LETTERA
DELUSIONI COCENTI DAL SISTEMA SANITARIO
Salve, sono Francesca, mamma di Sveva, una bimba di quasi 11 anni che improvvisamente la mattina del 21 gennaio 2014 non è stata più in grado di camminare causa blocco totale piede dx. Dal 24 gennaio giro l’Italia per cercare di capire e risolvere il problema di mia figlia e comincio a essere stanca ed amareggiata dal Sistema Sanitario.
IPOTESI DI DISTROFIA E DI IPOTERMIA
Attraverso una scintigrafia ossea polifasica e trifasica eseguita il 03 febbraio 2014 le è stata diagnosticata dal medico nucleare dell’Ospedale Civile Monticelli di Ascoli Piceno, un’algodistrofia, confermata senza troppe indagini all’Istituto Neurologico Nazionale di Pavia che ha aggiunto il termine “fredda” alla parola algodistrofia dopo aver valutato al tatto che la gamba dx di mia figlia era ai limiti dell’ipotermia.
IL GIRO D’ITALIA DI CLINICHE, OSPEDALI E SPECIALISTI DI PRESTIGIO
Ho iniziato una terapia naturale indicatami a Pavia, ossia bagni al piede con acqua bollente alterni ad acqua fredda per almeno 10 minuti mattina e sera, passeggiate a piedi nudi sulla sabbia e impacchi con unguento al mentolo alternato a unguento al peperoncino la sera, senza risultati. Disperata per lo stato sempre più preoccupante di mia figlia, il giorno 08 marzo sono partita e arrivata al pronto soccorso del Gaslini a Genova, all’interno del quale sono riuscita a farci ricoverare, restando degenti fino al 01 aprile.
RISONANZE, RADIOGRAFIE, ATTESE ED ESAMI A NON FINIRE
Durante i giorni di ricovero speravo di trovare un’equipe capace di studiare e comprendere la causa effettiva di questo improvviso handicap di mia figlia. Invece, delusione totale. Il Primario che doveva seguirci ha passato la palla ad altra dottoressa che confermato l’algodistrofia senza approfondire, senza andare a studiare le cause. In 25 giorni di ricovero sono state eseguite, dopo mie ripetute contestazioni, una radiografia e una risonanza magnetica senza contrasto alla colonna vertebrale, oltre a 10 minuti esatti di psicomotricità e 7 bagni al piede con acqua e ultrasuoni per 15 minuti ogni volta.
IPOCRISIE E FALSITÀ NEI REPORT MEDICI
Ci hanno dimesso dopo i 10 minuti di psicomotricità non appena notati gli sforzi di Sveva a camminare pur con dolore atroce al piede alternato a perdita completa di sensibilità, e scrivendo persino sul foglio delle dimissioni cose assolutamente non vere come “significativo miglioramento clinico fino all’attuale completo recupero della normale attività motoria”. Bassezze e mediocrità da non credere!
NUOVE IPOTESI DI NEVRITE, ARTERITE ED HERPES ZOSTER
Il 07 aprile sono tornata a Genova questa volta per sentir il parere di un medico chirurgo omeopata, il quale attraverso un macchinario a me sconosciuto dotato di elementi in ottone (Imprint Agupro), per una terapia frequenziale, ha sostenuto che Sveva è affetta da una nevrite e un’arterite acutissime, che stanno invadendo altre parti del corpo, causate da un herpes zoster alle arterie della gamba. Ci ha prescritto una cura omeopatica da seguire per 30 giorni.
NIENTE HERPES MA PERDITA COMPLETA DI SENSIBILITÀ
Sveva nell’ultima settimana accusa dolori atroci anche alla gamba, fino al ginocchio. I dolori si alternano a perdita completa di sensibilità. Senza essere consigliata da altri medici, ho fatto fare a Sveva un prelievo del sangue per confermare la presenza dell’herpes. Mercoledì 30 aprile ho avuto gli esiti. Non esiste nessun tipo di herpes all’interno del corpo di mia figlia. Martedì scorso 29 aprile ha perso completamente la sensibilità della gamba dx e deve ancora riacquistarla.
NON PERDITA DI SENSIBILITÀ MA SOLO ALTERAZIONI
I medici mi hanno riferito che l’algodistrofia non prevede perdita completa di sensibilità ma solo alterazione, così come non prevede sblocchi completi di dolore come sono avvenuti in più situazioni, attraverso mie massaggi alla schiena o alla gamba. Prevede un cambio colore cutaneo cosa che a Sveva non accade. Lei ha soltanto ipotermia.
VOGLIO SOLO ESSERE CONSIDERATA DA QUALCUNO CHE SAPPIA DAVVERO PRENDERSI CURA DI MIA FIGLIA
Cerco qualcuno che non mi risponda che si tratta di questo o di quello. Che non mi parli di algodistrofia calda o fredda perché non sa e non vuole andare oltre. Chiudo il mio logorroico riassunto scrivendo che per ogni contatto medico avuto ho dovuto far fronte a un dispendio euro molto elevato, considerando le mie possibilità economiche indecenti. Sono mamma separata con due figlie completamente a suo carico, Sveva di 11 e Sofia di 14 anni.
