LETTERA
Buona sera Valdo Vaccaro, Spero questa sia la mail giusta perché è da troppo tempo che desidero scriverle. Ho avuto modo di parlarle il 17 dicembre 2012 a Milano ad una giornata di aggiornamento alimentare, dove la sua presenza è stata quasi una visione per mio marito, nonostante non abbia nemmeno potuto stringerle la mano. Immagino per timidezza.
Arrivo subito al dunque. Lei è prepotentemente entrato nella vita di chi mi sta accanto, dando una svolta epocale alla sua salute fisica. Di questo, come le avevo già detto di persona, le sono grata. Dopo anni di pasticci alimentari, di fai da te farmacologici e di sballante medicina orto-molecolare, ben vengano le sue soluzioni salutistiche condite pure da ottimi risultati.
Lei è diventato la guida, l’esempio da seguire in tutto e per tutto. Dalla alimentazione fruttariana crudista, alle vaccinazioni, ai virus che non esistono come mostri persecutori, alle mafie farmacologiche, e chi più ne ha più ne metta!
Quello che non riesco a capire è che per anni ho lottato per fargli comprendere l’importanza del mangiar sano, alla poca cottura dei cibi, all’utilizzo di tanta frutta e verdura cruda, alla esposizione solare, al non utilizzare farmaci. Ma sono sempre stata tacciata di essere una post-anoressica che aveva un cattivo rapporto con il cibo.
Ed ora cosa mi ritrovo? Un uomo spento che agisce solo su quello che il grande Valdo scrive e dice. Premetto che per me il cibo serve per vivere e non il contrario, odio gli abusi in tutti i sensi, soprattutto a tavola! Ed ora zero assoluto.
E così mi trovo ad una noia mortale in cucina, dove è sempre tutto crudo, dove vige una totale demonizzazione della cottura e si critica pure ciò che mangia il resto della famiglia ormai convertita al vegetarismo. I figli sono flessibili e ce la fanno ad arginare le cattive tendenze. Evadono con gli amici, trovano delle vie di fuga e riescono a mangiare quello che vogliono, senza avere il severo giudice dietro le spalle!
Scarse possibilità comunque di divertirsi e di socializzare nelle cene con amici perché anche l’insalata cruda è da demonizzare, non essendo genuina come quella del tuo orto. Ma dove siamo arrivati? Prima fiumi di champagne, carni e formaggi senza ritegno, ed ora non c’è più spazio per una banale pizza, naturalmente di farina integrale, senza formaggio, con verdure crude perché le cotte non fanno bene?
C’è l’impossibilità di mediare con quello che si mangia, di fare un banalissimo strappo alla regola, perché poi sembra quasi di aver commesso un crimine! Mi permetta. Ma in quale modo i suoi lettori la interpretano?
Sappia che nutro una profonda stima nei suoi confronti perchè i risultati parlano chiaro, ma veramente mi sento confusa. Condivido con Lei da sempre il rispetto per gli animali e la non necessità dell’uomo di uccidere per nutrirsi. Sicuramente la mia formazione ed il mio percorso di vita mi portano ad avere maggiori conoscenze e un credo convinto, rispetto a mio marito, ma non per questo io critico negativamente il pensiero altrui!
Spero che mio marito migliori sempre più nella sua salute, sia fisica che mentale. In questo momento mi appare piuttosto vacillante. Magari un bel digiuno nel primo ponte festivo potrebbe essere un ottimo escamotage per ritrovare equilibrio, serenità e spensieratezza.
Questo rigore alimentare lo ha trasformato in tutto, anche nel suo essere uomo, quasi che l’unico interesse sia l’alimentazione corretta e rigorosa, anche a livello di pura evoluzione spirituale.
Non so che dire. Auspico che un barlume di buonsenso gli arrivi magari leggendo qualche sua tesina chiarificatrice, intitolata forse “Mente sana in corpo sano”. Le auguro ogni bene e non ho nessuna pretesa di risposta, anche se non nascondo che mi piacerebbe molto! Carla
RISPOSTA
Ciao Carla. Il tema che hai sollevato con tanta chiarezza non è per niente qualcosa di marginale e secondario. Al contrario si tratta di una questione vitale.
