LETTERA
LA TRISTE FINE DI UN PERSONAGGIO FRANCESE DI ALTO LIGNAGGIO
Caro Valdo, mi trovo attualmente nel Sud della Francia. In questi giorni il paese è scosso dalla vicenda del medico, psichiatra e naturopata David Servan-Schreiber, un personaggio bello, ricco, famoso e, come non bastasse, disponibile e simpatico. Un essere eletto ed invidiato insomma. Ed è morto di cancro a soli cinquant’anni.
L’eccezionalità del triste evento di cronaca sta nel fatto che quest’uomo preparatissimo, constatato vent’anni fa di avere il “male del secolo”, ha rinunciato volutamente a farsi curare dai colleghi oncologi (quelli della chemio), per auto-curarsi con la dieta ortomolecolare e le filosofie orientali.
LE POLEMICHE POST-MORTEM DEGLI ONCOLOGI
All’inizio la cosa ha funzionato, e David ha raccontato in vari best-seller la sua lotta vittoriosa contro il morbo. Ma alla fine anche lui ha dovuto arrendersi. E subito la canea dei giornalisti e degli opinionisti di regime si è scatenata contro ogni tipo di cura alternativa alla medicina ufficiale.
C’è stato addirittura chi, debitamente imbeccato dai “luminari” di tale “scienza”, tipo il nostro ineffabile Veronesi, ha sentenziato che il povero Servan-Schreiber sarebbe ancora vivo e vegeto se non avesse dato retta alle perniciose chimere della naturopatia orientale e si fosse affidato a dei veri “specialisti oncologi”.
L’OPPORTUNITÀ DI FARE UN COMMENTO SULLA VICENDA
Nessuno ha tuttavia osservato che il cancro si combatte prevenendolo anziché tentando di combatterlo. Nessuno ha fatto un cenno agli errori macroscopici che l’uomo commette nei suoi stili di vita. Sarebbe bello che tu, non appena possibile, commentassi, da par tuo, tale vicenda. In internet, specialmente nei siti francesi, troverai un’ampia documentazione sull’argomento.
Con la più viva cordialità.
Antonio da Venezia
RISPOSTA
FIGLIO DI JEAN-JACQUES SERVAN-SCHREIBER, GIORNALISTA, IMPRENDITORE, UOMO POLITICO, AUTORE DEL BEST-SELLER MONDIALE “LA SFIDA AMERICANA”
Ciao Antonio, grazie dei tuoi messaggi. DSS, o David Servan-Schreiber, figlio di Sabine Becq de Fouquières e di Jean-Jacques Servan-Schreiber, autore negli anni 70 di un memorabile best-seller mondiale come “La sfida americana” non è per niente un tipo qualsiasi, ma una persona di grande peso e prestigio, soprattutto in Francia e nel Nord America.
FALLIMENTARE LA CHEMIO EVITATA MA FALLIMENTARE ANCHE LA DIETA ADOTTATA IN CONCRETO
Uomo importante non solo per esser stato membro del Consiglio di Amministrazione di “Medicine Senza Frontiere” dal 1991 al 2000, o per le sue attività di ricerca sulla cibernetica e sulla neurologia, che gli hanno permesso di ottenere uno dei primi dottorati americani sulle neuroscienze cognitive.
Non solo per gli articoli su Science circa l’influenza delle emozioni sui processi cognitivi a livello neuronale, o per le sue posizioni direttive e di docente presso l’Università di Pittsburgh-Pennsylvania. (Ospedale Shadyside, Divisione Psichiatrica).
Famoso soprattutto, dal punto di vista umano, per essersi dedicato per vent’anni alla cura della sua condizione cancerosa, rinunciando alla chemioterapia e ad ogni intervento chirurgico, nonostante fosse attorniato in continuazione da colleghi medici e chirurghi di ogni spessore. Non sorprende affatto la canea giornalistica e nemmeno le sentenze del professor Umberto Veronesi.
Su ogni cosa si può dire di tutto, visto che comunque mancano le controprove. Bisognerebbe riportarlo in vita e fargli rifare l’intero percorso, con tanto di bisturi, chemio e cure. Onestamente, statistiche alla mano, potrebbe non risultare affatto un grande affare per lui, anche se solo da un punto di vista virtuale.
LEGAMI CON RICHARD BELIVEAU, GURU DEL THE VERDE, DEL SALMONE E DEGLI INTEGRATORI
Quello che però irrita profondamente, è il silenzio della stampa sulle frequentazioni, sulle idee e sulle iniziative di DSS in questi ultimi anni, visto che questi dati possono spiegare, meglio di ogni altra cosa, l’inconsueta e tragica conclusione della sua vita.