CERCO QUALCUNO CHE MI POSSA AIUTARE
Lavoro come libera professionista grafica fotografa e illustratrice e negli 4 mesi sono rimasta terribilmente indietro con il lavoro, nonostante lo porti con me ovunque vada. Sono pronta a qualsiasi sacrificio purché sia per il bene vero di mia figlia. Sono stanca di dover assistere e vivere situazioni basate esclusivamente a riscontri venali. Ringraziandola anticipatamente del tempo dedicatomi, attendo una Sua sensibile risposta. Grazie.
Francesca
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RISPOSTA
LEGGI NATURALI E REMISSIONE SPONTANEA DELLE MALATTIE
Ciao Francesca. Un saluto ovviamente anche alla Sveva che sicuramente si riprenderà e guarirà presto, non grazie ad aiuti esterni di tipo umano sempre approssimativi, fallaci, scorretti e presuntuosi, ma grazie alla magia infallibile dei meccanismi immunitari adeguatamente rispettati e facilitati. Non sto millantando ed illudendo nessuno. Esistono leggi naturali ed esiste la remissione spontanea delle malattie, se solo sappiamo capirle e se solo evitiamo di interferire con gli apparati autiguaritivi interni. In più siamo di fronte a una bambina giovane che ha tutta la forza per riprendersi. La forza esplosiva della natura in tarda primavera le darà ulteriore aiuto.
SVEVA CAMMINERÀ NORMALMENTE ENTRO POCHI MESI
Dò la garanzia di fronte a tutti voi che la Sveva tornerà come nuova in pochi mesi. Pongo soltanto come condizione:
- che la Francesca si dia una calmata e non vada più in giro da nessuna parte, ma rimanga tranquilla a casa sua, porti la Sveva a passeggiare lentamente e con prudenza, assistita da adeguata stampella, e a prendere il sole, meglio se su una spiaggia non lontana,
- che la Francesca si dimentichi dei medici e degli omeopati e li perdoni, visto che quello è il loro sistema e da lì nessuno li smuove,
- che si studi almeno le tesine che ho segnalato, ma possibilmente anche tutto il resto, e che segua giornalmente quanto pubblico.
- Che applichi con regolarità il quadro salutistico della Health Science, che è fatto dal solito decalogo.
DECALOGO SALUTISTICO DELLA HEALTH SCIENCE
Il decalogo rimane quello solito:
- Fare moto regolarmente con l’aiuto di bastoni per chi non ce la fa.
- Camminare e respirare, muovendo ed esercitando in particolare le dita del piede con esercizi tipo le ballerine
- Esporsi al sole integralmente il più possibile e senza timore riparandosi dal vento.
- Bagni di mare, sabbiature, bagni caldi e freddi alternati ai piedi.
- Adottare dieta sobria, non-violenta e vegana-fruttariana-crudista puntando ad alti livelli 80-90% almeno.
- Stop totale a carne, pesce, uova, latticini, zuccheri industriali evidenti e nascosti, aspartame, cole, bevande pastorizzate, cibi in scatola, verdure cotte, cibo e bevande-spazzatura, merendine, cioccolatini, caramelle, gelati al latte (OK per quelli alla soia).
- Fare il pieno di frutta di stagione tipo fragoline, mirtilli, nespole, college, albicocche, peschenoci, meloni, mirtilli, e qualunque cosa appaia sulle bancarelle degli ortofrutta e nel proprio orto, o in quello dei vicini, non scordando le verdure di campo tipo tarassaco, ortiche, crescione, acetosa, selene.
- Massima fiducia in se stessi e nelle capacità guaritive del proprio organismo.
- Pensiero positivo.
- Autostima e sorriso, lasciando da parte inutili rivendicazioni e nervosismi e sentimenti di odio e rivalsa.
IPOTERMIA COME IPOTESI NUMERO UNO
Non so chiaramente se il problema sia davvero e soltanto l’ipotermia. Teniamo comunque tale ipotesi per buona e ragioniamoci sopra. L’ipotermia comporta perdita di calore corporale verso l’ambiente esterno, attraverso fenomeni come:
- Radiazione, ovvero perdita di calore verso l’ambiente per il gradiente di temperatura.
- Conduzione, attraverso diretto contatto tra oggetti e trasferimento molecolare di energia termica. L’acqua conduce il calore 25 volte più velocemente dell’aria perché ha una maggiore capacità termica, tanto che restare asciutti significa restare vivi. L’acciaio poi conduce calore, o anche gelo secondo i casi, ancora più velocemente dell’acqua. La conduzione è responsabile per il 2% della perdita totale di calore. Tuttavia, con i vestiti bagnati o umidi, la perdita è accresciuta di cinque volte.
