(Conferenza di Sant’Omobono del 9 Novembre 2013)
DUE PAROLE DI BENVENUTO
Nonostante i primi scrosci di pioggia novembrina, vi ritrovo in tanti qui alla Villa delle Ortensie. Albergo pieno e tanti di voi ospitati in hotel delle vicinanze. Questo significa che il vostro entusiasmo e la voglia di dialogare, di misurarsi con chi rema contro e di trasmettere a terzi le informazioni e i valori che ci contraddistinguono, non stanno affatto venendo meno.
NOTE LIETE MA ANCHE UN VELO DI TRISTEZZA
Siamo allietati da persone che arrivano non solo dalla zona di Bergamo, Milano, Padova, Acqui Terme, Alessandria, Varese, Ferrara, Cremona, Genova, Ventimiglia, ma anche da Firenze, Capri e Catania, oltre che dalla vicina Svizzera. Da segnalare anche un velo di tristezza per la scomparsa della madre del nostro amico Fidel Natarella. Sentiamo fortemente la mancanza del suo brio e della sua illuminazione, e gli auguriamo di riprendersi al più presto da questa grave perdita.
LE NOSTRE SONO CARATTERISTICHE BEN MARCATE E PECULIARI
Carmelo Scaffidi ha appena ribadito i punti-chiave della filosofia igienista e naturalista che ci rendono diversi in tutto e per tutto sia dalla medicina convenzionale che dalle medicine curative di tipo alternativo, sia chiamino esse omeopatia, ortomolecolare, genetica, e tanti altri nomi. Diversità legata a tanti dettagli, ma soprattutto alla nostra avversione nei riguardi della curomania del sintomo. Il mio tema odierno verte sul pH e sull’acidosi.
DUE ECCELLENTI TESTIMONIANZE SULL’EUTIROX
Succede però che, parlando tra voi, ho scoperto la presenza di due donne diverse per età e percorso vitale ma accomunate da una esperienza di straordinario interesse igienistico. Abbrevierò pertanto l’argomento programmato per dare spazio a queste importanti testimonianze, su stacchi clamorosi da Eutirox. Chiedo pertanto alla Anna e alla Claudia di prepararsi e venire qui al microfono e di raccontare brevemente dal vivo la loro storia, le loro rispettive esperienze di autoguarigione, non appena avrò terminato il mio intervento. Il loro non sarà affatto un fuori-tema, visto che detossificarsi da un farmaco dopante significa sempre e comunque togliersi di dosso un pesante fattore acidificante.
IL SIGNIFICATO DI ACIDO ED ALCALINO
Non si può parlare di pH in senso generale, perché esso varia a seconda delle diverse zone del corpo umano. Alcalino significa sostanza mite e basica, cioè sostanza che entra nelle reazioni accettando il protone dagli acidi, neutralizzandoli. Sono fortemente alcalini gli ossidi, gli idrossidi (OH) di sodio-potassio-calcio-bario-magnesio, e gli acidi deboli (acido salicilico, ammoniaca, carboidrati, borati). Acido sta invece per sostanza acre capace di cedere uno o più ioni di idrogeno H+, combinandosi con basi o metalli (formando dei sali, con sostituzione parziale o totale dell’idrogeno) e combinandosi con gli alcoli (originando acidi grassi, grassi palmitici-stearici-oleici che combinati con la glicerina formano i gliceridi, componenti fondamentali dei grassi e degli oli). Gli alcoli sono poi sostanze organiche composte da carbonio, idrogeno e ossigeno, caratterizzate pertanto dalla formula chimica CH-OH.
I DIVERSI LIVELLI DI PH NEL CORPO UMANO
Per il sangue, il pH deve essere leggermente alcalino, cioè compreso tra 7.30-7.50 (sulla scala alcalina, che va dal punto zero di massima acidità al 14 di massima alcalinità, passando per il 7.00 di perfetta posizione neutra, che è quella dell’acqua pura e distillata). Ma per lo stomaco si va su livelli molto acidi, con pH 2.00-3.50, dove più basso è il pH e più acido e siliceo è l’ambiente, per cui sul livello pH 1.00-2.00 si corrode lo strato mucoso e il tessuto stesso, finendo in situazioni di ulcera gastrica. Per l’intestino tenue andiamo invece su posizioni più alcaline, col pH a 8.00.
