ATROFIA MULTISISTEMICA VERSIONE PARKINSONIANA E VERSIONE CEREBELLARE

da 27 Dic 2015Neuropatie

LETTERA

INFORMAZIONI SULL’ATROFIA MULTISISTEMICA

Salve, complimenti per l’Università Health Science e tutte le iniziative che finalmente si stanno capillarizzando. Consapevole della sua mole di lavoro e del poco tempo, avrei bisogno di informazioni dal suo blog sul tema “Atrofia multisistemica di tipo cereberrale”. Grazie infinite e complimenti per la congruenza e onestà che dimostra. Splendida giornata.
Beppe

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RISPOSTA

SIAMO NEL CAMPO DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE

Ciao Beppe. L’Atrofia Multi-Sistemica o MSA (Multi-Systemic Atrophy) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da insufficienza del sistema nervoso centrale ed autonomo, caratterizzata dall’interessamento di più sistemi nervosi oltre al sistema extrapiramidale coinvolto nella malattia di Parkinson. I pazienti oltre ai normali sintomi caratteristici del Parkinson, come rigidità e rallentamento dei movimenti, possono presentare perdita dell’equilibrio, diminuita coordinazione dei movimenti, diminuzione della pressione arteriosa nel passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta, incontinenza urinaria, impotenza, difficoltà nell’articolare le parole e nel deglutire.

MSA-P PARKINSONIANA E MSA-C CEREBELLARE

La terapia medica a base di Levodopa e simili può migliorare i sintomi nelle fasi iniziali ma tende a perdere efficacia nel tempo. La MSA tipo parkinsoniano (MSA-p) è prevalente nell’emisfero occidentale, mentre la MSA tipo cerebellare (MSA-c) è diffusa nell’emisfero orientale. La malattia è ugualmente distribuita tra i due sessi.

SINTOMI DELLA MSA

La MSA è una malattia che esordisce nell’età adulta, dai 30 anni in avanti e più spesso nella media di 55-60 anni. I segni clinici comprendono:

  • Insufficienza del sistema nervoso autonomo (ipotensione ortostatica, sincope),
  • Deficit respiratori (apnea nel sonno, stridore e sospiri inspiratori),
  • Costipazione,
  • Disfunzione della vescica (incontinenza urinaria precoce),
  • Disfunzione erettile nei maschi,
  • Sindrome di Raynaud, ovvero restringimento delle arterie periferiche e conseguente fenomeno delle mani e dei piedi freddi,
  • Segni piramidali (iperreflessia generalizzata e segno di Babinski positivo).

SINTOMI DELLA MSA-p PARKINSONIANA

La MSA-p, una forma di MSA con prevalenti segni di parkinsonismo, è caratterizzata da:

  • Bradicinesia  (difficoltà neurologica con rallentamento nella velocità di esecuzione di alcuni movimenti),
  • Rigidità,
  • Tremore posturale irregolare a scatti e posture anomale. I pazienti con MSA-p possono sviluppare distonia cranio-cervicale e oro-facciale indotta dal Levodopa.

SINTOMI DELLA MSA-c CEREBELLARE

La MSA-c è una forma di MSA con segni cerebellari predominanti come

  • Atassia agli arti, dal greco ataxiā = disordine di moto, disturbo consistente nella mancanza di coordinazione muscolare che rende difficoltoso eseguire i movimenti,
  • Disfunzione oculomotoria,
  • Disartria, da dys= difficile e àrthron=articolazione,
  • Atassia, da Ataxis=assenza di ordine nella parola,
  • Afasia, ovvero mutismo,
  • Segni Parkinsoniani progressivamente ingravescenti,
  • Segni neuropsichiatrici,
  • Disturbi del sonno, che comprendono apatia, ansia, depressione.

FATTORI CAUSANTI COME AL SOLITO IGNOTI

L’eziologia della MSA non è nota alla medicina, ma un segno patologico caratteristico è la presenza di aggregati citoplasmatici di alfa-sinucleina nell’oligodendroglia, in combinazione con la neurodegenerazione delle strutture nigro-striatali e olivo-ponto-cerebellari. La diagnosi di una probabile MSA richiede la presenza del parkinsonismo associato ad una ridotta risposta alla Levodopa o segni cerebellari associati all’insufficienza grave del sistema autonomo. La diagnosi differenziale della MSA-p si pone con la malattia di Parkinson e le altre malattie parkinsoniane atipiche (paralisi sopranucleare progressiva, sindrome corticobasale). Non è disponibile una terapia neuroprotettiva efficace.