- Convezione, ossia processo di conduzione in cui uno degli oggetti a contatto è in movimento. Le molecole presso la superficie sono riscaldate, si muovono via, e sono rimpiazzate da nuove molecole che sono a loro volte riscaldate, e così via. Il flusso di calore convettivo dipende dalla densità della sostanza che si muove e dalla sua velocità. La convezione in acqua è maggiore che nell’aria aria. Il Fattore Vento è un esempio dell’effetto convettivo dell’aria.
- Evaporazione, cioè perdita di calore per convertire l’acqua da liquido in gas.
- Perspirazione insensibile per mantenere l’umidità ad un livello del 70% vicino alla pelle, specie in un ambiente freddo e asciutto.
- Sudorazione, ossia evaporazione di acqua per rimuovere calore in eccesso.
- Respirazione, dove l’aria viene riscaldata quando entra nei polmoni ed esalata con un alto tasso di umidità.
DISIDRATAZIONE E QUINDI CORPO PIÙ SUSCETTIBILE AL FREDDO
È importante riconoscere la connessione fra il livello dei fluidi nel corpo, la perdita di fluidi, e la perdita di calore. Quando fluidi corporei vengono persi tramite i vari processi evaporativi, il volume complessivo è ridotto, e ciò porta alla deidratazione. Questa riduzione del livello di fluidi corporei rende il corpo più suscettibile alla ipotermia e agli altri malanni da freddo.
TEMPERATURA CORPOREA
Il calore è sia richiesto che prodotto a livello cellulare. L’ambiente agisce come un fattore di riscaldamento o di raffreddamento sul corpo. Il corpo deve essere in grado di generare calore, ritenere calore, e dissipare calore a seconda della attività fisica e della temperatura ambiente. La temperatura corporea è una misura del metabolismo, cioè del livello generale di attività chimica all’interno del corpo. La temperatura ottimale per le reazioni chimiche nel corpo è di 37 gradi. Ogni temperatura inferiore a 37 gradi può aver a che fare con ipotermia, come ipotermia degli anziani in case fredde, o i problemi di circolazione periferica e congelamenti locali, tipo i geloni.
LIMITI INFERIORI E SUPERIORI TOLLERATI
Oltre i 40.5 gradi molti enzimi corporei si denaturano e le reazioni chimiche non possono aver luogo in modo normale. Si parla di iperpiressia estrema con temperatura superiore ai 41 °C. La febbre raramente supera i 42 °C , che è poi la massima temperatura considerata compatibile con la vita, anche se, per periodi di tempo molto limitati, è possibile sopravvivere con una temperatura corporea di 43 °C, oltre la quale si muore. Sotto i 37 gradi le reazioni chimiche sono rallentate, con varie complicazioni che possono pure portare alla
RIGIDITÀ MUSCOLARE E SINTOMI DI IBERNAZIONE
La rigidità muscolare subentra poiché:
- Circolazione periferica ridotta, per cui acido lattico e CO2 si accumulano nei muscoli,
- Pallore cutaneo,
- Dilatazione delle pupille,
- Riduzione del polso,
- Ibernazione a 32 gradi, con chiusura della circolazione corporea, e riduzione del ritmo di respiro e del battito cardiaco,
- Congelamento metabolico a 30 gradi, dove la persona sembra morta ma è ancora viva. quando non si riesce a sollevarsi rapidamente dai limiti minimi eccezionali tipo i 30°C.
REGIA DEL SOLITO IPOTALAMO
L’ipotalamo è il principale centro del cervello per la regolazione della temperatura corporea. È sensibile a cambiamenti della temperatura del sangue di 0.5 gradi, e reagisce a impulsi nervosi che gli arrivano da nervi terminanti nella pelle. La temperatura interna è la temperatura essenziale al ritmo metabolico globale del corpo.
REGOLAZIONE TEMPERATURA CON VASODILATAZIONE E VASOCOSTRIZIONE
La regolazione calorica avvenne tramite:
- Vasodilazione, crescita del flusso superficiale di sangue, crescita della perdita di calore, quando la temperatura esterna è inferiore alla temperatura corporea. Alla massima vasodilatazione, il flusso cutaneo di sangue può arrivare a 3000 ml/min, mentre il flusso medio è di 300-500 ml/min.
- Vasocostrizione, o riduzione del flusso sanguineo alla periferia, e pertanto riduzione della perdita di calore. La massima vasocostrizione può ridurre il flusso cutaneo a 30 ml/min.
- Sudorazione, o raffreddamento corporale attraverso raffreddamento evaporativi.
- Tremori, generanti calore mediante le reazioni chimiche richieste per l’attività muscolare. Possono accrescere al massimo la produzione di calore del 500%. Tuttavia questo effetto è limitato ad alcune ore a causa dell’esaurimento delle riserve muscolari di glucosio e dell’instaurarsi della fatica.
- Aumento e Riduzione dell’attività fisica, con corrispondente aumento o riduzione nella produzione di calore.
- Risposte comportamentali, tipo aggiungere o togliere strati di vestiario protettivo.
