LETTERA
L’INSOPPORTABILE FASTIDIO DELL’ACIDITÀ E DEL BRUCIORE
Buonasera Valdo, mi chiamo Ennio e seguo con interesse le sue tesine ormai da mesi. C’è qualcosa che posso fare per una sensazione di dolore e di bruciore allo stomaco e in zona esofago? Da oggi sono in semidigiuno. Ultima cena ieri sera. Oggi, acqua abbondante e due mele. Idem stasera. Basta rallentare e calmare la zona irritata, o mi puoi consigliare un alimento particolare, per velocizzare la guarigione o lenire e attenuare il sintomo? Grazie.
RISPOSTA
Ciao Ennio, ti ringrazio per la richiesta. Il problema dei bruciori di stomaco è di importanza estrema, e viene ribadito in continuazione da tutte le lettere che mi stanno arrivando. A volte appare sotto diverse vesti, come gonfiore, pesantezza, magrezza, emicrania, ma anche come ileite, colite, rettocolite, vasculite, epatite, nefrite. Ogni volta che si parte male con la digestione, si finisce per andare incontro a mille complicazioni che conducono alla costipazione, alla stitichezza, alle irritazioni, alle infiammazioni, alle ulcerazioni e ai tumori. Cercherò pertanto di fare una tesina importante e completa come non mai sulla digestione.
IL SURRISCALDAMENTO GASTROINTESTINALE È CAUSATO DALL’ALTERNARSI PATOLOGICO DI PUTREFAZIONI E FERMENTAZIONI
L’acidità di stomaco non è effetto dell’eccessiva secrezione acida della mucosa stomacale, come afferma spesso la medicina, bensì è l’acidificazione degli alimenti maldigeriti. Sono le putrefazioni e le fermentazioni malsane a creare surriscaldamento del tubo gastrointestinale e congestione sanguigna ventrale. La prova di questo si ha nel fatto che chi soffre di acidità, bruciori e gastriti rivela nel contempo anemia periferica, a livello di epidermide e a livello di estremità costantemente fredde.
ALIMENTAZIONE IRRAZIONALE, STRESS E RESPIRAZIONE CORTA, I MAGGIORI IMPUTATI
Le cause principali di acidità e di bruciori allo stomaco sono date sia dall’alimentazione innaturale ed irrazionale a cui si è sottoposto per anni l’apparato digerente, che da fattori comportamentali ed emozionali. Eccessivo lavoro intellettuale, mancanza d’aria pura e respirazione carente, tensione nervosa e mancanza di esercizio fisico, sono tutte importanti concause.
AGRUMI, INSALATA VERDE, CAROTE E MANDORLE, OVVERO GLI ALIMENTI SUGLI SCUDI
Sopprimere le cause ora accennate è il primo passo importante da fare. L’obiettivo è quello di ripristinare le funzioni della pelle e decongestionare le viscere, dato che le malattie dell’apparato digerente si curano meglio dal fuori che dal di dentro. Frutta cruda, inclusi limoni e arance a prima colazione, insalata verde e carote, avocado e mandorle dolci, formano il gruppo alimentare ideale per questi casi.
SI PUÒ ARRIVARE AL CRUDO ANCHE GRADUALMENTE, PASSANDOCI TRAMITE UNO-DUE GIORNI DI VERDURE COTTE
Alcuni stomaci sono troppo irritati per sopportare il crudo? Allora si parte dalle mele cotte e dalla verdura cotta al vapore, per arrivare velocemente al tutto-crudo. Nella terapeutica lezaetiana, il ricorso al cataplasma di fango, da applicare sul petto durante la notte, fa parte delle regole, ed è inteso a coadiuvare e lenire la situazione in caso di grande sofferenza.
FARE SOPRATTUTTO ATTENZIONE ALLE COSE DA NON FARE
L’uso di antiacidi e di medicine da banco è altamente sconsigliato in quanto smorza temporaneamente il sintomo e nasconde i problemi reali che stanno all’origine dei bruciori. Porre attenzione alle cose da non fare, più che a quelle da fare, le quali potrebbero ridursi anche al semplice bere dell’acqua e limone e al digiuno totale per uno o due giorni. Evitare assolutamente caffè, the, cacao, cioccolata, bevande calde, cibi caldi. Evitare bevande gassate e acque brillanti. Evitare rigorosamente aria viziata e tabacco. Evitare antibiotici, steroidi, antinfiammatori, antidolorifici, antidepressivi e farmaci in genere. Evitare situazioni stressanti e prenderla facile con le preoccupazioni. Dormire con triplo cuscino o comunque elevare la parte alta del materasso.
