DIURESI, RITENZIONE IDRICA E DIABETE INSIPIDO

da 12 Nov 2011Diabete, Ritenzione idrica

LETTERA

Buongiorno, vorrei sapere se, con il diabete insipido, è possibile guarire facendo dieta di tipo vegano tendenzialmente crudista. Marco


RISPOSTA (da Hongkong)

FUNZIONE RENALE

La funzione renale è basilare nella filtrazione del sangue, nel trattenimento delle sostanze utili e nell’espulsione di quelle nocive o comunque in eccesso. In media, il rene umano filtra l’intera sua dotazione sanguigna di 6,5 litri di sangue a cadenza oraria. Ogni ora c’è un ciclo completo di filtraggio. In una giornata il filtraggio completo totalizza 180 litri circa, e c’è un riassorbimento di questo quantitativo plasmatico ultrafiltrato, dopo la complessa lavorazione subita nel tubulo renale e nei glomeruli. Questo riassorbimento avviene grazie alla presenza, nel tubulo distale, di un ormone antidiuretico ADH (anti-diuretic hormone) chiamato anginin-vasopressina. Possiamo dire che i reni sono la base cruciale del metabolismo umano in quanto presiedono al metabolismo idrico, filtrando, recuperando, ribilanciando ed espellendo l’acqua in eccesso. In questo si avvalgono anche della pelle che funge da ottimo organo escretorio, ovvero da secondo rene del corpo umano.

IL FENOMENO DELLA DIURESI E DELLA POLIURIA

Col termine diuresi si definisce il processo di formazione dell’urina nel rene. Nell’arco delle 24 ore un adulto produce 1-3 litri di urina, anche se la diuresi varia sensibilmente in base a fattori costituzionali, alimentari, ambientali. I medici parlano di poliuria per quote superiori a 2,5 litri di urina al giorno, e di oliguria quando la quota scende sotto al mezzo litro al giorno, condizione che caratterizza spesso le persone di oggi, stitiche per lo stress, per i cibi proteici, secchi, sintetici, cotti, salati e zuccherati, che tende a prediligere.

OLIGURIA E ANURIA, OVVERO INSUFFICIENZA RENALE

L’oliguria è infatti tipica della nefrite, delle coliche renali e di tutte le malattie caratterizzate da disidratazione (incluse le gastroenteriti e le varie forme di diarrea). Nella anuria, la diuresi scende addirittura sotto i 100 ml nelle 24 ore, e si parla in questo caso di grave compromissione della funzionalità renale.

NICTURIA RIEQUILIBRANTE E PREZIOSA, MA A VOLTE NICTURIA PROSTATICA

La nicturia porta a urinare principalmente nelle ore notturne. Può trattarsi, il più delle volte, di una normale e preziosa regolazione assimilativa per chi si è alimentato durante il giorno con meloni, pere, kaki e altra frutta diuretica (e in questi casi le minzioni sono effettive, complete ed abbondanti), ma in altri casi può essere anche il disturbo fastidioso da infiammazioni o da altri problemi alla prostata o alla vescica (bruciori, minzioni dolorose, senso di svuotamento incompleto con necessità di urinare spesso, anche se solo qualche goccia, come fanno i cani lungo le strade, che alzano la zampa posteriore e magari non bagnano per niente).

FATTORI CHE CONDIZIONANO LA DIURESI

La diuresi risulta condizionata da tre fattori:

1) Il flusso ematico renale (quantità di sangue che arriva ai reni, circa 700 ml al minuto)

2) La quantità di plasma filtrato dai glomeruli, i 180 litri al giorno che vengono chiamati “ultrafiltrato” o pre-urina, contenenti tutte le sostanze del sangue, ad eccezione delle cellule (globuli rossi, bianchi e piastrine) e delle proteine plasmatiche di grosse dimensioni.

3) Riassorbimento tubulare. Senza riassorbimento dei liquidi da parte del rene, la diuresi sarebbe pari a 180 litri al giorno. Ma il corpo non può permettersi di sprecare queste sostanze preziose e quindi riassorbe la maggioranza dell’ultrafiltrato glomerulare e dei nutrienti in esso contenuti.

GLI ULTIMI 18 LITRI DI FILTRATO RENALE SI RECUPERANO GRAZIE ALLA VASOPRESSINA

Il 90% di questo riassorbimento avviene indipendentemente dagli ormoni (avviene cioè per ragioni osmotiche, legate al riassorbimento del sodio, mentre la percentuale riassorbibile del 10% (i rimanenti 18 litri) viene regolata a livello endocrino dall’ormone regolatore ADH che è la vasopressina. In sua assenza o in sua scarsità, si parla di perdita parziale di questi 18 litri e quindi di diabete insipido. Il meccanismo è diretto dalle cellule ipotalamiche del Centro della Sete, che si comportano da osmorecettori in quanto captano le variazioni di osmolarità del sangue, inducendo o inibendo la secrezione di vasopressina a livello della ipofisi posteriore (neuroipofisi).