CONDIZIONI CHE PORTANO ALL’IPOTERMIA
Si arriva alle crisi caloriche da freddo con:
- Temperature fredde,
- Vestiario ed equipaggiamento inadatti,
- Umidità,
- Fatica ed esaurimento,
- Deidratazione,
- Scarsa assunzione,
- Scarsa assimilazione di cibo,
- Ignoranza dell’ipotermia,
- Assunzione di alcol causatore di vasodilatazione.
SEGNALI E SINTOMI DI IPOTERMIA
Le conseguenze e i segnali includono:
- Difficoltà a muoversi, a parlare, a connettere, e questo può succedere con leggera ipotermia, ossia temperatura interna fino a 35.5 gradi.
- Tremori involontari.
- Impossibilità a fare azioni motorie complesse, tipo arrampicare e sciare, mentre si riesce a parlare e camminare.
- Vasocostrizione periferica con moderata ipotermia e temperatura interna fino a 34 gradi.
- Riduzione della coscienza.
- Perdita di coordinazione motoria fine, in particolare alle mani e ai piedi, a causa di ridotta circolazione periferica.
- Parlata disarticolata.
- Tremori violenti.
- Comportamento irrazionale, dove il soggetto inizia paradossalmente a togliersi i vestiti, fregandosi dichi lo guarda.
- Severa ipotermia, con temperatura interna fino a 30 gradi e possibilità di morte.
CONDIZIONI PIÙ CRITICHE
I tremori si succedono in ondate, violente, con pause che diventano sempre più lunghe finché i tremori cessano. Essendo il calore del glicogeno muscolare insufficiente a controbilanciare la caduta continua di temperatura interna, il corpo smette di tremare per conservare glucosio. La persona a quel punto cade a terra, non può camminare, si raggomitola in posizione fetale, per conservare calore.
CONCETTO LEZAETIANO DI EQUILIBRIO TERMICO
La Dottrina Termica è quella scienza che insegna il modo per mantenere o recuperare la salute mediante il riequilibrio delle temperature interne ed esterne del corpo. Per Manuel Lezaeta, l’arte di recuperare la funzionalità completa del corpo non è questione di farmaci e operazioni, di antibiotici e di antivirali, di erbe ed omeopatia, di applicazioni elettriche, massaggi, agopuntura e simili. Tutto è incentrato invece sulla febbre, che è un fenomeno di natura infiammatoria e congestiva. Fenomeno che si origina per reazione nervosa e circolatoria, quando i nervi sono irritati e stanchi, soggetti a un lavoro superiore alle loro possibilità.
IL FATTORE PATOLOGICO STA NELLA FEBBRE GASTROINTESTINALE CHE ANEMIZZA LE ESTREMITÀ PRIVANDOLE DI FLUSSO SANGUIGNO
In pratica, la mancanza di salute non è opera del microbo, dell’allergia, del sistema immunitario, ma della febbre interna ossia della febbre gastrointestinale che richiama sangue in zona ventrale e lascia le periferie corporali anemiche, prive di sangue e di nutrizione, fredde e denutrite, indebolendo le funzioni della pelle che fa anche da secondo rene e da secondo polmone dell’organismo.
SCEGLIERE BENE IL PROPRIO CIBO E IL PROPRIO STILE DI VITA
Per stare bene servono buone digestioni e non iniezioni. L’alterazione termica è il punto di volta della salute, legato alle condizioni qualitative del sangue. La febbre esterna percepibile e misurabile con normale termometro è utile ed auto-curativa in quanto favorisce l’eliminazione delle impurità e delle tossine, per cui non si deve toccare, contrastare ed eliminare. La febbre interna invece, chiamata anche surriscaldamento intestinale, indebolisce ed annienta le sue inconsapevoli vittime, intossicandole, ostruendole e denutrendole, alterandone i processi digestivi, innescando putrefazioni, fermentazioni e acidificazioni.
NIENTE CURE MEDICHE MA SOLO RIEQUILIBRIO E NORMALIZZAZIONE
Anche Lezaeta, in perfetta linea con la Health Science, muove una critica pesantissima alla medicina. Non si deve curare ma sempre e solo normalizzare, ridando funzionalità organica e ricollocando il paziente in equilibrio termico interno. Non esistono decine di migliaia di malattie come pretende di enumerare la corporazione medica. I microbi poi sono agenti di vita e di salute, giammai agenti di malattia e di morte. Contribuiscono alla sinergia e all’armonia, nonché all’ordine dell’universo.
SOLTANTO LA FORZA VITALE INTERNA È IN GRADO DI RIDARE FUNZIONALITÀ AL SISTEMA
Se perdiamo la salute o la funzionalità di qualche organo, l’agente che realizza la cura è la forza vitale in possesso del paziente. La forza vitale è l’energia nervosa che dipende dalla salute dei nervi che sono anch’essi nutriti dal sangue. Un sangue sano produce tessuti sani e nervi sani, mentre l’impurità, la densità, la lipotossicità del sangue indebolisce la potenza nervosa. Il sangue sano si produce solo mediante digestioni rapide e funzionali.
