LETTERA
DAI CALCOLI ALLA CISTIFELLEA ALLA TERAPIA INTENSIVA
Gentile Dr Vaccaro, Le scrivo per esporle brevemente la situazione attuale di mio padre, 64 anni, ricoverato ai primi di marzo per una colangite dovuta a dei calcoli alla cistifellea trascurati nel tempo. Versa ora in condizioni gravi ma stabili nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Varese per una pancreatite necrotico-emorragica dalla quale, con ogni probabilità, uscirà senza pancreas.
IPERTENSIONE, SOVRAPPESO, CALCOLI RENALI E BILIARI, BROCOPOLMONITE E ISCHEMIA CEREBRALE, SENZA MAI CAMBIARE UNA VIRGOLA!
Premetto che io sono vegano da 2 anni e mezzo e la seguo da circa 2 anni. Nel tempo, sono riuscito ad influenzare positivamente mia madre mentre, con mio padre, non c’è stato nulla da fare. Nonostante una sfilza di problemi di salute che lo hanno colpito negli anni, non ha mai nemmeno provato a cambiare di una virgola il proprio stile di vita. Ipertensione, sovrappeso, calcoli renali (alcuni oltre il centimetro di diametro!!!), calcoli biliari, una broncopolmonite con un mese di ricovero ospedaliero nel 2012, un’ischemia cerebrale l’anno successivo e, per finire, il problema attuale.
QUESTO IL RISULTATO DI UN’ALIMENTAZIONE SMODATA ED ABERRANTE
Tutto ciò frutto di un’alimentazione smodata basata su formaggi, salumi, carne, pesce, poca verdura e praticamente zero frutta. Ma tornando al vero motivo per cui le scrivo, ecco come si sono svolti i fatti.
INTERVENTO D’URGENZA E ASPORTAZIONE DELLA CISTIFELLEA
Appena arrivato in ospedale gli viene prospettata l’eventuale rimozione della cistifellea. Dopo gli esami strumentali, emerge che il problema principale è un calcolo sta ostruendo il coledoco. Il mattino successivo viene fatto un tentativo per spostare il suddetto calcolo tramite sonda fatta entrate dalla bocca. Tale tentativo fallisce e, da quel momento, la situazione precipita. Nel giro di 24 ore, viene portato in terapia intensiva a causa di una pancreatite acuta che coinvolge anche reni e fegato, causando notevoli difficoltà respiratorie. La mattina successiva, viene operato d’urgenza per rimuovere i succhi pancreatici che si sono riversati nell’addome e, nel contempo, viene rimossa la cistifellea con calcoli annessi.
LENTO MIGLIORAMENTO MA PANCREAS IN PROGRESSIVA NECROSI
Da allora, questa operazione di pulizia viene ripetuta ogni due o tre giorni. Dopo le prime due settimane realmente critiche, le cose hanno cominciato lentamente a migliorare, tanto che ora la situazione di tutti gli organi, ad eccezione del pancreas, è migliorata al punto che i medici non considerano più mio padre in pericolo di vita. Tuttavia, come detto, il pancreas sta continuando il suo processo di auto-digestione ed i medici sembrano rassegnati a tale eventualità. Anzi, auspicano che il pancreas si possa esaurire quanto prima in modo da poter richiudere il paziente e cominciare le fasi successive della terapia.
PROSPETTIVE DI VITA DI UNA PERSONA PRIVA DI PANCREAS
Ora, premesso che nulla mi toglie dalla testa che il primo tentativo di intervento in endoscopia sia stato la vera causa scatenante della pancreatite, vorrei chiederle, secondo lei, quali siano le prospettive di vita di una persona priva di pancreas. Nella speranza che possa trovare il tempo per rispondermi, colgo l’occasione per ringraziarla di cuore per il lavoro encomiabile che svolge giornalmente con il solo fine di divulgare ciò che tutti hanno il diritto di sapere.
Con affetto
Alessio
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RISPOSTA
NESSUNO È PROFETA IN PATRIA E ANCOR MENO IN FAMIGLIA
Ciao Alessio. Encomiabile il tuo darti da fare in famiglia a vantaggio dei tuoi genitori. A volte purtroppo questo non basta. Se un genitore rimane fissato sulle proprie abitudini malsane, non è per niente facile fargliele rimuovere. Subentra anche la nota legge del Nemo propheta in patria, per cui finisci per parlare ai muri e non essere ascoltato.
I MEDICI SONO BRAVISSIMI A TAGLIARE E A RICUCIRE, MA NON A RIDARE SALUTE
A questo punto non serve fare rivendicazioni. Tu hai fatto del tuo meglio e sei con la coscienza tranquilla. Ovvio che spiace vedere un genitore conciato a quel modo. Del resto, mettersi nelle mani del bisturi rappresenta sempre un azzardo carico di conseguenze e di imprevisti. La medicina delle asportazioni si piazza come sempre lontana dalle leggi di Madre Natura e non prende in alcuna considerazione le capacità autoguaritive dell’organismo. Se poi il paziente nulla fa per migliorare le proprie condizioni e affida le sue sorti all’abilità chirurgica dei medici, ha ben poco di che lagnarsi.
VIVERE PRIVI DI ORGANI VITALI NON È MAI UNA PASSEGGIATA
In teoria si può vivere senza pancreas, a patto però di effettuare terapia insulinica per il diabete dovuto all’asportazione del tessuto insulare produttore di questo ormone, e a patto di assumere nel contempo farmaci che contengano gli enzimi secreti normalmente dal pancreas durante la digestione. La qualità di vita, a detta dei medici autori di questo tipo di interventi, può essere buona, opinione che auguro sì ben volentieri, ma che purtroppo non mi sento di condividere.
Valdo Vaccaro
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