L’IMPORTANZA DELL’EQUILIBRIO ACIDO-BASICO LUNGO L’INTERO CIRCUITO GASTROINTESTINALE
Importantissimo poi mantenere nel corpo una situazione di equilibrio acido-basico, e pochi sanno comprendere questo delicato meccanismo. La scala acido-alcalina va dallo 0 (estremamente acido) al 14 (estremamente alcalino), col neutro al punto 7. Ogni punto in più o in meno equivale a un incremento di 100 volte, per cui l’acidità di un pH a livello 5 è 100 volte più alta dell’acidità di un pH a livello 6. Il sangue umano, è un sangue inequivocabilmente fruttariano, e quindi leggermente alcalino, compreso tra il 7.30 e il 7.45 (non acido come quello degli animali carnivori ed onnivori, che sta tra il 6 e il 7). Lo stomaco però deve essere acido a livello pH 1.00-2.00.
IL PH, O POTENZIALE HIDROGENIUM, UN DATO FONDAMENTALE PER CAPIRE I MECCANISMI VITALI DEL CORPO
Le sostanze sono definite acide quando, in soluzione liquida, tendono a liberare ioni idrogeno (H+, cioè protoni, ovvero particelle di carica elettrica positiva), mentre sono definite basiche o alcali quando assorbono ioni H+ per formare il gruppo ossidrile OH-, che è un anione, ossia una molecola che ha acquistato una carica negativa. L’organismo umano ha una precisa necessità di mantenere il pH entro limiti molto stretti perché i metabolismi e gli scambi biochimici sono regolati da enzimi che dipendono dal pH, e anche da esigenze di tipo elettromagnetico.
ALIMENTI ALCALINI IN PARTENZA CHE DIVENTANO ACIDIFICANTI (CARNI E LATTICINI), E ALTRI ACIDOGNOLI IN PARTENZA CHE DIVENTANO ALCALINIZZANTI (AGRUMI E FRUTTA)
L’acidità e l’alcalinità di un cibo non si valuta sul suo valore di partenza, ma sugli effetti acidificanti o alcalinizzanti delle sue ceneri a livello di zona di assorbimento duodenale. Ad esempio latticini e carni sono cibi dal sapore alcalino in partenza, ma dopo la digestione rilasciano ceneri fortemente acide, ed è per questo che sono classificati tra i peggiori acidificanti del sangue. Al contrario la frutta e la verdura, essendo tutte acidognole al gusto, diventano alcalinizzanti del sangue a livello di ceneri rilasciate in zona duodenale. I cibi più alcalinizzanti sono per l’appunto limoni, arance e agrumi, che sono in partenza acidi. L’acqua purissima, come quella distillata, ha un valore pH di 7.00, corrispondente alla perfetta neutralità.
I GRAVI ERRORI DEL MANGIARE MODERNO, INCLUSA LA PESSIMA DIETA MEDITERRANEA
L’errore grave della diete odierne è che abbondano in carne, pesce, uova e latticini, che sono alcalini in partenza ma rilasciano ceneri superacide. E abbondano pure in pane, pasta, pizza, cibi cotti, riso bianco stracotto, cereali cotti, sale, caffè, the, vini, alcolici, cacao, farmaci, vaccini, tutte sostanze che acidificano più o meno pesantemente il sangue. La tipica dieta di un fast food o comunque di un panino con formaggio, prosciutto e foglia di insalata, più lattina di coca-cola o simili, è un autentico disastro, un insidioso attentato alla salute.