CONCETTI BALORDI SU SALUTE E MALATTIA DA PARTE DEL SISTEMA SANITARIO
Tutte le attività difensive, eliminative e depurative dell’organismo diventano per la medicina ufficiale delle infermità, delle malattie. Per i medici è un male avere la febbre, avere il vaiolo, l’eruzione, l’herpes, il catarro, il raffreddore. Secondo il loro bizzarro credo e il loro comico, goffo e grottesco modo di vedere le cose, la salute perfetta sarebbe quella priva di sintomi e priva di asterischi nel loro quadrante delle analisi sanguigne. Seguendo tale criterio, la salute perfetta sarebbe quella del cadavere. Non è casuale che molta gente finisca al cimitero con tanti bei capelli in testa e con tutti i valori delle analisi stranamente entro il range, esclusa ovviamente la temperatura corporale e la circolazione.
LE TEORIE MILLENARIE DELLA HEALTH SCIENCE PITAGORICO-IPPOCRATICA-GALENICA-LEONARDESCA NON FANNO UNA GRINZA
Al contrario, per la Health Science e per la Medicina Naturale Pitagorico-Ippocratica, che nella fattispecie è anche valdiana, se mi è concesso dirlo, qualsiasi sintomo corporale rappresentar una attività difensiva, benefica, espulsiva e salvatrice dell’organismo. Salute spirituale e salute corporale si fondono in uno stato comune di armonia. La medicina medicamentosa e interventista ha come obiettivo la malattia, il mantenimento e il peggioramento della malattia da stato acuto in stato cronico, da malattia originaria amica in malattia iatrogenica (medico-causata e medico-aggravata). Al contrario, la Scienza della Salute rappresenta un’attività difensiva e salvatrice dell’organismo.
CONTINUANDO A CERCARE CURE SUL SINTOMO NON SI CAVERÀ UN RAGNO DAL BUCO
Chiaro che il via Crucis della bambina Sveva, alla luce di quanto sopra, appare meno strano e meno angoscioso di quanto sembri. Continuando a girare da uno specialista all’altro, nel vano e sterile tentativo di combattere un sintomo nato per determinati fattori causanti mai accertati, la povera mamma Frtancesca continuerà a buttare via tempo, soldi e voglia di vivere.
ALGODISTROFIA COME IPOTESI NUMERO DUE
Eureka, esultano i medici. Sembra che finalmente sia stato individuato un trattamento efficace per l’algodistrofia, malattia per la quale in passato erano stati proposti con scarsi risultati gli interventi più svariati, fino ad arrivare in casi estremi addirittura all’amputazione. Sebbene si tratti di una condizione relativamente rara, l’algodistrofia è molto temuta soprattutto dagli ortopedici, visto che può complicare traumi, fratture, ma anche manovre diagnostiche e terapeutiche come l’artroscopia.
SINTOMI ALLE MANI E SOPRATTUTTO AI PIEDI
L’algodistrofia è caratterizzata dal dolore che di solito è sproporzionato rispetto al normale decorso dell’evento clinico che ne è la causa, spiega Luigi Sinigaglia, specialista reumatologo, nonché Presidente SIOMMMS, Società Italiana Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro. Interessa quasi sempre la mano o il piede e associa al dolore sintomi particolari come disturbi della sensibilità, incapacità al movimento, edema e arrossamento locale.
UN DOLORE MOLTO FORTE
A parità di stimolo doloroso questi pazienti sentono molto più dolore di quanto non dovrebbero, per una condizione definita come iperalgesia. Avvertono dolore anche per uno stimolo non doloroso chiamato allodinia. Basta che vengano appena sfiorati sulla regione interessata per avvertire un intenso dolore, spiega l’esperto.
DISTURBO DI NATURA CIRCOLATORIA
Una caratteristica dell’algodistrofia, il cui sviluppo viene ricondotto a un disturbo circolatorio locale a livello dell’osso interessato, con conseguente carenza di ossigeno nell’osso colpito e acidosi, è la presenza nel segmento osseo di una severa osteoporosi. Nell’algodistrofia in fase florida c’è una tremenda demineralizzazione dell’osso. Se si misura il contenuto minerale di un piede colpito dalla malattia troviamo una perdita del 30-40% di contenuto minerale rispetto al piede opposto. La decalcificazione può diventare tanto importante che il paziente può andare incontro a fratture spontanee. L’osservazione della presenza di questa severa osteoporosi ha aperto la strada a un trattamento della malattia completamente diverso da quelli eseguiti in passato e che sfrutta la capacità che hanno i bisfosfonati, la famiglia di farmaci comunemente impiegati nella cura dell’osteoporosi, concentrati zin quantità molto elevate nelle aree in cui l’osso è sottoposto a maggior rimodellamento, come appunto avviene nell’algodistrofia.
