(Dalla 10° lezione HSU, Imola 12 gennaio 2020)
L’ETÀ DELL’ORO E DELLO STAR BENE NEL MIRINO DELL’IRONIA SHELTONIANA
Finalmente la scienza medica è pervenuta alla vittoria sul suo nemico implacabile di sempre, la malattia (che in inglese si chiama disease o disagio fisico) e che sta a indicare una qualche irregolarità funzionale.
Il nostro tempo non è solo l’era delle cure straordinarie ma anche quella delle prevenzioni straordinarie. Abbiamo a disposizione un armamentario di vaccini contro ogni possibile patologia, per cui non c’è più bisogno per nessuno al mondo di soffrire delle comuni malattie dei tempi andati. Siamo dunque vicini al giorno in cui tutte le malattie e le pestilenze saranno bonificate e sconfitte.
Pure la chirurgia ha fatto passi da gigante. È cresciuta sia nella modernizzazione degli strumenti che nell’audacia e nella genialità dei suoi protagonisti. Tra vaccini e bisturi e trapianti la medicina moderna ha messo assieme la combinazione ideale per vincere la sofferenza umana e regalarci un futuro brillante e una splendida salute. Non c’è motivo di dubitare che per l’umanità è arrivata la Golden Age, ovvero l’Età dell’Oro dello Star Bene.
NESSUNO DEI METODI CURATIVI IN CORSO È MIRATO A TRONCARE LE CAUSE REALI DI MALATTIA
Magari fosse così. Quanto appena detto fa parte dello spirito squisitamente ironico e derisorio di Herbert Shelton, maggiore igienista di tutti i tempi. Chi ha la pazienza di leggerlo si rende conto di come ogni sua affermazione, per quanto inusuale e sbalorditiva, centra appieno l’obiettivo, che è quello di fare estrema chiarezza sulle gravi carenze della scuola medica contemporanea.
Ogni persona intelligente ed informata noterà un difetto fondamentale in tutti i metodi medici di cura e di prevenzione. Nessuno di tali metodi è disegnato e mirato a toccare, o persino sfiorare, la causa reale e basilare della malattia.
SOPPRIMERE I SINTOMI NON SIGNIFICA GUARIRE
I farmaci possono sopprimere i sintomi ma non rimuovono la causa. Possono ammazzare dei batteri (compromettendo gravemente l’equilibrio del microbiota intestinale), ma non sono in grado di risanare le condizioni ambientali sistemiche o il “Milieu Interieur” inquinato che ha permesso ai batteri di svilupparsi oltre misura all’interno del corpo.
I raggi X e la chemio possono distruggere la crescita cancerogena ma non possono rimuovere la causa del cancro stesso. I vaccini sanno fare notoriamente grossi danni, ma non prevengono comunque la causa di malattia, e pertanto non possono prevenire la malattia stessa ma solo impoverire gli strumenti difensivi e abbattere la reattività corporale ai veleni interni. La chirurgia non rimuove la causa di malattia, e pertanto non cura e non guarisce.
SENZA LA RIMOZIONE DI CAUSA IL RIEQUILIBRIO STABILE DIVENTA UN MIRAGGIO
La realtà, sotto gli occhi di tutti, è che non esiste cura al mondo, se non la rimozione di causa. Asportare un organo, sopprimere un sintomo, distruggere una sovra-crescita, rimuovere un calcolo sono tutte cose che agiscono solo sugli effetti.
Non sono in grado di ripristinare la salute per 3 ragioni evidenti:
- Non rimuovono la causa di malattia
- Non appartengono ai fattori sui quali si basa la salute
- Producono sempre e comunque danni notevoli al corpo.
I SUCCESSI DELLE SCUOLE DI HEALTH SCIENCE IGIENISTICA SONO INCONTESTABILI
Per la reale prevenzione di malattia e l’autentico ripristino della salute perduta dobbiamo pertanto ricorrere a strumenti-forze-metodi costruttivi e naturali, senza cercare misure e processi sofisticati e privi di logica.
Nelle Scuole di Salute Autentica e Senza Compromessi, chiamate in generale Health Schools, non esistono panacee e non esistono cure. Si riconosce che solo le forze e i processi vitali della natura hanno il potere di curare.
Se questo nostro ragionamento facesse acqua da qualche parte, se fosse inefficace o illogico, non potremmo aver successo dove tutti gli altri stentano, dove tutte le altre scuole annaspano e falliscono.
CI SI MISURA SUL CAMPO E SUI RISULTATI CONCRETI
A chi è interessato ai fatti e non alle chiacchiere, chiediamo di lasciare in disparte tutti i pregiudizi e le proprie inveterate convinzioni. “Verifica e prova di persona tutte le cose, e tieniti ben strette quelle buone e quelle vere”, dice un antico e sempre attuale proverbio.
La scienza igienistica è ben lieta di essere messa alla prova in qualsiasi momento, nei suoi concetti, nel suo linguaggio, nei suoi metodi e nei suoi risultati. Non si tratta di belle e suadenti parole tipo spot pubblicitario. Ci teniamo a dare dimostrazioni pratiche sul campo.
SALUTE STABILE E CON LA ESSE MAIUSCOLA
La salute per noi igienisti non è un semplice feeling, o la sensazione positiva di produrre energia e di consumare energia, o la semplice mancanza di malattia. La salute per noi è uno stato di completezza, di strutturale integrità e di efficienza funzionale, basata su uno stile di vita igienistico cioè salubre con la S maiuscola, e in particolare basato su relazioni armonizzate sia con noi medesimi, in termini di equilibrio interiore e di autostima, sia col mondo esterno, con le creature che ci circondano e ci accompagnano.
Non è solo importante quanto bene stiamo oggi. Se le nostre relazioni e la nostra condotta non sono quelle che dovrebbero essere, stiamo pure certi che non staremo bene domani e dopodomani.
Non importa quanta energia produce oggi il nostro corpo in apparente piena efficienza. Se le nostre relazioni e la nostra condotta violano le leggi della vita, la produzione di energia e la fiamma vitale che arde e scoppietta dentro di noi sono destinate ad esaurirsi inevitabilmente entro breve.
Se non siamo del tutto integri, non possiamo garantire a noi stessi un benessere stabile e soddisfacente. Il mezzo-uomo non potrà mai usufruire della salute dell’uomo tutto d’un pezzo, per dirla con le parole severe e non certo diplomatiche di Herbert Shelton.
OGNI PARTE DEL CORPO È IN RISONANZA CON TUTTE LE ALTRE PARTI
Veniamo ora alla malattia e al significato che tale condizione umana assume nella visuale Health Science. L’interdipendenza degli organi del corpo ha meravigliato i fisiologi, accurati studiosi del corpo umano.
Non è più legittimo isolare parti e organi del corpo e trattarli come essi avessero una propria autonoma esistenza. La visuale specialistica della medicina attuale si rivela inadeguata ed insoddisfacente nel lungo periodo. Quello che succede in una parte del corpo è in continua risonanza con quanto avviene in tutte le altre parti.
LA MALATTIA NON È UNA ENTITÀ MALEFICA ESTERNA IN LOTTA CONTRO DI NOI
Un altro concetto antico e sviante, ma tuttora radicato e prevalente nella mente dei medici, e in quella dei pazienti sottoposti a istruzione medica, è che la malattia sia un attacco al corpo portato da una forza o da una entità esterna.
La malattia invece non è per niente una entità e non esiste al di fuori del nostro corpo, non possiede un viso, una mente, una intenzione, una personalità.
La malattia non ci attacca. Essa è parte del processo attraverso il quale resistiamo alle disavventure e agli errori comportamentali e dietetici della vita, errori che noi stessi commettiamo.
