamento mentale rilassato, il saper prendere l’esistenza per il verso giusto, il sapersi accontentare, il guardare al futuro in modo sereno e fiducioso, il mantenere un filo di sana ironia e scherzosità sui suoi record di sopravvivenza.
STEVE JOBS AMAVA COMUNQUE IL SUSHI E LA SOBA COI TONNI
Passando a Steve Jobs e alla sua biografia si apprende della sua dieta a base di sole mele in gioventù e della sua ammirazione per Ehret, oltre che di piccole trasgressioni sul sushi quando era in Giappone. Sappiamo però che negli ultimi tempi era ossessionato dagli Omega-3 al pari di David Servan-Schreiber (medico francese deceduto per cancro al pancreas a 49 anni), era uno stabile consumatore di pesce. Qualcuno lo ha definito fruttariano di ferro perché negli ultimissimi mesi adottò a tratti qualche detossicazione estrema tipo Gerson, dopo aver subito cure insuliniche miste a cure anticancro. In realtà amava non solo il sushi ma anche la soba, pasta di grano saraceno con ricche guarnizioni di tonno grasso, salmone, tonno a pinna gialla, trota oceanica, sgombro, pagello e anguilla di acqua salmastra.
IL LASCITO DI STEVE JOBS STA NELLE SUE ULTIME CONFESSIONI (IN REALTÀ NON SONO SUE PAROLE)
Occorre anche dire che il cibo in sé, per quanto importante, non è tutto. Quello che conta veramente sono i valori, coltivati in modo costante ed in piena coerenza. Lo si evince dalle stesse dichiarazioni di Steve Jobs nei momenti finali.
UN SUCCESSO FATUO, FUTILE ED INCONSISTENTE
“Ho raggiunto l’apice del successo nel mondo degli affari. Agli occhi altrui la mia vita è stata il simbolo del successo. Tuttavia, a parte il lavoro, mi è rimasto ben poco. Alla fine, la ricchezza è solo un dato di fatto al quale mi sono abituato. In questo momento, sdraiato sul letto d’ospedale e ripercorrendo tutta la mia vita, mi rendo conto che i riconoscimenti e le fortune finanziarie di cui andavo così fiero, sono diventati insignificanti davanti alla morte imminente. Nel buio, quando guardo le luci verdi dei macchinari per la respirazione artificiale e sento il brusio dei loro suoni meccanici, riesco a sentire il respiro della morte che si avvicina”.
HO PERSO PER STRADA I MIEI SOGNI DI BAMBINO
“Solo adesso, una volta accumulato denaro sovrabbondante per il resto della vita, ho capito che avrei dovuto dare priorità ad altri obiettivi non solo correlati alla ricchezza, come alle storie d’amore, all’arte, ai sogni di quando ero bambino. Concentrarsi sul danaro ci trasforma in esseri contorti e squilibrati, proprio come me”.
SOLTANTO I SENTIMENTI D’AMORE RIMANGONO INCOLLATI ALLA PROPRIA ANIMA
“Dio ci ha dato i sensi per sviluppare emozioni e sentimenti di amore, e non per cullarci in illusioni materiali basate su fama, danaro e potere. I soldi che ho guadagnato nella mia vita non li posso portare con me. Quello che posso portare incernierato nella mia anima sono solo i ricordi rafforzati dall’amore. Questa è la vera ricchezza che ti segue, ti accompagna, ti dà la forza e la luce per andare oltre. L’amore può viaggiare per mille miglia, per miliardi di miglia. La vita non ha alcun limite. Vai dove vuoi andare. Raggiungi gli apici che vuoi raggiungere. È tutto nel tuo cuore più che nelle tue mani”.
AMARE DI PIÙ LE PERSONE E LE CREATURE CHE CI ATTORNIANO
“Qual è il letto più costoso del mondo? Il letto d’ospedale. Puoi assumere qualcuno che guidi l’auto per te, che guadagni per te, ma non puoi avere qualcuno che sopporti la malattia al posto tuo. Le cose materiali perse possono essere ritrovate. Ma c’è una cosa che non può mai essere ritrovata quando si perde: la vita. In qualsiasi fase della vita siamo in questo momento, alla fine dovremo affrontare il giorno in cui calerà il sipario. Fate tesoro dell’amore per la vostra famiglia, dell’amore per il vostro coniuge, dell’amore per i vostri amici, dell’amore per le creature che ci attorniano. Trattatevi bene. Abbiate cura del prossimo”.