I PANINI MALE-IMBOTTITI, I SANDWICH DEI FAST-FOOD E LE PIZZE FORMAGGIATE, PIÙ CHE CIBI, SONO DEI VERI ATTENTATI ALLA SALUTE
Pane, prosciutto, formaggio e il sale che contengono sono tutti acidificanti. La cola è acidissima e corrosiva, quasi scarnificante, per cui la misera foglia di insalata alcalina viene annientata in un attimo. Non cambia di molto se ci prendiamo una pizza con tanti formaggi, e magari pure con salamini o acciughe e frutti di mare, con cola o birra al seguito. Un suicidarsi lentamente a tavola. Assai diverso invece se la pizza è sottile, niente formaggio, niente proteine e grassi animali, ma tanto avocado, pomodoro, funghi, cipolla, peperoni, olive, melanzane, patate, rucola con le verdure possibilmente aggiunte non a inizio ma a metà cottura).
SBAGLIARE CIBO SIGNIFICA AVVELENARSI DUE VOLTE
I cibi sbagliati fanno doppio danno. Primo, acidificano il sangue (sballando tutti i pH consequenziali delle fasi digestiva-assimilativa-evacuativa). Secondo, tolgono spazio al nostro cibo fruttariano elettivo ed alcalinizzante che è la frutta e la verdura allo stato tendenzialmente crudo. Manco farlo apposta, lo stress del lavoro, l’impegno dello studio, le tensioni della vita moderna, la scarsa attività fisica, la respirazione corta e non rilassata, gli stimoli sessuali frenati e incanalati e sublimati, diventano tutti fattori di ulteriori acidificazioni. Come dire che gli stressors acidificano e i meliors alcalinizzano.
I MASCHI E LE ACIDIFICAZIONI SENZA SCAMPO
Noi Adami, mangiando male, o magari vivendo una vita perennemente sotto pressione, studiando e lavorando troppo, facendo troppo sport agonistico, prendendo troppi voli aerei con tensioni relative, accumulando troppi stimoli sessuali che aumenano il nostro testosterone, impedendo alle influenze stagionali di fare il loro corso e troncandole con farmaci e vaccini, depauperiamo la miniera di minerale antiacido che è la nostra chioma, e provochiamo la caduta progressiva dei capelli o il loro imbiancamento precoce.
LE MESTRUAZIONI CHE SALVANO LE GIOVANI DONNE
Nella donna giovane questo non succede, perché l’accumulo acido viene smaltito mensilmente col ciclo mestruale. Non a caso le femmine, prima del ciclo risultano intrattabili ed inavvicinabili. Chiaro poi che, se la donna si comporta da crudista vegana, non ha bisogno nemmeno delle mestruazioni, e le bastano le vampate di calore per purificarsi.
LE DONNE IN MENOPAUSA, I CAPELLI CADENTI E LE VAMPATE DI CALORE
Anche le femmine diventano soggette alla caduta dei capelli in fase di menopausa, quando viene a mancare lo scarico delle tossine acide accumulate. Ma pure qui la natura le può preservare mediante le cosiddette vampate di calore, che sono da considerarsi un ennesimo regalo ad Eva da parte del Creatore, oppure uno stratagemma evolutivo utile a sostituire le mestruazioni. La controprova sta nel fatto che le vampate avvengono verso le 18.30, solo 30 minuti prima di uno dei massimi picchi di flusso acido-corporeo, che avviene esattamente alle 19 di ogni giorno.
LA FEBBRE CHE SCIOGLIE GLI ACIDI
L’aumento della temperatura è infatti uno dei metodi per sciogliere gli acidi accumulati nell’organismo. Ecco ancora una volta l’utilità estrema delle influenze stagionali per maschi e femmine, per bambini e anziani. Ecco ancora una volta l’importanza di ricordare il nostro grande Parmenide da Elea o Velia (oggi Castellamare della Bruca), che nel VI secolo avanti Cristo lanciava, con 2500 anni di anticipo sulla retrograda medicina vaccinatoria odierna, una frase coniata sulla pietra: Datemi la potenza della febbre e saprò fare mirabilie.
LA STRAORDINARIETÀ DI PARMENIDE
Parmenide, illustre sconosciuto per i medicastri e per i baroni della sanità, ha un’importanza strabiliante, e lo continuo a ripetere e a martellare. Al pari di Pitagora, di Ippocrate, di Galeno e di Paracelso, oltre che di Béchamp, Kuhne, Ehret e Pettenkofer, Parmenide rappresenta una autentica spina nel fianco alla medicina ufficiale. Con nove parole fa crollare rovinosamente al suolo ogni base ideologica e metodologica della medicina prevalente, ogni cosa che si dice, si pensa, si ritene e si fa negli ospedali, nei ministeri della sanità, negli ambulatori e in campo medico ortodosso. Ogni discorso sui batteri, sui virus, sui farmaci e le vaccinazioni.