FEBBRE, INFIAMMAZIONE E DISSENTERIA
Volete degli esempi concreti? La febbre viene considerata dalla maggioranza come nemica giurata da combattere. Tant’è che abbonda l’uso di febbrifughi o antipiretici o antibiotici. Questo è gravissimo oltre che diseducativo.
La febbre in realtà è causata dagli stessi poteri vitali che producono giorno per giorno la normale e giusta temperatura del corpo. Stessa identica cosa per l’infiammazione, vista medicalmente come una strega tremenda da bastonare, mentre essa è causata dagli stessi poteri vitali che causano la normale circolazione del sangue.
Idem per la dissenteria, considerata mostruosa e indesiderata ospite arrivata da chissà dove, mentre è causata dagli stessi poteri fisiologici che causano la normale azione intestinale e la normale peristalsi.
Idem per il mal di testa, per il quale c’è la gara a offrire il farmaco più soppressivo, quello grazie al quale l’emicrania “ha le ore contate”. Come si vede, tutte le azioni fisiologiche, che si chiamino normali o anormali, sono causate dagli stessi poteri interni al nostro organismo.
SOBRIETÀ, RISPARMIO ENERGETICO E MINIMO IMPATTO
Equilibrio energetico o compensazione, sembra un concetto sofisticato ma non lo è. Si tratta tutto sommato di un principio universale nelle sue applicazioni. Compensazione significa conti bilanciati, conti in ordine e non in rosso.
Se vogliamo è il discorso della coperta corta, per cui se ti vuoi coprire la testa rimangono fuori i piedi. Anche qui ci aiutano gli aforismi, le locuzioni antiche, le verità dette in poche parole: “Tanto diamo e tanto riceviamo”, “Se seminiamo bene il raccolto sarà abbondante”, “La più grande felicità consiste nel fare felici gli altri”.
Per quanto potentissime, ignorate e sottovalutate siano le forze interiori dell’uomo grazie alle energie sottili ed eteriche, grazie alle energie nascoste a sua disposizione, occorre tuttavia usare prudenza e sobrietà nella vita quotidiana, rispettando il principio del minimo impatto sull’ambiente che ci attornia e ci ospita, evitando sprechi ed eccessi.
In altre parole, è vero che nei casi di estremo bisogno ognuno ha la possibilità di fare ricorso alle sue infinite risorse nascoste. Ma nella vita di ogni giorno ci vuole ugualmente saggezza, buon senso e temperanza, oltre che spirito di generosità e di condivisione con gli altri.
SFRENATA INDULGENZA ED ENERVANTI PRATICHE TERAPEUTICHE
La Natura opera secondo il principio della compensazione e dell’aggiustamento automatico. Per poter spendere da una parte essa deve economizzare dall’altra. Risparmiare in un settore, come contromisura a eccesso di spesa nell’altro, è una necessità fondamentale della vita organica.
Le risorse energetiche di crociera sono limitate al carburante che sta nel nostro serbatoio personale, per cui è vietato andare alla cieca e a casaccio, finendo anzitempo in riserva.
C’è tuttavia della gente la cui sfrenata indulgenza sembra mettere in dubbio questo fatto. Per i symptom-treaters, o medici trattatori di sintomi, le risorse dei loro pazienti sono talmente vaste da giustificare le loro enervanti pratiche terapeutiche, quasi che i fondi-energia e la resistenza dei pazienti alle loro cure fossero inesauribili.
AGGIUSTAMENTI COMPENSATIVI E RIPOSO FUNZIONALE
In un organismo enervato ed esaurito subentrano tossiemia ed infezioni tali da produrre una crisi acuta, per cui le forze limitate di un organismo indebolito devono essere mobilitate per l’immediato compito di prevenire danni e di salvare la vita.
A questo punto si rendono necessari degli aggiustamenti compensativi. La domanda di risorse necessarie per guarire comporta restrizioni e risparmi energetici in altre direzioni. La persona malata diventa talmente prostrata e debole al punto di richiedere riposo a letto. E questo è un primo modo di economizzare le risorse.
La sospensione dei processi digestivi (in caso di malattia acuta l’alimentazione va sospesa) è un secondo modo, rappresentando ugualmente un aggiustamento compensativo, un riposo funzionale, un digiuno obbligato e di emergenza.
TRATTARE I SINTOMI TRAMITE CURE INTERFERISCE CON LA FORZA VITALE
Questa ri-canalizzazione delle energie e delle risorse corporali è automatica ed è diretta dall’interno. Avviene in rigorosa conformità con le leggi della vita, senza eccezioni e senza errori. Ed è proprio per questo che è sempre dannoso e pericoloso che il sintomatologo (the sympton treater) cerchi di interferire con l’ordinato-logico-delicato percorso della malattia, sopprimendo delle attività interne dove la natura le ha invece incrementate, o eccitando altre attività interne dove essa le ha sospese.
Trattare i sintomi è sempre uno schiaffo alla naturale compensazione. La compensazione è molto precisa e puntuale ma solo con una visuale d’assieme o con una tout-ensemble view possiamo capirlo e verificarlo.
Il medico comune tende a isolare delle zone corporali e a trattarle come se esse avessero esistenza indipendente e separata le une dalle altre. Gli organi del corpo sono partner operanti in regime di vitale reciprocità per il bene comune. I curatori di sintomi non possono interferire con l’attività di un organo o di un sistema senza nel contempo alterare relazioni e correlazioni di tali meccanismi. Le modifiche delle attività funzionali sono di per sé un male assoluto.
LA MALATTIA NON È FATTO INNATURALE
I fatti indicano che la malattia è governata dalle stesse leggi che regolano i processi biologici in generale. La malattia, essendo regolata da condizioni naturali, non può pertanto essere considerata come fatto innaturale.
È risaputo ad esempio che la perdita di un rene è seguita sempre da un ingrossamento o ipertrofia del rene rimasto. L’ipertrofia di per sé non è un fatto positivo, ma in questo caso di reale emergenza essa avviene come compensazione e contro-bilanciamento della perdita, salvando il soggetto da un disastro.
Questo succede anche nei casi di irritazioni prolungate che generano un flusso di sangue addizionale verso determinati organi, portando a crescite tumorali che poi aumentano o diminuiscono a seconda di come ci comportiamo.
Anche qui il tumore non è un nemico mostruoso come si vuol far credere, ma un segnale, una conseguenza e una barriera protettiva da deattivare e smontare con competenza, lungimiranza e cognizione di causa.
L’ARTE DEL GUARIRE DEVE BASARSI SULLE LEGGI UNIVERSALI
La malattia è pertanto altrettanto naturale quanto la salute e rientra tra le manifestazioni vitali e fisiologiche del corpo. La malattia, sarà utile ribadirlo, non è per niente una entità esterna nemica e mostruosa in guerra con noi stessi. Non è un attacco proditorio al nostro organismo, ma è semplicemente una corretta fase del comportamento biologico, una forma di correttivo naturale.
Come diceva il dr Russell Thacker Trall (1812-1877), uno dei medici pionieri della scienza igienistico-naturale, “l’arte del guarire deve basarsi sulle leggi universali della vita, ed è proprio in questo che la medicina ortodossa dei nostri giorni malamente e totalmente fallisce”. È passato da allora un secolo e mezzo, ma le cose non sono cambiate.
TRAINING MEDICO GRAVEMENTE INADEGUATO
La Medicina con cui abbiamo tutti più o meno a che fare non è una scienza. Il training medico non offre agli studenti le dotazioni adatte a fronteggiare i più comuni problemi che gli si presentano nella loro pratica giornaliera. Essi sono troppo impegnati a drogare i sintomi e a rimuovere organi senza nemmeno studiare e conoscere il perché lo fanno. Troppo impegnati a sperimentare le nuove cure ideate per loro dai produttori di farmaci.
