LETTERA
GRAVE MACULOPATIA IN ZONA TRENTO
Salve, sono Nadia di Cles, si ricorda era venuto a fare una conferenza l’anno scorso. Spero che prosegua tutto bene, anche se non ci siamo più sentiti direttamente la seguo sempre. Avrei una cortesia da chiederle, mi è arrivata questo messaggio da un mio amico che chiedeva se poteva aiutarlo, Le giro direttamente l’email. Saluti e buona giornata. Nadia
Ciao Nadia, Un mio amico ha una maculopatia all’occhio abbastanza grave che lo rende quasi cieco. So che conta molto l’alimentazione e allora ti chiedo se puoi chiedere a Valdo una tesina in merito. Ciao e grazie. Luciano
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RISPOSTA
LA DELICATEZZA DELL’OCCHIO RICHIEDE COMUNQUE UNA VISITA SPECIALISTICA
Ciao Nadia e Luciano, premetto che questo tipo di problematiche vanno sempre affrontate con dei medici specialisti e bravi, sia nel caso si voglia puntare a delle cure drastiche di tipo medico (incluso eventuali interventi ed eventuali farmaci associati), sia in quello che si voglia tentare un percorso meno rapido e non invasivo di tipo igienistico.
TUTTI GLI ORGANI HANNO TUTTAVIA LA LORO IMPORTANZA
Si potrebbe obiettare che tutti gli organi sono parimenti nobili e importanti, per cui queste discriminazioni poco senso hanno. E’ forse l’orecchio meno importante dell’occhio? E’ forse l’equilibrio psichico meno importante di quello fisico? E’ forse la funzionalità sessuale meno importante di quella gastrica? In questo senso, è giusto che la gente vada sempre dal medico, sia per rispettare le norme sanitarie vigenti che per verificare il punto di vista specialistico.
È BASILARE UN MINIMO DI CULTURA MEDICA (GIÀ NE ESISTE TROPPA) E UN MINIMO DI CULTURA IGIENISTICA (CHE È INVECE GRAVEMENTE LATITANTE)
L’importante però è andare dal medico con un minimo di preparazione sui lati positivi e negativi di certe cure, e sulle conseguenze che esse implicano. Esiste infatti libertà di cura e libertà di non cura. Uno può anche ascoltare i pareri, guardarsi le diagnosi e gli esami, interpretare il tutto non solo in senso medico ma anche in senso igienistico, decidendo di seguire strade diverse, curative e non curative (prendendosi però in proprio tutte le annesse e connesse responsabilità, visto che che solo i medici fruiscono di questa copertura, anche se, chi viene danneggiato o chi muore prima del tempo, se ne strafrega delle fisime legali).
IL DIRITTO È TUTTO CON LA MEDICINA, INTESA COME DEPOSITARIA SIA DELLE TECNICHE MEDICHE CHE DELLA FILOSOFIA IGIENISTICA
L’igienismo non è previsto dalla legge, la quale parla solo di salute, immaginando che il medico sia anche igienista, ed affidando ad esso in esclusiva la risoluzione di ogni problema salutistico. L’ipotesi del legislatore è corretta, ma solo virtualmente, visto che nella realtà dei fatti i medici, anziché migliorare e progredire in termini di affidabilità ippocratica e naturalistica, sono diventati in tutto e per tutto degli anti-igienisti.
DEGENERAZIONE MACULARE, O ALTERAZIONE CENTRALE DELLA RETINA
La degenerazione maculare è un’alterazione della parte centrale delle retina, dipendente nella maggior parte dei casi da diabete, da leucemia, da alta pressione arteriosa, da anzianità avanzata e da arteriosclerosi, con presenza di aneurismi (dilatazioni di arteriole) ed edemi (infiltrazioni di liquido nei tessuti). Non comporta dolori o infiammazioni, ma soltanto metamorfopsie, ovvero deformazione delle immagini, per cui serve sempre una diagnosi di tipo strumentale. Basta una minima macchia per impedire una visuale precisa e corretta.
IN GENERE LA CECITA’ E’ DA ESCLUDERSI
Interessa soprattutto la parte centrale della retina (macula) e non la parte periferica della stessa, per cui non porta mai a cecità (salvo anomalie gravissime quali la sclerosi e il distacco della retina stessa). La parte periferica, mantenuta in funzione, permette infatti di spostarsi da casa e di svolgere attività meno precise di altre, visto che la parte periferica non è interessata in genere alla malattia degenerativa centrale.
NELLA SOLA ROMA CI SONO OGGI 150 MILA SOGGETTI SOFFERENTI
La maggior parte delle retinopatie sono infatti maculopatie, talmente diffuse che, nella sola Roma, ci sono 150 mila persone in tali condizioni. La stragrande maggioranza de casi è data da maculopatie diabetiche con forma atrofica e asciutta (o secca), mentre si parla di un 15% di casi per la forma umida, dove il trattamento consiste nelle iniezioni intravitreali.
COS’È LA RETINA
La retina è un sottile strato di tessuto nervoso che riveste, dal lato interno, la parte posteriore dell’occhio. Trattasi di una membrana paragonabile a pellicola fotografica su cui si formano le immagini. La retina è anche un basilare ricettacolo di luce solare, essendo costituita da milioni di elementi sensibili alla luce chiamati fotorecettori che trasformano gli stimoli luminosi in impulsi elettrici. Impulsi che vengono trasportati lungo le fibre del nervo ottico sino al cervello, dove vengono codificati e ritrasformati in immagini come noi le vediamo.