L’IMPORTANZA BASILARE DELL’ACIDO CLORIDRICO NELLA DIGESTIONE
Tornando alla digestione, uno dei fattori più importanti per godere di appropriata disgregazione, assimilazione ed evacuazione dei cibi, e dunque di salute radiante, è una sufficiente quantità di acido cloridrico nello stomaco. Solo con abbondante acido cloridrico il cibo viene digerito rapidamente, i batteri acidificanti vengono contenuti, lo stomaco si svuota nei tempi normali e non letargici, e l’intestino prosegue il lavoro con regolarità, evitando situazioni di congestione sanguigna, di anemia periferica, di ileiti, coliti e rettocoliti. L’acido cloridrico è essenziale anche per l’assimilazione del calcio e degli altri minerali. Esiste un violento tipo di diarrea che colpisce spesso i turisti che si recano in America Latina e soprattutto in Messico, e viene chiamata per l’appunto Diarrea Tourista, e colpisce solo chi è in carenza di acido idrocloridrico.
EFFETTI E SINTOMI DELLA CARENZA IDROCLORIDRICA
Chi non possiede acido cloridrico diventa l’immagine della sofferenza e della malnutrizione, perché lo stomaco va troppo lento e si assiste alla formazione di pericoloso acido lattico. La carenza di idrocloridrico condiziona pesantemente tutte le parti e le zone del sistema digestivo, creando una reazione a catena che propaga il malfunzionamento fino alla parte terminale, con spasticità e ritardata peristalsi, con scompensi e ritardi digestivi e costipazione, con impedimenti nei condotti biliari e pancreatici, con congestione biliare in zona epatica. I sintomi di carenza idrocloridrica sono la fermentazione acida della frutta nello stomaco, il sentirsi gonfi dopo il pasto, la formazione di gas intestinali, l’alitosi in bocca, la scarsa assimilazione del cibo.
LE ULTIME RICERCHE DELLA GASTROENTEROLOGIA GIOCANO TUTTE A FAVORE DEL VEGANISMO CRUDISTA
Per anni la medicina si è basata sulla convinzione generale che, avendo gli umani il sangue alcalino, si dovesse alcalinizzare pure lo stomaco. Ma le ultime ricerche dimostrano il contrario. Una dura batosta per Big Pharma, per le diete carnivore ed acidificanti propugnate dalla medicina, e per i brodi di carne ospedalieri tanto cari a primari ed infermieri:
1) Il sangue umano fruttariano ed alcalino, pH 7.30-7.45, va mantenuto tale, mediante dieta fruttariana e crudista. 2) Lo stomaco, che nell’uomo-fruttariano (cioè in tutti gli umani) rivela possedere 10 volte meno acido cloridrico degli animali onnivori-carnivori, va mantenuto acido a un livello di 1.00-2.00 pH circa. 3) Tutti gli antiacidi nella forma di liquidi, tavolette, soda, cloruri, carbonati, ecc fanno alla lunga un danno gravissimo in quanto aumentano la deficienza di cloridrico e intaccano innaturalmente gli equilibri del pH.
IL PH ACIDO DELLO STOMACO
Il chimo superacido stomacale, quotato a pH 1.00-2.00, viene attaccato da numerosi enzimi enterici che sono l’amilasi (per la digestione degli amidi), la lipasi (per quella dei grassi) e la tripsina pancreatica per quella delle proteine), ed anche da bicarbonato, muco e sali biliari, che hanno la funzione di neutralizzare il pH del chimo, trasformandolo in chilo, riportandolo vicino alla neutralità, rendendo il materiale accettabile per il sangue. I sali biliari contenuti nella bile hanno una struttura simile a quella dei detergenti, e servono a emulsionare i grassi suddividendo le grosse gocce di grasso in minutissime goccioline.
