LETTERA
EPISODI GIORNALIERI DI GONFIORE A PIEDI E CAVIGLIE
Ciao Valdo, ti scriviamo per chiederti lumi circa il gonfiore alle caviglie di Cristina. Dopo aver vinto una brutta vasculite che tu riassumesti in una tesina del 12/08/2012 intitolata appunto “Guarigione da asma e vasculite“, ci troviamo a far fronte adesso ad episodi estivi giornalieri di notevole gonfiore alle cavigli e ai piedi.
IN COSA SBAGLIAMO?
Noi in famiglia abbiamo sempre continuato ad alimentarci vegancrudista e, trasferiti in campagna, non mancano il movimento ed il sole sulla pelle. Ma come mai questi gonfiori così evidenti, quasi dei palloncini. In cosa sbagliamo? Che si tratti di sangue denso o ristagno linfatico?
IL NOSTRO MENU NON CI PARE DI TIPO RITENTIVO O RISTAGNANTE
La nostra dieta tipo giornaliera include 1) Spremuta di arance o pompelmo a colazione, 2) Piattone di insalata, seguita da pasta integrale fatta da noi, con sugo fresco poco cotto o verdure, 3) Centrifugati o frutta a merenda, 4) Un crudo di insalata e pomodori di campagna, seguito da verdure o patate al vapore per cena. Pane, pasta e pizza facciamo tutto in casa con vera farina integrale. Strappi una volta al mese, con delle patatine fritte.
DEPRESSIONE E CRISI DI PANICO PER UN’AMICA CONVERTITA ALL’IGIENE NATURALE
Chiediamo pure consiglio per un’amica che si è appena convertita all’alimentazione naturale. Si tratta di una persona di 43 anni in sovrappeso ed in preda a depressione e a crisi di panico. Teme ad esempio il vetro e il sangue. Prendeva fino un mese fa circa gli antidepressivi. Siamo riusciti a convincerla e a lasciare i medicinali. Ma le sue crisi incalzano e lei vorrebbe una stampella psicologica. Ora prende tisane di radici di valeriana di mattina e tisana di tiglio la sera. Cosa suggerisci per aiutarla meglio? Grazie di tutto. Sei sempre nei nostri cuori.
Ignazio, Cristina e Giulia
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RISPOSTA
EVITARE LA POSIZIONE ERETTA E NON RESTARE A LUNGO SEDUTI
Ciao a tutti voi. Il gonfiore alle caviglie è un problema comune, specie tra le persone che stanno in piedi tutto il giorno o rimangono a lungo in posizione seduta. Se le masse muscolari impoltriscono, il sangue fatica a ritornare al cuore, soprattutto quando la gravità non gioca a suo favore. La conseguente stasi ematica aumenta la pressione venosa, che è massima a livello delle caviglie sulle quali pesa l’intera colonna di sangue. Il rialzo pressorio favorisce il passaggio di liquidi plasmatici che, quando non vengono adeguatamente drenati dal sistema linfatico, si accumulano nei tessuti dando origine all’edema, che è un gonfiore generalizzato. Stare ore e ore davanti al computer, come succede a me da un paio d’anni, comporta esattamente gli stessi problemi.
LA CALURA ESTIVA ACUISCE IL PROBLEMA
La calura estiva contribuisce ad acuire il problema, perché dilata il calibro dei vasi. Nelle donne in età fertile, il gonfiore alle caviglie è più frequente nella settimana che precede le mestruazioni. In tale periodo gli ormoni femminili, tipo estrogeni e progesterone, raggiungono livelli particolarmente alti, espletando a pieno le loro proprietà vasodilatatorie, causando ritenzione idrica. Il sodio è uno dei principali responsabili da cui derivano i liquidi trattenuti nel corpo, condizione che si sviluppa fino ad arrivare ala ritenzione idrica. Se volete che i rimedi per i piedi gonfi funzionino, cercate di evitare quindi gli alimenti salati!
RIMEDI CONTRO IL GONFIORE
Per combattere il problema delle caviglie gonfie e pesanti, esistono numerose strategie dietetiche e comportamentali. Uno dei primi consigli che si danno è quello di muoversi spesso, sollevando di tanto in tanto il tallone. Il movimento dei muscoli degli arti inferiori, e in particolare quello del polpaccio, è infatti capace di stimolare la circolazione, generando un effetto-pompa dato dall’alternarsi di contrazioni e rilassamenti. Altrettanto importante sarebbe ritagliarsi un appuntamento quotidiano con una camminata a passo svelto, oppure con una nuotata o una passeggiata in bicicletta. Mezz’ora al giorno per 4-5 giorni alla settimana risulta sufficiente per migliorare sensibilmente la circolazione periferica. Qualunque sia l’attività sportiva intrapresa, è importante che venga svolta con calzature idonee. I tacchi a spillo meglio evitarli.
