LA PATOLOGICA PREVALENZA DEL MANGIARE E DEL BERE
Se il mondo umano sta andando a catafascio con la salute, e poi un po’ con tutto il resto, i motivi sono tanti. Ma il motivo principe esiste ed è noto a tutti gli specialisti del settore.
Il motivo chiave del malessere generalizzato sta nella mancanza di equilibrio e di proporzione tra quanto immettiamo nel nostro sistema-corpo e quanto emettiamo dal corpo medesimo.
In particolare nei tempi di immissione, che sono brevi e rapidi come il fulmine, e i tempi di emissione che sono invece prolungati e diluiti pericolosamente nel tempo.
Troppa gente non fa un collegamento tra input e output. A mangiare e a bere poi, son tutti bravi. A insegnare certe diete, che Dio ce ne scampi, sono tutti professori. A preparare certe delizie (o porcherie a seconda dei punti di vista) ci sono cuochi e ristoratori.
Tutti armati di ricette e di simil-filosofie, di trucchi e stratagemmi, di stuzzichini e di digestivi, atti a convincerti e a spingerti ulteriormente lungo la medesima strada della disfatta.
Il mangiare e il bere, dopotutto, sono operazioni da fare alla luce del sole. In gabinetto si va a cercare un minimo di privacy fisiologica. Ma non si va certo per mangiare. Anche perché l’alimentazione è un fatto sociale, edonistico e quasi esibizionistico.
Tanto più ci eclissiamo per alleggerirci, quanto più ci facciamo vedere con posate e piatti nell’atto di riempirci di qualcosa.
Se non operiamo un pareggio tra mangiare e bere, inserendo i loro rispettivi contrari che si chiamano smangiare e sbere, e che corrispondono ad azioni importanti e divertentissime quali il defecare e l’urinare, non facciamo alcun passo in avanti in direzione salute.
TROPPI CUOCHI E TROPPI SOMMELIER, TROPPO POCHI I CACCALIER
Purtroppo, dicevamo, a mangiare e bere tutti bravi e tutti campioni. A insegnare male, a spingere verso l’alimentazione abbondante, verso l’un po’ di tutto fatto di mille porcherie, sono i troppi cuochi e i troppi sommelier, e in contemporanea, i troppo pochi Caccalier, che non sta sul dizionario ma che la dice lunga, e che fa anche simpatica rima.
Quando si parla di mandar fuori, tutto diventa buio, segreto, intimo, imbarazzante. Quasi che le funzioni corporali dell’organismo si dividessero in funzioni di serie A, in sede di rifornimento, e funzioni di serie B, in sede di evacuazione.
Qualcuno ha affermato, non a torto, che Dio ha inventato i cibi, e il Diavolo ha inventato i cuochi. I cuochi hanno però il diritto di difendersi. Esistiamo perché ci sono i mangioni.
E pure i macellai hanno il loro buon alibi. C’è addirittura qualche accoppa-animali che si proclama amante delle creature che seziona e squarta in continuazione.
Faccio il macellaio perché c’è gente che viene regolarmente da me a chiedermi della carne. Se chiudessi il negozio e cambiassi mestiere, ci sarebbero cento altri pronti a prendere il mio posto.
In questo senso ha tutte le ragioni. Il vero macellaio, colui che accoltella al cuore gli animali, è alla fin fine l’utente, il cliente che si reca al banco carni.
LA MEDICINA RISENTE E RIPRODUCE LE INCONGRUENZE DEL MONDO ESTERNO
Per uno specialista del corpo umano non esistono parti nobili e parti plebee. Ogni organo è nobile, ogni funzione è inserita in un contesto di indispensabilità.
Molti medici bravi affermano giustamente che, se proprio si vuole fare una discriminazione tra le due fasi, quella più importante è sicuramente la fase emissiva. E non hanno torto.
Nell’assieme però, pure la medicina risente dell’incongruenza e delle debolezze del mondo. Anche lei, a parte alcuni casi particolari, finisce per stendere una cortina di silenzio sulle funzioni evacuanti.
Sì, è vero, qualche volta si sente parlare del gastroenterologo e dell’urologo, ma, quasi fanno un po’ ridere. Si riesce a immaginare il dentista, l’oculista, l’ortopedico, intenti a visitare o a curare un loro paziente, e a farsi pertanto un’idea, un quadro preciso della loro professione.
La stessa cosa succede con l’anatomista, immaginato in continuo e frenetico movimento tra la sala refrigerata dell’obitorio e il suo laboratorio d’analisi, a ricostruire le situazioni biochimiche di certe persone prima che esse morissero.
Ma gastroenterologo e urologo sono già più difficili da immaginare in fase dialogante con un paziente. Tuttavia il loro lavoro è fondamentale. Dal colore, dalla consistenza, dalla qualità delle urine, dalla loro analisi dettagliata, si ottengono molte preziose informazioni sullo stato interno del nostro corpo.