Gli sono state persino insegnate teorie assurde per cui diversi organi e ghiandole umane sarebbero privi di funzioni e pertanto atrofizzati. Il fatto è che venivano definiti inutili degli organi di vitale importanza, solo perché le loro funzioni erano sconosciute.
Tra le vittime illustri possiamo citare tonsille, appendice, tiroide, milza, pineale, timo, adrenali e tutte le altre ghiandole endocrine. Si confondeva l’ignoranza medica della funzione con la assenza di funzione.
L’importanza fondamentale di tali ghiandole è oggi ben nota. La rimozione totale della tiroide o delle surrenali è causa di morte immediata. Visti i precedenti c’è ben poco da scherzare e ben poco da sperare. Oggi la situazione è migliorata ma solo leggermente.
INDULGENZA VERSO GLI SGARRI E VANO DESIDERIO DI UNA VITA ESAGERATA
Non viviamo per niente bene e pare che troppa gente voglia sgarrare di proposito. Voglia barare giocando a carte false. Vuole godersi la vita, ubriacandosi di sostanze stimolanti, di emozioni forti e di sensazioni roboanti, ma questo significa dover pagare il conto finale, significa essere alterati e malati per la maggior parte del tempo a nostra disposizione.
Vita è diventato poi sinonimo di indulgenza, vale a dire sinonimo di tutti i brividi e le eccitazioni possibili, poco importa se proibiti ed irritanti per il corpo. “Voglio una vita esagerata” di Vasco Rossi incarna perfettamente tale tendenza.
VIVERE DA DROGATI E DA STIMOLATI NON È GODERSI LA VITA
La gente ama narcotizzarsi e drogarsi. Il tabacco non gli dona piacere, ma attenua in qualche modo e in via temporanea le magagne umane. Il caffè non li fa certo impazzire di gioia, ma provvisoriamente gli toglie il mal di testa e li stimola, cioè gli irrita il cuore per cui non sentono più la stanchezza, almeno per qualche ora. Le cole hanno lo stesso effetto del caffè, visto che contengono abbondante caffeina.
Basta annotare il numero di bottiglie e di lattine di Coca-Cola e il numero di tazzine di caffè giornaliere ingerite, per capire il loro grado di dipendenza dalla caffeina e dalle altre droghe legali e illegali in circolazione.
Sono alterati e credono di godersi la vita. Sono malati e si illudono di campare al meglio. Sono nevrotici e non sanno di esserlo. Corrono dai medici per curare gli effetti e le conseguenze dei loro godimenti.
Sono il risultato vivente di una educazione che non educa, e di una medicina che non cura. In questi casi le leggi di natura sono inesorabili, per cui le idiozie si pagano care.
NON APPENA CI LIBERIAMO DELLE ABITUDINI ENERVANTI, SUBENTRA LA SALUTE
La salute è una virtù suprema e non può essere sperimentata da chi è assuefatto a stili di vita ammalanti. La sola cura possibile è quella di correggere le abitudini sballanti. Visto che la malattia è una costruzione fatta di abitudini enervanti e sbagliate, non appena ce ne liberiamo del tutto segue la salute.
Mantenendo invece i nostri comportamenti aberranti sbarriamo la strada alla salute. Curare la malattia, ammorbidire o calmare i sintomi non ripristina la salute, in quanto non riguarda la causa e non rimuove la causa.
Le cure mediche non sono soltanto un fallimento nei risultati, ma rappresentano un motivo ulteriore di alterazione e di malattie chiamate iatrogene o medico-causate.
PIÙ SCUOLE E MENO OSPEDALI, PIÙ INSEGNAMENTO E MENO CUROMANIA
La Natura inizia a curare con la sua proverbiale perfezione non appena paziente e terapeuta mettono da parte ogni forma di abitudini ammalanti (paziente) e di trattamenti ammalanti (terapeuta).
Quello di cui ha realmente bisogno la persona malata è:
- Insegnamento e non trattamento
- Scuole di Salute e non Ospedali Curativi (a parte emergenze e centri di pronto soccorso ovviamente)
- Educazione ai giusti stili di vita e non alle scelleratezze.
Ma le malattie continuano a diffondersi e a prosperare. Come mai? È presto detto. Il motivo sta nel fatto che i medici di tutte le scuole sanitarie ignorano i comportamenti enervanti ed incompatibili. Tentano testardamente di curare la malattia in presenza di modi di vivere patologici.
Non impareranno mai la lezione o perché troppo stupidi e disinformati o perché troppo furbi e sofisticati, visto che l’affarismo farmaceutico è diventato un potere dominante nella loro mente e nella loro vita.
ARMONIZZARSI E NON INTERFERIRE CON LA FORZA VITALE
Medicare-palliativare-alleviare i disagi fisici, sopprimere o rimuovere organi e parte di essi, curare i sintomi anziché rimuovere le cause alimentari e gli errori di comportamento, è semplice follia. La rimozione della causa spetta al paziente correttamente educato e responsabilizzato, mentre la rimozione del sintomo spetta alla Vis Medicatrix Naturae, alla saggia e Sovrana Madre Natura Guaritrice di Tutti i Mali dal primo all’ultimo, se guaribili e se la natura viene messa nelle condizioni di farlo.
Nessuna scorciatoia e nessun intervento medico esterno possono fare di meglio o di più. Il medico può soltanto porsi umilmente a fianco della forza vitale auto-guarente e armonizzassi con essa. Ogni altra cosa interferisce-contrasta-ritarda-complica il processo di recupero.
RAPPORTO FLEXNER E DITTATURA SANITARIA IN ATTO
Pare oggi incredibile il livello avanzato dei medici americani dell’Ottocento, ma occorre pensare che essi operavano in regime di notevole libertà ed autonomia. Erano prodotto dell’Illuminismo, dell’Età dei Lumi, del pensiero Voltairiano. Si prendevano delle responsabilità personali e non venivano inquadrati in dogmatici schemi e protocolli.
Non c’era ancora stato il cataclisma sanitario chiamato Rapporto Flexner (1910), innescato dai due maggiori industriali americani di inizio Novecento, David Rockefeller e Dale Carnegie. È con questa coppia di solerti mega-imprenditori che si realizza la nascita della Dittatura Sanitaria tuttora in atto nel mondo intero.
JENNINGS E IL METODO PLACEBO
Isaac Jennings (1788-1874) fu il primo ad andare clamorosamente contro-corrente, il primo ad applicare il rimedio del “Let Alone” (lascia il paziente tranquillo), ovvero il rimedio del “Fare Niente ma in modo sensato e intelligente”, il primo ad ammettere di non aver mai avuto fede nelle medicine, il primo ad applicare il metodo placebo, dando per 20 anni pillole di pane e acqua colorata ai suoi pazienti che in quel modo non morivano più a frotte come gli succedeva nei primi anni di cure mediche. Jennings influenzò enormemente centinaia di medici celebri del tempo tra cui Trall, James Caleb Jackson, Robert Walter, Charles E. Page e Felix Oswald.
IL MOVIMENTO IGIENISTA SI CHIAMAVA ALLORA GRAHAMISMO
Non è che Shelton si sia svegliato di soprassalto ritrovandosi addosso il vezzo della nuova scienza igienistica. Prima di lui c’erano stati grandi pensatori e grandi medici in rotta di collisione col sistema sanitario prevalente. Fu il più bravo di tutti a prenderne i migliori spunti e a metterli coerentemente in pratica nella sua Scuola di San Antonio in Texas.
