LETTERA
ASPORTAZIONE DI ADENOCARCINOMA E POI DELL’ INTERO POLMONE DESTRO
Buongiorno Valdo, mi chiamo Rossella. Qualche giorno fa navigavo su internet per delle ricerche sull’angioma cavernoso e alimentazione ed ecco che ho letto per la prima volta di lei. Se mi permette le racconto l’esperienza che sto vivendo perché mi piacerebbe avere una sua opinione. A mia madre Maria nata nel 1945, non fumatrice, è stato diagnosticato ad agosto 2012 un adenocarcinoma polmonare stadio 3b. Dopo tre cicli di chemioterapia, servita a nulla, a dicembre 2012 le è stato asportato l’intero polmone destro, più asportazione linfonodi mediastinici e ilari. Dopo un mese ha eseguito 30 sedute di radioterapia nella zona del torace a causa di residui del tumore alla resezione chirurgica.
IPOTESI DI METASTASI ALL’ENCEFALO
Nell’ottobre 2013 le è stata diagnosticata una lesione all’encefalo, nella zona parietale sottocorticale dx. Da subito i medici hanno parlato di metastasi perché il tumore al polmone metastasizza facilmente al cervello. In realtà però la lesione aveva stranamente le sembianze di un angioma cavernoso. La proposta era l’intervento chirurgico per definire con certezza se si trattasse di metastasi o angioma. Mia madre rifiutò l’intervento preferendo farsi monitorare con delle risonanze. Da ottobre 2013 ad oggi la lesione è un po’ cresciuta ma pare essere un angioma.
NEUROCHIRURGHI PROPENSI A NUOVO INTERVENTO ONDE EVITARE LA PARALISI
A luglio scorso ha avuto per la prima volta una clonia parziale risoltasi con l’assunzione dell’antiepilettico Keppra. I neurochirurghi dicono che bisogna intervenire con la chirurgia altrimenti si paralizzerà. Ma dicono che anche con l’intervento rischia la paralisi e avendo un solo polmone può avere complicazioni durante e dopo l’intervento.
IDROCOLONTERAPIA E PROGRAMMA YOUNG
Il 6 novembre scorso ha eseguito un’idrocolonterapia e il 7 novembre ha iniziato una depurazione corporea, secondo il programma del dr Young e del libro “Il miracolo del ph alcalino”. Ha fatto 7 giorni di soli succhi verdi e circa 4 litri di acqua ionizzata. Da una settimana ha aggiunto cibi solidi come insalate soprattutto a foglia verde, pomodori, cetrioli, peperoni verdi e gialli, minestre vegetali crude, germogli, semi, mandorle, nocciole, noci brasiliane, tofu, avocadi, qualche integratore e più di 4 litri di acqua al giorno.
L’INTERVENTO NON PROMETTE NULLA DI BUONO
A parte un po’ di debolezza iniziale, sta reagendo bene e ha perso quasi 4 kg, ed è un bene essendo in forte sovrappeso. Tra un paio di mesi potrà introdurre anche i cereali integrali, secondo il programma di Young. I medici premono per l’intervento ma, se le prospettive sono quelle di rimanere paralizzata o rimanerci sotto i ferri, c’è poco da stare allegri e la decisione è davvero difficile. So che in alcuni casi particolari si può eseguire la Gamma Knife, che sarebbe un’opzione meno invasiva, ma pare che nel caso di mia mamma l’unica strada secondo i medici sia quella chirurgica e da eseguire al più presto.
PUÒ LO STILE VEGAN-CRUDISTA TENDENZIALE RISOLVERE UN ANGIOMA CAVERNOSO O UNA METASTASI?
Ora mi chiedo se lo stile alimentare vegan-crudista tendenziale della Health Science può aiutare a ridurre un angioma cavernoso oppure una metastasi? Vorrei aspettare fino alla fine di questo programma alimentare di circa due mesi e rifare una risonanza per verificare, ma nello stesso tempo temo possa accadere qualcosa di irreversibile prima. Che dilemma! La ringrazio anticipatamente per l’attenzione. Cari saluti.
