LETTERA
POSITIVO AL TEST PER AMILOIDOSI EREDITARIA DA TRANSTIRETINA
Gentile dott. Vaccaro, le chiedo aiuto per una questione grave di salute. Sono risultato positivo al test genetico per amiloidosi ereditaria da transtiretina. Come probabilmente sa non ci sono grandi soluzioni a livello medico. Sono in cura al San Matteo di Pavia dove sistematicamente faccio una serie di esami per verificare l’insorgenza della malattia. Ho già operato il tunnel carpale ad entrambe le mani, e questo è considerato come sintomo di esordio della malattia stessa.
HO GIÀ APPORTATO ALCUNI CORRETTIVI
Da maggio ho optato per una dieta vegana, con alcuni correttivi desunti anche dai suoi scritti.
Potrebbe aiutarmi dandomi qualche consiglio ulteriore? Ho 44 anni e sono disperato all’idea di sentirmi così impotente. Grazie.
Danilo
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RISPOSTA
ANSIA ED IMPOTENZA SONO IL MINIMO CHE PUÒ ACCADERTI DI FRONTE A QUESTE ABERRANTI DIAGNOSI
Ciao Danilo. Comprendo benissimo il tuo stato d’ansia e d’impotenza. Ansia e impotenza che già da sole potrebbero costituire una patologia degna di cure attraverso psicofarmaci. Diagnosticare una malattia di questo tipo e dirti pure che ce l’hai nel sangue per motivi genetici, per cui non puoi farci niente, se non affidarti a un team multidisciplinare includente neurologo, genetista, cardiologo e chirurgo epatico, con la prospettiva di puntare a un magnifico trapianto del fegato, toglierebbe il sonno e la serenità al più calmo e beato degli uomini.
PREALBUMINA O TRANSTIRETINA
La transtiretina TTR è una proteina sintetizzata principalmente dal fegato. In passato era definita prealbumina per la maggiore mobilità elettroforetica rispetto all’albumina, che le consente di migrare in posizione più anodica. Il nuovo termine transtiretina assume invece un significato funzionale, dal momento che la proteina funge da trasportatore plasmatico di tiroxina e retinolo, veicolato in modo indiretto mediante legame equimolecolare con la Retinol Binding Protein RBP. La vitamina A è una vitamina liposolubile, in natura si trova in diverse forme. Con il termine di vitamina A vengono indicati sia il retinolo che i suoi analoghi, detti retinoidi di cui si conoscono almeno 1500 tipi diversi, tra naturali e sintetici. Anche i carotenoidi posseggono l’attività biologica della vitamina A in quanto possono fungere da provitamine.
TRANSTIRETINA VEICOLATRICE DI ORMONI ALL’INTERNO DEL LIQUIDO CEFALORACHIDIANO
Oltre a trasportare gli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina nel sangue, la transtiretina, sintetizzata anche dal plesso corioideo, li veicola all’interno del liquido cefalorachidiano. Il plesso corioideo o coroideo è una struttura, presente all’interno dei ventricoli cerebrali dove viene prodotto il liquido cefalorachidiano. Dal momento che il fluido cerebrospinale viene prodotto in continuazione, deve avvenire un costante assorbimento di questa sostanza. Normalmente nel sistema nervoso circolano fra gli 80 e i 150 ml, che avviene a livello dei villi aracnoidei. Il complesso TTR-RBP trasporta normalmente circa il 90-95% del retinolo ed il 20% degli ormoni tiroidei circolanti, mentre il 70% è veicolato dalla tireoglobulina ed il resto dall’albumina.
TRANSTIRETINA MARKER DELLO STATO DI NUTRIZIONE
La transtiretina ha una breve emi-vita di 2-3 giorni che la rende ideale come marker dello stato di nutrizione. poiché la sua sintesi non dipende dallo stato di salute del fegato, tranne nei casi in cui questa venga seriamente compromessa, e poiché non risente dell’influenza dello stress e dell’infiammazione acuta, la prealbumina o transtiretina si configura un marker ideale per la valutazione dello stato nutritivo del soggetto, anche in risposta ad interventi terapeutici.