Oltre che ai vari Isaac Jennings, Russell Thacker Trall e John Tilden, un posto di rilievo tra i pionieri del Movimento Igienista lo ebbe Thomas L. Nichols, allievo di Sylvester Graham (1794-1851). Un Graham tanto mitico e celebre che l’Igienismo allora si chiamava Grahamismo e che il pane integrale si chiamava Graham Bread. Esistono tuttora oggi negli USA panifici che portano il marchio Graham.
L’INSEGNAMMENTO DEL DR THOMAS L. NICHOLS
Thomas L. Nichols era un medico eccezionale che amava studiare e andare a fondo nelle cose che faceva. Aveva pure scelto come compagna di vita Mary Gove, una delle più celebri esponenti femminili del Movimento.
La prima cosa che noi medici igienisti dobbiamo imparare a memoria, il primo principio e uno dei punti più ignorati e trascurati dalla comune medicina è quello di non fare del male, di non usare furberia, malizia, imbroglio, paura, cattiveria. Che poi è la fotocopia del Primo Non Nuocere di Ippocrate, o della medicina soave, prudente e innocente di Esculapio.
A meno di non sapere in tutta sicurezza cosa fare, è sempre meglio Fare Niente. Se non siamo sicuri di aiutare la natura e di affiancarci ad essa, non dobbiamo correre il rischio di ostacolarla con le nostre presunzioni e le nostre interferenze.
NAPOLEONE BONAPARTE GRANDE STRATEGA ANCHE IN MATERIA MEDICA
Nichols riporta fedelmente le dichiarazioni di Napoleone (1769-1821) al medico italiano Carlo Antommarchi (1780-1838) che stava al suo capezzale all’isola di Sant’Elena. Napoleone aveva seguito le sue truppe nei vari teatri di guerra e, pur mandandoli spesso a morire nelle tante battaglie campali del suo tempo, si era sempre interessato alla forma fisica delle sue truppe. L’argomento salute non gli era per niente estraneo.
“La vita è una fortezza che né voi medici né io conosciamo bene. Perché ostacolare i suoi mezzi naturali di difesa, che sono di molto superiori ai mezzi dei vostri laboratori? Il dr Jean Nicolas Corvisart (1755-1824) mi ha candidamente ammesso che tutte le vostre sporche pozioni non servono a nulla. Ha riconosciuto che la Medicina è una disordinata e sconnessa raccolta di prescrizioni incerte, più fatali che utili all’umanità”.
Corvisart fu medico personale di Napoleone, ed era il luminare più illustre dell’era napoleonica.
LA SMANIA DI INTERVENIRE, DI FAR QUALCOSA AD OGNI COSTO
“Non ho alcuna pazienza con la follia dei pazienti, e tantomeno con l’ignoranza dei loro medici. Di fatto esiste un frenetico, agitato e convulso, quasi isterico Voler Fare Qualcosa che continua a volteggiare intorno ai letti dei malati e che è causa di migliaia e migliaia di morti”, conclude Nichols.
“Perché nessuno fa niente? Qualunque cosa essa sia? piagnucolano i familiari dei malati”, e i medici del mondo intero li accontentano in migliaia di modi distruttivi e devastanti. Le famiglie insistono che “Something should be done”. “Do something! This is the universal cry”. E questo pianto universale cessa solo quando il fare qualcosa ad ogni costo ha portato il paziente al cimitero.
INSANABILE ANTAGONISMO TRA FARMACO E TESSUTO VIVO
Il rapporto tra i tessuti viventi del corpo e i farmaci inorganici-chimici-senzavita è un rapporto di eterno e insanabile antagonismo. La cosiddetta azione terapeutica dei farmaci non è altro che azione del corpo mirata a resistere, a far fronte e ad espellere i farmaci appena assunti, e non viceversa.
I rimedi chimici non producono comunque alcun risultato funzionale. Non è il catartico che purga, o l’emetico che fa vomitare, o il diaforetico che fa sudare, o il diuretico che fa orinare, ma queste eliminazioni avvengono per opera degli intrinsechi strumenti del corpo vivo. Esiste una enorme differenza tra il dire che il rimedio produce la funzione o dire che viene invece espulso dalla funzione.
VIETATO CONFONDERE CAUSA E CONSEGUENZA
“Niente può essere più rovinoso alla nostra logica e alla nostra pratica quanto il confondere una conseguenza con una causa”, e qui è di nuovo la voce di Shelton a farsi sentire. “Tutti i medici coi quali sono venuto in contatto sono impegnati a trattare conseguenze chiamate sintomi, e a strafregarsi dei fattori causanti. I sintomi di malattia sono manifestazioni di un tipico e connaturato principio dell’organismo teso a ripristinare le normali funzioni.
I sintomi sono sforzi naturali della natura per riparare una ferita o ristabilire lo stato di salute. La causa produttiva di febbre, infiammazione, irritazione, e di tutte le altre azioni e processi fisiologici, è sempre una ed è sempre la stessa, e si chiama forza vitale dell’organismo in piena azione riparativa e depurativa.”
LE INTEGRAZIONI MINERAL-VITAMINICHE SONO INUTILI E DANNOSE SCORCIATOIE
Quelli che continuano a pensare che dando ferritina agli anemici serva davvero, e che dare concentrati vitaminici nei casi di carenze serva davvero, e che proporre acque alcaline contro l’acidificazione corporale serva davvero, sono destinati a grandi delusioni, poiché soltanto i cibi naturali del regno vegetale contengono tutte le vitamine e tutti i minerali nelle forme e delle quantità assimilabili.
LA NON REAZIONE AI VELENI E LA CALMA APPARENTE DEL CORPO NASCONDONO GROSSE INSIDIE
A parte le morti violente o per incidenti stradali o di lavoro, l’unica vera causa di morte è la tolleranza agli avvelenamenti. Il lento, graduale, insidioso disseminare mine all’interno dell’organismo. Lo spreco di energia nervosa e il compromettere l’integrità strutturale e funzionale dell’organismo, mediante veleni di vario genere apparentemente tollerati, porta prima o poi a morte precoce.
Fin quando il corpo resiste attivamente ed espelle con prontezza i veleni si suppone che esso produca danni, e che quando cessa di eliminare le tossine si suppone che funzioni al meglio. Ma si tratta di un grave equivoco.
Quando il corpo impara a tollerare i veleni e a non reagire ad essi, quello non è affatto un giorno felice e positivo, ma piuttosto un triste segnale di decadenza.
RIDEFINIAMO LA MALATTIA SECONDO CONCETTI RAZIONALI E VERITIERI
Occorre prender nota che i sintomi di avvelenamento, cioè dolori, fitte, nausea, vomito, dissenteria, vertigini, debolezza, infiammazioni sono tutti sintomi (sintomi di alterazione o di cosiddetta malattia ). Il disease o sickness definita erroneamente malattia, non è malattia ma benettia, è un processo di resistenza e di contrasto alla malattia.
È la voce interna della coscienza e degli strumenti di coscienza e di protezione che protestano e suonano l’allarme, fungendo da sentinella corporale. È l’intero organismo compatto che fa di tutto per espellere il veleno assunto e per non assimilarlo. Tale sforzo è accompagnato da uno stress cardiaco che porta a surriscaldamento e tachicardia, scambiati erroneamente per reazioni di vitalità e di potenza.
L’avvelenarsi a piccole dosi comporta sempre una stimolazione cardiaca e mai una assimilazione ed una utilità. Fa da apparente aiuto nel breve periodo e da micidiale nodo al pettine nel lungo periodo (quanto tempo dopo dipende dal tipo di veleno, da quanto veleno, dalle condizioni generali del soggetto).
VELENI RIFIUTATI DAI FILTRI RENALI E RISPEDITI AL MITTENTE EPATICO
L’organismo ce la fa a scansare i veleni dalla assimilazione, ma non a espellerli, dato il netto rifiuto dei filtri renali (glomeruli e tubuli delicatissimi) di accettare e filtrare le porcherie più deleterie.
