LETTERA
PROSPETTIVA DI COLECTOMIA TOTALE PER POLIPOSI AL COLON E AL RETTO
Gentile dr Vaccaro, vorrei sapere se in presenza di una poliposi familiare estesa che colpisce tutto il colon ed in parte il retto di una ragazza di 18 anni, a cui viene diagnosticato come unico rimedio una colectomia totale a causa dell’alta percentuale di degenerazione in tumore maligno, è possibile ovviare un intervento così invasivo ed invalidante data la giovane età. In attesa di una Sua cortese risposta le invio cordiali saluti.
Valeria
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RISPOSTA
DEFINIZIONE DI POLIPOSI ADENOMATOSA FAMILIARE
Ciao Valeria. La poliposi adenomatosa familiare (FAP) è caratterizzata da comparsa di centinaia o migliaia di adenomi nel retto e nel colon. Molti pazienti sono asintomatici per anni, sino a quando gli adenomi diventano così grandi e numerosi da causare sanguinamento rettale e anemia o quando si sviluppa un tumore. Di solito il tumore si sviluppa una decade dopo la comparsa dei polipi. Sintomi aspecifici sono costipazione o diarrea, dolori addominali, masse palpabili all’addome e calo ponderale.
CANCRO ADDOMINALE COME FORMA PIÙ COMUNE E PERICOLOSA NEL MONDO OCCIDENTALE
Mentre il cancro all’intestino tenue è tutto sommato una forma piuttosto rara, il tumore addominale, o tumore al colon e al retto più in generale, è la forma cancerogena più diffusa e più pericolosa dei paesi occidentali. Non c’è alcun dubbio che il cancro al colon sia direttamente attribuibile al “poisonous milieu” ovvero all’ambiente biochimico velenoso instauratosi nel colon stesso a causa della costipazione e dei residui alto-grassi ed alto-proteici tipici delle diete occidentali.
PIÙ CARNE SI CONSUMA E PIÙ ALTA L’INCIDENZA TUMORALE
Del resto, le statistiche lo confermano. Paesi ad alto consumo di carne bovina e suina, tipo Australia, Nuova Zelanda, Usa, Canada, Inghilterra, Scozia, Irlanda ed Argentina soffrono di alta incidenza di cancro al colon. La Scozia in particolare vanta il primato di paese a più alta incidenza al mondo, con punte massime intorno ad Aberdeen, centro di enormi allevamenti. Gli Scozzesi consumano il 19% più carne degli inglesi e, puntualmente, pagano con un 19% di più cancro al colon.
I PAZIENTI NON TRATTATI VIVONO 4 VOLTE DI PIÙ, LO DICONO LE STATISTICHE MEDICHE
Considerati in linea generale, i trattamenti ortododossi della medicina convenzionale di oggi rappresentano tutt’altro che un rimedio. Sono al contrario un fallimento totale e una disgrazia per chi li subisce. Come dichiarato dal dr Hardin Jones, dell’Università di California in una clamorosa conferenza a New Orleans nel 1969, “I miei studi hanno provato conclusivamente che i pazienti non trattati con bisturi, chemio e tutto il resto vivono 4 volte più dei soggetti trattati”.
LA CHEMIO DISTRUGGE LA FUNZIONALITÀ EPATICA E QUELLA IMMUNITARIA
Il dr Robert Bell, chirurgo attivo dal 1870 al 1928 abbandonò ogni pratica chirurgica non appena si accorse della futilità dei suoi interventi. La sopravvivenza del paziente cancerogeno dipende essenzialmente dal ripristino della efficienza epatica e dal buon funzionamento del sistema immunitario. Ebbene, la chemio non fa altro che distruggere queste due funzioni portando il paziente a rapido e rovinoso declino. Il dr Charles Huggins, nobel per la medicina e docente alla University of Chicago, non esitò a dichiarare che ci sono cose ben peggiori della morte corporale. Una di esse è la chemio.
LA REMISSIONE NATURALE NON VA AFFATTO SOTTOVALUTATA
Visto poi che esiste anche la remissione spontanea del cancro in un numero impressionante di casi, vedi i 302 menzionati dal dr Rodenburg e i 212 citati dal dr Lomer, diventa gravissimo sottacere o sottovalutare questo fenomeno. In pratica, coerentemente con le leggi della natura per le quali il corpo non va mai contro se stesso a patto che non gli marciamo contro, il corpo umano è in grado di impostare una lotta vincente contro ogni tipo di cancro, benigno o maligno che esso sia, dovunque esso si trovi.
TRE PUNTI CHIAVE PER SCONFIGGERE LA CONDIZIONE TUMORALE
Le possibilità di perseguire questo risultato e di smentire clamorosamente le sentenze malefiche dell’oncologia convenzionale vertono su 3 fattori principali. 1) Residue capacità funzionali del fegato, dei reni e degli altri organi vitali, 2) Estensione in cui il sistema immunitario può essere rigenerato, 3) Spirito combattivo del paziente.