CAUSE DI TRANSTIRETINA BASSA
Per quanto detto, bassi livelli di transtiretina sono tipici della malnutrizione calorico-proteica e possono dipendere da condizioni in cui sussistono:
- Deficit proteici per ridotto apporto con la dieta,
- Cattivo assorbimento da enteropatie o da celiachia,
- Gravi malattie epatiche tipo cirrosi,
- Aumentato catabolismo per stati febbrili, cachessia, immunodepressione, neoplasie, ipertiroidismo, ipercortisolismo o sindrome di Cushing.
POLINEUROPATIA AMILOIDE O FAP DA TRANSTIRETINA BASSA
La polineuropatia amiloide familiare (FAP) o polineuropatia amiloide da transtiretina (TTR) è una neuropatia sensitivo-motoria progressiva e del sistema autonomo a esordio nell’età adulta. Sono comuni la perdita di peso e il coinvolgimento cardiaco. Possono anche insorgere complicazioni oculari o renali. La prevalenza mondiale non è nota, mentre quella nella popolazione giapponese è stata stimata in circa 1 caso per milione.
PARESTESIE, LESIONI AI PIEDI, INSENSIBILITÀ AL DOLORE E ALLA TEMPERATURA, PERDITA PESO E DISTURBI MOTORI
La FAP è clinicamente eterogenea, con quadri clinici correlati al genotipo e all’origine geografica. La FAP di solito si presenta come una polineuropatia sensitiva con disturbi del sistema autonomo. I sintomi iniziali comprendono le parestesie, le lesioni trofiche o dolorose ai piedi, i disturbi gastrointestinali o la perdita del peso. Il disturbo sensitivo più importante riguarda l’insensibilità al dolore e alla temperatura. Insorgono secondariamente disturbi motori. I sintomi correlati alle alterazioni del sistema autonomo comprendono l’ipotensione posturale e i disturbi genitourinari e gastrointestinali.
TRASMISSIONE GENETICA E MUTAZIONI A NON FINIRE
La FAP viene trasmessa come carattere autosomico dominante ed è dovuta alle mutazioni del gene TTR (18p12.1). Sono state identificate più di 40 mutazioni di TTR che si associano a quadri clinici diversi, a diversa età di esordio e di evoluzione della malattia. La variante più comune è Val30Met relativamente alla quale sono stati identificati vari foci endemici, in particolare in Portogallo, Giappone e Svezia. Tuttavia, il fenotipo Val30Met è variabile in questi tre paesi. Ai fini diagnostici è necessario identificare le mutazioni di TTR associate alla malattia, anche se l’identificazione della mutazione patogenetica non viene considerata diagnostica, in quanto la penetranza non è completa.
DIAGNOSI LUNGHE COMPLESSE ED INSICURE
Per la diagnosi definitiva sono necessari i rilievi clinici e la biopsia tissutale (nervi, reni, ghiandole salivari labiali, tessuto adiposo sottocutaneo, mucosa rettale). I depositi di amiloide si colorano di rosso al microscopio ottico e mostrano birifrangenza verde alla microscopia a luce polarizzata. La diagnosi differenziale si pone con la neuropatia diabetica, la polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica, e l’amiloidosi da apolipoproteina A1, gelsolina e catene leggere.
COINVOLGIMENTO DI NEUROLOGI, GENETISTI, EMATOLOGI, CARDIOLOGI E CHIRURGHI ERPATICI
La presa in carico della FAP deve essere multidisciplinare e coinvolgere il neurologo, il genetista, l’ematologo, il cardiologo e il chirurgo epatico. Il trapianto del fegato è al momento l’unico trattamento in grado di prevenire la sintesi delle varianti amiloidogeniche di TTR. Il trapianto del fegato può fermare la progressione della malattia negli stadi precoci. I trattamenti sintomatici sono essenziali per la neuropatia del sistema autonomo e per quella sensitivo-motoria, nonché per le complicazioni viscerali.
RACCAPRICCIANTE SENTENZA DI MORTE DOPO DIECI ANNI
La FAP è una malattia grave e disabilitante. Possono svilupparsi gravi segni cardiaci, renali e oculari. La morte si verifica circa 10,8 anni dopo l’esordio dei sintomi, può sopraggiungere improvvisamente o può essere secondaria a infezioni o a cachessia. Quanto sopra detto è sintesi delle ricerche del professor David Adams, e rappresenta fedelmente le idee eziologiche e terapeutiche della medicina su questo tipo di patologia.