Rossella
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RISPOSTA
TOTALE INCOMPATIBILITÀ CON ROBERT YOUNG
Ciao Rossella. Intanto vorrei mettere in chiaro che l’ideologia e i metodi di Robert Young non hanno nulla a che vedere con la Health Science e che anzi differiscono profondamente. La parte iniziale del suo testo-base è tutto sommato condivisibile, ma le conclusioni e le terapie contenute nella seconda parte del testo sono del tutto fuori posto, visto che ricorre senza alcun ritegno ad acque alcaline e a integrazioni sintetiche.
COS’È L’ANGIOMA
La parola angioma deriva da angèion, che in greco significa vaso. Si tratta di una innocente anomalia a carico dell’endotelio arterioso, venoso, linfatico e biliare. Inestetismo chiamato voglia, si manifesta con chiazze color rosso vinaccia, e non in rilievo rispetto alla pelle. Deriva da una proliferazione dei vasi sanguigni e linfatici. Innocua macchia della pelle provocata da dilatazione dei capillari sanguigni. In altri termini, l’angioma è un tumore benigno costituito da vasi sanguiferi (emangioma) o linfatici (linfangioma), abnormi per grandezza e con decorso tortuoso. Può trovarsi in sede superficiale (cuoio capelluto, cute, labbro) o profonda (fegato, cervello, midollo spinale). La cura medica può essere chirurgica (estirpazione), fisica (elettrolisi, crioterapia) o radiante (radioterapia). Le complicazioni possibili sono l’infezione, la rottura (emorragia) e la degenerazione maligna.
DEFINIZIONE DI ANGIOMA CAVERNOSO
In questo caso si parla di malformazioni venose e di malformazioni cavernose, o anche di cavernomi, ovvero agglomerati di vasi a basso flusso, spesso di riscontro occasionale, con sintomatologia epilettica o emorragica. Interessano circa lo 0.5% della popolazione. Si manifestano in genere con crisi epilettiche e micro-sanguinamenti, rilevabili solo in risonanza magnetica. Possono causare emorragia cerebrale ed altri sintomi neurologici focali. L’angioma cavernoso rientra nella categoria dei tumori benigni, formato da un assieme di vasi ectasici, ovvero dilatati, localizzati preferibilmente in zona cerebrale e spinale, spesso a livello cutaneo ed epatico. Estremamente rara la sua presenza in zona polmonare.
UNANIMITÀ QUANTOMENO SOSPETTA A FAVORE DEL BISTURI
A leggere i forum, paiono tutti d’accordo nel consigliare la via chirurgica per l’angioma cavernoso, giudicata indispensabile e priva di effetti collaterali. Peccato che il più delle volte si parli di operazioni appena eseguite con soddisfazione e successo, quando invece bisognerebbe sempre fare valutazioni a distanza di tempo, e quando non mancano frequenti situazioni post-operatorie decisamente critiche (vedi tesina “Asportazione angioma cavernoso e infelici postumi“).
COMBATTERE LA TUMOROSITÀ DEL SISTEMA E NON L’ESCRESCENZA TUMORALE
Come dice Herbert Shelton, la formazione di un tumore, qualunque sia la sua localizzazione e la sua denominazione, è sempre e soltanto rimediale e prolunga la vita in presenza di cause che, altrimenti, procurerebbero la morte con notevole anticipo. I tumori non vengono per niente a caso. Derivano da avvelenamenti chimici, ma soprattutto da eccessi e pervertimenti nutritivi. Cominciano con l’indurimento e l’ispessimento dei tessuti come mezzo di difesa in un punto sottoposto a particolare irritazione-infiammazione continuata e cronicizzata. Una battaglia e una barriera contro le tossine, fino a quando il tumore stesso non diventa grosso al punto da costituire, esso stesso, una fonte di pericolo, una occlusione e una ostruzione.
LE CONDIZIONI DELLA PAZIENTE NON SONO PER NIENTE RASSICURANTI
Quando poi una paziente è in condizioni già di per sé penose, come nelle circostanze qui delineate, procedere con una operazione complessa e delicata, finisce per inquadrarsi in una vera e propria persecuzione terapeutica, o peggio ancora in sperimentazione chirurgica.
EFFICACIA GARANTITA DEL VEGAN-CRUDISMO
Per quanto concerne l’alimentazione vegan-crudista tendenziale, e soprattutto l’alimentazione fruttariana, offrono sicuramente un sostanzioso aiuto, soprattutto se accompagnate da una coerente applicazione dell’intero pacchetto-salute, comprendente atteggiamento mentale e pensiero positivo. Gli incredibili recuperi di Max Gerson tra i malati terminali, usando l’arma anti-cancro della frutta dovrebbero far riflettere.