TUTTO VERTE SULLA CAPACITÀ RIGENERATIVA DEL CORPO
Il risultato della lotta per la sopravvivenza dipende alla fine dalla capacità del corpo di mettere assieme la propria biochimica anti-tumorale associata alla capacità distruttiva del sistema immunitario in misura tale da superare la capacità delle cellule tumorali di moltiplicarsi. Il fattore determinante non è affatto l’estensione del tumore, come sostenuto dai medici, ma la capacità rigenerativa del corpo.
FONDAMENTALE METTERE IL CORPO NELLE GIUSTE CONDIZIONI OPERATIVE
Le naturali funzioni del corpo sono in grado di far regredire il processo cancerogeno grazie soprattutto a un incrementato stato mentale e al susseguente rafforzamento della funzione immunitaria. In altre parole tutte le cure risolventi del cancro vengono portate avanti e risolte dal corpo stesso, a patto che mettiamo il nostro organismo nelle condizioni adatte di autoguarire. Lo scopo dei miglioramenti dietetici e degli altri fattori di contorno sta puramente e semplicemente nel creare le condizioni favorevoli per la remissione naturale e spontanea mediante autolisi.
UNA FALLIMENTARE GUERRA AL NEMICO IMMAGINARIO
Per la medicina, come dice in modo esplicito Herbert Shelton, la malattia è sempre un attacco proditorio ed esterno. Non ci siamo ancora liberati dell’errore medievale che ci ordinava di dar battaglia al male. La medicina fa tuttora la guerra contro un nemico immaginario. Il tumore è un sintomo ed una ultima ratio protettiva. L’ultima cosa da fare è asportarlo, raschiarlo e farlo sparire di circolazione, ben sapendo che ci sono le recidive, visto che l’intervento chirurgico si fa con gli occhi bendati, senza nulla sapere sui motivi di insorgenza del tumore stesso e nulla si fa contro la tumorosità del paziente.
TRA I MASSIMI RIMEDI NATURALI BRILLA IL COMUNE LIMONE
Alimenti utili a contrastare in modo naturale la condizione cancerogena? Ce ne sono molti. Il comune limone innanzitutto, prezioso non sono come antitumorale ma dotato di qualità importantissime come depuratore del fegato, come contrasto all’osteoporosi, come riequilibrante del pH, come eliminatore degli acidi urici, come stimolatore dell’attività intestinale, come dissolutore di calcoli biliari, urinari e renali, come eliminatore dei radicali liberi, come rafforzatore dei vasi sanguigni, come regolatore della pressione sanguigna.
NON MANCA UNA SERIE DI ALIMENTI AMICI
Ma anche le carote, il mirtillo rosso, il mirtillo blu, l’aloe, il succo di bietole e di mele, l’equiseto sottoforma di polvere di foglie secche, da masticarsi 3 volte al giorno prima dei pasti come rimineralizzante, olio di cocco, avocado, semi di lino, di sesamo e di chia, cavolo, cavolino di Bruxelles, sedano, crescione, porro, aglio, cipolla, spinaci, alghe.
ASPORTARE LA MASSA TUMORALE RIMANE UNA SOLUZIONE SEMPLICISTICA
Sostenere come fa la medicina che l’unico rimedio alla poliposi e al tumore intestinale è l’asportazione totale del colon e del retto, significa sovvertire, alla luce di quanto sopra sostenuto, l’ordine e la logica delle cose.
LA SOLA E LA UNICA VERA GUARIGIONE SI ATTUA A LIVELLO INTERIORE
Ovvio che nessuno al mondo può onestamente vantare capacità guaritiva all’infuori del corpo stesso. Ovvio che nessuno possiede la sfera di cristallo, sia esso medico o sia esso igienista. Occorre che ognuno faccia in modo responsabile le proprie scelte. Se esiste una possibilità di ripresa e di ripristino salute il protagonista assoluto rimane sempre e solo il nostro organismo messo nelle giuste condizioni operative. Se le nostre sorti dovessero invece essere segnate, occorre invece allinearsi con quanto disposto dalle forze superiori di Madre Natura, sovrana Medicatrice di tutti i mali. Ribellarsi ad essa significa soltanto cadere nella trappola dell’accanimento terapeutico.
L’INSEGNAMENTO DI MAX GERSON
Visto che Max Gerson dimostrò al mondo che con dei semplici succhi di frutta fresca persino i malati terminali sono in grado di ribaltare in positivo la condizione cancerogena nelle sue forme più disperanti, a maggior ragione occorre pensare in positivo nel caso di una ragazza di 18 anni.
Valdo Vaccaro
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