In quale modo i lettori la interpretano? Come si fa a ridare vita a una cucina diventata arida, sterile e improduttiva? Perché mai lo strappo alla regola non si fa oppure, le rare volte che succede, c’è pure da superare il rimorso di coscienza? Tutte domande chiare e mirate che richiedono assolutamente risposta.
Per quanto Valdo-dipendente sia tuo marito, se il suo modo di seguirmi è davvero quello che tu hai evidenziato, dimostra di non leggere con attenzione quello che scrivo tutti i giorni sul blog.
Nulla di nuovo e di eclatante a dire il vero, visto che ho sempre parlato di vegetarismo e di veganismo tendenziale, significante non certo una versione di tipo talebano, fanatico e inapplicabile ma, al contrario, un applicare le regole del vademecum salute della nostra Health Science in modo sensato, sereno, conciliante, e anche divertente.
Non vedo perché nella esistenza quotidiana del vegetariano in forma, rispettoso della natura, di se stesso e delle creature che lo attorniano, debba mancare il sorriso, il divertimento, il piacere ed il sollazzo.
Non siamo frati trappisti che si salutano con un gelido e funereo “Dobbiamo morire-Morire dobbiamo”, né siamo una categoria che ha deciso di fare penitenza a oltranza. Ognuno avrà il suo stock di peccati veniali da smaltire, ma non è il caso di mettersi in ginocchio e di prostrarsi. Serenità e gioia innanzitutto, visto che si tratta di ingredienti preziosi per il nostro benessere.
Ribadisco spesso che nulla ho contro chi pretende di raggiungere il top della scala in tutta purezza. La perfezione del tutto crudo può infatti avere senso nel caso di periodo limitato e terapeutico, adatto a dissolvere delle escrescenze o dei tumori.
Ma nella vita normale non è davvero il caso di praticare il tutto crudo a getto continuo. Sarebbe altro che noioso e limitativo. Finirebbe per farci male anche sul piano fisiologico.
C’è della gente che ama le uova ruspanti di gallina o di anatra più il tartufo grattugiato, o che starebbe male davvero senza il formaggio di malga, senza il pesce azzurro di piccola taglia, senza il baccalà con la polenta arrostita che fanno nei dintorni di Vicenza.
Per non dire degli amanti della pasta al pomodoro crudo e della pizza ai funghi, o alle patate, o ai carciofini, o al pomodoro semicrudo. Perché creare barriere, tormenti, afflizioni ed angustie fini a se stesse?
Ho solo fissato qualche paletto che non intendo assolutamente togliere. Niente materiale proveniente dal macello, visto che si tratta di un locale angusto e insopportabile dove si pratica la realizzazione del crimine pianificato, impenitente e non-stop.
Non dimentichiamo per nulla i nostri principi. Il grande Voltaire ci ha lasciato idee e concetti di portata universale. “L’uomo non potrà mai dire di essere libero e sereno, finché sulla terra esisterà un singolo macello!” Qui c’è spazio perché ognuno si dia una mossa e si regali una motivazione. Ma per il resto niente concetti punitivi, espiazioni, castighi, patimenti e mortificazioni.
Quanto alla cucina va decisamente ripristinata. Il pop-corn richiede del calore per poppare. La polenta arrostita con le deliziose crosticine richiede la piastra. Le verdure saltate in padella non nascono dal niente. Gnocchi di vere patate fresche e gnocchi da dessert con la marmellata di susine senza zucchero, aspettano solo di rendere felice l’intera famiglia.
Il minestrone fumante di orzo e fagioli è uno sfizio irrinunciabile. La frittata alle erbe, alle punte di luppolo, di ortica e di erbe campestri è uno sfizio. L’asparago con l’uovo sodo e quello alla polacca si fa in una cucina attiva e funzionante. Il frico con le patate proviene ancora da lì. Nulla di tutto questo si trova nei nuovi ristoranti vegani alla moda.