LA VARIABILITÀ CONTINUA DEL PH NELLE URINE
L’acidità delle urine poi, a differenza di quella del sangue che è stabile ed immutabile, varia in continuazione. Dal pH 4.60 dopo i pasti, va al 7.80 del mattino a digiuno. Nel caso poi di disfunzioni tipo calcoli, diete iperproteiche (problema diffusissimo), farmaci e vaccini (problema diffusissimo), di acidosi respiratoria o respiro corto o aria viziata e nicotinata (problema diffusissimo), il pH mattiniero delle urine va sul valore 5.00 anziché sul 7.80 alcalino normale. Il valore pH delle urine va poi verso l’alcalino quando si abbonda di dieta di agrumi, quando c’è alcalinosi respiratoria (respiro lungo) o quando si prendono integratori o correttivi farmacologici tipo bicarbonato di sodio e citrato di potassio.
LE DISGREGAZIONI INTESTINALI
La digestione dei grassi è operata dagli enzimi, ma resa possibile dalla bile, liquido giallo-verde che sta nella cistifellea, un serbatoio annesso al fegato che, 30 minuti dopo il pasto passa il condotto chiamato coledoco e va a spruzzare nell’intestino il suo contenuto. Nell’intestino, per l’azione combinata dei succhi enterici (azione chimica) e dei movimenti peristaltici (azione meccanica), il chimo proveniente dallo stomaco viene trasformato in liquido lattescente chiamato chilo, che contiene in soluzione piccole molecole capaci di attraversare per osmosi la parete intestinale. A questo punto gli amidi (già intaccati in bocca dall’amilasi salivare) sono completamente demoliti in glucosio. Le proteine, già ridotte nello stomaco in peptidi, sono completamente demolite in aminoacidi. Gli acidi nucleici sono decomposti nei nucleotidi che li compongono. I grassi residui sono demoliti in glicerolo e acidi grassi.
LE DEGENERAZIONI NEL CASO DI DIETA ALTO-PROTEICA DI TIPO ONNIVORO-CARNIVORO
Ovvio che quella è la soluzione ideale e virtuale. In realtà, con le diete alto-proteiche animali, la demolizione delle proteine è una chimera, per cui i residui proteici indigeriti causano putrefazione e miasmi insopportabili. A quel punto pure la demolizione degli amidi e dei carboidrati in genere diventa problematica e produce fermentazione alcolica. E da questa degenerazione cibaria nascono problemi a non finire che portano alle diverticoliti, alle retto coliti alla disbiosi intestinale, con proliferazione patologica dei batteri anaerobi e dell’Helicobacter pylori.
L’ASSIMILAZIONE DELLE SOSTANZE NELL’INTESTINO TENUE
L’ultima fase digestiva, prima della evacuazione, è l’assimilazione o l’assorbimento, che è il passaggio nel sangue delle sostanze ottenute tramite la digestione delle macromolecole contenute negli alimenti, cioè glucosio (da amido e zuccheri), aminoacidi (da proteine), glicerolo e acidi grassi Omega3-Omega6 (da grassi), vitamine e sali minerali. Gran parte dell’assorbimento ha luogo attraverso le pareti del digiuno e dell’ileo.
TREMILA VILLI PER CENTIMETRO QUADRATO
Per aumentare la superficie di assorbimento, le pareti intestinali sono sollevate in pieghe o pliche ricoperte da migliaia di sottili estroflessioni a forma di dito, chiamate villi. Ogni villo è lungo 1 mm e ce ne sono 3000 per ogni centimetro quadro. La superficie di ogni villo è ulteriormente aumentata perché le cellule di ciascuin villo hanno la loro stessa membrana sollevata in migliaia di microvilli.
UN CAMPO DA TENNIS DOVE CI GIOCHIAMO LA VITA
Un sistema moltiplicativo di assorbimento che ha del miracoloso e dello stupefacente, per cui la reale superficie assorbitiva equivale a un campo da tennis da 400-600 metri quadri, dove stanno localizzate le 150 centraline linfatiche che costituiscono il cuore e il cervello del sistema immunitario. La peggior cosa che possa succedere a questa delicatissima superficie è quella di intasarla con un velo di collosa caseina, come succede ogniqualvolta l’uomo si latticizza con latte, burro, merendine al latte-cacao, gelati al latte, formaggi e grana. In quel caso, l’assorbimento di tutti i micronutrienti viene rallentato, abbattuto e compromesso, causando devitalizzazione e letargia. Ed è proprio in questo campo da tennis che si gioca l’intera partita e l’intera sfida tra salute e malattia.