SANGUE ALCALINO E STOMACO ACIDO, FORMULA STANDARD DI UN CORPO UMANO FUNZIONANTE
Per la mucosa vaginale si parla di acidità a livello pH 3.50. Per l’urina la quota è variabile intorno a un pH 6.00. Per la cute si parla di pH 5.50. È evidente comunque che la formula della salute dell’uomo, essere vegano-fruttariano per disegno creativo, implica un sangue leggermente alcalino (non acido come nel caso degli animali carnivori), e un ambiente digestivo acido ma non super-acido (abbiamo infatti, nel nostro stomaco, 10 volte meno acido cloridrico degli animali carnivori).
COS’È CHE ACIDIFICA E ROVINA IL CORPO?
Dobbiamo tener presente un fatto molto spesso incompreso ed equivocato. Proteine, grassi e carboidrati complessi (amidi), benché tutti alcalini in origine, rilasciano a fine-ciclo scorie acide che vanno ad acidificare il sistema. Al contrario, gli zuccheri semplici e vivi della frutta, più o meno acidognoli in partenza, producono scorie alcaline, e quindi ci alcalinizzano.
IL RUOLO-CHIAVE DEL SISTEMA RENALE
Le scorie acide rappresentano un problema nel corpo umano e costringono i reni ad eliminarle in continuazione. I reni hanno un ruolo-chiave nell’equilibrio acido-basico tramite il riassorbimento tubulare di bicarbonati e l’escrezione di ioni di idrogeno (vedi tesina Stop all’insufficienza renale, del 21/12/10). Con la riduzione della GFR (glomelural filtration rate, o velocità di filtrazione glomerulare), a causa dell’intasamento biochimico degli ultramicroscopici setacci chiamati glomeruli (vedi minerali inorganici da cibi cotti, e vedi azotemia da cibi carnei), si instaura nel corpo una progressiva acidosi metabolica. Sopravviene infatti una riduzione di clearance (escrezione) di creatinina e di urea, con aumento di acido urico, di potassio-fosforo-sodio e con diminuzione di calcio.
QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI UNA MAL-CONTRASTATA ACIDIFICAZIONE?
Se i reni sono sovraccaricati, o sono depotenziati da insufficienza renale, e se anche il secondo rene che è la pelle non è in grado di comportarsi da valido partner eliminativo, i filtri non riescono a starci dietro e le scorie acide si accumulano nei tessuti provocando malanni a catena.
IL PROBLEMA NON STA NELLO STOMACO ACIDO, MA NEGLI ALIMENTI ACIDIFICANTI, COSA BEN DIVERSA
Riguardo all’acidità dello stomaco, trattasi in genere di acidità normale e costituzionale, e comunque inferiore di 10 volte (in termini quantitativi di acido cloridrico) a quella degli animali carnivori, per cui non siamo nemmeno attrezzati a disgregare la coriacea buccia che avvolge le proteine animali. Questo è il motivo per cui esse inducono nel corpo umano una digestione sempre difficoltosa e complicata, lasciando residui e scorie proteiche che causano effetti perversi come putrefazioni e putro-fermentazioni. Anche l’idea che la frutta passi indisturbata lo stomaco grazie alla sua acidità non è affatto realistica, visto che, se lo stomaco è libero, essa lo attraversa rapidamente e si autodigerisce (grazie ai suoi stessi food-enzymes) in zona duodeno, lasciando alla fine preziose scorie alcaline che alcalinizzano il sangue.
IL SOLITO RICORSO AL RIPOSO FISIOLOGICO DETOSSIFICANTE
Chi è afflitto da celiachia o comunque da annosi problemi di stomaco, è opportuno che accetti alcuni giorni di digiuno totale ad acqua (3 giorni almeno), per far sparire tutti i maggiori disturbi gastrici ed intestinali in atto. Seguiranno due giorni a centrifugati di carote-sedani-ananas-zenzero, o bietole-topinambur-zenzero-mele.