Pertanto, Carla, datti da fare e non dipingere le mie istruzioni come un inebetire e rincretinire gli animi deboli tendenti a dipendere dalle mie labbra e dai miei schemi ideologici, senza mai adattare e personalizzare il tutto.
Il compromesso e il concessionismo sulla acciuga e sulle alici, non rappresenta affatto grande trasgressione. Un conto è masticare morte e sofferenza in un hamburger, pensandolo magari frutto di qualche albero speciale e non di un macello stracarico di sangue rappreso lungo le pareti.
Un altro conto è prendere qualcosa dal mare, e in particolare da gruppi di pesciolini che si elidono l’un l’altro giornalmente e che non risentono in modo drammatico della loro malasorte.
L’impegno vero e non apparente per ciascuno di noi sta nel vivere e lasciar vivere, sta nel rispetto della vita altrui a 360 gradi. Se a volte non ci riusciamo, pazienza.
L’importante è fare in modo che i nostri insulti, i nostri sfruttamenti e i nostri prelevamenti nei riguardi della Natura non vadano oltre la logica ma si mantengano ai minimi termini. L’importante è che il sacrificio sia sempre e comunque minimizzato.
Valdo Vaccaro
Credo che la presa di posizione di Valdo contro il tutto crudo, per cui nella vita normale il tutto crudo finirebbe per farci male, richieda qualche doverosa precisazione. Se il mangiare solo crudo è vissuto in modo “malsano”, cioè ad esempio come sofferente privazione oppure in termini decisamente fanatici, questo certo non va bene e vuol dire semplicemente che il soggetto non è ancora pronto al passo verso il tutto crudo. Ciò non toglie, tuttavia, che frutta e verdura crude sono il meglio che possiamo dare al nostro organismo, è il nostro cibo naturale d’elezione, su questo non ci piove. Il guaio è che, poter mangiare crudo con il giusto stato d’animo e nella giusta condizione fisica, non è un risultato né semplice né scontato, ma è il passo finale di un percorso che può essere anche molto lungo ed estremamente complesso. Io ho conosciuto l’igienismo nel 2007, e ancora adesso nella stagione fredda mi concedo della verdura cotta, solo dopo l’inverno passo al crudo integrale. Ogni inverno provo ad evitare il ritorno al cotto, ci proverò anche quest’anno, spero con miglior fortuna dei precedenti, ma senza farmene un problema, vuol dire semplicemente che ancora non sono pronto. Io conosco amici crudisti integrali tutto l’anno, sono persone squisite e normalissime, che hanno compiuto l’intera fase di transizione al crudo senza accusare alcun trauma né adottare particolari forzature, tutto è avvenuto con la giusta gradualità e in modo si può dire spontaneo, come quando ad esempio siamo riusciti a smettere di bere caffè. (continua)
Due sono gli ordini di difficoltà nell’adozione del crudo integrale. Il primo è di ordine prevalentemente psicologico, ed è dovuto all’astinenza associata alla dipendenza creata dall’uso del cotto (purtroppo la vita moderna è costellata da decine e decine di dipendenze di ogni genere, comprese quelle da generi alimentari, anche per questo la transizione verso il crudismo è in genere una vera odissea). Il secondo è di ordine prevalentemente organico, ed è legato alla detox, che è un processo di disintossicazione e di riparazione dell’organismo che può essere anche molto lungo e doloroso. Io dopo anni di igienismo ancora non ho completato il percorso: questa estate passando al crudo integrale ho dovuto sorbirmi qualche raffreddore ed ora ho un grosso sfogo cutaneo alla palpebra che mi sta ammorbando da quasi un mese. Non esiste una regola uniforme per tutti in materia di detox, ognuno ha il suo percorso, che sarà tanto più difficile e doloroso quanto più il nostro organismo è disastrato. In genere dopo i 40 anni la detox conseguente al passaggio al crudo già comincia ad essere problematica: togliamoci dalla testa che tutto possa risolversi con un solo episodio eliminativo (magari provocato con un lungo