QUALCOSA DI SIMILE CI AVEVA INSEGNATO ALESSANDRO MAGNO
Sono queste le considerazioni che rendono davvero grande Steve Jobs. La sua storia ci riporta in qualche modo a un episodio storico dell’antica Ellade. Alessandro Magno (356-323 a.C), figlio di Filippo e di Olimpia, vegetariano, ammiratore di Pitagora ed allievo di Aristotele, nonché re di Macedonia, era stato autore di gesta straordinarie. Aveva espugnato Tebe, consolidando l’egemonia macedone sulla Grecia. Atteggiandosi a vendicatore dei greci, assalì e distrusse l’impero persiano di Dario III, conquistando l’Asia Minore, la Siria, la Persia e l’Egitto, dove fondò la città di Alessandria. Giunse a conquistare persino una parte dell’India.
VENIAMO A MANI VUOTE E A MANI VUOTE CE NE ANDIAMO
La sua vita breve e intensa era segnata però dal destino. Una malattia lo colpì mentre stava nella città di Babilonia. Si rese conto di essere spacciato e, in punto di morte, convocò i suoi fidati generali, per dettar loro le sue ultime volontà. Ho tre precisi desideri da esprimervi, disse. 1) Che la mia bara sia trasportata a spalle, da nessun altro se non dai medici che non hanno saputo guarirmi. Questo per dimostrare a tutti che i medici non hanno alcun poter di fronte alla malattia e alla morte. 2) Che i tesori, gli ori e le pietre preziose conquistate ai nemici vengano sparse e disseminate a vantaggio del popolo, lungo la strada che porta alla mia tomba. Questo perché la gente umile ne tragga qualche vantaggio, ma anche per farle capire che i beni materiali, qui conquistati, qui restano. 3) Che le mie mani siano lasciate penzolare al vento fuori della bara, alla chiara vista di ognuno, perché la gente capisca che a mani vuote veniamo e a mani vuote andiamo via.
IL CAPITALE PIÙ IMPORTANTE RIMANE IL TEMPO
Le memorie finali di Alessandro Magno e quelle di Steve Jobs convengono sul fatto che il capitale più prezioso e limitato che abbiamo è il tempo. Possiamo conquistare, possiamo costruire case e palazzi, possiamo dipingere più quadri e scrivere più romanzi, possiamo rimpinguare a dismisura i nostri conti bancari, ma non possiamo produrre più tempo.
DEDICHIAMOLO SENZA ESITARE A CHI VOGLIAMO BENE
È per questo che, quando dedichiamo quel po’ di tempo che abbiamo e quel po’ che ci rimane alle persone che amiamo, alle creature che ci attorniano, alla nostra stessa interiorità, al rispetto per gli altri, alla memoria dei nostri cari, alla gratitudine verso un creatore che ci ha permesso di vedere la luce del sole, di amare, di gioire e di soffrire, insomma di vivere. Solo allora potremo dire di aver realizzato una grande e duratura opera.
Valdo Vaccaro
Bravo Valdo, una risposta degna di un vero filosofo moderno. Trasmetti ciò che imparato hai…A mani vuote veniamo ed a mani vuote partiamo, nessun bene materiale potrà mai portare alla gioia, come nessuna persecuzione potrà mai intaccare l'anima di chi sa di essere nel giusto. La consapevolezza del viaggio dell'anima nello spazio-tempo e la sua crescita in quanto tale nella luce delle cose vere e profonde che sono sempre le stesse nel corso dei secoli, unitamente al tempo che usiamo per dare una mano, li abita la vera ricchezza.