IMPORTANZA DEL MOVIMENTO REGOLARE E DELLO SPORT
Lo sport è importante anche per raggiungere e mantenere il proprio peso-forma, che si ripercuote positivamente sulla salute generale di gambe caviglie. Sempre in ambito sportivo, è interessante notare come molti ciclisti, al termine di uno sforzo intenso, passino alcuni minuti sdraiati con le gambe sollevate su un rialzo. Questa strategia, che si può attuare anche durante il riposo serale o notturno, favorisce il ritorno del sangue al cuore, allontanando i gonfiori. Importante è anche l’automassaggio, da eseguirsi con movimenti rotatori delle dita che vanno dal basso verso l’alto; tanto meglio se lo si associa a gel o creme specifiche, che mantengono viva la circolazione evitando il ristagno di liquidi.
TONIFICARE LE PARETI DEI CAPILLARI E ARGINARE LA TRASUDAZIONE DEI LIQUIDI
Particolare rilievo hanno alcune sostanze vegetali, utili nel trattamento delle caviglie gonfie perché dotate di azione antiossidante, antinfiammatoria e vasocostrittrice. Tra queste il rusco o pungitopo, ippocastano, gingko biloba, ribes, mirtillo, vite rossa. Princìpi attivi, come i flavonoidi sono presenti in molti alimenti di uso comune. Una tazza di frutti di bosco, un kiwi e un pompelmo, o regolari spremute di agrumi, e si fa il pieno di prezioso cibo rivitalizzante. Tonificando la pareti dei capillari e regolandone positivamente la permeabilità, i bioflavonoidi arginano la trasudazione di liquidi. Il risultato? Caviglie meno gonfie e pesanti. L’ultimo rimedio contro il gonfiore alle caviglie, è rappresentato dalle calze elastiche a compressione graduata, che facilitano, con la loro pressione decrescente dal basso verso l’altro, il ritorno venoso ed il riassorbimento dei liquidi trasudati.
ACQUA FRESCA DA BERE E ACQUA FRESCA PER PEDILUVI
L’acqua non dovrà essere semplicemente assunta nella giusta quantità, soprattutto nella stagione estiva, al fine di sconfiggere la disidratazione e di favorire l’eliminazione delle tossine. Si parla di un litro o quasi al giorno nell’igienismo, ma dipende anche da quanta crudità assumiamo, da quanto sudiamo e dalla sete che abbiamo. Per i medici occorrono 2-3 litri, ma c’è il concreto rischio che ti vengano le rane nell’addome. L’acqua va pure utilizzata per pediluvi e docce che stimolino la circolazione, con possibile aggiunta di erbe rinfrescanti fresche o secche, come lavanda, menta, timo e rosmarino. Lasciare in ammollo in acqua fredda i piedi per almeno 15 minuti è una delle tecniche più utilizzate per ridurre i piedi gonfi. L’effetto tonificante dell’acqua a basse temperature sarà importante per ridurre l’edema e risultare quindi uno dei rimedi per i piedi gonfi più funzionali.
UNA PASSEGGIATA GIORNALIERA, O UNA CORSA IN BICI, O UNA NUOTATA
Il problema delle gambe gonfie e pesanti può cogliere sia chi trascorre diverse ore in posizione seduta, sia chi è costretto a passare in piedi gran parte della giornata, senza la possibilità di compiere grandi movimenti. Ecco allora che, per alleviare il senso di pesantezza delle gambe, spesso accentuato dal caldo durante la stagione estiva, sarebbe opportuno dedicarsi ad una passeggiata anche breve a fine giornata, una buona abitudine che potrà contribuire ad alleviare i maggiori fastidi.