Succede allora che, tramite la bile, i veleni vengono rispediti al fegato che in tale circostanza si ingrossa e si infiamma patologicamente e perde cellule epatiche (epatite), ed è costretto a ridistribuire i veleni nelle diverse parti grasse dell’organismo, nelle varie incrostazioni uriche di acidi o cristalli di urati nei giunti e nelle articolazioni (artriti e artrosi), e nelle sacche di acqua pesante di ritenzione idrica all’interno della matrice extra-cellulare (fenomeni gottosi, acque stagnanti), tutto materiale inquinante destinato ad essere espulso progressivamente nel lungo periodo mediante atti depurativi, restrizioni caloriche, drastici cambi dieta e conseguenti crisi eliminative.
STATO DI ENERVAZIONE E DI SOTTOMISSIONE PASSIVA AI VELENI
Si usa dire che i farmaci presi ripetutamente perdano grado di potenza. Questa idea è fallace. Non è il farmaco che indebolisce la sua azione potenza ma è il corpo che perde potenza e reattività. L’uso ripetuto di un veleno porta a una riduzione della resistenza vitale. L’indebolimento dei poteri vitali porta a instaurare nel corpo uno stato di tolleranza (di cessata reazione e cessato rifiuto) nei riguardi dei veleni stessi.
La diminuzione del potere di resistenza corporale o tolleranza ai veleni è uno stato di enervazione, di perdita di forza-sensibilità-vitalità-voltaggio del sistema nervoso. La cessazione della resistenza attiva è in pratica uno stato di sottomissione e di resa al veleno, una sconfitta dell’organismo.
TOLLERANZA AI VELENI SIGNIFICA CIRCOLO VIZIOSO E MALATTIA CRONICA
La tolleranza, fenomeno estremamente negativo e pernicioso, vale per sigarette, caffè, tè, alcol, sale, zucchero raffinato, dolciumi, cole, bibite varie, acque alcaline, integratori, farmaci, vaccini, varie droghe legali e illegali, oltre che per tutte le carni e per i latticini.
Più uno è bravo ad assumere tali sostanze stando apparentemente bene e quindi senza reazioni negative di rigetto o di rifiuto o di tachicardia o altri segnali di intolleranza, e più grave è la sua condizione. L’alcolista che “tiene” l’alcol, che può scolarsi disinvoltamente un litro di vino senza ubriacarsi, senza alterarsi, senza diventare paonazzo è un alcolizzato cronico.
Provate a dare un bicchiere di vino a un bambino o a una persona che non tocca alcol e noterete la differenza. Stessa cosa più o meno per gli altri inquinanti.
ISPESSIMENTO DELLE MUCOSE INTERNE
Le membrane dell’intero tratto digestivo diventano più spesse e più indurite a difesa delle ripetute irritazioni. Questa coagulazione e questo ispessimento protettivo altera e compromette però tutte le altre funzioni.
Il senso del gusto viene offuscato e intorpidito, la buona digestione viene resa difficile. Il sangue diventa lipidico e poco scorrevole. Nelle altre parti del corpo succede qualcosa di simile essendo esse soggette pure a irritazione cronica da parte dei vari irritanti di uso comune.
ADATTAMENTO AI VELENI SIGNIFICA DEPRAVAZIONE DELL’ORGANISMO
Non sarà mai enfatizzato abbastanza che l’adattamento all’uso di un veleno, e cioè, l’instaurazione di una tolleranza, sia accompagnato da una depravazione dell’organismo.
Più grave la depravazione fisiologica e più il veleno sarà richiesto, preteso e bramato, e più il corpo non darà segni di attiva resistenza, innescando anzi uno stato di vera e propria dipendenza chimica.
NON CONFONDIAMO PERVERSIONE FISIOLOGICA CON BUONA SCORZA
L’abilità di usare ad esempio grosse quantità di tabacco senza causare conseguenze evidenti tipo angoscia, stordimento, vertigini, rilassamento muscolare, tremori, debolezza, febbre, nausea, vomito, dissenteria, convulsioni è prova di debolezza e di fisiologica perversione, e non certo di buona scorza o di vigoria fisica o di immunità al veleno.
Il corpo può essere depravato e drogato a un punto tale che il soggetto dimostra di guadagnarne in termini di apparente e temporaneo benessere. Lo stesso quantitativo da lui assunto potrebbe nel contempo ammazzare sei persone normali esenti dal tabacco.
C’è gente che si fa 3-4 pacchetti al giorno, e che si fuma persino due sigarette per volta. Le sigarette elettroniche fanno altrettanto male. Anche 2-3 sigarette al giorno fanno male e creano dipendenza.
TROPPA INDULGENZA VERSO LE SOSTANZE STIMOLANTI E DOPANTI
Il drogato da oppio è talmente assuefatto che può assumere una dose di oppio sufficiente a mandare all’altro mondo una decina di persone contemporaneamente. Il discorso vale più o meno per tutti i veleni.
Se accettiamo l’idea della non-velenosità e della non-pericolosità, del carattere accettabile e sopportabile di tè, caffè, alcol, zucchero, sale, e vari alimenti stimolanti e non nutrienti, scivoliamo nella fallace conclusione che non esiste qualcosa chiamata veleno in natura.
IL MITO DELLA CURA
La scienza medica moderna -continua Shelton- ha dato vita a una miriade di incanti e di amuleti che fanno di essa qualcosa di prodigioso e fatato. Tutti i giorni qualcosa di miracoloso viene scoperto. Relief è la parola magica, che in lingua italiana si traduce con sollievo o rimedio o cura.
Curare è la sua grande promessa. Rapido sollievo da tutte le pene e tutti i dolori. Shelton cita il caso di una donna dell’Illinois che, secondo gli spot pubblicitari dell’Alkaseltzer usava tale sostanza da 5 anni, ricavandone grossi benefici immediati che nessun altro prodotto era riuscito a debellare. Questo valeva sia per l’emicrania che per l’acidità gastrica.
In questi 5 anni non aveva fatto nulla di concreto per scoprire le cause dei suoi dolori. In realtà Alkaseltzer è una combinazione di aspirina (acido salicilico) e di comune bicarbonato di sodio. La prima conduce i nervi alla insensibilità e danneggia il cuore, e il secondo neutralizza l’acido stomacale interferendo con la digestione. Nessuno dei due rimedi in realtà rimuove la causa delle due sofferenze, per cui esse diventano croniche.
UNA VANA E INTERMINABILE RINCORSA AI RIMEDI
Cure cure e cure. Migliaia di persone disinformate cadono nella trappola e vengono sacrificate sull’altare delle cure. La gente si uccide curando se stessa dalle conseguenze delle proprie indiscrezioni, imprudenze e follie. Passano la vita drogando se stessi anziché cessare la condotta che gli causa tutte le sofferenze. Portano con sé pillole di ogni tipo, aspirine e Alkaseltzer, e ricorrono al caffè e alle cole.
Queste varie forme di cure e sollievi li incoraggia a ignorare le cause dei loro guai. E così essi aggravano le loro condizioni. Danneggiano il sistema digestivo, il sistema nervoso, il cuore, i reni, il sangue e gli altri organi del corpo, che subiscono tutti un processo di enervazione e di tossiemia.
NESSUN ASTIO CONTRO I MEDICI
Il dolore è una misura disciplinare. Distruggi il dolore, ignora il suo importante messaggio e finisci in guai seri. Le cure dei sintomi e dei dolorini sono spesso una scorciatoia per l’ospedale o per l’eterno riposo.