I SOLITI OBIETTIVI FASULLI, CUROMANI ED IRRISOLVENTI DELLA MEDICINA, VOLTI SOLO A TRONCARE IL SINTOMO
Non tutti i farmaci vanno bene, riconosce l’intervistato. Risultati particolarmente incoraggianti vengono proprio da uno studio italiano in cui 81 pazienti sono stati trattati con quattro infusioni di un bisfosfonato, il neridronato, o con un placebo. Già dopo 20 giorni dall’inizio della terapia si ha un netto vantaggio a favore del farmaco e il dolore crolla quasi a zero dopo 40 giorni puntualizza Sinigaglia. Per quanto riguarda poi la percentuale di pazienti che hanno avuto una riduzione del dolore superiore al 50% questa si è verificato nel 72% dei pazienti che ricevevano neridronato e solo nel 30% dei pazienti trattati con placebo. L’illustre docente non dice una parola sulla dannosità dei farmaci, sul fatto che acidificano il sangue e il sistema, apportando danni e devastazioni.
LO STESSO GARATTINI CONDANNA IL FENOMENO
È in aumento in Italia il consumo di fosfonati perché largamente prescritti per la prevenzione dell’osteoporosi alle donne che entrano in menopausa. “Come se questa patologia fosse drammaticamente aumentata nel nostro Paese e con tali prescrizioni si evitassero chissà quante fratture”, osserva Silvio Garattini, direttore del Mario Negri, e non certo nemico di Big Pharma. Tanto più che, da uno studio condotto all’Università di Tampere (Finlandia), pubblicato il 17 gennaio 2008 sul British Medical Journal, emerge che 8 fratture su 10 avvengono in persone che non hanno osteoporosi, e che la causa di 9 fratture su 10 è una caduta per cui non si può prevenire con farmaci.
EFFETTI COLLATERALI SPESSO GRAVI
Gli effetti collaterali possono essere ulcere esofagee e gastriti, dermatiti, febbre, diminuzione dei globuli bianchi, congiuntiviti, aritmie cardiache, ipocalcemia. Quello più temibile, anche se apparentemente raro, è l’osteonecrosi mandibolare, attribuibile allo stimolo molto forte esercitato da questi farmaci sul tessuto osseo che nella mandibola è in continuo rimodellamento per la presenza dei denti.
FARMACI CHE PRODUCONO MODIFICAZIONI DEL TESSUTO OSSEO
La situazione necrotica può anche rimanere non conclamata finché non sia complicata da alterazioni gengivali o dentali e scarsa igiene, che facilitano la penetrazione di batteri nella matrice ossea dando luogo a processi settici e fistole. Non sappiamo quali conseguenze possa avere a lungo termine la modifica del tessuto osseo che questi farmaci provocano. il timore è che possa condurre alla necrosi di altre ossa. L’allarme è stato lanciato fin dal 2005 dalla FDA Food and Drug Administration statunitense. E gli stessi produttori dei farmaci hanno segnalato nel 2004, con lettere informative ai medici e con un’avvertenza inserita nella scheda tecnica del medicinale, il rischio di questo effetto collaterale che spesso si manifesta dopo un trattamento odontoiatrico.
BIFOSFONATI NEI DETERSIVI, NEI DENTIFRICI E NELLE MESCOLE CHEMIO
I bifosfonati, utilizzati in passato nella produzione di detersivi e dentifrici, oltre che in agricoltura, dal 1990 si usano come farmaci per il trattamento di metastasi ossee e dell’osteoporosi. Processi metastatici con erosione dell’osso possono venire contrastati e attenuati, con consolidamento dello stesso, riduzione delle fratture patologiche e del dolore, somministrando bifosfonati ad alto dosaggio per endovena in associazione con la chemioterapia.
L’ELEVATO CONSUMO DI FARMACI È UN FATTO SCANDALOSO ED AUTOLESIONISTA
Secondo i ricercatori australiani dell’Università di Newcastle è stato trasformato in malattia quello che è soltanto un fattore di rischio, al solo scopo di vendere test e medicinali a persone relativamente sane. Concorda Garattini, che spiega l’elevato consumo di questi farmaci in ambito non-oncologico con la straordinaria pressione esercitata sui medici dall’industria farmaceutica tramite gli informatori scientifici. I medici, di fronte a tale bombardamento, aggiunge sempre Garattini, reagiscono come farebbe qualsiasi comune mortale, ossia li prescrivono. Se le industrie spendono per la promozione oltre il 30% del prezzo del farmaco, vuol dire che hanno un ritorno superlativo.
I FARMACI TUTTI, INCLUSI I FOSFONATI, COMPORTANO DANNI E DEVASTAZIONI
Il guaio è che, come tutti i medicinali, anche i fosfonati producono seri effetti collaterali. Per qualche tempo sono stati ritenuti a rischio di osteonecrosi mandibolare i soli pazienti oncologici, perché tale necrosi era stata descritta per la prima volta nel 2002 all’Università di Miami in un paziente con metastasi ossee. Oggi i rischi vengono estesi a chiunque ne faccia uso. Quando non si hanno dati sufficienti per definire il rapporto rischio-beneficio, è saggio:
- limitare l’uso del farmaco ai casi di indiscussa necessità,
- sospendere la somministrazione in vista di un trattamento dentale,
- ricorrere per gli altri casi alle alternative disponibili. Per la prevenzione dell’osteoporosi diversi studi hanno provato l’efficacia di Calcio associato a vitamina D. Ma non si usano perché costano pochissimo.