VILLI E MICROVILLI, CARTE ASSORBENTI DELLE SOSTANZE NUTRITIVE
Ogni villo è percorso all’interno da una rete di capillari in cui scorre il sangue, dove si riversano il glucosio, gli aminoacidi, i sali e le vitamine. I capillari sanguigni convergono infine in un vaso sanguigno che entra nel fegato, ed è la vena porta epatica. Dopo aver superato la membrana dei microvilli, il glicerolo e gli acidi grassi si ricombinano per formare i trigliceridi, che vanno in un piccolo condotto linfatico. La linfa è un liquido che ha una composizione simile al sangue, ma che è priva di globuli rossi e che più avanti confluisce pure nel sangue.
UN TEMPO DI TRANSITO INTESTINALE CHE SI ALLUNGA TERRIBILMENTE CON LE PROTEINE ANIMALI
Dall’intestino tenue, il chilo procede nell’intestino crasso, e in particolare nel cieco, poi nel colon e poi nel retto, per sboccare all’esterno attraverso lo sfintere anale, un muscolo circolarmente disposto intorno all’orifizio terminale con la funzione di regolarne l’apertura e la chiusura. Nell’intestino crasso le ghiandole della mucosa producono solo muco e non enzimi. Anche se la parete è lubrificata dal muco, il tempo di transito dei materiali intestinali è piuttosto lungo e va dalle 2 alle 7 ore. Ma nel caso di digestioni carnee complicate e difficoltose, il tempo di transito e di liberazione totale può anche quintuplicarsi.
LA PARTE FINALE DEL PERCORSO
Nel crasso avviene il riassorbimento dell’acqua e dei sali minerali, nonché l’eliminazione con le feci del cibo non utilizzato. Il riassorbimento dell’acqua è importante perché, ogni giorno, vengono riversati nel tubo dirigente, sottoforma di succhi digestivi, ben 7 litri di liquido. Se il materiale si muove troppo velocemente lungo il colon si ha scarso riassorbimento idrico, con diarrea e disidratazione. Diarrea si ha anche in caso di infiammazioni intestinali e mancato riassorbimento acqueo. Al contrario, se il movimento è troppo lento, si ha eccessivo riassorbimento e pertanto stitichezza, ovvero difficoltà ad espellere le feci. In questo caso serve più movimento fisico, più acqua nella dieta (soprattutto acqua biologica della frutta e della verdura cruda), e più fibre naturali.
COME REGALARE VITALITÀ E IDROCLORIDRICITÀ AL SISTEMA
Per concludere, ribadiamo l’importanza straordinaria dell’acido cloridrico in fase digestiva. Come incrementare l’acido idrocloridrico nello stomaco? Semplicissimo. Una dieta vitalizzante e cruda, carica anche di tutti gli enzimi che servono a far autodigerire il chimo senza assorbire o rubare micronutrienti all’organismo, senza creare acidificazioni e processi di leucocitosi digestiva, senza pesare dunque sul sistema immunitario e senza spingere in basso il livello salutare di radiazioni del corpo umano, che sta sui 6500 Angstrom, e che la frutta e la verdura spediscono in alto (producendo radiazioni dai 7000 al tetto max di 10 mila Angstrom dell’infrarosso), mentre carni bianche e rosse, latticini, pesce, formaggi, caffè, zuccheri, alcol, farinacei, cibi stracotti, spingono in basso (coi loro livelli da 5000 e giù fino allo zero, verso i colori grigi e verso i raggi X delle onde negative ed ammalanti).
Valdo Vaccaro
si è vero ma l'acidità dei cibi non riesce a superare il sistema tampone del sangue per esempio,per scatenare un'acidosi metabolica servono situazioni ben più gravi…pensa ai pazienti operati in laparoscopia in cui immettiamo direttamente CO2 nella cavità addominale…quello può provocare acidosi…
Davvero interessante,complimenti
io ormai,quando ho un problema leggo le tesi del grande valdo,al posto di andare dal dottore e ha sempre ragione 😉