Non vorremmo mai parlar male di nessuno, tanto meno dei medici i quali, presi uno per uno, sono delle ottime persone davvero, a parte quelli non affidabili perché collusi con le farmaceutiche.
Non vogliamo offrire dei pretesti a nessuno per incrementare astio assurdo e ingiustificato nei riguardi di una intera categoria, facendo di ogni erba un fascio.
Tant’è che le critiche più taglienti verso i medici non arrivano dalle scuole igieniste, che si limitano a svolgere il proprio ruolo a favore della salute naturale, ma proprio dall’interno stesso della Medicina.
DALLA PROPOSTA IPPOCRATICA ALLA TRADE-MEDICINE
Fatto sta che la professione medica è storicamente responsabile per questa eterna tendenza a pretendere e reclamare fictional care o illusorie soluzioni curative, senza mai dedicarsi alla causa dei problemi.
La professione medica, soprattutto quella successiva al Rapporto Flexner del 1910, ha insegnato al genere umano a cercare, pretendere e accontentarsi delle scorciatoie e dei finti rimedi, trasformando la medicina ippocratica naturale del Primo Non Nuocere in una Trade Medicine, in una medicina del business e degli inganni.
DALL’APPROCCIO TRADIZIONALE SHELTONIANO ALLA INCONSUETA TERAPIA VERBALE DELLA DR GABRIELLA MEREU
L’approccio igienista alle maggiori patologie può avvenire non solo attraverso le ironie sheltoniane a denti stretti, ma anche con modalità del tutto diverse.
Questo stesso pomeriggio avremo qui con noi ad arricchimento e completamento di questa lezione di igienismo una docente specialissima che, usando metodi del tutto inconsueti, persegue alla fine gli stessi nostri obiettivi di scavare nella storia antecedente di ciascuno per capire la vera origine dei mali.
Mi riferisco alla dr Gabriella Mereu, semplicemente unica, grande anima contestatrice e ribelle racchiusa in un corpo di fragile ragazzina. Donna agguerrita e battagliera, coraggiosa e temeraria all’inverosimile, in possesso di un’arte del comunicare e dello stupire del tutto innata, pungente ed irriverente.
Un’arte che richiedere da parte del pubblico un certo grado di preparazione per essere capita, e che mira a far esplodere i conflitti e le contraddizioni mentali che ogni persona nasconde spesso in modo inconsapevole dentro di sé.
INDAGINI DI TIPO FREUDIANO E REICHIANO SUI TRAUMI EMOZIONALI DEI PAZIENTI
La dr Mereu ha il gran merito di insegnare l’incredibile e lo sbalorditivo, facendo uso di metodi di indagine psicologica di tipo freudiano e reichiano, mescolati alla sua grande curiosità per i traumi emozionali dell’anima che segnano spesso a vita il modo di porsi e di sentire delle persone, il loro vivere bene e il loro ammalarsi.
Da rilevare che nel suo metodo rimediale il linguaggio e le parole hanno una importanza strategica eccezionale, per cui lei si esprime in modo diretto e senza filtri e, volutamente, senza intonazioni diplomatiche tese a smorzare l’effetto delle sue conclusioni diagnostiche. Si avvale infine, a scopo compensativo, addolcente, coadiuvante e placebo, di prescrizioni floreali tipo fiori di Bach e simili.
Non a tutti piace questo sistema considerato a volte troppo brutale. Non a tutti risulta piacevole ed accettabile, soprattutto se manca un preavviso e una preparazione, ma i risultati che lei in molti casi ottiene depongono decisamente a suo favore. Pure il grosso seguito che ha la Mereu parla a suo favore.
LE PAROLE E IL LINGUAGGIO DEVONO ESSERE PICCANTI E NON BANALI
Lei preferisce evitare la parola causa, ritenuta banale, incompresa e poco redditizia, e preferisce chiamarla stronzata, che è molto più incisiva in quanto produce una vivace reazione nel paziente. Il suo razionale è “Togli le stronzate che commetti e guarisci completamente”, senza tanti come e perché, senza farmaci o altri tipi di cure.
Questo percorso toglie la paura e stimola l’impiego dei propri mezzi e della propria responsabilità. C’è in questo metodo la intenzione voluta di scioccare e scalfire la spessa pellicola difensiva che avvolge l’intimo del paziente, provocando uno sconvolgimento interno e una crisi liberatoria, un effetto mentale depurativo.
SUBLATA CAUSA TOLLITUR EFFECTUS
“Togli le strozzate e guarisci” equivale esattamente a quel Sublata Causa Tollitur Effectus degli antichi romani, di cui parlai sia nella mia 1° Lezione HSU “Scienza della Salute, del sorriso e della ribellione” del 19 giugno 2016 ed anche nella memorabile conferenza di Castle San Pietro-Bologna del 17 febbraio 2019, con 500 presenti, dal titolo “Togli l’errore e vinci la partita”.
A parte il lato floreale, che a mio avviso non è particolarmente significativo pur essendo io un ammiratore dei fiori, dei loro sgargianti colori e dei loro magnifici profumi, la Mereu ha il gran merito di allargare la mente usando l’incredibile e lo sbalorditivo, e di rimanere nell’ambito della scienza igienistica, la quale predica nota bene con sobrietà e rigore l’arte della non cura sul sintomo.
È sempre un modo per togliere significato e importanza ai farmaci e alla curomania imperante, un metodo per mettere le persone davanti alle proprie responsabilità dietetiche e comportamentali.
MALATTIE CAUSATE NON DAI CARBOIDRATI MA DALLE TESTE DI CAZZO
Confesso di essere tentato di copiarla e di imitarla, ma è più facile a dirsi che a farsi. Prova tu a dire che le malattie e i peggiori guai sono causati non dai carboidrati ma dalle teste di cazzo! Prova tu a dire a una ragazza con problemi vaginali di rinunciare a ogni lozione antibiotica e a ogni crema mitigante, e di infilare come alternativa nelle sue parti intime un santino di Santa Genoveffa o di San Felice Abbondio. Finiresti sbeffeggiato, se non sui carboni ardenti.
SIAMO INTERCONNESSI CON TUTTI, E IN PARTICOLARE CON LE ANIME SOTTOPOSTE ALLE ATROCI SOFFERENZE DELL’INQUISIZIONE
Lo spirito intollerante e vessatorio dei papi clementi e inquisitori che mandano al rogo grandi anime come Giordano Bruno (1548-1600) a Campo de’ Fiori, o anche uomini più umili come Domenico Scandella detto Menocchio (1532-1599), mugnaio friulano di Montereale Cellina-Pordenone, colpevole di non credere alla chiesa e di possedere qualche libro proibito con dei disegni pornografici, serpeggia tuttora sotto le ceneri e sotto le apparenze del buonismo cristiano. Successe 500 anni fa, ma sembra ieri.
Tant’è che le loro sofferenze sono pure le nostre, valendo sempre il concetto Maya “Yo soi otro tu, tu eres otro yo”, per cui siamo tutti interconnessi nello spazio e nel tempo. Occorre sì vivere nel presente, ma lo tesso Einstein ci ha insegnato che le lancette della storia possono girare anche all’indietro.
LE COGLIONATE CARATTERIALI DELLA GENTE RICHIAMANO L’INNATA CURIOSITÀ DELLA BAMBINA MEREU
Alla Mereu questo e altro, l’intera sua arte, riesce in modo disinvolto e naturale, per quel senso innato di spiritosaggine e di giocosità che le permetteva già dai 3 anni in avanti di cogliere nelle persone gli aspetti ridicoli e le coglionate caratteriali, come lei ama chiamarle. Già da piccola amava mimare e imitare le tante persone strane che intravedeva intorno a sé.