digiuno), ad un primo episodio ne seguirà un secondo poi un terzo e così via secondo quanto deciso dal nostro capo con i suoi tempi e nei suoi modi. Figuriamoci dopo i 50 o i 60 anni, come nel mio caso, specie se l’organismo ha già sviluppato qualche patologia degenerativa più o meno sotterranea o manifesta. Occorre anzi sapere che la detox, come tutte le malattie, ha un suo grado di rischio, che può essere anche molto elevato se uno, ad esempio, con un fisico fortemente debilitato volesse insistere a mettersi a crudo: potrebbe ad esempio andare incontro ad una crisi epatica e renale gravissima e fatale (che poi obbligherebbe a un ricovero ospedaliero in extremis, con tutto quel che ne consegue in termini di devastazione per l’organismo). Ovviamente per un ragazzo di 20 anni la detox può essere quasi un divertimento, un digiuno e voilà, il più è fatto. Naturalmente i due ordini di difficoltà (dipendenza e detox) sono a loro volta interconnessi: con il procedere della detox anche la dipendenza si fa via via più leggera. Quindi, concludendo, è chiaro che non si può imboccare il crudismo integrale a occhi chiusi, occorrono le dovute cautele: ma con le dovute cautele del caso il crudismo integrale è certamente il regalo più grande che possiamo offrire al nostro organismo.
E poi, cara Carla, non è vero che il crudismo sia noioso: io, quando mi metto a tavola con le mie megamacedonie e megaporzioni di frutta (di oltre un chilo), e con la mia megainsalatona (di un chilo o più), mi faccio dei pranzi e cene che non finiscono mai (mentre un piatto di pastasciutta lo sbrani in due minuti), e mi piacerebbe avere intorno a me dei commensali altrettanto indaffarati ed estasiati a mangiare come me.
Al di là della battuta provocatoria, posto che Valdo non può certo essere assimilato ai macellai, è chiaro comunque che tra il filetto d’acciuga e quello di manzo il passo (logico) è piuttosto breve. Io apprezzo la sincerità di chi ammette i propri limiti, senza camuffarsi dietro una maschera di finto perbenismo, quale che ne sia il fine, fosse pure quello (in un certo senso superiore) di preservare l’immagine del maestro tutto d’un pezzo. Quello che però non condivido è di proclamare virtù quelli che sono semplicemente dei limiti, umani quanto si vuole ma pur sempre limiti. Il formaggio d’alpeggio sarà pure più sano di quello industriale, ma il 50% dei nati maschi faranno la stessa orribile fine dei loro amici venuti alla luce di qualche lagher di pianura, e inoltre la caseina resta sempre tale. La sofferenza di un piccolo pesce non è sostanzialmente diversa da quella del pesce cresciuto. E anche l’ovetto della gallina ruspante meglio lasciarlo nella disponibilità dei nostri amici animali, piuttosto che imbottirci di colesterolo e di proteine animali. Quanto infine ai cereali, caro Valdo, qui non è questione di fanatismo o meno, il punto è un altro: è che tu presenti come innocente un cibo che per una buona percentuale di persone (forse anche il 50% e più) presenta gravi controindicazioni, che tu ignori sistematicamente. I cereali sono il peggior nemico (insieme alla caseina) dei nostri villi intestinali, ricoprendoli di una micidiale rete proteica e collosa, interferendo tra l’altro con la produzione di neurotrasmettitori di cui l’intestino è una fabbrica formidabile. E poi c’è il bicchierino di vino sincero e biologico. Beh insomma mi pare che le eccezioni siano davvero un po’ troppe, con relative dipendenze che finiscono per essere alimentate, compreso quella da cibi cotti in genere. Ripeto, a me piace la sincerità, però evitiamo anche la furberia di far passare come virtù desiderabile un proprio limite, dandogli una veste teoricamente e moralmente presentabile. Anche Einstein ha preso le sue belle cantonate, eppure era un genio e tale grandissimo genio è rimasto. Però non per questo le sue cantonate si son trasformate in colpi di genio, sempre cantonate son rimaste.