PASSIAMO A QUESTO PUNTO DALLA MEDICINA CONVENZIONALE ALLA SCIENZA DELLA SALUTE
A questo punto vorrei innestare i principi della Health Science Igienistica che cozzano violentemente con tutto quanto è stato appena concepito e detto in termini medici. Ricorro, se mi è concesso, ai concetti che ho già espresso nelle varie tesine pubblicate sull’argomento, e in particolare su “Gammopatia monoclonale, catene Kappa e tanta paura”.
CATENE KAPPA ED IMMUNOGLOBULINE
Parlare di catene Kappa significa parlare di immunoglobuline. Trattasi di valori usati nella diagnosi di malattie del sistema linfatico, quell’insieme di organi che produce i linfociti B (produttori di anticorpi difensivi) e i linfociti T (produttori non di anticorpi ma di altre sostanze difensive). Le immunoglobuline umane sono formate da 4 porzioni, a due a due uguali fra di loro, dette catene pesanti e catene leggere. Le catene leggere sono Kappa o Lambda. Le 5 classi di immunoglobuline IgG, IgA, IgD, IgE e IgM differiscono per quanto riguarda le catene pesanti. Le Ig più rappresentative sono le IgG (800-1600 mg/dL), le IgA (90-400) e le IgM (40-230). Le IgD e IgE hanno dunque esigua rilevanza.
LA SALUTE È SEMPRE UNA QUESTIONE DI DELICATI EQUILIBRI
Le cellule B individuali esprimono le catene leggere Kappa o Lambda, ma mai entrambe contemporaneamente. Alcuni tipi di linfoma, come il mieloma multiplo, raro tumore osseo, sono connotate da eccessiva produzione di globuli bianchi e di conseguente precarietà nella produzione di eritrociti o globuli rossi del sangue. Il solito problema dell’equilibrio. Pochi leucociti significano precarietà linfatica ed immunitaria, troppi leucociti significano leucemia.
PARLARE DI DATI FISSI ED IMMUTABILI O DI CONDIZIONI IRREVERSIBILI SIGNIFICA DARE NON SOLLIEVO MA UNA CINICA MAZZATA AL PAZIENTE
La gammopatia monoclonale, come del resto tutte le anomalie del sangue, non è un dato fisso ed immutabile, non è qualcosa di stabile e di definitivo, ma varia a seconda di come e dove viviamo, del clima atmosferico e delle situazioni di calma o di stress che ci coinvolgono. Vogliamo dare una mano ai pazienti che vanno in crisi o no? Vogliamo dar loro sollievo e serenità oppure no? Vogliamo coniugare il verbo praticato dal grande Ippocrate, col suo Primo Non Nuocere, oppure no? Parlare di malattie inguaribili ed irreversibili significa dare una cinica mazzata a chi soffre. Non solo cinica ma anche gratuita ed ingiustificata. Questo è il lato oscuro, retrogrado ed ignobile della medicina. Il lato che tradisce ogni buon principio ed ogni buonsenso. Questo è terrorismo a tutto spiano. Questo è l’atteggiamento medico che ci dà un grande fastidio e che fa letteralmente rivoltare Ippocrate nella sua tomba.
COMODO APPOGGIO SUGLI SPROPOSITI DI PASTEUR E SUGLI SPROPOSITI DELLA GENETICA
Su quali basi si può mai prestabilire che una persona porta scritto nel suo Dna che dovrà sottoporsi a un trapianto di fegato per sopravvivere? Già, la medicina si appoggia alle sue solite basi precarie e dogmatiche. Si appoggia ai disastri di Louis Pasteur per scaricare il barile sui microbi, e si appoggia ai fallimentari concetti della medicina genetica per scaricare il barile sui geni difettosi. Lo fa sempre senza batter ciglio, con tutta la sicumera e la pseudo-autorevolezza derivante dalla sua privilegiata posizione di incontestabile monopolio.
LA MEDICINA TIMIDA E UMILE DEL POST-IMPERO ROMANO È DIVENTATA ARROGANTE MONOPOLISTA DEI NOSTRI TEMPI
Non più la medicina timida e ragionevole successiva alle salubri bastonate di Roma Antica, dove per 600 anni di seguito era stata vietata e messa ai margini ogni attività medica. Non più la medicina saggia e rispettata della millenaria Scuola Salernitana, basata sugli insegnamenti di Pitagora e di Ippocrate, ma una Medicina irregimentata e militarizzata, capace di imporre i suoi strafalcioni e la sua arroganza a una popolazione incapace di ribellarsi o di trovare le giuste alternative.