RIMEDI NATURALI ALLE DEMINERALIZZAZIONI
Se il problema è di tipo algodistrofico, infiammatorio da sangue viscoso e lipotossico, reumatico e demineralizzante, esistono i rimedi naturali di contrasto. L’iperviscosità sanguigna si contrasta con alghe, arance e agrumi, pomodoro, segale, verdure crude e succhi in generale. La demineralizzazione si contrasta con ananas, arancia, asparago, barbabietola, carota, cavolo, ciliegia, dattero, fragola, frumento, funghi, lattuga, mandorla, mela, orzo, ravanello, rapa, ribes, sedano, soia, uva. Il reumatismo si contrasta con acetosa, alghe, asparago, bietole, carciofo, carota, cavolo, ciliegia, crescione, fagiolo, finocchio, lampone, mela, melone, nespola, oliva, pera, pomodoro, porro, prezzemolo, prugna, rafano, ravanello ribes, sedano, tarassaco, topinambur, uva. Il rachitismo e l’osteoporosi si contrastano con albicocca, alghe, carota, cavolo, noce, oliva, ravanello soia, spinacio.
Ricordarsi però che le verdure, quando cotte, si ritrovano con minerali non più organicati-solari ma inorganici-terranei, che vanno a depositarsi un po’ dovunque e persino nel cervello (vedi sideremia cerebrale).
NEVRITE O NEVRALGIA O NEURITE, IPOTESI NUMERO TRE
Sintomo determinato da un processo infiammatorio che si localizza a livello di uno o più nervi (mononevrite, polinevrite), con frequente interessamento del ganglio e della radice nervosa spinale corrispondente, in caso di ganglio-reticolonevrite. Il termine vale anche per indicare affezioni di natura non infiammatoria, chiamate neuropatie, determinate da processi degenerativi delle fibre nervose o delle rispettive guaine.
ALTERAZIONI A CARICO DELLE GUAINE PROTETTIVE
Nelle nevriti propriamente dette le alterazioni patologiche si osservano soprattutto a carico delle guaine connettivali dei nervi, specialmente dell’epinervio (guaina di tessuto che avvolge e protegge i nervi) e del perinervio (membrana connettivale, ricca di fibre collagene ed elastiche, che avvolge come una guaina i fasci nervosi), e consistono nella presenza di infiltrati di cellule infiammatorie, soprattutto linfociti, con possibile comparsa successiva di alterazioni degenerative delle fibre nervose.
MONONEVRITI E POLINEVRITI
Mentre le mononevriti sono in genere la conseguenza di cause irritative locali, tipo traumi e alterazioni artritiche della colonna vertebrale, le polinevriti esprimono l’interessamento del sistema periferico da parte di una condizione patologica generale tipo lebbra o difterite. La presenza di un processo infiammatorio comporta disturbi:
- nella conduzione degli impulsi lungo le fibre nervose, per cui nelle nevriti si manifestano disturbi della motilità, tipo paresi e paralisi,
- disturbi della sensibilità, tipo dolori, parestesie, anestesie nei territori innervati,
- perdita dei riflessi e disturbi del trofismo cutaneo trofismo cutaneo che indica lo stato generale della pelle alla vista e al tatto, nelle sue proprietà di elasticità e turgore.
TROFISMO CUTANEO
Il trofismo cutaneo dipende da numerosi fattori, come il contenuto di acqua e lipidi della cute, la quantità e la qualità delle strutture di sostegno a livello del derma e lo spessore del tessuto sottocutaneo. Può subire delle modificazioni in presenza di inestetismi tipo (rughe, macchie, eccesso di sebo) o in seguito a invecchiamento.
DEFINIZIONE E SINTOMI DELLE PARESI
La paresi è invece un disturbo che consiste in una diminuzione parziale della motilità di un distretto muscolare. Si distingue dalla plagia o paralisi in cui vi è la perdita completa non irreversibile dell’attività motoria. Il termine paralisi viene spesso usato ed inteso per tutte le forme di paresi (paralisi parziali) e di plegie (paralisi totali). Le paresi si manifestano con la perdita della forza e lieve ipotonia muscolare, e possono interessare un solo arto (monoparesi) o entrambi gli arti dello stesso lato (emiparesi), oppure i due arti inferiori (paraparesi), oppure tutti i quattro gli arti (tetraparesi).
FATTORI CAUSANTI NEL SETTORE PARESI
Una paresi è dovuta a compromissione parziale delle vie nervose motorie piramidali, e si manifesta soprattutto in caso di lesioni circoscritte della corteccia cerebrale, ove le cellule motorie sono distribuite su un’ampia area. Spesso le paresi costituiscono un disturbo reversibile, suscettibile cioè di regredire in un tempo più o meno lungo, sia per remissione naturale e spontanea che per la svolta netta che il paziente sarà disposto a fare nella sua vita quotidiana, in termini di comportamento e di alimentazione.