Valdone, che ci vuoi fare? Quando ti si vuol mettere nel tritacarne a tutti i costi c'è ben poco da opporsi.
In tutti i modi tra poco più di una settimana avrò l'immenso privilegio di esternarti la mia infinita gratitudine per avermi rimesso al mondo, sono quasi tre anni e mezzo che nutrendomi letteralmente delle tue impagabili divulgazioni, ho rimesso in sesto la mia vita….senza rancore per i tuoi detrottori.
Ciao Enzo, era da tempo che non leggevo più un tuo intervento e mi fa molto piacere vedere che ci sei sempre. A quanto pare la tua salute sembra essere sempre ben salda.
Quanto al culto di Valdo io non l'ho mai avuto; non l'ho mai incontrato e per inclinazione caratteriale non uso mai elogiare particolarmente nessuno. Mai un mio commento è iniziato con "grande Valdo" e cose simili. No al divismo, al culto del vip di turno, alla ricerca del personaggio da adorare o da seguire come un maestro. Ognuno sia leader di sé stesso tenendo conto però dei propri limiti. Cioè mettendo nel conto il fatto che con i propri limitati mezzi si può sbagliare o prendere cantonate causate anche da una carenza di conoscenza.
Mio fratello che vive sotto il mio stesso tetto non sa quasi nulla di quali sono i principi che informano la mia alimentazione , mentre altri sanno solo che sono vegetariano o qualcosa di simile. Il mio principio, forse sbagliatissimo, è che gli altri si arrangino. Li aiuterei solo su precisa richiesta in tal senso. Infine non sono né rivoluzionario in pantofole, né filosofo da salotto. In giro ce ne sono fin troppi tra gli sfig…emh…gli appassionati di internet. Ciò non vuol dire naturalmente che io sia meglio di altri.
Questo per commentare i temi sollevati dall'utente Umberto Aquila.
Ciao Roberto, ti ringrazio, sono sempre in gran forma anche se mi sono un pò astenuto dagli interventi, in compenso leggo sempre ben volentieri i tuoi sempre opportuni e mai banali.
a proposito dei due interventi di Valerio eliminati dall'autore, mi viene un dubbio: chi sarebbe l'autore? Valerio stesso oppure Valdo.
Non capisco sinceramente perchè si continui a demonizzare Valdo. E' mai possibile che non si capisca il concetto di TENDENZIALE? Lui sta semplicemente cercando di fare in modo che gente con intestini pieni di putrefazione, trovi stimolo per passare ad una alimentazione piu sana. Tutto qua.
Cosa penserebbe una persona abiutata a mangiare carne, zuccheri, caffe, pasta, pesce, ecc. se leggesse un decalogo talebano nel quale, alla minima trasgressione sei out?? Per chi non lo ritenesse possibile, io sono crudista, anzi fruttariano, tranne forse tre mesi d'inverno dove un po di verdura al vapore a volte me la faccio. E' stato un percorso lungo ed è stato assolutamente naturale per me, nessuna imposizione. Ho lentamente abbandonato ciò che capivo che il mio corpo non mi chiedeva. E sono in splendida forma, in salute, sorridente e pieno di voglia di vivere.
Non penso al mangiare tutto il giorno, non mi interessa minimamente calcolare calorie o indici insulinici/glicemici, non mi alzo il mattino col chiodo fisso del blog di Valdo. Una volta capito cosa è l'igienismo, una volta studiato il materiale, ho capito di avere le ali per volare bene da solo. Ogni tanto una lettura la do al sito, solo per una mia convinzione che non si smette mai d'imparare.