FRA 30 ANNI FORSE LA MEDICINA SI ACCORGERÀ CHE LA GENETICA È UN CUMULO DI RIFIUTI
Gli stessi ricercatori del settore genetico dichiarano senza riserve la caduta disastrosa dei pilastri che sostenevano questa materia, riconoscendo la necessità di annientare ogni test, ogni dispensa, ogni concetto espresso nei 70 anni di storia. Tutto verteva sul dogma della fissità del gene. Caduto esso cade quel tipo di materia, per cui occorre ripartire da zero. Ma la medicina, come suo solito pigra, ingessata nei suoi inamovibili concetti e metodi, non fa una grinza e continua a far finta che nulla sia accaduto.
LE VERITÀ SULL’INNOCENZA BATTERICO-VIRALE E SULLA CADUTA DELLA GENETICA RENDONO MOSCIE ED INCRINATE LE BASI DELLA MEDICINA
Il fatto è che, se cade Pasteur e prevale Béchamp, si disintegrano il discorso del contagio e della vaccinazione, e vanno in fumo 10 mila malattie a repertorio, incluso le malattie-business tipo Aids ed Ebola Il fatto è che, se si conferma il discorso del fallimento della genetica, si disintegrano altre 10 mila malattie incasellate comodamente come ereditarie e genetiche. Il fatto è che, se si dà qualche credito alla Health Science Igienistica, si riconosce la superiorità del Medico Immunitario Autoguaritore sul medico della Mutua e dell’Ospedale, e si disintegrano altre 10 mila malattie definite autoimmuni.
ECCO SPIEGATO IL MOTIVO PER CUI L’ORDINE MEDICO NON MOLLA L’OSSO
Procedere su questi sentieri porterebbe al disastro totale. Sarebbe l’inizio della fine per l’arte medica e per tutti i privilegi da essa goduti in ambito sociale, politico ed economico. Ecco dunque spiegato il perché del suo far barriera impenetrabile. Ecco spiegato il suo costituire intorno a sé un muro di gomma. Ecco spiegato il suo perseguitare chiunque osi mettere in discussione i suoi dogmi, le sue assurdità e i suoi fallimentari risultati.
I VIRUS ESOGENI NON DOVREBBERO MAI SUPERARE LE NOSTRE STRAORDINARIE DIFESE
La capacità dell’immunoglobulina di riconoscere le proteine estranee (quelle non-self), come batteri strani e virus altrui penetrati nel nostro ultraprotetto sistema solo grazie alla nostra imbecillità (vedi alimentazione carnea ed alto-proteica, responsabile ad esempio dell’encefalopatia da Mucca Pazza), e quindi di legarle e distruggerle, è affidata alla produzione di catene variabili capaci di catturare l’antigene invasore.
L’INTERO PROBLEMA BATTERICO-VIRALE STA NELLA PULIZIA INTERNA E NEL SANGUE FLUIDO
Queste teorie super-sofisticate e fumose degli ematologi, puntano sempre a focalizzare ogni teoria sull’invasore e sul contagio. Scarsa e nulla attenzione verso il problema centrale dei virus endogeni, quelli prodotti internamente dalla nostra normalissima moria cellulare, che rappresentano il 98% e quindi il nocciolo dello stock virale umano, ovvero quei 75-100 trilioni di cellule che producono diversi miliardi di detriti cellulari al giorno, ovvero polvere cellulare morta e disintegrata dai becchini cellulari detti lisosomi. Ovvio che i nostri stessi detriti virali non rappresentano un pericolo, fin quando il nostro corpo funziona normalmente e se ne libera regolarmente grazie al sangue fluido e a un metabolismo rapido ed efficiente.
LE MALATTIE VENGONO ORIGINATE DA STRAFALCIONI ALIMENTARI E DA SRAFALCIONI CURATIVI DI TIPO IATROGENO
Ogni volta che adottiamo politiche alimentari assurde ed incompatibili col nostro disegno bio-chimico, andiamo a mettere in crisi l’organismo e ad impigrire il sistema linfatico, per cui il materiale virale, anziché trovare pronta espulsione come normalmente avviene, rimane all’interno e crea evidenti ostruzioni. Ogni volta che che ci fidiamo di interventi medici e dei loro martellamenti spropositati sul sistema immunitario aggraviamo la nostra situazione. Nulla a che vedere con spaventevoli e riproducenti mostriciattoli, ma sempre materiale deceduto che si accumula per sovrapposizione e per sommatoria (mai per moltiplicazione).