L’urologo e i reni diventano essenziali, soprattutto in forza del fatto che siamo formati per il 70 percento di acqua, come l’atmosfera nella quale il nostro pianeta Terra è immerso.
IL CACCOLOGO (O COPROLOGO): LA PROFESSIONE PIÙ SCONOSCIUTA E IMBARAZZANTE
Ancor meno conosciuta la specializzazione chiamata coprologia. La coprologia è la specializzazione medica forse più imbarazzante e scomoda.
Si fa quasi finta che non esista, anche se, ogni volta che uno va a fare una prova del sangue, gli viene richiesto un campione delle proprie urine e un vasetto plastico con tanto di cacchetta.
Coprologia uguale tecnica analitica e diagnostica rivolta agli escrementi del soggetto in esame. Kòpro significa sterco e feci, e talvolta indica anche volgarità e oscenità.
Così ci troviamo di fronte a parole come coprofagia, appetito degenerato per gli escrementi (pare che sia fenomeno piuttosto frequente in certi ospedali psichiatrici), o come la coprolalìa, che è l’uso incontrollato e ossessivo di linguaggio osceno e scurrile, e come, più tecnico e serio, la coprostasi, che è un ristagno delle feci nell’intestino per un tempo eccessivo.
Analizzare escrementi e fare delle diagnosi e delle conclusioni basate sulla cacca delle persone non è probabilmente il massimo. Forse è per questo che se ne parla poco.
Sei medico? Quale è la tua specializzazione? Chirurgia plastica, cancerologia, ostetricia, epatologia, urologia? Qualunque cosa dici, finisci per suscitare interesse e rispetto. Chissà che professione interessante. Chissà quali soddisfazioni e quanto rispetto da parte dei pazienti che ti vedono come un Dio in terra.
Ma se vai invece a dire che sei un coprologo, o peggio ancora un caccologo, il minimo che ti succede è scatenare della ilarità. È probabile che addirittura il tuo interlocutore chieda urgentemente dov’è il bagno, per andarsi a sfogare con una grande e incontenibile risata.
È nella cacca quotidiana che si gioca la salute e la vitalità. Gaffe disastrosa. La gente si dimentica di avere un corpo vegetariano-fruttariano. Eppure è proprio qui, nella cacca quotidiana, che si gioca la salute e la malattia dell’individuo.
Non a caso c’è unanimità medica nell’affermare che tutte le malattie umane partono dal colon, quella parte dell’intestino crasso, tra il cieco e il retto, dove soggiornano le sostanze fecali prima di essere espulse dal corpo.
In effetti, questo soggiornare delle feci, questo ristagnare, è già qualcosa di anormale e patologico, e non dovrebbe succedere. Ma, siccome la gente ne fa di cotte e di crude in fase di approvvigionamento, le conseguenze si sentono eccome.
Il colon intasato non è l’eccezione ma la regola. Come mai? Perché la gente si è semplicemente dimenticata di avere un corpo vegetariano-fruttariano, adatto a trasformare, utilizzare, assorbire, espellere sostanze e fibre altamente vitali, magnetizzate, integre, cariche della propria acqua biologica, e carica dei propri inalterati micro-nutrienti vitaminici-minerali-enzimatici.
Ogni alimento che non corrisponda a quelle esatte caratteristiche, ogni cibo di origine animale, ogni cibo concentrato, ogni cibo cotto (soprattutto stracotto), ogni cibo intasante, ogni cibo proteico animale in grado di provocare putrefazione nell’intestino e leucocitosi nel sangue (intensa moltiplicazione di leucociti da parte del sistema immunitario), provoca alla fine fenomeni antipatici e pericolosi, che vanno sotto il nome di ristagno, idropisia, coprostasi, stitichezza.
Tutti i cibi cotti formano una massa smagnetizzata di materiale che tende a ristagnare, a creare lungo le pareti intestinali delle pellicole fangose, a contrastare la fondamentale azione peristaltica.
Non solo tutti i guai cominciano da lì, ma è proprio nel colon che si gioca la differenza tra vivere bene e vivere male, tra essere vitali e sentirsi degli stracci.
LA CIVILIZZAZIONE DI VESPASIANO E I GABINETTI INVITANTI DEI MCDONALD’S
A molta gente, le funzioni fisiologiche danno quasi fastidio. Pare assurdo ma è proprio così. Già il fare la pipì è una seccatura, figuriamoci il bisogno maggiore. Un fastidio persino a livello sociale.
Se poi vai in qualsiasi città dove non sia arrivata la civilizzazione e il buon senso di Tito Flavio Vespasiano (9 – 79 DC), le cose peggiorano notevolmente.