Che altro dire?? I miei genitori mangiano carne durante i pasti con me, le mie nipotine mangiano nutelle, dolci, latte, ecc durante le merende con me. I miei amici ordinano d'asporto pizze ai quattro formaggi quando ci si trova. E intanto io mi mangio la mia frutta. Non mi infastidisce. Ho detto loro esattamente come la penso, come vivo e ho consigliato la lettura di questo sito. Qualcuno è diventato vegetariano, qualcuno limita carne e latticini, qualcuno mi ha detto chiaramente che per lui gli animali sono stati creati per essere mangiati e che non soffrono nei macelli. Opinioni diverse. Li frequento comunque, sono amici di infanzia e voglio loro un mondo di bene. Se non lottano loro stessi per loro, non posso farlo io. Io in primis amo me stesso e faccio per me ciò che RITENGO piu opportuno.
Le differenze in termini di salute e felicità rispetto a come mangiavo prima sono sotto ai miei occhi.
Io sono il maggiore esempio di me stesso e per me stesso. Non posso ignorarlo.
Un saluto a tutti
Fabrizio Dellera, il tuo commento vale oro!!!
Il menù di Valdo non ha nulla di tendenziale nel suo contenuto autentico, a parte l’espressione verbale: prova ne è Valdo stesso, che a oltre 70 continua a mangiare cereali, con tutte le eccezioni non vegane che lui stesso ci racconta. Io se ho potuto eliminare i cereali (e mai decisione è stata così azzeccata), è stato perché ho smesso di seguire Valdo (cosa che facevo fino ad aprile 2012) dietro consiglio di qualche mio amico/conoscente crudista. Finchè ci si limita a seguire la “dottrina” valdiana, difficilmente si imbocca la strada crudista, o quanto meno la scelta di bandire i cereali. Lo dico a beneficio dei molti lettori di Valdo che non tollerano i cereali e neppure lo sanno, com’è capitato a me dal 2007 al 2012. Questo solo vorrei, che Valdo fosse più esplicito coi suoi lettori, nel metterli in guardia contro forme molto diffuse di intolleranza verso questo alimento. Questo Valdo non lo fa, anzi mette in guardia contro i rischi di una deriva crudista, che viene sistematicamente presentata come estremista e un po’ scriteriata laddove il suo menù misto fortemente centrato sui cereali è indicato ad esempio di sano buon senso e di saggezza. Comunque mi complimento con te, Fabrizio, per la tua perspicacia e determinazione nell’abbandonare il regime misto per approdare a quello di sola frutta e verdura; evidentemente sei stato più sveglio di molti di noi nel prendere per tempo le distanze dal menù valdiano, io ho avuto bisogno di una scossa proveniente da un ambiente diverso da quello di Valdo, e credo che la cosa possa riguardare anche molti altri lettori del blog.
Francesco su questo devo darti ragione 🙂
Penso anche io che il blog di Valdo sia un trampolino di lancio verso un percorso che difficilmente il corpo stesso non chiederà di fare. Effettivamente il bisogno di cereali mi è sparito automaticamente, senza che leggessi nulla al riguardo. Probabilmente soffermarsi troppo sulle trasgressioni alimentari concesse, le rende parte integrante del menu stesso, e non eccezione quanto mai rara.
La cosa importante, e che deve sempre restare chiara, è che ognuno (Valdo compreso) deve ritenersi assolutamente libero di esprimere il proprio pensiero. La gente che lo legge può seguirlo pedissequamente o meno, può contrariarlo o venerarlo, criticarlo o lodarlo, non importa. Ha scelto un proprio personalissimo modo di raffrontarsi con le persone, forse sarà un metodo vincente.
Ti posso dire la verità? Spero che sia un metodo davvero vincente.
Proviamo a immaginare l'umanità (ragiono in grande :-)) che smette di mangiare carne 30 giorni al mese su 30 (su questa nessuno di noi transige, GIUSTAMENTE), smette di mangiare pesciolini 29 giorni al mese su 30, smette con gli zuccheri 25 giorni su 30, smette di bere caffe 25 giorni su 30 e cosi via, in maniere alquanto "tendenziale" e mangiasse anche ogni giorno un pasto di cereali…… Io personalmente ci metterei la firma, credimi. A questo secondo me sta puntando Valdo.