MASSAGGI E GAMBE SOLLEVATE
Si può certamente ricorrere ai massaggi per provare ad alleviare la sensazione di gonfiore alle gambe. Esistono speciali tecniche linfodrenanti che possono essere messe in pratica dagli operatori esperti, ma dei semplici massaggi possono essere effettuati anche da soli procedendo con movimenti circolari delle mani da compiere a partire dalle caviglie e procedendo verso l’alto. Per i massaggi ad un olio di base come quello di mandorle o di girasole possono essere aggiunte alcunegocce di olio essenziale di limone o di rosmarino, per ottenere una maggiore efficacia. A fine giornata è inoltre utile, nel momento in cui ci si sdraia, trascorrere alcuni minuti tenendo le gambe sollevate da un cuscino, in modo da aiutare le caviglie a sgonfiarsi. I massaggi ai piedi sono davvero utili per disperdere l’accumulo di liquidi e per favorire la circolazione periferica. Ottimo anche riposare la notte con i piedi leggermente sollevati, per agevolare il ritorno venoso. Qualche passeggiata sul bagnasciuga e docciature di acqua fredda-calda in alternanza, completeranno l’opera.
CONTRASTARE LA RITENZIONE IDRICA CON FLAVONOIDI E VITAMINE DI FRUTTA E VERDURA
La scelta dei cibi che consumiamo gioca un ruolo importante per il benessere delle nostre gambe. Se il gonfiore è causato da problemi come la ritenzione idrica, è bene diminuire il consumo di quegli alimenti che la favoriscono. Niente sale e prodotti confezionati, niente cibi in scatola, salumi e formaggi. Altri alimenti svolgono invece un’azione positiva sia a livello della circolazione sanguigna, sia aiutando l’organismo nei proprio processi depurativi. Tra di essi troviamo in particolare fragole, ribes e mirtilli. Consigliati anche kiwi ed agrumi, ricchi inoltre di flavonoidi e di vitamina C.
TISANE DRENANTI
Un aiuto contro la sensazione di pesantezza e di gonfiore alle gambe può provenire dall’impiego di alcune erbe adatte a diventare tisane. L’erborista potrebbe consigliarvi di orientare le vostre scelte verso fieno greco e timo, nel caso il vostro problema sia legato alla ritenzione idrica, oppure verso menta e foglie di mirtillo, centella asiatica, finocchio e amamelide, nell’eventualità in cui vi sia il bisogno di stimolare la circolazione sanguigna. Esistono anche tisane già pronte e confezionate rivolte a chi desidera avere gambe più leggere.
INFUSO ALLE FOGLIE DI NOCCIOLO
Grazie alle foglie di nocciolo, da acquistare essiccate in erboristeria, è possibile ottenere un infuso benefico per la circolazione, da consumare tiepido due volte al giorno. L’ideale sarebbe berne una tazza al mattino ed una alla sera nei periodi in cui i fastidiosi sintomi sono maggiormente presenti, in particolare nel caso in cui il gonfiore sia accompagnato da formicolii. Per ogni tazza sarà sufficiente utilizzare un cucchiaino di foglie di nocciolo essiccate e tritate, da lasciare in infusione in acqua bollente per quindici minuti.
IMPACCHI ALL’ACETO
L’aceto è indicato per impacchi da usare sulle caviglie gonfie. Bisogna procedere diluendo una parte di aceto in dieci parti d’acqua ed immergendo nel liquido dei teli di cotone abbastanza lunghi da poter essere avvolti attorno alle caviglie senza stringere eccessivamente. Si tratta di un impacco da applicare preferibilmente alla sera e da lasciare agire per almeno quindici minuti.
INFUSO DI MELASSA E ANICE
Questi due ingredienti possono essere impiegati per la preparazione di una bevanda da assumere per contrastare il gonfiore alle gambe dovuto al caldo, alla stanchezza o alla posizione assunta durante la giornata. Sarà necessario portare a bollore 500 ml d’acqua in cui versare e lasciare riposare per una quindicina di minuti un cucchiaino di melassa ed uno di semi d’anice. L’infuso dovrebbe essere consumato tiepido due o tre volte al giorno. Melassa e semi d’anice sono acquistabili in erboristeria.
ASSUNZIONE DI CIBI DRENANTI COME L’ORZO E IL PREZZEMOLO
Una delle strategie più comuni nel trattamento per i piedi gonfi consiste nell’assunzione di cibi diuretici. L’azione di questi alimenti può incrementare l’eliminazione dei liquidi in eccesso del corpo, alleviando così i piedi gonfi causati dall’edema. Oltre all’orzo, un potentissimo diuretico è il prezzemolo. Aggiungerlo ai propri piatti sarà una mossa più che intelligente!
