LETTERA
Seguo una dieta vegana da più di tre anni. Bandito il consumo di carne da più di tre anni e inizialmente ho seguito i suoi consigli, letto le varie sue tesine. Ho effettuato diversi digiuni almeno per tre giorni consecutivi con una ripresa di frutta verdura e succhi freschi fatti in casa.
Ho scoperto di essere allergica al latte nel ’94 con l’allattamento al seno per la mia 2° figlia e, da allora, per aiutare lei con gli stessi problemi, ho evitato tutto quello che dava fastidio alla bimba cercando sempre una alimentazione più sana per tutti in famiglia.
Nonostante tutte queste attenzioni, ora ho scoperto di avere una coxartrosi all’anca dx e un inizio di riduzione cartilagine a quella sx. Cosa mi consiglia? Grazie infinite. Antonella
RISPOSTA
PROCESSO DEGENERATIVO A CARICO DELLE CARTILAGINI
Dal punto di vista medico ufficiale l’artrosi, e in particolare l’artrosi all’anca con riduzione di spessore delle cartilagini, rappresenta tuttora un rebus irrisolto. Si sa soltanto che si tratta di una malattia reumatologica molto diffusa e si fanno pure alcune ipotesi generiche tipo l’invecchiamento, tipo alcune disfunzioni endocrine, tipo la solita abusata autoimmunità.
Il processo degenerativo interessa quella delicata sostanza flessibile ed elastica del tessuto connettivo chiamata cartilagine, un tessuto posto a sostegno, rivestimento e protezione delle ossa dagli attriti che si sviluppano durante il movimento.
L’OPINIONE DI HERBERT SHELTON
“Importante è non cadere nei palliativi che da decenni vengono proposti in modo standard dalla medicina, nota bene senza una benché minima conoscenza delle reali cause a monte di artrite e artrosi. Si continuano infatti a prescrivere farmaci e operazioni, bagni caldi, riposo a letto, massaggi, antidolorifici. Qualunque trattamento che ignori la causa e che non rimuova la causa stessa è destinato a naufragare. La responsabilità di tutto questo ricade pesantemente sul commercialismo della medicina, poco interessata a far star bene la gente con strategie mirate e di lungo periodo che però non producono immediati guadagni”.
Questo il commento vivace e pungente del fondatore della ANHS-American Natural Hygiene Society. La scienza igienistica conosce la causa, Herbert Shelton (1895-1985), grande salutista e grande osteopata in particolare, conosceva assai bene la causa.
DIFFERENZE TRA ARTRITE E ARTROSI
Artrite e artrosi sono simili e si accavallano, eppure sono cose diverse. Entrambe reumatiche, entrambe articolari, entrambe dolorose, entrambe caratterizzate da rigidità e limitazioni nei movimenti. L’artrite si esplicita in diverse forme che sono l’artrite reumatoide, la gotta, le connettiviti come il Lupus Eritematoso Sistemico. L’artrosi si differenzia dall’artrite perché non è infiammatoria, ma cronico-degenerativa, e perché colpisce soggetti oltre i 50. Viene definita infatti come Degenerative Joint Disease.
PENURIA ENERGETICA, ENERVAZIONE E RITENZIONE DI TOSSINE NEL CORPO
Per Shelton l’artrite è dovuta a tossiemia in un soggetto gottoso. La tossiemia o intensa intossicazione oltre i limiti di tolleranza è dovuta a uno stop escretivo e alla ritenzione di rifiuti metabolici e di prodotti della decomposizione assorbiti dal tratto digestivo. Secrezione ed escrezione vengono inibite e bloccate dalla enervazione, condizione critica che è conseguenza di stili di vita indebolenti che dissipano l’energia nervosa oltre i limiti, per cui si ha un avvelenamento cronico e uno stato di tolleranza ai veleni.
Il rimedio a tutte le varianti di artrite è fisico, mentale e psicologico. Occorre sicuramente adottare uno stile di vita innovativo che non produca enervazione. Quando Shelton scriveva questi appunti pubblicati sul testo “Getting Well” negli anni 70 si contavano 7 milioni di artritici ufficiali in America. “La maggior parte di essi potrebbero guarire in meno di 3 mesi, ed è un vero peccato che ciò non avvenga”, diceva amaramente.
È PRIORITARIO MANTENERE ATTIVI I CANALI EMUNTORI
Per chi non si accontenta delle laconiche spiegazioni mediche, vale sempre la pena di rileggere Shelton. E vale pure la pena di andare indietro alla saggezza sempre vivace e competente di Manuel Lezaeta (1881-1959), grande igienista di Santiago del Cile. Come tutti i tessuti del corpo, anche le ossa devono la loro formazione e nutrizione al processo sanguigneo del corpo stesso. Partendo da questo concetto, è evidente che qualsiasi anomalia della struttura ossea è sempre una conseguenza della alterazione del sangue per cattive e lunghe digestioni, con relativa deficiente eliminazione veleni da parte di reni, intestini e pelle.
Poco importano i nomi che gli vogliamo dare, rachitismo, deviazione colonna vertebrale, osteite, osteomielite, osteocondrite, coxartrosi, occorre in ogni caso migliorare radicalmente la formula del sangue mediante normalizzazione della digestione e la riattivazione dei canali emuntori ed escretivi. Tale quale Shelton che parlava di stop escretivo.