Con questo voglio dire che ogni piccolo passo in avanti è una gran conquista. La questione alimentare non sarà mai risolta. Ognuno avrà la sua teoria su cosa mangiavano i nostri antenati. Ci saranno sempre disquisizioni sui cereali, sull'acidità corrosiva di arancie, e cosi via. La verità non è in mano a nessuno.
Per me, come per altri, Valdo è stato un eccellente trampolino di lancio, e per questo gli sono debitore. Non l'ho mai nemmeno conosciuto, ma mi è stato utile attraverso certe sue prese di posizione che hanno svegliato una MIA coscienza, che poi ha iniziato ad agire.
Per altri Valdo è il traguardo, e si rimettono completamente al suo vegetarianesimo/veganesimo tentenziale
Per altri ancora Valdo è solo un bugiardo, e lo rifiutano completamente
Io posso raccontare quale è la MIA verità eventualmente, posso dire che il crudismo non è una deriva ma una forma di bellezza estremamente pura e sensuale. Ma è mia, e nulla mi può far presumere che sia migliore di quella di Valdo o chi per lui.
Un saluto affettuoso a tutti quanti
🙂
Da questo punto di vista. Fabrizio, hai perfettamente ragione: il regime valdiano sarebbe già un formidabile passo in avanti, anzi molto di più. Ma il mio punto di vista è un altro: io dò per scontato che alla gente (alle masse) non importi nulla di Valdo né del crudismo, né mai sarà recuperabile dentro un progetto valdiano, troppi sono gli interessi che giocano contro troppe le abitudini e le culture consolidate, tutte centrate sul binomio cereali/allevamento. Se questo è il presupposto, allora è perfettamente inutile cercare di presentare un progetto utile per la massa, limitiamoci a fare un discorso che calzi per quella piccola elite che noi siamo, senza illuderci di poterci ingrandire più che tanto. In questo caso dobbiamo essere più sinceri, anche sulla storia dei cereali: d’accordo sul rispetto delle scelte personali, d’accordo sul compromesso da adottare nella fase di transizione, avendo tuttavia ben chiara la meta. Tutto questo in Valdo non c’è, c’è al contrario il compiacimento per il compromesso, nel quale lui si trova benissimo, permettendosi pure di schernire, per quanto bonariamente, chi si mette in testa di mettersi a crudo, qui da noi col nostro clima e la nostra antica cultura alimentare (mediterranea). Naturalmente Valdo è liberissimo di pensarla come crede, io di punzecchiarlo. A Valdo vorrei fare un piccolo invito: lasciamo gli sbevazzoni e i mangiatori di cadaveri alla loro deriva (tanto sono irrecuperabili) e pensiamo di più a noi stessi, anche dicendoci tutta la verità. Lo dico senza alcuna acrimonia, ma solo per invitare a riflettere un po’ più a fondo sull’intricatissimo tema dell’alimentazione.
Così facciamo il gioco del "sistema". Troppo elitaria la tua versione. Finiamo per passare per i soliti estremisti invasati e quindi poco attendibili. Una qualche forma di compromesso con il mondo "sano" dobbiamo pur accettarla. Meglio con i cereali che con i wurstel!
Volevo fare anche io un piccolo commento. Premetto che sono vegano e cerco di tendere al crudo quando e possibile. Leggo ormai da tempo Valdo e credo di aver letto 80/90 % delle sue tesine, mi sono comperato tempo fa un libro e qualche mese fa sono stato a una sua conferenza. Valdo come tutti gli uomini anche come "i grandi uomini" non è perfetto, e qundi può trasferire i suoi errori ad altri, purtroppo il suo mezzo di comunicazione è il più smisurato di tutti i tempi ovvero internet, ed è per questo che dovrebbe stare attento alle sue affermazioni.
Per concludere vorrei ancora una volta come ho fatto già altre volte in questo blog esortare Valdo a non insistere sul fatto che la vita di un pesciolino vale meno di quella di un bovino. La vita di ogni essere animale è sacra, è ovvio che mi può capitare involontariamente di schiacciare una formica mentre cammino, ma volontariamente non ucciderei o non farei uccidere per nutrirmi.
Cordiamente