LETTERA
SAPORE DOLCE IN BOCCA
Gentile Valdo, mi sono imbattuta nel Suo Blog e ho scoperto un sacco di cose interessanti. Stavo facendo una ricerca su internet perché da più di un mese ho un sapore dolciastro in bocca. Mi sembra di aver capito che è per via della chetosi, dato che ho cambiato dieta diventando vegana e sto mangiando meno carboidrati.
NAUSEA E SFORZI DI VOMITO
Sono arrivata al punto di non sopportare più gli spaghetti di soia e di avere più fame di prima dopo averli mangiati. Non li sopporto perchè mi viene nausea, sapore dolce e a volte sforzi di vomito. Troppe proteine? Devo mangiare più carboidrati? Come faccio a farmi passare il sapore dolce? La mia salute è in pericolo? Grazie, grazie e ancora grazie dell’eventuale risposta e grazie per il Blog con gli utili consigli.
Karin
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RISPOSTA
DISGEUSIA O ALTERAZIONE DEL GUSTO
Ciao Karin, il sapore dolce in bocca, noto anche come disgeusia, è un problema di alterazione del gusto. In questo caso, non si è in grado di godere del sapore naturale del cibo, che può portare alla riduzione dell’appetito.
Il gusto è formato da quattro sapori fondamentali: il dolce, il salato, l’acido e l’amaro. L’organo che ci consente di percepire questi sapori è la lingua, sulla cui superficie sono presenti le papille gustative. Queste papille sono disposte in modo preciso sulla lingua, con quelle che rilevano il dolce sulla punta della lingua, amaro alla base, acido ai bordi vicino alla base, salato ai brodi vicino alla punta.
DISTURBI DIGESTIVI E AZIONI ENZIMATICHE
L’enzima salivare amilasi abbatte i carboidrati tipo l’amido in zuccheri semplici, come il maltosio. Abbiamo in bocca pure la ptialina, secreta dal pancreas. Chi è in condizione diabetica o pre-diabetica, e quindi con troppo zucchero nel sangue, sperimenta una ipersecrezione di ptialina, per cui si forma più maltosio, che porta alla comparsa di sapore dolce nella saliva.
La ptialina, secreta dal pancreas, è uno dei principali enzimi presenti in bocca. Senza un buon controllo della glicemia, si va in condizioni di chetoacidosi diabetica, con accumulo eccessivo di chetoni nel corpo e conseguente alterazione del gusto.
LINGUA BIANCA UGUALE PAPILLE INFIAMMATE
A volte capita che la nostra lingua appaia di un colore diverso dal solito e, invece che di un bel rosso o rosa vivo, risulti di colore bianco. È il segnale di qualcosa che non va e che siamo in stato di allerta. Lingua bianca significa infiammazione delle papille gustative. La patina che si forma sulla superficie della nostra lingua e le dà un colore diverso da quello solito, è un deposito di detriti, batteri e cellule morte che si annidano e trovano terreno fertile tra le papille infiammate.
Alla base dell’infiammazione delle papille ci sono diverse cause:
- Disidratazione
- Bocca secca
- Assunzione di alcolici
- Febbre
- Fumo
- Assunzione di farmaci
- Patologie epatiche o intestinali
- Alimentazione ricca di grassi, farinacei, latticini
- Alimentazione ricca di zuccheri, causante squilibri nella flora batterica
- Dieta restrittiva e muco digestivo
- Scadente igiene orale e formazione di placca batterica
- Stress surrenale e iperproduzione di adrenalina che modifica la composizione del sudore e della saliva
RIMEDI NATURALI ALLA DISGEUSIA
Con i cibi si dovrà fare in modo di evitare affaticamenti ai nostri organi interni, ed in particolare a fegato e pancreas. Un disordine nelle capacità emulsionanti della cistifellea o di quelle enzimatiche del pancreas può essere la causa di quel sapore di grasso o dolciastro che alcuni avvertono in quasi tutti i cibi.
Conviene dunque abituarsi a dare ascolto a segnali di questo genere e adattarvi, quando serve, la propria alimentazione in maniera da non appesantire ulteriormente un organo, ma tuttavia offrendogli dei cibi capaci di stimolarlo delicatamente all’inizio, e via via sempre più intensamente.
Adottare una dieta vegana crudista con aumento consistente del consumo di frutta acquosa e verdure con proprietà epatoprotettive come i carciofi.
Curare chiaramente anche l’igiene orale, tramite l’uso di spazzolino, collutori naturali, nettalingua.
TESINE DA LEGGERE
Valdo Vaccaro
Buongiorno, ho lo stesso problema di sapore dolciastro da un mesetto. Sono vegana da 5 anni e credo forse di abusare di carboidrati tra cui pasta e dolci fatti in casa. Cerco ogni tanto di mangiare pasta di mais, integrale o di riso e lo stesso per le farine, ho ormai abbandonato le farine raffinate così come lo zucchero raffinato da anni. Cosa potrebbe aver provocato la disgeusia?
non prendo farmaci anche se raramente per un forte mal di testa ho preso più di qualche volta il Ketodol…
Posso sistemare questo problema con l’alimentazione vegetale e integrale o devo assumere qualche integratore?
Ciao Manuela, il problema di cui ti lamenti può avere una trentina di cause diverse, sia che si tratti di perdita di capacità gustativa da parte dei recettori gustativi sulla lingua, sia che si tratti di fastidiose percezioni dolciastre. Nel caso tuo le ipotesi più probabili sono, a mio avviso, l’eccesso di cibo cotto in generale e in particolare l’eccesso di farinacei cotti, per quanto preparati amorevolmente in casa mediante pasta e dolciumi. Pure l’antidolorifico che prendi di tanto in tanto può avere un ruolo nella tua disgeusia. Non basta essere vegani e non basta essere cuochi provetti per trovare la cosiddetta quadratura del cerchio.
Nel caso tuo stai soffrendo probabilmente di disidratazione, di fegato leggermente congestionato e di insufficienza renale. Nonostante tutte le tue buone intenzioni sei carente non solo di minerali organicati e di cibi vitali, ma soprattutto dell’alimento di gran lunga più importante, più ignorato e sottostimato che si chiama acqua biologica da frutta acquosa (specie meloni, angurie, manghi, uva, fichi d’India, mirtilli, mele, pere, kaki, melegrane), da spremute di agrumi e da centrifugati di carote-ananas-sedano. Tutte cose da prendersi lontano dai pasti e a stomaco vuoto, ovvero al risveglio per le spremute e nel corso della mattinata per il resto.
E ti manca pure una fondamentale carica di clorofilla verde da foglie di radicchio, da valeriana-dolcetta, da tarassaco, da cavolo crudo, oltre che da finocchietti e ravanelli e rape. Tutte cose fondamentali da masticarsi al meglio e lentamente come primo piatto iniziale di pranzo e cena.
Se uno si alimenta in questo modo, riservando qualche spazio secondario al secondo piatto di cotto (riso integrale con verdure, patate, fagiolini, patate dolci, insalate saltate in padella, poca pasta, pochi gnocchi di vere patate, peperonate, funghi, ecc), per una percentuale approssimativa di 70% di crudo e 30% di cotto, non gli vengono crisi di alcun tipo.
Ovvio che serve pure la solita associazione con gli altri fattori di salute che sono sole, attività fisica regolare, respirazione, posa mentale. In aiuto a quanto sopra occorre sempre optare per una alimentazione sobria, per cibi leggeri e digeribili, per qualche breve digiuno secco di 1-2 giorni intermittente, tipo 2 o tre volte al mese. Gli integratori li lasci a chi non si vuole troppo bene.