Per mettersi sullo stesso piano uno dovrebbe frequentare un Art Studio di Hollywood per un corso accelerato di recitazione e di comicità, e dovrebbe pure sobbarcarsi un corso di laurea in medicina e chirurgia visto che lei è medico, ed in più è radiata, che è ulteriore titolo di merito e di valore coi tempi che corrono. Ma né laurea in medicina né diploma in recitazione basterebbero a colmare il gap poiché la classe non è acqua.
QUELLO DELLA MEREU È UN PALCOSCENICO CHIAMATO TERAPIA VERBALE
Tanto per capirci meglio, per spiegarvi in dettaglio il tema odierno definito “Appoggio Igienistico alle Malattie”, ci ho messo 3 giorni di lavoro, presentandovi oggi un documento da 15 cartelle e tenendovi tutti incollati alle vostre rispettive sedie per due ore abbondanti, col rischio concreto di annoiarvi.
Non è autocritica verso il mio sistema valdiano che ben conoscete e che raccoglie alla lunga notevoli risultati. Ho ben presente la necessità di insegnare e di divertire e di rasserenare nel contempo. Con la Mereu però il rischio di annoiare e stancare non accade mai, ve lo garantisco.
Con lei si va subito al sodo, niente premesse e niente preliminari. Lei ti inquadra, ti fa poche domande essenziali sui tuoi rapporti in famiglia e in società, ti soppesa per sommi gradi, e poi ti colpisce a bruciapelo. Lei ha inventato una sua Terapia Verbale che non ha eguali.
Non ti dà scampo, ti sconvolge, fa implodere in te le tue miserie, le tue piccolezze, le paure e le contraddizioni. Ti mette davanti alle tue responsabilità, ti toglie ogni possibilità di scuse e di alibi, smonta in pochi attimi le tue certezze e i tuoi fragili dogmi acquisiti ed assorbiti presso i tuoi manovratori nascosti.
SE VOLETE, FACCIO LA STRONZOLOGA DI PROFESSIONE
Le stronzate per lei sono le menzogne che l’anima non condivide. Le stronzate sono quelle incongruenze-irrazionalità-assurdità che annientano certe persone inconsapevolmente, inchiodandole a vita, rodendole nell’intimo.
Le stronzate di base vengono dall’inconscio collettivo e dalla manipolazione dilagante cui siamo tutti soggetti. “È tutta la vita che studio le stronzate umane, lo stupidario maschile in particolare, ma anche quello femminile”.
Per lei i concetti di santa e di puttana la mettono in fibrillazione. La divertono in particolare le frasi tipo “Ti ho voluto bene quasi come a mia mamma”, “Faccio sesso da tutte le parti fuorché in camera da letto, che considero sacra”. Ma l’elenco è particolarmente lungo.
UN CONFESSIONALE EROTICO SENZA CENSURA E SENZA FILTRI
Con la Mereu il sorriso, lo spasso, lo scandalo e la sorpresa non mancano mai. È un po’ come andare a teatro. Non c’è margine per pietà e indulgenza. Non è concesso lagnarsi e piagnucolare. Lei ti fa singhiozzare e piangere a dirotto per qualche istante, ma poi ti ricomponi e impari a ridere di te stesso a crepapelle, impari a darti dello stupido e a riconoscere che ti sei perso in un bicchier d’acqua.
In ogni caso finisci per riconquistare te stesso e la tua autostima su nuove basi e con nuovi orizzonti. Il suo parlare senza filtri e senza finte diplomazie ha sicuramente un effetto dirompente. Il suo non è un linguaggio senza ritegno e senza pudore. Lei toglie semmai al sesso ogni pruderie e ogni senso di peccaminosità e di sporcizia. Con lei non esiste censura. L’anima è in realtà asessuale. Ci si apre del tutto senza pregiudizi.
Non sopporta le parole tradimento, possesso, gelosia e abbandono, tutti concetti patologici che condizionano l’intera esistenza di molte persone. Dietro il suo approccio scandalistico e a volte quasi pornografico si nasconde un grande bagaglio psicologico e spirituale.
Non appena sente qualcuno esporre i suoi problemi per via telefonica, si accende e vibra come un magnete stimolato non appena sente parlare di piedi, di orecchi, di gola, di acufeni, di ascelle, di anche, tutte parti che esprimono spesso problematiche di tipo sessuale.
Pure sintomi gravi come certi tipi di sclerosi e di paralisi rientrano nella categoria. Celebre ormai una delle sue clamorose guarigioni. Si trattava di una donna lamentosa e dai sensi addormentati che cercava coccole, affetto ed assistenza. “Alzati troia e cammina!”. Fu percorsa da un brivido e da una scossa elettrica. Strillando di sorpresa cominciò a muoversi e a deambulare autonoma nella stanza con le proprie gambe, riguadagnando in pochi giorni la propria normalitò.
VENITE A ME MALATI: VI TOLGO LA PAURA CHE PARALIZZA E POI GUARITE DA SOLI, CON L’AIUTO DI QUALCHE FIORE DI BACH
La Gabriella Mereu è una trafila umana, un potente antidoto, un portento contro i malati immaginari e gli ipocondriaci che formano una categoria massiccia e un pozzo senza fondo. “Venite a me malati! Venite a me, che vi sistemo io per le feste (aggiunge sottovoce)! È così che lei si rivolge alla platea.
Ma la cosa che più sorprende e affascina sono i suoi risultati strepitosi. La gente, imparando a ridere delle proprie false angustie, delle proprie fisime mentali e delle proprie incongruenze, è costretta letteralmente ad andare al dunque e ad auto-guarire.
Guai dire però che guarisce. Anche perché la boicottano in tutte le maniere possibili. La boicottato i colleghi medici e la boicottano i bacchettoni delle varie religioni sessuofobiche (in apparenza e non in sostanza). “La metà di chi viene da me la sollevo dal terrorismo medico. L’altra metà la sollevo dal terrorismo religioso e dalla paura della morte. Per il resto io non c’entro niente. Vi curate tutti da soli!”
LE COSCIENZE VANNO SCOSSE E MANDATE IN FIBRILLAZIONE DEPUIRATIVA
Senso dello scherzo e dell’umorismo spinti ai massimi livelli. La Mereu appartiene alla speciale categoria dei fini demolitori capaci di scuotere le coscienze addormentate e ipnotizzate. Mi fa pensare ad Archimede da Siracusa: “Datemi una leva e solleverò il mondo”.
Mi fa pensare a Cecco Angiolieri: “S’i fosse fuoco arderei ‘l mondo; s’i fosse acqua, i’ l’annegherei; Si fosse Cecco com’i’ sono e fui, terrei le donne giovani e leggiadre: le zoppe e vecchie lasserei altrui”.
Oggi come oggi siamo più rispettosi dell’Angolieri al quale concediamo e perdoniamo le licenze artistiche e le battute pepate, consci che ci sono vecchiette belle e attraenti almeno quanto le migliori ballerine.
INTORNO ALLA VITA SOBRIA
La Mereu mi fa pensare alla parte sana della Scuola Medica Salernitana: “Farai medici a te stesso mente ognor lieta, dolci requie e sobria dieta”. Mi fa pensare a Luigi Alvise Cornaro, il nobile veneziano che fu capace di ribaltare il verdetto atroce dei suoi medici che gli avevano diagnosticato massimo 3 mesi di vita, finendo per cambiare dieta e sopravvivere ad essi, ai loro figli e ai loro nipoti e pronipoti, per scriversi tranquillo e beato a 100 anni il primo manuale igienistico “Intorno alla vita sobria”.
