LETTERA
ASCESSO DRENATO E IN ATTESA DI ASPORTAZIONE
Salve, gradirei avere un consiglio riguardo un ascesso sacro coccigeo che mi hanno inciso e drenato qualche giorno fa, causato da una ciste pilonidale che il chirurgo mi ha consigliato di asportare in seguito, non appena sarà guarita la ferita incisa. Secondo lei l’intervento è l’unica soluzione affinché l’ascesso non si ripresenti? Cordiali saluti. Mino
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RISPOSTA
SELETTIVITÀ RIGOROSA DEL CORPO UMANO
Ciao Mino. Il corpo umano è molto selettivo sulle sostanze che introduciamo. Esso le cataloga in modo preciso e assoluto in due categorie: cibo nutriente ed assimilabile o velenose tossine da espellere col consenso del sistema emuntorio (essenzialmente reni, pelle, intestino). Non esistono vie di mezzo. Stessa cosa succede più o meno per le sostanze che circolano all’interno dell’organismo, catalogate come sostanze utili (da utilizzare) e sostanze velenose da spingere verso l’esterno (o da depositare temporaneamente o stabilmente nei punti meno imbarazzanti del sistema).
COSA SONO GLI ASCESSI
Gli ascessi sono accumulazioni di sostanze estranee agli interessi del corpo, e quindi sostanze velenose, che a tratti circolano nel sangue (dove esiste un certo margine di tollerabilità ai veleni), o che si accumulano in un determinato punto dell’organismo manifestandosi con irritazioni, infiammazioni e gonfiori nelle zone circostanti. Si dividono in ascessi caldi (accompagnati da dolore e febbre) e in ascessi freddi (da infiammazioni ormai croniche e stabilizzate), in ascessi superficiali (foruncoli) o ascessi profondi (tipo appendicite, cistite, ecc).
MATURAZIONE E SUPPURAZIONE
Per gli ascessi superficiali conviene lasciarli maturare e portarli a suppurazione, in modo tale che tutto il materiale di scarto venga espulso. Per quelli interni, occorre invece evitare che maturino e suppurino, in quanto porterebbero a gravi complicazioni (esempio, l’appendice che suppura conduce a peritonite). Si fa in pratica lo stesso ragionamento relativo ai tumori, dove il riassorbimento, evitando implosioni e rotture, è d’obbligo, se si vogliono evitare le terribili complicazioni della cachessia e della metastasi. Spargere veleni intrattabili per il corpo è quanto di peggio possa accadere.
È D’OBBLIGO UN PERCORSO DI DISINTOSSICAZIONE
Similmente a tutti i tumori, gli ascessi evidenziano uno stato di intossicazione dell’organismo. Servirà innanzitutto una ferrea dieta vegana-crudista, con frutta in abbondanza, verdure crude e semi d’albero (mandorle, pinoli, noci), una dieta cioè capace di normalizzare la digestione e di rendere il sangue fluido. E per noi umani, sia ben chiaro, non esiste altra dieta che quella vegana. Occorre piuttosto fare in modo che l’organismo li riassorba lentamente e per gradi, e provveda a liberarsene mediante gli appositi organi eliminatori.
DIETA, BAGNI, CATAPLASMI SECONDO LA SCUOLA LEZAETIANA
Questo si ottiene per gradi, mediante purificazione attraverso dieta come appena detto, oppure in tempi abbreviati, mediante riposo assoluto e digiuno totale, ovvero in accelerazione immunitaria. Servirà anche attivare la pelle mediante esercizi aerobici e traspirativi, con frequenti bagni freddi in zona genitale e con cataplasmi notturni da applicare sul ventre, secondo i dettami della naturopatia germanica e lezaetiana.
MASSIMA AFFIDABILITÀ NELL’IGIENE NATURALE SHELTONIANA
Per l’igienismo sheltoniano, che poi è quello più affidabile e sicuro, basta stare sulla respirazione, sul digiuno e sulla dieta soltanto, mentre il movimento e i bagni vanno sicuramente bene ma sempre secondo i tempi-modi-criteri che ognuno fa sulla base della sua situazione personale e del clima in cui si trova. In linea generale è preferibile evitare ogni asportazione, anche perché gli interventi non scongiurano affatto la possibilità che il problema si ripresenti. Le rimozioni chirurgiche di successo reale, quelle dove non c’è ricrescita, sono quelle dove, in concomitanza con l’operazione e con la convalescenza, si adottano radicali cambiamenti di tipo igienistico nei propri stili di vita. Anche in questi casi però l’eventuale guarigione totale va attribuita molto più agli effetti comportamentali che al bisturi in sé e per sé.
LA SOVRAPPOSIZIONE DI GIUDIZI RIMANE UN FATTO ANTIPATICO
Possono però anche esistere situazioni particolari dove occorre fare mente locale. Nel tuo caso, ad esempio, il tuo medico ha valutato in quel modo sulla base di elementi raccolti su di te e sulla base dei suoi criteri professionali di uomo e di specialista chirurgico. È antipatico sovrapporre i propri giudizi a quelli di un’altra persona che ti ha visitato, valutato e sotto la quale sei attualmente in cura, e che probabilmente ha stabilito il miglior tipo di cura possibile secondo i suoi precisi parametri.
DIVERSE OPZIONI MA SEMPRE UNA SOLA DEFINIBILE COME OTTIMALE
Non essendo nelle condizioni né legali (non sono medico) né psicologiche (non sono critico per partito preso) per fare questo, metto le mani davanti e lascio a ognuno le proprie responsabilità. La mia risposta al tuo quesito specifico è evidentemente positiva. Esistono sempre strade ed opzioni diverse per risolvere un problema fisico, mentre ne esiste una soltanto che ha il diritto di chiamarsi strada regina.
PIÙ APERTURA MENTALE, PIÙ CULTURA IGIENISTICA E PIÙ CONVINZIONE E CONDIVISIONE NELLE PROPRIE SCELTE
Trovo inappropriato e antipatico esprimere secondi o terzi giudizi su casi specifici. Credo che non solo i medici, ma anche i pazienti, dovrebbero rispettare un codice deontologico e comportamentale. Fatta una scelta e presa una decisione, non resta che procedere. Mettere il proprio corpo sotto le cure di una terza persona è qualcosa di più che portare la tua auto dal meccanico. Sarà meglio dunque spendere più tempo a mantenere il corpo in condizioni di perfetta efficienza e, nel caso di problemi, essere preparati a una oculata, raffrontata e condivisa scelta sul da farsi, evitando di trovarsi dubbiosi e disorientati in mezzo al guado.
Valdo Vaccaro
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