SIDRO DI MELE, SEDANO E CETRIOLO
Il sidro di mele è un altro dei composti comunemente utilizzati per alleviare la ritenzione idrica nei piedi, causa principale del gonfiore che colpisce i vostri arti inferiori. Il cetriolo, sebbene solitamente venga utilizzato per i trattamenti del viso, può risultare davvero utile anche per i piedi, dato che il suo effetto è utilissimo per eliminare i liquidi in eccesso da alcune parti del corpo. Utilizzare una fetta di cetriolo, metterla nei piedi e ricoprire l’arto con un panno umido, ecco come godere dei suoi benefici. Un altro alimento cult è il sedano. Se consumato crudo ha un potentissimo effetto diuretico e depurante.
ALTRI VEGETALI AD AZIONE DIURETICA
Ananas ad azione diuretica, betulla foglie ad nazione anti-ristagno, carciofo a stimo della funzionalità renale ed epatica, cetriolo dalle proprietà rinfrescanti-depuranti-diuretiche, cipolla come aiuto a completare le minzioni urinarie, finocchio ottimo come diuretico e riequilibratore intestinale, mela di stagione con spiccate proprietà diuretiche, ortica migliorativa funzionalità renale e ottima eliminatorie di sostanze tossiche, tarassaco imbattibile diuretico naturale, mirtillo, cavolo, cavolino di Bruxelles, crescione, carota, bietola, aglio, rafano, ravanelli, anguria, melone, malva, anguria.
SEDANO STRAORDINARIO, BARDANA ECCEZIONALE ED EQUISETO MIRACOLOSO
Ottimi diuretici offerti dalla natura sono i semi di sedano, ben noti nella medicina ayurvedica per le loro proprietà drenanti. Venivano usati in passato, per curare i casi di gotta o artrite, con ottimi risultati. Si possono trovare sotto forma di capsule, estratti e semi interi, per decotti o tisane. Ancora, la radice di bardana, molto usata nella medicina cinese per pulire il sangue e favorire la circolazione dei fluidi corporei. Con la radice secca si preparano ottimi tè e pediluvi, che allentano infiammazioni e gonfiori. Altro alleato nella lotta contro i piedi gonfi è l’equiseto che scioglie anche i calcoli renali da acido urico e impedendo la formazione di cristalli nelle articolazioni.
PASSIAMO ORA ALL’HARMONIA MENTIS E AL COME CONTRASTARE LA DEPRESSIONE
La depressione unipolare è il disturbo dell’umore più diffuso nella popolazione adulta. A soffrirne sono soprattutto le donne, probabilmente a causa di una predisposizione di tipo ormonale. Il disturbo può insorgere a qualunque età, ma in genere esordisce con maggior frequenza tra i 25 e i 45 anni. La depressione unipolare è una patologia cronica che tende a persistere.
ALTERAZIONI NEI CIRCUITI CEREBRALI
Il numero e la durata degli episodi depressivi sono variabili e imprevedibili. Alcune persone sperimentano soltanto uno o pochi episodi depressivi nell’arco della vita. Altre possono sperimentarne molti a breve distanza di tempo. All’origine della depressione unipolare si riconoscono fattori genetici predisponenti e specifiche alterazioni nei circuiti cerebrali che controllano il tono dell’umore, l’affettività e alcune funzioni biologiche fondamentali, tipo appetito, sonno, sessualità. Non dimentichiamo, tra i fattori causanti, i miasmi intestinali risalenti alla testa, agli organi percettivi e ai meccanismi cerebrali, tutti messi sotto pressione e a dura prova.
L’ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-SURRENE, CONTROLLORE DELLO STRESS
Queste alterazioni sono legate principalmente a modificazioni dei livelli di alcuni neurotrasmettitori della classe delle ammine biogene, in particolare, serotonina, noradrenalina e dopamina. Altri meccanismi difettosi nei pazienti con depressione unipolare sono stati osservati a carico della via che controlla la risposta allo stress, ovvero il cosiddetto asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
LA DEPRESSIONE FEMMINILE
Nella donna, modificazioni significative dei livelli ormonali, in particolare degli estrogeni e del progesterone, possono favorire l’insorgenza di depressione. L’episodio depressivo tende a insorgere più facilmente o a peggiorare in particolari periodi dell’anno. Due momenti critici sono, per esempio, l’autunno, probabilmente a causa della diminuzione della quantità di luce ambientale. E anche il Natale, fosse a causa degli eccessi di clima festoso e celebrativo. Per non dire dei momenti critici precedenti il mestruo.