I PARAGONI SI SPRECANO
Mi fa pensare alla Florence Nightingale che entrava negli ospedali inglesi e, senza chiedere permesso ai primari e alle capo-sala spalancava le finestre per ricambiare l’aria stagnante impregnata di farmaci, o si mescolava senza timori e precauzioni tra i malati cosiddetti infettivi, ridicolizzando i timori dei sanitari e definendo il contagio come il rifugio delle menti fragili e deboli della medicina, schernendo i medici e facendosi beffe e boccacce delle loro prescrizioni e abitudini.
Forse non è un caso che, la prima volta che fece la sua comparsa fisica alla HSU nel 2017, c’era pure l’astrofisica Giuliana Conforto, altra donna di punta della cultura alternativa italiana.
IL MEDICO CINESE DEGLI SCHIAFFI GUARENTI
Mi fa pensare al mitico dr Ching, cinese che ultimamente ho perso di vista ma che alcuni anni fa riempiva gli stadi dell’Asia a Taipei, Taichung, Hanoi, Saigon insegnando alla gente a guarire in massa, dando semplici schiaffi terapeutici ripetuti e col palmo di entrambe le mani su polsi, braccia, spalle, fianchi, cosce, polpacci, piedi, respirando e ridendo con allegria, accompagnando ogni schiaffo con un ehi o un dai, ovvero con un qualsiasi grido di battaglia.
Anche questo classificabile come uno dei vari metodi del Wu-Wei cinese, tesi a ridicolizzare le teorie seriose e a rivalutare la teoria del non fare, del ribellarsi, dell’allinearsi col Tao del non assumere farmaci e cure mediche. Tant’è che gli schiaffi ripetuti migliorano e stimolano la circolazione, e la gente viene davvero beneficiata.
IL BUON RIDERE PRODUCE BUON SANGUE
Mi fa persino pensare alle varie cure della risata, ai tanti comici che consolano i giorni grami e tristi degli italiani. Mi riferisco ai vari Totò, Alberto Sordi, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Ugo Tognazzi, Massimo Troisi, per arrivare a Maurizio Crozza. Ridere e divertirsi fanno davvero buon sangue e meritano di essere inseriti a pieno titolo nei rimedi di aiuto alle malattie.
LE SGHIGNAZZATE DI DARIO FO AI POTERI DOMINANTI
Mi fa pensare alle elucubrazioni irresistibili-insensate-sconclusionate, ai versi sconnessi e apparentemente privi di significato, che sono in realtà epocali sghignazzate al sistema, ad opera di Dario Fo (1926-2016), che lo hanno portato a ricevere il nobel per la Letteratura.
Non tutti lo hanno capito e approvato. Ma assieme alla sua compagna Franca Rame ha saputo divertire e, nel contempo, dare dignità agli oppressi, seguendo le tecniche e le tradizioni dei giullari medievali.
RIDANCIANI E BUONTEMPONI COME MARKIN E CARNERA DI BRANC
La Mereu mi fa pensare, mi sia concesso, al grande insegnamento di personaggi allegri, ridanciani e mattacchioni come il più volte citato nonno Markìn, per l’anagrafe Carlo Marco Vaccaro, quello di Masse Mièdes, Masse Prèdes, Masse Cògos, Masse Pissighés (troppi medici, troppi preti, troppi cuochi, troppi becchini), quello che cantava canzoni scostumate in lingua friulana dedicate a preti peccaminosi e monache trasgressive (Tintine Tintone cui balle lassù, son prèdes son suores che si dan dal tu: Ninine Voltiti Ninine voltiti col kul in su).
Markìn era appaiato da Carnera di Branc, irripetibile buontempone, ormone grande e grosso che lo accompagnava col suo violoncello nero e polveroso, soggetto ad avventurosi trasferimenti sulle spalle di Carnera lungo le strade bianche e ghiaiose del dopoguerra anni ’50, tra Branco, Tavagnacco e dintorni.
CARNERA OTTIMO SUONATORE DI VIOLONCELLO MA DEPLOREVOLE PALCHETTISTA
Carnera era uno pseudo-palchettista celibe e libero a vita, amante sperticato del vino rosso, e capace di salutare tutti, sopratutto cani, gatti, galline e bambini, con un grande sorriso e con un immancabile Quant Uè? (Quando Oggi?) che era un po’ il suo mantra e il suo esclusivo grido di battaglia.
Quant Uè suonava come espressione demenziale e priva di significato, ma voleva invece dire grandi cose. “Carnera, ti ho dato 2 mesi fa un acconto di 1000 lire per la posa palchetti nel mio soggiorno. Hai lasciato il lavoro a metà, con tanto di pialle e scalpello che ti aspettano per finire”. Quant Uè, la ovvia risposta. Aveva già bevuto tutti i soldi e non era in grado di terminare il lavoro. Ma gli veniva perdonato proprio tutto, tanta l’allegria e la spensieratezza che sapeva trasmettere.
“Mandi Carnera (Ciao Carnera), i bambini delle scuole chiassosi e felici nell’ora di ricreazione, lo riconoscevano da lontano: “Carnera, no vioditu che al pluf e che tu ses senze le ombrène?” (Carnera non vedi che piove e che sei senza ombrello?). Quant Uè, la ovvia risposta.
Si rivolgeva così persino ai cani che gli abbaiavano contro, percependo in lui qualche bicchiere di troppo. “Carnera, parcé no ti viodio mai in glèsie a preà? gli diceva il prete. Qui Carnera oltre al solito Quant Uè aggiungeva la sua risposta. Siòr Plevàn, tu mi vedaràs in glèsie dòme quant che tu mettes merlot al puèst de aghe-sante!
Riempivano di gente le 5 osterie-trattorie e le due frasche di Tavagnacco, oltre che altri locali dei paesi vicini, e le tante feste nuziali del sabato. La fisarmonica di Markìn è un cimelio prezioso tuttora esposto presso la trattoria Al Grop di Tavagnacco.
Dopo di loro, solo il dr William, sopraffino compattatore di letame, seppe allietare i sabati e le domeniche dei paesani (vedi il mio articolo “La ridanciana goliardia tavagnacchese”). A dimostrazione che la Terapia Verbale e del Sorriso è un’arma terapeutica a disposizione di ognuno.
VIVIAMO NELLA CIVILTÀ DELL’ELEMOSINA E DELLA DIARREA
In tutti questi casi, ogni metodo è ammesso e concesso. Qualsiasi cosa purché niente farmaci, vaccini e bisturi. La mitica cura della non cura, la cura della burla e del senso umoristico della vita, la cura del saperla prendere bonariamente e senza incavolarsi, la cura dell’ironizzare sulle proprie vere o apparenti disgrazie, la cura dello scansare la superstizione perniciosa delle cure convenzionali.
Come parli del diavolo esso arriva e si concretizza. Se parli in continuazione di malattie, come avviene negli spot televisivi e nelle stomachevoli rubriche mediche “Dica 33” e simili, o nelle elemosine sollecitate dai teleton e simili, con tanto di allucinanti piagnistei a pagamento, il cancro si evoca e si concretizza.
Nessuna sorpresa che la gente stia male e si ammali sempre di più, tra ricette stomachevoli e spot televisivi che parlano di diarrea almeno un milione di volte al giorno, e magari mentre la gente è a tavola. Ma che civiltà è mai questa?
LUNGA VITA A CHI SI DEDICA A CONTRASTARE LE NEFANDEZZE DEL SISTEMA
Lunga vita pertanto alla dottoressa Mereu e all’Italia Popolare e del Sorriso. Saremo poveri di contante individuale rispetto all’America, ma in fatto di spirito umoristico ne abbiamo da vendere. Lunga vita a chi lotta coi mezzi pacifici e legali più disparati contro le assurdità e le nefandezze della politica e del regime medico-farmaceutico.
Valdo Vaccaro
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