EVENTUALE RICORSO A UNA DIETA TRANSITORIA DI PREPARAZIONE AL CRUDO E ALLA FIBRA NATURALE
La ripresa nutritiva vera e propria potrebbe richiedere una temporanea rinuncia a cibi crudi e ricchi di fibra, come la fibra delle cicorie, delle lattughe, del sedano, dei legumi, delle mele, dei cereali e dei semi. Le fibre naturali sono preziose, ma possono risultare irritanti in questa fase delicata. In tali circostanze si può inserire una settimana interlocutoria, a base di zuppe vegetali, seguite da banane schiacciate, purè di patate, salsa di mele non zuccherata, pere tenere, e succhi freschi di frutta e di vegetali.
NON È LO STOMACO ACIDO IL COLPEVOLE, MA LE PORCHERIE CHE CONSUMIAMO
Le acidità e i bruciori di stomaco non sono comunque effetto dell’eccessiva secrezione acida della mucosa stomacale, come afferma la medicina, bensì dell’acidificazione apportata dagli alimenti acido-formanti o acidificanti. L’eccessiva acidità, avvertita con chiarezza nello stomaco, dà una sgradevole sensazione di bruciore che è già indizio di ulcera gastrica. La causa principale di tutte le affezioni gastriche va cercata nell’alimentazione innaturale ed irrazionale, che sottopone l’apparato digerente a sforzi laboriosi, irritando e congestionando le pareti di stomaco e intestini, causando così surriscaldamento e febbre interna.
SESSANTA TONNELLATE DI CIBO E 21 MILA ANIMALI MORTI, BOTTINO DI UNA VITA MALANDATA
È calcolato che, nell’arco di una vita media, passino nel tubo gastrointestinale 60 tonnellate di cibo. Se poi parliamo di un cittadino americano medio, si calcola che siano 21000 gli animali morti che passano indecentemente attraverso le sue viscere. Un intero cimitero cittadino nel ventre, nella bocca, nei liquidi e nell’anima di una persona. Cose davvero incredibili, mostruose, raccapriccianti all’inverosimile.
UN DISASTRO PER IL CORPO E PER L’ANIMA
Un’offesa infinita ai 4,5 milioni di villi e alle 150 stazioni linfonodali del suo intestino, ai 450-600 metri quadri di superficie tennistica del suo apparato assimilativo e al suo intero sistema immunitario. Un orrendo insulto agli entusiasmi e alla freschezza della ghiandola timo, alla melatonina e alla vitalità della ghiandola pineale, ai neuroni del cervello, oltre che al materiale etereo ed impalpabile dell’anima. Non per fare battute lugubri, ma c’è addirittura di che sorprendersi che cancro e cardiopatie facciano defungere in anticipo soltanto una persona su due nell’America della Smithfield e della McDonald’s, e soltanto una persona su tre nell’Europa della Cremonini e della Simmenthal che la segue a ruota.
CI SONO STOMACI DISASTRATI ED INTESTINI INGUARDABILI
Anche l’eccessivo lavoro intellettuale, la mancanza di aria pura, la scarsità di esercizio fisico, le varie tensioni, paure, stress della vita contemporanea, sono fattori causanti di dispepsia acida. La frutta cruda, l’insalata e le mandorle dolci sono gli alimenti più indicati per questi infermi, scrive Lezaeta. Ma esistono stomaci talmente degenerati da non tollerare nemmeno tale dieta. In quel caso, diventa indispensabile l’applicazione notturna del cataplasma di fango freddo sul ventre.
ELEMENTI CHE ACIDIFICANO E TAMPONI CHE RIPARANO
Esistono alimenti alcalinizzanti, che mantengono il nostro pH inalterato (e sono tutti i frutti e le verdure allo stato crudo) ed elementi acidificanti, che tendono invece ad abbassare il pH stesso pericolosamente dai valori normali (e sono le carni, il latte, i cereali stracotti, i legumi, e tutti gli alimenti concentrati e cotti in genere). E sappiamo pure che, ad ogni mangiata sbagliata, ad ogni proteina inopportuna contenuta nella carne e nel latte ingeriti, ad ogni carburante difettoso e problematico che andiamo a versare nel nostro sistema, parte un processo acidificante che il sistema immunitario è costretto a considerare come emergenza grave, a stoppare immediatamente mediante l’uso di un adeguato tampone alcalino (soprattutto calcio organico, ma anche sodio e magnesio organici, che sono tutti minerali alcalini). Più grave l’acidificazione e più calcio organico serve (e quel calcio contenuto nel cibo ingerito, nel latte ingerito, a nulla serve, essendo stato reso inorganico dalle lavorazioni e dalla bollitura).