Nessuno che abbia fatto un minimo cenno ai legami di DSS con Richard Beliveau, discutibilissimo guru francese della medicina orto-molecolare, del succo di balena, del sushi, degli integratori.
Collezionista di arte giapponese, e fin lì nulla di male, ma disposto pure a mettere cadaveri di salmone sia nel suo the verde che nella spremuta d’arancia, e pronto ad esaltare cioccolato e vino rosso, considerando il tutto come panacea alimentare anticancro.
UNA NETTA CADUTA VERSO IL BASSO
La Francia, per tradizione, ha sempre offerto grandi autori in fatto di filosofia, di matematica, di arte e di alimentazione. Ma in questi ultimi anni, partendo da Michel Montignac (guru dei punti glicemici, scomparso lo scorso anno) a Pierre Dunkan, brutta copia del già pessimo Robert Atkins, e al citato Beliveau, c’è davvero di che sorprendersi in negativo. La grandeur francese finita davvero sotto i tacchi, nel modo più disonorevole possibile.
GLI OMEGA-3 ITTICI E LE MALATTIE AUTOIMMUNI
L’aspetto sconcertante della vicenda DSS, sta proprio nei suoi legami con le odiose pastiglie di Omega-3 ittiche, notoriamente dannosissime per la salute umana, in quanto caratterizzate da prostaglandine tipo II, negative e vasocostrittrici, causanti ritenzione idrica, aggregazione piastrinica, infiammazioni, ipertensione e ricorso ai cortisonici (al contrario degli Omega-3 naturali di mandorle, pinoli, semini, radici, caratterizzati da prostaglandine positive tipo I e III, dilatatrici ed antinfiammatorie, ottime per combattere tutte le malattie autoimmuni, la sclerosi multipla, l’autismo, la Sjogren, la SLA, la LAS, il lupus, secondo metodi naturali e non farmacologici).
Chi ha letto le mie tesine “Il pianeta pesce e gli Omega-3”, del 13/2/09 e “Ubriachi di zona, di eicosanoidi e di sangue marino”, del 7/10/09, eviterà certamente di cadere nei terribili errori commessi da David Servan-Schreiber.
I LIBRI DI DSS HANNO FATTO SCHIZZARE IN ALTO LE VENDITE DI OLIO DI PESCE
Probabilmente influenzato dai pessimi dietologi francesi, dalla scuola Kousmine-Pauling e dalla ultra-bidonistica dieta a Zona, DSS è caduto nella rete delle pastiglie di olio. Non certo del buon olio d’oliva, o magari di quelle di lino, ma nelle pastiglie d’olio di pesce, ricavato da innominabili scarti cadaverici, da occhi, ossa e intestini pressati per estrarne gli aromi di morte.
A seguito dei suoi best-seller Guerir e Anticancer (oltre un milione di copie vendute per ciascuno di essi), la richiesta di Omega-3 sul mercato francese, e non solo su quello, si moltiplicò in modo impressionante. Al punto che DSS formò e diresse pure un’impresa commerciale di distribuzione delle odiose pasticche di pesce.
UNA FIDUCIA MAL RIPOSTA SULLE PROSTAGLANDINE ITTICHE
DSS non aveva certo bisogno di fare soldi alle spalle di tonni, delfini e balene, dato che già ne faceva a bizzeffe, grazie alle sue lucrose attività professionali. Probabilmente ci ha creduto davvero. Probabilmente non faceva come i produttori di integratori che li vendono ma non li prendono.
Faceva un po’ come chi continua imperterrito a bere latte e a mangiare latticini, nella ferma convinzione che gli facciano bene, anche se in realtà lo stanno calcificando ed artrosizzando a suon di calcoli e stalattiti, lo stanno acidificando e lo stanno osteoporosizzando.
Lui le pasticche di Omega-3 le prendeva davvero tutti i giorni, pensando che fossero ottime per la sua depressione, e magari anche per il tumore che lo continuava a mordere dall’interno.
Non si può dire che gli abbiano giovato. Acidificare una persona che ha già una patologia acida-yin quale il tumore è una cosa gravissima. Strano che nessuno dei suoi amici, luminari e scienziati quanto il fante di briscola, non glielo abbiano mai detto.
Valdo Vaccaro
Questo post e vecchio e il mio commento non sarà forse interessante ma affermare che DSS avesse rifiutato le cure tradizionali è fuorviante. Lui è stato operato per ben due volte e ha pure fatto la chemio. È solo dopo che ha capito che le cause erano da cercare altrove. SSK