L’ORMONE ANTIDIURETICO ALDOSTERONE

Per la regolazione della diuresi, l’altro ormone basilare (steroideo, derivato dal colesterolo) è l’aldosterone, ormone anti-diuretico e prodotto dal surrene, che aumenta il riassorbimento del sodio nel tubulo distale e nel dotto collettore, accelerando l’eliminazione di potassio e di idrogenioni, e quindi inibendo la diuresi. Da rilevare che i farmaci diuretici e le bevande diuretiche contenenti xantine (caffè, the, cacao) stimolano la diuresi agendo però non come ormoni ma piuttosto come inibitori del riassorbimento minerale (richiamano acqua per questioni osmotiche e aumentando così la diuresi).

IL GLUCAGONE E IL CORTISOLO

Dallo sbalzo glicemico (eccesso di glucosio prodotto con la dieta), ed anche dallo sbalzo insulinico e della ipoglicemia reattiva (vedi ormone peptidico glucagone, emesso dalle cellule alfa delle isole di Langerhans), il corpo si protegge producendo un ormone controinsulinico di emergenza, il cortisolo, emesso pure dal surrene. Il cortisolo, alto di mattina, e basso la sera, ripristina la glicemia, catabolizza i muscoli, blocca il testosterone, e salvaguarda il grasso. Spinge pure il soggetto a cercare altro cibo per stoppare la fame e l’ipoglicemia.

I METODI ANTIGLICEMICI STILE MONTIGNAC

I guru del dimagrimento antiglicemico, come ad esempio il medico trapanese dr Angelo Bernardis, intendono sconfiggere la sindrome metabolica (accusata di raddoppiare il rischio tumorale e il rischio cardiocircolatorio) mantenendo la calma insulinica, evitando eccessi e picchi glicemici, evitando l’iperinsulinemia, evitando cibi come pane, pizza, pasta, amidi cotti, patate, riso, mais, miele, kaki, uva, fichi, frutta esotica. Questa tecnica comporterebbe, come semplice e gradevole effetto collaterale, il dimagrimento. Un po’ il metodo di Montignac e di tutte le scuole antiglicemiche, che si è già rivelato essere quanto mai precario e disastrante.

I TEORICI DELLA CALMA INSULINICA SONO, NON A CASO, ANCHE TEORICI DELLE DIETE ALTO-PROTEICHE

Basare l’alimentazione sulla paura del glucosio, che è poi il carburante dell’uomo per eccellenza, non poteva che portare al fallimento. Un conto è parlare di amidi e di carboidrati cotti (quindi devitalizzati, privi di enzimi, di vitamine, di forza elettromagnetica e di sali minerali organicati), altra cosa è parlare di prodotti naturali allo stato crudo, dove ogni eventuale picco glicemico viene esorcizzato dai micronutrienti che accompagnano e bilanciano ogni cibo naturale. Questi teorici della calma insulinica, della glicemia costante e piatta ad oltranza, pare non abbiano ancora capito che il diabete non è stato causato dal glucosio ma dalle diete mediche alto-proteiche, che essi si guardano bene dal demonizzare.

NON ESISTONO INSUFFICIENZA RENALE E DIABETE TRA I VEGANI-CRUDISTI

Le implicazione di tali errori nei riguardi dei reni e della diuresi è notevolissima. L’igienismo predica frutta e verdura cruda a volontà, al fine di ottenere un sangue fluido, un rapido metabolismo, un regolare ricambio idrico, una scorrevolezza ormonale, e un perfetto equilibrio endocrino. Nessun crudista vegano soffre di diabete, di ipoglicemia, di problemi epatici e di insufficienza renale. Questo dovrebbe insegnare qualcosa a chi nutre dubbi residui sulle posizioni vegano-crudiste.

DEFINIZIONE DI DIABETE MELLITO

Diabete significa eccesso di urinazione, di diuresi, di minzione. La forma più diffusa di diabete è il diabete mellito (dolce), conseguenza di eccesso di glucosio nel sangue, per alterazione dei meccanismi ormonali insulinici (diabete 2) o per mancata produzione insulinica (diabete 1). Lo zucchero in eccesso, filtrato e non riassorbito dal rene, richiama acqua per poter fuoriuscire, e così aumenta la quantità di urina.

DEFINIZIONE DI DIABETE INSIPIDO

Quanto al diabete insipido, esso rappresenta una casistica patologica alquanto rara. Se è di tipo genetico (10% dei casi) l’alterazione è a carico del cromosoma-X che colpisce solo i maschi e presenta un difetto autosomico dominante o recessivo. Se l’insipido è di tipo nefrogenico acquisito (90% dei casi), l’alterazione è a carico del tubulo renale o di determinate abitudini alimentari, alcune buone (alto consumo di frutta acquosa ricca di potassio, tipo angurie, meloni e pesche), altre meno buone (atteggiamenti psicotici che portino a bere enormi quantità di liquidi, spesso sbagliati come the, caffè, cacao, o peggio ancora portino ad assumere farmaci, purganti, diuretici o ipotensivi).

