LETTERA, O MEGLIO POESIA
RIFLESSIONI
intorno a noi la tragedia degli ultimi, ad ogni angolo, ogni attimo impossibile essere felici
se hai gli occhi per guardare ciò che ti passa accanto, se hai l’anima per sentire la loro disperazione impossibile essere felici
un camion con tanti cavalli dagli occhi tristi oggi per sbaglio ha attraversato il centro della città ieri sull’autostrada ammassati in un camion agnellini piangenti sai bene dove sono diretti e non puoi che urlare la tua disperazione sola, nell’indifferenza della tua specie impossibile essere felici
è terribile essere vivi non posso godere di nulla ancora leggo e rileggo dell’impermanenza, ma non c’è consolazione, né distacco da questa immane sofferenza senza fine, senza tregua ed io soffro confesso la mia angoscia
non si può essere felici neanche un istante il boia lavora anche di notte, anche a natale qual è il significato di queste vite rubate qual è il significato della mia vita se non posso fermarlo?
Susi
*****
COMMENTO
Una poesia non si valuta e non si cataloga. Si sente soltanto, al pari di una canzone. Piace o non piace. Questa è una bellissima poesia. Grazie Susi. Nessun altro commento, ma solo qualche pensiero aggiunto. I camion carichi di anime viventi, senzienti e pensanti, siano esse appartenenti a porcellini ammassati all’inverosimile uno sull’altro, o a torelli e vitellini con la disperazione negli occhi, a pennuti e palmipedi scaraventati alla rinfusa nei cassoni, fanno davvero rabbrividire.
UNO STRAZIANTE TRASFERIMENTO VERSO IL PATIBOLO
Poco importa se piove o se c’è il sole, se fa caldo o se gela, se di mattina o pomeriggio. Si tratta sempre di trasferimento straziante verso un patibolo imposto, non cercato, non meritato, non benedetto e non approvato da nessuno, se non da inique e colluse leggi umane. Una cosa orribile ed insopportabile. Una cosa che provoca un profondo senso di ripugnanza e di ribellione in chiunque sia dotato di cuore, di anima e di intelletto. Violenza gratuita, sorda e allo stato puro.
NON SI PUÒ FARE FINTA DI NIENTE
Non si può essere indifferenti e insensibili alla tragedia che ci accompagna come una maledizione, né tanto meno si può essere felici, sereni e sorridenti. Non si sa se ci sia più crudeltà o più idiozia in tutto questo. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, si usa dire. Ma i mattatoi non stanno sulla Luna, si trovano a un passo dalle nostre case. Solo se ricopri le antenne, otturi i timpani e aggiungi il paraocchi, non riesci a vedere, a sentire, ad annusare.
OGNI ANIMA SALVATA DALLE GRINFIE DEI CARNEFICI HA UN VALORE
Siamo dunque obbligati a non demordere. Dovessimo piangerci addosso e darci per vinti, aggraveremmo ulteriormente la situazione. E toglieremmo ogni speranza anche agli esseri in gestazione, a quelli non ancora nati, a quelli che non hanno ancora aperto gli occhi alla sinistra e cannibalesca luce del pianeta Terra. Ogni pulcino salvato, ogni coniglietto, ogni vitellino, ogni anatroccolo, ogni leprotto, ogni fagiano, ogni balenottero, ogni cucciolo di foca o di otaria, ogni essere vivente tolto alle grinfie della maleducazione, della barbarie e del cinismo umano ha un valore e ha un significato.
CANCELLARE LA VERGOGNA
Diamoci dunque tutti da fare per togliere ogni supporto alle industrie della violenza, dell’eparina, sperimentazione, della vivisezione, della crudeltà e della morte. Boicottiamo i loro prodotti puzzolenti di marcio e di pus, oltre che di inanerrabili sofferenze causate ai nostri fratelli di sangue e di percorso. Ne guadagnerà la nostra salute e il nostro spirito, ne guadagnerà l’aria, l’acqua e l’ambiente. Diamoci da fare per cancellare la vergogna degli arpioni, degli ami, delle cartucce, delle reti e delle trappole. Diamoci da fare per cancellare la vergogna dei mattatoi, delle baleniere e delle doppiette.
Valdo Vaccaro
Due bellissime e intense poesie, che condivido parola per parola, la tua Susi, e la risposta di Valdo. È vero non bisogna arrendersi di frronte all' immediato senso di impotenza e disperazione che subentra. Anch'io vorrei urlare dall' interno della mia auto do fermare quei tragici viaggi della morte, specie quando li incrocio nel mio cammino, ma in effetti abbiamo la possibilita' di farlo in uun secondo momento impegnandoci in ogni attimo della nostra vita a diffondere quella coscienza etica del rispetto, dell' anti specismo che ormai ci appartiene, ma che in molti è anvora latente e ha bisogno di prese di coscienza al di là del muro del silenzio per poter emergere . Siamo sempre più numerosi : possiamo fare la differenza, è solo questione di tempo e impegno continuativo e appassionato.