TUTTO IN REGOLA CON LE IMMUNOGLOBULINE POLICLONALI
In condizioni fisiologiche sane, le molecole immunoglobuliniche sono diverse tra loro. Oltre che comprendere le 5 classi sopra citate, all’interno della loro classe è presente in innumerevoli combinazioni (pari al numero dei differenti antigeni che ne hanno indotto la sintesi) la porzione immunoglobulinica variabile. Vale a dire che, in condizioni normali e non anomale, le immunoglobuline sono di tipo policlonale, perché generate da una popolazione eterogenea di plasmacellule policlonali, tutte diverse fra loro.
ORIGINE DELLA COMPONENTE MONOCLONALE A RISCHIO
Nella gammopatia monoclonale, invece, il midollo osseo va ad ospitare un accumulo di plasmacellule tutte identiche, in quanto originate da una unica plasmacellula madre che è andata incontro a un processo cumulativo di proliferazione. Queste plasmacellule costituiscono un clone e sono pertanto chiamate monoclonali. Tutte le plasmacellule del clone producono la stessa immunoglobulina, con la stessa struttura chimica. Questa si accumula nel siero e da’ origine alla componente monoclonale.
CATENE LEGGERE, CATENE LIBERE URINARIE E PROTEINURIA
Le immunoglobuline monoclonali assumono nel tracciato elettroforetico un profilo diverso da quelle policlonali. Le policlonali hanno un profilo a gobba con base larga, mentre le monoclonali denotano un picco alto e stretto. In alcune malattie come il mieloma, la sintesi di catene leggere puo’ essere superiore alla sintesi di catene pesanti, per cui grandi quantita’ di catene leggere si riversano e si accumulano nel plasma. Essendo le catene leggere costituite da piccole molecole, passano facilmente il filtro renale e vengono eliminate nelle urine (grazie all’intelligenza immunitaria che punta a scaricare gli eccessi e a ripristinare gli equilibri, per cui non andrebbe mai messa in discussione). Le catene libere urinarie costituiscono invece per la medicina la cosiddetta proteinuria di Bence-Jones, catalogata come malattia e non certo come ottimo meccanismo compensativo.
IL TERRORISMO MEDICO SI INSINUA IN OGNI SPAZIO A SUA DISPOSIZIONE
Non sempre la gammopatia monoclonale e’ sinonimo di malattia tumorale, o di rischio tumorale. Vi sono gammopatie monoclonali di significato indeterminato, che restano invariate nel tempo senza sviluppare un bel niente, e che rappresentano addirittura il 65% della casistica.
L’ITALIA STA ANDANDO MALE, MA NON È ANCORA ARRIVATA AGLI SPROPOSITI USA
Se consideriamo che queste statistiche, ricavate sempre e solo in America, tra gente che normalmente frequenta i McDonald’s, possiamo benissimo prendere quel dato ed italianizzarlo, facendolo diventare un 85 o un 90%. Ovvio che per un numero esiguo di casi, dove il paziente pensi poco e niente alla sua salute, è possibile che la gammopatia monoclonale faccia da spia e segnale d’allarme a malattie degenerazionali del sistema, ovvero mieloma, macroglobulinemia di Waldenstrom, amiloidosi, linfoma, leucemia linfatica cronica, neoplasie epiteliali all’intestino o alla mammella.
CONTROLLI OGNI 6 MESI SIGNIFICA ESSERE SCHIAVI ED INSICURI, PIÙ CHE PERSONE LIBERE E SERENE
Fatte queste considerazioni tecniche, non tanto per farci belli col materiale prodotta dalle ricerche mediche, ma per spiegare possibilmente con maggiore chiarezza il loro pensiero, veniamo al caso in questione. Purtroppo anche qui stiamo viaggiando al ritmo folle ed insostenibile di controlli semestrali. Una specie di inchiodatura e di incollatura ai satrapi della misurazione. A mio avviso la gente saggia dovrebbe controllare i propri valori ogni 20 anni e non ogni 6 mesi. Vi rendete conto che ogni test significa una martellata sullo stomaco, indipendentemente da quanto viene riportato come esito finale? Se poi un valore cambia rapidamente partono le ipotesi e le illazioni. Altro panico e altra paura. Altri dubbi e altri controlli. Questo non è vivere ma dissolversi nel peggiore dei modi. Questo non è essere cittadini liberi e sereni, ma schiavi a vita dei camici e degli strumenti di diagnosi.