SPACCIATI PER I MEDICI MA GUARITI POCHE SETTIMANE DOPO
Tumore polmonare con metastasi al cervello? Non facciamoci abbattere dalle diagnosi che la medicina della paura distribuisce con troppa disinvoltura. Riporto qui di seguito due casi segnalati su un forum in rete. Riguardano due diversi pazienti con problematiche simili a quella affrontata nella presente circostanza. Due pazienti dati per spacciati dalla medicina, ma poi rimessisi in carreggiata grazie alle cure Di Bella, con reazioni di disappunto e fastidio da parte dei chirurghi ospedalieri.
BASTA UN FORTE EFFETTO PLACEBO PER FAR RESUSCITARE I MALATI TERMINALI
Citiamo questi due casi non per dare sostegno o approvazione indiretta alle terapie alternative, che rimangono sempre una forma di curomania assurda sul sintomo, ma solo per far capire che anche con delle cure criticabili ed inefficaci come quelle Di Bella, ma tutto sommato meno invasive ed in più accompagnate da speranzose emotività dell’ultimo istante, la gente riesce a risollevarsi dallo spavento e dalla polvere. Oltre alle tendenze guaritive innate di ogni corpo stimolato a sopravvivere, soprattutto dopo i traumi delle sentenze mortuarie espresse dai medici, si è evidentemente innestato un formidabile effetto placebo, vero guaritore psicologico dei soggetti coinvolti.
TESTIMONIANZA UNO
A papà non avevano dato speranze per il tumore al polmone che aveva fatto metastasi anche al cervello. Una vita di lavoro per trentanni in Francia a lavorare come un animale e poi vedercelo morire così non lo potevamo sopportare proprio. Io ho voluto provare anche perchè ci avevano detto che potevano fargli la chemio ma che non c’era niente da fare e allora ce lo siamo portato a casa e abbiamo iniziato con la MDB. Abbiamo anche capito tutti il marcio che c’è nella medicina. Ci avevano detto che era questione di qualche mese e che tutto finiva per lui, dandoci pure dettagli da brivido su quanto sarebbe successo, ed invitandoci a contattare i reparti terminali, ossia quelli della “terapia del dolore”. A giugno non ci arrivava erano sicuri. Quando siamo andati per fare le Tac ci hanno chiesto, parole testuali “Ma che cosa avete fatto?” Quasi come se fossimo andati a rubare! Io non ho esitato a sputarglielo in faccia: “Abbiamo applicato il metodo Di Bella!” Ci hanno cacciati come cani rognosi e come figli di buona donna. Lo schifo insopportabile sta nel fatto che a nessuno interessava sapere il perché e il percome mio padre, un uomo dato per morto, stava bene e non tossiva neanche (Testimonianza n. 20).
TESTIMONIANZA DUE
La situazione di mia moglie lo scorso ottobre era più che tragica. Il tumore polmonare bilaterale multiplo, e già al IV stadio, si era diffuso al cervello con una decina di piccole metastasi multiple. I medici l’avevano data per morta entro pochi mesi, anche se non era la prima volta che esprimevano previsioni disperanti e funebri nei suoi riguardi. Al controllo di febbraio il cervello era quasi stabile ma i polmoni erano peggiorati. Un mese fa invece è successa una cosa incredibile. In cuor mio speravo che la situazione si fosse almeno stabilizzata perché mia moglie si sentiva decisamente meglio. Ma il risultato è andato oltre ogni più rosea previsione. La macchia principale ai polmoni (4cm) si è quasi dimezzata e gli altri focolai di dimensioni minori si sono ridotti di numero e dimensioni! Dopo alcuni giorni ennesima sorpresa. La risonanza cerebrale sentenziava che diverse metastasi erano addirittura sparite, mentre quelle rimaste si erano ridotte di dimensioni! (testimonianza n. 21).
TESINE DA LEGGERE
- Emangioma infantile e cure al propanorolo
- Angioma cavernoso, ulcera alla narice e fase ricostruttiva
- Angiomatosi epatica da ristagno sanguigno
- Asportazione angioma cavernoso e infelici postumi
- Adenocarcinoma al pancreas ed aberrante frenesia chirurgica
Valdo Vaccaro
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