COLLEGAMENTO CON LA GHIANDOLA PINEALE
La retina è dunque paragonabile al sensore di una telecamera, e il nervo ottico al cavo di trasmissione che unisce la telecamera al video televisivo, cioè al cervello. Gli stimoli luminosi arrivano poi anche ad alimentare la ghiandola pineale, dando modo alla medesima di produrre poi nelle ore notturne la melatonina, il magico ormone che elettrizza e vitalizza l’intero sistema ghiandolare. La ghiandola pineale, sarà bene ricordarlo, è l’orologio della vitalità, il direttore d’orchestra dell’intero sistema ormonale.
I FOTORECETTORI SONO PIÙ ADDENSATI NELLA MACULA
Sebbene tutta la retina sia coinvolta nell’acquisizione delle immagini, esistono differenze specifiche nella funzione visiva a carico delle sue diverse parti. La zona centrale della retina, chiamata macula, è quella che focalizza meglio, quella che permette di distinguere i dettagli più fini delle immagini, essendo attrezzata con una densità di fotorecettori molto elevata.
COMPLESSA GAMMA DI ESAMI DIAGNOSTICI
Non dando segni esterni di dolore e di flogosi (o infiammazione), la diagnosi strumentale medica ricorre a oftalmoscopie, fluorangiografie retiniche (invasive, ma utili per stabilire l’indice circolatorio), esami del campo visivo, test di Amsler (inclusivo della metamorfopsia), adattometrie (adattamento al buio), ERG (elettro-retinogrammi), EOG (elettro-oculogrammi), ecografie.
LESIONI ELEMENTARI NELLE RETINITI DIABETICHE
Sempre concentrando le nostre attenzioni sulle maculopatie diabetiche più diffuse, i danni consistono in lesioni elementari, dove il circolo capillare si altera e si disorganizza, formando microaneurismi e microemorragie retiniche, essudati duri e cotonosi. Il compito degli oculisti in questi casi è quello di controllare l’edema maculare, e di rallentare l’evoluzione della malattia, onde impedire che essa degeneri da forma localizzata in forma proliferante.
LESIONI PROLIFERANTI E RICERCA DI UN MIGLIORAMENTO DEL VISUS
Le migliori cure sono quelle che puntano a un trattamento specifico del diabete mellito, cercando di ottenere il miglior controllo glicometabolico possibile, contenendo contestualmente l’ipertensione arteriosa associata. Un buon compenso metabolico consente infatti una riduzione dell’edema maculare e un conseguente miglioramento del visus, nei casi di lesioni elementari. In caso di maculopatia proliferante, l’obiettivo è di far regredire i neovasi, riducendo il rischio di emorragia vitreale massiva e di distacco della retina.
UN PESSIMISMO DEGLI OCULISTI DOVUTO ALL’ESPERIENZA E ALLE STATISTICHE
In generale gli oculisti scuotono il capo e danno poche speranze, avendo sotto gli occhi troppi pazienti incapaci di far regredire queste patologie. Hanno ragione in senso statistico, visto che la gente, soprattutto gli anziani, sono poco disposti a modificare il loro stile di vita e tendono alla rassegnazione. Scaricare sull’oculista queste problematiche causative aggrava e complica i suoi compiti, che rimangono essenzialmente di tipo funzionale e correttivo, più che miracolante e ripristinante.
ALTRI SCRITTI SULL’ARGOMENTO
Allego alla presente alcune tesine sul medesimo tema come:
- Congiuntivite allergica e malattie dell’occhio
- La sclerosi nucleare detta anche cataratta
- Pressione intraoculare e glaucoma
- Cataratta, dieta e terapie d’urto
- Cheratocongiuntivite lacrimale secca
PER PASSARE A MIGLIORE VITA SERVE ANCHE PERDERE DEI COLPI
Ricordo qui la battuta della anziana e saggia mamma di una mia amica. Il cardiologo le disse “Signora, le serve un tonico, visto che il suo cuore tende a perdere dei colpi”. “Ragazzo mio”, gli rispose quella “Per morire, e passare a migliore vita, è logico e giusto che si comincino a perdere dei colpi, e per me il vostro tonico rappresenterebbe null’altro che accanimento terapeutico”.
I RECUPERI PRODIGIOSI SONO SEMPRE POSSIBILI, SE SI AFFRONTA IL TUTTO COL GIUSTO SPIRITO
La realtà è che qualcosa si può realmente fare, ma serve grinta, convinzione e determinazione da parte del paziente. Grinta nell’impostare una alternativa di vita. Gli occhi dopotutto sono lo specchio della vita. Non si ammalano per cause locali ma per cause gastrointestinali, per digestioni difficili, per surriscaldamenti in zona ventrale, per addensamento del sangue e per scarsa funzionalità della pelle. Se uno ha la capacità di rimettersi in discussione e di auto-rigenerarsi, di adottare la gamma di stratagemmi offerti dalla scienza igienistica, farà non solo un enorme regalia a se stesso, ma sorprenderà favorevolmente anche il suo oculista, facendolo magari diventare meno scettico sui recuperi prodigiosi.
Valdo Vaccaro
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