RAPIDO INTERVENTO IMMUNITARIO
L’intervento immunitario è istantaneo ed urgente, poiché un’acidificazione non immediatamente stoppata e corretta significherebbe morte sicura, per blocco immediato di tutte le operazioni e gli interscambi elettromagnetici che avvengono in continuazione nel sistema cellulare e nel corpo. Ecco dunque le continue emergenze, i ripetuti prelevamenti di osseina dalle ossa, e la conseguente osteoporosi di cui sono classiche vittime i consumatori di latte e latticini, come dimostrano chiaramente le precise statistiche mondiali che vedono non a caso ai primi posti dell’osteoporosi, del diabete e del cancro, proprio i paesi a più alto tasso di consumo di latte e di carne.
LA DIMINUZIONE DI PH NELLE URINE
Ancor meno si sa, con precisione e rigore statistico, sul comportamento del pH nelle urine, nel sudore, nel materiale biologico escretorio. Possiamo però fare dei ragionamenti e delle ipotesi che possono far capire, ad esempio, quale è la logica e il meccanismo che fa abbassare il valore delle urine da un pH 7.5 nelle prime ore della mattina, a un pH 6 nel corso della giornata.
NEL SANGUE LE COSE STANNO DIVERSAMENTE
Chiaro che, nel sangue, tale abbassamento non è concesso, non succede e non può succedere, altrimenti moriremmo all’istante fulminati da collasso metabolico e cardiocircolatorio. Il sistema immunitario, ogni qualvolta il pH del sangue scende dalla gamma dei valori previsti di 7.35-7.45, viene allertato dai sensori dell’ipotalamo, e invia un messaggio-missile telegrafico al midollo spinale, per il rilascio di osseina.
LE URINE ESPULSE SONO FUORI GIURISDIZIONE IMMUNITARIA
Nell’urina invece, e anche negli altri liquidi di scarto, tale meccanismo non scatta, per il semplice motivo che si tratta di materiale liquido ormai escreto, esternato ed esausto, già finito fuori dalla parte nobile-operativa dell’organismo, non più appartenente alla giurisdizione del medesimo, e quindi soggetto a normale processo degenerativo di ossidazione e di acidificazione. Quindi nulla di strano, negativo e preoccupante nel fatto che esista un fisiologico calo del pH nelle urine.
IL CORPO NON È UN RIMPIAZZATORE MA UN TRASFORMATORE DI SOSTANZE
Alimentarsi con acqua alcalina, tanto per fare un esempio, significa produrre le stesse sottili alterazioni provocate dagli integratori minerali e dalle vitamine sintetiche. La biochimica ha dimostrato da tempo che il corpo è un trasformatore di sostanze e non un rimpiazzatore. La proteina non proteinizza affatto il corpo umano, il prodotto alcalino morto e inorganico non alcalinizza affatto il sangue o il corpo, il latte non apporta affatto maggiore capacità caseo-emuntoria, la vitamina sintetica non vitaminizza affatto il corpo ma lo stimola, lo dopa e lo schiavizzza soltanto, al pari di una tazza di caffè. Integratori e vitamine sintetiche sono accettabili esclusivamente in sede di pronto soccorso e mai come cura, non c’è Linus Pauling che tenga su queste cose basilari.
GLI AGRUMI SONO ALCALINIZZANTI PER ANTONOMASIA
Non servono troppi discorsi su questo. Le prove che il limone e l’arancia, nonché tutti gli agrumi e tutta la frutta acidognola-acquosa, alcalinizzano il sangue e il corpo umano stanno in tutte le salse scientifiche di questo mondo. Stanno soprattutto nelle esperienze che ognuno di noi può fare giornalmente. Le bevande alla cola hanno un 2.5 di pH, e sono corrosive al massimo. Non solo e non tanto per il pH in sé, ma per la loro struttura inorganica e priva di enzimi catalizzanti.
LA COCA-COLA CORRODE E IL LIMONE NO, PERCHÉ?