Aria pura ed alimentazione cruda sono il migliore rimedio per queste patologie, che si risolvono soltanto purificando il sangue, cosa impossibile da ottenere con i farmaci e con la chirurgia, per quanto avanzate e progredite siano le tecniche ortopediche dei nostri giorni.
IL VERO NEMICO È LA VISCOSITÀ DEL SANGUE
Mi sia concesso di ricordare che esistono due mie tesine fondamentali, una sulla coxartrosi e una sulla artrite reumatoide, includente 17 passi per la guarigione. Sto decisamente dalla parte di Shelton e di Lezaeta, oltre che dalla parte del suo insegnante Padre Taddeo da Wiesent-Baviera, formatosi alla scuola naturopatica tedesca.
Sia l’osteoartrite che l’artrite reumatoide sono infatti associate alla viscosità del sangue. Ed è da tale condizione che sopravvengono le infiammazioni e le deformazioni di tendini e legamenti, nonché l’ispessimento della membrana sinoviale che riveste le articolazioni a scapito delle cartilagini e del tessuto osseo.
ARTROSI A NETTA PREVALENZA FEMMINILE
Il fatto poi che l’artrite reumatoide e l’artrosi non da traumi sportivi colpiscano le donne in rapporto di 3:1 rispetto ai maschi, esclude del tutto le ipotesi mediche di tipo virale e batterico, visto che i criteri di attribuzione prevedono una suddivisione 50-50 tra maschi e femmine. Ecco allora spuntare l’ipotesi più realistica dello stress prolungato a cui sono sottoposte le donne, esseri più sensibili e spesso più responsabilizzati della controparte maschile nella conduzione e nella gestione della famiglia. L’adrenalina derivante da tali tensioni comporta un incremento di trigliceridi, di acidi grassi liberi nel sangue, anche al di là di una alimentazione corretta e priva di grassi in eccesso.
NON ESISTONO ALTERNATIVE AL MANTENIMENTO DELLE SCELTE VIRTUOSE
Nel caso specifico comprendo lo scoramento e la delusione provate dalla Antonella, ma il suo corpo, nonostante tutto, sta facendo il suo dovere che è quello di segnalare prontamente l’emergenza. Le buone abitudini vanno tutte mantenute.
Sarà semmai il caso di aggiungervi quello che manca, in particolare una vita più rilassata sul piano emotivo, una maggiore esposizione solare, un migliore ritmo respiratorio, una particolare attenzione al gruppo vitaminico naturale B (assumendo cereali integrali, riso integrale con piselli, legumi, pinoli, nocciole, pistacchi, lupini, fagiolini, germe di grano, ed evitando drasticamente saccarosio e dolciumi e caffè e bibite tutti distruttivi verso le vitamine B, inclusa la B12), alle vitamine A, C e K sempre e solo naturali (tutte le verdure, in particolare radicchi, tarassaco, cavoli, carote, pomodori, cetrioli, germogli, funghi, uva, anguria e quanto si trova nel mercato, specie quello stagionale).
PORTULACA, AVOCADO E PINOLI PER GLI OMEGA3
Per gli Omega 3 assumere regolarmente avocado, portulaca che si trova fresca e abbondante in ogni orto proprio in questi giorni (ed è la pianta più ricca di Omega3 in natura), ortiche, alghe, pinoli e noci varie. Tra i vegetali ad azione anti-infiammatoria, sia a livello articolare che a livello gastro-intestinale, vanno inclusi radicchi o indivie, tarassaco, acetosa, aloe vera, finocchio, equiseto, bardana, malva, melissa, arnica, salice, frassino, spirea ulnaria, uncaria, curcuma, zenzero, semi d’uva. Includere pure carciofo, cavolo, crescione, rucola, timo, ravanelli, patate, patate dolci, castagne, fragole, limoni, pompelmi, arance, uva, ribes, fichi, melegrane e cachi a seconda della loro stagione.
MANTENERSI IN MOVIMENTO USANDO PRUDENZA E BUONSENSO
Altri consigli importanti riguardano il peso che dev’essere tenuto al minimo per non aggravare il carico e la fatica sulle cartilagini residue. Continuare a mantenersi in movimento, visto che è la funzione che fa e ricrea l’organo, e non certo la stasi muscolare. Ottimo il nuoto, specie in acqua di mare. Mantenere una camminata giornaliera con l’uso di bastoni o di racchette da trekking. Praticare bicicletta e cyclette. Fare esercizi fluidificanti tipo yoga e Tai Chi Chuan, e qui suggerisco di contattare Oliviero Lanzoni (www.mywayasd.it, tel 338-8392264, che sta a Imola e impartisce lezioni di straordinaria efficacia).
Una delle cose più importanti rimane lo stato emozionale e psicologico. Non perdersi d’animo e mantenere tutte le buone abitudini fin qui praticate, visto che non sono certamente quelle ad aver prodotto i guasti ora lamentati. Valgono sempre le regole d’oro per cui siamo health oriented e per cui il corpo non va mai contro se stesso, purché messo in buone condizioni operative.
Valdo Vaccaro
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