IPOTESI FANTASIOSE ELEVATE AL RANGO DI SCIENZA

Uno studio della Loyola University dell’Illinois mostra come, una volta entrata in un neurone, l’alfa-sinucleina agisca sui lisosomi, componenti digestivi della cellula. Un processo che è simile, sempre nella visuale costantemente distorta della medicina ufficiale pasteuriana, a quello promosso dal virus del raffreddore quando entra in una cellula durante l’infezione. L’individuazione di questo meccanismo potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie per ritardare l’insorgenza del morbo di Parkinson o arrestarne e indebolirne la progressione.

ALFA-SINUCLEINA DESTABILIZZATRICE DELLA CELLULA

L’alfa-sinucleina svolge un ruolo importante nel normale funzionamento dei neuroni sani. Nei pazienti affetti da Parkinson, la proteina si aggrega in ciuffi che portano alla morte dei neuroni nella zona del cervello responsabile del controllo motorio. La ricerca statunitense ha svelato che la proteina destabilizza i lisosomi, piccole strutture che collettivamente agiscono come sistema digerente della cellula.
 La rottura di queste strutture simile a bolle, chiamate vescicole, rilascia enzimi lisosomiali che sono tossici per le altre parti della cellula.

MEDICI FUORI ROTTA MA ALLA RICERCA DI NOTORIETÀ E DI FONDI GOVERNATIVI

Il nostro commento da igienisti è che i ricercatori americani sono di nuovo fuori rotta. Primo perché il comune raffreddore non è stato ancora capito, interpretato e risolto dalla medicina. Secondo perché se l’alfa-sinucleina agisce davvero come un virus, nulla può fare se non al massimo intasare il corpo, ostruirlo e rallentarlo, comprometterne la vitalità, come fatto tutti i detriti cellulari in accumulo, morti e privi di azione, ma a valenza negativa nella misura in cui non vengono prontamente espulsi.

TUTTO PARTE DAI MEDESIMI PROBLEMI

Ricordiamo che Parkinson significa squilibrio circolatorio implicante un rallentamento della fase metabolica, e quindi una imperfetta pulizia cellulare ed una insufficiente nutrizione cellulare, con degenerazione cronica e progressiva di alcune strutture del sistema extrapiramidale, cioè di un’area del sistema nervoso centrale, detta substantia nigra. La substantia nigra è un nucleo nervino situato a livello del mesencefalo, in cui viene prodotta la dopamina, un neurotrasmettitore di carattere inibitorio, una specie di sostanza frenante, essenziale per il controllo dei movimenti corporei.

ESORDIO CLINICO SOTTO IL MEZZO MILIONE DI NEURONI DOPAMINEERGICI

Il ruolo della dopamina è dunque fondamentale. Quando il numero di neuroni dopaminergici scende del 20-30% sotto il normale livello di 500.000, si ha esordio clinico. La presenza di pigmento (neuromelamina) nei nervi della substantia nigra e del locul ceruleus costituisce un indizio importante in quanto il pigmento è dovuto alla dopamina. I farmaci non risolvono nulla al di fuori di una temporanea sospensione della crisi, mentre le motivazioni causanti rimangono intatte ed indiscusse al loro posto. Fattore degno di nota è che, col Parkinson, cresce la concentrazione patologica di ferro inutilizzato nel cervello. Finché il ferro è legato ed imprigionato, ovvero assimilato, risulta innocuo ma, se viene liberato, porta alla formazione di radicali liberi. I malati di Parkinson hanno un livello di ferro libero notevolmente maggiore di quello delle persone sane.

TENDENZA MEDICA IRRESISTIBILE A MOLTIPLICARE IL NUMERO DI MALATTIE

Una considerazione finale va assolutamente fatta. La medicina, per sue scelte, sue tendenze e suoi interessi, tende a diversificare e suddividere ogni specifica disfunzione, ogni sindrome, in tante patologie diverse. In mancanza poi di correlazioni specifiche chiare, logiche e comprensibili, la ricerca medica va a cercare ipotesi, congetture e supposizioni nei punti meno indicati, come nei geni che cambiano, nelle distrazioni o negli eccessi di azione immunitaria, o nella belligeranza continua di batteri e virus. Ovvio che questo porta la medicina fuori rotta e fuori dal seminato, impedendole anche di trovare adeguate e semplici soluzioni, costringendola a issare bandiera bianca e a definire molte sindromi come inguaribili.

IL PUNTO CHIAVE RIMANE LA LIPOTOXEMIA E LA BIOCHIMICA INTERNA ALTERATA

In realtà, la base di partenza rimane invariabilmente la lipotoxemia, ovvero:

  • quella condizione di sangue denunciata da Nathan Pritikin che porta anche alla cardiopatia e al cancro, ovvero
  • quella condizione di mucosità, di acidificazione e di sporcizia interna inimmaginabile sottolineata da Arnold Ehret, ovvero
  • quell’ambiente biochimico interno tossico e patologico definito da Claude Bernard come Milieu Interieur, ovvero
  • quella condizione corporea micidiale chiamata da Padre Taddeo da Wiesent sangue guasto, causa reale di tutti i decessi, al di là del nome e delle etichette formali che gli vogliamo attribuire.