Anche una giornalista Rai morta di recente era vegana e ancora abbastanza giovane.Abbiamo discusso di queste cose molte volte. Già si era detto che Jobs non era affatto vegano. Forse macrobiotico in modo generico, all'americana insomma.Tra l'altro da vero grande Vip qual era, vorrei proprio vedere se ogni tanto non gratificasse le proprie serate come fa la maggior parte delle star del bel mondo. La coca dei vip ( come l'whisky del Roxy Bar) è rigorosamente vegana….tanto per pensare male. In ogni caso sorvolerei sul solito tema che riguarda l'essere vegani. Bisogna sempre vedere cosa si mangia in realtà, di fatto e non con le etichette di comodo. E anche sul tema del cancro,perché qualunque cosa si pensi, non è mai stata trovata la correlazione tra l'entità del cibo sbagliato (tanto o poco)e l'incidenza del cancro.La malattia colpisce vecchi e bambini indistintamente e poi risparmia altri che dovrebbero decisamente essere candidati a contrarla in base alle quantità di schifezze mangiate.. Mi limito invece ad osservare che a mio avviso la vecchietta è la classica rondine che non fa primavera. Nessun ricercatore o medico si azzarderebbe a dire che se si mangiano uova per tutta la vita poi si diventa longevi. Non esiste alcuna evidenza circa il fatto che le uova allunghino la vita. Se prendo 100.000 persone che mangiano convenzionalmente e altrettante scelte con lo stesso criterio ma alle quali aggiungo alcune uova giornaliere, avrei un allungamento della vita per queste ultime? Ovviamente no. Resta però il problema di un individuo che varca abbondantemente i 100 anni e mangia uova. A quello che ha ben detto Valdo aggiungerei certi fattori ereditari. E' vero che l'igenismo non attribuisce alcun valore alla genetica,ma nessuno può negare che ognuno è un caso a sé, diverso dagli altri. Che ognuno eredita dei caratteri fisici e psichici innegabili. Che qualcuno è più adatto a certe attività ed altri a cose diverse. Mio fratello, fumatore, la mattina gira in casa senza calzini, per dirne una. Io ho già quelli termici e non mi bastano. Lui è accortamente onnivoro, io vegano tendenzialmente crudista.Nemmeno tra consanguinei siamo uguali. Dunque la vecchietta, caso raro, è ultracentenaria con le uova e il quasi novantenne mio vicino di casa è ancora fumatore incallito.A loro non bastano uova o sigarette per stare male…almeno non del tutto. Nessuno si sognerà di dire che il fumo non fa male. Le cose vanno valutate ragionando sui grandi numeri e non sul caso singolo. Che comunque esite, non c'è dubbio. Perché esiste la diversità a dispetto di ogni retorica egualitaria.
Mio zio Checco è morto a novantasei anni e ha fumato fin quando ha avuto la forza di aspirare. Tale evidenza empirica m'induce ad apprezzare il tabagismo.
Forse lo zio Checco sarebbe morto a 120 anni se non avesse fumato… E magari non avrebbe danneggiato i parenti col fumo passivo. Uno zio Checco in ogni caso non fa primavera e una decina di miei amici non ha raggiunto i sessanta grazie al fumo.
In effetti il nonno di un mio carissimo amico morì poco dopo i 60 a causa di un enfisema polmonare che, dissero i medici, era tipico dei fumatori. E lui fumò solo una decina d'anni in quantità non particolarmente elevate. Non c'è dubbio sul fatto che il ragionamento va fatto sui grandi numeri. Non si possono dare regole generali a partire dalle eccezioni che ci sono sempre. E noi non possiamo sapere in anticipo se rientriamo o meno nell'ambito di quelle eccezioni.Poco contano le stesse parentele; per tornare a mio fratello,incredibilmente non l'ho mai sentito tossire avendo ormai quasi 47 anni e dopo 30 di tabagismo mai interrotto. Mio padre, altrettanto fumatore, era sempre assalito da una tosse aggressiva già a 40 anni.
Importante poi anche la qualità della vita. Il mio vicino di casa è da parecchi anni in preda a demenza senile progressiva. Non completamente invalidante, ma quasi. Non ricorda nulla già dopo un quarto d'ora dall'accaduto.Che senso vi sia più nella sua vita non lo riesco proprio ad immaginare.
Porca paletta, mite e umile, nonché adorato, Checchino: hai colpito ancora. Sono felice che il tuo nome, a quarant'anni esatti dalla tua dipartita a miglior sorte, viaggi ancora sulle nostre labbra. Ho da dirti di non aver imparato a dovere la tua alata ironia. Perdono! Aggiungo, per attestare l'intento, che mio padre stesso, alav hashalom!, se n'è andato ventidue anni fa per un cancro al polmone sinistro dopo immani sofferenze. Facile dedurre la mia simpatia nei confronti del tabagismo. Baibbai.
Ma oltre all'alimentazione, purtroppo si devono considerare altri fattori sull'igienismo, che sono un certo equilibrio psicoemotivo,quindi una buona qualitaì di vita interiore ed infine vivere in un ambiente il piu salubre possibile,con meno inquinamento.
È molto semplice dare delle risposte filosofiche da come ho visto,tutto è relativo,l'eccezione conferma la regola,invece di imporre diete,alquanto discutibili è meglio imparare il limguaggio del corpo,ha una saggezza millenaria,comunicare,lui,sa i suoi bisogni, mente+ego+sapere=disastro!
È molto semplice dare delle risposte filosofiche da come ho visto,tutto è relativo,l'eccezione conferma la regola,invece di imporre diete,alquanto discutibili è meglio imparare il limguaggio del corpo,ha una saggezza millenaria,comunicare,lui,sa i suoi bisogni, mente+ego+sapere=disastro!