ESSERE GIÙ DI CORDA NON SIGNIFICA ESSERE DEPRESSI
Soffrire di depressione unipolare non significa semplicemente essere tristi o giù di corda ogni tanto, ma trovarsi in una condizione di persistente e severo abbattimento, al quale si è incapaci di reagire, indipendentemente dalla propria volontà e dalla presenza di persone che cercano di essere vicine e di trasmettere positività. In base ai criteri ufficiali, per poter emettere una diagnosi di depressione unipolare, questi sintomi, variabilmente combinati tra loro, devono essere presenti da oltre due settimane, con un’intensità tale da creare alla persona che li presenta un serio disagio psicologico e sociale e da impedire di mantenere i ritmi di vita abituali.
SINTOMI DI DEPRESSIONE
Tra i principali sintomi che caratterizzano la depressione vanno ricordati 1) Umore depresso per gran parte della giornata, non motivato da ragioni specifiche gravi, 2) Significativo calo di interesse nelle attività abituali e incapacità di trarre piacere da circostanze o situazioni di norma stimolanti e gradevoli, 3) Diminuzione o aumento significativi dell’appetito, spesso associati a notevole perdita o aumento di peso (oltre 5 kg), non giustificati da diete o patologie specifiche, 4) Difficoltà ad addormentarsi o a dormire un numero sufficiente di ore (risvegli ripetuti durante la notte o all’alba) o, al contrario, aumento del bisogno di dormire, anche durante il giorno, 5) Sensazione di agitazione e ansia o, al contrario, rallentamento dei movimenti e dei riflessi, 6) Facile affaticabilità e mancanza di energia, 7) Calo dell’autostima e della fiducia nelle proprie capacità di ripresa, 8) Diminuzione delle capacità di concentrazione e dell’efficienza intellettiva nello studio e sul lavoro, 9) Caduta dell’interesse sessuale, 10) Irritabilità o frustrazione, 11) Pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio, 12) Pianto immotivato, una o più volte al giorno, 13) Problemi fisici in serie, tipo dolore articolare, mal di testa, crampi addominali, disturbi digestivi, vertigini.
DEPRESSIONE NELL’INFANZIA E NELL’DOLESCENZA
Gli aspetti della depressione sono sempre soggettivi, per cui il disturbopuò assumere caratteristiche molto diverse da paziente a paziente. Nei bambini più piccoli, la depressione compare spesso in associazione ad altre patologie neurologiche o psichiatriche come, per esempio, l’ansia da separazione, la fobia sociale o il disturbo da iperattività e disattenzione (ADHD=Attention Deficit Hyperactivity Disorder) e si manifesta principalmente con sintomi quali tristezza, irritabilità, disperazione, dispiacere, cambiamenti comportamentali. Negli adolescenti la depressione unipolare può essere difficile da riconoscere sia perché le oscillazioni dell’umore, la ridotta autostima e le difficoltà relazionali-comportamentali sono considerate una normale componente del processo di crescita, sia perché spesso il disturbo si manifesta con sintomi atipici quali ansia, rabbia e isolamento sociale.
DEPRESSIONE NEGLI ADULTI E NEGLI ANZIANI
Negli adulti maturi e negli anziani l’insorgenza della depressione può essere particolarmente subdola sia perché tende a determinare sintomi lievi e poco definiti, facilmente interpretabili come un semplice riflesso dell’età che avanza (lentezza dei movimenti, declino cognitivo, perdita di interesse, riduzione del desiderio), o come disturbi organici associati a malattie diverse (difficoltà digestive, insonnia, riduzione della forza muscolare, dolori in diverse parti del corpo). Sul fronte dell’umore, gli anziani depressi si presentano particolarmente annoiati, pessimisti, insoddisfatti, tendono a fare le stesse cose ogni giorno ed evitano l’interazione sociale.
PSICOTERAPIA E TECNICHE DI APPOGGIO
La psicoterapia offre la chiave per disinnescare alcuni meccanismi mentali che tendono a far consolidare e peggiorare la depressione, cadendo nei circoli viziosi dello sconforto e dell’isolamento sociale. Basilare che al paziente vengano insegnate tecniche di pensiero positivo. Alcune buone regole di vita possono contribuire a migliorare lo stato psicofisico generale. In particolare, è importante 1) Seguire ritmi di vita regolari, 2) Dormire un numero sufficiente di ore per notte, 3) Evitare situazioni e incontri disagianti o stressanti o risultare stressanti, 4) Non fumare e non bere alcolici, 5) Cercare di praticare ogni giorno un’attività fisica moderata, 6) Evitare di guidare o di eseguire attività rischiose dopo aver assunto farmaci che tendono a causare sonnolenza o capogiri.
Valdo Vaccaro
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