Troverai cinquemila posti in cui mangiare e bere. Se non ci sono bar e ristoranti ci sarà il distributore automatico di bibite. Ma i servici pubblici questo no.
Un tempo, nelle stazioni ferroviarie intelligenti, essi esistevano ed erano funzionanti e liberi. Oggi, o funzionano così così, o sono peggio ancora delle prigioni blindate a pagamento dove, se non hai la moneta giusta da inserire nel modo giusto, può succedere anche che te la fai addosso.
Pare che la diffusione e il successo dei McDonald’s dipenda, più che dal cibo che tutti sappiamo essere quello che è, dai gabinetti che stanno sempre lì al loro posto, gratuiti e senza problemi.
LA DISCRIMINAZIONE TRA I MEDICI DI SERIE A CHIAMATI VIROLOGI, E QUELLI DI SERIE B, CHIAMATI CACCOLOGI
Tornando ai medici, ritroviamo i caccologi all’ultimo posto, se non addirittura fuori dalla lista, quasi nemmeno esistessero. Eppure fanno un lavoro importantissimo. Molto più importante di quello dei virologi e degli infettivologi, tanto per fare un esempio.
Virologi che ad ogni nuovo cambio di stagione, ad ogni primo segnale di freddo in arrivo, scattano come degli ossessi, come fossero stati morsi di nuovo dalla tarantola, pronti ad annunciare i pericoli gravissimi in arrivo dall’Oriente.
Negli anni scorsi i ceppi che individuavano provenivano dalla Cina o da Hongkong. Quest’anno arrivano invece dalla regione australe e pacifica, per cui l’influenze invernale in arrivo si chiamerà australiana.
Pare che all’Università di Pavia, i novelli Pasteur della medicina italiana abbiano fatto un grosso lavoro di analisi virologica, per cui ogni ospedale e ogni centro sanitario del paese avrà le pareti ricoperte di manifesti e di avvisi sulla necessità assoluta di vaccinarsi, soprattutto per le persone a rischio (anziani, malati, bambini), ma anche per tutti indistintamente. Vuoi essere sicuro, moderno, razionale, responsabile e civilizzato? Vaccinati.
Ma, esagerare con le mazzette, può essere controproducente. Meglio il lavaggio mediatico del cervello.
Poco ci manca che la vaccinazione antinfluenzale diventi obbligatoria. Ma le grosse imprese farmaceutiche, che stanno come dei segugi dietro a queste operazioni smaccatamente commerciali, contrabbandate per scientifiche e salutistiche, sanno che è pericoloso esagerare con le mazzette.
Ci provò la Smith-Kline, del gruppo anglo-americano Beecham, unico produttore mondiale del vaccino anti-epatite B, Energix-B, che nel 1990 versò l’inezia di 600 milioni di lire di allora nelle tasche dell’allora ministro della Sanità Dr De Lorenzo.
E in effetti riuscì nel suo intento di rendere tale maledetto vaccino obbligatorio in Italia, unico paese al mondo. Per sua sfortuna, De Lorenzo venne colto sul fatto con le buste di denaro in saccoccia.
Ma intanto aveva firmato, e nessuno si curò di porvi rimedio e di cancellare tale vergognoso decreto sanitario. Di sicuro c’erano di mezzo altre mazzette a favore di gente più accorta o più fortunata di De Lorenzo. Ma intanto i bambini italiani hanno dovuto sottoporsi ai pericolosi diktat della sanità italiana.
Molte famiglie hanno pianto per malformazioni e danni evidenti causati da quella vergognosa vaccinazione, ma gli è stato come al solito risposto che le reazioni da vaccino, a volte, possono essere abnormi e inaspettate, ma che rappresentano l’eccezione alla regola. Come a dire, il problema ce l’hai tu e te lo tieni.
E, quei genitori che si sono eroicamente opposti al vaccino, hanno dovuto subire ogni sorta di pressioni, minacce, raccomandate, contravvenzioni. Un vero e proprio processo di criminalizzazione degli enti sanitari nei riguardi della resistenza antivaccinatoria.
Ma queste truci esperienze del passato fanno da insegnamento. I marpioni delle industrie farmaceutiche stanno sempre in posizione di allerta. Nessuna occasione va perduta.
L’importante è non farsi trovare con le mani nel sacco. Oggi si preferisce investire nella pubblicità, soprattutto in quella occulta e non dichiarata.
Si riesce insomma a lavare il cervello alla gente oliando coi soldi nei meccanismi giusti. I doctor Jackill della farmacologia sono degli artisti inimitabili in questo tipo di operazioni.