QUANDO IL CORPO SCARICA VELENI, OGNI TEST SUCCESSIVO VIENE CONDIZIONATO
I valori del siero variano sulla base di tanti fattori che sono le proprie condizioni, il clima, le fasi lunari, gli stress subiti e quelli previsti. Quanto poi all’alimentazione implementata, vediamo spesso che essa implica nel tempo breve le famose crisi eliminative, dove alcuni valori sballano e aumentano invece di regolarsi e di calare. Non è certo che la frutta è impazzita, o è stata avvelenata oltre ogni dire, per cui ci fa fare pure le figuracce. Succede piuttosto che, mangiando meglio e mangiando piu’ vivo, abbiamo ridato finalmente al sistema immunitario la capacità di fare il suo lavoro di spazzino interno, per cui il colesterolo circolante cresce temporaneamente anziché calare, le catene kappa aumentano anziché calare, stimolate magari da un maggiore flusso di veleni interni nel periodo critico delle crisi eliminative scatenate dalle nostre ottime scelte alimentari e comportamentali.
C’È ANCHE CHI AMA VIVERE NELL’ANSIA E NEL TERRORE
Se va uno piace lo stress e la paura, continui pure a guardarsi i film di Dario Argento e a far visita al centro diagnosi ad ogni cambiamento stagionale. Se ama invece stare sano e contento, vada al mare e si faccia una bella nuotata, non appena la stagione lo permette. Aumentate i contatti con la sabbia, con gli alberi, col sole, con la natura, e state alla larga da ecografie, mammografie, elettroforesi e prove del sangue. Ammesso e non concesso che i test dicano qualcosa di valido e di basilare, non servono a niente, se non a spingervi verso soluzioni terapeutiche il più delle volte irrisolventi e peggiorative.
FINIRE IN MODO GRIFFATO NON È AFFATTO CONSOLANTE
Ascoltare i luminari della medicina, apparenti depositari delle grandi verità, non fa che confermare le nostre opinioni. Parlano senza contraddittorio, o rispondono a domande addomesticate di intervistatori ammaliati, privi di verve e di motivazioni critiche. Non è però che la nostra salute sia necessariamente avvantaggiata in proporzione al nome di chi ci ha in eventuale cura. “Sai che sfizio, mi ha operata il professor Tal dei Tali!”. Quasi che finir male in modo distinto, con tanto di firma e di garanzia sanitaria, rappresenti per il corpo una qualche forma di appagamento consolatorio.
VEDIAMO DI RASSERENARCI E DI SENTIRCI MENO IMPOTENTI
Per concludere, possiamo sì o no affrontare queste emergenze armati di strumenti risolutivi? Possiamo sì o no liberarci dai lacci e dalle spinose angosce di provenienza medica? La risposta è al 100% positiva, a patto di far prevalere in noi la preparazione, la forza morale interna, il pensiero positivo, l’autostima e il riconoscimento delle Leggi Naturali e dei Principi Fondamentali della salute, cose che, salvo rare eccezioni, sono totalmente estranee all’ambiente medico-farmaceutico, e che invece stanno al centro del nostro repertorio salutistico, o se volete del nostro pacchetto-salute. Seminiamo bene e fidiamoci maggiormente di noi stessi e di Madre Natura, dandole modo di esplicare al meglio i suoi poteri.
FONTI PRIVILEGIATE DI RETINOLO E DI VITAMINA A
La vitamina A, includente il retinolo, così importanti per il nostro fegato e per l’organismo in generale, non si trovano nelle pastiglie di Big Pharma ma nel tarassaco e nell’acetosa, che crescono in continuazione nei nostri campi anche in tempo invernale. E si trova pure nelle carote, nelle patate dolci, peperoni, peperoncini, spinaci, bietole, crescione, mango, peperoncini, cicoria, radicchi, zucca, finocchio, melone, broccoli, albicocca, papaia, asparagi, pomodori maturi.