Il succo di limone invece, pur stando a 2.4, non acidifica e non corrode affatto, ma è addirittura il maggior alcalinizzante naturale. Come mai? La risposta è che trattasi di alimento vivo, che il corpo umano (non però quello del gatto ad esempio) sa metabolizzare al meglio. Senza contare che servirebbero 30 limoni per eguagliare il livello di acidità dello stomaco. Stesso discorso per le pesche (3.8), le pere (4.1), il succo d’arancia (3.7) le carote (5.2), i fichi (5.0), l’uva e i mirtilli.
IMPORTANZA FONDAMENTALE DI SEMI, FRUTTA SECCA E CEREALI
Per i cereali, è inutile riferirsi a Ehret o a Hilton Hotema, come si trattasse di divinità infallibili. Erano degli umani e giustamente ce l’avevano contro le industrie cerealicole di allora, che stavano imbastendo i primi grandi silos a sostegno degli allevamenti intensivi di bestiame. Quanto poi alla frutta da guscio, tipo mandorle, noci, noccioline, pinoli, pistacchi e anacardi, è dimostrata la sua enorme importanza in termini di vitamine del gruppo B e in termini di acidi grassi insaturi, o di vitamina F (Omega3). Le proteine vegetali non acidificano quanto quelle animali, ed in più non producono batteri putrefattivi ma batteri simbiotici e saprofiti, grazie alle loro fibre vegetali.
ANDIAMO DUNQUE ALLA ANNA ED ALLA PARENTESI EUTIROX
La Anna da Scandicci-Firenze, col suo Tsh alto 10 volte oltre i limiti, è stata capace di staccarsene con successo dopo 15 anni di dipendenza e di assunzione continuata. “Chi è questa pazzoide che ha sospeso l’uso di Eutirox e rischia di crepare per cardiopatie e blocco renale?”, sbraitava il primario di endocrinologia di un ospedale toscano. “Se il tuo amico ispiratore dr Vaccaro passa da queste parti digli di evitare Scandicci, se non vuole fare i conti con me”, bofonchiava il marito, messo sotto pressione dai medici. La Anna ha saputo resistere a questo muro di contrarietà e sono ormai 2 anni che è passata da 225 a quota zero, seguendo il percorso di virtuosità alimentare indicatole, e concedendosi persino qualche bicchiere di Chianti. Il medico di famiglia, che la invitava a demordere dal suo tentativo, si è visto zittire dalla spumeggiante e umoristica Anna con un “Mi dica, caro dottore, il fatto che io mi trovi in condizioni di invidiabile benessere psico-fisico non ha alcun valore per voi medici?”
IL CASO DELLA CLAUDIA
La Claudia, giovane mamma ferrarese, pure alle prese con l’Hashimoto e con le paure e le inquietudini trasmesse da medici e pediatri, con prospettive allarmanti nei riguardi suoi personali, del suo ruolo di mamma che allatta e della sua stessa bambina di 3 anni, ha saputo ugualmente resistere a tali pressioni. Si è liberata dalla schiavitù Eutirox 150 senza rinunciare mai a dare il latte alla sua bimba. Sia lei che la bambina stanno magnificamente.
CI SI ACIDIFICA ANCHE IN TERMINI MENTALI
Può forse questo discorso sull’Eutirox avere a che fare con l’acidosi? Altro che. Pensate che fare qualcosa malvolentieri o per forza, o fare qualcosa di imposto in cui non si crede, tipo il dover prendere un farmaco a vita, siano privi di effetti acidificanti? L’acidificazione non riguarda di certo solo l’aspetto fisico del corpo. Una persona infelice, sottoposta a diktat non condivisi si ritrova ad essere acida e negativa in tutti i suoi aspetti. Liberarsi dai farmaci e detossificare sono altrettanti modi di sconfiggere ogni forma di acidificazione fisiologica e ogni gabbia acida di tipo mentale. Un grande applauso pertanto ad Anna e Claudia per averci portato la loro testimonianza.
Valdo Vaccaro
Ho cercato senza successo in rete il motivo per cui il digiuno sarebbe benefico nella pevenzione del cancro pur provocando acidosi, una condizione che invece predisporrebbe a tale patologia. Qualcuno potrebbe chiarire?