DIFFICOLTÀ DIAGNOSTICHE PER IL DIABETE INSIPIDO

Il diabete insipido è spesso una malattia fantasma, inventata ed immaginaria, avendo esso in comune col diabete mellito soltanto l’eccesso di diuresi e niente altro. Una malattia che non comporta, salvo casi estremi, gravi problemi o rischi di sorta, se non quello della sete che ti perseguita. Il diabete insipido è complesso e difficile da diagnosticare. Bisognerebbe fare diversi test, al fine di:

1) Provare che vi sia in effetti un’alta diuresi.

2) Valutare l’osmolarità plasmatica (concentrazione di elettroliti o di sali minerali nel sangue).

3) Valutare l’osmolarità urinaria (concentrazione di sali nelle urine).

4) Valutare la presenza di ormone vasopressina ADH con gli esami del sangue.

5) Valutare il livello di disidratazione.

L’IMPORTANZA DELLA OSMOLARITÀ (CONCENTRAZIONE DI ELETTROLITI)

Se l’osmolarità plasmatica è troppo elevata c’è troppo sale nel sangue e poca acqua nel sangue. Se l’osmolarità urinaria è bassa, l’osmolarità plasmatica è pure bassa e pertanto si va in situazione di diabete mellito. L’osmolarità diventa un fattore chiave per comprendere molte cose. Una frase che strappiamo ben volentieri a un nefrologo importante come il dr Pietro Travaglini: “Se l’osmolarità plasmatica è alta (sangue salato) e l’osmolarità urinaria è pure alta (urina salata), siamo in presenza di deficit di acqua e di ritenzione idrica”.

SANGUE INSIPIDO UGUALE SANGUE FLUIDO (E SANO), DIABETE INSIPIDO UGUALE DIABETE FLUIDO (E SANO)

“Se l’osmolarità è bassa (sangue poco salato) e l’osmolarità urinaria è pure bassa (urine poco o niente salate), siamo in presenza di un sangue ideale e diuretico, e quindi di diabete insipido”. Come dire che sangue insipido significa sangue fluido. Più che una malattia, una condizione ideale e uno stato qualitativo e desiderabile, dato che la condizione contraria è quella del sangue dolce-salato e denso, quella della stitichezza e della cronica ritenzione idrica.

SE NON È VERO QUANTO DICO, QUALCUNO MI DEVE SPIEGARE LA EPARINIZZAZIONE DEL PIANETA DA PARTE DELLA MEDICINA

È vero o no che un buon ricambio acqueo è da sempre considerato un obiettivo auspicabile? Altrimenti, il professor Travaglini mi dovrebbe spiegare perché la scuola medica sta prescrivendo in modo frenetico e sistematico l’eparina di maiale (ad azione fluidificante) non solo nelle situazioni di emergenza della sala operatoria, ma anche nelle normali cure giornaliere dei suoi pazienti.

CONSIGLI PRATICI PER IL LETTORE

Per concludere, e per dare una indicazione precisa e concreta al lettore che mi ha interpellato, la sua condizione di diabetico insipido è tutta da dimostrare. I vari test necessari a provare le sue condizioni sono complessi, lunghi, costosi ed anche non risolutivi del tutto. Quello che è sicuro è che una alimentazione crudista e ricca di acqua biologica, abbinata ad una appropriata attività fisica, manterrà in perfetto equilibrio i meccanismi metabolici, assicurando un eccellente stato di benessere, indipendentemente dai 2, 3 o 4 litri di urina prodotta. Il quantitativo di urina sarà alla fine determinato dal sistema immunitario e dal sistema linfatico, e tenderà in ogni caso verso livelli equilibrati ed ottimali.

Valdo Vaccaro

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Scritto da Valdo Vaccaro

Valdo Vaccaro, classe 1943, è ricercatore indipendente, divulgatore e filosofo della salute. Da sempre ha fatto della dieta vegeto-crudista tendenziale, dell’amore per gli animali e la natura un modo di essere e uno stile di vita, in tutta autonomia e libertà. Valdo ha tenuto centinaia di conferenze in giro per l’Italia e nel mondo trattando vari temi tra cui salute, etica, attualità e altro ancora. Al momento, oltre all’attività sul blog, è direttore scientifico e docente della HSU – Health Science University, la prima scuola di Igienismo Naturale Italiana.

DISCLAIMER
Valdo Vaccaro è orgogliosamente NON-medico, ma igienista e libero ricercatore. Valdo Vaccaro non visita, non prescrive e non cura. Le informazioni presenti su questo sito hanno solo scopo informativo, non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.

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Commenti

1 commento

  1. Lorenzo Paludo

    Ottima chiarificazione. Pertanto gli stili di vita non allineati al sistema digestivo umano, come ad esempio, bevande tipo the, caffè, cole e bibite varie, con l’aggiunta di una dieta da “onnivori” e cosi via, erroneamente etichettata come “normale” alla lunga può determinare reazioni strane ed avverse anche apparentemente incomprensibili. Grazie ancora

    Rispondi

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