UNA COPPIA PREZIOSA CHIAMATA FEGATO E COLECISTI
Fegato e cistifellea meritano non una e non cento, ma mille attenzioni. La funzione epatica è di capitale importanza per la vita. Questo organo costituisce una delle difese organiche più belle, spettacolari e complesse.
- Purifica il sangue venoso e i prodotti della gestione,
- Emulsiona i grassi,
- Favorisce l’espulsione degli escrementi con l’ausilio della bile,
- Lubrifica e purifica l’intestino grazie sempre alla preziosa collaborazione della bile,
- Assorbe, trattiene, elabora e distrugge le sostanze venefiche che entrano nel corpo o che si producono al suo interno,
- Svolge altre 500 funzioni.
ORGANI RESISTENTI DA TRATTARE CON OGNI POSSIBILE RIGUARDO
Fegato e cistifellea non sono organi delicati. Essendo parti fondamentali del nostro motore sono resistenti e non si ammalano facilmente, a patto di essere trattate con un minimo di riguardo. Vengono messe fuori uso dai farmaci e dalle digestioni difficili, dalle iniezioni, dai vaccini, dall’alcol, dal caffè, dal fumo dai dolci, dalle carni di tutti i tipi, dai cibi azotati, dai cibi adulterati. Da rilevare che, nonostante il pesante lavoro di pulizia del sangue che arriva spesso inquinato tramite l’intestino, nonostante il fatto di essere esposto a continue situazioni tossiche, le cellule epatiche sono capaci di replicarsi e di rinnovarsi più velocemente di tutte le altre cellule corporali, mettendo a tacere tutte le obsolete teorie della genetica.
TARASSACO, CARCIOFO E OLIO DI OLIVA
Il decotto di tarassaco è il rimedio principe per stimolare la funzione epatica. L’azione specifica del carciofo contro l’insufficienza epatica è nota anche ai sassi. L’olio di oliva preso a digiuno è ottimo per purificare il fegato ed anche per sciogliere i calcoli biliari. Ovvio che il peggior nemico del fegato, a parte l’alcol, è la stitichezza. Coltivando buone digestioni non avremo mai seri problemi di fegato.
FEGATO, SISTEMA RENALE E SISTEMA CUTANEO, E TANTI RIMEDI NATURALI TIPO I SUCCHI DI BIETOLA, DI CAROTA E DI SEDANO
Tener presente la strettissima correlazione esistente tra reni e fegato e pelle. L’incapacità del sistema renale di eliminare le sostanze ultra-tossiche si riverbera sul fegato. Molti rimedi renali vanno infatti bene anche per il fegato. In Russia il rimedio principe è una tazza al giorno di succo di bietola. In Regno Unito si bevono 90 grammi di succo carota, più 90 g succo di bietola e 60 g di succo di sedano. In Australia si va col the di tarassaco foglie misto a fiori di luppolo. In Francia si assumono 240 grammi di succo di mela ogni 2 ore, più semplici bevutine di acqua per l’intera giornata. Il ribes, ed anche il purè di fichi e ribes viene usato dalle tribù Berbere contro disturbi di fegato e contro l’artrite.
PAPAIA REGINA TRA LE AMICHE DEL FEGATO
La papaia è una regina tra i rimedi, sia in Sudamerica che in Pakistan ed in Sud-est Asiatico. Pure ortiche, rape piccanti, melagrane, arancia, asparago, avocado, cavolo, cetriolo, ciliegia, crescione, equiseto, fagiolini, fragola, lattuga, lupino, malva, melanzana, mirtillo, oliva, orzo, patata, pompelmo, prezzemolo, ravanello, uva, zucca, vanno elencate tra le risorse amiche. Coltivare una sana risata poi aiuta fortemente la digestione, sviluppa il diaframma e dilata i polmoni raggrinziti dal malumore e dalle preoccupazioni.
TESINE DA LEGGERE
- Febbre Mediterranea dello Stretto, amiloide e remissione spontanea
- Gammopatie monoclonali, amiloidosi e immunoglobuline
- Sindrome nefrosica, amiloidosi e sindrome di Cushing
- Gammopatia monoclonale, catene Kappa e tanta paura
Valdo Vaccaro
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