LA FARSA INDEGNA DEL PERICOLO VIRALE LEGATO ALLA STAGIONE
Le malattie, le influenze, i cosiddetti virus multiformi, dipinti come bestioline feroci e micidiali, non sono altro che materiale organico di scarto, non sono altro che detriti cellulari ingombranti incapaci di mangiare, di vivere, di svilupparsi.
Continua piuttosto in Italia e nel mondo la farsa del pericolo virale, solo perché conviene che questo avvenga. Se il corpo viene tenuto pulito, gli ingombri di cellule morte non riciclate ovvero di virus, non causano un bel niente.
I virus che all’Università di Pavia, e in qualunque altro ateneo del mondo, hanno trovato, dichiarando essere di ceppo australiano, stanno nei ristagni fecali della gente che mangia male, cari signori virologi pasteuromani, altro che in Australia o in Cina o sulla Luna.
Ma insegnare alla gente a mangiare giusto e a cagare poi regolarmente in modo razionale una volta al giorno, non è operazione sovvenzionata da alcuno.
Nessuna casa farmaceutica che vada alla ricerca dei barboni della medicina, dei poveri e disgraziati caccologi, lasciati soli, silenziosi e squattrinati a fare le loro analisi indiscrete e sconvenienti in laboratori obsoleti e polverosi, dove gli acidi in provetta non riescono nemmeno a coprire l’odore nauseante della cacca.
Quello che serve non sono i vaccini. Serve la pulizia razionale e giornaliera dell’intestino. Serve una dura e coerente lotta alla ritenzione e al ristagno di acque fetide e rafferme, di feci velenose che vengono persino rimandate al fegato per improponibili detossificazioni in extremis.
Serve far capire che, se si mangia tre volte al giorno, occorre fare in modo di defecare almeno una striminzita volta al giorno, onde mantenere un minimo di pulizia all’interno del tubo gastrointestinale. Tale pulizia lascerà immediatamente il segno.
La percepirete sentendovi la bocca buona, la lingua pulita, l’alito gradevole, la freschezza mentale, la voglia di fare, persino la genuina voglia di avere dei sani rapporti sessuali, chiaramente senza il Viagra.
Ma, perché tutto funzioni come un orologio svizzero, occorre che si mangi pure con precisione svizzera, immettendo quello che serve e che è compatibile, e scartando quello che fa male o che non serve affatto.
IL MESSAGGIO DEL DIO CHE CI HA CREATI
Scartando tutte le magnesie, tutti i confetti, tutti i purganti e i lassativi rovina-intestino, l’unico modo per garantirsi una regolare funzionalità interna è quella di mangiare come Dio comanda, intendendo per Dio quello vero che ci ha creati tutti, giusti e sbagliati, laici e impretati.
Quel Dio che ci ha disegnato in modo preciso, e che ha lasciato all’interno del nostro corpo una miriade di dettagli probanti e incontestabili. Mangia vegano e marcia tranquillo verso la pulizia integrale e la salute integrale del fisico e della mente. Mangia vegano, mangia cibo vivo, naturale, innocente. Mangia intelligente.
Questo è il suo preciso messaggio scritto nel corpo e nell’anima di ognuno di noi, a patto che ognuno di noi sia interessato a conoscere sé stesso, più e prima ancora che le simpatiche canzoni di Vasco Rossi, e le interminabili prediche di Beppe Grillo.
Questo messaggio non è una mazzata insopportabile sulla testa di te che vuoi atteggiarti a impenitente consumatore di ciccia morta in decomposizione, o comunque di tutto quello che arriva sul piatto.
Non stai per intraprendere un sentiero sconosciuto e pieno di insidie, pieno di pericoli e di trappole a destra e a manca. Diventare vegano non comporta pericoli ma è un rientrare piuttosto nei ranghi, è un tornare a te stesso, è un riprendere in mano la tua natura, è un dare ascolto al tuo corpo finalmente purificato e reattivo.
Quanta più carne, pesce, uova, formaggi, cibi cotti, caffè, zuccheri industriali, sali, farmaci, hai assunto negli anni, e tanto più dovrai sottometterti a un periodo di pulizia integrale con qualche piccolo inconveniente. Purificarsi significa espellere veleni e tossine. E questa espulsione comporta dei temporanei fastidi.
Ma quello che raggiungi è una liberazione dalla morsa mortale del veleno, e un lasciapassare per una vita totalmente diversa, all’altezza finalmente dell’ essere umano che sei, e non di un pasticcione e disordinato onnivoro pronto a buttare dentro il tuo motore perfetto quell’ un po’ di tutto, raccomandato da una medicina nutrizionalmente squinternata e per niente precisa e selettiva.
Questo messaggio è la tua salvezza. Vanno bene pure gli adattamenti e, al limite, anche le diete di transizione, a patto di non dimenticare che, prima torni al tuo vero cibo vivo e naturale e meglio è.
Valdo Vaccaro
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