ARTERITE, IPOTESI NUMERO QUATTRO
Arterite è un termine generico con cui si indicano le lesioni di natura infiammatoria, acute o croniche, a carico delle arterie. La flogosi può portare a manifestazioni ischemiche, cioè a necrosi della parete e successiva proliferazione del tessuto connettivo, con stenosi o trombosi del vaso colpito, o a distruzione della lamina elastica con successiva formazione di aneurismi parietali che possono andare incontro a rottura e a manifestazioni emorragiche.
ORIGINE PRIMARIAMENTE IATROGENA O MEDICO-CAUSATA DELLE PATOLOGIE CRONICHE
Nella maggior parte dei casi invece le arteriti sono croniche e di origini iatrogene (medico-causate e medico-peggiorate e vengono meglio definite come vasculiti. La medicina tende a classificarle spesso come auto-immuni, come batterico-viraloi, come allergiche e genetiche,ma la scienza igienistica rifiuta totalmente questo tipi di interpretazioni. Tra le arteriti croniche ricordiamo le principali a carico:
- dei piccoli vasi (porpora di Henoch Schonlein, arterite di Wegner, di Churg-Strauss), dei medi vasi (pararterite nodosa, Morbo di Kawasaki)
- dei grossi vasi (arterite temporale e di Takayasu) e la trombo-angioite obliterante chiamata anche morbo di Buerger.
GLI ORTOPEDICI SANNO TUTTO SU OSSA E MUSCOLI, MA POCO SUL SANGUE E SUL COME ESSO SI COSTRUISCE
Cos’è che infiamma e addensa il sangue se non la stitichezza e le digestioni lunghe? Cos’è che ingrossa la milza se non una moria abnorme di cellule sanguigne e linfatiche (da debolezza e da leucocitosi continue)? Cos’è che ingrossa il fegato? Cos’è che complica il filtraggio renale? La causa è sempre la stessa e si chiama alimentazione carnea o comunque iperproteica, alimentazione disordinata e carica di cibi e bevande-spazzatura.
IL DOGMA DELLE PROTEINE IMPEDISCE OGNI RAGIONAMENTO
Esistono ottimi articoli di provenienza medica su internet, ed è un peccato che alla loro tecnica non si assommi pure quel quid di illuminazione necessario a far quadrare il cerchio. Siamo d’accordissimo che l’artrite vada conosciuta, affrontata con determinazione e consapevolezza. Se abbiamo però in testa il dogma delle proteine, e magari di quelle nobili, non caviamo un ragno dal buco.
L’INFIAMMAZIONE DELLA MEMBRANA SINOVIALE
Tutto può iniziare in modo subdolo, con un dito, una caviglia o un ginocchio gonfio, con una febbre e un esantema cutaneo, con impedimenti al movimento, con dolori articolari e zoppicamento soprattutto al risveglio. Cosa sta succedendo? La membrana sinoviale (che riveste internamente le articolazioni) si infiamma, vi affluisce più sangue, la parte si congestiona, si gonfia e si arrossa, e fa pure male.
L’AGGRESSIONE IMMUNITARIA E GLI AUTO-ANTICORPI
Ed è proprio lì che avverrebbe l’auto-aggressione del sistema immunitario “iperattivo e disattento al punto da non distinguere le proprie cellule dalle tossine da colpire”. Le prove starebbero nella presenza di auto-anticorpi responsabili della mediazione immunologica del danno tissutale.
COS’È IN REALTÀ CHE INFIAMMA ED AVVELENA IL LIQUIDO SINOVIALE? IL MONDO È PIENO DI FOLLI ANCHE TRA I MEDICI, MA LA NATURA NON È MAI FOLLE.
Madre Natura non sbaglia in quanto segue leggi precise e garantite da esistenza funzionale millenaria.
La descrizione dei fenomeni secondo la visuale medica, può apparire corretta, ma raramente lo è. Fotografare le cose non le spiega e non le interpreta. Come mai il liquido sinoviale si infiamma? A questo i medici non rispondono. Ed è il punto cruciale di tutta la faccenda. Per l’igiene non si tratta di follia immunitaria del sistema protettivo ma, al contrario, di saggezza immunitaria. Il liquido sinoviale infiammato è il sintomo nonché il campanello d’allarme dell’intossicazione cronica in atto. Una intossicazione artritica che non va certo curata col cortisone, buono a disinfiammare nel breve ma più “buono” ancora a gonfiare nel lungo periodo. Tantomeno va curata con gli altri farmaci FANS, coi Cox2-inibitori, o con gli immunodepressori, tutti carichi di devastanti effetti collaterali.
TESINE DA LEGGERE
- Sconfiggere le malattie reumatiche
- Sistema linfatico, leucopenia e immunodeficienza
- Stop igienistico alla leucemia
- Vasculite dei grandi vasi o morbo di Horton
- Polimiosite, cortisone e farmaci immunodepressori
Valdo Vaccaro
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