ESISTE SOLO UNA CAUSA PATOLOGICA CHE ESPRIME SE STESSA SOTTO DIVERSE FORME

Vale più che mai la considerazione del grande Louis Kuhne (1835-1901), espressa nel suo best-seller The New Science of Healing”. “There is only one cause of disease and there is only one disease, which shows itself under different forms” (Esiste solo una causa di malattia e c’è soltanto una malattia che evidenzia se stessa sotto diverse forme).

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Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

3 Commenti

  1. Angelo Romani

    Buon giorno caro amico Valdo . tempo fa ti avevo inviato una disperata “storia” della sig. Mortini mia moglie (si può dire una supplica) affetta da tempo da Atrofia multisistemica P / PSP con tutti i suoi disturbi correlati oramai maturati in maniera grave.Con ciò torno ha chiederti un ev suggerimento per poter rimediare alla rigidità severa sia oromandibolare che degli arti che le impedisce tante e tante cose . un saluto Angelo Romani

    Rispondi
  2. Luigino Veronese

    Buongiorno caro Valdo, le scrivo come una delle tante persone che cercano una risposta alla malattia di parkinson.
    ho sessant’anni, e dal 2012 mi e’ stata diagnosticata la malattia del parkinson, con i soliti noti farmaci tampone, da circa un mese ho iniziato una alimentazione vegetariana, a parte le discussioni in famiglia per questo cambio di dieta, utilizzo l’estrattore per fare i succhi di frutta e verdura e cerco di mangiare il piu’ possibile verdura cruda.
    l’effetto attuale e’ di un aumento del bisogno di urinare e per le feci, penso positivo per espellere e pulire l’organismo, son calato di peso (ero in sovrappeso).
    quello che non riesco a calmare e’ il tremore alla mano sinistra, comunque le volevo dire che continuo con i farmaci, ma son contento della alimentazione, anche se vorrei migliorarla in risposta alla malattia specifica.
    In risposta ad una delle numerose lettere, lei diceva che il problema del parkinson e’ un elevato quantitativo di ferro fermo, e questo livello come possiamo abbassarlo?
    La ringrazio per la risposta, e vorrei qualche libro o documentazione interessante nel merito, grazie ancora, Luigino

    Rispondi
    • Valdo Vaccaro

      Conoscessimo una per una con certezza tutte le reali cause di malattia abiteremmo non in comuni abitazioni ma nei templi degli Dei. L’alterazione chiamata Parkinson rientra in questo discorso. Un elevato quantitativo di ferro inorganico non è il problema ma uno dei problemi, stando a quanto le ricerche evidenziano. Ricordiamoci che nessuna persona è identica a un’altra. Non esiste un Parkinson ma migliaia di casi e sottocasi simili ma nel contempo diversi uno dall’altro. I depositi di minerali inorganici hanno percentuali e caratteristiche diverse in proporzione a quanti integratori si sono assunti negli anni, a quante verdure cotte si sono assunte, a quanto poco ricambio idrico si è praticato, a quanto e cosa ha combinato e scombinato la legge del minimo di Liebig all’interno di ciascun organismo. Non esistono libri specifici su queste cose e, anche se esistessero, non ci sarebbero poi formule precise e schematiche valide per tutti.
      Il primo consiglio-base sta nel togliere di mezzo i fattori inquinanti, ovvero nel disattivare le abitudini deleterie e a rischio, e già questo apporta notevoli benefici. Il secondo consiglio-base sta nel ripulire l’organismo disgregando ed espellendo ogni materiale estraneo depositato, e qui sono di aiuto l’acqua biologica della frutta acquosa, la clorofilla verde delle verdure verdi ben masticate, tutti i mezzi di aiuto al ricambio idrico come movimento ed essudazione, come respirazione a regola d’arte e assorbimento solare, come il ricorso a qualche forma di digiuno secco (non oltre i 2-3 giorni circa) o anche idrico (3-4 giorni) o anche intermittente (riduzione calorica o digiuno 1 giorno a settimana), preparandosi al digiuno con qualche giorno di vegan-crudismo atto a minimizzare l’impatto eliminativo. Alla fine, con coerenza, fiducia e pazienza i risultati arriveranno, perché il corpo è portato a questo, è attrezzato per ripagare i tuoi sforzi rimediali nella giusta direzione.

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